• Non ci sono risultati.

di Lorenzo Migliorati, Veronica Polin e Liria Veronesi

4. Una storia poco conosciuta

Un risultato in parte inaspettato della nostra indagine, meritevole di appro- fondimenti e riflessioni, riguarda la questione “conoscenza” del sito ex Pechi-

ney/AFP4. Nell’analisi dei dati, balza subito all’occhio dello studioso che solo

il 7,1% della popolazione dichiara di avere un buon livello di conoscenza dei fatti passati e recenti legati al sito, mentre il 60% risponde di non sapere nulla. Si raggiunge il 75% se includiamo le persone che hanno risposto di sapere poco. Il livello di conoscenza posseduto non sembra tra l’altro essere influenzato dall’età, dal genere e dal comune di residenza dell’intervistato. Non conoscere o saper poco di uno spazio industriale in stato di parziale abbandono situato non nelle vicinanze del comune in cui si vive, potrebbe essere un fatto abbastanza normale. Appare invece in qualche misura sorprendente che più della metà dei residenti a L’Argentière-La Bessée – e quindi in prossimità del sito – affermi di non sapere nulla. Nell’interpretare i risultati emersi per quanto riguarda la conoscenza della storia del sito, è utile ricordare che il brownfield è una costru- zione che risale alla prima della metà del secolo scorso e che i tempi d’oro sono durati circa un ventennio (1950-1970). Dagli anni ‘80 è iniziato il declino, ca- ratterizzato da un susseguirsi di altre piccole attività industriali, tutte fallite, per giungere all’inizio del XXI secolo alla definitiva chiusura. Si tratta quindi di una realtà industriale parte di un passato ormai lontano, i cui ricordi apparten- gono soprattutto alla memoria delle persone più anziane. È anche però vero che da qualche tempo il consiglio intercomunale della CCPE sta negoziando l’ac- quisto della proprietà del sito; l’intento è di occuparsi direttamente del recupero del brownfield e di promuovere lo sviluppo di nuove attività economiche, in particolare turismo e sport. Tra l’altro, durante la trattativa, sono stati realizzati diversi studi e proposti progetti di sviluppo, la cui informazione dovrebbe

4 All’interno del territorio gestito dal consiglio intercomunale della CCPE vi sono due aree dismesse: il sito MG Industries Planet nella città di La Roche-de-Rame e il sito delle ex fabbriche

Pechiney a l’Argentière-la-Bessée. Questi siti, oltre a essere molto vicino l’uno all’altro (circa 6

chilometri), condividono una lunga storia industriale comune che si è conclusa, in entrambi, i casi con la chiusura delle attività produttive e l’abbandono dell’area in seguito al fallimento degli ultimi proprietari. Nella nostra analisi ci focalizzeremo sul sito ex Pechiney, perché si trova nel comune più popolato (circa 2300 abitanti) della CCPE (ed è il terzo più grande comune della vallata). Ma anche perché volendo esplorare le potenzialità future, riteniamo più realistico un intervento di riqualificazione, nel breve-medio termine, in un’area che non ha bisogno di bonifi- che per inquinamento, attività invece richiesta per l’altro sito gravemente inquinato, in particolare a causa dello stoccaggio illegale di sostanze tossiche.

essere in qualche modo giunta alla popolazione residente in quel territorio. Inol- tre, una parte dell’area è stata già ristrutturata e lo spazio è stato rioccupato da attività commerciali varie, negozi e servizi.

Oltre al tema della conoscenza, si è ritenuto interessante esplorare le rappre- sentazioni del sito ex Pechiney/AFP. Lo abbiamo fatto chiedendo agli abitanti di descrivere questo luogo attraverso due aggettivi, in modo da cogliere la di- mensione più istintiva del sentiment. Gli aggettivi più frequentemente utilizzati sono: “brutto”, “triste”, “abbandonato”, “peccato”, “spreco”, “isolamento”, “desolante”, “inutile”, “inquinato”. Questo esercizio ci restituisce percezioni piuttosto negative sullo stato generale attuale del sito in oggetto (cfr. fig. 22).

È importante non trascurare che l’atteggiamento nei confronti del brown-

field potrebbe essere influenzato dall’esperienza personale. Tipicamente

un’esperienza professionale dell’intervistato, o di un suo familiare/parente, le- gata alla storia industriale del sito. Esperienza conclusasi in modo violento a causa di un licenziamento deciso dalla governance aziendale, come atto neces- sario per fronteggiare situazioni economiche ormai fortemente compromesse. Su questo aspetto la nostra indagine mostra che la maggior parte della popola- zione non ha subito conseguenze economiche negative a livello personale. Un risultato in parte atteso: il periodo in cui gli occupati erano molti risale a oltre quaranta anni fa5, e già intorno alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, i

lavoratori erano solo un centinaio. Tra chi ha avuto effetti negativi (circa il 40% degli abitanti), la metà dichiara di averli superati, per gli altri (in particolare per i residenti a La Roche de Rame) l’impatto negativo è ancora presente, anche se in misura minore.

Conoscenza e desiderio di essere coinvolti in decisioni riguardanti il sito non sempre vanno di pari passo. Nonostante le criticità emerse per quanto ri- guarda il livello di informazioni posseduto, quasi tutta la comunità (91,9%) ri- tiene che i residenti debbano essere coinvolti nel processo di trasformazione dell’ex sito di Pechiney/AFP. Progetti, idee, proposte, visioni dovrebbero rap- presentare l’esito di un processo partecipato in cui anche gli abitanti sono in grado di far sentire la loro voce; non si riconosce dunque l’esclusiva compe- tenza a politici ed esperti locali. Il loro desiderio di partecipazione emerge non solo con riferimento all’ex sito industriale ma riguarda anche lo sviluppo locale nel suo complesso: vi è un consenso unanime nell’attribuire nel processo tra- sformativo un ruolo guida alla comunità locale.

5 Nel periodo 1950-1970, gli occupati totali (diretti e indotto) nella società Pechiney erano circa 3000, di cui la metà a L’Argentière-La Bessée.