• Non ci sono risultati.

Il Social Responsible Investing (SRI)

4. LA CSR E IL MONDO DELLA FINANZA

4.2 Il Social Responsible Investing (SRI)

Come si è visto anche nella ricerca condotta da Iaonnou, sul periodo 1993-2007, presentata nel paragrafo precedente, col passare del tempo, il modo di percepire la CSR da parte degli “addetti ai lavori” è radicalmente mutato. Questo cambiamento di indirizzo, lo si è visto, è principalmente attribuito al fatto che, dal punto di vista degli stessi analisti, è mutata la logica istituzionale alla base delle aziende che mettono in pratica politiche di Corporate Social Responsibility. Ma questo potenzialmente non è l’unica motivazione: sempre più il mondo (rappresentato dagli investitori) richiede requisiti etici per i propri investimenti. A tal proposito risultano significative i sondaggi a investitori americani negli anni 1993, 1994, riportati da Paine (2003). Da quel che emerge nel 1993 il 72% degli intervistati afferma di considerare l’aspetto etico di un’azienda prima di decidere se investire in essa o meno; ancora, nel 1994 il 26% degli investitori intervistati ha affermato di ritenere estremamente importanti per poter prendere decisioni di investimento sia le pratiche di business messe in essere sia l’aspetto etico. Le conclusioni alle quali giunge Paine(2003) furono che “whether or not investors themselves are [were] directly concerned about corporate conduct, they recognize[d] that others’ concerns can translate into financial consequences for the companies they invest in.”

In molti paesi, specialmente europei questi investimenti socialmente responsabili stanno attirando sempre più interesse della cerchia degli analisti nonché degli investitori stessi, e pertanto sempre più rappresentano una parte non trascurabile del mercato finanziario

globale (Iaonnau,2014)104. Indicativamente, dal 2007, i “mutual funds” che hanno integrato gli score di CSR quale ulteriore requisito nelle decisione di allocazione di capitale hanno un valore degli asset (assets under management – AUM) superiore a $2.5 e $2 trilioni di dollari, rispettivamente negli USA e in Europa. Allo stesso modo, in Canada, Giappone, e Australia, i “socially conscious funds” trattengono rispettivamente i $500, $100 e $64 miliardi105 Si tenga presente che il tipo di integrazione che gli investitori richiedono alle aziende si traduce in un vero e proprio investimento strategico per l’impresa stessa: non viene chiesto solo di sviluppare una posizione etica per conto dei propri investitori, ma si richiede anche di migliorare il profilo rischio-rendimento del portafoglio in modo tale da cercare di ottenere buoni ritorni sul mercato finanziario sul quale essi sono commercializzati.

Fino ad ora si è parlato del cambiamento di percezione da parte degli investitori circa questa corrente denominata “socially responsible investing” ma non se ne è fornita una definizione formale. Ebbene, il socially responsible investing è un investimento che viene considerato, appunto, socialmente responsabile in base alla natura del business che conducono le imprese sulle quali ci si orienta per effettuarlo. In genere alla base di uno SRI vi sono delle precise caratteristiche da rispettare quali l’evitare investimenti in aziende che producono o vendono sostanze quali alcol, tabacco o gioco d’azzardo, e la ricerca di quelle imprese coinvolte con il rispetto della giustizia, la salvaguardia dell’ambiente e impegnate nella ricerca di energie alternative e pulite.

Lo SRI può consistere sia nell’investire in singole imprese con tali requisiti che in fondi comuni che ricomprendano aziende di questo genere (socially conscious mutual fund)106. Nel proseguo si intende analizzare questa seconda tipologia di investimento, quello in fondi socialmente responsabili.

104 Si tenga presente che anche questo è un concetto in continuo evolversi. Se nell’accezione originaria si

faceva genericamente riferimento a una “attenzione all’aspetto etico concernente il business”, allo stato attuale il riferimento è più dettagliato ed ampio: le decisioni di investimento si basano su una valutazione circa l’implementazione nel business dell’aspetto ambientale, sociale e delle pratiche di governance.

