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IL RISK ASSESSMENT NELLE FATTISPECIE DI RISCHIO DI “FGM”

3. Il risk assessment nelle MGF in ragione dell’appartenenza ad un particolare gruppo sociale

La tendenza di una parte della prassi giurisprudenziale verso l’oggettivo riconoscimento della protezione internazionale delle richiedenti asilo, mosso dall’efferatezza della violenza in oggetto e dall’evoluzione della normativa di contrasto al fenomeno, potrebbe condurre a delle decisioni prive di una puntuale ricostruzione del rischio effettivo di persecuzione e limitate ad una mera, per non dire automatica, applicazione dei presupposti del paradigma del rischio, in parte giustificata da un’interpretazione troppo letterale della Nota orientativa dell’UNHCR, secondo cui i decidenti devono provvedere ad un esame oggettivo del rischio di persecuzione. La Nota, affermando che «[…] decision-makers to make an objective assessment of the risk facing the child, regardless of the absence of an expression of fear» si riferisce chiaramente al “timore” in senso soggettivo che la precedente interpretazione sull’art. 1 A 2 della Convenzione di Ginevra richiedeva come presupposto per il riconoscimento dello status di rifugiato.

Rimane comunque centrale la questione relativa all’accertamento sull’esistenza del rischio di persecuzione, teso a garantire quella personalizzazione dell’indagine al fine di ottenere decisioni adeguate. La valutazione dei presupposti relativi all’identificazione del particolare gruppo sociale risulta spesso predominante, a scapito di una ricostruzione più puntuale sull’individualizzazione del rischio. Sono state individuate due tendenze nell’analisi: quella in cui si approfondiscono i fattori di rischio legati alle circostanze personali della richiedente così come al contesto sociale di appartenenza e quella che racchiude le sentenze nelle quali il ragionamento sul rischio non è esplicitato ma l’accoglimento si basa quasi esclusivamente su un riconoscimento “automatico” della protezione internazionale.

Per quanto riguarda le sentenze che presentano un’analisi più approfondita del risk

assessment della fattispecie delle MGF, è interessante rilevare come l’esplicitazione del

ragionamento permetta di rintracciare la molteplicità dei fattori di rischio e garantisca una personalizzazione dell’indagine, necessaria per accertare l’effettiva esistenza dello stesso e la corretta applicazione delle relative disposizioni normative.

In un caso riguardante l’istanza di una richiedente guineiana vittima di un’escissione e sottoposta ad un matrimonio forzato, il Conseil du Contentieux des Estrangers del Belgio accoglieva il ricorso della donna, considerando tra i fattori di rischio non solo l’esistenza di

persecuzioni subìte ma anche le ulteriori circostanze che, insieme considerate, rendevano intollerabile il rimpatrio.

Il Consiglio infatti ribaltava la precedente decisione del Commissaire général aux réfugiés et aux apatrides che aveva fondato il suo provvedimento di rigetto esclusivamente su un giudizio relativo alla credibilità della giovane donna affermando che

Il n’est pas crédible qu’après dix ans de vie commune, vous ne puissiez expliquer l’activité professionnelle de votre mari qui représente, par ailleurs, la source de revenu de votre famille. Invitée à parler spontanément de votre mari qui, selon vos déclarations, vous violentait et vous obligeait à porter la burqa, vous décrivez sommairement son physique (“un homme de teint noir, brun, il a une barbe, il a la même taille que monsieur l’interprète mais il est plus gros”). Exhortée à parler de son caractère, de son comportement, de ses activités et ses hobbies, vous demeurez à nouveau vague en vous contentant de dire que votre mari a toujours pris les décisions car il est le chef de ménage et qu’il n’y a jamais eu de dialogue afin de prendre une décision ensemble.

L’attenzione alla questione della credibilità, quindi, non consentiva di procedere all’esame del rischio relativo alle MGF e al matrimonio forzato: si concentrava sulla descrizione della figura del marito che appariva non convincente.

