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L'agricoltura nella Campania in cifre. 2011

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l’agricoltura nella campania in cifre 2011

Le attività delle Sedi Regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle Regioni e agli altri enti locali, in

parti-colare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul funzionamento delle imprese agricole (RICA) e sulle dinamiche di importanti fenomeni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede na-zionale dell’Ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nana-zionale e internana-zionale. La produzione tecnica e scientifica delle Sedi Regionali spazia dai rapporti finalizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. Le competenze e le esperienze accumulate in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze

Collana: Pubblicazioni Regionali

L’A GRICOL TURA IN C AMP ANIA IN CIFRE 2011 2012

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l’agricoltura nella campania in cifre 2011

inea, sede regionale per la campania

regione campania

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Il rapporto è stato finanziato dalla Regione Campania La stesura delle singole parti si deve a

Coordinamento: Roberta Ciaravino;

Economia e agricoltura: Concetta Menna, (Impiego immigrati in agricoltura: Roberta Ciaravino); Andamento congiunturale del settore: ( Mercato fondiario e clima e disponibilità idriche:Rossana Spatuzzi), (Investimenti, Credito all’agricoltura, Consumi intermedi, Risultati produttivi:Roberta Cia-ravino); Filiera agroindustriale: Tonia Liguori; Strutture delle aziende agricole:Concetta Menna; Risorse naturali e multifunzionalità: Rossana Spatuzzi;

Politica agricola regionale: Dario Cacace; La spesa agricola regionale: Paolo Piatto Coordinamento editoriale

Benedetto Venuto Progetto grafico e realizzazione

Ufficio grafico INEA (Jacopo Barone, Piero Cesarini, Fabio Lapiana, Sofia Mannozzi) Edizione Internet

Massimo Perinotto Segreteria di Redazione

Roberta Capretti Stampa

CSR s.r.l. Centro Stampa e Riproduzione Via di Pietralata, 157 - 00158 Roma

Il rapporto è stato completato nel mese di luglio 2012

È possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/ È consentita la riproduzione citando la fonte.

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L’opuscolo de “L’agricoltura campa-na in cifre 2011”, in linea con gli anni precedenti, riporta un’ampia e docu-mentata rassegna dei dati rilevanti per comprendere l’evoluzione dell’a-gricoltura regionale. Chiaramente la panoramica generale sul sistema agricolo regionale si riferisce ai dati 2011 in attesa dei dati finali del Cen-simento Generale dell’Agricoltura che per la Campania saranno dispo-nibili a giugno 2012 e che potranno disegnare meglio ed in maniera più dettagliata l’evoluzione del settore negli ultimi dieci anni. Anche

nell’o-puscolo di quest’anno l’agricoltura viene inquadrata come un sistema complesso in termini di relazioni con i settori ad essa collegati e di molte-plicità di funzioni assolte, dalla pro-duttiva a quella ambientale, a cui la società guarda con sempre maggiore interesse, ampliando il quadro di inte-resse con le dinamiche in atto relative agli andamenti del mercato fondiario e dell’occupazione, sull’impatto degli effetti meteorologici sul territorio e sulle produzioni agricole, ma anche un focus sul settore delle agroenergie. In linea con l’opuscolo

“L’agricoltu-ra italiana conta” sul sistema agro-alimentare italiano si rende agevol-mente disponibile un’ampia serie di informazioni, di regola disseminate in fonti diverse o sinora difficilmente reperibili perché aggregate all’inter-no del complessivo dato nazionale. L’approccio adottato per la struttura di questa pubblicazione unisce l’au-torevolezza delle fonti di dati e infor-mazioni alla fluidità dell’analisi, per consentire un’immediata e agile let-tura dei risultati e dei fenomeni che li hanno determinati.

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ECONOMIA E AGRICOLTURA

Superficie e Popolazione pag. 10

Prodotto interno lordo pag. 11

Valore aggiunto pag. 13

Occupazione pag. 15

Impiego degli immigrati in agricoltura pag. 17

Produttività pag. 19

ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE

Mercato fondiario pag. 22

Investimenti pag. 26

Credito all’Agricoltura pag. 28

Consumi intermedi pag. 30

Clima e disponibilità idriche pag. 32

Risultati produttivi pag. 36

FILIERA AGROINDUSTRIALE

Le imprese in Campania pag. 40

Distribuzione pag. 43

Consumi alimentari pag. 47

Commercio estero pag. 49

STRUTTURE DELLE AZIENDE AGRICOLE

Aziende agricole pag. 54

Coltivazioni pag. 56

Allevamenti pag. 58

Lavoro pag. 60

RISORSE NATURALI E MULTIFUNZIONALITà Agricoltura ed emissione dei gas serra pag. 62

Consumo di suolo pag. 65

Uso dei prodotti chimici pag. 67

Energie rinnovabili pag. 70

Foreste pag. 74

Prodotti a denominazione pag. 76

Agricoltura biologica pag. 81

Agriturismo pag. 85

Fattorie didattiche pag. 88

POLITICA AGRICOLA REGIONALE

PAC in Campania: I pilastro pag. 92

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SPESA AGRICOLA REGIONALE

Il quadro della finanza agricola regionale pag. 106 Il bilancio regionale: uno strumento

di analisi del settore pag. 113

La distribuzione del sostegno al settore pag. 132

APPENDICE

Glossario pag. 140

Glossario spesa agricola pag. 143

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superficie e popolazione

Il territorio campano non presenta caratte-ristiche fisiche omogenee, anzi è fortemen-te efortemen-terogeneo, costituito per circa la metà della superficie totale da colline (50,8%), il 34,6% di esso è montuosa e soltanto il 14,6 % è occupato da aree pianeggianti. Nel 2010, la popolazione residente in Cam-pania risulta pari a 5.834.056 unità, con un incremento dello 0,2% circa rispetto al 2009. A livello nazionale la variazione po-sitiva della popolazione è dello 0,5% circa, mentre nel Mezzogiorno la crescita risulta essere più contenuta (+0,15%).

La Campania vanta la più alta densità di popolazione non solo del Mezzogiorno, ma di tutta l’Italia. Altissimi sono anche gli squilibri della distribuzione degli abitanti sul suo territorio, poiché aree molto po-polate si contrappongono ad altre scarsa-mente abitate o addirittura spopolate. Sen-za tener conto dei limiti amministrativi, si possono identificare tre grandi aree con valori di densità diversi. Un’area con den-sità superiore a 300 ab/km2 comprende

Rapporto popolazione/superficie agricola, 2010 (abitanti/100 ha di SAU) Italia Mezzogiarno Campania 471 344 1.066 Fonte: elaborazioni su dati EUROSTAT, ISTAT

l’arco del golfo, le isole ed una larga fascia tra Capua e Battipaglia, con diramazioni verso Salerno ed Avellino. Un’altra area, con una densità che oscilla tra 100 e 300 ab/km2, include il tratto costiero del pia-no Campapia-no, le conche e le valli interne, il Vallo di Diano e la costa del Cilento. La terza area, che è la meno abitata con densità inferiore a 100 ab/km2 e talvolta

anche a 50, comprende i rilievi calcarei, parte dell’Appennino Sannita e il Cilento interno.

