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RIVOLUZIONI ANTICHE DEL GLOBO (1808)

Nel documento Opere complete. Opere minori Volume 2 (pagine 141-159)

A M A D A M A O R I N T I A R O M A G N O L I S A C R A T I I N A R C A D I A F I O R D A L I G I T A U M A N Z I A1

Omnia mortali mutantur lege creata nec se cognoscunt terrae vertentibus annis. MANLIO2, Astronomica, libro I, [515-516].

D o n n a gentil, dolce dei vati cura, le cui lodi cantò n o v o T i b u l l o a

su plettro d'or, de' versi miei lo stile r o z z o ti chiama al meditar severo. 5 Nostr'orbe, questa macchina terrestre

o v e il mortai o g n o r fanciullo v i v e e qual lampo fra l'ombre si dilegua, fia di mio canto nobile argomento. M a non temer che temerario e folle 10 pinger tenti l'origin del creato

e l'ampia noverar serie dei tempi, quasi io c o m p a g n o del Fattore eterno. L u n g i da noi le menzognere fole d'achei cantori oppur d'arabe torme 15 i nemici a ragion, barbari sogni.

N o n i primordi delle cose, all'uomo n o n è dato saper, dotta T a u m a n z i a ; m a le vicende orribili di questa terra, ove tutto è di fortuna gioco, 20 a contemplar col tuo pensier t'invito.

a. LAMBERTI, Poesie-, BERTOLA, Prose e poesie3.

1. Pubblicato a Modena nel 1808. Orintia Romagnoli Sacrati (Cesena, 1762 - Fi-renze, 1834), scrittrice e amica di letterati, fu ascritta all'Arcadia col nome di Fiordiligi Taumanzia. Cfr. Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, serie VI, Poetesse e

scrit-trici, voi. II, Roma, 1942, p. 188, e A. BERTOLA DE GIORGI, Viaggio pittorico e senti-mentale sul Reno, a cura di Antonio Baldini, Firenze, 1942, pp. 3-4. Lodi di Orintia

Sacrati, « amatrice di liberali studi » e « sovranamente bella e spiritosa dama » sono in G. COMPAGNONI, Memorie autobiografiche, a cura di A. Ottolini, Milano, 1927, pp.

73-74-2. Più noto come Marco Manilio.

3. Aurelio Bertola De Giorgi (Rimini, 1753 - ivi, 1798), poligrafo e poeta, par-tecipò alla vita politica della Cisalpina come collaboratore del « Giornale patriottico »

D e ' secoli che furo il denso velo solleviam, l'ombra squarcisi che tempo vi pose edace, e dov'ognora in tetro silenzio avvolto alla custodia siede 25 e armando falce come arcata luna

sta sulla soglia ed inoltrar ne vieta. M a che non può benefica natura se docile la mente a lei si prostra? Dessa è meco, l'umano ardir non sdegna 30 s'a' passi è guida l'innocente brama

di conoscere il ver, sua santa meta

è grato omaggio al sommo autor del tutto. Mira le rupi, quegli annosi scogli che innalzan fino al ciel l'altera fronte, 35 e colli, e piani, e valli, ed i torrenti

che all'attonito sguardo aprono scene di teatro magnifico ed immenso : i monumenti suoi ivi depose,

quasi in archivi architettati in marmo, 40 natura, e la gran storia essa vi scrisse

delle rivoluzion di questo globo, de' tempi i lunghi giri anzi vi sculse, che spirto umano immaginar non puote.

Spirante grazie e con gentil sorriso 45 la diva è scorta a tanta ardita impresa

e nostri vanni infermi al voi sorregge. A noi rivolta con soavi modi,

di cui tu sola bella immagin serbi, con vaga luce colorando intorno 50 le sacre note, questa mole addita, opra ammiranda di saper divino. A l fianco suo dell'aura sua ripieni immensi regni misuriam col guardo.

e membro del comitato d'istruzione pubblica a Bologna (cfr. Dizionario biografico

degli italiani, voi. IX, Roma, 1967, pp. 564-566) ; dedicò a Orintia Romagnoli Sacrati

le lettere raccolte nel Viaggio pittorico e sentimentale sul Reno, Rimini, 1795. Luigi Lamberti (Reggio Emilia, 1759 - Milano, 1813), ellenista e poeta, fu critico ufficiale durante il Regno Italico e nel 1811 fondò «Il Poligrafo» (cfr. Notizie

biogra-fiche e letterarie degli scrittori dello Stato estense, voi. IV, Reggio E., 1835, pp. 3-163 e

voi. V , pp. XVI-XXVI, e V. FONTANA, Luigi Lamberti. Vita, scritti, amici, Reggio E., 1893); dedicò alla Sacrati le sue Versioni dal greco, Bassano, 1796.

