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Verso un Europa digitale L'intero ciclo dell'iniziativa eEurope è il risultato della volontà di alcuni Stati Membr

del'Unione Europea che credono in un'Europa forte, un'Europa che può competere a livello globale, economicamente, socialmente e culturalmente parlando. Da quando è stata avviata, l'iniziativa si è focalizzata sull'uso di Internet, consapevoli del suo forte impatto sulla società, che oggi identifichiamo come società digitale.

L'iniziativa è stata oggetto di ampio consenso e porta con se obbiettivi significativi volti ad un futuro di progresso e benessere. Economicamente parlando la sfera d'azione è rivolta soprattutto a rafforzare le PMI che, oggi più che mai, devono essere la forza motrice della crescita del nostro paese. Bisogna garantire investimenti per portare le industrie ad alti livelli di produzione, nel rispetto dell'ambiente, e garantendo maggior posti di lavoro, sostenendo in tal modo l'occupazione che è un punto cruciale delicato da quando è arrivata la crisi. Politicamente parlando prevede un coordinamento e una collaborazione forte fra Stati Membri dell'Unione Europea che si dovranno impegnare per sviluppare norme e leggi coerenti e comuni che diano le stesse possibilità a tutti. Culturalmente parlando l'iniziativa è uno strumento importante per la crescita dell'informazione, dell'istruzione e della cultura, che devono diventare i motori di punta dello sviluppo e che, se valorizzati correttamente, offrono infinite possibilità di progresso e benessere collettivo.

I passi verso il 2020 sono incentrati in azioni strategiche di uscita intelligente dalla crisi, in cui politiche e strumenti devono essere coordinati per ottenere una riforma del sistema finanziario, un risanamento intelligente del bilancio per una crescita a lungo termine, più coordinamento all'interno dell'Unione Europea e, in generale, una governance più forte.

L'agenda digitale europea è l'ultimo strumento creato per trasformare l'Europa in un motore di crescita sostenibile, intelligente e inclusiva che basa la propria forza sui servizi digitali e le proprietà intellettuali. E' per questo motivo che insiste sulla creazione della Biblioteca Digitale Europea come mezzo di valorizzazione, conservazione e diffusione del patrimonio culturale dell'interno territorio europeo. Con i dovuti sforzi e perseveranza l'Europa diventerà il polo del progresso, della crescita e del

benessere che si è riproposta di essere, a livello globale.

Di seguito varrà mostrata una linea cronologica dell'intera iniziativa eEurope e di tutti i passaggi politici e nomativi che l'hanno portata fin qui.

Capitolo Terzo – Strumenti Digitali

Figura 6 – Schema riassuntivo capitolo terzo.

Il tema della digitalizzazione del patrimonio culturale è sempre più spesso oggetto di dibattito, in quanto sta trasformando, e in un certo senso plasmando, una nuova società, in termini di nuove tecnologie e di ambiente culturale.

In questo contesto, l'Unione Europea, come abbiamo avuto modo di osservare, ha cominciato ad investire sempre più nel digitale, portando avanti i principi formulati che stanno alla base della Biblioteca Digitale Europea, di cui le varie iniziative eEurope, che si sono susseguite negli anni, si sono fatte portavoce. E' stata evidenziata l'importanza di sostenere quelli che sono oggi i bisogni degli utenti all'interno del web, tanto di quelli del patrimonio culturale e della necessità di quest'ultimo di essere guidato da una politica culturale che entri in sintonia con il mondo digitale. Questo per garantire sia la valorizzazione del patrimonio culturale e scientifico, di inestimabile valore che caratterizza il territorio europeo, sia per garantire una diffusione a livello collettivo di contenuti che hanno insiti dentro di loro un'identità culturale aggregante per l'intera comunità europea e permetterà ai cittadini di tutto il mondo di godere ti tale ricchezza. Stiamo vivendo un momento storico di transizione dei media che stanno cambiando

forma e modalità con cui veicolare le informazioni, adeguandosi ai tempi storici, sociali e del progresso, entrando nell'era della convergenza e dell'integrazione tra cultura e digitale.

Nell'avanzare della società della conoscenza ci sarà una crescente domanda di contenuti digitali di alta qualità, dal momento che i processi di formazione continua non sono più un concetto vago ma una realtà. Le istituzioni che gestiscono il patrimonio culturale avranno un ruolo chiave nel definire in modo univoco il tipo di risorse necessarie a tutti i livelli educativi. In linea generale archivi, biblioteche e musei affrontano sfide analoghe dal momento che possono trarre vantaggio dall'enorme potenziale che l'uso di tecnologie dell'informazione e comunicazione sembra promettere per le istituzioni della memoria.46

Questo potenziale non è riferito solo agli strumenti che la tecnologia utilizza per creare il collegamento fra le informazioni digitalizzate e conservate del patrimonio culturale on line e gli utenti, ma è riferito ad un cambiamento radicale nell'approccio che le istituzioni culturali hanno nei confronti dei fruitori di tali servizi. L'integrazione, infatti, non è data solo dalle tecnologie, che ovviamente permettono di accedere a nuovi mezzi di comunicazione, ma anche dall'utente che è maggiormente interessato a interagire con i prodotti culturali.

La convergenza, come illustra Henry Jenkins nel suo saggio Cultura Convergente, non è solo tecnologica, cioè un flusso di contenuti su più piattaforme in cui il pubblico migra spinto dalla ricerca di nuove forme di intrattenimento, ma è un vero e proprio processo culturale che richiede la centralità dell'utente, che rifiuta di osservare passivamente i contenuti offerti ma diventa più partecipativo e agisce attivamente utilizzando gli strumenti tecnologici e digitali.

Contestualmente ai dibattiti sulla situazione della cultura nell'era digitale sono stati realizzati svariati progetti di ricerca europei per la digitalizzazione e la conservazione del patrimonio culturale.

Partendo dal concetto di Biblioteca Digitale come contributo innovativo atto all'abbattimento di quelle barriere che non permettevano il libero accesso condiviso e

46 R. Caffo, M. Lunghi, Il Ministerial NetwoRk for Valorising Activities in digitisation (Minerva), Notiziario/71-73. Riferimento: http://www.beniculturali.it, consultato il 27.03.2015 ore 10.28, p.42.

isolavano gli oggetti e i contenuti culturali negli ambienti tradizionali di fruizione, sono stati sviluppati concretamente gli strumenti che permettono l'interazione con i contenuti culturali on line: le piattaforme digitali.

Lo scenario in cui si concretizza la Biblioteca Digitale basata sulle piattaforme condivise necessita di un modello organizzativo condiviso che viene coordinato dall'attività del Gruppo dei rappresentanti nazionali (NRG) nel campo della digitalizzazione del patrimonio culturale, che agiscono secondo i principi di Lund e il piano d'azione derivante da questi.

Con queste premesse sono nati progetti come Minerva, Michael, Europeana e CulturaItalia che hanno l'obbiettivo comune di fornire un accesso immediato e semplificato, a tutti i cittadini europei e non solo, al patrimonio culturale e scientifico.

3.1 Principi di Lund e NRG

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