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Regolazione delle emozioni

E‘ stato evidenziato che la regolazione delle emozioni sia un processo cosciente o non cosciente (automatico o controllato), usato per incrementare, mantenere o diminuire più componenti della risposta emozionale. Tra i vari modelli disponibili sulla regolazione delle emozioni, il modello proposto da Gross (1988, 1999), ha avuto il più importante supporto empirico. Come parte di questo modello, Gross (2002), ha definito la modulazione dell‘emozione come il tentativo di influenzare l‘esperienza dell‘emozionalità, come il risultato dell‘interazione tra sistemi più alti e più bassi Gross, 1998; 2002), definendo la regolazione dell‘emozione come ―un processo continuo e dinamico che viene influenzato dalle meozioni esperite dall‘individuo‖ (Gross, 1998, p. 275;

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Feldner et al., 2004; Marroquin et al., 2007). Q uesti processi risultano automatici e controllati; anche se i processi emozionali spesso sono stati studiati in relazione alle risposte ―stressanti‖, questi processi si verificano e sono regolati da un sistema che è responsivo a tutte le esperienze emozionali (Mennin et al., 2007). Secondo questo modello, gli individui con comportamenti e cognizione flessibili nella gestione dell‘emotività, con temperamento stabile (o con capacità di coping adattativa), sono propensi a mantenere un alto livello di funzionamento affettivo in contesti differenti, dal momento che gli individui sono esposti a richieste di modulazione emozionale provenienti dalle richieste dell‘ambiente. (Cicchetti, Ackerman & Izard, 1995; Barret& Gross, 2001; King & Werner, 2004; Menninet al; 2007).

Per ciò che concerne il processo attraverso cui si verificano le emozioni, è da rilevare la presenza di

cue emozionali che possono anch‘essi elicitare risposte fisiologiche, comportamentali e risposte

esperienziali (Gross, 1998; Heering et al., 2009). La tendenza alla risposta emozionale avviene rapidamente prima della risposta emozionale stessa, è di breve durata ed è influenzata molto dalla cognizione. Q ueste tendenze emozionali sono considerate come delle risposte preparatorie che garantiscono la sopravvivenza dell‘organismo. (Gross., 1998).

Per quanto riguarda le tendenze della risposta fisiologica, i ricercatori hanno cercato di non generalizzare i risultati degli studi che collegavano i profili neurologici con l‘emozionalità o con le caratteristiche affettive delle psicopatologie; innanzitutto le risposte affettive positive (quelle che logicamente dovrebbero risultare in un comportamento di approccio), si verificano nella medesima regione delle risposte negative (comportamento emotivo da evitamento (Davidson et al., 2000

review). Secondariamente Davidson et al., (2000) hanno evidenziato che la presenza di cue

emozionali salienti causano una maggiore attività cerebrale in risposta ad una condizione emozionale sia indotta che di controllo; questi risultati suggeriscono che la forza della relazione tra processi neurologici e reattività emozionale potrebbe essere sensibile al contesto, senza tralasciare che la risposta emotiva è molto correlata con la soggettività. Essa quindi potrebbe risultare incompatibile con il livello di intensità o di maggior intensità cerebrale che si verifica in risposta ad

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una situazione emozionale positiva o negativa (Philippot, 2006). Infine sono state riscontrate dopo una stimolazione emotiva intensa, un‘alta attività neuronale ed un‘alta risposta comportamentale che tuttavia potrebbe essere ancora modulata dallo sforzo attuato dal controllo (D illon net al., 2011).

