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LA CORRUZIONE NEL PERIODO 1974 1995: ANALISI DEI DAT

CAPITOLO 5 GLI “ATTORI”

5.3 Il Vaticano tra IOR e Opus De

L’Istituto per le Opere di Religione ha destato sin dalla sua nascita (27 giugno 1942) forte curiosità e molti libri sono stati scritti al riguardo. Nel presente paragrafo vengono però trattati gli accordi rilevanti attinenti al caso dei due banchieri (Sindona e Calvi), stretti dalla banca vaticana con gli attori principali del sistema rappresentato (vedi Fig. 5.4). Vengono inoltre presi in esame gli aiuti forniti dall’Opus Dei a entrambi i banchieri e vengono analizzate le motivazioni sottostanti agli interventi dell’Opera.

Fig. 5.4: Il Vaticano nel sistema corruttivo Sindona-Calvi

Fonte: propria elaborazione da Vannucci, A., Atlante della corruzione, Torino, Edizioni

Gruppo Abele, 2012, p.45.

Analizzando la figura sopra proposta, ciò che immediatamente emerge è come il Vaticano risulti essere fornitore di protezione, non solo nei confronti di Sindona e Calvi, bensì anche verso la criminalità organizzata.

Il rapporto instaurato tra Vaticano e criminalità organizzata nella vicenda Calvi- Sindona è ben rappresentato dal processo di recupero dei documenti contenuti nella borsa del presidente dell’Ambrosiano. Il giudice Mario Almerighi92

, il quale ha seguito l’istruttoria del processo a carico del faccendiere Flavio Carboni (e altri) per il reato di ricettazione della borsa di Roberto Calvi, ripercorre i vari passaggi relativi al recupero dei documenti contenuti in tale borsa. Il punto di partenza dell’indagine è il finanziamento a favore del Vaticano effettuato da Giulio Lena («un pregiudicato

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coinvolto in traffici di droga, fabbricazione di soldi falsi, associazione per delinquere e con stretti legami con la banda della Magliana»93), allo scopo di acquistare da Flavio Carboni alcuni documenti che il presidente del Banco Ambrosiano custodiva nella propria borsa. Questo finanziamento è spiegato dalla prudenza che il Vaticano pone in ogni propria azione e quindi, prima di effettuare il pagamento con proprie risorse, manda in avanscoperta un soggetto di fiducia della Santa Sede collegato, tuttavia, anche a Flavio Carboni.

Allo scopo di chiarire il tipo di protezione offerta dal Vaticano alla criminalità organizzata, viene proposta di seguito una rappresentazione grafica basata sulla ricostruzione fornita dal giudice Almerighi.

Fig. 5.5: Il sistema di protezioni fornite dalla Santa Sede

La protezione offerta dalla banca vaticana attiene essenzialmente alla salvaguardia degli investimenti effettuati dalla criminalità organizzata; quest’ultima, quindi, viene aiutata nella propria attività di riciclaggio di denaro. Lo IOR, attraverso l’autonomia riservata alla Santa Sede, raccoglie denaro sporco e dopo averlo fatto confluire in qualche società estera (di solito insediate in paradisi fiscali), “rimpatria”, mediante una complicata rete di consociate estere, i capitali che risultano essere, a questo punto, completamente ripuliti. Tale sistema è stato descritto durante una dichiarazione resa al giudice Giovanni Falcone dal pentito Tommaso Buscetta, il quale afferma:

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Calò si serviva di Calvi e Gelli per il riciclaggio del denaro sporco, che veniva investito nello Ior e nel Banco ambrosiano94.

Tornando alla vicenda della borsa di Calvi, la protezione assicurata dallo IOR a Giulio Lena fa riferimento all’aggiudicazione di alcuni appalti per la propria impresa. Attraverso l’intercessione dell’Istituto per le Opere di Religione, il quale fornisce consenso ai vari partiti politici di riferimento, le società di Giulio Lena ottengono una via d’accesso privilegiata nell’assegnazione degli appalti pubblici95

. La riservatezza con la quale si muove lo IOR è rappresentata dalla parte inferiore della Fig. 5.5, nella quale risulta evidente l’inserimento di un soggetto che funge da schermo protettivo (Giulio Lena) tra la banca vaticana ed il faccendiere Carboni.

Se i rapporti tra criminalità organizzata e IOR risultano essere apparentemente invisibili, quelli tra Michele Sindona, Roberto Calvi e la banca vaticana sono maggiormente rilevabili.

