Ambito Veneto Lombardia Emilia-Romagna
Disciplina dei Rifiuti
Piani Regionali dei RIfiuti: il riconoscimento alla Regione dellafunzione relativa all’in- dividuazione delle misure idonee ad incoraggiare e razionalizzare la raccolta, la cernita ed il riciclaggio dei rifiuti, nonché (lettera d) la detenninazione dei criteri generali per l’organizzazione e l’attuazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anche al fine di premiare e valorizzare l’avvio da parte dei comuni di gestioni più virtuose
(i) Competenza a disciplinare il recupero di specifiche categorie di rifiuti significative per il territorio lombardo e a valutare, in un’ottica di economia circo- lare, la possibilità di attribuire la qualifica di non rifiuto a specifici prodotti; competenza a disciplinare le modalità di gestione dei rifiuti urbani e speciali, compresa la possibilità di allineare la capacità impian- tistica al reale fabbisogno e garantire piena attuazione al principio dell’autosufficienza su base regionale
Potestà legislativa relativa alle misure in materia di prevenzione dei rifiuti
Relazione tra ripristi
-
no e danno ambientale
Correlazione diretta tra il risarcimento del danno am- bientale e il territorio regiona- le che subisce il danno
correlazione diretta tra il risar- cimento del danno ambientale e il territorio regionale che subisce il danno
Bonifi
-
cha sedi inquinate
Potestà amministrativa regiona- le nei procedimenti di bonifica dei siti di interesse nazionale, ivi comprese le relative forme di finanziamento
Tutela del Paesaggio
piano paesaggistico alla competenza esclusiva della Regione senza più prevedere l’obbligatorietà di un’elabora- zione congiunta tra Ministero e Regione nei casi espressa- mente richiamati.
competenza diretta in ordine alla legislazione, pianificazio- ne e gestione amministrativa in materia di tutela dei beni paesaggistici;
(i) Potestà normativa e pote- stà amministrativa riguardo al governo del territorio e in particolare ai procedimenti edilizi.(ii) Potestà normativa e potestà amministrativa riguardo alla rigenerazione urbana; (iii) Potestà norma- tiva e potestà amministrativa riguardo alla messa in sicu- rezza sismica
provvedimenti autorizza- tori siano rilasciati dalla Regione senza la preventiva acquisizione del parere della Sovraintendenza.
Il trasferimento della totalità delle funzioni relative alla valutazione dell’impatto am- bientale per le opere ubicate esclusivamente in Veneto
potestà di regolare le compe- tenze proprie e quelle degli enti locali sulle procedure per il rilascio dei provvedimenti di valutazione di impatto ambientale
competenze legislative e amministrative sull’autoriz- zazione unica degli interventi edilizi, sulle infrastrutture, sulle altre opere pubbliche di interesse regionale e locale, sugli impianti produttivi, nonché i connessi aspetti pa- esaggistici della valutazione ambientale.
Ambito Veneto Lombardia Emilia-Romagna
Relazioni ambiente-settori produttivi
Pesca e acquacoltura: pareri
alle Commissioni Territoriali piena potestà, nel rispetto della normativa dell’Unione europea, di prevedere e applicare sul ter- ritorio lombardo regole certe in tema di tutela dell’ecosistema, al principale fine di limitare i danni all’agricoltura
Pesca e Acquacoltura disci- plinate separatamente
trasferimento alla Regione del Veneto delle funzioni amministrative in materia di riconoscimento delle acque minerali naturali
autonomia regionale nella definizione delle compensazio- ni economiche e ambientali, strettamente connesse alle esi- genze delle realtà territoriali da compensare, nell’ambito delle concessioni per l’utilizzo delle risorse ambientali e naturali, con particolare riferimento alla montagna;
Fonte: Nostra elaborazione (segue...)
importanti specificità, e mentre di sanità e coordinamento della finanza pubblica ci siamo occupati in precedenti nostre analisi (Grazzini et al. 2018, 2019), rite- niamo che molto poco siano state trattate nello specifico le altre materie. Per questo abbiamo focalizzato l’attenzione di questo lavoro su ambiente, cultura e politiche occupazionali (per altri versi, proprio in questi giorni al centro di un importante confronto politico dovuto all’introduzione del Reddito di Cit- tadinanza). Anche nel caso delle politiche per il lavoro la Lombardia sembra distinguersi per il riordino dei Centri per l’Impiego, che ha scelto di non regio- nalizzare, per ora, mentre ha richiesto come Emilia e Veneto la possibilità di aumentare il proprio ruolo nella definizione delle politiche attive e passive per l’intero territorio regionale. Ancora più sfumati si sono dimostrati poi i rapporti tra centro ed enti territoriali nell’ambito della gestione dei beni ambientali e del patrimonio culturale. In queste materie infatti, non solo si prefigurano possi- bili frizioni nella riorganizzazione dei livelli di governo locali, ma anche recenti posizioni dei Ministeri di riferimento (MiBACT e MATTM) non vedono il livello regionale come adeguato rispetto ad alcune delle richieste formulate.
In definitiva, l’evoluzione del dibattito sul decentramento differenziato, forte- mente condizionato dall’evoluzione dello scenario politico, sembra oggi andare nella direzione dell’inserimento delle richieste nel solco del percorso di riordino tracciato oltre 20 anni fa dalla riforma costituzionale e oggi ancora largamente inattuato. La riforma dell’assetto istituzionale del Paese verso un modello più federalista si basava sull’affermazione del principio del fabbisogno standard, da
un lato, rivolto a migliorare l’efficienza, tenendo conto dei bisogni dei cittadini, e del principio di solidarietà, dall’altro, dato dalla compensazione della base imponibile. Nonostante le indubbie complessità di questo processo, il modello di federalismo scelto è stato il risultato di un lungo e complesso dibattito che ha portato ad un accordo ampiamente condiviso, all’interno del quale le proposte di differenziazione trovano già una adeguata collocazione.
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Autonomia rafforzata e differenziazione: materie e risorse nelle richieste delle Regioni Sommario
Questo lavoro è rivolto ad evidenziare come il processo di federalismo differenziato non debba favorire la nascita di nuove Regioni a statuto speciale, ma piuttosto debba migliorare la risposta dello Stato alle richieste dei cittadini del paese nel suo insieme. Per questo motivo è opportuno richiamare i vincoli che è necessario siano soddisfatti da qualsiasi forma di autonomia rafforzata: l’invarianza della spesa pubblica; l’invarianza della pressione fiscale; la conferma dei principi di solidarietà verso i più deboli. Queste condizioni riducono gli spazi di manovra dell’autonomia, che vengono di seguito ana- lizzati in riferimento a due ambiti specifici: protezione ambientale, ecosistemi e cultura e politiche per il mercato del lavoro.