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1.4. Uno sguardo giuridico al principio di sussidiarietà: dall’America

1.4.1. Uno sguardo all’America: il X emendamento

«Quando arrivavano le navi dall’Europa e poi procedeva verso l’interno fermandosi nel mezzo del nulla, non è che potevano aspettare il poliziotto o l’insegnante mandati da Washington. E quindi per loro era normale che i beni comuni e l’interesse pubblico fossero qualcosa di cui tutti si occupavano. Se non lo facevano loro, chi lo faceva al posto loro? Lo sceriffo non era un funzionario pubblico, ma veniva pagato dalla comunità per difendere la comunità. La maestra era pagata dai genitori dei bambini a cui insegnava e non era una dipendete del ministero della pubblica istruzione. Quindi la nascita degli Stati Uniti è molto rivelatrice del fatto che l’interesse pubblico non è necessariamente l’interesse dello Stato. In Africa e in America Latina questo modello di autogoverno dal basso è molto più comprensibile di quanto non lo sia per noi europei. Noi, per troppo tempo, siamo stati abituati a pensare che c’è qualcuno sopra di noi che decide al posto nostro». (Gregorio Arena, intervento fiorentino, aprile 2009)

Il 17 settembre 1787 la Costituzione degli Stati Uniti d’America entra in vigore. Redatto nel congresso di Philadelphia, stabilisce un rapporto di elezione diretta tra cittadini e governo centrale, e di sovranità diretta del secondo sui primi nell’ambito di determinate competenze (finanze, politica estera, guerra), mantenendo sempre la garanzia di ampie autonomie ai singoli stati. E non poteva essere altrimenti vista l’immensità dei territori che caratterizza gli Stati Uniti: il decentramento non poteva che essere un valore fondante. Gli organi principali del governo centrale vennero fissati nel Congresso (costituito dalla Camera, eletta a suffragio universale maschile e con sistema proporzionale, e dal Senato, composto da due senatori per ogni stato), nel presidente, eletto ogni quattro anni con un sistema indiretto e dotato di forti poteri esecutivi, e nella Corte Suprema, garante dell’unione federale. Ciò che a noi interessa mettere in luce è che fin dalla carta costituzionale, troviamo elementi di sussidiarietà anche guardando oltreoceano.

La sussidiarietà in America è presente nel X emendamento della Costituzione, il quale afferma:

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«I poteri non demandati dalla Costituzione agli Stati Uniti, o da essa non vietati agli Stati, sono riservati ai rispettivi Stati, o al popolo».

Tale emendamento che fa parte della Bill of Rights - ratificata il 15 dicembre 1791 i cui valori devono essere rispettati dal resto delle norme della Costituzione- conferma il principio del federalismo attraverso cui governare gli Stati Uniti, il rispetto assoluto della volontà del popolo e la tutela dell’autonomia di ogni singolo stato. E’ nella carta costituzionale e in questo emendamento quindi che troviamo le radici dello spirito americano di impegno civico per il bene comune, che molto affascinò Tocqueville e che lo spinse a scrivere "Democrazia in America". Una delle più celebri annotazionidi Tocqueville dichiara infatti tutto il suo stupore nell’osservare la stretta connessione dei cittadini con i propri vicini, di azioni realizzate insieme per la propria comunità impregnate di una tangibilità così concreta tanto da mettere in luce l’importanza dell’ ‘interazione civica’ capace di creare ‘incessante agitazione’ nella gestione degli affari della comunità in cui volontariamente i cittadini partecipavano. Attraversando gli anni Trenta e Quaranta con il governo Roosevelt e i Civilian Conservation Corps22, gli anni Sessanta con il presidente John F. Kennedy e il suo programma basato sulla creazione di corpi di cittadini dedicati al ‘servizio nazionale domestico’ come i Volunteers in Service to America arriviamo ai giorni nostri in cui vediamo come il coinvolgimento diretto dei cittadini nella cura dell’interesse generale sia sempre stato presente anche negli ultimi governi Bush, Clinton e l’attuale, quello di Barack Obama (Iaione 2008). Con la presidenza Bush venne approvato il

Community Service Act nel 1990 e venne creata la Commission on National and Community Service, una nuova agenzia federale indipendente che aveva il

compito di supportare il servizio nazionale attraverso programmi di service- learning per giovani in età scolastica, i programmi di servizio civile per studenti universitari, l’istituzione degli Youth Corps e l’individuazione di demonstration project (probabilmente buone prassi in materia) per il National Service. Ma è con il governo Clinton che il National Service rientra nel dibattito dell’agenda politica tanto che nacque la Corporation for National and Community Service, un ente

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governativo filantropico che ha il compito di attuare la programmazione del servizio civile o nazionale e lo scopo di offrire a tutti gli americani il più ampio

range di opportunità per prestare servizio alla propria comunità e tra l’altro di

permettere ai giovani, di guadagnare quanto necessario per accedere al college. E’ interessante sottolineare che un’indagine del 2002 ha dimostrato che in sei Stati americani sono state promosse legislative dirette a finanziare i programmi di service-learnig sopracitati, come strumento per incrementare il profitto scolastico (Iaione 2008). Lo Stato del Maryland ha stabilito ad esempio un programma di 75 ore di volontariato o di service-learning ai fini del conseguimento del diploma, tanto che i programmi di service- learning sono stati definiti come “un laboratorio per la cittadinanza” : l’incoraggiamento al processo di familiarizzazione e partecipazione alla vita della comunità è l’elemento indispensabile di formazione di ogni singolo individuo americano. Per completare queste sintetica overview non possiamo non guardare all’attuale governo Obama. Già dalle elezioni presidenziali del 2008, il candidato democratico ha rimesso in primo piano il coinvolgimento dei cittadini nella cura dei beni comuni23. Secondo Obama la cura dei beni comuni è transformative perchè aiuta e produce effetti positivi sia sulle persone che si mettono a servizio della collettività, sia sulle comunità che ne beneficiano24. Quello che Obama compie durante la campagna elettorale è quindi una forte chiamata all’attivismo civico cui tutti i cittadini americani dovrebbero rispondere e che ha le sue radici, se vogliamo, nella celebre ‘idea kennedyiana "And so, my fellow Americans, ask not what your country can do for you; ask what you can do for your country". Con il paino sull’Universal and Voluntary

Citizen Service25, Obama incoraggia gli americani a prendersi cura dei beni

comuni attraverso tre punti fondamentali: i) incoraggiando il servizio civile per affrontare le maggiori sfide contemporanee quali il cambiamento climatico e l’estensione della copertura dei servizi sanitari e scolastici; ii) integrando il service-learning (l’educazione all’attivismo civico) nelle scuole e nelle università in modo da far sì che gli studenti alla fine del loro percorso di formazione abbiano

23www.time.com/time/nation/article/0,8599,1840387,00.html;

www.time.com/time/specials/2007/article/0,28804,1657256_1657317_1657570,00.html) in Iaione C., Uno sguardo oltreoceano. La sussidiarietà in America, 2008, www.labsus.org.

24 www.labsus.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1131&Itemid=41 25 www.labsus.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1440&Itemid=29

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svolto almeno 17 settimane di servizi per la comunità; iii) aumentando la capacità delle organizzazioni no profit di innovare e aprire i programmi di successo al resto del paese in modo da fungere da catalizzatori per l’innovazione sociale26. I cenni storici fatti brevemente fino a qui ci sono serviti per trovare la linea rossa che ha accomunato una nazione intera nella cura dei beni comuni come previsto dal X emendamento della Costituzione Americana.