Si capisce bene che in simili contesti di violenza, possa risultare estremamente difficile per una donna descrivere il proprio persecutore. Ed invero, il CCE, non solo supera l’argomento “credibilità”, ma indica quei fattori di rischio non considerati dal Commissaire, ma tutti evidentemente presenti nel caso di specie.

La crainte de son père et de son mari et le contexte de peur et de contrainte caractérisant le vécu de la requérante sous le toit conjugal ainsi que son jeune âge, les grossesses répétées, la présence de ses enfants et l’absence de tout appui familial peuvent expliquer que la requérante ait réitérer sa tentative de fuite après plusieurs années de ce joug marital et sous la menace du port de la burqua, des restrictions toujours plus importantes de ses libertés et dans la crainte de voir ses filles excisées ou ré excisées38

Il Consiglio, inoltre, dava rilevanza anche alla condizione economica della vittima per comprendere a quali ulteriori conseguenze questa sarebbe stata esposta in caso di rimpatrio. Si tratta di conseguenze derivanti dalla fattispecie persecutoria e che delineano un rischio effettivo di ulteriori violazioni collaterali alla violenza subìta: «A cet égard, il ressort à

38 Arrêt n° 72 002, Belgium: Conseil du Contentieux des Etrangers, 16 December 2011 online su

suffisance des éléments du dossier que la requérante ne jouit d’aucune autonomie financière ni d’appui familial en Guinée […]»39.

Pertanto, il contesto di violenza cui è stata sottoposta quotidianamente, la giovane età, le ripetute gravidanze, la presenza di bambine e l’assenza di qualsiasi sostegno familiare, così come la mancanza di protezione da parte della Guinea, hanno consentito di accertare l’effettività del rischio di persecuzione e di riconoscere lo status di rifugiato in ragione «de son appartenance à un certain groupe social, celui des femmes guinéennes»40.

Ancora più preciso si mostra il giudizio dell’Asylum and Immigration Tribunal / Immigration Appellate Authority del Regno Unito nel caso VM41. In breve

La ricorrente, trentunenne, membro appartenente al gruppo etnico dei Kikuyo viveva in un villaggio a circa 30 miglia da Nairobi. Nel 2000 iniziava a convivere con il suo fidanzato, il quale aveva iniziato a mostrare un certo interesse verso una nota setta “Mungiki”. Tale setta praticava le MGF. Nell’ottobre del 2001 il fidanzato era entrato a far parte della setta e veniva eletto leader nel villaggio dove si era stabilito insieme alla ricorrente. Nel 2002 veniva richiesto alla ricorrente di unirsi alla setta ma, essendo cristiana, la giovane donna si rifiutava. Circa tre giorni dopo un gruppo di anziani dei Muginki, incluso il suo fidanzato, si recavano presso la sua abitazione, portando sangue, carne putrefatta e un rasoio per procedere alla FGM sulla ricorrente. Così la sig.ra VM fingendo di dover andar in bagno, fuggiva e si recava a casa della madre in un altro villaggio. Pochi giorni dopo alcuni Muginki entrarono di forza in casa e violentavano la ricorrente, che veniva portata in ospedale. Uscita dall’ospedale tornava a casa dalla sua famiglia ma scopriva che la madre e la sorella erano scomparse. Tentava invano di denunciare i fatti (stupro e scomparsa dei suoi familiari) alla polizia ma senza alcun riscontro positivo, atteso che il governo non era in grado di controllare i Muginki. Decideva

39 Ibdem, par. 5.7.

40 Ibidem, par. 5.8. Cfr. anche FK (FGM - Risk and Relocation ) Kenya v. Secretary of State for the Home Department, CG [2007] UKAIT 00041, United Kingdom: Asylum and Immigration Tribunal

/ Immigration Appellate Authority, 4 April 2007, disponibile online al seguente link http://www.refworld.org/cases,GBR_AIT,467be50ba2.html; JM (Sufficiency of Protection - IFA -

