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Risorse idriche e rifiuti solidi urban

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 65-68)

Grafico 2.15 Autobus ogni mille abitanti, 1990, 2000, 2009 0,

2.5 Risorse idriche e rifiuti solidi urban

Esattamente come lo scorso anno, la valutazione della qualità dei servizi idrici può essere effettuata solamente facendo ricorso ai dati forniti dall’Indagine Multiscopo – Aspetti della Vita Quotidiana dell’ISTAT.

Nel 2009, il 14.53% delle famiglie residenti in Sardegna ha riscontrato pro- blemi nell’erogazione dell’acqua, un valore in calo rispetto al biennio preceden- te, che aveva visto una leggera crescita dopo un quinquennio in netta diminu- zione: dal 2003 al 2009 si è dimezzata la percentuale di famiglie che dichiara problemi nell’erogazione idrica (Grafico 2.19). Le performance della Sardegna sono nettamente migliori di quelle registrate nel Mezzogiorno nel suo comples- so, dove si conferma il dato del 2008. La Sardegna ottiene un miglioramento superiore anche a quello del Centro-Nord, che conferma un trend al rallenta- mento, sebbene in misura più contenuta rispetto al biennio precedente. La Sar- degna continua ad avere il primato nazionale delle famiglie che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto: ben il 54.87% rispetto al 45% del Mezzogiorno ed al 32% a livello nazionale. Si conferma, tuttavia, la progressiva riduzione riscon- trata anche negli anni passati.

Grafico 2.19 Percentuale di famiglie che hanno dichiarato problemi nell’erogazione

dell’acqua e non si fidano di bere acqua del rubinetto

-4,0 -3,5 -3,0 -2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5

Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia

Irregolarità nell'erogazione dell'acqua var.% 08-09 Irregolarità nell'erogazione dell'acqua v.m.a.% 05-09 Non si fidano di bere acqua di rubinetto var.% 08-09 Non si fidano di bere acqua di rubinetto v.m.a.% 05-09

Fonte: Elaborazione CRENoS su dati ISTAT

Attualmente non sono ancora disponibili dati aggiornati di fonte ministeriale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani in Italia. I dati elaborati dall’ARPAS per la sola Sardegna mostrano nel 2009 una riduzione della produzione totale di ri- fiuti (501 kg/ab rispetto ai 518 kg/ab indicati dal Ministero per il 2008) e un aumento della raccolta differenziata, passata dal 34,71% al 42,5%, prossima all’obiettivo di legge del 45% per il biennio 2008-2009. Ricordiamo che la rac-

colta dei rifiuti rappresenta uno dei 4 servizi inclusi nel progetto “Obiettivi di servizio” previsto all'interno del Quadro Strategico Nazionale come sistema di premialità per il periodo di Programmazione 2007/2013. Con i livelli raggiunti nel 2009, la Sardegna ha praticamente già raggiunto gli obiettivi previsti (Rap- porto Annuale Obiettivi di Servizio, tabelle 3 e 4).

Non potendo aggiornare completamente gli indicatori presentati nella prece- dente edizione del Rapporto proponiamo l’analisi di due nuovi indicatori.

Il costante aumento della raccolta differenziata riscontrato nel corso dell’ulti- mo quinquennio nel Paese ha permesso la nascita di diverse filiere di recupero di materiali. I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) vengo- no raccolti separatamente solo da alcuni anni. Nonostante ciò, l’Italia ha già rag- giunto l’obiettivo comunitario dei 4 kg pro capite di RAEE raccolti. Come si vede nel Grafico 2.20, la Sardegna ottiene risultati egregi, situandosi al quinto posto nella graduatoria nazionale e ponendosi al di sopra della media nazionale, nono- stante una copertura territoriale dei centri di conferimento assai disomogenea a livello provinciale. Questo risultato è alquanto importante, dato che il trattamen- to dei RAEE garantisce il recupero di materie prime, potenzialmente molto dan- nose per l’ambiente, che possono essere riciclate con buoni ritorni economici.

Grafico 2.20 Kg pro capite di RAEE trattati

0 1 2 3 4 5 6 7

Sardegna Mezzogiorno Centro Nord Italia

2008 2009 2010

Fonte: Elaborazione CRENoS su dati ISPRA

Il rifiuto organico costituisce la parte della raccolta differenziata più difficile da gestire. Contrariamente agli altri materiali che non hanno implicazioni am- bientali forti e possono essere più facilmente raccolte e riciclate, il rifiuto orga- nico se non gestito correttamente può compromettere l’ambiente. Anch’esso può essere riutilizzato per produrre compost o biogas, ma al momento questi

impianti, tecnologie e mercati non sono ancora sufficientemente diffusi. I dati relativi al 2008 (Grafico 2.21) mostrano l’elevato impatto del rifiuto organico in Sardegna rispetto al resto d’Italia. Questo dato è il risultato di diversi fattori: lo stile di vita e le abitudini alimentari determinano una produzione elevata di fra- zione umida; la decisione, da parte della maggior parte dei Comuni sardi, di non introdurre il compostaggio domestico; il diffuso sistema porta-a-porta che per- mette di raccogliere elevate quantità di rifiuto.

In Sardegna, la percentuale che viene portata al compostaggio è del 50%, va- lore inferiore al resto d’Italia: questo significa che il recupero di materia e/o di energia potenziale non è ancora sufficientemente sfruttato rispetto a quanto ac- cade altrove. Tuttavia, nel 2008 si registra un aumentodel 57% rispetto all’anno precedente e del 97% rispetto al 2004, ovvero si è passati da una produzione pro capite di 1,19 kg nel 2004, a 17,28 kg nel 2007 fino ai 40,16 kg registrati nel 2008. Un dato che, in valore assoluto, ci pone ben al di sopra della media nazio- nale di 24 kg pro capite di frazione umida compostata registrata nel 2008.

Grafico 2.21 Percentuale di frazione umida sul totale della raccolta differenziata e

percentuale di frazione umida compostata, 2008

0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8

Sardegna Mezzogiorno Centro Nord Italia

% frazione organica su raccolta differenziata % frazione organica compostata su frazione organica

Fonte: Elaborazione CRENoS su dati ISPRA e ARPAS

Nel complesso emerge che la Sardegna continua ad ottenere risultati signifi- cativi nel miglioramento della gestione delle risorse idriche. Per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani, la Sardegna mostra di aver investito seriamente per rag- giungere gli obiettivi indicati dall’Unione Europea e di essere ben avviata anche nelle politiche di valorizzazione dei rifiuti e del recupero della materia. Se ben avviate queste filiere potrebbero costituire uno dei futuri perni della green eco- nomy nazionale e regionale.

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 65-68)