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la funzione sociale del reddito di cittadinanza

2. Il ruolo dei servizi per l’impiego

La ricostruzione fin qui proposta, sebbene sintetica, apre la stra-da a scenari ancora stra-da definire non solo per il sistema dei servizi sociali, ma anche per i servizi per l’impiego. Per la prima tipolo-gia di servizi (i servizi sociali appunto) si tratterà molto proba-bilmente di un ulteriore cambio di passo nella gestione delle per-sone e delle famiglie in situazioni di bisogno: dal Sia, passando per il ReI, in poco più di tre anni gli assistenti sociali hanno visto crescere il volume dell’utenza parallelamente a quello delle pro-cedure di attuazione. Pur non essendo ancora chiaro quanto am-pia potrà essere la quota di beneficiari del RdC che passeranno dai servizi sociali, la numerosità delle situazioni nelle quali il lavo-ro non basterà2 sarà sicuramente elevata, rappresentando un

1 Si veda in proposito: ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, Salute in Italia e li-velli di tutela: approfondimenti dalle indagini ISTAT sulla salute, 2016, v, 288, Rapporti ISTISAN 16/26.

2 Si veda in proposito M.BALDINI, G.GALLO, Quando il lavoro non ferma la povertà, in Lavoce.info, 2018.

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riore stress test per l’intera infrastruttura dei servizi3. Tuttavia, proprio perché il servizio sociale, da sempre, adotta un approccio multidimensionale e, da sempre, si confronta con la complessità4, saranno i servizi per l’impiego ad avere maggiori difficoltà nell’affrontare la situazione. Ciò sarà vero non solo per le com-plessità legate all’adozione di un approccio multidimensionale ma anche, come già avvenuto per i servizi sociali nell’implementazione del SIA e del ReI, nell’applicazione di complessi meccanismi condizionali5 che possono incidere sullo stesso rapporto fiduciario operatore-utente oltre che appesantire l’intero apparato burocratico6.

La nuova misura implica, dunque, un cambio di riferimento nella prassi e nell’operatività quotidiana dei centri per l’impiego (Cpi) per almeno due motivi: il Cpi sarà tenuto a relazionarsi non con il singolo individuo bensì con il (potenziale) nucleo familiare; si ascrive una nuova funzione sociale ad una istituzione

3 Come recentemente emerso in sede di audizione in Commissione Lavoro del Senato per la conversione del decreto, la platea del RdC è stimata, con un tasso di utilizzo dell’85%, da Istat in 1,3 milioni di famiglie (oltre 700.000 al sud) pari a 2,7 milioni di individui, più inattivi che disoccupati, più single che famiglie con bambini. Leggermente inferiori le stime Inps. Il ministero del lavoro prevede invece 1,7 milioni di famiglie e quasi 5 milioni di individui.

4 Si veda P.ROSSI, Servizio sociale e complessità, 2018. È opportuno precisare inoltre come la figura dell’assistente sociale si configuri come vera e propria professione, dotata di un proprio codice deontologico e un proprio ordine di riferimento (il CNOAS) e con uno specifico percorso di studi universita-ri.

5 Su questi aspetti si rinvia ai contributi di M.MAROCCO,La condizionalità nel reddito di cittadinanza: continuità e discontinuità, e G.IMPELLIZZIERI, Le sanzioni nel reddito di cittadinanza, presenti in questo volume.

6 Sia consentito rinviare su questo aspetto a M.D’EMILIONE, Prove di welfare condizionale nelle misure di sostegno al reddito, 28 agosto 2018.

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te dedicata all’inclusione/attivazione lavorativa. La prima conse-guenza è la necessità di un upgrade significativo e profondo delle competenze degli operatori.

La “domanda” dell’utenza è sempre più frutto di un processo di analisi con gli operatori rispetto ai fabbisogni (non solo) lavorati-vi del cittadino. Da ciò deriva il ruolo cruciale e complesso del personale (operatore, coach o navigator), che dovrà essere in grado di fornire una pluralità di servizi e rispondere a molteplici biso-gni. Il decreto in qualche modo sancisce lo “sconfinamento” del-le politiche del lavoro in queldel-le sociali, poiché attribuisce compiti e competenze, già di per se complessi, a strutture storicamente non attrezzate su questo versante. Al Cpi si chiede dunque di tra-sformarsi in un’istituzione ad ampio spettro, con compiti ulteriori anche rispetto a quanto previsto dal decreto.

Si deve cioè pensare ad una istituzione adattiva; la discontinuità lavorativa è infatti ormai una condizione endemica nei Paesi eu-ropei7, diverse le ricette per attenuarne gli effetti deteriori: flexicu-rity, Pilastro sociale dell’EU, ecc.

In ultimo, una corrente di pensiero immagina in maniera dinami-ca il lavoro attraverso i c.d. merdinami-cati del lavoro transizionali, in cui continue “trasformazioni” si succedono nella vita8. Questo pro-cesso di intertransizione9 – intermediazione e transizione conti-nua – produce una nuova prospettiva anche negli strumenti di welfare che dovrebbero assumere una forma adattiva, evolutiva e tempestiva in grado di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici, alle

7 I.VISCO, Intervento al congresso dell’ASSIOM FOREX, 2019.

8 Per una ricostruzione vedi B. GAZIER,J.GAUTIÉ, The “Transitional Labour Markets” Approach: Theory, History and Future Research Agenda, Document de Travail du Centre d’Economie de la Sorbonne – 2009.01.

9 Si veda E. MANDRONE, D.RADICCHIA, A. SPIZZICHINO, Inter-transizione:

intermediazione e transizione lavorativa, in Rivista Italiana di Economia Demografia e Statistica, gennaio-marzo 2015, LXIX, 1.

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nuove organizzazioni e ai bisogni sociali e, non ultima, una fun-zione anti-ciclica.

Inoltre, il cambiamento tecnologico porterà ripercussioni sugli assetti sociali (lavoro, famiglia, ruolo individuo, ecc.) tali da ren-dere necessario uno strumento/istituzione che svolga la funzione di mediatore per rendere il progresso una opportunità e non una un rischio… sarà sempre più vero in particolare per le persone a basse competenze. Uno scenario “sociale e lavorativo” realistico è che nei prossimi anni ci verificherà un rinnovamento dei ruoli lavorativi (quindi nuove professioni, nuove posizioni sociali) che sarà visto da molti, in particolare dai più fragili e meno attrezzati culturalmente, alla stregua di una crisi lavorativa. Quindi un Cpi che funzioni è necessario, al di là del compito che oggi intravve-diamo.