105 “We calculated these numbers from information provided by national and international organizations

that track socially conscious funds, such as Eurosif, Social Investment Forum, Responsible Investment Association Australasia, Social ResponsibleOrganization, and SRI funds in Asia” (Ioannou,2014).

4.2.1 I fondi socialmente responsabili

Sebbene la corrente relativa agli investimenti socialmente responsabili sia diventata di grande moda specialmente negli ultimi anni, essa ha origini molto più antiche.

Già in epoca medioevale sussistevano delle restrizioni di questa sorta imposte dalla chiesa. Non è un caso infatti che i dibattiti in materia sono nati in America, intorno al 1920, su proposta di una Chiesa107 che riteneva non corretto investire in banche e imprese che finanziavano iniziative in contrasto con la morale cristiana (es la guerra). È da questo dibattito che fu costruito il primo fondo etico universalmente riconosciuto, il Pioneer Fund (1928), che cercava di investire il denaro raccolto escludendo quei tipi di società definite non etiche e favorendone altre più meritevoli.

In tempi più recenti, lo SRI si è diffuso soprattutto per una maggior consapevolezza sociale degli investitori (mossi dalle svariate campagne sociali, promosse contro la guerra o contro il razzismo, iniziate nel 1960, che invitavano la popolazione a riflettere sulle conseguenze del proprio investimento). Negli anni ’70 prende campo il Pax Word Fund, promosso dagli oppositori alla guerra nel Vietnam, e ritenuto il primo fondo comune di investimento socialmente responsabile moderno, dal momento che i titoli ricompresi nel portafoglio erano di aziende non coinvolte nel commercio di armi, nella produzione di tabacco o di alcool né gioco d’azzardo, ma che anzi dimostravano considerazione nei confronti dei dipendenti e rispetto per l’ambiente. E da quegli anni ad oggi, come si è anticipato, vi è stato un crescendo nello sviluppo e nella diffusione di questo strumento finanziario. Per fornire una definizione strutturata di quel che significa socially responsible mutual funds, è possibile dire che sono degli strumenti di investimento che raggruppano titoli di aziende che aderiscono a pratiche sociali, morali, etiche e/o religiose nonché ambientali. Un’azienda per entrare a far parte del fondo deve essere soggetta a un vero e proprio processo di screening che ne attesti l’adeguatezza in base ai principi perseguiti dal fondo stesso. Dal momento che i valori e i principi delle persone sono molteplici, una delle sfide più ardue per i gestori di questi fondi è quella di selezionare le azioni in modo tale da incentrare in un fondo quei valori che possono essere attraenti per gli investitori108

107 Nello specifico la Chiesa Mennonita

108 Per esempio, i fondi con che presentano una forte attenzione alle questioni ambientali strong saranno

composti da azioni di aziende che vanno oltre il soddisfacimento di requisiti ambientali minimi, ovvero che si occupano proattivamente di uno sviluppo sostenibile.

Può essere interessante, per fornire evidenza empirica a quanto affermato in merito alla progressiva diffusione di tali strumenti, riportare le dichiarazioni rilasciate da Vigeo Eiris109 alla fine del 2016, concernenti dati del contesto europeo.

In figura 4.3 è riportato il numero di fondi socialmente responsabili commercializzati in Europa dal 1999 al 2016.

Da quanto si può notare dal 1999 al 2010 vi è stata una notevole crescita di investimenti, che si sono poi stabilizzati nel periodo 2010-2013 per poi riprendere la crescita: significativo è il +26% registrato tra il 2014 e il 2015. Il -5% ottenuto tra il 2015 e il 2016 viene interpretato dall’agenzia come un “anno di consolidamento” del risultato e pertanto non preoccupante né significativo.

