La Biblioteca del Gabinetto di Lettura e la Raccolta Estense
4. Il Risorgimento, il periodo del “fervore”: la Biblioteca, “nido” di istanze patriottiche, rinsalda la sua egemonia culturale con ricche e cospicue donazion
Nel 1850 la biblioteca ebbe un significativo aumento di volumi, opuscoli e giornali che arrivarono alla soglia di 2849. La Raccolta Estense disponeva di edizioni rare e la biblioteca in generale conteneva opere complete di importanti scrittori antichi e moderni. Continua nel frattempo l’operazione di arricchimento: la Società acquistò altri 240 volumi di autori classici e opere varie grazie ai fondi messi a disposizione dai Filodrammatici, ottenuti con una commedia in due atti Il cieco e la leggitrice, recitata il
9 giugno del 1851. Il ricavato della commedia fu di 180 lire.239 Nel 1852 la Presidenza acquistò dagli eredi del defunto socio Camillo Lazzarini e
benemerito donatore, tutta la sua libreria personale. Qualche anno prima il socio aveva
237 Nicolò Scarabello (1772-1838), fu prefetto agli studi del Seminario di Padova e grande conoscitore profondo della letteratura italiana. Fu anche autore di una memoria storica su Este assai pregevole.
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Vincenzo Scarpa fu un teologo e preconizzato vescovo di Feltre e di Belluno. 239 SOSTER E GALLANA, Gabinetto di Lettura in Este, 1847-1967, op.cit., p. 38.
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completato l’opera Galleria Pitti, che in maggior parte era già stata donata dal dottor Luigi Rognin di Montagnana.
Gaetano Nuvolato nella sua Storia di Este riporta:
L’annessavi Biblioteca arricchita, fino ad ora, più dai doni ed elargizioni che dagli acquisti, va sopra i 5000 volumi, bastantemente ricca di cospicue moderne edizioni. Né ci mancano alcune preziosità del quattrocento e de primi anni del cinquecento.240
Fra le edizioni moderne il Nuvolato cita «il Grande Dizionario Tecnologico di Venezia, le Opere di Palladio illustrate, le Edizioni complete di Romagnosi, Galileo, Alfieri, Federico II e una ricca collezione di storie»241. Mentre per quanto riguarda le opere rare quattrocentesche e cinquecentesche riporta i nomi di Ovidio di Azovidio di Bologna del 1471, di un Terenzio del 1492 di Venezia senza il nome dell’editore; e del cinquecento un bellissimo Euclide impresso a Venezia nel 1509 colle figure matematiche in
margine, oltre ad alcuni Aldi e Giunti in pregio».242 Nel Diario della biblioteca del Gabinetto di Lettura in Este 1847-1854 notiamo che in
questo periodo i donatori dei libri furono numerosi e diedero un grande apporto all’aumento della biblioteca regalando preziose opere di natura varia e la carica di archivista bibliotecario sarà rivestita dal 1851 al 1854 dal socio Nicola Tavola.243 La biblioteca arrivò quindi a disporre di 20 volumi di scrittori latini, corredati di traduzione, dei libri editi a Firenze sotto il patrocinio del Granduca di Toscana di Galileo Galilei, delle edizioni del Vico e del Monti, del grande Vocabolario della lingua
italiana, diviso in 8 volumi, e di ampie carte geografiche.244 Alla fine del 1854 la biblioteca possedeva 48 edizioni del 1500, 5 rarità librarie del
1400 e 17 duplicati. Fra le edizioni del 1500 notiamo la presenza di opere latine e italiane di Aldo Manuzio, di Giovanni Scoto, di Omero, di Sigonio, di Sallustio, di Terenzio, di Guido Cavalcanti, di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Galeno, di Francesco Sansovino, di Giulio Cesare, di Nicolò Machiavelli e di Marsilio Ficino. La maggior parte erano edizioni veneziane, ma c’era anche un buon numero di edizioni lionesi, qualcuna di Basilea, di Francoforte, una di Firenze e una di
240 NUVOLATO, Storia di Este e del suo territorio, op.cit., p.598. 241 loc.cit
242 loc.cit 243
Nel 1851 ci furono i doni dei soci Felice Contiero, Giacomo Grandis ed Adolfo Benvenuti, nel 1852 si aggiunsero quelli dei membri Giovanni Sartori e Massimo Martini, accompagnati nel 1853 da quelli di Felice Targa, nel 1854 da quelli del poeta Domenico Coletti e nel 1855 dai libri di Giacomo Bolani e del dottor Antonio Ventura.
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Siviglia. Delle rarità librarie è importante citare l’opera di Geronimo Atestino, La
cronaca de la antiqua citade de Ateste con i disegni del castello, senza data, e un Libro di preghiere latine in pergamena, anch’esso senza data. Nel frattempo il Gabinetto di Lettura, sempre nel 1854, dava la possibilità ai soci di leggere e consultare ben 18 periodici. Oltre ai quotidiani la Gazzetta di Venezia, l’Illustration di Parigi, la Gazzetta Medica di Milano, il Journal des debats di Parigi e il
Giornale di Giurisprudenza pratica di Venezia posseduti anche nel 1847, la Società ora
disponeva anche di Il Corriere italiano di Vienna, il Coltivatore di Conegliano, l’Istitutore di Venezia, I fiori di Venezia, l’Italia Musicale di Milano, le Letture di
famiglia di Trieste, la Civiltà Cattolica di Roma, l’Architetto di Milano, le Ore casalinghe di Milano, la Gazzetta Piemontese, il Collettore dell’Adige di Verona e la Sferza di Brescia.