Compagna a D i o quando il confuso svolse 55 caos ed i corpi separò e distinse,

quando gli astri lanciò, rivolse in giro i pianeti ne' spazi ampi del cielo. Ministra al N u m e , i gran disegni eterni provvida compie, li consegna al tempo, 60 frena i destini, impone legge agli orbi,

pinge e figura in variati modi esseri, mondi, e l'universo intero.

Sotto quella catena dell'ert'Alpi, Caucaso, Atlante, Tauro, Cordigliere \ 65 di porfido e granito fabbricate,

grave pondo al terren, base e sostegni, giacciono arene, o infrante o polve fatte da lenta età dell'ocean le spoglie c. N e ' tempi l'onde fur sotto quei monti 70 di vulcani lavor, che dessa accese

nel lento corso d'infiniti lustri 4 ;

b. Tali monti di granito si chiamano dai naturalisti primigeni o

primi-tivi, perché la loro formazione è avvenuta ne' tempi più remoti ed anteriori ad ogni memoria (FERBER, Mineralogie) 4.

c. Gli storici naturali hanno ritrovato per tutto i segni patenti e le prove certe delle successive vicende accadute a questo pianeta; si riconosce ciò particolarmente dai corpi marini che si rinvengono in differenti strati della terra e che sono di diverse età: i più antichi infranti e quasi decomposti e di specie che non si ritrovan nei nostri mari, gli altri meglio conservati e più intieri e comuni ai nostri mari, il che rende quasi certa una replicata permanenza del grande oceano su questa parte del globo ( [ G . R . ] C A R L I , Lettere americane, parte III, lettera X V )5.

d. Tutti quelli che hanno esaminato la struttura di tali monti gli hanno

riputati essere opera dei vulcani e particolarmente dai molti vestigi di materie vulcaniche di cui sono sparsi, il che si arguisce ancora dall'essere il foco l'a-gente il più capace di pietrificare in tal modo le materie ( C A R L I , ibidem, [parte

4. Johann Jacob Ferber (Karlskrona, 1743 - I79°)> mineralogista svedese che compì molti viaggi di ricerca in vari paesi europei, scrisse in tedesco quasi tutte le sue opere, fra cui Briefe aus Wàlschland tiber natiirliche Merkwurdigkeiten dieses Landes, an der

Herausgeber derselben Ignatz Edlen von Born, Prag, 1773. Il Bosellini si riferisce

all'edi-zione francese Lettres sur la minéralogie et sur divers autres objets de l'histoire naturelle

d'I-talie, écrites a Mr. le Chev. de Born, Strasbourg, 1776, lettera V , pp.

43-49-5. Si tratta in realtà della lettera XI, parte II. Nella parte III sono contenute sol-tanto dodici lettere.

quando ai suoi cenni ubbidienti e pronte ratto sparirò, e il continente emerse. C i ò di saper di tant'epoche basti: 75 il resto abbuia c o m e in negra notte

de' secoli antichissimi l'alt'ombra.

Rasciugate sue membra, il crin composto, nove f o r m e la terra allora ottenne

da quel di pria diverse, e in vario m o d o 80 f u l'ordine disteso del creato.

