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La situazione fitosanitaria in regione

Nel documento L'industria alimentare (pagine 64-68)

4. Le produzioni vegetali

4.2. La situazione fitosanitaria in regione

La gestione della difesa fitosanitaria nel 2019 ha presentato grosse criticità dovute all’andamento climatico e al difficile contenimento degli attacchi di cimice asiatica (Halyomorpha halys). Questo insetto ha consolidato la sua pre- senza in molti areali producendo danni devastanti e mettendo in discussione il futuro di molte importanti colture frutticole, tra cui il pero.

L’andamento climatico, come in parte avvenuto nel 2018, ha visto i mesi di febbraio, marzo e aprile con temperature superiori alla media e scarsa pio- vosità e un maggio tra i più freddi degli ultimi 60 anni oltreché particolarmente piovoso. A seguire un giugno senza piogge (il più secco degli ultimi 50 anni) e con temperature medie molto alte (le più alte dopo il 1961 e il 2003). Queste condizioni hanno favorito le malattie batteriche, fungine e alcuni fitofagi, oltre ad avere influenzato lo sviluppo vegetativo delle piante determinando per di- verse specie una riduzione della produzione.

Su molte colture è stata rilevata una forte criticità nel gestire la difesa con la costante riduzione delle sostanze attive autorizzate a seguito della revisione prevista dal Reg. (CE) 1107/2009, con una riduzione del numero di interventi ammessi e l’applicazione di misure di mitigazione, in particolare per la prote- zione delle acque. Un’altra criticità ha riguardato l’assenza di prodotti per la concia delle sementi di colture orticole, con difficoltà significative per un comparto che nel nostro territorio ha produzioni di rilievo. Dimostrazione di queste difficoltà nel controllo di avversità e infestanti è il sempre maggior ri- corso ad autorizzazioni per situazioni di emergenza fitosanitaria (art. 53 del Reg. 1107/2009) che permette in via straordinaria di autorizzare l’uso di pro- dotti fitosanitari per un tempo limitato (120 giorni).

Nel 2019 si è rafforzato il ricorso a reti di monitoraggio delle avversità ben strutturate e articolate e l’utilizzo di diversi modelli previsionali in grado di ben rappresentarne l’evoluzione epidemiologica. La diffusione delle informa- zioni è stata garantita da bollettini fitosanitari periodici e da una rete di tecnici sempre più qualificati.

La cimice asiatica (Halyomorpha halys). Dal punto di vista della difesa, la cimice asiatica merita un dettagliato approfondimento. Nonostante l’accu- ratezza della difesa, la sua proliferazione è stata inarrestabile. I danni mag- giori, inizialmente concentrati nel distretto della pericoltura modenese, si sono estesi a tutta l’area frutticola regionale interessando gravemente pomacee, drupacee, kiwi, nocciolo, orticole e seminativi (soia e sorgo). Si tratta infatti di un “fitofago del paesaggio” che viene ospitato da moltissime specie vegetali coltivate e spontanee presenti nelle reti ecologiche da cui si sposta per attac- care le colture. Grazie ad un inverno mite e ad una primavera calda e piovosa,

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il 2019 ha registrato livelli di infestazione e intensità di danni mai rilevati, con ricadute a livello ambientale, economico e sociale gravissime. Gravi sono an- che le ripercussioni a livello di export anche di natura extra-agricola determi- nati dai ritrovamenti di cimici nei controlli delle autorità fitosanitarie dei paesi indenni e quelle al sistema turistico-ricettivo e residenziale dovute al fastidio determinato dalle grandi quantità di cimici che si riparano nelle strutture per affrontare l’inverno.

La lotta alla cimice asiatica è stata al centro delle attività di ricerca e spe- rimentazione svolte in questi anni dai tecnici, dai centri di saggio, dai servizi fitosanitari, dalle Università e da tutti gli enti di ricerca che operano nel set- tore. Il quadro delle conoscenze acquisite è molto ampio, ma non ancora suf- ficiente per poter definire una strategia di difesa che consenta di contenere l’avversità su livelli di danno accettabili e alcune colture frutticole rischiano seriamente il proprio futuro. La cimice sta quindi mettendo a repentaglio la vocazione frutticola della nostra regione e per questo sono state messe in atto una serie di iniziative che, maturate nel comitato fitosanitario nazionale, ve- dono il forte coordinamento tra MIPAAF, CREA DC e le Regioni e Province autonome del Nord così gravemente colpite.