Le relazioni d’amicizia stabilite all’interno del Vaticano (vedi nota 11 § 5.1) consentono a Michele Sindona di divenire il soggetto di riferimento negli investimenti effettuati dalla banca vaticana. Lo stretto rapporto instaurato tra Santa Sede e Michele Sindona è deducibile anche dal fatto che numerose lettere indirizzate al banchiere siciliano vengono indirizzate presso il Vaticano stesso. Il giornalista Gianluigi Nuzzi, il quale ha raccolto numerosi documenti sulle vicende vaticane, fa notare come Sindona, in quegli anni, riceva «direttamente presso la Santa sede lettere così indirizzate: ‘Mr. Michele Sindona c/o Pope Paul VI, The Vatican, Rome (Italy)’»96.

Ferruccio Pinotti, nel ripercorrere la storia di Michele Sindona, rileva come la fine dell’esenzione totale dal pagamento delle tasse sui profitti derivanti dai dividendi azionari assicurata al Vaticano fino al dicembre 1968 (Pinotti, però, erroneamente indica il 1962), risulti essere il motivo determinante della scelta di affidare gli investimenti della Santa Sede al banchiere siciliano97. La banca vaticana, infatti, a seguito di tale modifica decide di spostare i propri investimenti dall’Italia all’estero, ma

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Dichiarazione contenuta in Almerighi, M., La borsa di Calvi, Milano, Chiarelettere editore srl, 2015, p. 163.

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Quanto rappresentato e descritto fa riferimento allo scritto del giudice Mario Almerighi al quale si rimanda: Almerighi, M., La borsa di Calvi, Milano, Chiarelettere editore srl, 2015.

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Nuzzi, G., Via crucis, Milano, Chiarelettere editore srl, 2015, p.187. Documenti appartenenti a un carteggio riservato, risalente al 1970 su affari tra Vaticano, Umberto Ortolani e Michele Sindona e fatto ritrovare in plico anonimo in Prefettura nell’aprile 2014 sono visibili in op. cit., pp.301-303.

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Pinotti, F., Poteri forti, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2005, pp. 48-49. Un approfondimento di tale vicenda è presente in Turco, M., Pontesilli, C. e Di Battista, G., Paradiso Ior. La banca vaticana tra

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non avendo molta dimestichezza in materia finanziaria sceglie di affidarsi all’esperto finanziere siciliano.

I giornalisti Paolo Panerai e Maurizio De Luca forniscono una versione diversa da quella di Pinotti. Essi affermano che il Vaticano a seguito della feroce campagna nazionale contro le speculazioni immobiliari, decide di liberarsi delle partecipazioni scottanti e cioè quella della Generale Immobiliare, della Società Condotte Acque e della

Ceramica Pozzi. Viene deciso che il disinvestimento deve avvenire nella riservatezza

assoluta al fine di evitare nuove campagne di stampa contro la Santa Sede; quest’ultima si affida conseguentemente a Michele Sindona, il quale aveva dimostrato di saper lavorare con riservatezza98.

L’economista Marco Magnani, passando in rassegna la storia delle finanze vaticane, evidenzia come la scelta di Michele Sindona a banchiere di fiducia sia dovuta a due diversi fattori: la fine per il Vaticano dell’esenzione dall’imposta sui dividendi azionari («le somme dovute erano pari a oltre sei miliardi di lire, pari ad appena lo 0,5 per cento del disavanzo pubblico del 1968»99) e le feroci campagne di stampa con i conseguenti danni di immagine ai quali la Santa Sede è sottoposta100. Su quest’ultimo aspetto Magnani afferma: «i danni d’immagine procurati al Vaticano dalla proprietà dell’Immobiliare non erano ora neanche più controbilanciati da vantaggi economici»101

. I rapporti instaurati dal Vaticano a partire dalla fine degli anni Sessanta con i Paesi esteri e in particolar modo con gli Stati Uniti, vanno oltre la semplice ricerca di buoni investimenti. Nel 1971 il cardinale statunitense Paul Marcinkus viene nominato presidente dell’Istituto per le Opere di Religione e ciò comporta, grazie alle medesime amicizie americane, il rafforzamento dei legami tra Vaticano e Michele Sindona. A tal proposito la commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Sindona afferma:

C’è un patto di ferro tra il banchiere rampante e le strutture finanziarie vaticane, un patto che si traduce in operazioni effettuate da Sindona per conto del Vaticano o in vere e proprie copartnerships. Si aggiunga a ciò la stretta colleganza con Marcinkus, il nuovo gestore del ‘tesoro di Pietro’, le comuni partecipazioni in holdings e finanziarie nei paradisi fiscali e la moltiplicazione di affari comuni grandi e piccoli. Fra questi ultimi v’è la messa in opera di efficaci canali per la esportazione di valuta dall’Italia in un periodo in cui si era determinata una vera e propria psicosi di sfiducia sulla capacità di tenuta economico-finanziaria italiana. Gran parte del copioso trasferimento di capitali effettuato attraverso le banche sindoniane

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Panerai, P. e De Luca, M., Il crack. Sindona, la DC, il Vaticano e gli altri amici, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1975, pp.77-91.