Su lei riebbe bella stanza l ' u o m o sotto ciel vieppiù splendido e felice, spirante tutta giovenil freschezza. Spontaneo quasi don sorgono i frutti, 85 ogni animai m a g g i o r di sé grandeggia,

forza mostra m a g g i o r ; robuste e forti l'umane f o r m e furo, anzi giganti: non già quai figurò Grecia mendace e gl'Enceladi e B r o m i i e i Polifemi, 90 ma qual si pinge il Patagon selvaggio

anche minor in sue grandiose membra e. Quella parte di m o n d o che si giace

mai sempre in ghiaccio ed in perpetue nevi, lontana tanto dal cammin del sole,

95 o dove l'Aquilon versa pruine

e i larghi campi e gl'aspri monti agghiaccia, fin dove gira Arturo, ivi f u seggio

II, lettera X I ] ; C O N D A M I N E , Mémoires de l'Académie de Paris)6. Che se è vero che i vulcani non s'accendino che in vicinanza dei mari e che questi siano necessari alla loro azione, è tanta la quantità di detti vulcani estinti per tutte le parti del globo, che si può dire che più volte questi mari hanno fatto il giro della terra. I monti, al contrario, il di cui nucleo è di pietra arenaria, si pretende dai naturalisti che siano lavoro dell'acqua (BUFFON, Histoire natu-rile) 7.

e. B U F F O N , Théorie de la terre; Époques de la nature, [epoca V I ] .

6. C.-M. DE LA CONDAMINE, Journal du voyage fait par ordre du roi à l'équateur, Paris, 1751, p. 47. In questo Journal vennero rifuse le relazioni del viaggio compiuto da La Condamine fra il 1735 e il 1744, che erano già state pubblicate nei Mémoires de

l'Académie des Sciences de Paris (cfr. voi. I, p. 387, nota 23).

7. G.-L. LECLERC DE BUFFON, Histoire naturile générale et particulière, voi. I,

75"9i-del più sereno e più tiepido clima. Rinoceronti dall'adunco ceffo, i o o ivi grandi elefanti e ogn'altra belva

ch'or nudre d'Asia l'ubertoso suolo, varie di forme, d'indole e natura, in numerosi armenti ebbero vita per lunga serie d'infiniti lustri ; 105 fino quei mostri in un confusi e misti

che ne' suoi fiumi accoppia Affrica adusta, anzi animali ignoti a nostri sensi.

N é a ciò s'arresta il portentoso incanto; ogni pianta natia di quella zona

110 ch'ora più ferve sott'ardenti raggi, le palme, i cocchi, ogn'albero felice, ornamento dell'indico terreno,

spiegar lor chiome e s'adornar di frutti; causa, o di sol che in vario corso e in giro, 115 c o m e è già grido di perpetua fama

più breve che o g g i ha in uso ne guidava dall'iperboree o dalle australi piagge

suo cocchio fiammeggiante intorno al g l o b o ; o che la terra estraneo m o d o apprese

120 attorno all'astro che la veste e infiora e. Attonita, Taumanzia, a tai prodigi di meraviglia rimarrai compresa : sì, un altro suol, un altro ciel f u questo ben diverso da quanto ora rimiri. 125 C h i dubitar ne puote: In o g n i parte

impressi sono manifesti segni

di sì vetusta età: quei massi o marmi h

f . Si pretende che il corso del sole fosse negli antichi tempi di soli giorni 360, motivo per cui la sfera fu divisa in trecentosessanta gradi, e ciò sull'ap-poggio della tradizione ( C A R L I , Lettere americane, [parte II, lettere I X e X V I I ] ) .

g. BUFFON, ibidem8; GALILEI, Opere9.

h. I viaggiatori in America ed in altre parti hanno ritrovato una quantità di statue colossali di pietra. Cook, che approdò nel 1774 nell'isole del mar

8. Époques de la nature, Introduzione: Des époques de la nature.

9. Si riferisce probabilmente alla teoria della rivoluzione della terra intorno al sole, in G. GALILEI, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, giornata III, e

effigiati e sculti, quei metalli

travagliati dall'uom, d'arti, di scienze 130 macchine, arnesi sotto terra sparti

che dotto viator o g n o r rinviene non son di vita certi monumenti? Se l'occhio scrutator tu stessa volgi addentro a quel terren o v e passeggi, 135 oppur lo sguardo d'ogn'intorno m o v i

de' colli e monti ne' squarciati fianchi, ogni zolla dirà: qui v'era un t e m p o entro al profondo de' viventi sede. D'ossa tronche o corrose gran cataste, 140 quei scheletri che etade non distrusse,

l'avorio nel suo lucido candore che sino a noi ne manda la Siberia, non dicon: d'animai qui f u ricetto? 1