La SAU rappresenta il 40,3% della super-ficie totale regionale, tale valore risulta poco più basso rispetto al dato nazionale (42,8%) ma sensibilmente inferiore a quel-lo della circoscrizione del Mezzogiorno (49,4%).

Consistenza del territorio agricolo, 2010 (000 ha)

SAU Superficie totale SAU/Superficie totale %

Campania 547,46 1.359,00 40,3

Mezzogiorno 6.075,34 12.302,00 49,4

Italia 12.885,19 30.133,00 42,8

% Campania/Mezzogiorno 9,0 11,0

% Campania/Italia 4,2 4,5

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Al momento della stesura di questo para-grafo non sono ancora disponibili i dati relativi all’andamento del PIL per il 2010. Per completezza di informazione si ripor-tano di seguito i valori aggiornati al 2009, identici a quelli riportati nella pubblicazio-ne regionale “L’Agricoltura pubblicazio-nella Campania in cifre 2010”. Alcune tabelle, invece, non corrispondono all’elaborazione precedente perché sostituiti da dati definitivi, seppure dello stesso anno.

La Campania risulta essere tra le regio-ni più colpite dalla recessione. Difatti, nel 2009 il PIL regionale si è ridotto del 5,2%, a fronte di una diminuzione del va-lore nazionale pari al 5% (-4,3% nel Mez-zogiorno). Al calo del PIL ha contribuito soprattutto la forte caduta del valore ag-giunto industriale, che segna una flessione pari al 13,8%. Il peggioramento della crisi internazionale ha portato ad un’ulteriore caduta del PIL campano rispetto a quanto

prodotto interno lordo

Andamento del Pil per unità lavorativa 2003-2009, (euro) PIL/UNITA’ LAVORATIVA

anni Campania Mezzogiorno Italia

prezzi

correnti concatenativalori correntiprezzi concatenativalori correntiprezzi concatenativalori

2003 47.006 42.911 47.488 43.415 54.992 50.159 2004 49.292 43.466 49.423 43.889 57.093 50.739 2005 50.837 43.720 50.805 44.085 58.557 50.991 2006 52.481 44.193 52.271 44.288 59.922 51.238 2007 54.687 44.981 54.052 44.737 61.782 51.504 2008 56.174 44.947 55.292 44.507 62.891 51.022 2009 56.674 44.362 55.609 43.936 62.666 49.769

Andamento del Pil per abitante, 2003-2009 (euro) PIL/ABITANTE

anni Campania Mezzogiorno Italia

prezzi

correnti concatenativalori 1 correntiprezzi concatenativalori 1 correntiprezzi concatenativalori 1

2003 15.026 13.717 15.621 14.374 22.661 21.313 2004 15.532 13.696 16.092 14.282 23.181 21.144 2005 15.843 13.625 16.500 14.290 23.919 21.258 2006 16.374 13.789 17.168 14.318 24.391 21.239 2007 16.909 13.908 17.691 14.546 25.201 21.549 2008 16.884 13.510 17.791 14.618 26.019 21.726 2009 16.325 12.778 17.334 14.370 26.184 21.260

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registrato l’anno precedente (-2,6% nel 2008 rispetto al 2007).

Il PIL per abitante ai valori concatenati, pari a 12.778 euro, presenta una varia-zione del -5,4%. Prosegue, così, la dinami-ca negativa già avviata nel 2008 (-2,8% rispetto al 2007), ma che nel 2009 ha portato ad un ulteriore peggioramento del valore. La flessione del PIL per abitante regionale risulta ben più consistente del-la riduzione registrata a livello nazionale (-2,1%) e nel Mezzogiorno (-1,7%). Il PIL per unità di lavoro diminuisce dell’1,3%, tale risultato è in linea con quello della ripartizione del Mezzogiorno, mentre a livello nazionale si registra una flessione più consistente -2,4%.

Prezzi correnti Valori concatenati 0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 2005 2004 2003 2006 2007 2008 2009 74.430 95.087 Andamento del PIL (mln euro)

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Restano aggiornati al 2009 anche i dati sul valore aggiunto dove in Campania, la diffi-cile e complessa situazione produttiva ed economica regionale ha influenzato negati-vamente l’andamento del valore aggiunto ai prezzi di base. Questo, nel complesso, è pari a 65.152 milioni di euro, con una riduzione del 5,5% rispetto all’anno precedente. La flessione è spiegata principalmente dall’an-damento del settore industriale, nel quale il valore aggiunto diminuisce del 13,8%

con-tro il - 3,7% dei servizi.

Il valore aggiunto (VA) agricolo, inclusa la silvicoltura e la pesca, è diminuito dello 0,6% rispetto al 2008. Il calo risulta più ac-centuato a livello nazionale (- 3,1%) e nel Mezzogiorno (- 4,7%).

Il contributo del settore primario alla for-mazione del valore aggiunto dell’economia regionale è del 3%, valore che continua a crescere negli ultimi anni (2,6% nel 2007; 2,8% nel 2008). In calo risulta anche

l’inci-Valore aggiunto

17,6%

79,3%

3,0%

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne

1.979 11.493 51.680

VA per settore ai prezzi di base, valori ai prezzi correnti, 2010

Incidenza % del valore aggiunto dell’agricoltu-ra sul PIL regionale, 2009

Regioni e ripartizioni VA agricolo/PIL

Piemonte 1,3%

Valle d’Aosta 1,0%

Lombardia 1,0%

Provincia Autonoma di Bolzano 4,1% Provincia Autonoma di Trento 2,7%

Veneto 1,6%

Friuli Venezia Giulia 1,1%

Liguria 1,2% Emilia Romagna 2,0% Toscana 1,7% Umbria 1,9% Marche 1,5% Lazio 1,0% Campania 2,3% Abruzzo 2,1% Molise 3,3% Puglia 3,1% Basilicata 4,1% Calabria 3,5% Sicilia 3,2% Sardegna 2,9% Mezzogiorno 2,9% Centro 1,3% Nord 1,4% Italia 1,7%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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*Valori concatenati con anno di riferimento 2000 denza del settore agricolo campano

sull’eco-nomia regionale, che è pari al 2,3%; comun-que superiore alla media nazionale (1,7%) ma con una significativa disparità con il dato per la circoscrizione del Mezzogiorno (2,9%).

Nell’ultimo decennio, l’incidenza del VA agricolo sul totale regionale è diminuita dal 3,3% al 3%; mentre la quota dell’industria in senso stretto si è ridotta dal 14,8% al 12,1%. In crescita, viceversa, risultano i servizi che passano dal 76,2% al 79,3%.

