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IL RAPPORTO TRA VALUTAZIONE E COGNIZIONE

1.3. LA COMPLESSA RELAZIONE TRA VALORE ECONOMICO, VALORI,

1.3.1. IL RAPPORTO TRA VALUTAZIONE E COGNIZIONE

Dopo aver esplicato alcune forme di rappresentazione del valore economico, è necessario elaborare il rapporto tra la cognizione, la valutazione in senso cognitivo e la valutazione, essendo connesso al modo con cui gli individui affrontano la questione economica e a quali strumenti vengono impiegati. Infatti nel settimo capitolo diventa oggetto di analisi, finalizzata alla comprensione di quale modalità valutativa sia rintracciabile nell’“Impronta A.S.D.”. Potrebbe emergere una modalità alternativa a quelle di seguito illustrate sorta dall’integrazione, da un lato, della cognizione e interazione e ,dall’altro, della cognizione distribuita.

Si procede, quindi, ad evidenziare i seguenti tre livelli di modalità valutative che cercano di differenziare il modo con cui i soggetti affrontano il problema economico con determinati strumenti, quali:

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la cognizione separata dall’informazione la cognizione e l’interazione

la cognizione distribuita

ed, inoltre, influenzano l’inquadramento del valore economico. Cognizione separata dall’informazione

Costituisce il classico schema del processo di scelta secondo cui un soggetto per decidere tra molteplici alternative, raccoglie le informazioni per cercare di eliminare l’incertezza che circonda la scelta tra due o più alternative. Si cerca di qualificare la bontà economica di un bene rispetto ad un altro e, una volta raccolte tutte le informazioni disponibili, si guarda il livello di bontà maggiore per scegliere di conseguenza. Generalmente, si dà per scontato che se si raggiunge il volume completo dell’informazione, il valore è quello.

Si separa la cognizione dall’informazione e se non si raccolgono le informazioni giuste non si decide bene. Con questo meccanismo, quindi, si distingue la cognizione dall’informazione. Da un lato, c’è l’informazione e, dall’altro, la cognizione con cui si prendono le informazioni. In questo caso, non si ammette giudizio, l’informazione è intelligibile ed esiste una complessità di giudizio sulla cui base si valuta il valore economico. Queste situazioni diventano importanti tanto più i fenomeni divengono singolari, specifici e non generalizzati. Tuttavia, si coglie la difficoltà di definire univocamente i valori economici e, spesso, si crea un ambiente di valutazione che è la convergenza di tanti strumenti di giudizio e il valore è il risultato di questa convergenza.

Parlando di valore economico, si introducono delle semplificazioni. Ad esempio, quando si è dotati di informazioni può essere concepito come un processo, elaborato e considerato come una raccolta di informazioni tradotte in quantità ed è semplificativo poiché si distingue tra un soggetto e gli strumenti utilizzati per conoscere la realtà in cui è inserito.

Cognizione e interazione

Si pone il problema dell’interazione, oltre a quello della cognizione e dell’informazione. Non è sufficiente raccogliere delle informazioni che, da un lato, possono essere

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caratterizzate da rumore e, dall’altro, è possibile che vengano comprese non correttamente bensì diversamente. I sistemi cognitivi non sono uniformi, l’informazione va circostanziata ed, inoltre, il valore non dipende solo dall’informazione ma, anche, da chi la riceve poiché va interpretata ed è necessario porsi in termini interattivi rispetto all’informazione stessa. Aumenta, di conseguenza, la complessità e l’informazione non risolve tutta l’incertezza poiché può essere raccolta in modo parziale, non corretto e così via.

Questo collegamento porta alla nascita di una cognizione che si qualifica per l’interazione con l’informazione: cognizione e informazione tendono, quindi, a coincidere. Si raccolgono le informazioni che si interpretano in modo diverso e diventa necessario dialogare con le stesse e con gli altri soggetti grazie ad un processo più articolato, che spesso impedisce di arrivare alla qualificazione del fenomeno esaminato. Il valore dipende, di conseguenza, dal modo in cui si interagisce con l’informazione. L’interazione mette in luce una possibilità alternativa di identificazione del valore e non è detto che ce ne sia uno di migliore essendo sullo stesso piano.

Cognizione distribuita

La cognizione distribuita è la capacità di assemblare pezzi, ognuno dei quali è significativo e, mettendoli assieme, danno una spinta: il modo di assemblarli non è codificato e può nascere dal caso, dal calcolo e dalle imposizioni, formandosi qualcosa che prima non esisteva. Serve per interpretare le attività in termini di produzione di valore economico.

C’è un insieme di strumenti di informazione che, spesso, sono velati e vengono usati dai soggetti sotto forme differenti. È il concetto più complesso, visto che il soggetto non si limita, semplicemente, a raccogliere informazioni ma le elabora, mettendosi a rete con altri strumenti articolati e individuando informazioni e impulsi. A volte, però, il soggetto non sa cosa ci sia nei dispositivi articolati e prende atto dell’esito avutosi.

Guardando al valore economico per qualificarlo, emerge come si siano create delle reti di dispositivi, mutevoli nel tempo, che danno un significato ma se inizialmente possono essere affidabili, poi possono non esserlo più. Queste reti esprimono delle capacità cognitive complesse: nelle scelte che impattano sul valore economico si afferma, sempre più, l’idea di rete di dispositivi e si formano continuamente delle connessioni poiché, quando si giudica il valore economico, si usano le proprie capacità nonostante l’influenza del dispositivo usato. In questo caso, si va oltre la semplice idea di raccolta di

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un’informazione che è capace di risolvere l’incertezza dal momento che esiste una perplessità qualitativa, difficilmente risolvibile con delle informazioni. Si crea, così, una rete che aiuta nell’individuare il valore dell’entità soggetta a valutazione ma, economicamente, bisogna capire se il valore d’uso è maggiore del valore di scambio pagato ed entrano in gioco anche le interazioni.