• Non ci sono risultati.

La ridefinizione dell’ordinamento costituzionale: la fine della Repubblica oligarchica

L’ECO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE A LUCCA E IL TRIENNIO DEMOCRATICO (1796-1799)

II.4 La ridefinizione dell’ordinamento costituzionale: la fine della Repubblica oligarchica

La tensione tra democratici e governo aristocratico si intensificò ulteriormente nel gennaio 179934 quando, come già detto in precedenza, l’esercito francese comandato dal generale Sérurier entrò a Lucca. Fu proprio lo stesso Sérurier a consigliare (i consigli dei generali francesi corrispondevano in realtà ad ordini) al governo oligarchico di provvedere a determinate riforme per limitare i privilegi della nobiltà e per smorzare, così, il clima di tensione che si era creato35.

In questa ottica va dunque interpretata la scelta (non libera, ma in un certo senso imposta dalle autorità francesi) del governo di abolire il 15 gennaio 1799 la legge Martiniana del 1556 e la legge del 1628 che istituiva il «Libro d’oro», le quali erano tese, come abbiamo visto nel primo capitolo, a restringere sempre più il governo in un’ élite di privilegiati aristocratici. Furono, inoltre aboliti tutti i titoli e le prerogative di nobiltà, così da formare, almeno in teoria, un meccanismo socio politico che non ammetteva distinzioni di ceti, basato su di una sola categoria di cittadini.

Il 16 gennaio, scelti i 12 senatori che dovevano elaborare un nuovo testo costituzionale, il Collegio degli Anziani invitò i rappresentanti dei democratici ad un’adunanza comune per decidere insieme sul nuovo assetto istituzionale da dare alla Repubblica. Questo avvenimento non fu di secondaria importanza, poiché sancì definitivamente il riconoscimento da parte dei nobili dell’esistenza politica, se pur allo stato embrionale, di un “partito” democratico36

.

Il 17 gennaio si tenne una riunione tra i democratici e i moderati meno conservatori a casa Pozzi e furono scelti 14 soggetti, tra i quali figurava anche l’acceso giacobino Ferloni, per la trattativa con i nobili. Seguirono altri incontri nel giro di pochi giorni che

34

Sul clima di tensione che si respirava nel contesto socio politico lucchese tra il gennaio e il 4 febbraio 1799 si veda F. Giovannini, 2 gennaio – 4 febbraio 1799: un mese di passione nelle testimonianze dei

contemporanei, in Lucca 1799: due Repubbliche. Istituzioni, economia e cultura alla fine dell’Antico Regime: convegno di studi, Lucca – Villa Bottini 15-18 giugno 1999, vol. I. , Istituto Storico Lucchese,

2002, pp.145-182.

35

G. Tori, Lucca giacobina. Primo governo democratico della Repubblica lucchese (1799), pp.41-42.

36

si risolsero in un nulla di fatto. Una parte dei convenuti più moderati era disposta a una generica disponibilità di cooperazione con i nobili nel nuovo governo sotto una costituzione che sarebbe dovuta essere come quella del Cinquecento prima delle riforme che avevano escluso dalle cariche pubbliche tutti coloro che non erano aristocratici. Ma la parte più intransigente, che aveva come esponenti il giacobino Ferloni e un altro democratico radicale come Vincenzo Cotenna37 (1772 – 1840), rifiutava la proposta dell’ala più moderata e richiedeva insistentemente una nuova costituzione sulla base di quella francese.

L’ultimo tentativo del gruppo più moderato di trovare un compromesso con i più estremisti fu tentato, il 20 gennaio, da Gaetano Pellegrini che elaborò un progetto costituzionale basato su un governo provvisorio composto per metà di nobili e per metà di patrioti.

Questo progetto naufragò inesorabilmente difronte alle nuove opposizioni della frangia democratica che propose, in alternativa, un governo provvisorio composto da 32 membri dei quali 1/8 dovevano essere nobili ( adesso chiamati “ex-nobili” dai democratici) e i rimanenti 7/8 dovevano essere patrioti riconosciuti. Il progetto dei democratici più intransigenti superava di gran lunga le altre proposte, ribadendo il concetto del non ritorno alla costituzione lucchese del Cinquecento ed imponeva la preponderanza numerica del movimento democratico38.

