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All’inizio dell’indipendenza il Turkmenistan era in grado di distribuire gas solamente attraverso il sistema di pipeline russo ma, dopo l’indipendenza, le cose sono cambiate e, attualmente, esso rappresenta uno Stato in grande espansione nell'economia internazionale essendo il Paese produttore ed esportatore di gas che possiede la sesta riserva al mondo per dimensioni. Negli ultimi anni, infatti, la sua economia ha acquisito importanza, realizzando una strategia di diversificazione delle rotte di esportazione senza dichiarare una preferenza verso uno Stato in particolare ma creando vari rapporti con moltissimi Stati consumatori. Tra questi:

-Iran

Ottobre 1995: la National Iranian Oil Company (la compagnia iraniana per la produzione e la gestione di idrocarburi) decise di costruire un gasdotto in

37 M. T. Klare, Le Guerre per l’energia del XXI secolo, 15 luglio 2014. L’articolo è disponibile

sul sito internet:

Turkmenistan, ribattezzandolo “Korpeje-Kordkuy pipeline”, con la funzione di rifornire di gas naturale lo Stato iraniano.

Esso venne dunque inaugurato il 29 Dicembre del 1997, partendo da Korpeje in Turkmenistan fino a Kordkuy in Iran, con un percorso totale di 200 km e una capacità massima di 8 mld/mc annui.

In seguito i rapporti con l’Iran continuarono e furono molto importanti per l’economia del Governo turkmeno infatti, il 6 gennaio del 2010, fu inaugurata la “Dovletabat-Sarakhs- Khangiran pipeline” che, attraverso 182 km e con una capacità massima di 12 mld/mc annui di gas, rifornisce tutt'oggi l’Iran di ulteriore gas turkmeno.

- Cina

In cooperazione con il Kazakhstan e l’Uzbekistan venne creata una nuova conduttura, chiamata “Central Asia-China gas pipeline”, che tuttora rifornisce la Cina di circa 55 mld/mc di gas all’anno. Questo gasdotto parte dalle riserve di gas naturale del Saman-Depe, sulle rive del fiume Amu Darya in Turkmenistan, attraversa l’Uzbekistan e il Kazakhstan, poi il passo dell’Atalaw fino ad arrivare

Figura 6: rappresenta la rotta della Central Asia-China gas pipeline. Fonte: http://libyaproject.blogspot.it

nella regione cinese autonoma dello Xinjiang38 e, da qui, si riconnette alla seconda West-East Gas Pipeline che trasporta gas verso le zone industrializzate cinesi (in particolar modo quella del Delta dello Yangtse ossia la zona di maggior sviluppo industriale).

Il tratto che invece attraversa il Kazakhstan passa dalla città di Shymkent traendo risorse di metano dai campi di Karachaganak, Kashagan e Tengiz.

-Europa

Per il Turkmenistan le esportazioni verso l’Europa sono assai difficili in quanto l’idea originaria di vendere il proprio gas via Azerbaigian è legata alla disputa riguardante lo stato legale del Mar Caspio39.

Prendendo atto di questa situazione particolare il governo di Ashgabat ha deciso di indirizzare le proprie esportazioni maggiormente verso il Sud-Est (soprattutto in India).

38 La regione dello Xinjiang è una regione autonoma che, rispetto al resto del Paese, differisce per

lingua, religione e popolazione. L’etnia dominante è quella degli uiguri di religione musulmana. Questa è un'area ricchissima di idrocarburi infatti, nella città di Lunnan, troviamo un gasdotto che attraversa quasi 4.000 km di tubi e rifornisce il Delta dello Yangtse per circa 17 miliardi di metri cubi di gas l’anno. La forte industrializzazione della zona ha richiamato molti cinesi proveniente da altre regioni tanto che, adesso, l’etnia Han (la principale etnia della Cina) costituisce il 40% della popolazione mentre gli Uiguri ne rappresentano il 45%.

Negli ultimi anni si sono accesi scontri, con proteste che hanno portato a numerosissime vittime, dovuti alle diseguaglianze etniche.

39 Gli Stati che si affacciano sulle rive caspiche ritengono che sia un lago e che, perciò, ogni

rendita economica derivata dal suo utilizzo debba essere divisa tra tutti i Paesi che vi si affacciano: Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Russia e Turkmenistan. B. Pannier, Still one big

obstacle to turkmen gas to Europe, 5 maggio 2015. L’articolo è disponibile sul sito internet:

http://www.rferl.org/content/turkmenistan-natural-gas-europe-trans-caspian- pipeline/26996003.html

-India

Per quanto riguarda i rapporti commerciali tra Turkmenistan e India si devono prendere in considerazione le discussioni nate dalla necessità di creare un gasdotto che connettesse i due Paesi in quanto esso avrebbe dovuto attraversare l'Afghanistan e il Pakistan (gasdotto TAPI).

