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Segue: Il valore delle trattative tra le parti ai fini della

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO (pagine 159-162)

3. La clausola compromissoria

3.1 Clausola compromissoria e deroga alla giurisdizione

3.1.2 Segue: Il valore delle trattative tra le parti ai fini della

Sotto diverso profilo rispetto a quanto sopra discusso, nep-pure sembra condivisibile, a mio avviso, l’orientamento giuri-sprudenziale enunciato dalla Corte di Cassazione con le senten-ze sopra richiamate (286) che pare ridurre l’indagine di merito del giudice circa la vessatorietà della clausola compromissoria alla sola verifica che siano intercorse trattative; ciò, tantomeno laddove si ritenga, come sembra avallare la Suprema Corte, che la prova delle intercorse trattative sia raggiunta con la “specifica negoziazione ed approvazione per iscritto”, lasciando intendere che sia sufficiente la mera sottoscrizione separata della clausola

organica disciplina e riforma degli strumenti di degiurisdizionalizzazione, con particolare riguardo alla mediazione, alla negoziazione assistita e

all’arbitrato) che, proprio a in riforma dell’articolo 33, comma 2, lettera

t), propone l’adozione della seguente formulazione: “Sancire a carico del

consumatore decadenze, limitazioni della facoltà di opporre eccezioni, limitazioni all’adozione di prove, inversioni o modificazioni dell’onere della prova, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi, deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria. Sono fatte salve le convenzioni arbitrali di cui all’articolo 806 del codice di procedura civile e seguenti, purché, fermo restando il foro del consumatore, siano soddi-sfatti i requisiti prescritti dal comma 1, gli arbitrati siano rituali di diritto, siano amministrati a norma dell’articolo 832 del codice di procedura ci-vile, commi primo, secondo, terzo, quarto e quinto, e sia sempre ammessa l’impugnazione per violazione delle regole di diritto”.

285 Id., 23.

compromissoria per ritenere la medesima oggetto di negoziato individuale fra le parti.

Quanto al primo profilo, infatti, l’indagine circa la vessato-rietà della clausola arbitrale deve, a mio avviso, coinvolgere il giudice nella verifica della forma arbitrale prescelta e dell’effettivo rispetto delle garanzie costituzionali di giusto pro-cesso, di diritto di difesa e di contraddittorio. Ciò, in quanto, l’indagine delegata al giudice di merito è primariamente quello di verificare che la clausola contrattuale non abbia comportato un “significativo squilibrio” a danno del consumatore (287), im-ponendo, quindi, come detto, di verificare che il giudizio arbi-trale cui la clausola compromissoria rimanda non determini un trattamento deteriore del consumatore rispetto alla posizione contrattuale dell’impresa ed alle garanzie processuali che al medesimo sarebbero riservate in caso di giudizio dinanzi all’autorità giurisdizionale ordinaria (288).

L’esperienza americana ripercorsa nei capitoli che precedo-no può giovare a chiarimento. Si prenda il caso AT&T Mobility LLC v. Concepción (289): la controversia nasceva dall’inserimento nel contratto di acquisto di un servizio di tele-fonia mobile di una clausola compromissoria che prevedeva che l’arbitrato sarebbe stato svolto con costi, anche di assistenza le-gale, integralmente a carico della compagnia telefonica, in via telematica o comunque virtuale e con una penale a carico di AT&T Mobility LLC pari a USD 7.500 per il caso in cui l’arbitro avesse accolto la domanda del consumatore in misura superiore all’offerta transattiva presentata dalla compagnia tele-fonica. Ci si domanda se una tale clausola arbitrale non sia ido-nea a superare la presunzione di vessatorietà di cui all’articolo 33 del Codice del consumo, a prescindere dalla verifica che sia-no intercorse trattative, considerato che sicuramente determina

287 v. articolo 33, comma 1, del codice del consumo.

288 In questo senso, BENEDETTELLI, Arbitrato, base-valori ed

interna-zionalizzazione dei mercati finanziari, Riv. Soc., 1999, 1322 ss.. L’autore,

tuttavia, pone l’accento, in particolare, sulla necessità che siano rispettate le procedure arbitrali e, conseguentemente, che siano assicurate le normali garanzie processuali.

una posizione contrattuale del consumatore privilegiata rispetto a quella dell’impresa ovvero a quella in cui il medesimo si tro-verebbe laddove adisse l’autorità giudiziale ordinaria (290). Il ca-so è forse smaccato, ma sicuramente mette in luce l’insufficienza della verifica che siano intercorse le trattative al fine di giudicare la vessatorietà della clausola compromissoria che, conseguentemente, deve essere esaminata nel merito dell’asseto di interessi che realizza fra le parti in contesa e non su meri presupposti formalistici inidonei a consentire la valuta-zione di “squilibrio” (291).

Quanto al secondo profilo, laddove dalla mera sottoscrizione separata si inferisse raggiunta la prova delle trattative circa la volontà delle parti di inserire nel testo contrattuale la clausola compromissoria, si priverebbe la normativa consumeristica del-la tutedel-la rafforzata speciale rispetto aldel-la normativa ordinaria. A ben vedere, infatti, anche l’articolo 1341, comma 2 del Codice civile richiede la “doppia sottoscrizione” della clausola com-promissoria, rendendo così ultronea la disciplina speciale del Codice di consumo: soluzione che appare del tutto incoerente con la ratio normativa, interna ed europea, che impone una tute-la forte del consumatore.

In tale prospettiva, la prova delle intervenute trattative circa l’inserimento nel testo contrattuale della clausola compromisso-ria sembra destinata a dover essere integrata mediante prove più pregnanti rispetto alla mera verifica della doppia sottoscrizione: è circostanza notoria – e la dottrina americana della

unconscio-290 Ciò, ovviamente, dando per presupposto che sia garantita la terzie-tà ed imparzialiterzie-tà dell’organo arbitrale giudicante.

291 La dottrina, precedentemente, aveva sviluppato orientamenti diver-sificati raggruppabili in tre correnti di pensiero. Un primo orientamento che fa discendere la nullità di tutte le clausole compromissorie, a prescin-dere che le stesse prevedano il ricorso all’arbitrato rituale o irrituale (DE NOVA, op. cit. 1996, 26); un secondo orientamento che ritiene nulle esclu-sivamente le clausole che rimandano ad un arbitrato irrituale (PUNZI, Il

di-segno sistematico dell’arbitrato, I, Padova, 2000, 212 ss.; GABRIELLI,

Clausola compromissoria e contratti per adesione, RDC, 1993, I, 555

ss.); un terzo contrapposto orientamento che ritiene nulle le clausole di ar-bitrato rituale (CONSOLO-DE CRISTOFARO, Clausole abusive e processo, CG, 1997, 468).

nability ce ne dà ulteriore conferma (292) – che nell’ambito della sottoscrizione di contratti di consumo il consumatore è richiesto di apporre sottoscrizioni molteplici senza l’oggettiva possibilità né di verificare il contenuto di quanto viene sottoscritto né di operare modifiche al testo contrattuale né di rifiutare alcune del-le clausodel-le di cui si richiede la separata sottoscrizione.

E sono proprio tali le fattispecie in cui, a mio avviso, si do-vrebbe dare piena attuazione alla “tutela forte” del consumatore prevista dalla normativa settoriale.

3.1.3 Segue: Proposte ricostruttive in tema di accertamento

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