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Leopoldo II a ricoprire l'incarico di direttore del nascente Istituto agrario dell'Università di Pisa, sul quale torneremo

LE RIUNIONI AGRARIE E I CONGRESSI DEGLI SCIENZIATI ITALIAN

3. Le riunioni agrarie

La funzione esemplare e divulgatrice di Meleto si ac­ centuò dopo l ’istituzione, da parte di Ridolfi, delle riunioni agrarie, ritrovi annuali di agricoltori, allevatori, agronomi, proprietari e scienziati di varia provenienza, già praticati in altre regioni d'Europa (11). Come scriveva lo stesso Ridolfi alla fine del 1836, si trattava di incontri finalizzati a ’’mostrare ogni anno i buoni semi, i nuovi strumenti, gli utili animali, i perfezionati metodi di cultura qui introdotti, adoprati, nutriti e praticati” (12). La prima di queste riunioni fu organizzata a Meleto nel 1837 ed il suo programma prevedeva: esposizioni di

bestiame, di strumenti e di prodotti; visite guidate alla scuola e alla fattoria; gare di abilità per l'impiego di arnesi nuovi; discussioni su temi agronomici (13). L'iniziativa, pubbli­ cizzata attraverso le pagine di quasi tutti i giornali economi- co-agrari italiani, ebbe un notevole successo. Ad essa intervenne infatti un pubblico numeroso ed attento; ecco quanto scrisse in proposito Giampietro Vieusseux all'economista J.C.L. Simonde de Sismondi, che non aveva potuto prender parte alla riunione agraria: "Mon cher ami - esordiva Vieusseux - le 14 juin restera le plus beau jour de la vie du marquis Ridolfi, et j'éprouve maintenant les plus vifs regrets de n'avoir pas insisté pour vous faire ve­ nir... Je n'ai pas le temps de vous dire en détail tout ce qui s'est passé à Meleto; je vous renvoie pour cela au compte rendu que j'imprimerai dans mon journal; mais je veux vous dire dés à présent que le temps a été magnifique; que plus de 2.500 personnes sont venues à cette réunion, nouvelle en Toscane; que parmi ces 2.500 personnes on voyait des propriétaires, des agronomes et des Fattori de tous les points de la Toscana; que la multitude n'a pas commis le moindre désordre, que les expériences ont été des plus intéres­ santes; que M. Saint-Martin, l'un des chefs de la grande maison d'horticulture de Chambéry, était arrivé le veille en poste..." Vieusseux continuava elogiando l'iniziativa di Ridolfi "qui sera pour la Toscane et pour toute l'Italie le point de départ d'une immense amélioration agricole et morale" (14).

E' dunque da rimarcare l'alto numero di partecipanti alla riunione agraria promossa da Ridolfi e l'eterogeneità della loro qualifica e della loro provenienza. Oltre ad una presa di con­ tatto con una realtà produttiva d'avanguardia, la riunione agraria finì per costituire anche un momento di confronto e di dibattito tra agronomi, proprietari, agenti rurali e semplici contadini; tali

riunioni inagurarono così una fase nuova nella divulgazione e nella circolazione delle conoscenze agrarie.

Dopo il successo della prima, una seconda riunione fu organizzata l ’anno seguente: "Nos comices agricoles de Meleto - scriveva ancora Vieusseux a Sismondi il 12 gennaio 1838 - ont eu lieu pour la seconde fois au mois de septembre dernier; et quoique moins nombreuse qu'en 1837, la réunion fut beaucoup plus intéressante. Ridolfi fut admirable: il acquit ce jour-là plus que jamais des droits à la reconnaissance de l'Italie et à réputation européenne. La journé se termina par un repas de 102 couverts en plein air, et des agriculteurs, des savants, des magistrats de tous les points de l'Italie s'y trouvèrent confondus avec des fattori : voilà qui doit faire époque dans notre pays" (15). Oltre che attraveso i giornali le riunioni agrarie cominciarono ad essere pubblicizzate anche con manifesti a stampa e la loro fama si sparse rapidamente in tutti gli ambienti; Ridolfi ci teneva tuttavia a precisare che quella che la voce popolare chiamava ormai "la fiera di Meleto", non era "una festa, ma un'adunanza economico-scientifi- ca" (16).