L'indiche foglie, i frutti, i semi, i tronchi 145 d'ampie selve che al suol piegar la fronte,

folte, fosche, terribili a vedersi, o carbon fatte o che lapideo u m o r e

Pacifico, trovò in una di queste delle statue, e di cui ne dà il disegno, alcune delle quali hanno più di 27 piedi. Egli non sa comprendere come abbiano quei popoli senza arti, senza strumenti e senza pietre, potuto formare ed ergere quei colossi. Osservò inoltre dei resti di fabbriche lavorate con pietre tagliate, le quali opere non possono essere state fatte dalle popolazioni attuali, senza arti e senza industria. Vedi C O O K , Histoire des voyages; per gli stromenti

di metallo PALLAS, Voyages en Siberie 10.

i. Nell'opere di B u f f o n1 1 si può riconoscere quantità di ossa di elefanti, ipopotami ed altri animali terrestri che si sono ritrovati in quasi tutte le parti del mondo, e fino nella Siberia. Difatti ancora presentemente si scava in queste regioni l'avorio in quantità e se ne fa un considerabile commer-cio ( K A N T , Geografia fisica, Introduzione)12.

10. Cfr. The Journals of captain James Cook on his voyages of discovery, edited by J. C. Beaglehole, Cambridge, University Press, 1955-1967, voli. 4, voi. II, The voyage

of Resolution and Adventure, pp. 343-360. Delle relazioni di viaggio nelle province

dell'impero russo scritte dal naturalista ed esploratore tedesco Peter Simon Pallas (Berlino, 1741 - ivi, 1811) era uscita un'edizione in francese a Berna nel 1791 col titolo

Voyages en Sibery, voli. 2.

11. Époques de la nature, Introduzione: Des époques de la nature, e epoca V.

12. La traduzione italiana dell'opera di I. KANT, Physische Geographie cui si riferisce il Bosellini è probabilmente quella pubblicata a Milano nel 1807-1811.

impietrì l o r o dorsi pari a m a r m o , oracoli p i ù certi di D o d o n a ,

150 n o n bisbigliano fra lor de' prischi e v e n t i o v e la terra f u r e g n o a m o r t a l i ,

poscia d i v e n n e d ' o c e a n o i m p e r o ?

N o n possa u m a n a fra le p u g n e e il sangue tanto p o t e o q u a n d o brillava R o m a ,

155 n o n urto d ' a c q u e , cieca f o r z a d ' o n d e fra suoi flutti p o r t ò sì i m m e n s e spoglie 1 c h e stan celate in o g n i p o g g i o e p i a n o . T u t t o f o r a in disordine c o n f u s o q u a n d o a strati si spiegan quei tappeti. 160 D o v ' e r a allora d u r a e stabil terra™

si scorge f i n d e g l ' a n i m a i la t o m b a fatta d a l l ' u o m , e f i n q u e l l ' u r n a istessa c h e tenera pietà b a g n ò di pianto, le m u r a , i tetti a lui difesa, il c a m p o , 165 il rio, la quercia, il sasso o v ' e i s'assise c o n la d o l c e c o m p a g n a di sue pene.

I. La maniera con cui sono sovrapposti gli uni agl'altri i differenti strati di materie, ove spesso le più pesanti si trovano al di sopra delle materie leg-giere; l'essere poi i differenti strati di corpi marini l'uno all'altro in molta distanza, fanno arguire che ciò n o n possa essere avvenuto che mediante una replicata e lunga permanenza degli oceani, e non l'effetto di un diluvio di mesi (CARLI, Lettere americane, ibidem, [parte II, lettera XI]).

m. L'abate Fortis ha riconosciuto una tomba, o fossa, fatta a mano, ove sono state sepolte le ossa di elefanti, e fino delle ostriche che hanno legate le loro conche ai scheletri di tali animali, il che indica un terreno stabile e l'esistenza di passate, sconosciute popolazioni (vedansi Mémoires de zoologie; R A M A Z Z I N I ) 1 3.

13. Non mi è stato possibile rintracciare il passo dell'abate Fortis qui riferito dal Bo-sellini; di fossili umani e animali trovati nell'isola di Cherso e di resti di elefanti rin-venuti in Toscana il Fortis parla, ma senza i particolari ricordati dal Bosellini, nel Saggio

d'osservazioni sopra l'isola di Cherso ed Oserò, Venezia, 1771, cap. 14: non ho potuto

con-sultare i Mémoirespour servir à l'histoire naturile et principalement à l'oryctographie de l'Italie

et des pays adjacents, Paris, 1802, voli. 2, che probabilmente contengono il passo qui

citato.

