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Il turismo e l’Unione europea

Nel documento UNA SVOLTA CULTURALE PER LA CRESCITA (pagine 158-161)

L’UNIONE EUROPEA, L’ITALIA E L’ESEMPIO DELLA LIGURIA

6. Il turismo e l’Unione europea

Appare utile dedicare l’ultima parte della trattazione al tema del turismo nell’ambito dell’Unione europea (UE).

L’art. 6, lett. d) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) sancisce che l’UE ha competenza per svolgere azioni intese a soste-nere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri in taluni setto-ri specifici, tra i quali il tusetto-rismo. In particolare in tale settore l’Unione promuove la competitività delle imprese europee. A tal fine l’azione dell’UE è intesa a: a) incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore; b) favorire la cooperazione tra gli Stati membri, in particolare attraverso lo scambio di buone pratiche.

Nonostante la crisi economica del 2008, l’Europa rimane la prima destinazione turistica a livello mondiale. Il settore turistico europeo, il terzo per importanza nell’UE, si è ripreso rapidamente e i risultati regi-strati negli ultimi anni hanno dato impulso all’economia e all’occupazio-ne, due sviluppi quanto mai necessari27. Il suo contributo all’economia

27 Occupazione totale stimata da Eurostat in 17 milioni di addetti; contributo diret-to e indiretdiret-to all’economia dell’UE stimadiret-to atdiret-torno al 10% del Pil. Cfr. Eurostat, Conti satelliti del turismo in Europa - 2013. Il settore del turismo ha dato inoltre prova di una particolare resilienza nonostante la crisi economica: la spesa dei

visita-ammonta, nel complesso, a circa il 10% del prodotto interno lordo dell’UE, se si considera ciò che il turismo apporta ad altri settori fonda-mentali come la cultura, l’agroalimentare, l’edilizia e i trasporti.

Nel 2018 il settore dei viaggi e del turismo ha contribuito direttamen-te al Pil dell’Unione per il 3,9%, occupando il 5,1% della popolazione attiva totale (pari a 11,9 milioni di persone). Se si considerano gli stretti legami con altri settori economici, questo contributo aumenta ulterior-mente (più del 10,3% del Pil e almeno l’11,7% dell’occupazione totale, il che corrisponde a 27,3 milioni di lavoratori).

Nel 2017 il turismo internazionale ha raggiunto un totale di 1,32 mi-liardi di arrivi nel mondo (+ 7%), di cui 671 milioni in Europa, pari al 51% del mercato (+ 8%). Inoltre, uno studio prospettico a lungo termi-ne dell’Omt prevede una più modesta crescita del turismo in Europa da qui al 2030, stimata a 744 milioni di turisti (+1,8%), ossia il 41,1% del mercato globale.

Il fatto che il turismo sia considerato dall’Unione come una delle at-tività economiche maggiormente capaci di creare crescita e occupazione, lo si evince dalla nuova programmazione europea o, meglio, dai fondi stanziati. I fondi europei per il rilancio dell’offerta turistica e dei territo-ri rappresentano, nonostante i numerosi vincoli ai quali sono condiziona-ti, una grande opportunità per gli operatori turistici, i consorzi e gli enti privati e pubblici del nostro Paese.

La maggior parte delle Regioni italiane sta redigendo la propria pro-grammazione in linea con quella europea; è proprio questa la fase crucia-le in cui gli operatori e gli stakeholder devono intervenire e confrontarsi con le Amministrazioni sulle necessità dei singoli territori, sulle priorità e sulle urgenze del comparto turistico. Come sempre, il dialogo e la colla-borazione pubblico-privata è essenziale per una reale e duratura crescita economica e turistica, quale fattore, non a caso, molto apprezzato dall’U-nione europea, in quanto garantisce l’ottimizzazione delle programma-zioni dei fondi strutturali, favorendo così progettualità in grado di garan-tire uno sviluppo turistico solido, con forti ricadute sui territori locali.

In virtù dei nuovi ‘trend’ della domanda turistica, le Regioni hanno

tori stranieri ha superato i 291 miliardi di euro nel 2012 (UE-28), attestandosi quindi ben al di sopra del livello precedente la crisi del 2008 (265 miliardi di euro per l’UE-27). Cfr. sito di Eurostat sul turismo.

inserito, quale aspetto fondamentale per la crescita del settore turistico, l’identificazione di esperienze reali per i visitatori e il riconoscimento dell’importanza dell’enogastronomia identitaria delle nostre tipicità. Tale impostazione, nonché le conseguenti scelte progettuali, si dimostrano coerenti con le evoluzioni richieste dell’Unione europea verso la transi-zione verde e digitale, le quali a loro volta si innestano nello schema di politiche destinate al miglioramento della digitalizzazione, della compe-titività delle imprese e della sostenibilità delle vite dei cittadini europei.

Tra le priorità dell’Unione europea nel settore turistico indicate nelle li-nee strategiche generali della programmazione europea 2014-2020 un ruolo di particolare rilievo ricopre, infatti, anche la sostenibilità. La re-cente strategia elaborata dall’Unione europea per creare le condizioni di un nuovo modello di sviluppo economico, più attento alla sostenibilità e solidarietà, prende il nome di ‘Europa 2020’.

Gli obiettivi che l’Unione di prefigge di raggiungere entro la fine di questo decennio riguardano temi importanti e collegati al turismo, come l’occupazione, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione, l’integrazione so-ciale e la riduzione della povertà, il clima e l’energia.

Per superare in particolare le sfide legate all’ambiente, l’Europa ha bisogno di una nuova strategia per la crescita, che trasformi l’Unione in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competi-tiva, in cui

− non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra (nel 2050);

− la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse;

− nessuna persona e nessun luogo sia trascurato.

Per rendere sostenibile l’economia dell’UE, si è dato vita a una sorta di tabella di marcia, il ‘Green Deal’ europeo. Esso prevede un piano d’azio-ne volto a:

− promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare;

− ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento.

Il piano illustra gli investimenti necessari e gli strumenti di finanzia-mento disponibili, spiegando come garantire una transizione equa e in-clusiva. Le problematiche climatiche e le sfide ambientali, infatti, devono senza dubbio essere trasformate in opportunità e la transizione deve es-sere resa equa e inclusiva per tutti; proprio per tale ragione di

fondamen-tale importanza risulta che l’UE fornisca, anche attraverso un fondo istituito ad hoc, sostegno finanziario e assistenza tecnica al fine di aiutare i soggetti più colpiti dal passaggio all’economia verde, e in particolare alle imprese.

Risulta inoltre necessario, al fine di conseguire gli obiettivi indicati dall’UE:

− investire in tecnologie rispettose dell’ambiente e sostenere l’industria nell’innovazione28;

− introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più eco-nomiche e più sane;

− decarbonizzare il settore energetico;

− garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici;

− collaborare con i partner e gli stakeholder internazionali per migliora-re gli standard ambientali.

Nel documento UNA SVOLTA CULTURALE PER LA CRESCITA (pagine 158-161)