Si cercò di raggiungere un accordo tra senatori e patrioti e il 28 gennaio 1799 si decretò la formazione di una consulta per decidere dell’assetto del nuovo governo repubblicano. Si decise di eleggere per tale consulta 44 soggetti per la città, 50 per la campagna e aggiungere a questi, altre 6 persone nominate dai senatori. Furono esclusi dal diritto di voto i nobili, i loro domestici, i preti e i frati.

Indette con un proclama il 1 febbraio per il giorno successivo, le elezioni si svolsero in maniera ordinata sia in campagna che in città. I risultati per il movimento democratico

37

Si veda G. Tori, Vincenzo Cotenna, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 30, Roma, 1984, ad vocem.

38

Sulle riunioni per la definizione dell’ordinamento costituzionale a Lucca tra il 17 e il 20 gennaio 1799 si veda G. Tori, Lucca giacobina. Primo governo democratico della Repubblica lucchese (1799), pp.44- 52.

furono disastrosi e su 44 membri eletti nella città solo 8 furono esponenti certi dei patrioti. Molto simili furono le percentuali nelle vicarie. Era la constatazione evidente di come le idee democratiche fossero penetrate solo superficialmente all’interno delle masse popolari, e di come queste ultime preferivano ancora affidarsi alle persone del vecchio governo che godevano di stima generale.

L’esito delle elezioni convinse il generale Sérurier a chiudere ogni sorta di compromesso e a intervenire direttamente nella formulazione e creazione del nuovo governo. Per fare questo si avvalse della collaborazione di Paolo Ludovico Garzoni, di origine nobile, moderato, ma con simpatie per alcuni degli ideali democratici, convocandolo a casa sua la mattina del 3 febbraio.

Insieme ad altri consiglieri di schieramento democratico e moderati meno conservatori (il Dottor Moni, Domenico Pieri, Giuseppe Pellegrini, Domenico Moscheni e Vincenzo Erra) furono create le basi delle nuove istituzioni per lo Stato lucchese. L’operato di Garzoni fu quasi sempre caratterizzato da una volontà di mitigare e moderare le decisioni sul nuovo assetto istituzionale e pare che fu prevalentemente lui stesso a costruire le fondamenta delle nuove strutture costituzionali.

Sembra che proprio Garzoni propose la divisione del potere esecutivo dal legislativo, mentre Sérurier aveva inizialmente optato per un governo provvisorio di un unico consiglio di dieci o quindici elementi.

Ancora su proposta di Garzoni fu decisa la nomina alla carica di segretario generale del direttorio esecutivo di Pietro Luigi Bambacari, rinomato per essere ben visto sia da alcuni patrioti che dagli aristocratici. La scelta dei componenti dei nuovi organi istituzionali, invece, coinvolse maggiormente il generale Sérurier. Proprio lui propose ai suoi consiglieri delle liste tra le quali scegliere un certo numeri di elementi per il nuovo governo e decise di non inserire nobili di casate rinomate nella lista dei candidati al potere esecutivo39. La mattina del 4 febbraio 1799 Sérurier proclamò la nascita della Prima Repubblica Democratica di Lucca.

39

Sugli eventi tra il 3 e il 4 febbraio che portarono alla formazione del nuovo governo democratico lucchese si veda Ibid., pp.59-67.

Vedremo nel prossimo capitolo da quali organi istituzionali e da quali personalità fu composta. Analizzeremo, inoltre, l’operato del nuovo governo democratico chiamato all’arduo compito di soddisfare le aspettative dei patrioti e le pressioni delle masse popolari. Ci concentreremo, infine, sull’evolversi degli eventi che portarono fino al ritorno delle truppe austro russe, ai movimenti controrivoluzionari e alla caduta dell’effimera Repubblica democratica lucchese nel luglio del 1799.

CAPITOLO III

LA PRIMA REPUBBLICA DEMOCRATICA DI LUCCA (4 FEBBRAIO –