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Magnani, M., Sindona. Biografia degli anni Settanta, Torino, Einaudi, 2016, p.34.

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Ibid.

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nel periodo 1970-1974 passa per l’Istituto opere di religione, che ha il vantaggio di operare al di fuori di ogni controllo valutario102.

A seguito del crac delle banche sindoniane lo IOR decide di affidare la gestione delle proprie finanze a Roberto Calvi. La banca vaticana passa dal sistema dei depositi

fiduciari con cui Sindona finanziava le proprie società estere, a quello delle operazioni back to back messe in atto da Calvi. Tali sistemi sono stati esaminati in modo

dettagliato dall’economista Marco Magnani e inerentemente alle differenze tra i due modelli egli dichiara: «una differenza tra i due sistemi era che Sindona dava molta importanza alla necessità di ottenere impegni formali, mentre Calvi basava tutto sul rapporto fiduciario, cosicché il Banco Ambrosiano si assumeva interamente il rischio»103.

Trattando dei depositi fiduciari l’autore sostiene:

[Sindona] [a]veva reperito le risorse necessarie in parte grazie a Hambros, in parte con una tecnica da lui escogitata: i depositi fiduciari. Una banca del gruppo di Sindona, supponiamo Banca Unione, effettuava un deposito in valuta presso banche appartenenti al gruppo ma che operavano all’estero, ad esempio Finabank. Contestualmente Banca Unione e Finabank stipulavano un accordo fiduciario segreto in base al quale la prima dava mandato alla seconda di trasferire per un periodo illimitato il deposito a una finanziaria estera, sempre appartenente al gruppo Sindona. In base all’accordo, Finabank agiva senza alcun rischio, in quanto mera intermediaria. I depositi dei clienti di Banca Unione venivano così utilizzati per finanziare società estere di Sindona, che a loro volta li impiegavano in base alle sue direttive. In questo modo il banchiere violava varie norme: il divieto di finanziare proprie società con i denari dei correntisti, di acquistare banche e imprese salvo esplicita autorizzazione della Banca d’Italia, di servirsi dei propri fondi per manovrare i corsi delle proprie azioni, di mantenere fondi all’estero per periodi illimitati, di falsificare la reale natura delle operazioni compiute104.

Descrivendo i rapporti tra IOR e Calvi, Marco Magnani osserva:

La tecnica dei back to back consisteva in questo: per effettuare un prestito a una consociata estera che sarebbe stata soggetta ai vincoli normativi imposti dalla Banca d’Italia, s’indirizzava il finanziamento a un terzo istituto residente all’estero e non facente parte del gruppo, il quale a sua volta lo girava alla consociata estera del Banco. Nei bilanci l’operazione figurava come concessione di un prestito a un soggetto terzo estraneo al gruppo. L’obiettivo era duplice: assicurarsi occultamente il controllo del Banco ed eseguire

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Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Sindona e sulle responsabilità politiche ed

amministrative ad esso eventualmente connesse – VIII legislatura – Doc. XXIII n. 2-sexies, Relazione di minoranza, relatore on. Massimo Teodori, Roma, 15 aprile 1982, pp. 531-532. [online] Disponibile a: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/907991.pdf

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Magnani, M., Sindona. Biografia degli anni Settanta, Torino, Einaudi, 2016, p.124.

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operazioni illecite, in primo luogo per conto della P2. In altri termini lo Ior garantiva una copertura alle attività occulte del gruppo105.

Il giornalista Fabrizio Rizzi fornisce, invece, una misura del guadagno ottenuto dallo IOR a seguito di operazioni illegali realizzate con il Banco Ambrosiano:

[L]o Ior nascondendosi dietro lo schermo della legalità, non faceva altro che consentire operazioni fuorilegge, guadagnando su ogni singola operazione lo 0,0625 dell’intera somma movimentata. Il che, parlando di centinaia di milioni di dollari, significa un aggio di altrettanti milioni di dollari106.

