4. Cittadini ed eredi l’alleanza radicata nella storia e in continuo rin-
7.4. Il volto di Maria accanto a quello di Gesù
L’ora della morte di Gesù è un’ora di svolta anche per la vita di Maria e per il suo cammino di fede. Giovanni Paolo II dice che il compimento della beatitudine di Maria pronunciata da Elisabetta sot-to l’impulso dello Spirisot-to: «Beata colei che ha credusot-to» (Lc 1,42) «rag-giunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce di suo Figlio» (Redemptoris Mater, 18). Mentre suo Figlio sulla croce vive il «tutto è compiuto» portando pienamente a termine la missione affidatagli dal Padre, anche la madre sotto la croce compie il suo fiat totale pronunciato all’annunciazione.
C’è ancora un aspetto molto profondo e significativo di compi-mento, quello del suo essere madre. Sotto la croce la maternità di Ma-ria «si dilatò, assumendo sul Calvario dimensione universale», annota Paolo VI nella Marialis cultus (n. 37). Giovanni Paolo II parla di una
«nuova maternità di Maria», la quale «generata dalla fede, è frutto del
“nuovo” amore, che maturò in lei definitivamente ai piedi della croce, mediante la sua partecipazione all’amore redentivo del Figlio» (RM 23). Già Agostino diceva in modo analogo riflettendo su Maria, Ma-dre non solo del Capo, ma anche delle membra del corpo mistico di Gesù generato dalla sua morte redentrice.
Nell’Antica Alleanza la madre che accoglieva i dispersi figli d’I-sraele era la città di Gerusalemme, e in particolare il tempio dentro le sue mura; ora, nella Nuova Alleanza, è Maria che adempie questa fun-zione, è lei la Madre universale dei figli di Dio. Della città di Gerusa-lemme il profeta Isaia affermava: «Tutti costoro si sono radunati, ven-gono a te. I tuoi figli venven-gono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio» (Is 60,4); ora Gesù dice a sua madre: «Donna, ecco il tuo fi-glio!». Per bocca dello stesso profeta il Signore annunciava ai dispersi reduci dall’esilio: «Come una madre consola un figlio così vi console-rò; in Gerusalemme sarete consolati» (Is 66,13), ora Maria è la conso-lazione degli afflitti, in lei si riflette il volto materno di Dio.
Innalzato sulla croce, il Figlio di Maria si rivela «il primogenito fra molti fratelli» (Rm 8,29), mentre sua madre si scopre madre di una moltitudine di figli. È Gesù che glieli affida. A Nazaret Maria iniziava il suo cammino di maternità accettando il progetto misterioso di Dio:
«Ecco concepirai un Figlio» (Lc 1,31); ora è questo Figlio che le pro-pone una nuova maternità universale. A Cana, Maria si pro-poneva in mezzo facendo da mediatrice tra il Figlio e l’umanità, ora è il Figlio che fa da mediatore tra lei e tutti gli uomini e donne attratti dal suo
mistero d’amore. All’inizio del ministero pubblico di Gesù Maria con-duceva alla sequela del Figlio, a obbedire alla sua parola consideran-dola come riferimento assoluto: «Fate quello che egli vi dirà» (Gv 2,5); ora è il Figlio che indirizza tutti alla Madre: «Ecco tua madre!»
(Gv 19,26). Dopo questo affidamento da parte di Gesù l’evangelista annota: «E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa»
(19,27). Dal quel momento, mentre l’umanità redenta accoglie la Ma-dre, Maria accoglie ogni figlio affidatole personalmente da suo Figlio e lo introduce nel suo cuore materno.
Questo cammino di Maria nella crescita della maternità è paradig-matico per le FMA che hanno nella Chiesa un compito educativo. An-che a Maria Mazzarello è stato detto: «A te le affido, abbine cura», e a don Bosco, padre e maestro dei giovani, Dio donò «un cuore grande come l’arena del mare», perché fosse capace di accogliere tutti, so-prattutto i giovani più poveri e bisognosi. Sia Don Bosco che Madre Mazzarello hanno imparato dalla scuola di Maria a far crescere i loro figli e figlie affidati loro da Dio. Poniamo sotto la guida materna di Maria il nostro impegno di «vivere per la gloria di Dio in un servizio di evangelizzazione alle giovani camminando con loro nella via della santità» (Cost 5).
