Il 29 gennaio 1766 il granduca Pietro Leopoldo nominò Gaetano Cambiagi ministro della Stamperia granducale. Cambiagi svolse tutta la sua attività di editore e letterato a Firenze. Grazie alla protezione del marchese Andrea Alamanni ottenne l’impiego di custode della Biblioteca Magliabechiana, aperta nel 1746. Pochi anni dopo, tramite Giovanni Targioni Tozzetti, allora prefetto della Magliabechiana, Cambiagi diventò custode della Biblioteca Marucelliana (1752), incarico nel quale gli sarebbe subentrato, nel 1771, il figlio Gaspero. In questi ambienti Cambiagi condusse ricerche di carattere storico-erudito pubblicando una serie di lavori: Descrizione
dell’imperiale giardino di Boboli (Firenze, Stamperia Imperiale, 1757); Memorie istoriche riguardanti le feste solite farsi in Firenze per la natività di San Gio. Batista (Firenze, Stamperia
Granducale, 1766).91
Al termine della reggenza lorenese Cambiagi abbandonò l’attività di letterato per dedicarsi a quella di libraio e stampatore. Il primo settembre 1764 aprì una bottega di libri dotata anche “d’ottimi strumenti di Mattematica ed Ottica”. Nel 1766 il granduca Pietro Leopoldo gli affidò la Stamperia granducale, che Cambiagi rilevò il 31 luglio 1772 per la somma di 25.200 scudi.92 Alla Stamperia granducale era accordato il privilegio “di servir nelle Stampe di qualunque genere i Magistrati, ed altri Pubblici Ufizi …, di stampare le Leggi, Bandi, Editti, e Notificazioni, e di vendere a comodo del Pubblico i Codici delle Leggi predette”.93
Tra il 1767 ed il 1774 Cambiagi curò la pubblicazione di due periodici: la Gazzetta estera, dal 7 aprile 1767 al 5 gennaio 1768, e la Gazzetta universale, dal 7 settembre 1773 alla fine del 1774.94 Inoltre, in qualità di tipografo granducale pubblicò una serie di scritti di grande rilievo per la storia culturale e politica toscana, quali le Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana di Giovanni Targioni Tozzetti (1768-79) e le Opere di Machiavelli (1782-83). Tra questi lavori rientrava la seconda edizione fiorentina della Raccolta sul moto delle acque, che vide la luce tra il 1765 ed il 1774 nella Stamperia granducale.
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XIMENES [1785-86], t. I, p. XVIII.
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Sulla figura di Gaetano Cambiagi (Firenze, 1721 o 1725 - ivi, 1795) si veda la voce curata da Gabriele Turi in DBI, vol. 17 (1974).
92 La Stamperia, pur divenuta proprietà di Gaetano Cambiagi, conservò il nome di granducale. 93 L’attività della stamperia di Cambiagi è documentata in C
AMBIAGI [1846] e LANDI [1881].
94 La Gazzetta estera fu poi rilevata da Giuseppe Allegrini, mentre la Gazzetta universale fu ceduta da Cambiagi allo
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Dal punto di vista legislativo l’editto emanato da Francesco Stefano di Lorena nel 1743 era ancora in vigore: esso oltre a prescrivere un nuovo metodo per la censura preventiva della stampa, stabiliva un controllo sulle tipografie, imponendo la chiusura di quelle private.95
La legge affidava l’incarico di sovrintendere alle stampe ad uno dei segretari del consiglio di reggenza, segretario a cui furono affiancati diversi revisori. Oltre ad essi, a Firenze era previsto un funzionario regio con l’incarico di sovrintendere alla pubblicazione delle stampe: durante il periodo della Reggenza, il cavaliere Gaetano Antinori esercitò tale ufficio e dopo la sua morte, avvenuta il 19 marzo 1763, se ne occupò Francesco Siminetti, direttore del Dipartimento di Stato per gli affari interni. Tra gli obblighi imposti agli stampatori dalla legge del 28 marzo 1743 vi erano quello di dare in nota il numero de’ torchi ed una mostra in stampa, sottoscritta col proprio nome, di tutti i caratteri di qualunque sorta e quello di comunicare qualsiasi alterazione o vendita o nuovo acquisto dei medesimi.96
Il governo trovò difficoltà ad imporre l’osservanza della legge del 1743, gli stampatori commettevano diverse infrazioni alla legge, spesso davano alla luce opere senza sottoporre gli originali alla revisione oppure non ottemperavano all’obbligo di consegnare gli originali delle opere stampate alla Cancelleria dell’Arte dei Medici, e Speziali, dalla quale dipendevano. Inoltre i tipografi non portavano all’approvazione gli originali manoscritti senza cancellature, aggiunte o correzioni, ma la stampa già fatta e in più copie. Nel 1773 Gaetano Cambiagi fu inquisito per aver stampato senza licenza il Breve di soppressione dei Gesuiti.97
Il governo, pur esigendo l’osservanza delle leggi, non fu alieno da concessioni e accomodamenti: mentre proibiva le stampe clandestine eseguite da un tipografo di sua iniziativa, ammetteva e tollerava quelle fatte col suo permesso e connivenza. Questo modo di procedere favorì l’attività tipografica, il commercio delle stampe, la cultura e gli interessi dei sovrani che lo potevano adottare a sostegno e propaganda della loro politica.98
Con le “Istruzioni per il Dipartimento della Segreteria di Stato per gli Affari Interni” (31 dicembre 1770) Pietro Leopoldo affidò l’incarico di sovrintendere alla revisione delle stampe al primo segretario del dipartimento, Francesco Seratti, che lo tenne fino al 1778. Subentrò poi l’abate Riguccio Galluzzi che rimase in carica fino al 1791. Il “Nuovo regolamento per la revisione delle stampe” (1° giugno 1791) voluto da Ferdinando III, poneva il settore delle stampe sotto la diretta sorveglianza del governo.99
Nel 1795 Gioacchino Cambiagi, figlio di Gaetano, subentrò alla direzione della Stamperia granducale. La sua formazione letteraria e storica iniziò nell’ambiente della libreria e della stamperia del padre. Negli anni in cui frequentò l’università di Pisa scrisse e pubblicò una Istoria
del Regno di Corsica (1770-72) in quattro tomi. Gli anni che videro Gioacchino alla guida della
Stamperia granducale furono quelli dell’occupazione francese, prima di Livorno nel 1796, poi di
95 La grazia di una stamperia privata fu negata anche a Leonardo Ximenes, che ne fece richiesta nel 1785 per la stampa
delle sue opere idrauliche. TIMPANARO MORELLI [1969], pp. 638-640.
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Le nuove disposizioni miravano ad impedire le stampe clandestine e a facilitare l’identificazione dell’autore delle medesime per mezzo di un confronto tra i caratteri. TIMPANARO MORELLI [1969], p. 643.
97.T
IMPANARO MORELLI [1969], pp. 664-665.
98 Un esempio di questa politica fu quello adottato da Pietro Leopoldo con la concessione da lui fatta ai librai - tipografi
fiorentini Allegrini e Pisoni. TIMPANARO MORELLI [1969], p. 675.
99 Furono nominati diversi revisori per le opere da stampare a Firenze, per le materie scientifiche il nome scelto fu
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tutta la Toscana nel 1799. In questo periodo Cambiagi assunse il titolo di Stampatore del governo francese. Nel 1815 l’azienda tornò ad essere denominata Stamperia granducale, ricevendo nuovamente il privilegio per la stampa degli uffici pubblici, e passò alla gestione di Carlo Cambiagi, figlio di Gioacchino.100