Per quanto riguarda le tendenze di risposta, la regolazione delle emozioni potrebbe verificarsi in uno dei cinque punti del processo generativo delle emozioni: la selezione dell‘emozione, la modificazione dell‘emozione, la distribuzione dell‘attenzione, il cambio di cognizione o nella modulazione della risposta emozionale. La selezione dell‘emozione ai riferisce al‘‘approccio od all‘evitamento di una certa situazione o di individui, luoghi, oggetti, al fine di regolare le emozioni. La modificazione della situazione si riferisce allo sforzo attivo per modificare direttamente una situazione in modo da alterare il suo impatto emotivo. Essa viene attuata quando si verificano eventi che potenzialmente potrebbero provocare una risposta emotiva ma che non necessariamente hanno come risultato una risposta emotiva. La distribuzione dell‘attenzione potrebbe assumere tre forme diverse per facilitare la capacità degli individui per regolare la loro reazione emozionale. Q ueste forme includono la distrazione (fissare l‘attenzione sugli aspetti non emozionali della situazione o spostarla su un‘altra situazione), la concentrazione (la capacità di ―assorbire‖ le risorse attenzionali verso un unica situazione), la ruminazione (distribuzione dell‘attenzione, concettualizzata come dirigere l‘attenzione degli individui verso i sentimenti e le conseguenze di avere sentimenti). Il cambiamento cognitivo è un altro meccanismo di cambiamento nel processo di regolazione delle emozioni e coinvolgono il coping rivolto ad un‘esperienza emozionale, cercando di adattare il modo di pensare del singolo individuo che ha un‘esperienza emozionale in un determinato contesto. Infine la modulazione della risposta si riferisce direttamente all‘influenza di patterns fisiologici, esperienziali, comportamentali dell‘esperienza emozionale (Gross, 1998). Questi processi possono avere una connessione con l‘insorgenza di sintomi psicologici. Oltre allo sviluppo di un ampio spettro di questo tipo di sintomi, si possono presentare anche altri sintomi sottosoglia che possono coinvolgere più aspetti diversi nella vita di un individuo (Chapman AL et al., 2006; Slee N et al.,

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2008), fino all‘insorgenza di idee persecutorie (Westermann &Lincoln, 2011) ed essere indici di una possibile insorgenza psicopatologica, essendo correlati con la regolazione dell‘emozione (Berking M et al., 2008).

La relazione tra la tolleranza emozionale con la capacità dell‘individuo di far fronte agli stati affettivi negativi derivanti dall‘elicitazione di stimoli consid erati ―disturbanti‖ è considerata importante in quanto fattore che interagisce con altre variabili quali il contesto, i propri obiettivi, l‘intensità dello stimolo è indispensabile per predire la forza della reazione emozionale, fondamentale nella regolazione delle emozioni (Weitzman, McHugh, & Otto, 2011). Uno studio in particolare, sembra suggerire che, una volta che lo stimolo emozionale negativo viene accettato e controllato, gli individui percepiscono la tendenza di agire impulsivamente e quindi sono abili a usare strategie per modulare gli effetti avversi della risposta come per esempio il battito cardiaco accelerato o l‘insonnia (Vasilev et al., 2009).

Bargh and Williams (2007) hanno evidenziato che la motivazione deve essere presa molto in considerazione per ciò che concerne la regolazione delle emozioni poiché esse possono attivare un meccanismo che dà la priorità ad un certo tipo di emozioni piuttosto che ad un altro in modo da aumentare lo sforzo per ottenere l‘obiettivo. Concordando con questa considerazione, la motivazione negativa reindirizza l‘attenzione senza che vi sia una motivazione cosciente; quindi le emozioni possono attivare ed influenzare i processi cognitivi in positivo od in negativo, motivando, a seconda del tipo di emozione che viene elicitata, sempre verso un obiettivo o verso un mancato raggiungimento dell‘obiettivo, che viene considerato come un‘interruzione nel normale processamento emozionale. La regolazione delle emozioni in questo caso è richiesta per gestire i conflitti che derivano dal reindirezzamento attenzionale verso un altro obiettivo da raggiungere, poiché il precedente obiettivo non è stato raggiunto; i processi valutativi che permettono agli individui di giudicare se determinati stimoli sono positivi o negativi in termini di valenza, si verificano in modo rapido ed al di sotto del livello di consapevolezza cosciente. La regolazione

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delle emozioni quando avviene in maniera automatica, dipende dalle caratteristiche individuali e dal contesto in cui avviene l‘elicitazione emozionale (Bargh & Williams, 2007).