VA a prezzi di base per la branca agricoltura, silvicoltura e pesca (variazione in % 2009 su 2008)* Regioni e ripartizioni Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi Totale

Piemonte - 4,1 -16,0 - 2,9 - 6,7 Valle d'Aosta - 1,2 - 11,2 - 3,1 - 5,1 Lombardia 2,0 - 15,0 - 2,8 - 6,8 P. A. di Bolzano 1,5 - 7,0 - 1,9 - 2,9 P. A. di Trento 7,6 - 9,4 - 1,6 - 3,3 Veneto - 2,0 - 14,1 - 2,2 - 6,4

Friuli Venezia Giulia - 9,7 - 13,4 - 3,3 - 6,1

Liguria - 5,0 - 9,5 - 2,3 - 3,7 Emilia Romagna 2,8 - 13,7 - 3,1 - 6,5 Toscana - 8,7 - 12,6 - 1,3 - 4,6 Umbria - 11,2 - 12,9 - 3,5 - 6,3 Marche - 8,0 - 11,0 - 2,2 - 5,2 Lazio - 4,4 - 7,2 - 2,9 - 3,6 Campania - 0,6 - 13,8 - 3,7 - 5,5 Abruzzo - 8,6 - 14,0 - 4,6 - 7,6 Molise - 8,7 - 9,9 - 1,9 - 4,2 Puglia - 7,0 - 12,7 -3,0 - 5,4 Basilicata - 10,7 - 4,8 - 4,4 - 4,8 Calabria - 6,8 - 6,5 - 1,2 - 2,3 Sicilia - 4,0 - 12,1 - 0,6 - 2,7 Sardegna - 1,0 - 8,5 - 3,0 - 4,0 Italia - 3,1 - 13,2 - 2,6 - 5,5

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Nel 2010 il numero degli occupati in Cam-pania, espressi in unità di lavoro (UL), risulta pari a 1.664.100, valore che è diminuito lievemente (-0,8%) rispetto al 2009. In particolare, si è registrato un in-cremento del 2,1% nell’industria a fronte di una significativa diminuzione nel setto-re agricolo (-3,9%) ed una setto-restrizione più contenuta nei servizi (-1,4%).

L’incidenza del lavoro agricolo sul totale regionale è del 5,6%, mentre il peso per-centuale dell’industria e dei servizi è, ri-spettivamente, del 20,9% e del 73,5% Nel 2010, gli occupati agricoli in Campa-nia sono aumentati di 1.000 unità, atte-standosi sui 67.000, con un incremento del 1,5% rispetto al 2009, in tendenza sia con l’andamento osservato nel Mezzogior-no (+1,7%) che in Italia (+1,9%). All’aumento ha contribuito soprattutto il lavoro indipendente, aumentato del 3%. La performance dell’occupazione risulta positiva, anche se più contenuta, sia a

livello nazionale (+1,9%) sia per la ri- Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

occupazione

Unità di lavoro per settori di attività economica (000 unità), 2010

20,9%

73,5%

5,6%

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria

Servizi

Occupati in agricoltura per sesso e posizione professionale, 2010 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Occupati

Indipendenti DipendentiOccupati Totale occupati agricoltura % donne

000 unità % donne 000 unità % donne

Campania 34 35,3 33 45,4 67 40,3

Mezzogiorno 156 25,6 261 31,8 417 29,5

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Campania Mezzogiorno Italia 12,30 9,19 9,62 Dotazione di lavoro agricolo (ULA/100 ha di SAU), 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

partizione del Mezzogiorno (+1,7%). In Campania la componente femminile rap-presenta il 40,3% degli occupati agricoli,

valore di gran lunga superiore alla media nazionale (28,4%) e del Mezzogiorno

(27,8%). Regioni e ripartizioni Occupati

Piemonte 4,1

Valle d’Aosta 3,6

Lombardia 1,7

Trentino Alto Adige 5,3

Veneto 3,2

Friuli Venezia Giulia 2,6

Liguria 2,2 Emilia Romagna 4,1 Toscana 3,6 Umbria 3,4 Marche 2,8 Lazio 1,8 Abruzzo 4,0 Molise 7,1 Campania 4,2 Puglia 8,9 Basilicata 8,4 Calabria 10,8 Sicilia 7,5 Sardegna 5,0 Mezzogiorno 6,7 Centro 2,5 Nord 2,8 Italia 3,8

Incidenza % degli occupati in agricoltura sul totale dell’economia, 2009

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impiego degli immigrati in agricoltura

All’inizio del 2011 i cittadini stranieri resi-denti in Italia hanno superato i 4,5 milioni di unità (indagine ISTAT) con un’incidenza sul totale della popolazione del 7,5%. Nel corso del 2010 l’aumento della popolazio-ne residente straniera, a livello nazionale rispetto all’anno precedente, è stato del 7,9%, con maggiore presenza di stranieri al Nord e Centro Italia dove sono maggiori le possibilità di trovare lavoro. Incrementi superiori alla media (11,6%), si registrano nel Mezzogiorno e sono dovuti soprattutto a presenze di cittadini comunitari dei nuovi 12 Stati membri (in primis Romania) e di cittadini provenienti da paesi europei non comunitari (zona centro-orientale), soprat-tutto ucraini e moldavi. Rilevante è anche la quota 23,6% di immigrati provenienti da paesi asiatici.

I cittadini di paesi africani (soprattutto Africa Settentrionale) contribuiscono per quasi un sesto all’aumento degli stranieri iscritti nei registri anagrafici. Anche le comunità di immigrati storiche (Marocco,

Albania, Cina, Perù) fanno registrare au-menti di residenti iscritti.

L’andamento dei flussi migratori resta fortemente condizionato dalla normativa vigente, che prevede per i cittadini di ori-gine non comunitaria un ingresso regolato da quote annuali, ripartite anche in base al paese di provenienza, su cui possono inci-dere accordi eventualmente stipulati con il governo nazionale. Per l’anno 2011 il ‘tetto’ è fissato a 60.000 unità, da ripartire tra re-gioni e province autonome con successivo provvedimento del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, riguarda:

• lavoratori subordinati stagionali non comunitari di Serbia, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, Repubblica ex Jugoslavia di Macedonia, Repubblica delle Filippine, Kosovo, Croazia, India, Ghana, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Ucraina, Gambia, Niger e Nigeria;

• lavoratori stranieri stagionali non comu-nitari dei seguenti Paesi che hanno sotto-scritto o stanno per sottoscrivere accordi

di cooperazione in materia migratoria: Tu-nisia, Albania, Marocco, Moldavia ed Egitto; • lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi precedentemente indicati, che siano entrati in Italia per prestare lavoro su-bordinato stagionale per almeno due anni consecutivi e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale. In Campania alla fine del 2010 sono pre-senti 164.268 cittadini stranieri residen-ti che salgono a 179.000 unità (presenze regolari) secondo le stime della Caritas/ Migrantes (Dossier statistico immigrazio-ne 2011), con un incremento dell’11,7% rispetto all’anno precedente. La prima co-munità straniera residente è quella ucrai-na con circa 37.000 unità (22,8% del totale regionale) seguita dalla romena (17,8%) e marocchina (8,1%). La concentrazione massima di presenze risulta essere sempre nella provincia di Napoli, quindi a Salerno, Caserta ed a seguire Avellino e Benevento. Il lavoro in agricoltura dei migranti si

