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Riscossione contributiva

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2010 (pagine 91-95)

14. Certificazione dell’esposizione all’amianto dei lavoratori del settore marittimo utile per conseguire i benefici previdenziali: la legge finanziaria per il

4.2.7 Riscossione contributiva

La riscossione dei contributi e premi assicurativi è sempre stata valutata dall’Ente in termini di obiettivo strategico dell’attività e lo continua ad esserlo anche nel mutato quadro istituzionale. Detta attività vede pertanto particolarmente impegnate le strutture sin dalla fase iniziale del processo, che normalmente ha inizio dalla denuncia di inizio attività presentata dell’azienda armatoriale, per proseguire, nel corso del rapporto assicurativo, con il pagamento del premio/contributo e relativi controlli effettuati dall’ufficio, l’individuazione delle situazioni di morosità o di mancato pagamento ed applicazione delle sanzioni previste, fino alla fase estrema della riscossione coattiva.

Oltre alla fase della riscossione ordinaria dei premi e contributi correnti, la Sede compartimentale ex Ipsema di Trieste provvede anche al recupero dei crediti pregressi non versati.

Il processo di recupero si svolge in due distinte fasi: la prima in via amministrativa che prevede l’invio degli avvisi di pagamento e la conseguente riscossione da parte dell’ufficio preposto (ex art. 24, comma 2 del D.Lgs. 46/1999) e la seconda coattiva, a carattere eventuale, affidata all’Equitalia S.p.a.

La fase amministrativa ha dato risultati particolarmente efficaci, l’ufficio preposto è riuscito a recuperare importi di poco inferiori al 30% del carico contributivo che annualmente viene richiesto con detti avvisi (in osservanza dei termini di decadenza fissati dal D.Lgs. 46/1999 art. 25).

La seconda fase, quella di recupero coattivo è gestita dall’Equitalia che provvede alla formazione di specifici ruoli, predisposti a livello provinciale affidati agli agenti della riscossione. Lo svolgimento di tale attività comporta una stretta collaborazione con gli agenti della riscossione presenti all’interno del territorio di competenza. Tale collaborazione è facilitata dai servizi di consultazione e interazione disponibili sul sito web Equitalia a disposizione dei funzionari responsabili della riscossione coattiva delle Sedi.

Anche in questa fase, nell’anno 2010 si è riscontrato un sensibile incremento delle riscossioni da parte degli agenti nel 2010 rispetto agli anni precedenti; ciò riflette una più incisiva azione di Equitalia. Si potrebbe supporre che l’intensificazione dell’attività degli Agenti è dovuta all’avvicinarsi del termine ultimo per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità fissato per il 30.9.2011 (nuovamente differito in extremis al 30.9.2012 dalla Finanziaria - Dl 98/2011- art. 23, comma 34).

4.2.8 La vigilanza

Per quanto riguarda la vigilanza, la Sede compartimentale ha attivato efficaci metodologie di contrasto all’evasione ed elusione contributiva nell’ambito delle imprese armatoriali del comparto. L’attività si è incentrata specificatamente sui controlli - anche incrociati - dei dati provenienti dalle Autorità marittime, dalla Guardia di finanza per la vigilanza in mare e/o da altre amministrazioni, con quella in possesso degli uffici.

Particolarmente efficace in tal senso si è dimostrata la stretta collaborazione svolta dalle autorità marittime dislocate sul territorio, anche sul fronte del recupero dei crediti contributivi, attraverso l’applicazione della procedura di diniego delle spedizioni – il c.d.“fermo nave” - previsto dall’art. 201 del T.U. 1124/65 per il settore della navigazione.

Nell’ambito delle gestioni assicurative di competenza, ossia ramo infortuni e quello della malattia, sono state sottoposte a verifica molte posizioni armatoriali. Le retribuzioni indicate dagli armatori in sede di autoliquidazione e/o denunce mensili di malattia sono state confrontate sia con i dati retributivi forniti per il calcolo dell’indennità di temporanea inabilità al lavoro dei marittimi in assistenza, sia con i contratti di arruolamento, ai contratti collettivi nazionali e aziendali. I controlli incrociati eseguiti hanno consentito in molti casi di recuperare la contribuzione evasa.

Una serie importante di controlli inerisce all’attività di certificazione della regolarità contributiva che si esplica nei confronti delle imprese armatoriali ed è in crescente aumento. Altro filone di accertamenti riguarda l’emissione del “nulla-osta” alla dismissione di bandiera delle navi, ovvero alla loro demolizione, con conseguenti cancellazione dei registri marittimi.

Sulla base delle segnalazioni pervenute a seguito delle azioni di vigilanza nonché dai dati rilevati dai documenti di bordo e dalle convenzioni di arruolamento dei marittimi sono state effettuate nell’anno 2010 n.152 verifiche che hanno consentito di recuperare contributi evasi ma anche l’emersione di 23 aziende, con l’apertura d’ufficio delle relative posizioni assicurative.

Il personale ispettivo ha inoltre effettuato i sopralluoghi e gli accertamenti sommari unitamente all’autorità marittima, secondo le disposizioni normative vigenti, compresi quelli finalizzati all’ottenimento dei benefici economici previsti dal Fondo di sostegno in favore dei familiari delle vittime di gravi infortuni sul lavoro ex L. 296/2006.

Nelle regioni di competenza la Sede ex Ipsema di Trieste ha partecipato inoltre con propri rappresentanti ai Comitati regionali di coordinamento in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro di cui all’art. 7 del D.Lgs. 81/2008 e agli uffici operativi in materia di vigilanza individuati dall’art.2 del DPCM 21.12.2007. Finora l’attività di tale organismo si è concentrata su settori produttivi con indici infortunistici maggiori rispetto a quello marittimo ed industriale, come l’edilizia, l’agricoltura ovvero categorie di lavoratori più esposti a rischio, quali gli stranieri.

