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Vantaggi del RM

Nel documento Risk management & assessment (pagine 60-63)

DIRETTRICI CARATTERISTICA CHIAVE

2.8 Vantaggi del RM

Il Risk Management risulta essere lo strumento di controllo adatto per affrontare il problema della complessità derivante dagli innumerevoli fattori di rischio che caratterizzano l’ambiente in cui l’impresa opera. I maggiori vantaggi derivanti dall’applicazione del Risk Management, infatti, si concretizzano proprio nella gestione positiva del rischio, orientata alla creazione del valore. Inoltre, permette di ampliare la gamma di informazioni a disposizione del vertice con tutti gli stimoli provenienti dalla base dell’organizzazione, che segnalano i cambiamenti critici e permettono di cogliere le opportunità emergenti e di individuare le incertezze strategiche che potrebbero minacciare o invalidare la strategia di business in atto.

Le sollecitazioni che hanno portato a considerare in modo approfondito questa disciplina sono principalmente tre:

 la crescente incertezza nel sistema economico attuale;

 le implicazioni del cambiamento sul business model aziendale;  le modifiche del rapporto tra stakeholders e management aziendale.

Lo scenario attuale ha delle componenti sempre più interconnesse e sono emersi nuovi fattori di rischio, sconosciuti in passato. E se la creazione di valore è strettamente legata con il concetto di rischio, è chiaro che l’attenzione dei mercati finanziari si sposta sulla dimensione prospettica delle informazioni (forward looking) e alle deviazioni dalle previsioni (forecast). Il risk management si presenta come uno strumento a disposizione del management per la gestione efficiente ed efficace dell’impresa nel nuovo contesto economico e per soddisfare, allo stesso tempo, le crescenti attese degli investitori, in termini di rendimento e di trasparenza.

Perché dunque, parlare di risk management?

 Perché permette di approfondire le conoscenze sull’ambiente e sull’impresa La prima fase dell’analisi dei rischi prevede l’individuazione dei fattori di rischio, cioè di quelle variabili che hanno il potere di influenzare il business. Senza dubbio, l’analisi di queste variabili permette di approfondire le conoscenze dell’ambiente esterno, offrendo al management la possibilità di individuare le opportunità oltre che le minacce. L’analisi

dell’ambiente esterno, insieme a quella delle variabili interne, permette all’azienda di prendere coscienza delle proprie caratteristiche, che la rendono unica, differenziandola da tutte le altre imprese.

Questa considerazione ha un’implicazione di tipo strategico, dal momento che il risk management può essere un valido strumento a supporto della previsione: analizzando i rapporti di causa-effetto che legano le variabili del business al risultato, un valido sistema di gestione del rischio può emulare gli eventi del mondo reale, riducendo la variabilità che caratterizza le previsioni aziendali, (Koller, 1999).

 Perché è un valido supporto all’analisi decisionale ed ha notevoli implicazioni

strategiche

Ogni giorno gli individui, e non solo i managers delle imprese, prendono delle decisioni sulle azioni da intraprendere, su quanto tempo e risorse impiegare nello sviluppo del progetto, e su quali sono gli aspetti importanti da comunicare all’organizzazione e ai terzi. Ogni decisione comporta inevitabilmente delle conseguenze e il risk management è lo strumento adatto per analizzare le diverse alternative e le relative conseguenze, offrendo un risultato probabilistico e una serie di possibilità. Anche se l’analisi del rischio può essere applicata ad una singola attività, caso o progetto, più in generale l’anima del processo di risk management consiste nel valutare le diverse opportunità, comparandole. L’analisi del rischio supporta dunque l’analisi decisionale. Entrambe incorporano l’approccio logico e analitico per prendere decisioni e proporre soluzioni in condizioni di incertezza.