Bernardino Ramazzini parla delle stratificazioni geologiche nella pianura modenese e dei resti fossili di origine marina in esse rinvenuti nel De fontium Mutinensium

Ivi visser or popoli possenti, or regni spenti ed or sorgenti imperi n ; molti gli eroi, che folgori di guerra 170 o per consiglio sommi e di cui fama

silenzio involve nel suo n e m b o oscuro, qual fosse nebbia che circonda il colle. A h i quante volte, oh D i o , l'umana stirpe, de' propri danni fabbra o di flagelli, 175 spersa f u qual d'Arabia nei deserti

minuta arena che disperde il vento ! E seco ne sparir l'arti, le scienze, di cui gl'avanzi appena conservaro l'Indo, l'Assiro, il p o p o l o d'Atlante 180 N é a lustri a lustri richiamar si tenti

delle vetuste etadi i fasti, il giro ;

n. Platone riconobbe l'esistenza di popoli la di cui memoria è al presente

affatto perduta; egli dice non esser in alcun modo possibile di comprendere col pensiero da quanto tempo siano formati i primi Stati e che gli uomini vivono sotto le leggi, l'epoca essendo lontanissima e tale che va a perdersi nell'infinito. In tal epoca, prosegue lo stesso autore, qual numero prodigioso di Stati non si sono formati mentre altri in egual numero furono distrutti, nel qual tempo quanti cangiamenti nei governi, quanti periodi di decadenza e di prosperità! Tutte le tradizioni le più antiche dicono che il genere umano è stato più volte distrutto per causa dei diluvi, e dove pochi uomini si sal-varono non ritrovando altro scampo che nei monti, da cui poscia disce-sero quando una nuova rivoluzione faceva ritirare le acque: così i monti più alti sono stati sempre riguardati dalle antiche nazioni con religiosa gra-titudine e venerazione 1 4 (PLATONE, De legibus, liber tertius, [676-677] ; vedansi

ancora le lettere di Bailly sopra le scienze)15.

0. Bailly nelle sue lettere su le scienze 16 ha dimostrato che tutte le cogni-zioni, particolarmente astronomiche, che si ritrovano presso gli Indiani, i Chinesi, non sono nate presso questi popoli, ma che sono piuttosto un deposito che hanno ricevuto da altri popoli, e ciò sul motivo di essere state presso i medesimi per tanti secoli sempre in uno stato stazionario, senza verun progresso, e come tante ruine isolate di un antico edifizio. Vedasi anche Histoire de l'astronomie ancienne dello stesso autore [libro IV].

14. Il testo prosegue con l'espressione « altro scampo che nei monti », evidente-mente ripetuta per errore.

15. J.-S. BAILLY, Lettres sur l'origines des sciences et sur celle des peuples de l'Asie, Lon-dres et Paris, 1777, lettera III, in particolare pp. 105-109.

e chi potria d'ogn'epoca passata i tempi disegnar, se ciascun'opra, se polve che era un dì montan macigno, 185 l'alta rupe che in sen cela le conche,

o sasso il più meschin n o n compie o f o r m a che con secoli innumeri natura? »

È follia riandar, qual chi presume del mar distinte noverar le arene 190 o gli astri misurar con breve spanna.

E p o c h e che derise oscura ignavia di Babilonia o del superbo Egitto, o del Chinese v o i vantate eclissi, ah no, non siete menzognere e false « ! 195 Orrida scena s'apre, segnò fato

terribile di morte aspra sentenza :

m u g g e su' monti il tuon, lor cima annotta, sopra i cardini suoi la terra scossa

a lieve urto cambiò figura e seggio, 200 dov'erto f u si sprofondò il terreno ;

ivi in furor precipitaron l'onde, fra negre nubi il sol per la pietade celò suo volto, e su le penne a' venti implacabil ruina vi passeggia; 205 padri e figli fra vortici confusi,

nei flutti irati quanti corpi estinti ! C h e v e g g i o ! Genti, imperi, continenti, tutto è distrutto in un baleno, e seco in quel naufragio tenebroso, orrendo, 210 di quest'età si spense anco memoria.