FGM) Kenya v. Secretary of State for the Home Department, [2005] UKIAT 00050, United

Kingdom: Asylum and Immigration Tribunal / Immigration Appellate Authority, 22 February 2005, available at: http://www.refworld.org/cases,GBR_AIT,43fc2d6c10.html; FK (Kenya) v. Secretary of

State for the Home Department, [2008] EWCA Civ 119, United Kingdom: Court of Appeal (England

and Wales), 26 February 2008, disponibile online al seguente link http://www.refworld.org/cases,GBR_CA_CIV,47cc2e602.html; CM (Kenya) v. Secretary of State

for the Home Department, [2008] EWCA Civ 568, United Kingdom: Court of Appeal (England and

Wales), 29 April 2008, disponibile online al seguente link http://www.refworld.org/cases,GBR_CA_CIV,4833f6ba2.html; AM v. Secretary of State for the

Home Department, [2010] CSOH 25, United Kingdom: Court of Session (Scotland), 4 March 2010,

disponibile online al seguente link http://www.refworld.org/cases,GBR_CS,4b952adb2.html.

41 VM (FGM - Risks - Mungiki - Kikuyu/Gikuyu) Kenya v. Secretary of State for the Home Department, CG [2008] UKAIT 00049, United Kingdom: Asylum and Immigration Tribunal /

Immigration Appellate Authority, 9 June 2008, disponibile online al seguente link http://www.refworld.org/cases,GBR_AIT,484d4a222.html.

quindi di nascondersi a Nairobi dove si rifugiava da un amico e qualche tempo dopo scopriva che, a seguito dello stupro, era rimasta incinta. Nell’agosto 2002 fuggiva nel Regno Unito dove dava alla luce sua figlia e inoltrava la sua istanza di asilo. Nel frattempo iniziava un trattamento psichiatrico, con antidepressivi, poiché le era stato diagnosticato un disturbo da stress post traumatico. Inizialmente la sua domanda veniva rigettata e avverso questa decisione si proponeva ricorso la Tribunale superiore il quale ribaltava la precedente pronuncia.

Il Tribunale ha innanzitutto ravvisato nella persecuzione dovuta alla pratica delle MGF sulle donne e sulle ragazze in genere dei gravi danni fisici, psicologici e anche psicosessuali tali da provocare conseguenze irreparabili alla salute della vittima. A ciò si aggiungono anche la discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze «in relation to the provisions of the law and its enforcement in both family and property law, so that they are, in general, unable to achieve civil or economic independence from theirfathers or male partners, or

from family. This is particularly so in relation to customary law which prevails and is adhered

to country wide, as well as statute law»42.

Inoltre sulla base di un report, si rilevano i fattori di rischio inerenti l’età, il grado di istruzione, l’appartenenza ad un gruppo etnico e le conseguenze per coloro che non hanno ancora subito mutilazioni genitali, ossia lo stigma sociale. A tale proposito, la precedente decisione aveva individuato un fattore positivo nella presenza di una Chiesa in Kenya, indicata in un report, impegnata nell’assistenza alle giovani cristiane a rischio di MGF e, pertanto, la richiedente «as a Christian, would be able to rely upon the assistance of the church to meet her needs so that she was able to live in safety in Kenya with her children»43. Il Tribunale del ricorso, al contrario, osservava che il report preso in considerazione «does not state what form the intervention took, nor what continuing assistance, if any, was afforded to the children. In addition, we note from the same paragraph of that document, that in 2003 and 2004, some 100 children and young women were forced to undergo FGM, whilst some 800 more were in hiding from or under pressure from parents to undergo forced FGM». La Chiesa quindi non avrebbe potuto fornire un aiuto concreto, ma solo un supporto attraverso la preghiera o la carità44.

