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Spesa per l’Ordinamento degli uffici Amministrazione generale ed organi istituzionali, valori pro capite,

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 71-74)

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 Lombardia Liguria Veneto Puglia Emilia-Romagna Marche Piemonte Toscana Umbria Campania Calabria ITALIA Basilicata Abruzzo Lazio Friuli-Venezia Sardegna Sicilia Molise P. A. di Trento P. A. di Bolzano Valle d'Aosta

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati COPASS

2.7 Considerazioni conclusive

Questo capitolo offre una visione d’insieme dell’evoluzione dei principali servi- zi pubblici locali prodotti e finanziati dal settore pubblico regionale nei suoi vari livelli di governo. L’insieme degli indicatori monitorati permette di delineare un quadro chiaro, anche se non esaustivo, della disomogeneità territoriale e del di- vario esistente tra Mezzogiorno e resto d’Italia. Emerge inoltre come in diversi ambiti di interesse la Sardegna confermi nel tempo il suo progressivo allonta- namento dal resto del Mezzogiorno.

Dall’analisi del SSR sardo non emergono effetti delle politiche di conteni- mento della spesa sanitaria, il cui valore pro capite cresce, nell’ultimo quin- quennio al ritmo medio nazionale: nel 2008 e 2009 si osservano sia un maggiore incremento della spesa pro capite che dell’incidenza della spesa corrente sul PIL rispetto al resto d’Italia. L’Isola, in linea con il resto del Mezzogiorno, si carat- terizza per un’offerta di posti letto non efficiente rispetto ai benchmark naziona- li e per una sempre peggiore efficienza operativa. Tuttavia si osserva una mag- giore efficacia e appropriatezza, rispetto al resto del Mezzogiorno e alla media

nazionale, per quanto riguarda il ricorso al taglio cesareo, sebbene si confermi un uso eccessivo da parte degli istituti privati. Il dato più preoccupante sulla performance del SSR riguarda la crescita sempre molto elevata dei ricoveri fuo- ri regione e l’assenza di capacità di attrarre pazienti da altre regioni.

Cresce ulteriormente la spesa pro capite dei servizi pubblici locali erogati dai Comuni, ad un tasso superiore rispetto alla media italiana e a quella delle regio- ni del Mezzogiorno. Il differenziale rispetto alla prima passa così dal 16% al 22% e dal 24% al 27% rispetto alla seconda. Nel contempo, l’aumento dei tem- pi di attesa da parte degli utenti presso le ASL e le Anagrafi rivela una flessione nell’efficienza di erogazione dei servizi. Si registra anche nel 2008 un forte au- mento della spesa per il welfare, in particolare nei servizi di assistenza e benefi- cienza. Sembra ancora insufficiente però il supporto alle famiglie offerto tramite i servizi per asili nido e per l’infanzia.

Dall’analisi dei servizi pubblici per la mobilità emerge un forte ritardo nella fornitura di servizi di trasporto pubblico urbano (ad esclusione del capoluogo) ed extra-urbani che rende la Sardegna.

Risultati più incoraggianti emergono sul fronte della gestione delle risorse idriche e dei rifiuti solidi urbani, dove la Sardegna è impegnata nel raggiungi- mento degli obiettivi indicati dall’Unione Europea e negli interventi di valoriz- zazione dei rifiuti e recupero della materia.

Policy Focus

Il trasporto pubblico locale e la governance regionale

Nonostante negli ultimi anni il settore del trasporto pubblico locale (TPL) abbia cono-

sciuto in Italia un periodo di intensa produzione legislativa49 volta a costruire un quadro

di riferimento definitivo su cui impostare il rilancio dell’intero comparto (trasporti ur- bani, extraurbani, gommati e ferroviari), in Sardegna purtroppo permangono situazioni di difficoltà che, in aggiunta a quelle strutturali (bassa densità residenziale e forte di- spersione abitativa, insufficiente dotazione quantitativa e qualitativa di infrastrutture di rete e puntuali), continuano a generare aumento di disservizi, perdita di traffico ed ele- vati deficit gestionali, aggravati dai recenti tagli imposti al settore a livello nazionale (L.122/2010 -20% servizi urbani, -25% servizi ferroviari, -30% trasporti extraurbani) e solo recentemente allentate (accordi Regioni-Governo su federalismo fiscale).

L’assenza dei segnali positivi attesi dalla riforma e il permanere di criticità è rilevata da alcuni indicatori di prestazione e di efficienza del servizio prodotto dalle aziende di trasporto pubblico su gomma, riportati nel Conto Nazionale dei Trasporti elaborato dal Ministero dei Trasporti (CNT 2003/05/08).

Nel Grafico 2.23 sono riportati il numero di viaggiatori trasportati dalle aziende di trasporto pubblico urbane (19 aziende) ed extraurbane (54) in Sardegna. I passeggeri stanno costantemente diminuendo: nel trasporto urbano in cinque anni, dal 2003 al 2008 sono stati persi 2.500.000 passeggeri (5,6%), mentre in quello extraurbano circa 1.500.000 anche qui pari al 5,6%. L’andamento decrescente dei passeggeri trasportati nel TPL extraurbano su gomma si riscontra anche nei valori riferiti alle altre regioni d’Italia, mentre il trasporto urbano mostra un andamento decrescente solo nell’Italia Meridionale ed Insulare. Infatti nelle altre realtà italiane in questi ultimi cinque anni si è

assistito ad una leggera crescita dei passeggeri trasportati a livello urbano50.

Per quanto riguarda gli indicatori di efficienza si riporta quello relativo al rapporto ricavi del traffico e costi totali (x100) che consente di valutare quanti ricavi di traffico sono in grado di ricoprire i costi totali. Sia a livello urbano che extraurbano, l’indicatore in Sardegna è molto più basso rispetto ai valori medi calcolati per i diversi ambiti na- zionali, anche se in leggero miglioramento.

La situazione del comparto, sinteticamente descritta, è dipesa anche dalle difficoltà con cui si sono sviluppate le politiche di settore in Sardegna. La Regione ha iniziato, con largo ritardo rispetto alle altre regioni, il suo percorso di riforma con l’approvazione della L.R. 21 del 7/12/2005, che a tutt’oggi è largamente inattuata.

49

D.lgs.422/97 “Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e compiti in materia di tra- sporto pubblico locale” e seguenti modifiche.

50

Una situazione ancora più critica si rileva nel trasporto ferroviario, che dal 2000 al 2009 registra una perdita costante di passeggeri di circa il 12% (550.000 in meno).

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 71-74)