Nel 1855 invece leggiamo nomi nuovi rispetto a quelli del 1847 e 1854: si aggiungono infatti la Gazzetta uffiziale di Venezia, la Gazzetta uffiziale di Milano e la Gazzetta
uffiziale di Verona, il Crepuscolo di Milano, la Gazzetta di Farmacia e chimica di Este,
il Giornale dell’ingegnere di Milano, il Diavoletto di Trieste, la Rivista enciclopedica
italiana e la Rivista Contemporanea di Torino.245 Nel 1856 l’abate Giuseppe Valentinelli, prefetto della Biblioteca Marciana di Venezia,
donò oltre a volumi ed opuscoli tutte le preziose 22 opere di Saverio Bettinelli. In seguito alle cospicue donazioni elargite negli ultimi cinque anni, la Presidenza decise di acquistare due grandi e nuove librerie dove poterle sistemare in modo consono. Le sottoscrizioni di abbonamenti alla stampa periodica raggiungono il numero di 23 e nel 1856 si aggiungono alla lista tre quotidiani veneziani quali Il pensiero, L’eco dei
tribunali, Quel che si vede e quel che non si vede, la Rivista Veneta e il Panorama universale di Milano.246 Nel periodo 1855-1857, dopo una breve parentesi in cui la biblioteca fu assegnata al controllo del segretario Gaetano Nuvolato, a ricoprire la carica
di archivista-bibliotecario venne scelto il socio Antonio Ventura. Nel 1859, nel mezzo della Seconda Guerra di Indipendenza, le stanze del Gabinetto di
Lettura diventarono un ritrovo perfetto per chi voleva cospirare contro gli austriaci in segretezza. Dopo la parentesi dell’arresto di Antonio Nazari e di Nuvolato, protagonisti di primo piano del Sodalizio, i soci tornarono ad occuparsi della Biblioteca con un rinnovato entusiasmo. In questo periodo archivista bibliotecario è Antonio Vancennato,
245 Diario della Biblioteca annessa al Gabinetto di Lettura in Este 1847-1854, presente nella Raccolta Estense del Gabinetto di Lettura.
246 loc.cit
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che si preoccuperà della conservazione e della coordinazione dei libri e della compilazione dei cataloghi dal 1857 al 1862.
Nel frattempo non conosce tregua la generosità dei soci tanto che nell’assemblea del 3 maggio 1862 Nuvolato arriva a complimentarsi per la «straordinaria munificenza di un gruppo di cittadini e di famiglie estensi»247. Nel 1861 il nobile Felice Contiero lasciò alla biblioteca del Gabinetto per volontà testamentaria circa 700 volumi, l’abate Domenico Roverini invece, con una poesia riportante le righe «Andate, o libri, alla mia patria in seno che ad accogliervi ha pronto degno»248 spedì da Padova ben quattro complete librerie comprensive 1010 volumi e 594 opuscoli, tra cui edizioni sia antiche sia moderne di scrittori classici. Nel libro dei verbali, così come riportato dagli autori Soster e Gallana, si legge che nel 1862 la contessa Carolina Manzoni, vedova del podestà cittadino Vincenzo Fracanzani, donò due grandi librerie di 1035 libri e 150 opuscoli appartenenti al marito mancato prematuramente. Questi libri erano conservati nell’antico palazzo a San Martino e molte opere, che trattavano argomenti riguardanti la patria atestina, entrarono a far parte della Raccolta Estense.249 Anche la famiglia Gentilini contribuì con 70 volumi, 30 opuscoli autografi e manoscritti, mentre nel 1863 troviamo i doni della famiglia Fadinelli, del tipografo Gaetano Longo, di nuovo dell’abate Valentinelli e di Cesare Longo.250 Domenico Zoppellari in un documento datato 12 maggio 1863 scrive alla Società che per adempiere alla volontà del defunto e illustre abate Domenico Roverini, avrebbe spedito l’opera dell’abate Modesto Bonato sui Sette Comuni, suddivisa in 16 fascicoli. Nel 1863 la Società acquistò 27 giornali e oltre a quelli già nominati in precedenza per il decennio 1850-1860 leggiamo titoli nuovi come quello del quotidiano parigino Reven des Mondes, il Messaggere di Rovereto, la Stampa di Torino, il Raccoglitore di Padova, e il Giro del Mondo di Milano. Sempre nello stesso anno il Gabinetto di lettura indirizzò circa 230 lire per l’acquisto di libri e legature, in particolare diede del denaro a Girolamo Benetazzo per la compera di alcune opere, come la grande Illustrazione del Lombardo Veneto, ai soci Giacomo Pietrogrande e Veronese per i libri legati e per l’acquisto di atlanti ed enciclopedie, mentre nel 1864 indirizzò ben 276 lire per l’acquisto di libri e legature. Nel 1864 la Presidenza propose di creare una raccolta speciale per le scienze mediche
247 SELMIN, Storia del Gabinetto di Lettura di Este (1847-1997), op.cit., p.28.
248 Al chiarissimo ab. Prof. Domenico Roverini per cospicuo dono di libri e librerie al Gabinetto di Lettura di Este, nel
settembre 1861 , Este, stabil. Lito-tipografico di G. Longo, 1861, fascicolo n. 191, sub. 6, presente nel faldone
“Donazioni” della Raccolta Estense.
249 SELMIN, Storia del Gabinetto di Lettura di Este (1847-1997), op.cit., p.28. 250
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per ringraziare i due medici Giovanni e Antonio Sartori che offrirono alla Società ben 36 volumi di medicina. La raccolta sarebbe stata aperta non appena sarebbero arrivati altri doni da parte di medici estensi.251 Visto il grande afflusso di libri avuto negli ultimi anni, la Società decise di riordinare la biblioteca e di ricompilare il catalogo, aggiungendo un nuovo catalogo a quello alfabetico, suddiviso per classi di materie e ripartito in 32 sezioni e istituendo uno schedario.252