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L’Ungheria e la nuova legge sull’asilo

2. Il ricorso presentato dalla Slovacchia e dall’Ungheria contro la

2.1. L’Ungheria e la nuova legge sull’asilo

L'Ungheria negli ultimi mesi ha cercato di arginare il fenomeno migratorio in entrata erigendo una barriera alla sua frontiera esterna e limitando il diritto dei richiedenti protezione internazionale, fingendo così che le persone che arrivano in Europa non abbiano diritto a vedersi riconoscere lo status di rifugiato.

Fino al 2012 l'Ungheria ha ricevuto tra 1.000 e 4.000 domande di protezione internazionale ogni anno, riconoscendo come bisognose di protezione un numero di persone che oscilla tra 200 e 40085; nel 2013 e 2014 si è registrato un grande aumento del numero di profughi kosovari, siriani, afghani e altri profughi non europei. Le autorità hanno cercato di registrare le applicazioni fino a metà estate del 2015, anche se alla fine le udienze non hanno avuto luogo registrando così i soggetti, che meramente mostravano il desiderio di chiedere protezione, non effettuando controlli sistematici e permettendo così ai richiedenti asilo di lasciare il territorio ungherese. Nel mese di agosto 2015, l’autorità ungherese ha però deciso di non ammettere più migranti e rifugiati ed ha iniziato a fermare i richiedenti asilo a bordo di treni diretti verso l’Austria e verso la Germania portando inevitabilmente a quelle scene tumultuose, mostrate dai notiziari, presso le stazioni degli autobus. Il 4 settembre, i migranti bloccati in Ungheria hanno iniziato a camminare sulla strada verso l'Austria, di fronte a una marcia di 240

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chilometri, che è stata interrotta dopo poche ore86. Il numero medio di frontalieri irregolari attraverso il confine serbo-ungherese aveva raggiunto circa 2.000 persone al giorno, una cifra che è aumentata bruscamente poco prima dell’erezione del muro di filo spinato lungo i 175 km di confine. Prima della chiusura del confine croato, giungevano in Ungheria, all’incirca 6.000 persone al giorno; nel mese di settembre e ottobre il governo ha trasportato tutti coloro che venivano dalla Croazia alla Szentgotthard al confine ungherese-austriaco, ufficialmente allo scopo di registrarli, ma in realtà, per consentire il loro passaggio in Austria. Secondo i dati della polizia di confine, un totale di 390.831 persone sono state conteggiate alle frontiere esterne dell’Ungheria tra l’1 gennaio e il 23 ottobre 2015. Il divario tra le domande d'asilo presentate e il numero totale delle persone fermate alle frontiere esterne (circa 200.000) indica l'ordine di grandezza di quei soggetti che viaggiano senza alcuna registrazioni.

Nel 2015 si sono avute due grandi modifiche al sistema di asilo ungherese e alla legislazione in materia di asilo. Innanzitutto il Parlamento Ungherese ha adottato un elenco di paesi terzi sicuri, promulgando il 21 luglio con decreto governativo 191/2015 due elenchi identici di paesi terzi sicuri e paesi d’origine sicuri in cui rientrano gli Stati membri e i paesi candidati dell’Unione Europea, eccetto che per la Turchia, gli Stati Uniti d’America che non applicano la pena di morte, la Svizzera, la Bosnia- Erzegovina, il Kosovo, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda. Sempre nel luglio 2015 è compiuta la prima grande revisione della procedura di determinazione dello status di rifugiato, al fine di accelerare e semplificare le procedure riguardo alla rapida creazione di un muro fisico al confine serbo- ungherese. Il primo obiettivo di questo emendamento è stato quello di coniugare la legge dei paesi terzi sicuri e quindi applicabile anche alla Serbia, con un procedimento svolto e completato proprio al confine. Le modifiche avvenute nella politica di asilo consistono in un aggiornamento rispetto al regolamento n. 604/2013, rifacendosi a una logica di

86 Groenendijk K., Hungary’s appeal against relocation to the CJEU: upfront attack

or rear guard battle?, in Blog “EU Immigration and Asylum Law and Policy”,

16.12 2015, http://eumigrationlawblog.eu/hungarys-appeal-against-relocation-to- the-cjeu-upfront-attack-or-rear-guard-battle/ .

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cartolarizzazione87. Le reali e negative modifiche apportate alla legislazione sono state: la limitazione delle scadenze per le autorità nell’esaminare, caso per caso, una domanda di asilo e nel contestare legalmente una decisione negativa; la negazione di un effetto sospensivo eventuale, ricorso nella maggior parte delle procedure accelerate e nel rispetto delle applicazioni non ammissibili; l’espansione dei possibili luoghi di detenzione. Dall’uno agosto le autorità ungheresi devono decidere entro quindici giorni nel caso delle procedure accelerate e delle domande irricevibili; l’appello deve essere presentato entro tre giorni di calendario lasciando ai tribunali otto giorni per decidere con la possibilità di ricorrere a udienze personali solo "quando è necessario". Il 4 settembre, però, il Parlamento ungherese in sessione straordinaria introduce un regime specifico per i richiedenti asilo provenienti attraverso la frontiera esterna recintata, introducendo uno stato di emergenza che consente alle autorità di ignorare le leggi sull’ambiente, sulla costruzione di nuovi edifici e sulle procedure penali. Il 17 novembre 2015, il Parlamento approva un disegno di legge dal titolo 'azione contro l'insediamento obbligatoria e in difesa dell'Europa e Ungheria'. Fino al primo ottobre 2015 l'Ungheria ha riferito e conteggiato 199.165 richieste di riconoscimento dello status di rifugiato: era più che logico che la Commissione proponesse l’Ungheria come Stato beneficiario delle misure temporanee proposte in data 9 settembre 201588. Tuttavia, i rappresentanti ungheresi hanno suggerito di rimuovere il suddetto paese tra quelli beneficiari del provvedimento che avrebbe trasferito 54.000 candidati presenti sul territorio, sorgendo così, in capo a questo Stato, l’obbligo di accogliere 1.294 persone. Tutto questo è accaduto perché dei quasi 200.000 candidati per la protezione internazionale solo poche centinaia sono rimaste in Ungheria; inoltre perché il governo ungherese ha introdotto l’idea per cui le persone che arrivano in gran numero

87Boldizsár N., Parallel realities: refugees seeking asylum in Europe and Hungary’s

reaction, in Blog “EU migration and Asylum Law policy”, 4.12.2015,

http://eumigrationlawblog.eu/parallel-realities-refugees-seeking-asylum-in-europe- and-hungarys-reaction/.

88 I Dati Eurostat delle richieste mensili di Asilo sono rintracciabili su

http://ec.europa.eu/eurostat/tgm/table.do?tab=table&init=1&language=en&pcode=tp s00189&plugin=1 .

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attraverso la rotta dei Balcani occidentali non sono profughi, ma, 'clandestini', 'migranti economici' e come gruppo costituiscono un esodo di un intero popolo, perciò privi del diritto morale o legale di rimanere. La legge nazionale condanna nuovamente la politica d’immigrazione della Commissione Europea, respingendo la quota di ricollocamento obbligatoria, poiché aumenterebbe la criminalità, mettendo in pericolo la cultura ungherese e affermando che secondo il diritto internazionale uno Stato sovrano non può essere obbligato a prendere in consegna domande di protezione internazionale presentate in un altro Stato membro.