4.2.9 La prevenzione

La salute e la sicurezza dei lavoratori marittimi non ha dal legislatore, nel corso del tempo, la stessa attenzione dedicata alla generalità dei lavoratori. Infatti, la versione originale del D.Lgs. 626/1994 non prevedeva alcuna specificità per le attività svolte a operazioni e servizi portuali, nonché ad attività di manutenzione, riparazione e trasformazione delle navi in ambito portuale;

- Il D.Lgs. 298/1999 reca disposizioni di sicurezza e salute per il lavoro a bordo delle navi da pesca.

Pertanto, sino all’emanazione del D.Lgs. 81/2008, la lettura integrata dei tre decreti citati forniva il quadro complessivo di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori marittimi.

Il D.Lgs. 81/2008 ha previsto, entro trentasei mesi dalla sua data di entrata in vigore, l’emanazione di decreti necessari al coordinamento con delle disposizioni del D.Lgs.

271/1999, il D.lgs. 272/1999 e il D.Lgs. 298/1999. Decorso il termine dei trentasei mesi, trova applicazione quanto prescritto dal D.Lgs. 81/2008.

Il sistema della prevenzione disegnato dal D.Lgs. 271/1999 ricalca quello previsto dal D.Lgs. 626/1994 prima e dal D.Lgs. 81/2008 oggi. Le figure della prevenzione in ambito della navigazione comprendono l’armatore e il comandante, destinatari di molteplici obblighi in materia di salute e sicurezza dell’equipaggio, primo fra tutti la valutazione dei rischi e la redazione del piano di sicurezza.

La specificità del lavoro marittimo riguarda gli orari di lavoro e riposo e l’analisi dei “fattori di fatica” del lavoro a bordo. L’armatore e il comandante hanno l’obbligo di organizzare il lavoro in modo da ridurre al minimo tali fattori. Le principali cause di fatica più comunemente riconosciute e documentate sono la cattiva qualità del riposo, gli eccessivi carichi di lavoro, l'eccessivo rumore ed i rapporti interpersonali. I fattori che generano le cause di fatica sono raggruppati in quattro gruppi distinti: relativi alla gestione della nave, alla nave stessa, all’equipaggio e a fattori ambientali esterni.

Al fine di minimizzare l’impatto di questa categoria dei fattori di fatica, è necessario che l'equipaggio della nave abbia piena conoscenza delle procedure di gestione della nave e che abbia familiarità con le procedure operative della nave, le caratteristiche del carico, la lunghezza del viaggio, la destinazione e le normali procedure di comunicazione interna ed esterna.

Inoltre, disposizioni specifiche sono dettate per le navi da pesca, dal D.Lgs. 298/1999, che integrano quanto previsto dal D.Lgs. 271/1999, riguardanti sostanzialmente le

prescrizioni minime di salute e sicurezza per le navi (navigabilità e stabilità, impiantistica, vie e uscite di sicurezza, rilevazione e lotta incendio, aerazione, temperatura e illuminazione dei locali, pronto soccorso, abbattimento della rumorosità, dispositivi di salvataggio e di sopravvivenza e per le attrezzature di protezione individuale).

Fatte queste brevi premesse sul quadro normativo di riferimento per il settore, si sottolinea che la Sede compartimentale in materia di prevenzione ha partecipato attivamente alle iniziative promosse dalla Direzione generale Inail.

Gli uffici territoriali forniscono in particolare il loro costante e proficuo apporto collaborativo finalizzato alla prevenzione e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori marittimi, in quanto struttura territoriale vicina alle persone e in grado di percepirne direttamente i bisogni. Specifica attenzione e cura viene dedicata alla valutazione ed all’inserimento dei dati e relative codifiche (ESAW25) degli infortuni, delle malattie comuni e malattie professionali. La gestione delle banche dati è infatti percepita nella sua importanza e come fondamentale apporto per l’individuazione e diffusione delle buone prassi lavorative e per la sensibilizzazione della cultura della sicurezza.

In tale ambito la rilevazione degli aspetti caratterizzanti gli eventi assicurati contribuisce ad alimentare il SINP26 nonché l’osservatorio dei Sinistri marittimi.

Come già evidenziato nel paragrafo dedicato alla vigilanza (par. 4.1.8), anche in relazione alla prevenzione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la Sede ex Ipsema di Trieste ha partecipato, nelle varie regioni incluse nel territorio compartimentale di competenza, alle riunioni dei Comitati regionali di coordinamento di cui all’art. 7 del D.Lgs. n. 81/2008 e agli Uffici operativi individuati dall’art. 2 del DPCM 21.12.2007.

Finora l’attività di tale organismi si è concentrata su settori produttivi con indici infortunistici maggiori rispetto a quello marittimo ed industriale, come l’edilizia, l’agricoltura ovvero categorie di lavoratori più esposti a rischio, quali gli stranieri

Un altro aspetto particolarmente efficace in materia di prevenzione è legato alla partecipazione alle Commissioni di inchiesta sugli infortuni ex art. 55 del DPR 1124/1965.

L’attività accertativa e valutativa che in tale sede viene espletata è fondamentale per comprendere le dinamiche lavorative ed il grado di rispetto ed attuazione delle norme sulla sicurezza.

25 European Statistics on Accidents at Work.

26 Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro previsto dall’articolo 8 del D.Lgs.

81/2008.

4.3 Le attività dell’ex Ispesl: il settore tecnico-scientifico e ricerca Inail

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2010 (pagine 91-95)