Nel corso del 2019 si è inoltre operato per sostenere la modifica della di- rettiva habitat che ha finalmente aperto alla possibilità di introdurre parassi- toidi esotici per il controllo biologico della cimice asiatica. A tale proposito si sono quindi condotti monitoraggi massivi per verificare come alcuni parassi- toidi esotici si siano di fatto già introdotti nel nostro ambiente e, in attesa che maturino le condizioni formali per l’avvio della diffusione della vespa samurai (Trissolchus japonicus), si sono avviate iniziative per organizzare e per pre- parare tecnicamente la diffusione del parassitoide che si dovrebbe concretiz- zare nel corso del 2020.

Di seguito la situazione fitosanitaria ritenuta di particolare evidenza, sud- divisa per colture o specie.

Barbabietola da zucchero. La coltura ha avuto difficoltà nella gestione della cercospora, principale malattia, per la perdita di efficacia di molte so- stanze attive dovuta ai fenomeni di resistenza e alla mancanza di nuove auto- rizzazioni di prodotti fitosanitari. Inoltre, nel 2019 è aumentato il punteruolo della bietola (Lixus junci), un fitofago comune che probabilmente veniva con- tenuto da alcuni insetticidi usati nella concia delle sementi e oggi non più uti- lizzabili.

Drupacee. Complicata la difesa del pesco che, ai devastanti danni dovuti alla cimice asiatica, aggiunge una crescente difficoltà nel controllo della mo- nilia (Monilia fructicola) e soprattutto del fusicocco (Phomopsis amygdali).

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65 Le particolari condizioni climatiche hanno causato un’enorme pressione infet- tiva non soltanto sulle percoche, notoriamente più sensibili, ma anche su pe- sche e nettarine. Su tutte le drupacee particolarmente gravi sono state le infe- zioni batteriche dovute al cancro batterico delle drupacee (Xanthomonas cam- pestris pv pruni) che, favorite dalle frequenti e intense precipitazioni di mag- gio, si sono notevolmente diffuse e hanno dimostrato quanto sia critico il li- mite imposto dall’UE nell’utilizzo dei prodotti rameici.

Su ciliegio il controllo del moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii) è stato meno problematico rispetto al 2018.

Frumento. La difesa del frumento non ha comportato grandi difficoltà. La septoria (Septoria tritici) si è presentata tardivamente e pertanto non ha cau- sato danni particolari. La fusariosi della spiga (Fusarium graminearum) ha fatto la sua comparsa dalla seconda metà di maggio con una pressione della malattia medio-bassa. Gli abbassamenti termici in corrispondenza degli eventi infettivi non hanno causato incrementi sostanziali di contaminazione delle ca- riossidi dalla micotossina DON (deossinivalenolo). Sul frumento duro le pre- cipitazioni frequenti e le temperature fresche nei periodi successivi alla spiga- tura, hanno causato la comparsa della volpatura, patologia che riduce la qualità tecnologica del grano, causata dall’infezione di diverse specie di micromiceti, fra cui spiccano per importanza Alternaria spp., Cladosporium spp., Epicoc- cum. Si è rilevata la presenza di ruggine gialla (Puccinia striiformis) con in- fezioni localizzate che non hanno però creato danni. Degna di nota è la ricom- parsa, per il secondo anno consecutivo, della ruggine nera (Puccinia grami- nis), la più pericolosa tra le ruggini, non presente nei nostri areali da almeno 20 anni.

Melo. Per la ticchiolatura su melo (Venturia inaequalis) le condizioni cli- matiche sono state favorevoli alla malattia, ma le strategie di difesa adottate hanno consentito di contenerla sufficientemente, grazie anche ad alcuni im- portanti cambiamenti nella gestione dei mezzi di difesa. In particolare, va evi- denziato come negli ultimi anni si sono limitati gli impieghi dei prodotti fito- sanitari che avevano manifestato fenomeni di resistenza. E’ stato invece ulte- riormente incrementato il ricorso ad “interventi tempestivi” per contrastare le infezioni in atto e completare le strategie di difesa impostate sui trattamenti preventivi di copertura. Molto problematico il controllo del colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora). Il cambiamento climatico in corso fa registrare sempre più frequentemente temperature mediamente più elevate in aprile e maggio rispetto al passato. Questo determina inevitabilmente la coincidenza della fioritura del melo (fase fenologica che facilita la penetrazione del batte- rio nella pianta) con condizioni climatiche più favorevoli per lo sviluppo delle infezioni.