Fu soprattutto la terza riunione agraria a rafforzare il legame tra l'esperienza di Meleto ed il resto dell'agronomia italia­ na. Nel 1839 Ridolfi fece infatti coincidere la sua riunione con lo svolgimento in Pisa del primo congresso degli scienziati italiani, la prima vera ed importante occasione di incontro e di coordinamento delle idee e delle forze del pensiero scientifico applicato maturate e discusse nei diversi stati della penisola (17). Così il marchese toscano (che in questo congresso ricoprì la carica di presidente del^ la sezione di agronomia e tecnologia, senza dubbio la più vivace e la più prolifica di risultati) poté invitare a meleto i convenuti al congresso pisano: nell'ottobre del"l839 il podere modello, la

fattoria e la scuola di Ridolfi ospitarono, in effeti, i principali rappresentanti dell’agronomia dei diversi Stati italiani. L'afflus­ so di pubblico fu talmente consistente da spingere una quindicina di abitanti del vicino borgo di Castelfiorentino ad offrirsi come albergatori degli scienziati intervenuti alla riunione di Ridolfi; del resto, già l'anno precedente il conduttore dell'albergo di Meleto in occasione della riunione agraria si era impegnato in un'operazione pubblicitaria a mezzo stampa (18).

La visita agli ambienti della scuola agraria, l'esame di una vasta collezione di strumenti rurali (tra cui molti aratri, trebbiatrici per il grano e per il granturco), l'ispezione del bestiame e del podere modello furono i momenti salienti della terza riunione agraria, che si concluse con l'assegnazione di premi agli ideatori o ai proprietari degli strumenti migliori e del bestiame più selezionato; tra gli altri, facevano parte del comita­ to incaricato del conferimento di tali premi due tra i più impor­ tanti fautori del progresso agronomico in Lombardia e nel Veneto: Giovanni Moretti, professore all'Università di Pavia e protagonista del miglioramento della gelsicoltura, e Francesco Gera di Coneglia- no Veneto, in rappresentanza dell'Ateneo di Treviso (19). La presenza di un buon numero di fattori costituì sempre l'elemento vitale delle adunanze di Meleto. Alla prima riunione, dal solo comune di San Miniato erano giunte una ventina di persone e tra esse spiccsvaix) gli agenti dei maggiori proprietari fondiari. All'in­ contro del 1839 Giuseppe Miliani, fattore di Luigi Tempi a San Gimignano e padre di uno degli allievi di Meleto, espose ad un pubblico attento i progressi compiuti nell'ultimo decennio nella fattoria che dirigeva: adozione di nuove colture cerealicole e foraggere, incremento della lupinella, del trifoglio e delle barba-

mucche in diversi poderi e di pecore pugliesi incrociate con le merinos o con le nostrali), impiego di attrezzi nuovi (20).

Altre riunioni agrarie furono oraganizzate negli anni successivi, anche dopo la chiusura dell’Istituto agrario di Meleto. A quella del 1843, presieduta dal friulano Gherardo Freschi, intervennero quasi tutti gli ex allievi di Ridolfi ed in tale oc­ casione venne sperimentata una delle prime mietitrici costruite in Toscana, "destinata a mietere e falciare il grano ed altre erbe colla forza impulsiva di un animale" (21). Interrotte nel 1844, le riunioni agrarie di Meleto furono riattivate dopo la metà del secolo, quando iniziative simili si erano ormai affermate anche in altre parti d'Italia. La sesta riunione agraria si svolse nel 1853. La partecipazione del pubblico era ora favorita anche dall'esistenza della ferrovia: un treno speciale da Firenze per Granaiolo Val d'Elsa sostituì in parte i cavalli e i barrocci con i quali proprietari ed altre personalità raggiungevano Meleto e che i contadini della fattoria di Ridolfi accoglievano nelle loro stal­ le per tutta la durata delle riunioni. "Questo agrario convegno - scriveva il proprietario di Meleto nel programma per il 1853 - non è una festa, e non ha la pretenzione d'esser diretto a mostrare un modello, e molto meno a servir di scuola. Suo scopo è di eccita­ re gli agricoltori verso il perfezionamento dell'arte richiamando la loro attenzione sui fatti che si tratta di giudicare" (22).

Già dopo il successo delle prime riunioni agrarie, Me­ leto divenne ancor più il riferimento obbligato delle discussioni sull'istruzione e sul progresso dell'agricoltura; un dibattito che andò allargandosi in quasi tutte le regioni italiane e che trovò una delle massime espressioni proprio in seno ai congressi degli scienziati. Al congresso pisano del 1839 Ridolfi stesso faceva no­ tare il moltiplicarsi delle iniziative in questo settore: "L'Umbria

vide ad Antognolle un agrario comizio; Jesi fondava una cattedra agraria, e in cento altri luoghi nasce il progetto di consimili stabilimenti...” (23). L ’impressione di Cosimo Ridolfi risulterà avvalorata dalle fonti che andremo ad esplorare nel corso di questo lavoro.

4. I congressi degli scienziati e la promozione di un’inchiesta sul­