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svol-ge prevalentemente nelle province di Caser-ta e Salerno. Nell’ultimo decennio appaiono microflussi di migranti nell’agro nocerino-sarnese e nella piana del Sele, dove il lavo-ro agricolo oltre ad interessare il comparto ortofrutticolo appare abbastanza destagio-nalizzato grazie allo sviluppo di coltivazioni serricole (ortive, fragole) e della floricoltu-ra nonché nella tfloricoltu-rasformazione agroali-mentare. Le aziende, prevalentemente di medie dimensioni fanno largo uso di ma-nodopera esterna. Proprio nella provincia di Salerno si trovano una buona parte dei cittadini romeni e marocchini.

La provincia di Caserta è invece fortemen-te infortemen-teressata dalla presenza di cittadini di origine africana che lavorano soprat-tutto nella zona di Villa Literno e Castel Volturno, impiegati prevalentemente per le colture orticole, in aziende mediamente di piccole dimensioni ad alta intensità di lavoro. Il fenomeno del lavoro irregolare in questa provincia è particolarmente

avver-tito e non facilmente quantificabile a causa della criminalità organizzata che gestisce il reclutamento dei cosiddetti kalifoo (schiavi a giornata).

Da segnalare le particolarità del settore zo-otecnico (allevamenti bufalini per la produ-zione latte per mozzarella) dove, soprattut-to in provincia di Salerno, sono impiegati principalmente cittadini indiani.

Durante il 2010 i nuovi assunti nati all’e-stero risultano essere in Campania per il settore agricoltura pari a 5.316 unità (8,5% rispetto al dato nazionale).

La Regione Campania ha emanato nel 2010 una legge1 recante “Norme per l’inclusione sociale, economica e culturale delle Persone straniere presenti in Campania”, preveden-do un Programma strategico su base trien-nale ed un Piano per l’immigrazione fina-lizzato all’attuazione di interventi specifici per settore. È stata inoltre prevista l’istitu-zione di un Osservatorio regionale sull’im-migrazione presso la Giunta regionale.

Lavoratori agricoli stranieri residenti a tem-po determinato in Campania, 2010

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Valore aggiunto ai prezzi di base per UL per settore (euro)*, per anno

produttiVità

Nel 2010, in agricoltura si è riscontrato un aumento della produttività (+ 4,1%) in corrispondenza di un aumento del numero degli occupati, mentre il valore aggiunto agricolo ai prezzi di base, per unità di lavo-ro, è pari al 64,4% di quello dell’industria (incluse le costruzioni) e al 50,4% di quello dei servizi (inclusa pubblica amministra-zione, istruamministra-zione, sanità e altri servizi pub-blici e sociali). Nell’industria si registra, invece, una flessione della produttività (-2,1%), contro una variazione positiva nei servizi (+1,4%). 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000 40000 45000

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi *Valori concatenati - anno di riferimento 2000 - esprimono la dinamica reale (in quantità) dell’aggregato economico. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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mercato fondiario

Anche durante il 2010 il mercato fondia-rio campano ha mostrato una sostanzia-le stabilità, pur presentando situazioni specifiche a livello locale.

In generale, si rileva un modesto in-cremento (+0,3%) dei prezzi medi dei seminativi irrigui; cresce, invece, in ma-niera più consistente (+1,4%) il valore dei vigneti nelle zone a “Denominazione di origine”. Variazioni positive hanno riguardato i terreni destinati all’ortoflo-ricoltura nelle province di Caserta e Sa-lerno, mentre differenze poco significati-ve o nulle si riscontrano per i frutteti. I prezzi dei terreni continuano a essere fortemente influenzati dalle suscettività d’uso extragricole in prossimità delle zone urbane densamente popolate. Per-mangono, inoltre, effetti speculativi e le quotazioni maggiori si registrano per i terreni localizzati in prossimità dei cen-tri urbani più densamente popolati. In provincia di Napoli, dove il territorio è fortemente urbanizzato ed il livello delle quotazioni dei terreni è quasi

completa-mente scollegato dalle effettive poten-zialità agricole del suolo, il livello degli scambi si presenta ancor meno attivo rispetto all’anno precedente. Ciò viene attribuito soprattutto alla crisi economi-ca generale che si ripercuote anche sul settore agricolo. Rispetto al 2009 dimi-nuiscono i prezzi medi dei seminativi (-0,7%) e dei fondi coltivati a frutteto (-0,2%). A livello di regioni agrarie si rilevano variazioni positive per gli agru-meti delle colline litoranee della Penisola Sorrentina (+2%) e per i terreni destina-ti all’ordestina-ticoltura nelle zone pianeggiandestina-ti di Nola e Pompei.

In provincia di Caserta è stato rilevato un lieve e generalizzato aumento dei valori fondiari per le colture più rappre-sentative della provincia. Incrementi modesti hanno interessato i seminativi, sia irrigui che in asciutto (+0,6 e +0,3% rispettivamente), che sono destinati a soddisfare la domanda da parte degli al-levatori di bufale. La crescita dei valori, tuttavia, è sempre minore negli ultimi

anni a causa dei problemi d’inquinamen-to dell’area e del rischio sanitario con-nesso all’elevata diffusione della brucel-losi negli allevamenti bufalini. I valori dei vigneti e degli oliveti sono rimasti sostanzialmente invariati, ad eccezione delle zone di produzione dei vini DOC, dove i prezzi sono in media cresciuti del 2%, e delle aree di produzione dell’olio DOP, dove le quotazioni degli oliveti sono aumentate del 2%. I terreni destinati alla frutticoltura hanno registrato, limi-tatamente ad alcune aree e per talune tipologie colturali, un aumento di valore; in particolare cresce del 3% il prezzo medio di castagneti e noccioleti ubicati sulle colline di Roccamonfina e aumenta del 2% il valore dei meleti delle colline di Monte Maggiore. Proprio in questa zona è da segnalare la recente costitu-zione di un’Organizzacostitu-zione di Produttori per l’I.G.P. Melannurca Campana, che ha reso i meleti particolarmente interes-santi per i frutticoltori napoletani che vogliono investire nel settore agricolo e

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23

Fonte: INEA

Valori fondiari medi per qualità di coltura e per province (migliaia di euro/ha)

Avellino 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Noccioleto nelle colline di Avella e del Vallo di Lauro 45,0 45,0 47,5 47,5 − − − −