I rapporti tra Vaticano e Stati Uniti, così come quelli esistenti tra quest’ultimi e Sindona, si basano sulla lotta al comunismo. L’ex funzionario del Dipartimento di Stato americano William Blum, parlando dei finanziamenti americani a favore dell’Italia, finalizzati essenzialmente alla lotta al comunismo, descrive i legami tra la Cia e il cardinal Montini (futuro Papa Paolo VI):

Ci fu il caso del cardinal Giovanni Battista Montini, un altro beneficiario della munificenza della Cia. […] Sembra che negli anni Cinquanta e Sessanta, il buon cardinale promuovesse orfanotrofi in Italia e, afferma Victor Marchetti, ‘l’idea era che se quel tipo di istituzioni venivano adeguatamente foraggiate, molti giovani sarebbero vissuti bene al loro interno e non sarebbero caduti un giorno in mani comuniste’. Il cardinale, da monsignore, era stato coinvolto nell’operazione vaticana per contrabbandare i nazisti verso la libertà dopo la seconda guerra mondiale. Aveva una lunga storia di legami con i servizi segreti occidentali. Nel 1963 divenne Paolo VI107.

Con il passaggio di consegne tra Sindona e Calvi da un lato e quello tra Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II (Papa Giovanni Paolo I muore appena un mese dopo esser stato eletto al soglio pontificio) dall’altro, i rapporti tra Stati Uniti e Vaticano si intensificano. Per contrastare l’avanzata del comunismo questi ultimi utilizzano il Banco Ambrosiano su due fronti: la Polonia e l’America Latina.

Il politico e sindacalista Luigi Cipriani, in un articolo riportato dalla Fondazione a lui dedicata, illustra in modo dettagliato l’intervento di Roberto Calvi e della sua banca al di là dell’Atlantico.

I quattro dell’apocalisse – Gelli, Ortolani, Marcinkus, Calvi – si affacciarono per far affari nel continente sudamericano quando questo era in preda ad una crisi disastrosa, con tassi di inflazione del 200%. Ma gli affari che essi trattavano non conoscono crisi, attraverso la P2

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ivi, p. 116.

106

Rizzi, F., Vaticano & Ambrosiano, Napoli, Tullio Pironti Editore, 1988, p. 100.

107

Blum, W., Killing Hope: U.S. Military and CIA Interventions since World War II, Monroe, Common Courage Press, 2003. Trad. it. Il libro nero degli Stati Uniti, Roma, Fazi Editore, 2003, pp. 181-182.

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erano in contatto con i dittatori militari e civili del continente, notoriamente anche grandi trafficanti di armi e droga. Obiettivo dei quattro non era solo quello di fare affari, ma di sostenere regimi autoritari ferocemente antimarxisti sui quali puntano sia il presidente degli Usa che il Vaticano, impegnato in una ‘nobile’ battaglia contro le teologia della liberazione. Il 1 gennaio 1980, a Buenos Aires in Argentina, Roberto Calvi inaugurò la nuova sede del Banco ambrosiano de America del Sud. […] Il Banco ambrosiano ha finanziato, nel 1976, la vendita di 6 fregate da parte del Cnr della Fincantieri alla Marina del Venezuela, di corvette all’Equador, di 4 fregate Lupo al Perù nonché di numerosi elicotteri Agusta, mentre i piduisti installati all’Ufficio italiano cambi e alla Sace concedevano autorizzazioni e crediti. In Guatemala, l’Ambrosiano finanziò il governo di destra del generale Vernon, ex agente Cia, legato al Dipartimento esteri Usa di Alexander Haig, attraverso la società Brisa, fondata per lo sfruttamento delle risorse minerarie del Paese. Nel 1978 il dittatore del Nicaragua, Somoza, era in forte crisi sotto la pressione della rivoluzione sandinista. A partire da quella data il Banco ambrosiano, per mezzo della propria filiale di Managua, trasferì centinaia di milioni di dollari nel Paese. Da un’altra banca del Sudamerica dell’Ambrosiano, il Banco andino di Lima, sono passate molte delle operazioni di traffico d’armi e di petrolio con il Cile, Nicaragua, Argentina, Brasile, Nigeria ed i traffici con la Tredeinvest dell’Eni, fino al finanziamento di 21 milioni di dollari concesso al Psi108.

Una lettera scritta dallo stesso Roberto Calvi, priva però di destinatario e data, costituisce una conferma di quanto dichiarato da Luigi Cipriani:

Ed ora, ora che sono stato abbandonato e tradito dai miei più sicuri alleati, non posso non ricordare [il ruolo] che ho svolto, di concerto con i rappresentanti di Piazza S. Pietro, in luoghi in cui era estremamente rischioso e difficoltoso creare delle basi operative nel senso ideologico e finanziario. Più di una volta ho creduto di rischiare la vita quando, correndo da uno stato all’altro dell’America Latina, cercavo di porre argine al crescente fermento di ideologie anticlericali. Mi prodigai in ogni senso arrivando perfino ad occuparmi di forniture di navi militari e di altro materiale bellico pur di favorire chi poteva efficacemente contrastare l’avanzata di ben organizzate forze comuniste. Grazie a questi interventi, oggi la Chiesa può vantare una sua autorevole presenza in paesi come l’Argentina, la Columbia, il Perù, il Nicaragua, ecc109.

