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CAPITOLO 4: LA FURIA DI TRUMP CONTRO L’OBAMACARE.

4.2 I tentativi di abrogare l’Obamacare.

Si vedrà adesso, quello che Trump ha tentato di fare in ambito sanitario.

Ebbene, durante la campagna per le presidenziali, Tump aveva spinto molto sulla riforma dell’Obamacare, sia per fare proprie le esigenze programmatiche del suo partito, in modo da ottenere quel riconoscimento politico che come si è accennato stentava ad arrivare, sia per “canalizzare verso di sé le simpatie ed i voti degli elettori pro-life, vicini sempre all’House Freedom Causus, da sempre ostile alle associazioni Planned Parenthood, in prima linea, al contrario, per la diffusione di servizi ed iniziative in materia di pianificazione familiare, aborto ed educazione sessuale, coperti dallo stesso Obamacare”344.

A pochi mesi dall’insediamento alla White House, il neopresidente si era messo subito a lavoro per una controriforma e abrogare il disegno di legge del suo predecessore. Il 23 gennaio il presidente Trump aveva firmato un ordine esecutivo volto a ripristinare la cosiddetta Mexico City Policy, impedendo così alle organizzazioni internazionali non governative impegnate nel fornire servizi alle donne che decidevano di abortire, di ricevere finanziamenti dal governo degli Stati Uniti. Il 4 maggio 2017 la Camera dei Rappresentanti approvava il progetto di legge chiamato American Health Care Act, con una maggioranza risicata di 217 voti favorevoli e 213 contrari.

Erano diversi i punti della riforma di Obama a venire intaccati dalla controriforma di Trump. Come si è visto nel capitolo precedente, i repubblicani non mandarono mai mandato giù l’intromissione dello Stato nel campo delle decisioni private e nel mercato sanitario e proprio per questo la prima istituzione presa di mira fu l’individual mandate, che venne profondamente rivisto. Si prospettava l’introduzione di un nuovo meccanismo che mirava a incentivare e non ad obbligare, l’acquisto di polizze assicurative. Si prevedeva anche l’abolizione dell’obbligo per i datori di lavoro di assicurare il dipendente. Venivano previsti incentivi, sotto forma di crediti di imposta, che potevano essere usati per l’acquisto di un’assicurazione sanitaria. Unico criterio per calcolare questi crediti sarebbe stata l’età dell’assicurato. Erano previste anche qui delle penalità, che consistevano in un sovrapprezzo, fino al 30%, applicato al premio da pagare al momento dell’attivazione della nuova polizza. In

343 P. Carrozza, “La vittoria di Donald Trump”, www.dpce.com

344 A. Pierini, “Il progetto di riforma sanitaria dell’Amministrazione Trump all’esame del Congresso: verso il superamento dell’Obamacare”, www.dpce.com

sostanza, maggiore era il tempo durante il quale si rimaneva non assicurati, maggiore sarebbe stata la penale.

Nonostante anche qui non fosse prevista la possibilità di negare la copertura sanitaria in base alle condizioni mediche pregresse, venivano eliminate una serie di ulteriori condizioni, come i limiti al costo delle polizze stesse.

Erano previste poi ulteriori disposizioni, sempre nell’ottica di liberalizzare il mercato assicurativo, per cui veniva abolito l’obbligo di fornire agli assicurati un pacchetto base di copertura sanitaria essenziale di base e veniva consentito agli stati di non porre limiti alle differenze tra i premi.

Per quanto riguarda il Medicaid, il Trumpcare, bloccava l’aumento della spesa federale prevista per finaziarlo.

Anche se i repubblicani avevano, oltre alla Camera, la maggioranza anche al Senato, l’iter non era affatto semplice; non lo era per lo stesso motivo per il quale non fu facile l’approvazione dell’Obamacare, ossia le varie correnti all’interno del partito repubblicano (anche se di base la riforma di Obama non convinceva praticamente tutti). Vi erano coloro che volevano un superamento totale e una reintroduzione di logiche privatistiche e i più moderati, che preferivano apportare solamente delle modifiche al testo, per non far perdere la copertura sanitaria a milioni di persone. Fu proprio per questo che, dopo l’analisi critica nei confronti del c.d. Trumpcare da parte del Congressional Budget Office, che aveva manifestato una certa preoccupazione verso la riforma, in quanto avrebbe potuto portare alla fuoriuscita dal sistema sanitario di più di 14 milioni di cittadini americani, che il Senato decise di non approvare il disegno di legge.

