I CINESI D’OLTREMARE, IL CAPODANNO CINESE E LA STAMPA LOCALE
4.3 La stampa locale, i giornalisti e il contatto con la popolazione immigrata
La stampa nazionale e quella locale non trattano le stesse notizie e non ne parlano nella stessa maniera: se nei quotidiani nazionali gli articoli riguardano principalmente la politica internazionale e statale, i fatti di cronaca più rilevanti o interessanti, ci sono rubriche specializzate e gli editoriali sono firmati da noti professionisti, nei quotidiani a tiratura regionale o locale si scrive di ciò che avviene in quel determinato luogo, dove il rapporto con le fonti e con il pubblico è molto stretto.
In Sociologie du Journalisme il sociologo francese Erik Neveu illustra i tratti tipici del giornalismo locale: nel 1999 in questo settore era occupato il 23% dei professionisti della carta stampata (42% impiegati nelle riviste, comprese quelle specializzate; 13% nella stampa nazionale), trovandosi perciò al secondo posto per numero di impiegati.66 Sempre nel 1999 il giornalista-tipo era uomo, mediamente intorno ai cinquanta anni (26%), con un titolo di studio generalmente limitato al diploma di scuola superiore e una carriera all’interno della medesima testata.67 L’elemento più caratteristico è lo stretto legame con il luogo, con le conseguenze positive e negative che ciò comporta. Se da una parte ciò permette al giornalista di avere una buona conoscenza di fatti e persone grazie alla vicinanza, dall’altra rischia di metterlo sotto pressione: il pericolo è quello di non essere completamente oggettivo a causa della stessa
66 Erik N
EVEU, Sociologie du journalisme, Paris, La Découverte, 2004 (I ed. 2001), p. 31. 67
vicinanza, che comporta dei rapporti da non compromettere con il pubblico e con i diversi poteri locali (politici, sindacali, associativi) e un implicito “pacte de lecture” in base al quale
[la presse locale] est portée à sélectionner les personnages, les événements qui valorisent un «nous» territorialisé, d’où l’importance donnée aux réussites locales, à la vie associative, et corrélativement l’extrême prudence dans la couverture de tout ce qui peut faire conflit entre acteurs du local, la quasi-inexistence de scoops sur des «affaires» mettant en cause des pouvoirs locaux.68
Le comunità immigrate sono parte del territorio: le differenze somatiche e di abitudini le rendono ancora più visibili, soprattutto nei centri di piccola e media grandezza. Nelle città più grandi la presenza numericamente forte di un’etnia può portare alla formazione di un quartiere a prevalenza straniera. Come trattare quindi questo tema a livello giornalistico?
In uno studio pubblicato nel 1998 l’ex direttore dell’Observatoire des médias del Centre de
formation et de perfectionnement des journalistes de Paris Jean-Marie Charon afferma che
nella stampa regionale e locale non si scriva di popolazioni immigrate, se non in riferimento ad episodi di cronaca nera o come argomento politico.69 Egli riporta tre motivazioni principali per spiegare il vuoto nella trattazione di questo soggetto, che pure è parte integrante del territorio.
In primo luogo, la mancanza di contatto tra giornalisti e cittadini stranieri: se da una parte la comunità viene vista come un’entità chiusa, dall’altra il cronista viene percepito come un nemico da cui difendersi e a cui non dare confidenza. Secondariamente si pone il problema del “pacte de lecture” con i lettori autoctoni, che potrebbero non accettare una descrizione troppo positiva di persone generalmente viste come un pericolo. Infine, nelle redazioni di quotidiani regionali e locali spesso manca il personale specializzato sul tema dell’immigrazione: il giornalista può essere interessato ad informarsi sulle tradizioni di altre culture, ma difficilmente ne è un esperto conoscitore, per cui è possibile che riporti notizie non completamente esatte.70
Qual è la situazione della stampa di Lione? Come viene trattata la comunità asiatica presente in città dall’inizio del XX secolo?
L’oggetto principale di questa tesi sono gli articoli riguardanti il Capodanno, per cui non è stata fatta un’analisi approfondita di tutti i titoli pubblicati per verificare in quale misura si sia
68 Ibid. Tr. mia: “[La stampa locale] è portata a selezionare i personaggi e gli avvenimenti che valorizzano un “noi” nel territorio, da cui derivano l’importanza data ai successi locali e alla vita associativa e allo stesso tempo l’estrema prudenza nella copertura di tutto ciò che può indurre un conflitto tra attori locali, una virtuale assenza di scoop sugli “affari” che coinvolgono i poteri locali.”
69C
HARON, “La presse…”, op. cit., p. 40. In questo studio si fa riferimento in particolare alla comunità maghrebina o comunque di religione islamica.
70
scritto della presenza asiatica rispetto alle altre comunità straniere presenti: tuttavia il primo paragrafo del prossimo capitolo tratterà brevemente i soggetti generali in cui può essere divisa la produzione giornalistica riguardante l’immigrazione dall’Estremo Oriente dal 1976 ad oggi. Questo per notare come i temi siano diversi e solo una minima parte si riferisca esplicitamente ad episodi negativi legati a questa comunità discreta.
Non sono state fatte ricerche sulla descrizione delle altre etnie, per cui non è possibile fare un raffronto statistico per poter sostenere se gli articoli riguardanti gli asiatici siano stati pubblicati in misura maggiore o minore: circa duecento brani in trentasei anni (in media sei per anno) non sono molti, ma possono essere fatte alcune osservazioni.
In riferimento all’affermazione di Charon sopra citata per cui nelle testate locali spesso non c’è contatto tra giornalisti e comunità immigrata, si può notare come le unità di informazione in cui i cinesi vengono citati direttamente siano effettivamente limitate: come vedremo meglio nel prossimo capitolo, su un totale di quattrocentosessantasette unità analizzate solo centodue hanno un soggetto intervistato. Di questo 21%, in quarantaquattro casi vengono citate direttamente le parole dette da un portavoce dell’associazione dei cinesi d’oltremare: la presenza di un’associazione ufficialmente riconosciuta, con una sede e un numero di telefono facilmente reperibili “semplifica” il lavoro del giornalista, che potrebbe facilmente richiedere informazioni di prima mano. Le testate locali pubblicano periodicamente dei dossier riguardanti la comunità cinese a Lione e l’interlocutore principale con cui i cronisti entrano in contatto è l’Association des Chinois d’Outre-mer, voce “ufficiale” della comunità che permette un contatto con una popolazione generalmente riservata (per quanto visibile e inserita nel territorio grazie soprattutto ai ristoranti etnici).
Nel corso degli anni sono stati giornalisti diversi ad occuparsi delle notizie riguardanti la presenza cinese e i festeggiamenti per il Capodanno: le informazioni fornite non sono approfondite ma in generale corrette, anche se in alcuni casi uno studioso di cultura cinese può riscontrare degli errori grossolani dovuti alla non conoscenza della materia.