Oliveti nell’Irpinia Centrale e nel Sabato 17,0 18,0 19,0 19,0 20,0 20,0 21,0 21,0

Vigneti DOC nelle colline dell’Irpinia centrale 31,0 31,5 33,0 33,0 34,5 34,5 34,5 34,5

Oliveti nelle colline dell’Irpinia Centrale 13,5 13,5 14,5 14,5 16,0 15,5 16,5 16,5

Benevento

Seminativi collinari nella zona del Taburno 16,0 17,0 18,0 19,5 19,5 19,0 19,0 19,0

Vigneti DOC nelle colline del Calore − 34,5 34,5 34,5 34,5 35,0 35,0 35,0

Vigneti DOC nelle colline del Taburno 23,0 25,0 25,0 27,5 28,5 29,5 30,0 30,0

Frutteti nel fondovalle dei Monti del Taburno e del Camposauro − − 37,5 39,0 40,0 39,0 39,0 39,0 Seminativi arborati nelle colline del Calore Irpinio Inferiore − − 25,0 28,5 29,5 29,0 28,5 28,5 Caserta

Frutteti specializzati irrigui nell’Agro Aversano 45,0 46,0 46,0 43,0 43,5 43,5 43,5 42,5

Vigneti della zona di Galluccio − − 21,5 22,0 22,5 22,5 22,5 24,0

Seminativi irrigui nell’Agro Aversano 35,0 37,0 38,0 33,5 33,5 34,5 33,5 34,5

Oliveti collinari nel Matese 15,0 16,5 17,5 15,5 16,0 16,5 18,0 19,0

Napoli

Azienda ortofloricola nella zona litoranea della provincia di Napoli 91,5 96,0 96,0 100,0 100,0 105,0 100,0 100,0 Frutteti specializzati irrigui nell’Agro giuglianese 50,0 53,5 53,5 51,5 51,5 51,5 51,5 52,0 Azienda con colture ortive sottoserra nel Piano Campano sud-occidentale 92,5 95,0 95,0 101,0 103,5 103,5 103,5 100,0 Salerno

Frutteti specializzati irrigui nella Piana del Sele 56,0 59,0 59,0 59,0 60,0 60,0 60,0 61,0

Seminativi irrigui nella Piana del Sele 51,5 53,0 54,5 56,0 56,0 56,0 56,0 57,0

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per agli agricoltori di zone ormai deva-state dai rifiuti.

Il mercato fondiario nella provincia di Salerno è sostanzialmente stabile rispet-to all’anno precedente, con lievi dimi-nuzioni per alcune tipologie colturali. Il valore dei seminativi irrigui è invariato rispetto al 2009, salvo un modesto de-cremento dei prezzi nella colline litora-nee del Cilento (-1%); continua invece a diminuire il prezzo dei seminativi non irrigui (-1%). Gli oliveti hanno registrato quotazioni stabili o in lieve calo (-1%) in alcune zone; una situazione analoga si osserva per i terreni destinati all’orticol-tura con quotazioni invariate in tutta la provincia.

Nel beneventano aumentano solamente i valori fondiari dei vigneti e in particola-re per quelli localizzati nelle zone a deno-minazione di origine (+1%).

Le quotazioni dei terreni in provincia di Avellino sono rimaste stabili per quasi tutte le tipologie colturali. Il crollo del prezzo dei cereali e del latte e l’aumento

del costo dei fattori di produzione (ga-solio, mangimi, concimi) hanno avuto una ricaduta negativa sullo scambio dei terreni. Gli unici aumenti (+3%) si con-centrano nelle zone vitate delle colline di Avellino e dell’Irpinia centrale, laddove il settore vitivinicolo è trainante per l’eco-nomia locale.

Il rapporto tra domanda e offerta nel 2010 mostra un sostanziale equilibrio con qualche peculiarità a livello provin-ciale. Nel beneventano si registra una prevalenza di domanda per i terreni de-stinati alla coltivazione di olivo e vite, limitatamente a quelli ubicati in aree di produzione riconosciute da denomina-zioni di origine. In provincia di Caserta si riscontra una prevalenza di domanda per i terreni destinati alla coltivazione di seminativi, per le orticole nelle zone litoranee, per i castagneti delle colline di Roccamonfina e per i meleti delle colline di Monte Maggiore.

L’offerta prevale nel napoletano, a causa

della crisi del settore agricolo, e in genere per i terreni marginali.

Anche nel corso del 2010 la domanda dei terreni in affitto è stata sostenuta. Nel complesso le aziende che utilizzano l’affit-to sono 18.300, il 12% del l’affit-totale regiona-le, mentre la superficie in affitto si esten-de su 119.400 ettari, pari al 21% esten-della SAU campana, mostrando una crescita di circa il 16% rispetto al 2000.

Nella provincia di Caserta si è ridotto il di-vario tra i canoni per i terreni situati nelle zone ad agricoltura intensiva e quelli del-le zone marginali. La riconversione degli allevamenti bovini in bufalini ha sensibil-mente aumentato la richiesta di seminativi irrigui e asciutti in affitto. È aumentata anche la richiesta per i terreni ricadenti nelle zone caratterizzate da produzioni di pregio (castagneti, meleti e vigneti) poiché assicurano un reddito maggiore. Il nume-ro di contratti e il livello dei canoni sono invece in flessione per le colture orticole e i frutteti, tale fenomeno è da imputarsi ai gravi problemi di inquinamento della

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provincia in quest’ultimo anno (diossina, brucellosi, rifiuti).

A Benevento i canoni sono, in media, più accessibili che nel casertano, sebbene con differenze da zona a zona. I canoni sono piuttosto elevati per i vigneti DOC, per i quali si registra anche un mercato degli af-fitti più vivace, attribuibile alla possibilità di usufruire dei contributi comunitari. Un incremento dei canoni di affitto, rispetto all’anno precedente, si registra per il prato pascolo nella zona del Fortore, e per gli oli-veti delle colline del Calore Irpino inferio-re, area di produzione di un olio pregiato

di recente della denominazione di origine protetta.

A Napoli il mercato è fortemente influen-zato dalle suscettività d’uso extragricole tipiche delle aree fortemente urbanizzate (edilizia, parcheggi e centri sportivi) che inducono i proprietari a non rinnovare i contratti in scadenza. L’ampliamento del parco del Vesuvio e la localizzazione di una discarica nello stesso, ha determinato un decremento della domanda di terreni da affittare nelle zone ora incluse in aree pro-tette a causa dei vincoli che gli agricoltori sono tenuti a rispettare, nonché per le

ine-vitabili conseguenze ambientali.

Ad Avellino sono in aumento i canoni per i noccioleti. Si segnala anche una maggiore vivacità del mercato per i prati, i pascoli e la silvicoltura.

Nelle aree pianeggianti e litoranee del Salernitano è in aumento la domanda per i seminativi irrigui e per i terreni inte-ressati dall’ortofloricoltura (soprattutto se protetta) grazie alla presenza ormai consolidata sul territorio di grandi orga-nizzazioni dei produttori caratterizzate da elevati volumi di produzione e di com-mercializzazione.

