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Valutazione e Riduzione Rischio Sismico

Capitolo 4. Le politiche di prevenzione nella gestione del rischio sismico *

4.2 Valutazione e Riduzione Rischio Sismico

La valutazione del rischio sismico si ottiene dall’elaborazione delle analisi di pericolosi- tà, vulnerabilità e esposizione.

Esistono due metodi89 per la stima di un rischio sismico. Il primo consiste nella valuta- zione in aree omogenee del rischio assoluto, e può definire quelli che sono gli effetti diretti del terremoto: il numero di edifici, i sistemi infrastrutturali e i servizi distrutti o danneggiati, il numero dei morti o dei feriti. Il secondo metodo fa riferimento all’individuazione delle aree omogenee con differenti livello di rischio: alto, medio e basso.

Il primo metodo ha dei margini di errore ampi poiché tale valutazione avviene utiliz- zando il principio quantitativo della probabilità. Essa produce incertezza sull’elaborazione omogenea dei dati e dei parametri economici, delle vite umane, degli edifici e dei beni culturali e storici.

89

Il secondo metodo è molto più efficace, poiché permette di individuare, attraverso i li- velli di rischio, le aree di priorità di intervento, tramite il quale si possono stimare sia una valutazione dei rischi alle persone, agli edifici, alle infrastrutture e ai beni culturali e storici ma anche le tipologie di intervento e di gestione.

La valutazione del rischio sismico aiuta a stabilire come intervenire su una zona, come ridurre gli effetti e i possibili danni. Grazie ad una adeguata valutazione è possibile co- struire delle azioni per la riduzione del rischio sismico, ossia della vulnerabilità, dell’esposizione e della pericolosità sismica nella progettazione dei nuovi insediamenti e nell’adeguamento delle strutture urbane esistenti. Essa è una verifica di ciò che è, e in più aiuta a rilevare le priorità d’intervento.

Nei nuovi insediamenti la riduzione del rischio sismico avviene attraverso una adegua- ta pianificazione territoriale e urbanistica, che, coerente al secondo metodo di valuta- zione del rischio sismico, aiuta nell’edificazione, nell’uso del suolo e degli spazi. L’esposizione sismica può essere ridotta scegliendo adeguati territori sui quali impian- tare nuovi insediamenti e l’estensione di quest’ultimi.

La vulnerabilità può essere ridotta effettuando una progettazione conforme alle nor- me, interventi di adeguamento sismico e scegliendo un idoneo tessuto urbano.

Possono essere effettuate azioni dirette e indirette90 per la riduzione della vulnerabilità e dell’esposizione:

Azioni indirette → miglioramento degli strumen  Per la progettazione:

1. Pericolosità, Classificazione, Normativa,  Per la pianificazione:

1. Microzonazione sismica 2. Pianificazione territoriale 3. Piani di emergenza

Azioni dirette → riduzione della vulnerabilità del costruito  Interventi sul patrimonio edilizio e su opere infrastrutturali:

1. ospedali, 2. scuole,

3. opere infrastrutturali

 Interventi sul patrimonio edilizio privato.

90

Mauro Dolce, Direttore Generale - Dipartimento della Protezione Civile Ufficio Rischio sismico e vul- canico e Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Università di Napoli Federico II; PROTEC - 01 luglio 2011.

La riduzione del rischio sismico nei centri urbani è complessa e delicata, poiché richie- de dei pesanti interventi e una modifica forzata dell’assetto esistente, come interventi di demolizione o di allargamento delle strade91. Molte volte queste modifiche entrano in collisione con la salvaguardia del patrimonio storico e architettonico o con la nuova progettazione della città e del suo centro storico. I piani di adeguamento sismico dei centri urbani hanno l’obiettivo di effettuare gli interventi di riduzione del rischio rispet- tando le esigenze di natura economica, sociale e culturale92 della località. Intervenire per la riduzione dell’esposizione e della vulnerabilità non è semplice, poiché ci si scon- tra con quello che è l’assetto socio-culturale della città. Ridurre l’esposizione sta a si- gnificare molte volte la riduzione di un’intensità abitativa e la rilocazione di alcune fun- zione del centro urbano. Tali interventi sono necessari per mettere in sicurezza i sog- getti dell’area, anche se ciò ha un forte impatto sulla popolazione locale, sull’assetto economico e socio-culturale.

