3 Architettura Mediterranea E QUESTIONE ENERGETICA
3.2 LA QUESTIONE ENERGETICA NELL’ARCHI TETTURA DEL XX SECOLO
3.2.1 WALTER GROPIUS
Walter Gropius è la fi gura principale in cui si identifi ca la nascita e la crescita dello stile inter- nazionale e modernista sviluppatosi dagli anni 20’ nel nord Europa e che ha sottratto attenzio- ne alle esigenze energetiche dell’architettura, rivolgendo maggiore attenzione alle problema- tiche linguistiche come specchio d’essenziali- tà funzionalista, avvertendo sin da giovane la caotica disarmonia dell’ambiente umano che
l’età moderna dominata dall’industrializzazio- ne, aveva generato, in confronto all’armonia e alla bellezza delle città antiche.
A questo proposito è interessante considerare la fi gura dell’architetto Gropius nella sua matu- rità professionale, al termine del dibattito mo- dernista, quando si trova in America in qualità di preside della facoltà di architettura di Har- vard dal 1937 al 1952.
L’architetto afferma che contrariamente a quanto si diceva delle realtà del nord Europa, si può considerare infelice il termine attribuito alla nuova corrente ossia “Stile internazionale” perché risulta una terminologia superfi ciale. “…Un’espressione regionale, indigena, derivata dall’ambiente, dal clima, dal paesaggio, dalle abitudini della popolazione.” W. Gropius
Gli obiettivi prefi ssati dalla ricerca indotta dal movimento erano due, la liberazione dell’archi- tettura da un eccesso di ornamento, e di enfa- tizzazione delle sue funzioni strutturali, focaliz- zandosi su soluzioni semplici ed economiche, come aspetto puramente materiale di quel pro- cesso di formalizzazione da cui dipende il valore pratico della Nuova Architettura. L’altro obiettivo era l’appagamento estetico dell’animo umano, non di minor valore di quello materiale.
Quel che riveste un’importanza ben superiore all’economia strutturale e alla sua enfasi fun- zionale, è la conquista intellettuale che ha reso possibile una nuova visione dello spazio. Infatti,
mentre il lavoro del costruttore implicava esclu- sivamente metodi e materiali, quello dell’ar- chitetto richiede la profonda conoscenza e la padronanza dello spazio. Ora una nuova con- cezione del costruire, si relaziona a una nuova concezione dello spazio. Queste trasformazioni sono rese possibili dal nuovo contributo della tecnica, che hanno accelerato la disintegrazio- ne delle solide masse costruite in muratura e la loro trasformazione in sottili pilastri in ce- mento armato o acciaio, i muri divisori vengo- no realizzati con cemento leggero di pomice, in calcestruzzo di scorie o altri materiali sintetici sottoforma di blocchi cavi e lastre sottili. Le so- stanze sintetiche introdotte sono quindi acciaio cemento e vetro e stanno sostituendo l’uso e i sistemi costruttivi utilizzati con i materiali della tradizione, ma la cosa più eclatante è la perdi- ta di massività del muro e della sua funzione portante.
Da qui si può pienamente comprendere che il tema dell’edifi cio che si relazionato ai fattori energetici, non era al centro delle discussioni e dei problemi della ricerca modernista, ma è chiaro come il tema della costruzione in rela- zione alle caratteristiche del luogo sia un fat- tore assodato e integrato al pensiero. Infatti lo stesso Gropius afferma che se si considera la differenza delle condizioni climatiche della Ca- lifornia rispetto al Massachusetts, ci si renderà conto che l’architettura si esprimerà con rile-
vanti diversità. In una visione molto più orienta- ta verso l’aspetto della composizione spaziale attraverso cui si esprime la differenza che potrà risultare da questo solo fatto, in cui l’architetto porrà le relazioni tra esterno e interno in modo profondamente diverso nelle due regioni. Si af- ferma un’idea di regionalismo in cui si manten- gono saldi i principi basilari della progettazione legata all’effi cacia delle qualità dello spazio del’abitare, dove si pensa di trovare una rispo- sta attraverso i caratteri compositivi dell’edifi cio e le nuove tecnologie nate per mezzo dell’indu- strializzazione.
Da qui ripercorrendo i temi trattati dal CIAN si può affermare che con l’idea di creare un lin- guaggio unico, vi è l’intento di creare uno “spa- zio” in cui condividere i quesiti formulati da architetti dei differenti paesi europei industria- lizzati. Quesiti riferiti ai temi dell’abitare a cui questo fenomeno conduce, per avere risposte condivisibili che possano assimilare le proble- matiche dell’”abitare” nei nuovi quartieri che nasceranno durante e per mezzo del fenome- no dell’industrializzazione senza però ricadere su questioni progettuali puntuali che necessa- riamente avranno un’interpretazione regionale con riferimento preciso al contesto d’azione. Il modernismo come afferma Gropius non si vuole defi nire uno stile, ma una nuova imposta- zione d’azione come carattere essenziale del nuovo lavoro compositivo, fl usso di un continuo
1-2 Casa del direttore del Bauhaus.
sviluppo, il trasformarsi dell’espressione secon- do i mutamenti vitali.
In riferimento a questo ideale e al contesto so- ciale ed industriale in cui ci si inserisce si ge- nera la nuova visione dell’architettura contrap- posta al linguaggio classista, ricco di eccessi. Diventa un atteggiamento sostenibile nel nuovo rapporto con l’industrializzazione e la costruzio- ne, in cui si fa del fenomeno locale una risor- sa per l’architettura. Mentre oggi l’eccesso di questi fenomeni industriali produttivi conduce a nuove problematiche che sotto il tema della sostenibilità hanno nuovi obbiettivi.
La cultura dei paesi mediterranei veniva am- mirata per il forte regionalismo in quanto forte espressione dell’identità dei luoghi, dalla quale si rifl ettono chiaramente i colori, l’essenzialità compositiva e linguistica del linguaggio moder- no, ma nel contempo veniva criticata perché non era stata in grado di evolversi.
Il modernismo nega ciò che è eccessivo nel pro- getto che non ha valore ma includono a se tutti quei fattori che ne determinano un’effi cienza funzionale ed estetica in termini di funzionalità e vivibilità.
Queste sono delle considerazioni specchio di una individualità matura, che si è generata durante il più intenso periodo meccanicistico all’interno del quale non è stata mai rinnegata la conoscenza delle tecniche antiche compreso l’artigianato, anche sotto il profi lo didattico, in
qualità di conoscenze preliminari ai successivi approfondimenti legati all’innovazione tecno- logica, in cui la fi gura dell’uomo è al centro di questo momento storico di modernizzazione sociale ed economica.
Di fondo emerge un’ideale di sostenibilità nel processo produttivo dell’architettura anche se più rivolto ad un rapporto con il fenomeno indu- striale, visto come risorsa e matrice di rinnova- mento e non ai fattori energetico ambienti.
3.2.2 LE CORBUSIER E IL SUO RAPPORTO