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NELL’ANALISI DEL RISCHIO IN AMBITO DELLA SICUREZZA ALIMENTARE

8. TRACCIABILITÀ E RINTRACCIABILITÀ

8.1 LA TRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI ITTIC

Come nel caso del mantenimento e della garanzia di un elevato livello qualitativo del prodotto destinato al consumatore, anche la tracciabilità del prodotto ittico si basa fondamentalmente sulla capacità e sulla possibilità di disporre di informazioni lungo tutti i passaggi della filiera produttiva. A tal proposito, l’operatore può oggi contare su un’ampia gamma di soluzioni ad elevato contenuto tecnologico (ad esempio, ricevitori satellitari di posizione, sistemi informativi territoriali, sensori, ecc.) che, in generale, sono a disposizione anche del settore primario e possono costituire un’interessante opportunità per un ammodernamento del sistema produttivo. Esse sono fondamentali, soprattutto per l’acquisizione di quelle informazioni su cui basare la pianificazione strategica del processo produttivo stesso. In tale ambito, si deve però segnalare che tali soluzioni tecnologiche sono state talvolta messe a punto in settori differenti da quello primario e, solo successivamente, trasferite ad esso, con la conseguenza che la loro potenzialità risulta poco conosciuta agli operatori del settore. (85)

Per questo, la loro applicazione non viene spesso pienamente sfruttata. Nel caso specifico della tracciabilità/rintracciabilità, l’utilizzo di tali soluzioni tecnologiche potrebbe aiutare il consumatore a conoscere più facilmente la storia del prodotto acquistato. Non dobbiamo dimenticare che l’etichettatura rimane il mezzo più efficace per fornire informazioni relative alle caratteristiche di un prodotto e per agevolare il percorso di rintracciabilità del medesimo, anche in relazione all’elevato costo di applicazione di tali sistemi. Di seguito vengono presentati alcuni metodi tecnologici e il loro possibile utilizzo in certi campi del comparto ittico.

Origine del prodotto (luogo e momento della cattura)

Nel caso del prodotto allevato, l’identificazione d’origine è relativamente semplice, sia a livello di azienda che di sub-unità produttive (vasca), per le quali è pensabile l’assegnazione di un codice alfanumerico e, quindi, la differenziazione d’origine al momento della cattura. A tal proposito, l’impiego di ricevitori satellitari potrebbe essere di grande aiuto nell’identificare in maniera univoca la posizione delle vasche off-shore , su una base cartografica di riferimento. L’informazione relativa alla precisa area (regione, tratto di costa, ecc.) di allevamento potrebbe essere utile come strumento di comunicazione al consumatore in un processo di riqualificazione del settore al fine di incrementare il rapporto di fiducia con quest’ultimo. Ma è nel caso della pesca, dove il perseguimento di tale obiettivo risulta oggettivamente più complesso, che l’adozione delle soluzioni tecnologiche di “ultima generazione”, può essere particolarmente efficace. I vasti spazi in cui avvengono le catture e la non stanzialità del prodotto rendono, infatti, più difficoltosa l’identificazione dell’origine della zona di provenienza del pescato. I progressi compiuti in alcuni settori, come l’elettronica o l’informatica, hanno però portato negli ultimi anni ad un rinnovamento delle strumentazioni di cui possono essere equipaggiate le imbarcazioni, con la possibilità di reperire utili informazioni. Sfruttando l’interfaccia dell’imbarcazione con il Sistema Globale di Navigazione e Posizionamento (NAVSTAR-GPS), infatti, il ricevitore di

posizione può essere utilizzato non solamente per motivi di sicurezza in fase di navigazione, ma anche per risalire al percorso compiuto e quindi alla zona in cui è stata eseguita la cattura del pesce. (85) Ad oggi, il tracciato ottenuto dall’insieme delle informazioni di posizione sulla superficie terrestre, è un dato di validità riconosciuta ai fini della localizzazione di un mezzo (con precisione anche molto accurata). Conoscendo la posizione del peschereccio, cui sono abbinate le informazioni relative al tempo e alla data, è quindi possibile risalire

non solamente al tragitto percorso durante la permanenza in mare, ma anche alla zona di provenienza del pescato, con un grado di precisione nettamente maggiore rispetto all’indicazione della macro-area FAO. La precisa individuazione dell’origine del prodotto consente non solo di verificare il rispetto di eventuali limiti di pesca legati ad alcune aree particolari, ma anche la possibilità di utilizzare tali informazioni da parte dell’impresa titolare delle imbarcazioni, per dimostrare la correttezza del proprio atteggiamento in mare. A tal proposito, possono essere di grande ausilio i Sistemi Informativi Geografici , comunemente conosciuti con l’acronimo inglese GIS. (85)