Orbene, queste informazioni sul contesto sociale servono al decidente per affrontare il c.d. test IPA, atteso che nessun dubbio qui sussisteva sul rischio effettivo di persecuzione in caso

42 Ibidem, par. 210 (corsivo aggiunto). 43 Ibidem, par. 159.

di rimpatrio. Il Tribunale, quindi, si concentra sulla ragionevolezza di un trasferimento della richiedente in un’altra zona del Kenya facendo riferimento alla possibilità di avere «a home or access to a home, or employment or access to employment, or safety, or access to safety»45.

Più precisamente viene affermato che la ricollocazione interna di una donna a rischio di MGF può avere luogo solo se dai fatti è possibile rilevare che

(i) she is not reasonably likely to encounter anyone in the place of relocation who would be in a position of power and influence over her and who would use that power and influence to require her to undergo FGM, or would cause her presence in the place of relocation to become known to such a person or persons (e.g. the Mungiki); and (ii) that the relocation is reasonable taking into account all the relevant factors including the religious and cultural context, the position of women within Kenyan society and the need for kinship links in the place of relocation in order to sustain such movement successfully. In particular, in the case of a woman from a rural area in Kenya, internal relocation to some other region or urban centre will not be available unless her circumstances are such that she will be able to survive economically»46.

La mancanza, dunque, di quelle risorse economiche indispensabili affinché la stessa potesse condurre uno stile di vita dignitoso non superava il test IPA, e quindi veniva garantito lo status di rifugiato.

Ancora più eloquente si presenta la ricostruzione dei fattori del risk assessment nel caso K

and Others dell’Asylum and Immigration Tribunal del Regno Unito, in cui l’indagine sul

rischio mostra un’analisi approfondita di tutti i fattori rilevati47.

Vengono innanzitutto esaminate le pratiche di MGF in Gambia sulla base delle informazioni disponibili e contenute in diversi report. Si procede quindi ad una ricostruzione storica, antropologica, demografica rilevando che «FGM has been practised upon about three quarters of the female population of The Gambia historically. The most recent scientific evidence, based on data from 2005, showed no significant change in its incidence»48. Viene in tal modo verificato come l’incidenza delle MGF varia in base al gruppo etnico di appartenenza. Rilevata l’esistenza di quattro gruppi etnici principali vengono individuati

45 Ibidem, par. 161. 46 Ibidem, par. 242.

47 K and others (FGM) The Gambia CG v. Secretary of State for the Home Department, [2013]

UKUT 00062(IAC), United Kingdom: Upper Tribunal (Immigration and Asylum Chamber), 8 April 2013, online su http://www.refworld.org/cases,GBR_UTIAC,5163e5204.html.

dei dati raccolti al momento della valutazione risulta evidente che le donne incirconcise in Gambia sono a rischio di MGF.

Nonostante la natura oggettivamente persecutoria della fattispecie, appare interessante notare come il Giudice voglia approfondire il caso di specie, in ordine alla personalizzazione del rischio. L’essenza del risk assessment risiede proprio nella ricostruzione e nella verifica di tutti quegli elementi che insieme giustificano il riconoscimento della protezione internazionale. Ed invero «the assessment of risk of FGM is a fact sensitive exercise, which is likely to involve ethnic group, (whether parental or marital), the attitudes of parents,

husband and wider family and socio-economic milieu»50.

There are significant variables which affect the risk:

(i) the practice of the kin group of birth: the ethnic background, taking into account high levels of intermarriage and of polygamy;

(ii) the education of the individual said to be at risk; (iii) her age;

(iv) whether she lived in an urban or rural area before coming to the UK; (v) the kin group into which she has married (if married); and

(vi) the practice of the kin group into which she has married (if married).

Also relevant is the prevalence of FGM amongst the extended family, as this may increase or reduce the relevant risk which may arise from the prevalence of the practice amongst members of the ethnic group in general51

In effetti l’accertamento di tutti questi fattori è volto a stabilire la probabilità che il rischio di persecuzione si verifichi. Più precisamente, occorre valutare, da un lato, il contesto socio- economico e culturale di appartenenza e, dall’altro, le circostanze personali della richiedente52.

