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La valutazione ex ante: decidere in fase di programmazione

La valutazione ex ante si realizza prima dell‟attuazione di una politica o programma. In questo caso il valutatore, attraverso tecniche appropriate, fa le sue ipotesi di quello che potrebbe accadere nell‟attuare quel particolare intervento informandone il committente. Attraverso la conoscenza delle dinamiche e degli effetti possibili, il decisore potrà fare le sue scelte sulla convenienza e l‟utilità di determinate decisioni rispetto ad altre.

Questo tipo di valutazione si pone in un‟ottica previsionale ovvero, il valutatore avrà il compito di prevedere non solo quelli che sono gli effetti primari cioè quelli che l‟intervento provoca direttamente sull‟ambiente in cui opera, ma anche tutti quegli effetti inattesi secondari, non perseguibili in maniera intenzionale. Per fare ciò egli dovrà acquisire conoscenze sulla realtà circostante utili per individuare le variabili rilevanti e le relazioni tra esse in particolari momenti e contesti.

Con il supporto delle esperienze valutative precedenti che fungono da guida per la conduzione delle analisi successive, la valutazione ex ante apre la strada per raggiungere le finalità previste dal programma e consente di individuare i bisogni della comunità nonché i servizi e le risorse da mettere in campo per rispondere a tali bisogni. In tal modo la valutazione ex ante aiuta a costruire un giudizio fondato su conoscenze pregresse e permette di affermare, con un certo grado di certezza, se l‟intervento avrà successo (Bezzi, 2003 (a) : 11).

Alcuni dei metodi che vengono utilizzati per valutare la fattibilità e la realizzabilità di una politica o programma in termini previsionali sono i metodi basati sul consenso degli esperti (Analisi Delphi, Nominal Group Technique) (Rissotto et al., 2006 : 38).

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II.2.1 Metodi basati sul consenso degli esperti

Tra i vari metodi basati sul giudizio degli esperti, l‟Analisi Delphi è la più utilizzata nel secondo dopoguerra per simulare scenari militari postbellici (Linstone, Turoff, 1975).

Il metodo Delphi si configura una tecnica di comunicazione di gruppo strutturata, fondata sull‟interazione tra un panel, di norma nazionale o internazionale, di esperti che ha il fine di giungere ad una opinione condivisa da tutti i partecipanti relativa alla probabilità con cui scenari futuri possono verificarsi.

Tale tecnica consiste nel «prospettare uno o più temi ad un gruppo di esperti affinchè ne forniscono successive valutazioni, modificate di volta in volta, in rapporto ad un processo di apprendimento che porti all‟espressione di un‟opinione di gruppo» (Marbach, 1999 : 22).

L‟obiettivo di questo tipo di analisi è la costruzione di previsioni di scenari di rischio sulla base della formulazione di giudizi da parte di esperti che analizzano il problema. Gli esperti non devono per forza essere professionisti, ma semplicemente stakeholder che hanno maturato una certa esperienza sul campo.

L‟idea o il giudizio finale emerge attraverso la somministrazione ripetuta di questionari a più soggetti che, pur non conoscendosi e non interagendo in modo diretto, attivano un dibattito virtuale sulle tematiche oggetto della valutazione.

In una prima fase organizzativa si formulano i problemi su cui esprimere le previsioni e vengono selezionati gli esperti, cioè coloro i quali componendo il panel di consultazione mettono a disposizione il proprio sapere a sostegno del processo decisionale. Nella scelta degli esperti, per la raccolta delle informazioni previste dal metodo Delphi, il criterio seguito si basa sull‟expertise dei soggetti da coinvolgere. La seconda fase riguarda la somministrazione del primo stimolo attraverso un questionario con domande aperte. L‟analisi delle risposte permetterà la costruzione del secondo questionario (nella terza fase analitica), nel quale sono inseriti i concetti principali emersi nella fase esplorativa. In questa fase ogni esperto può modificare i giudizi dati precedentemente ma può anche conoscere ed eventualmente condividere o discostarsi dalle affermazioni degli altri esperti. Nella quarta fase valutativa, gli elementi emersi dalla somministrazione del secondo questionario sono riorganizzati per la costruzione di un terzo questionario sul quale gli esperti possono esprimere il

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loro giudizio finale rispetto alle questioni iniziali. Segue una sintesi finale dei giudizi e la stesura di un rapporto valutativo (Linstone, Turoff, 1975 : 5-6).

Tra i vantaggi della tecnica Delphi, oltre al costo relativamente contenuto, essa «preserva l‟anonimato dei rispondenti evitando i fenomeni di acquiescenza alle posizioni di leader riconosciuti che penalizzerebbero sia l‟utilizzo creativo che quello valutativo dello strumento. I punti delicati della tecnica sono costituiti dalla scelta e disponibilità degli esperti, che di solito sono contattati da un esperto locale, che cura anche la lettura e l‟assemblaggio delle risposte, dal modo in cui sono formulati i quesiti, dal grado di precisione e di accuratezza delle previsioni richiesto» (Ciucci, 2008 : 44).

La Nominal Group Tecnique è una tecnica di gruppo nominale, ovvero cerca di limitare il più possibile le interazioni non necessarie fra i partecipanti, l‟influenza negativa di eventuali gerarchie e di posizioni contrapposte. Tale tecnica si sviluppa in due fasi. In una prima fase i partecipanti al gruppo esprimono individualmente un parere sul tema in oggetto, solitamente il parere si formula tramite punteggi. Nella seconda fase i partecipanti, guidati dal facilitatore del gruppo, discutono i precedenti elementi sui quali non si sia già dato accordo nella prima fase. Fra la prima e la seconda fase il facilitatore deve controllare i risultati individuali prodotti e constatare se ci sono elementi di convergenza su alcuni punti che, in quanto già condivisi, non dovrebbero essere ridiscussi nella seconda fase. Tale tecnica punta ad ottenere dati quantitativi mediante l‟utilizzo di scale cardinali7 sulle quali gli esperti sono tenuti ad esprimere un proprio giudizio. Gli elementi su cui si esprime un giudizio possono riferirsi al livello di efficacia di determinate azioni rispetto alle finalità dichiarate dal programma, ad ambiti esperienziali dei quali stabilire l‟importanza soggettiva, ad indicatori di efficacia di un programma per i quali stabilire delle priorità (Bezzi, 2018).

La scelta di raccogliere i giudizi tramite scale è data dal fatto che questa modalità risulta più semplice e pratica da gestire.

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Le scale cardinali sono strumenti di misurazione utilizzati ogni qual volta si vuol far decidere il valore intrinseco i un qualcosa a un gruppo. Essi forniscono una “quasi” misurazione assoluta (https://valutazione.blog/2018/03/20/guida-completa-alla-nominal- group-technique).

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Le proprietà e le dimensioni dei diversi aspetti di un intervento da sottoporre al giudizio degli esperti in tale tecnica si conoscono a priori e l‟obiettivo è quello di confermare o smentire le previsioni.

II.3 La valutazione in itinere: modificare le scelte durante la fase