Sol l'ombre meste su di negre nubi l u n g o gemer s'udian con fioca voce. A h i sventurati e miseri mortali !

p. BUFFON, Histoire, ibidem 17.

q. « V o i altri Greci, dicevano i sacerdoti di Egitto a Solone, siete

bam-bini nella storia, non vedete che da ieri»1 8; lo stesso si può dire de' nostri storici e cronologisti degl'antichi tempi.

17. Théorie de la terre, in particolare l'art. 7 delle Preuves de la théorie de la terre; inoltre Époques de la nature, epoche I, II, III, IV.

A che nasceste, quando al viver vostro 2x5 fortuna avvicendò sì atroci sorti;

Arresta insano orgoglio i tuoi lamenti : oscuri, impenetrabili, nel buio

avvolti di caligine profonda

sono i decreti e gl'ordini del N u m e 220 che in p u g n o l'universo afferra e stringe,

e i m m o t o siede su natura e fato. M o r t e pena non è, sollievo ai mali, essa è la fin d'una prigione acerba e schiude il varco agl'animi gentili 225 d'una beata incomprensibil vita:

l'empio ne tremi, pianga sol chi resta. Cos'è la terra; un atomo od un punto che perdesi nel pelago dei cieli o v e tutto cospira al ben del tutto. 230 Sostien le sfere e a suo voler natura

ordina i globi, li trasmuta e cambia; guai se lo scudo di terror ministro batte ed ascende su stellati chiostri, nella sua possa orribilmente involta; 235 percossi dal suo piè tremano i mondi,

stelle e comete s'urtano furenti r, ogni elemento sta con l'altro in lotta. O r astri accende, ora li spegne irata, ognor f o r m e diverse agl'orbi imprime 240 e fin talvolta li divide e spezza,

che forman poi nel ciel piccioli globi aggirantisi intorno ad un pianeta ; talora questi globi unisce e ammassa e nove leggi lor prescrive e corso ; 245 così variando intera l'armonia

prende o g n i parte n o v o aspetto e forma. N é armata ognor di fulmini e di nembi, spesso diffonde di dolcezze piena e dal disordin stesso ordin traendo

r. MAUPERTUIS, Essay de cosmologie; Figures des astres 19.

19. P.-L. MOREAU DE MAUPERTUIS, Essay de cosmologie, s.l., 1750; Discours différetites figures des astres, Paris, 1732.

250 dispensa ad ogni cosa essere e vita. A g l ' i m m o r t a l i cenni ecco la terra sotto quell'onde r i c o m p o n sue vesti, tutta s'atteggia, adornasi di fregi, ivi distende i degradanti piani, 255 e qui figura varie e v a g h e scene

d'aspri monti, i m e valli e d'erti colli : spettacolo magnifico e sublime sparso di meraviglie e di portenti.

Fecondità va meditando l'opre 260 con esseri marini e con conchiglie,

per cui suo seno impingua e i germi svolge, fossili filtra, i marmi vi c o m p o n e ,

che ottengon da scarpel anima e vita, f o r m a i metalli ne' recessi e l'oro, 265 di cui cotanto l ' u o m malvagio abusa,

e ogni pregiata che s'indura e impetra nell'Oriente luminosa g e m m a ; ivi il corallo co' purpurei rami,

e l'ostro, e quanto è in m a g g i o r pregio al m o n d o8. 270 Quell'erte cime, le montagne alpestri

il g r e m b o sono, allor che suol ritorna, o v e la dea fecondi u m o r depone quando fiocca su lor candide falde. Ivi, oh prodigio ! li trasforma in acqua 275 e in cavi spazi la raccoglie e serba,

che per interne vene ora nei piani

discende e vi serpeggia in fonti o in r i v i ' , or tra confini angusti, or senza freno si stende in vasti stagni o d in torrenti, 280 che variando in mille guise il suolo

con mille foci van superbi al mare: egli nel cupo sen tutti gli aduna

s. BUFFON, ibidem20.

t. VALLISNIERI 2 1.

20. Théorie de la terre, in particolare l'art. 8 delle Preuves de la théorie de la terre; e Époques de la nature, epoca II.

Nel documento Opere complete. Opere minori Volume 2 (pagine 141-159)