50 Ibidem, par. 122 (corsivo aggiunto). 51 Ibidem, parr. 4 del preambolo.

52 Così anche l’Upper Tribunal (Immigration and Asylum Chamber) del Regno Unito nel caso MD,

in cui viene affermato che «1. There is a wide variation in attitudes towards women in different parts of the Ivory Coast. In particular there is a strong contrast between traditional rural communities, particularly in the North and Central regions when compared with Abidjan, a relatively cosmopolitan city of mixed ethnicity, along with other urban centres. 2. This variation in attitude impacts on the risk faced by women of FGM, forced marriage, domestic violence, the effects of adultery and discrimination. 3. If in a particular area, a woman faces one or more of those risks, the state is unlikely to offer a sufficiency of protection. In such a case internal relocation may be possible without undue hardship. 4. In the Ivory Coast, women as such do form a particular social group for the purposes of the Refugee Convention. Whether an individual applicant is at risk of persecution by reason of membership of that particular social group will depend on her own particular circumstances including her cultural, social and tribal or regional background», cfr. MD (Women) Ivory Coast v.

A questo punto, individuati i fattori, bisogna verificare come gli stessi incidano sul rischio, atteso che alcuni saranno in grado di far aumentare il rischio, mentre altri di diminuirlo. Chiaramente, ogni caso comporta una valutazione a sé stante del grado di rischio, ma è possibile rilevare rischi “alti” e rischi “bassi”. In generale è possibile affermare che

a. In the case of an unmarried woman, parental opposition reduces the risk. In the case of a married woman, opposition from the husband reduces the risk. If the husband has no other “wives”, the risk may be reduced further. However, it should be borne in mind that parental/spousal opposition may be insufficient to prevent the girl or woman from being subjected to FGM where the extended family is one that practises it, although this will always be a question of fact.

b. If the prevalence of the practice amongst the extended family is greater than the prevalence of the practice in the ethnic group in question, this will increase the risk. Conversely, if the prevalence of the practice amongst the extended family is less than the prevalence of the practice in the ethnic group in question, this will reduce the risk.

c. If the woman is educated (whether she is single or married), the risk will reduce.

d. If the individual lived in an urban area prior to coming to the United Kingdom, this will reduce the risk. Conversely, if the individual lived in a rural area prior to coming to the United Kingdom, this will increase the risk.

e. The age of a woman does not affect the risk measurably; it is an issue upon marriage.

Amongst the Fula, FGM has been carried out on babies as young as one week old. The average age at which FGM is carried out appears to be reducing and this may be due to concerns about the international pressure to stop the practice. Although there are statistics about the average age at which FGM is carried out on girls and women for particular ethnic groups, the evidence does not show that, in general, being above or below the relevant average age has a material effect on risk. It would therefore be unhelpful in most cases to focus on the age of the girl or woman and the average age

Tribunal (Immigration and Asylum Chamber), 7 July 2010, disponibile online al seguente link http://www.refworld.org/cases,GBR_UTIAC,4c3464c02.html, parr. 1-4 del preambolo. Nella stessa direzione anche il caso FM, dell’Asylum and Immigration Tribunal / Immigration Appellate Authority, del Regno Unito: «2.There is in general no real risk of a woman being subjected to FGM at the instigation of persons who are not family members. As a general matter, the risk of FGM being inflicted on an unmarried woman will depend on the attitude of her family, most particularly her parents but including her extended family. A woman who comes from an educated family and/or a family of high social status is as such less likely to experience family pressure to submit to FGM. It is, however, not possible to say that such a background will automatically lead to a finding that she is not at real risk. 3.The risk of FGM from extended family members will depend on a variety of factors, including the age and vulnerability of the woman concerned, the attitude and whereabouts of her parents and the location and “reach” of the extended family.4.If a woman’s parents are opposed

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