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Pero. Dopo un 2018 già molto pesante, il 2019 verrà ricordato come un anno terribile per la coltura del pero a causa di:

- bassissime produzioni provocate da un andamento stagionale particolar- mente avverso durante la fioritura con ricadute negative sull’allegagione; - gravi danni provocati dalla maculatura bruna;

- gravissimi danni provocati dalla cimice asiatica.

A questi problemi dobbiamo aggiungere la presenza diffusa nel territorio di colpo di fuoco batterico, che a seguito di temperature elevate nei mesi di marzo e aprile ha originato le infezioni fiorali. Solitamente la fioritura del pero si verificava in presenza di temperature al di sotto dei 16.5° C, che rappresen- tano il limite termico per il batterio, ma negli ultimi anni l’innalzamento ter- mico ha portato a una recrudescenza della malattia. La difficoltà nel contenere questa malattia è un ulteriore fattore negativo per la coltura del pero.

Passando alla maculatura bruna, i danni sulla produzione sono stati ingenti, considerando che la varietà più suscettibile è Abate Fetel, che rappresenta circa il 70% della superficie regionale coltivata a pero. La malattia si è pre- sentata in maniera diffusa sul territorio con percentuali di frutti danneggiati che in diversi impianti ha raggiunto il 100% della produzione. Anche in questo caso la recrudescenza della malattia è dovuta alle condizioni climatiche. Nel 2019 le frequenti ed intense piogge di maggio hanno causato un elevato volo di conidi con un numero di infezioni rilevate, ed evidenziate dai modelli pre- visionali, di molto superiori a quelle osservate negli ultimi anni. Di fatto la difesa dalla maculatura, che in passato iniziava dalla fine di maggio e termi- nava a fine agosto, è ora anticipata alla fine di aprile, allungando di un mese la difesa e incidendo sul buon esito delle strategie adottate. Tutte queste con- dizioni hanno messo a dura prova i prodotti fitosanitari disponibili che non sempre hanno risposto alle attese. Gli studi condotti in collaborazione con l’Università di Bologna confermano che i problemi di maculatura bruna sono da attribuire a Stemphylium vesicarium.

Si evidenzia che il processo di revisione delle sostanze attive in base al Reg. (CE) 1107/2009 sta determinando una minore immissione sul mercato di fitofarmaci con nuovi meccanismi di azione e contemporaneamente una ridu- zione per revoche di prodotti fitosanitari e questo nel tempo renderà più diffi- coltoso la gestione complessiva della difesa.

Patata. Negli ultimi anni il principale problema fitosanitario è la difesa dei tuberi dagli attacchi delle larve di elateridi (Agriotes sp.). I danni causati da questi insetti, che entrano nei tuberi scavando gallerie e provocando marciumi, sono in forte crescita e stanno diventando il principale fattore limitante per la coltura. La difesa viene effettuata alla semina o alla rincalzatura con geodisin- festanti (in particolare Etoprophos, recentemente revocato). Tuttavia, questa

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67 strategia, valida per altre colture, non riesce a proteggere i tuberi in quanto i danni si rilevano nel periodo estivo, quando gli insetticidi applicati al terreno hanno già perso gran parte della loro efficacia. Sono in sperimentazione si- stemi di difesa alternativi basati su tecniche agronomiche come il sovescio con brassicacee e sull’applicazione di funghi antagonisti in fertirrigazione.

Pomodoro. Complessivamente sotto controllo la difesa del pomodoro, an- che se le precipitazioni di maggio hanno fortemente favorito lo sviluppo delle batteriosi. Nel 2019 sono risultate positive le esperienze avviate per favorire il controllo biologico del ragnetto rosso (Tetranychus urticae) che comunque è stato meno problematico rispetto all’anno precedente. Ancora critica, anche se complessivamente sotto controllo, la situazione della ralstonia (Ralstonia solanaceaurum) con il ritrovamento nel corso dell’anno di 5 nuovi focolai in provincia di Parma.

Vite. Le strategie di difesa hanno permesso il controllo delle avversità, in particolare vanno evidenziati i positivi riscontri preliminari per la difesa delle cocciniglie attraverso tecniche biologiche, come il lancio di insetti utili e l’in- troduzione della confusione sessuale.

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