Dopo un anno dall’elezione al soglio pontificio, Papa Giovanni Paolo II si reca in visita nella sua Polonia. Questo evento comporta la crescita della spinta popolare al raggiungimento della libertà civile e lo sciopero dell’agosto 1980 si trasforma nella richiesta del riconoscimento del primo sindacato indipendente dei Paesi del blocco sovietico. Solidarność (ossia “solidarietà”) prende vita il 31 agosto 1980. Mosca, contraria al riconoscimento di tale libertà, reagisce aiutando il generale Woicjiech Jaruzelski nel golpe militare dell’anno seguente, con il quale viene imposta la legge marziale e la messa al bando di Solidarność. Solo grazie alla Glasnost’ (“trasparenza”)

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Cipriani, L., Armi e droga nell’indagine del giudice Palermo, in “Democrazia proletaria”, maggio 1985. [online] Disponibile a: http://www.fondazionecipriani.it/Scritti/palermo.html

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introdotta dal presidente dell’Unione sovietica Michail Gorbaciov nel 1986 vengono allentate le maglie dell’oppressione polacca e nel 1989 Solidarność riacquisisce la libertà, trasformandosi da semplice sindacato in un vero e proprio movimento politico. Nello stesso anno in Polonia si svolgono le prime elezioni libere dalle quali Tadeusz Mazowiecki, esponente di Solidarność, viene nominato capo del governo. Nel 1990 il leader del movimento Lech Walęsa viene eletto presidente della Repubblica110.

Lech Walęsa, nel corso dell’inchiesta bis sulla morte di Roberto Calvi, ammette che il sindacato polacco Solidarność ha ricevuto finanziamenti dalla Chiesa ma non può offrire maggiori particolari in quanto sostiene: «‘non abbiamo mai ricevuto direttamente dei soldi […]. Io ero talmente sorvegliato che era impossibile che i soldi arrivassero per via ufficiale’»111

. Ulteriori informazioni sui finanziamenti del Banco Ambrosiano al sindacato polacco si possono desumere da due lettere (facenti parte del complesso di documenti venduti da Flavio Carboni al Vaticano) scritte da Roberto Calvi stesso. Proseguendo nella lettura della lettera pocanzi riportata, Calvi richiede:

che mi siano restituite tutte le somme da me devolute per i progetti riguardanti l’espansione politica ed economica della Chiesa; che mi siano restituiti, dunque, i mille milioni di dollari che, per espressa volontà del Vaticano, ho devoluto in favore di Solidarnosc112.

La seconda lettera scritta dal presidente dell’Ambrosiano, datata 5 giugno 1982 (pochi giorni prima della propria morte) e indirizzata a Papa Giovanni Paolo II, rappresenta un vero e proprio sfogo:

Santità, sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commessi dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior, comprese le malefatte di Sindona, di cui ancora ne subisco le conseguenze; sono stato io che, su preciso incarico di Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti paesi e associazioni politico-religiose dell’Est e dell’Ovest; sono stato io che, di concerto con autorità vaticane, ho coordinato in tutto il Centro-Sud America, la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e l’espandersi di

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Tratto da: Solidarność, in “Enciclopedia online”, Treccani. [online] Disponibile a:

http://www.treccani.it/enciclopedia/solidarnosc/ ; Frittoli, E., Danzica: 35 anni fa la nascita di

Solidarnosc, in “Panorama”, 29 agosto 2015. [online] Disponibile a:

http://www.panorama.it/cultura/danzica-35-anni-fa-nascita-solidarnosc/

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Viviano, F., Dal Vaticano a Calvi ecco chi aiutò Solidarnosc, in “La Repubblica”, 14 marzo 2009, p. 34. [online] Disponibile a: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/14/dal- vaticano-calvi-ecco-chi-aiuto-solidarnosc.html?ref=search

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ideologie filomarxiste; e sono io, infine, che oggi vengo tradito e abbandonato proprio da queste stesse autorità a cui ho rivolto sempre il massimo rispetto e obbedienza113.

Attorno alla figura di Papa Giovanni Paolo II ruota un’altra vicenda: quella del contrasto tra IOR e Opus Dei. In particolar modo, il presidente della banca vaticana