Il problema principale per la realizzazione di tale struttura risiedeva nel fatto che il territorio afghano, essendo spesso soggetto ad atti terroristici talebani, non risultava essere sicuro; un altro problema riguardava invece i difficili rapporti tra India e Pakistan che rendevano difficile ipotizzare una cooperazione tra i due Stati. Date queste importanti incognite

venne proposta la costruzione di una struttura che, per connettere appunto Turkmenistan e India, attraversasse solamente l'Iran (gasdotto TII) ma questa opzione venne surclassata nel momento in cui il Turkmenistan, intimorito dalla possibilità che l'Iran decidesse di costruire una via diretta solamente tra sé e l'India, decise di accelerare i lavori per il gasdotto TAPI. Il 13 dicembre 2015 i lavori vengono dunque avviati.

Figura 7: rappresenta il percorso del gasdotto TAPI con

evidenziazione delle zone afgane a rischio attentato e dei campi minati. Fonte: Canadian Centre for Policy

Il progetto completo prevede che la struttura parta dal giacimento di Galkynysh40 attraversi l’Afghanistan, via Herat e Kandahar, ed il Pakistan, via Quetta e Multan, per finire nella città di Fazilka in India; il percorso totale equivale quindi a 1.735 km con una capacità massima di afflusso di gas pari a 33 mld/mc all’anno dei quali India e Pakistan avrebbero diritto per il 42% ciascuno mentre l'Afghanistan per il rimanente 16%.

Per quanto riguarda le rotte commerciali verso l'Europa, invece, è fondamentale menzionare un progetto che è tuttora in fase di realizzazione e che attualmente risulta ancora essere poco chiaro:

la parte iniziale del gasdotto (detto Est-Ovest) è stata inaugurata il 23 dicembre 2015 nella piccola cittadina di Belek, lungo le rive del Mar Caspio, vicino all’importante porto di Türkmenbaşi; tale sezione ha avuto un costo totale di circa 2.5 miliardi di dollari (interamente sostenuto dal governo locale) ed è lunga circa 773 km per una capacità di trasporto di circa 30 mld/mc annui dal ricchissimo giacimento di Galkynysh. Questa infrastruttura è stata costruita dalle due compagnie energetiche turkmene, la Turkmengaz e la Turkmennebitgazgurlushyk, per cui ha assunto sia un valore strategico che un valore simbolico di forza ed indipendenza nazionale.

Le successive fasi del progetto, al momento dell'approvazione, prevedevano che le condutture del gasdotto precedentemente menzionato si connettessero ad un'altra struttura situata lungo le coste del Kazakhstan e della Russia fino a raggiungere il

mercato europeo41. Purtroppo la realizzazione della pipeline è stata interrotta a causa delle rivalità economiche e politiche tra Russia e Turkmenistan derivanti dal fatto che la società Gazprom, che inizialmente acquistava gas dal Turkmenistan, ha deciso di interrompere i rapporti costringendo il governo di Ashgabat ad orientare i propri rapporti commerciali maggiormente verso la Cina.

Il progetto è stato dunque modificato ma poco dopo, a causa di un interruzione nei rapporti con la Cina, il Turkmenistan ha dovuto nuovamente cambiare i suoi piani ed ha, dunque, avanzato la proposta di collegare il gasdotto Est-Ovest all'Azerbaijan (tramite il gasdotto Transanatolico o TANAP) al fine di rifornire il mercato europeo senza però dover attraversare il territorio russo. L'Unione Europea ha accolto con grande interesse questa nuova idea prevedendo entro il 2020 l'arrivo delle forniture di gas turkmene ma, purtroppo, la riduzione della domanda energetica nella stessa Europa e le dispute con la Russia legate alla zona del Mar Caspio hanno rallentato la realizzazione dell'opera e la hanno resa addirittura un progetto non più conveniente.

Questa conduttura, in definitiva, al momento, ha solamente uno scopo interno

tant'è che alcuni la definiscono come un “gasdotto verso il nulla”42.

Gli ultimi significativi aggiornamenti riguardanti il mercato turkmeno risalgono al gennaio dell'anno corrente (2016) con la scoperta di due giacimenti di gas, il

41 J.C.K. Daly, Turkmenistan, natural gas, and the west, 14 dicembre 2007. L’articolo è

disponibile sul sito

http://www.jamestown.org/single/?no_cache=1&tx_ttnews%5Btt_news%5D=33246#.VxnpDWN Yw_l

42 U. Guzzardi, Turkmenistan: Gasdotti verso il nulla, 21 gennaio 2016. L’articolo è disponibile

Garakel e il Bagli, situati in prossimità del ricco giacimento del Galkynysh. Essi garantiranno un aumento delle riserve di gas del Paese fino a 27 mld/mc annui per cui il Turkmenistan risulterà essere la quarta nazione al mondo per riserve di gas (dopo Iran, Russia e Qatar) e potrà puntare a raggiungere una produzione di 230 mld/mc all’anno entro il 203043. Nonostante queste scoperte si scontrino con la crisi finanziaria globale e con la conseguente contrazione della domanda esse risultano comunque essere una svolta importante sia per l'economia di questo Paese sia per l'incremento della sua forza d'identità nazionale.