 Perché è un potente veicolo di comunicazione con gli stakeholders

Gli stakeholders sono i soggetti portatori di interessi (non solo di tipo economico) nei confronti dell’azienda che hanno il potere di incidere sulle scelte del management. Questo potere cambia ovviamente dalle caratteristiche del settore e dell’azienda stessa ma, più in generale, quando si parla di rischio, il principale stakeholder è l’azionista (shareholder). E’ chiaro dunque, che in presenza di una separazione tra la proprietà (shareholder) e controllo (management), sorgono i problemi legati alla teoria dell’agenzia29, e tutti i costi relativi al

29

Da approfondire in testi specifici. In parole povere, l’Agency Theory (Alchiane Demsetz, 1972; Jensene Meckling, 1976) assume che nei processi d’impresa vi sia un rapporto di prestazione gestito dalla proprietà (principal) e erogato da vari profili di dipendenti (agent). Oltre a rappresentare un importante momento di formalizzazione della separazione tra proprietà e controllo, la teoria dell’agenzia offre i parametri per valutare le implicazioni di tale separazione:

 il moral hazard  l’adverse selection  il free riding

L’obiettivo è dunque il bilanciamento fra interessi degli agent e dei principal (evitando che i primi disinvestano dall’impresa).

meccanismo di controllo (cioè il costo di tutte le attività intraprese dalla proprietà per misurare, valutare, regolamentare e incentivare il management a tenere determinati comportamenti), alla rassicurazione (cioè tutte le azioni intraprese dal management per convincere lo shareholder sulla bontà delle proprie iniziative), e alla componente residuale (cioè costi legati a qualsiasi altra divergenza che le suddette azioni non sono in grado di ricomporre). In quest’ottica il risk management assume la funzione di garanzia: assicura cioè la riduzione del rischio di comportamenti opportunistici da parte del management, e quindi l’efficienza e l’efficacia dell’azione manageriale, oltre che la trasparenza nella comunicazione dei risultati conseguiti dal management. Inoltre, il risk management giustifica agli occhi degli shareholders l’operato del management: uno stesso risultato infatti può avere due interpretazioni opposte, a seconda che sia accompagnato o meno da un’adeguata premessa. Un semplice esempio può chiarire questo concetto.

Supponiamo che si presenti l’opportunità di investire in un progetto di delocalizzazione produttiva che richiede un esborso iniziale di 100.000 euro. Senza un’analisi del rischio, si può solo effettuare una previsione generica e deterministica sul ritorno dell’investimento, che indichiamo con 150.000 euro. Il profitto atteso è dunque di 50.000 euro e si decide di investire. A causa della cattiva qualità della merce prodotta il ritorno dell’investimento è solo di 110.000 euro. La proprietà ottiene un profitto di soli 10.000 euro e giudica perciò l’operato del management come pessimo. In presenza di un’adeguata analisi del rischio, il comportamento del management sarebbe stato interpretato in maniera differente. Comunicando i principali fattori di rischio e i relativi valori di probabilità di accadimento e di impatto, il management avrebbe permesso alla proprietà di valutare in maniera più puntuale il risultato atteso ed eventualmente, di individuare diversi scenari a seconda del verificarsi o meno di alcuni eventi. Supponiamo che, a seguito dell’implementazione del risk management, il progetto venga considerato molto rischioso, al punto da sconsigliarne la messa in atto, vista l’elevata probabilità di incorrere in una perdita del capitale investito. In questo caso, un profitto di 10.000 euro sarebbe visto come un ottimo risultato. L’analisi dei rischi dunque può trasformare completamente il significato di alcuni risultati.

In presenza di un livello di rischio elevato infatti, gli investitori si aspettano un rendimento più elevato a causa della presenza di un premio per il rischio. Un’adeguata comunicazione, rassicura gli investitori, riducendo l’incertezza e di conseguenza il rischio. Il rendimento atteso quindi è minore e il capitale meno costoso.

Da uno stato di rischiosità iniziale si passa quindi a successivi livelli diversi di rischio, a mano a mano che l’azienda si prodiga a fronteggiare i diversi stati d’ambiente che si

sviluppano nel corso della sua vita. Il complesso causale dal quale il rischio dipende è suscettibile in ogni istante ai mutamenti e, quindi, è in grado di alimentare e orientare la rischiosità in cui opera l’azienda. Si può dire che il rischio deriva sia dal sistema delle operazioni in atto e future sia dall’insieme delle funzioni aziendali.

Nel documento Risk management & assessment (pagine 60-63)