Analizzando l’andamento dell’ultimo triennio per i diversi paesi, figura 4.4, emergono fondamentalmente quattro movimenti:

109 Vigeo Italia è la filiale italiana del gruppo Vigeo Eiris, una primaria agenzia di rating sociale ed

ambientale europea. Fondato nel 2002, ha assunto in breve tempo posizione di leadership, adottando un sistema di valori e di procedure rigorose che hanno caratterizzato lo svolgimento della sua attività. Dispone di un ampio database proprietario, che raccoglie i rating sociali ed ambientali di emittenti appartenenti alle diverse asset class (equity e fixed income), e di una gamma completa di servizi e prodotti che permettono agli investitori approcci socialmente responsabili nei processi di investimento. Vigeo è membro del Global Compact ed è firmatario dei Principles for Responsible Investment. ( http://finanzasostenibile.it/soci/vigeo- italia/ )

Figura 4.3 Numero di “SRI retail funds” in Europa

 I paesi dell’Europa centrale e settentrionale registrano un aumento in termini di offerta di fondi socialmente responsabili (Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Irlanda, Danimarca, Finlandia e Liechtenstein)

 Gli altri paesi stanno attuando degli aggiustamenti (l’Italia, insieme a Svizzera, Germania e Spagna, stanno riducendo l’offerta di circa il 10%)

 Il Belgio, a causa di una razionalizzazione nei fondi, registra una notevole decrescita.

 I paesi dell’Est hanno complessivamente una gamma ridotta di fondi (Lituania, Polonia, Slovenia, Ungheria).

Nonostante la diminuzione del numero complessivo di fondi socialmente responsabili offerti sul mercato è interessante notare che il valore di mercato degli stessi (asset under management - AUM) è in crescita, +16% nell’ultimo anno rilevato, (figura 4.5).

Figura 4.4 Numero di “SR funds” offerti dai diversi Paesi

Per quel che riguarda l’andamento per ogni singolo paese, esso è direttamente proporzionale al numero di fondi offerti. Mentre nell’Europa centro-settentrionale sono in crescita, nel Regno Unito hanno registrato una diminuzione per due anni consecutivi (-6%). Interessante invece appare il caso del Belgio, il quale nonostante la diminuzione quantitativa nel numero di fondi offerti, dovuta all’accorpamento di alcuni fondi di dimensione ridotta avvenuto con lo scopo di razionalizzare il mercato, come si è mostrato nella figura 4.4, mantiene tuttavia una invariata capacità in termini di asset under management, infatti come mostra la figura 4.6, il Belgio presenta nel 2016 esattamente lo stesso valore di mercato (espresso in miliardi di euro) rispetto all’anno precedente (nel quale il numero di fondi era però nettamente superiore 197, contro i 69 del 2016).

Figura 4.5 Asset Under Management dei fondi socialmente responsabili in Europa 1999-2016

È rilevante in ultima istanza anche osservare quale percentuale essi rappresentino all’interno della categoria “Organismi di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari” (OICVM; Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities – UCITS), della quale fanno parte. In Europa essi rappresentano, nel 2016, il 2% dei fondi complessivamente negoziati sul mercato (figura 4.7), e questo è il miglio risultato mai ottenuto, in accordo con la crescita esponenziale che li caratterizza.

Miliardi/€

Figura 4.6 Variazione AUM dei fondi socialmente responsabili nei diversi Paesi. Triennio 2014-2016

Volendo vedere come tale percentuale è declinabile all’interno dei diversi paesi, la figura 4.8 mostra la penetrazione degli SRI Funds nei rispettivi mercati. L’Olanda detiene la quota di mercato più alta in termini di SRI funds, di molto aumentata rispetto a quella del 2015 (da 16% a 42.9%): questo è dovuto ad un ampio e generalizzato declino negli AUM di tutti gli altri fondi negoziati110. Alle sue spalle, vi si trovano Belgio e Francia, rispettivamente con l’8,8% e il 7,6% di penetrazione.

110 Questo declino, spiega la relazione, è stato generato principalmente da due cause. Innanzitutto il valore

dei beni immobiliari (case) ha subito un continuo aumento negli ultimi anni; ciò ha fatto sì che questo bene diventasse il più sicuro e profittevole e quindi preferito dal momento che, invece, i titoli sul mercato appaiono sempre meno profittevoli e sempre più volatili. In secondo luogo, Delta Lloyd, una compagnia assicurativa nonché organismo di investimento collettivo ha subito ispezioni da parte del regulator, che può aver fatto preferire non investirvi.