Questa prima sconfitta non aveva infiacchito l’animo dei repubblicani che nell’estate erano pronti a riprovarci nuovamente. Il senatore Mitch McConnel aveva presentato un nuovo pacchetto definito come lo skinny repeal, che prevedeva l’abolizione dell’obbligatorietà dell’assicurazione sanitaria e alcune imposte mediche. Un testo certamente molto meno ambizioso del precedente. Ma quella che il sentore aveva in mente era una strategia chiara e ben definita; quella di far votare un testo minimo, che potesse andar bene a entrambe le correnti repubblicane, per poi arrivare, tramite ulteriori negoziati, allo smantellamento del PPACA. Ai repubblicani servivano sempre 50 voti e questa volta c’erano dei segnali più positivi rispetto alla vota precedente.

Rand Paul uno dei senatori più ostici aveva detto che alla fine avrebbe potuto dare il suo consenso e anche Susan Collins, la senatrice del Maine, che aveva difeso la riforma Obama, sembrava più malleabile. Ma il 28 luglio, ancora una volta, il Senato si oppose con 49 voti favorevoli e 51 contrari. Ad uccidere il progetto erano stati ancora tre senatori repubblicani: John McCain, Susan Collins e

Rand Paul. McCain in particolare, che durante la campagna elettorale era stato offeso da The Donald, dicendo che non era un eroe di guerra perché si era fatto catturare in Vietnam, si rese protagonista di un gesto plateale, quello di entrare in aula mostrando il pollice verso. Per esattezza, si sottolinea che il senatore era stato da poco operato al cervello ed era tornato a Washington per garantire il voto345. Un ultimo tentativo è stato fatto il 13 settembre 2017. La nuova proposta era stata presentata da due Repubblicani moderati, Bill Cassidy e Lindsey Graham, che era amico e alleato di McCain. Questa proposta mirava a eliminare nuovamente l’obbligo per i cittadini di dotarsi di un’assicurazione oltre a riunire i vari sussidi federali in un unico finanziamento a fondo perduto che poi verrà versato a ciascuno stato. Lo scopo e le intenzioni dei Repubblicani erano quelli di ridurre le spese a carico del governo federale, concedendo fondi in maniera più parsimoniosa. I Repubblicani volevano votare entro il 30 settembre, giorno dopo il quale sarebbero scadute delle agevolazioni procedurali che premettevano di approvare la legge con 51 voti in Senato anziché i normali 60. Di nuovo però, il provvedimento fallì; I tre ribelli erano volti noti: John McCain (Arizona), che aveva già affossato il precedente tentativo. Poi Susan Collins (Maine), preoccupata delle ripercussioni di previsti tagli al programma per i poveri Medicaid, essenziale nel suo stato. Infine, Rand Paul (Kentucky), che sollevava invece opposte istanze libertarie, sostenendo che la contro-riforma non riduceva abbastanza l'intervento pubblico. A questi era pronto ad aggiungersi un altro no, quello del senatore dell'Alaska Lisa Murkowski, nonostante la promessa di aiuti speciali al suo stato, che alla notizia del ritiro della proposta dal voto aveva subito espresso soddisfazione346.

Il giorno dopo in un articolo del New York Times comparivano le parole del senatore del Colorado Cory Gardner: “Donors are furious, We haven’t kept our promise”347

Il 12 ottobre 2017 a causa dell’incapacità del Congresso di approvare l’abrogazione dell’Obamacare, il Presidente Trump emanò un decreto esecutivo per promuovere la scelta e la competizione sanitaria. Nello stesso mese l’amministrazione Trump approvava delle Interim Final Rules348 (IFRs), volte a

limitare l’applicazione dell’obbligo di coprire il costo dei contraccettivi previsto nel testo della riforma di Obama. “I due regolamenti dell’ottobre 2017 introducevano infatti un’ampia nozione di esenzione per motivi religiosi e per motivi morali in sostanza a favore di tutti i datori di lavoro (escluse le società quotate nel caso di esenzione per ragioni morali) impegnati a fornire una copertura

345 P. Mastrolilli, “Altra batosta per Trump, McCain dà il colpo di grazia alla riforma della Sanità”, www.lastampa.it 346 M. Valsania, “Trump e i repubblicani sconfitti su Obamacare. Ora provano con le tasse”, 27 settembre, 2017 in

www.ilsole24ore.com

347 Carl Hulse, “Behind New Obamacare Repeal Vote: ‘Furious’ G.O.P. Donors”, 22 settembre 2017,

www.nytimes.com

sanitaria”349. In dicembre, due corti federali distrettuali in Pennsylvania e California avevano sospeso l’efficacia di questo provvedimento. Il giudice Wendy Beetlestone aveva preso in considerazione la richiesta di un’ingiunzione preliminare da parte della Pennsylvania sostenendo che il Commonwealth avrebbe subito danni gravi e irreparabili a causa di quella norma. Nel suo parere di quarantaquattro pagine, il giudice aveva scritto:

“The Commonwealth's concern is absent available cost, effective contraception, women will either forgo contraception entirely or choose cheaper but less effective methods, individual choices which will result in an increase in unintended pregnancies. That in turn will inflict economic harm on the Commonwealth because unintended pregnancies are more likely to impose additional costs on Pennsylvania's state-funded health programs.”

Josh Shapiro, procuratore generale della Pennsylvania disse in un comunicato, che il Congresso non aveva cambiato i requisiti per il controllo delle nascite nell'ACA, quindi il presidente "non può semplicemente ignorarlo con una regola illegale"350.

Ha poi aggiunto: "Donald Trump ha infranto la legge per minare la salute delle donne, e le donne qui in Pennsylvania, si sono alzate e lo hanno dimostrato in tribunale. Insieme abbiamo vinto uno stop nazionale a queste regole, proteggendo le donne in tutto il paese"351.

Dawn Laguens, vicepresidente esecutivo della Planned Parenthood Federation of America, aveva espresso in una dichiarazione, che il mandato aveva portato ai minimi storici la gravidanza tra le adolescenti, le gravidanze indesiderate e il tasso di aborto. Aveva anche affermato che non ci si poteva permettere di cancellare i progressi che erano stati fatti con l’Obamacare352.

A questi due Stati, se ne sono poi aggiunti altri quattro: Delaware, Maryland, New York e Virginia. Pur non essendo pertinente con l’argomento, si ritiene utile e interessante soffermarsi brevemente su un aspetto, quello del cambiamento dell’equilibrio dei poteri costituzionali. Le ordinanze cautelari riguardano diversi temi di attualità nel diritto costituzionale e amministrativo americano, come: il c.d. standing costituzionale, l’ambiguo uso dei provvedimenti cautelari con efficacia su tutto il territorio nazionale, il sempre maggiore utilizzo di motivi procedurali per bloccare regolamenti governativi, e infine il delicato equilibrio tra il libero esercizio della religione e la tutela della salute delle donne.

349 N. Palazzo, “Stop alle esenzioni morali e religiose al “contraceptive mandate” introdotte dall’amministrazione Trump”, 23 gennaio 2018, www.dpce.com

350 V. Colliver, “Judge blocks Trump rollback of Obamacare contraception mandate”, www.politico.com 351 Idem

Per quanto riguarda la legittimazione attiva, questo è un caso ormai chiaro dal 2007, quando nella sentenza Massachusetts v. EPA353 venne affermato che gli Stati sono attori qualificati, situati in una posizione privilegiata quanto a dimostrazione dei tre criteri di concretezza, causazione, e probabilità che una sentenza favorevole porti a una rivisitazione della decisione governativa.

È invece più recente il tema riguardante il secondo punto. Si deve fare riferimento al caso United States v. Texas354del 2016. L’emanazione di queste ingiunzioni è divenuta ormai una strategia giudiziale che può essere usata contro gli oppositori politi. Il fatto che a poter emanare l’ingiunzione sia un unico giudice distrettuale, ha creato, come si può ben immaginare, non poche frizioni col governo federale, poiché sarebbe un sacrificio eccessivo del principio della separazione dei poteri. Inoltre, il distretto nel quale presentare ricorso potrebbe essere scelto in modo strategico, a seconda dell’orientamento del giudice355.

Sull’ultimo punto, la pronuncia aveva fatto discutere, in particolare riguardo l’estensione della libertà di religione alle corporations in base ad argomentazioni che si basavano sulla non incompatibilità tra obiettivi caritatevoli e veste giuridica di società a scopo di lucro. Gli aspetti più sorprendenti delle IFRs consistevano nell’estensione dell’esenzione per motivi religiosi alle società quotate, e nell’introduzione ex novo di un’obiezione per non meglio accertati motivi morali, con l’unico limite della “sincerità” di detti motivi. “Quanto al primo punto, è lecito domandarsi come accertare il credo religioso di Apple o IBM o Amazon. Quanto al secondo aspetto il limite del “sincerely held belief” impedisce implicitamente un qualsiasi scrutinio di merito, nel senso che un rifiuto basato sul mero disprezzo del sesso femminile, ove sincero, sarebbe meritevole di tutela”356.