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inVestimenti

Il valore degli investimenti fissi lordi per l’agricoltura regionale per l’anno 2009 am-monta a 673,2 milioni di euro. Viene con-fermato il trend negativo già riscontrato negli anni precedenti con una flessione del 2,2% tra il 2008 ed il 2009. Dai dati ISTAT si rileva inoltre un significativo decremen-to degli investimenti (-28,6%) rispetdecremen-to ai valori del 2007. Analoga flessione si ha nel dato relativo agli investimenti per unità di lavoro: nel 2008 inferiori alla media nazio-nale del 26,8%, mentre nel 2009 si disco-stano del 9,7%.

L’incidenza dell’agricoltura sul totale degli investimenti fissi lordi è del 3%, valore che differisce di poco rispetto agli anni prece-denti e probabilmente dovuto anche al pic-co creatosi nel settore dei servizi che, ri-spetto all’anno precedente, progredisce di 22,7 punti percentuali. Paragonati ai dati nazionali quelli regionali presentano delle similitudini solo per quel che riguarda il settore primario, mentre industria e servi-zi evidenservi-ziano uno scostamento maggiore,

in senso positivo per il terziario.

L’incidenza degli investimenti fissi sul va- lore aggiunto agricolo è inferiore alla quota nazionale (38,5%) e pari al 30,3%. Investimenti fissi lordi per branca proprietaria per settore di attività economica - Anni 2007-2009 (milioni di euro; valori a prezzi correnti)

Campania 2007 2008 2009

Agricoltura, silvicoltura e pesca 942,2 688,5 673,2

Industria 6.088,8 3.823,1 3.771,0

Servizi 16.442,8 14.373,2 17.637,7

Totale 23.473,8 18.884,8 22.081,9

Investimenti per unità di lavoro (valori in euro - media annuale)

Campania 2007 2008 2009

Agricoltura, silvicoltura e pesca 9.192 6.763 7.247

Industria 15.068 10.085 10.849

Servizi 12.772 11.388 14.415

Totale 13.085 10.835 13.270

Fonte: Bollettino statistico Banca d’Italia, II 2011

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Investimenti fissi lordi in Italia e Campania per settore e anno (valori in mio euro)

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria

Servizi

ITALIA

Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi CAMPANIA 0 5000 10000 15000 20000 0 50000 100000 150000 200000 250000 2007 2008 2009 2007 2008 2009

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Le consistenze degli impieghi nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca per il 2010 sono state in Campania pari a 1.083 milio-ni di euro, il 2,8% dei finanziamenti regio-nali, valore al di sotto del dato nazionale pari al 4,3%, e del Mezzogiorno (5,6%). Di questi, 526 milioni circa hanno riguardato finanziamenti oltre il breve termine (oltre 12 mesi), mentre per la stessa tipologia di finanziamento le erogazioni hanno rag-giunto i 127 milioni aumentando del 59% rispetto al 20092.

credito all’agricoltura

Finanziamenti oltre il breve termine all’agricoltura, 2010 (mio euro)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Finanziamenti bancari per l’agricoltura, 2010 (mio euro e %)

Agricoltura

silvicoltura e pesca2 Totale Costruzione fabbricati rurali Macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti vari rurali Acquisto di immobili rurali Consistenze Erogazioni Consistenze Erogazioni Consistenze Erogazioni Consistenze Erogazioni

Campania 526 127 283 52 146 58 97 17

Mezzogiorno 2.830 672 1.253 251 996 345 581 75

Italia 15.977 4.031 8.126 1.425 4.909 2.105 2.942 501

Agricoltura silvicoltura e pesca Tuttel le branche % % Finanziamenti (a) Produzione (b) Finanziamenti (c) a/b a/c

Campania 1.083 3.359 38.287 32,2 2,8

Mezzogiorno 7.891 17.481 140.028 45,1 5,6

Italia 40.868 48.855 960.963 83,7 4,3

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Area geografica 2009 2010 Var %

Campania 1,9 0,8 -59

Sud-Isole 72 47 -36

Italia 111 80 -28

Finanziamenti agevolati entro il breve termine in agricoltura foreste e pesca (erogazioni in mln/euro)

In Campania tra il 2009 ed il 2010 il li-vello dei finanziamenti in agricoltura si è drasticamente ridotto sia per i finan-ziamenti di durata superiore all’anno (-59%) sia per i finanziamenti agevolati entro il breve termine, con trend negati-vo negli ultimi anni, che registrano una variazione negativa del 59%. Gli stessi finanziamenti agevolati di breve termine nel Mezzogiorno sono diminuiti del 36% e del 28% a livello nazionale.

I finanziamenti oltre l’anno hanno ri-guardato maggiormente macchine, at-trezzature e mezzi di trasporto e costru-zione di fabbricati rurali. Il rapporto tra finanziamenti e produzione agricola in Campania, nettamente al di sotto del va-lore nazionale (32,2 contro l’83,6%), de-nota una minore esposizione delle azien-de nei confronti azien-del sistema creditizio.

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c0nsumi intermedi

Nel 2010 la spesa per i consumi inter-medi in agricoltura in Campania ha rag-giunto 1.090 milioni di euro correnti registrando un lieve incremento (1,7% circa) rispetto all’anno precedente, co-munque inferiore al dato del 2008 in cui il livello di spesa aveva raggiunto 1.105 milioni di euro. Resta stabile la ripartizione del valore dei fattori acqui-stati; prevalgono i costi sostenuti per l’acquisto di prodotti per l’allevamento (mangimi 39,4%) seguito da sementi 22%, concimi 16,8%, prodotti fitosanita-ri 13,7% oltre alle spese di stalla 8,1%. Per quel che riguarda la silvicoltura il valore dei consumi intermedi è aumen-tato dello 0,5% rispetto all’anno prece-dente, valore che contrasta con il dato nazionale dell’1,9% mentre il settore della pesca, rispetto al 2009, incrementa i propri consumi intermedi del 5,8% con complessivi 40,8 milioni di euro spesi nel 2010 e del 6% a livello nazionale. Un dato interessante è rappresentato dal

Concimi Fitosanitari Mangimi Sementi Spese di stalla 0 30000 60000 90000 120000 150000 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Consumi intermedi dell’agricoltura (mln euro), 2010

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

fatto che, mentre in Campania i consumi intermedi rappresentano il 34,1% della produzione del settore agricoltura, il dato nazionale attribuisce a questa

tipo-logia di spesa il valore percentuale del 46,9% rispetto al valore produttivo della branca. Questo tipo di rapporto è rimasto immutato tra il 2009 ed il 2010.