Lo sviluppo subito di recente da tale settore, inoltre, è in grado di offrire delle potenzialità fino a pochi anni fa del tutto impensabili, con la possibilità per l’utente finale di collegarsi da casa via web ad un portale multimediale in cui inserire le coordinate (ad esempio, codice numerico, alfanumerico, ecc.) presenti sulla confezione acquistata e visualizzare in tempo reale l’area di provenienza del pescato. Inoltre, tali informazioni possono essere utilizzate anche dagli stessi operatori del settore, che potrebbero visualizzare su display i tracciati delle ultime uscite ed abbinare ad essi informazioni di varia natura (ad esempio, profondità e natura dei fondali, presenza di correnti, stato delle acque, ecc.) sull’area in cui è stato pescato il prodotto, così da poter pianificare le uscite in mare.

Quantità e taglia del pescato

Come nel caso precedente, la distinzione tra il prodotto allevato e quello pescato è notevole, poiché nel primo caso la quantità pescata è decisa a priori e la classificazione del pesce in gruppi omogenei, con vasche distinte a seconda delle varie fasi di allevamento, è un elemento essenziale dal punto di vista gestionale. Nel secondo caso, per motivazioni facilmente comprensibili, è molto più difficile poter quantificare e conoscere la taglia del pescato, se non dopo aver issato le reti ed aver fatto una cernita delle specie di interesse

commerciale. A tale proposito, però, l’applicazione di diverse tipologie di sensori può consentire il reperimento in tempi rapidi delle informazioni necessarie all’ottimizzazione delle catture, visualizzando direttamente sul monitor di bordo le informazioni su cui basare la cattura. In particolare, i sensori di apertura trasversale e verticale delle reti possono consentire all’operatore di monitorare l’operazione di pesca, mentre i sensori al fondo permettono di tenere sotto controllo la distanza delle reti dal fondale; infine, sensori di cattura consentono di stimare la quantità di prodotto presente all’interno delle reti. Tali dati, se opportunamente registrati e abbinati al dato di posizione, potrebbero in un futuro nemmeno molto lontano, consentire di visualizzare in tempo reale una sorta di mappa del pescato, ossia una carta informativa in cui riportare le quantità di pescato issate a bordo lungo il tragitto compiuto dal peschereccio. Infine l’uso di sensori per l’identificazione del branco e per la stima della taglia consente di affinare la selezione al momento del calo delle reti e quantificare il rapporto costo/beneficio dell’operazione. Ma ciò che dal punto di vista logistico rappresenta un aspetto gestionale di notevole importanza, può avere anche un’importante valenza ai fini della tracciabilità e della certificazione della qualità del processo. In questo modo, infatti, è possibile prendere in considerazione le taglie da non pescare nel pieno rispetto dei vincoli previsti dalla legge o comunque contemplati dal disciplinare di produzione in dotazione. (85)

Mantenimento delle informazioni lungo la filiera produttiva (mercato, smistamento, vendita al dettaglio)

Gli anelli di raccordo con la vendita al dettaglio rappresentano sicuramente punti critici molto delicati per il mantenimento delle informazioni raccolte nelle fasi precedenti. Se, da un lato, le esigenze di contenere i costi e quelle di carattere logistico comportano una continua rincorsa alla riduzione dei tempi operativi per la manipolazione del prodotto, dall’altro la necessità di

mantenere e aggiungere informazioni al prodotto spesso comportano la condizione opposta, con un aumento dei tempi necessari, ad esempio, per il controllo della documentazione. A tale scopo, anche in questi segmenti della catena produttiva, l’impiego di strumenti ad elevato contenuto tecnologico, già in uso in altri settori (ad esempio, palmari di ultima generazione con collegamento a lettori bar-code e stampante, sensori di acquisizione dati inseriti all’interno dei cassoni, ecc.), potrebbe risultare di notevole interesse per conciliare le esigenze commerciali con quella di continuare a seguire il prodotto, o meglio la confezione dello stesso. Tale aspetto introduce un’ulteriore considerazione. Alla base dell’intero sistema di monitoraggio è infatti necessario un atteggiamento di estrema correttezza da parte di tutti gli operatori, nell’ottica di una crescita comune a vantaggio dell’intera filiera. (85)