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Nell’esame delle edizioni fiorentine delle raccolte sul moto delle acque, merita di essere sottolineata l’incisiva azione editoriale svolta dalla Stamperia granducale medicea di Firenze, gestita nella prima metà del XVIII secolo dai tipografi Gaetano Tartini e Santi Franchi.49

La Stamperia granducale era stata fondata nel 1547 a Firenze in alcuni locali del Palazzo dei Cerchi dal granduca Cosimo I, che chiamò a dirigerla lo stampatore fiammingo Lorenzo Torrentino (Helmond, Brabante, 1499 - Firenze, 1563). Un anno dopo la sua morte (1564) la tipografia fu rilevata da Giorgio Marescotti, che si era perfezionato nella bottega di Torrentino e nel 1558 aveva avviato un’attività propria come libraio. Dopo la scomparsa di Torrentino, nel mercato tipografico fiorentino comparvero nuove figure imprenditoriali che aspiravano al privilegio di stampa goduto dal tipografo fiammingo. Tuttavia il duca Francesco I de’ Medici non volle assegnare il privilegio di stampa ad un solo tipografo, preferendo concederne di volta in volta per singole opere in maniera da non favorire un singolo stampatore. Nel 1585 a Marescotti fu concesso il privilegio decennale sulla stampa dei bandi e delle leggi dello stato, che costituiva una prerogativa dello stampatore ducale, ma senza ottenere il titolo di tipografo ducale. Alla scadenza, nel 1595, il privilegio non fu

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Per un profilo bio-bibliografico di Tommaso Narducci si vedano i lavori di Gino Arrighi: ARRIGHI [1962]; ARRIGHI

[1965]; ARRIGHI [1989]. Si veda inoltre BARBIERI -PEPE [1992].

48 Alcuni anni dopo Narducci pubblicò un altro lavoro di argomento idraulico, il Trattato intorno alla quantità del moto,

o sia della forza delle acque correnti dimostrata con ne’ diversi suoi strati, con alcune considerazioni circa la superficie e pressione delle acque nel fondo, quanto alle ripe de’ fiumi (Lucca, per Francesco Marescandoli, 1733).

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ERRONE [1982], p. 135. Nei primi decenni del secolo Giovanni Bottari e Tommaso Buonaventuri curarono una serie di pubblicazioni che testimoniavano la volontà di rinnovamento culturale dell’ambiente toscano.

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rinnovato. Anche nei primi decenni del XVII secolo il governo granducale mantenne la consueta posizione di favore del libero mercato e non concesse a nessuno la privativa.50

Nel 1699 Cosimo III de’ Medici, volendo potenziare l’attività della stamperia granducale, destinò l’intero edificio di Palazzo dei Cerchi per tale attività, aprendo al pian terreno una cartoleria e una libreria. L’intenzione del granduca era non solo di stimolare la ripresa dell’arte tipografica in Toscana, ma anche di dotare la corte di uno strumento di prestigio, in grado di produrre opere di elevato profilo culturale ed editoriale che consentissero a Firenze di poter competere con Venezia nella produzione a stampa. Nonostante le difficoltà, non solo finanziarie, dell’impresa, la Stamperia Granducale costituì un autorevole centro di formazione delle maestranze che contribuirono ad infondere vita alla tipografia toscana nel Settecento.51

Tra il 1713 ed il 1723 fu direttore della Stamperia granducale Tommaso Buonaventuri.

Nel 1737, alla morte di Gian Gastone de’ Medici, ultimo erede della famiglia, in base agli accordi seguiti alla pace di Vienna, il granducato di Toscana veniva assegnato a Francesco Stefano di Lorena. Il nuovo sovrano il 28 marzo 1743 emanò un editto “sopra la proibizione della libertà d’introdurre nello stato i libri, e stampe forestiere”, col quale si prescriveva un nuovo metodo per la censura preventiva della stampa e si stabiliva un controllo sulle tipografie, imponendo la chiusura di quelle private. Scopo dell’editto era quello di ridare alla censura laica l’antico valore, limitando quella ecclesiastica al solo campo delle questioni religiose. Inoltre si affermava l’esclusiva competenza del principe nel controllo delle stampe.52

Alla fine degli anni trenta del Settecento Rosso Antonio Martini, che risultava Soprintendente della Stamperia Granducale, lamentava una serie di difficoltà riscontrate nell’arte della stampa a Firenze, tale da rendere difficile e scarso il commercio di libri.53 Il nome di Martini compariva ancora nel 1747 insieme a quello del Marchese Andrea Alamanni e di Camillo Coppoli come responsabili della Stamperia Granducale.54

I tipografi Gaetano Tartini e Santi Franchi comparivano negli elenchi degli stampatori di Firenze nel 1742 e nel 1753 compilati da Antonio Cocchi: in quello del 1742 figuravano come Stampatori di S.A.R., mentre in quello del 1753 come Stampatori Imperiali: con l’ascesa al trono di Francesco Stefano di Lorena infatti nel 1745 la Stamperia aveva assunto la denominazione di Imperiale.55 I due tipografi pubblicarono varie opere di argomento matematico, in particolare tra il 1722 ed il 1744 curarono l’edizione di otto lavori di Guido Grandi:

Compendio delle Sezioni coniche d'Apollonio con aggiunta di nuove proprietà delle medesime sezioni compilato dal p. abate d. Guido Grandi, Firenze, nella stamperia di S.A.R. per gli

Tartini, e Franchi, 1722;

Flores geometrici ex Rhodonearum, et Cloeliarum curvarum descriptione resultantes, quos unà cum novi expeditissimi Mesolabii auctario ... d. Guido Grandus, Florentiae, typis Regiae

Celsitudinis, apud Tartinium, & Franchium, 1728;

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Franco Pignatti, Giorgio Marescotti, in DBI, vol. 70 (2007).

51 P ASTA [1997], p. 14. 52 T IMPANARO MORELLI [1969], p. 615. 53 P ASTA [1997], p. 19. 54 P ASTA [1997], p. 49. 55 T IMPANARO MORELLI [1999], pp. 569-570.

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Instituzioni meccaniche. Trattato del p. abate d. Guido Grandi, Firenze, 1739;

Instituzioni di aritmetica pratica del reverendiss. padre abate D. Guido Grandi camaldolese,

Firenze, 1740;

Elementi geometrici piani, e solidi di Euclide posti brevemente in volgare dal padre abate d. Guido Grandi, Firenze, nella Stamperia di S.A.R. per Gio. Gaetano Tartini, e Santi Franchi,

1740;

Instituzioni geometriche del reverendiss. padre abate d. Guido Grandi, Firenze, 1741;

Instituzioni delle sezioni coniche del padre d. Guido Grandi abate camaldolese con l'aggiunta in fine d'altre dimostrazioni, Firenze, nella stamperia di S.A.R. per Gio. Gaetano Tartini, e Santi

Franchi, 1744.

Tra il 1741 ed il 1763 uscirono dai torchi della Stamperia Imperiale, affidati a Gaetano Tartini e Santi Franchi un complesso di opere, finanziate per lo più dal mecenatismo del principe, il cui significato trascende ogni logica meramente commerciale. Opere di risonanza più che locale, volte alla riscoperta della tradizione umanistica ed alla valorizzazione dell’esperienza scientifica, destinate ad un pubblico selezionato di eruditi e specialisti, anche transalpini. Tra questi testi figurava la seconda Raccolta di autori che trattano del moto dell’acque (Firenze, 1765-1774, 9 voll.).56