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Consumi intermedi agricoltura, silvicoltura e pesca (valori in 000/euro)*

Campania 2010 2009 Var. % Agricoltura 1.090.248 1.071.871 1,7 Silvicoltura 7.131 7.097 0,5 Pesca 40.844 38.594 5,8 Totale 1.138.222 1.117.562 1,8 Italia Agricoltura 21.637.036 21.206.917 2 Silvicoltura 96.606 94.814 1,9 Pesca 751.614 708.821 6 Totale 22.485.256 22.010.552 2,2 *Compreso Sifim Fonte: elaborazione su dati ISTAT

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clima e disponibilità idriche

Nel corso del 2011 l’INEA Campania è sta-ta impegnasta-ta nell’attività di monitoraggio della stagione irrigua intrapresa nel 2009 allo scopo di rilevare ed analizzare i dati relativi all’andamento idro-meteorologico e di evidenziarne le eventuali ripercussioni nel settore agricolo. Dall’osservazione dei

parametri più significativi e dal confronto con i dati climatici del trentennio di riferi-mento 1971-2000 (UCEA), il 2011 risulta generalmente più caldo ed asciutto rispetto alla media climatica. Le precipitazioni , ad eccezione del primo trimestre, si sono man-tenute al di sotto dei valori climatici medi

specie nel periodo ottobre-dicembre. Le precipitazioni cumulate nel periodo primaverile-estivo di interesse primario per le produzioni agricole, risultano molto più scarse rispetto all’anno precedente specie nelle province di Avellino, Napoli e Salerno, dove sono stati registrati circa 150 mm di pioggia in meno. In realtà nel corso del 2010 le precipitazioni erano state piuttosto abbondanti e superiori alla media climatica. Dal confronto, più significativo, con le preci-pitazioni medie climatiche, emerge comun-que una situazione di deficit generale accen-tuata nelle province di Napoli e Caserta. Le temperature si sono mantenute gene-ralmente sopra la media, specie nei valori massimi. I mesi in cui il fenomeno è stato più accentuato sono aprile, agosto e settem-bre. Nel mese di settembre si è registrato il massimo scostamento delle temperature medie massime rispetto ai valori di riferi-mento (fino a 5 gradi in più nelle province di Benevento e Caserta).

I picchi di temperatura nel periodo estivo Precipitazioni trimestrali cumulate per provincia. Scarto rispetto alla media climatica (1970

- 2000), 2011 I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre -120 -100 -80 -60 -40 -20 0 20 40 60 Benevento Avellino

Napoli Caserta Salerno

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sono stati registrati il 22 agosto nel napo-letano (t.max 40°C a Giugliano e 40,5 °C a Villaricca). Anche le temperature minime si sono mantenute generalmente sopra la media, con uno scarto elevato nel mese di settembre.

Non sono mancate le ripercussioni nel setto-re agricolo causate da una parte dall’anda-mento anomalo delle temperature, dall’altra da eventi piovosi molto concentrati. Nel cor-so del primo trimestre, a Sala Consilina in provincia di Salerno il maltempo ha causato

l’esondazione del fiume Tanagro, provocan-do allagamenti di abitazioni, stalle e terreni agricoli. Anche nel casertano si sono verifi-cati numerosi allagamenti per l’esondazione dell’ultimo tratto del Garigliano. Nel periodo primaverile le temperature diurne elevate e le scarse piogge, specie nel mese di aprile hanno reso necessarie le prime irrigazioni di soccorso. Inoltre, le forti escursioni ter-miche tra il giorno e la notte hanno causato degli sfasamenti nelle fasi fenologiche di alcune colture arboree del napoletano e del casertano con cascola precoce dei frutticini. Nel mese di giugno, invece, le elevate tempe-rature associate a piogge molto concentrate hanno determinato la maggiore suscettibi-lità delle produzioni agricole a fusariosi e batteriosi.

Nel complesso la stagione estiva si è manife-stata più calda e asciutta degli altri anni. Nel mese di agosto le precipitazioni sono state molto scarse in tutte le province campane. Sono stati registrati dai 35 ai 40 mm di pioggia cumulata mensile in meno rispetto Precipitazioni cumulate II e II trimestre per provincia, anni 2010 e 2011, confronto con la media

climatica (1970 - 2000) 0 50 100 150 200 250 300 350 400 Benevento Avellino

Napoli Caserta Salerno

2010 2011 Med (1971-2000) Fonte: elaborazione INEA su dati UCEA

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alla media climatica, mentre le temperature medie massime hanno superato i valori di riferimento (due gradi in più nelle province di Napoli Avellino e Salerno, quasi quattro gradi in più a Benevento e Caserta). Malgrado le buone le disponibilità idriche

accumulate nei mesi precedenti, la siccità del periodo estivo ha causato alcune difficol-tà all’agricoltura. In molte aree produttive della regione è cresciuta l’incidenza delle irrigazioni di soccorso e di conseguenza il costo della pratica irrigua.

Alcune produzioni hanno risentito a tal punto dell’aumento dei costi da determinare l’abbandono delle colture in pieno campo. Anche sulle colture protette è stato regi-strato un maggior numero di irrigazioni, nonché significativi ritardi nella messa a dimora delle piantine di ortive a causa della forte siccità.

Non sono mancati disagi legati agli eventi pio-vosi. L’andamento caldo e asciutto del mese di settembre è stato interrotto da piogge mol-to concentrate nei giorni 18 e 19 con danni di lieve entità nel salernitano e nell’avellinese. I danni maggiori da maltempo sono stati regi-strati nei mesi di ottobre e novembre, nono-stante le precipitazioni cumulate risultino di gran lunga inferiori alla media climatica. Le intense precipitazioni del 7 e 8 ottobre hanno causato allagamenti e frane nel na-poletano e nel salernitano determinando dissesto dei versanti soprattutto nei comuni di Buccino, Colliano e S.Gregorio Magno. Da un’analisi dettagliata della protezione Civile che ha riguardato le stazioni di Contursi Temperature medie massime per provincia anno 2011. Scarto rispetto alla media climatica

(1970 - 2000) -1 0 1 2 3 4 5 6 Napoli

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Avellino Benevento Caserta Salerno Fonte: elaborazione INEA su dati UCEA

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Meteo e Muro Lucano, più prossime ai comu-ni interessati dall’evento, è emersa l’ecce-zionalità del fenomeno. Presso la stazione di Contursi Meteo sono stati superati i valori3 massimi di precipitazione rispetto alle misu-razioni dei dieci anni precedenti4. Presso la stazione di Muro Lucano, le precipitazioni massime misurate negli intervalli compresi tra 3 e 12 ore hanno superato di oltre due volte il valore massimo di precipitazione mi-surato negli otto anni precedenti.

Ingenti danni anche a causa delle precipita-zioni del 20 ottobre. Straripati i fiumi Sele, Tanagro e Sarno, allagata l’autostrada A3 Salerno-ReggioCalabria in prossimità del Vallo di Diano.

