Capitolo III. Suddivisione del territorio e peculiarità funzionali delle opere difensive.
TAGLIATA STRADALE BUCO DI VELA (3)
Era in pratica una tagliata stradale che chiudeva la strada del Buco di Vela (Velastrasse) e la sua struttura evidenzia la maestria del genio austroungarico nell'aver saputo coniugare gli scopi militari alla configurazione orografica del luogo.
Il forte tagliava il torrente Vela (che in occasione della progettazione della fortificazione venne deviato nel suo corso, grazie ad un intervento specifico che consentisse di ricavare il giusto spazio per realizzare l’appreestamento) e la strada all'imbocco di una stretta gola.
Realizzata a partire dal 1862 a 421 metri sul livello del mare, assieme al blockhaus del Doss di Sponde, aveva il compito di sbarrare la strada che da Vezzano portava a Trento. A chiusura completa della gola del torrente Vela, il forte si erge sulla strada che sale da Trento verso Cadine. Le difese del forte erano tutte orientate verso Cadine.
Il toponimo «Bus de Vela», con cui normalmente si indica la tagliata stradale di Cadine, è espressione della particolarità morfologica del luogo dove il torrente Vela, che nasce dalle pendici settentrionali del Monte Bondone, entra nella gola tra le rocce calcaree, che ha inciso tra il versante nord del dosso del Casteler de la Gròa (mt 873) e quelle meridionali del Doss Rònch (mt 628), nel territorio del Comune catastale di Cadine195.
La gola del Vela divide geograficamente il gruppo del Monte Bondone da quello del Gaza-Paganella, nella quale è inclusa la breve e bassa catena collinare del Doss del Ghirlo-Soprassasso (mt 920).
Una leggenda antica riferisce che ai margini dell'opera, su di una pietra collocata alla base sul lato sinistro, provenendo da Trento, vi sia l'impronta dello zoccolo di un cavallo. Sempre la leggenda narra che tale impressione sia del cavallo di San Vigilio lasciata nel momento della fuga di quest'ultimo dalle valli
Rendena e Giudicarie, dove si era recato per evangelizzare le popolazioni montanare196.
Si trattava della più vecchia opera permanente realizzata con le strutture murarie scoperte, dotata di grosse cannoniere in casematte. Da ciò si deduce quanto risultasse vulnerabile e incapace di opporre resistenza alle artiglierie da montagna di piccolo calibro, per contro capaci di eseguire «tiri d’imbocco» contro le ampie cannoniere delle casematte anteriori del forte. Eretta com’era sopra l’inizio della strettoia formata dal Rio Vela, risultava difficilmente aggirabile, ma veniva dominata dalle favorevoli posizioni del Monte Grun, dal quale le artiglierie avversarie avrebbero potuto dominare lo sbarramento difensivo.
Non presenta una struttura geometrica regolarmente definita in quanto trattandosi di una tagliata stradale, con funzione di sbarramento viario, ambiva prevalentemente adattarsi al terreno per svolgere la funzione difensiva assegnata. Ha comunque una forma simile ad un ponte, conferendo all'opera una geometria allungata e stretta. Il forte presenta i lati nord e sud arrotondati, i cortili sono degradanti, i muri di recinzione sono dotati di fuciliere.
L’importante strada della Valle dei Laghi passando sopra il corso del fiume, veniva chiusa da un grosso portone, il cui accesso risultava protetto dal fossato naturale della Vela - per mezzo di un ponte mobile - da consistenti reticolati e da muri difensivi con feritoie. Analogo portone era stato posto in opera lungo la strada, sul fronte di gola. Entrambi i portoni risultavano a prova di armi leggere. In tempi successivi venne approntata una batteria annessa da campagna di tipo aperto con relative riservette e ricoveri sotterranei per la guarnigione che, però risultava alloggiata nelle casematte della tagliata stradale. In tempi successivi l’intero costone roccioso costituente la sponda destra del Rio Vela venne perforato per ricavarne una serie di caverne adibite a depositi vari, a casematte e, verosimilmente, per ospitarvi un congruo numero di truppe di rincalzo, in caso di un forte attacco allo sbarramento superiore.
All'interno del forte era presente un sotterraneo a cui era possibile accedervi per mezzo di una botola che nascondeva una scala con gradini in legno. Il resto della struttura era costituito di 5 casematte. Le casematte esterne, con parete arrotondata e contraddistinte dai numeri 5 e 6 nella pianta sottostante, presentavano rispettivamente 10 feritoie per fucilieri e 8 feritoie per fucilieri. Le
casematte centrali contraddistinte dai numeri 2, 3 e 4 contenevano le artiglierie più pesanti. La casamatta centrale (3) possedeva una feritoia per cannone e 2 feritoie per fucilieri. Le altre 2 casematte avevano solo una feritoia per cannoni. Prevalentemente le aperture verso l'esterno erano destinate ad artiglieria leggera, anche perché il forte ospitava una batteria di artiglieria in barbetta, nei pressi di un'altura naturale collocata in una posizione sopraelevata rispetto al tetto dell'opera.
Valicando il portone e in direzione di Trento si era soliti costeggiare un muro di contenimento fornito di numerose feritoie per fucilieri. A protezione di questa struttura vi era anche un corpo di guardia che consisteva in una piccola struttura in muratura su di un piano unico e di soli due vani. All'interno erano presenti una cucina e un dormitorio. La cucina era composta di due aperture verso l'esterno, mentre il dormitorio ne possedeva tre. Le pareti esterne erano spesse 95 cm, mentre l'unico divisorio interno che divideva i due vani aveva spessore di 63 cm. Il pavimento era in cemento battuto, mentre le pareti interne erano in muratura a vista.
Il corpo di guardia in origine possedeva anche feritoie per fucilieri ricavate lungo le pareti della stessa struttura. Altre 29 aperture per fucili si trovavano lungo il muro protetto che metteva in collegamento il corpo di guardia e il forte. Esternamente era presente la latrina, realizzata con gli stessi criteri architettonici. I pavimenti erano in cemento battuto, il tetto era a vista e vi era una sola apertura verso l'esterno.
Fu radiato dal demanio militare italiano il 29/03/1949197.
Guarnigione:
in caso di guerra con l’Italia: 1 ufficiali e 43 sottufficiali e soldati in caso di guerra con la Russia: 1 ufficiale e 45 sottufficiali e soldati