Figura 4.7 Percentuale di incidenza dei “SR funds” sul totale degli OICVM . 2001-2016

Da quanto emerso sembra sfatato l’iniziale mito che voleva i fondi socialmente sostenibili meno profittevoli e pertanto meno desiderabili da parte egli investitori111.

Gli investitori non solo sono sempre più attratti da questo strumento in ragione di un’accresciuta consapevolezza sociale, ma anche perché il rendimento di questi strumenti di investimento è stato dimostrato essere del tutto in linea con altri strumenti di investimento più convenzionali. Per rendere più attendibile tale affermazione, si cita l’indagine condotta in merito da Mornigstar (2016), la più celebre e autorevole società al mondo che fornisce ricerche finanziarie indipendenti112. In questa analisi sono stati messi a confronto due indici borsistici, il MSCI KLD 400 Index (per i fondi socialmente sostenibili) e lo S&P 500 (per i fondi “convenzionali”). Nel tempo il rapporto tra i due indici è stato leggermente mutevole. Durante gli anni ’90 (tabella 4.1, seconda riga), il periodo del boom “dot.com”, il MSCI KLD 400 Index ottenne in media risultati migliori rispetto il S&P 500. L’effetto esercitato dalla crescita esponenziale sembra avere un effetto positivo su entrambi gli indici, che assumono come valore medio dal 1990 al 1999, 19.62 il MSCI KLD 400 e 16.73 il S&P 500; tuttavia emerge che, pur andando nella stessa

111 Questa convinzione è stata per lungo tempo una delle ragioni che hanno frenato l’espandersi della

finanza etica.

112http://www.morningstar.it/it/

Articolo:http://corporate1.morningstar.com/ResearchArticle.aspx?documentId=779995

Figura 4.8 Percentuale di incidenza dei “SR funds” sul totale degli OICVM, per Paese. Triennio 2014-2016

direzione, l’indice sostenibile rende meglio rispetto a quello convenzionale: questo è spiegabile col fatto che esso ricomprendeva un maggior numero di azioni appartenenti al settore delle nuove tecnologie (ovvero quello che stava subendo una crescita di valore esponenziale). Con lo scoppio della bolla dot.com, intorno agli anni 2000, i risultati dei due indici si invertirono, ancora una volta i due indici si muovono nella medesima direzione, ma analogamente al caso precedente, quello in cui i due indici aumentavano i rispettivi valori e l’indice sostenibile aveva performance più amplificate, anche in questo caso esso, sebbene in negativo, assume un valore amplificato rispetto all’indice convenzionale: e pertanto questa volta fu lo S&P 500 ad avere risultati migliori in valore assoluto rispetto al MSCI KLD 400 Index (in media -2.72 e -2.76 rispettivamente, terza riga tabella 4.1) tendenza che in media, come mostrato anche dalla quarta riga della tabella 4.1, si è mantenuta fino ad oggi.

Tuttavia, nonostante gli andamenti altalenanti, sebbene concordi nella direzione, dovuti alle caratteristiche dei diversi periodi storici in cui si sono registrati i dati, è possibile affermare che dal 1990 al 2016 il rendimento medio dell’indice sostenibile è stato superiore a quello del convenzionale, come mostrato nella prima riga della tabella 4.1. Ciò a dimostrazione che può essere scongiurato ogni timore in merito a presunte minori capacità remunerative di tale strumento: i rendimenti degli indici sostenibili si muovono in linea con quelli degli indici convenzionali; unica leggera differenza è che talvolta si amplifica l’uno o l’altro, a seconda dei fattori contestuali che vengono di volta in volta a manifestarsi.

Fonte: Morningstar. Data as of 9/30/16

4.3 La CSP e i mercati finanziari: l’impatto sul valore di mercato e sul costo del