La riduzione della vulnerabilità di un centro urbano, può sembrare più semplice. Essa apporta modifiche, miglioramenti e adeguamenti a tutte le strutture e agli edifici del centro urbano. Sono tre le metodologie utilizzate93 per gli interventi di riduzione della vulnerabilità alle costruzioni:

1. La Manutenzione: provvedimenti per eliminare o rallentare l’effetto del de- grado

2. Il Miglioramento: insieme dei provvedimenti per ridurre il livello di vulnerabi- lità della costruzione

3. L’Adeguamento: complesso dei provvedimenti per ridurre la vulnerabilità al livello fissato dalla normativa.

La riduzione della vulnerabilità, come spiega Demartino, deriva dalla morfologia del tessuto del centro urbano e può essere effettuata mediante interventi leggeri, mirati al recupero di piccole aree libere e alla eliminazione di edifici fatiscenti e superfetazioni pericolose. Deriva anche dall’accessibilità del centro urbano e può essere applicata all’adeguamento della rete dei trasporti e al miglioramento dei percorsi già esistenti, che permettono l’accesso ai servizi strategici e alle aree attrezzate dalla Protezione Ci- vile. È da tenere presente, inoltre, la messa in sicurezza degli impianti industriali al fine della riduzione del rischio sismico della vulnerabilità, della esposizione e della pericolo- sità. Anche per gli impianti industriali bisogna scegliere una adeguata localizzazione te- nendo presente la classificazione sismica del territorio e in più bisogna che gli impianti siano conformi alla Direttiva Seveso, vengano eseguiti interventi di manutenzione e che siano edificati in conformità alle norme vigenti. Possiamo quindi affermare che la priorità di un evento sismico è direttamente proporzionata al suo livello di rischio. La pericolosità sismica, invece, può essere ridotta intervenendo sulle scelte di localiz- zazione degli insediamenti abitativi e delle altre strutture.

91

Demartino A., 2000, Valutazione e riduzione del rischio sismico, Reggio Calabria, Falzea, pag. 79. 92

Ibidem. 93

Essa può essere circoscritta agli effetti indotti, possono essere eliminati le frane o i ce- dimenti dei pendii, generati dal sisma, con un uso corretto e razionale del territorio e una adeguata politica di difesa del suolo. Un’ulteriore riduzione della pericolosità si- smica è la suddivisione delle aree attraverso la microzonazione sismica. Essa si sviluppa su tre livelli94:

1. Livello: il territorio in esame viene suddiviso in Microzone Omogenee in Pro- spettiva Sismica (MOPS), classificate a loro volta in tre categorie: 1. Zone insta- bili: da non utilizzare per lo sviluppo urbanistico, per l’instabilità dei pendii, li- quefazione, densificazione dei terreni granulari, subsidenza dei terreni argillosi soffici, spostamenti differenziali dovuti a discontinuità o eterogeneità e emer- sione di faglie attive; 2. Zone stabile: senza effetti di modificazione del moto si- smico rispetto ad un terreno rigido (ad esempio un calcare o un granito) e pia- neggiante e per cui utilizzabili per l’edificazione; 3. Zone stabili con effetti di modificazione del moto sismico: amplificazioni dovute a effetti litostratigrafici (terreni del sottosuolo) e morfologici (forma del territorio) per queste aree è necessario un’approfondita valutazione.

2. Livello: valutazione dell’amplificazione sismica, mediante uso di abachi predi- sposti, usati per i casi più semplici.

3. Livello: accurate misure in sito e un’adeguata modellazione numerica, utilizzata per i casi più complessi.

I fattori di amplificazione sismica sono calcolati su parametri geologico-tecnici e geofi- sici caratteristici per ogni microzona e rappresentativi del comportamento medio dell’area, sono uno strumento utile per la scelta delle aree più idonee allo sviluppo ur- banistico e possono fornire indicazioni sull’opportunità di eseguire analisi di risposta si- smica locale in siti specifici per la progettazione di singole opere95.

La microzonazione permette di dare un inquadramento geolitologico e geomorfologico locale preciso aiutando gli esperti nella valutazione, nella riduzione del rischio sismico e nella progettazione di piani di intervento su scala provinciale, regionale, ma soprat- tutto locale (comunale e sub comunale).

La conoscenza dei possibili effetti locali indotti da un evento sismico su un territorio permette di scegliere aree e strutture di emergenza e edifici strategici in zone stabili, di individuare, in caso di collasso, i tratti critici delle infrastrutture viarie e di servizio e le opere rilevanti per le quali potrebbero essere necessarie specifiche valutazioni di sicu- rezza.

Essa è utile, anche, per la fase ricostruzione poiché permette di scegliere le aree per le abitazioni temporanee, fornisce elementi ai tecnici e amministratori, sull’opportunità di ricostruire gli edifici non agibili e garantisce la scelta di sicure nuove aree edificabili.

94Rinaldis D., Clemente P. (2013), Seismic input characterization for some sites in Italy, Proc. Earthquake

Resistant Engineering Structures, ERES 2013 (July 8-10, A Coruña), WIT Transactions on The Built En-

vironment. 95

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