ABITARE NEL CUORE DI DIO E DEL MONDO
La «lectio divina»per ogni giorno degli Esercizi Spirituali Giorgio ZEVINI
INTRODUZIONE
Stiamo vivendo nella Chiesa momenti di forte richiamo spirituale e l’ascolto della parola di Dio nella comunità religiosa è un luogo pre-zioso dove si manifesta lo Spirito di Dio. Oggi la formazione spirituale converge verso una realtà: conoscere, amare e testimoniare il Cristo, perché il cristianesimo è l’esperienza di una persona viva, Qualcuno che vuole entrare in dialogo con noi. E le sorgenti vive per la forma-zione spirituale sono la bibbia, la liturgia e gli scritti dei Padri, dove lo Spirito rende viva la Parola, che diviene intelligibile e sempre nuova all’interno della tradizione e della fede della Chiesa (cf DV 12).
La seconda parte di questo libro raccoglie le riflessioni sulla parola di Dio, proclamata nella liturgia quotidiana a Mornese, luogo e sor-gente di genuina spiritualità salesiana, durante gli Esercizi Spirituali in preparazione del Capitolo Generale XXI. Naturalmente esse risento-no dell’ambiente in cui furorisento-no pronunciate, specie per la provviden-ziale presenza dell’urna di Santa Maria Domenica Mazzarello, che dal-la Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino fu portata nel suo paese na-tio, in occasione delle celebrazioni del quarto centenario dell’erezione della Chiesa parrocchiale, promosse e organizzate dal popolo mor-nesino.
Il contenuto delle varie riflessioni giornaliere nasce dalle letture bi-bliche così come la liturgia del giorno le presenta, senza tralasciare di fare un confronto con l’esperienza personale e comunitaria della vita consacrata, oggi. Il percorso dei singoli testi parte dall’ascolto della Parola, colta nel suo significato originario, fino alla ricerca di una sana attualizzazione della vita ecclesiale. In fondo, l’itinerario spirituale di ogni persona consacrata ha come finalità quella di essere unificata con la Parola e, di conseguenza, percorrere un cammino di fede per giun-gere alla comunione con Dio e con ogni fratello e sorella.
Oggi, infatti, la necessità fondamentale è ricreare l’unità della vita cristiana intorno alla parola di Dio. Questa è la strada aperta per un
progetto di spiritualità pastorale, incentrato sulla Bibbia, di cui la lec-tio divina, ricavata anche dai testi commentati nei giorni di ritiro spiri-tuale a Mornese, presenta un terreno pratico e fecondo di sviluppo e realizzazione. Potrà oggi la vita consacrata ritrovare lo slancio e la vi-talità evangelica degli inizi quando, al tempo dei Padri, la lectio segna-va la vita di preghiera e di carità apostolica delle comunità cristiane? Il card. De Lubac risponde a questa domanda affermando che mancano ancora a noi cristiani e religiosi le condizioni per poter suscitare una lettura biblica «nello Spirito», cioè una lectio divina come quella che praticava la Chiesa primitiva e l’epoca patristica: «ci manca quella fe-de piena di slancio, quel senso di pienezza e di unità che le generazio-ni passate avevano, perché ci manca lo Spirito da cui quelle cose pro-cedevano». Però egli concludeva: «Se si vuole ritrovare qualcosa di quel che fu nei primi secoli della Chiesa il senso spirituale della Scrit-tura (= la lectio divina), è importante affrontare le cose al tempo stesso con maggiore profondità e con maggiore libertà. Bisogna riprodurre incessantemente la lotta di Giacobbe con l’angelo di Dio». Per la vita della Chiesa e della vita consacrata questo è il tempo di un nuovo slancio spirituale secondo gli orientamenti del Vaticano II, le linee maestre del magistero della Chiesa e quello dei fondatori, Don Bosco e Madre Mazzarello.
Con questo intendimento sono state proposte le meditazioni se-guenti, che raccolgono le riflessioni offerte alle Capitolari delle FMA dal primo giorno dell’arrivo a Mornese fino all’ultimo, quello del viag-gio di ritorno a Roma, in parte vissuto nella casa di Nizza, tappa signi-ficativa per le molte memorie salesiane. Ci auguriamo che queste ser-vano anche per coloro che, non avendo partecipato agli Esercizi Spiri-tuali, si lasciano «abitare dalla Parola» per irradiare agli altri la luce dello Spirito di Dio.
1. ABITARE L’INCONTRO
1.1. La novità del messaggio cristiano (Omelia della Messa: 1 Cor