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Il Rendiconto Finanziario

IL BILANCIO DELLE AZIENDE SANITARIE PUBBLICHE

2.3. Il bilancio d’esercizio D Lgs 118/

2.3.3. Il Rendiconto Finanziario

Ai sensi e per gli effetti di quanto disciplinato dal comma 1 dell’art. 26 del D. Lgs. 118/2011 <<Il Bilancio d’esercizio e schemi di bilancio degli Enti del SSN>>, il Rendiconto Finanziario è parte integrante del Bilancio ed è stabilito l’obbligo di redazione per ogni periodo per il quale si presenta il bilancio stesso. Quindi, rispetto al codice civile, che non prevede e non obbliga la redazione del prospetto dei flussi finanziari, la disciplina sanitaria ha recepito le istanze provenienti dalla prassi economico aziendale e dagli standard setter che lo ritengono essenziale per completare l’informativa economica-patrimoniale e finanziaria delle aziende.

Le disposizioni normative sanitarie63 riportano lo schema fisso obbligatorio e prevedono che tale documento, sia parte integrante sia del bilancio d’esercizio, prendendo il nome di <<rendiconto finanziario>>, sia del bilancio preventivo economico annuale, nel qual caso prendendo il nome di <<piano dei flussi di cassa prospettici>> (pur mantenendo il medesimo schema).

Il Rendiconto Finanziario è un prospetto che evidenzia in maniera analitica le variazioni che hanno movimentato un determinato aggregato di valori finanziari o valori finanziari semplici in un determinato arco temporale preso a riferimento, solitamente può riguarda le disponibilità liquide (cassa, conti correnti attivi del Tesoriere e conti correnti postali), il capitale circolante netto (differenza tra attività e passività a breve) o la posizione finanziaria netta (disponibilità liquide a cui vanno inclusi anche i crediti e debiti di natura finanziaria).

Il modello proposto dal D. Lgs. 118/2011 è espresso in termini di liquidità. Tale modalità di presentazione pone l’enfasi sulle variazioni nella situazione patrimoniale e finanziaria e dei flussi di liquidità derivanti da tali situazioni. Focalizza l’attenzione alla dinamica monetaria dell’esercizio.

L’obiettivo è quello di rappresentare i flussi di liquidità avvenuti durante l’esercizio che a tal fine sono classificati in relazione alla tipologia e alla natura dell’operazione che li ha generati. Strutturalmente il Rendiconto è articolato in tre sezioni, che consentono di evidenziare:

63

Art. 25 comma 2 << Il bilancio preventivo economico annuale include un conto economico preventivo e un piano dei flussi di cassa prospettici, redatti secondo gli schemi di conto economico e di rendiconto finanziario previsti dall'articolo 26. Al conto economico preventivo è allegato il conto economico dettagliato, secondo lo schema CE di cui al decreto ministeriale 13 novembre 2007 e successive modificazioni ed integrazioni.>> e art. 26 comma 1 << Il bilancio d'esercizio è redatto con riferimento all'anno solare. Si compone dello stato patrimoniale, del conto economico, del rendiconto finanziario e della nota integrativa ed è corredato da una relazione sulla gestione sottoscritta dal direttore generale, per gli enti di cui alle lettere c) e d) del comma 2 dell'articolo 19, e dal responsabile della gestione sanitaria accentrata presso la regione, per gli enti di cui all'articolo 19, comma 2, lettera b), punto i), ove ricorrano le condizioni ivi previste.>>

1. I contributi in termini di flussi di cassa generati dalla gestione reddituale;

2. I flussi monetari generati dalla gestione di attività di investimento e dismissioni riferibili alle immobilizzazioni;

3. I flussi monetari generati di attività di finanziamento poste in essere nell’arco di tempo preso a riferimento;

Il flusso finanziario complessivo dovrà corrispondere alla variazione delle disponibilità liquide nette rispetto all’esercizio precedente.

Le finalità del prospetto sono, dunque, l’identificazione degli elementi che hanno contributi alla produzione o all’assorbimento dei flussi di cassa generati dalla gestione dell’azienda, ossia conoscere come il flusso di liquidità sia stato alimentato, dalle entrate monetarie, e sia stato utilizzato, con le uscite monetarie, nell’esercizio trascorso. Ciò permette di capire la capacità dell’azienda di sostenere gli investimenti e gli impegni finanziari di breve periodo.

Gli elementi costituenti possono essere suddivise in:

 Attività operative: sono le principali attività della gestione reddituale dell’azienda e altre attività diverse da quelle finanziarie e di investimento;

 Attività finanziarie: sono le attività che portano a una modifica del patrimonio netto o dell’indebitamento dell’azienda;

 Attività di investimento: sono l’acquisto e vendita di attività immobilizzate e di altri investimenti non compresi nelle disponibilità liquide

Nell’ambito dell’area reddituale, per rappresentare il flusso monetario, il legislatore ha prediletto il metodo indiretto a quello diretto.

Secondo il metodo indiretto, la ricostruzione del flusso di liquidità derivante dalla gestione corrente, avviene, aggiungendo, al risultato economico

dell’esercizio (utile/perdita) preso con il suo segno algebrico, i costi non monetari 64 che non hanno determinato uscite di liquidità e sottraendo i ricavi non monetari65 che non hanno determinato entrate di liquidità. Tutto ciò per neutralizzare quegli elementi che non hanno avuto riflessi nelle disponibilità liquide. In tal modo, si viene ad evidenziare l’incidenza delle varie aree di gestione, quella reddituale o operativa, quella per investimenti e quella per finanziamenti.

Il flusso di liquidità viene distinto tra il flusso di Capitale Circolante Netto della gestione corrente, che permette di comprendere i fabbisogni di liquidità, e le variazioni in senso proprio delle poste del Capitale Circolante Netto realizzatosi nell’esercizio, che permette di verificare l’equilibrio finanziario dell’azienda nel breve periodo.

In conclusione, lo schema che è stato adottato tramite D. Lgs. 118/2011 e novellato dal D.M. 20/03/2013, esprime una notevole capacità informativa, poiché permette di evidenziare in modo distinto e articolato i flussi che si vengono ad originare nell’area varie aree che lo compongono: corrente, investimento e finanziamento.

64

I costi non monetari possono essere distinti in: ammortamenti, accantonamenti a fondi rischi e spese al netto di utilizzi, svalutazioni, ecc.

65

I ricavi non monetari possono essere distinti in: incrementi di magazzino, incrementi di immobilizzazioni per lavori interni, rivalutazione di attività finanziarie, utilizzo contributi in c/capitale, ecc.