Nel salernitano per motivi di sicurezza sono state evacuate numerose abitazioni. Il mal-tempo ha provocato danni anche alle con-dotte idriche, con notevoli disagi nella ero-gazione dell’acqua potabile. Nel casertano a causa delle piogge intense della seconda metà di ottobre sono stati inondati i campi dove erano distese le mele annurche per la

maturazione con forti perdite di prodotto. L’episodio più grave si è verificato nel napo-letano dove una ragazza di 23 anni è dece-duta travolta da una colata di fango e detriti alle falde del Vesuvio.

A causa delle intense precipitazioni il 7 novembre è stato proclamato lo stato di emergenza a Napoli e provincia. Tantissimi gli interventi di soccorso, per l’allagamento di scantinati, per la rimozione di pali perico-lanti e alberi sradicati dal vento forte. Anche l’azione di alcuni fitofagi può essere messa in relazione al particolare andamen-to meteorologico del 2011. Risultano parti-colarmente danneggiate due produzioni re-gionali di spicco: il castagno e il nocciolo. Nel primo caso è stato registrato un forte calo della produzione legato alla concomitante azione del clima e degli attacchi del cinipide. Questo insetto appartenente all’ordine degli imenotteri sta arrecando danni sempre più consistenti negli ultimi anni, pur non essen-do ancora appurata l’eventuale relazione con l’andamento climatico. Rispetto alle

produzioni medie degli ultimi cinque anni in tutte le province si sono avute forti ri-duzioni con punte di oltre il 50% di perdita di prodotto.

Negli ultimi tempi sta crescendo la preoccu-pazione legata alle cimici nocciolaie, favori-te quest’anno anche dalle favori-temperature più miti. Gli attacchi, infatti, sono stati partico-larmente virulenti ed il nocciolo ha subito una forte perdita.

Le elevate temperature, inoltre, hanno con-tribuito alla maggiore pericolosità della Tuta absoluta che ha causato danni nel napole-tano specie alle colture di pomodoro da in-dustria, a zucchine e peperoni. Dal monito-raggio dei cicli produttivi dell’insetto è stata registrata nel giuglianese (dove sono stati rilevati i valori più alti di temperatura) una generazione in più rispetto alle altre aree produttive e di conseguenza una maggiore virulenza. Il caldo eccessivo è stato tutta-via utile ad alcune produzioni tra cui olivo e vite, che nel complesso hanno risentito meno degli attacchi parassitari.

3 Considerando intervalli temporali di 20 e 30 minuti. 4 Periodo di funzionamento della stazione.

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risultati produttiVi

L’agricoltura assume un’importanza relati-va maggiore nelle regioni del Mezzogiorno, dove contribuisce per il 3,2% alla formazio-ne del valore aggiunto, contro l’1,5% del Nord e l’1,4% del Centro.

Nel 2010 si è registrato un incremento dell’1,7% del valore aggiunto della branca agricoltura rispetto all’anno precedente con circa 2,1 miliardi di euro. Un trend positivo

può intravedersi per le colture foraggere (12%) ed erbacee - soprattutto la produzio-ne di frumento teproduzio-nero ha subito un picco tra il 2009 ed il 2010 in linea con l’anda-mento internazionale. Per le coltivazioni le-gnose si registra un valore positivo per l’u-va da tavola (+33%) e gli agrumi (14%) tra cui arance e limoni, mentre la produzione di noci ha subito una flessione del 25% in

quantità e del 5% in valore. Andamento ne-gativo anche per le mele che, anche a causa di eventi atmosferici avversi hanno subito un forte decremento delle quantità prodotte. Nel comparto zootecnico si evidenzia un andamento generalmente negativo: com-plessivamente la variazione percentuale è solo dello 0,2%, ma mentre è stabile la produzione di latte vaccino e bufalino, il

2010 2009 Var. % Erbacee 1.515.021 1.498.521 1,1 Foraggere 115.208 103.269 11,6 Legnose 657.186 630.617 4,2 Zootecnia 648.489 649.551 -0,2 Servizi connessi 309.917 302.214 2,5 Attività secondarie 55.730 52.451 6,3 Silvicoltura 38.802 38.272 1,4 Pesca 119.979 108.042 11

Produzione e servizi ai prezzi base per principali comparti (.000/euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Prodotti Quantità Valore

000 q.li 2010/09Var % 000 € 2010/09Var %

Carni bovine 788 ✘ -1,7% 182.935-1,5%

Carni suine 472 ✘ -1,3% 66.982 ✘ -2,0%

Carni ovicaprine 22 ✘ -4,3% 6.582 ✘ -6,3%

Pollame 410 ! 5,4% 75.313 ! 2,3%

Latte di vacca e bufala 4.672 ✘ -0,2% 178.479 ! 1,6% Latte di pecora e capra 91 ✘ -1,1% 7.605 ✘ -12,0%

Uova 823 ! 1,5% 71.938 ! 2,9%

Miele 5 ! 0,0% 1.501 ✔ 15,0%

(38)

37

Prodotti Quantità Valore

000 q.li 2010/09Var % 000 € 2010/09Var % Frumento tenero 1.037 ✔ 287% 18.482 ✔ 375,6% Frumento duro 701 ✘ -40,1% 16.045 ✘ -47,1% Orzo 420 ! 1,7% 6.069 ✔ 24,3% Granoturco ibrido 1.181 ! 0,3% 20.003 ✔ 28,1% Patate 2.834 ✘ -21,0% 121.987 ✘ -15,5% Fagioli freschi 579 ! 2,1% 90.879 ✔ 25,3% Cipolle e porri 364 ✘ -3,2% 22.971 ! 9,3% Carote 20 ✔ 66,7% 804 ✔ 59,5% Carciofi 231 ✘ -32,1% 22.118 ✘ -43,7% Cavoli 569 ✔ 19,0% 29.083 ✔ 11,6% Cavolfiori 701 ✔ 16,6% 29.426 ✘ -3,6% Indivia 425 ✔ 17,1% 19.357 ! 0,5% Lattuga 1.105 ! 9,4% 174.533 ✔ 12,6% Radicchio 35 ✔ 16,7% 1.854 ✘ -0,1% Melanzane 897 ! 6,8% 40.987 ✘ -3,8% Peperoni 593 ✘ -3,9% 46.828 ✘ -12,2% Pomodori 4.812 ✔ 18,4% 158.106 ✘ -9,3% Zucchine 357 ✔ 10,9% 35.714 ! 5,9% Cocomeri 827 ✘ -7,2% 15.354 ✔ 14,4% Poponi 601 ✔ 20,2% 24.660 ✔ 16,9%

Principali produzioni vegetali, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Prodotti Quantità Valore

000 q.li 2010/09Var % 000 € 2010/09Var %

Fragole 588 ! 1,9% 125.079 ✔ 20,8%

Barbabietola da zucchero 65 ✔ 10,2% 254 ! 4,6%

Tabacco 363 ✘ -9,0% 109.195 ✘ -4,9%

Girasole 7 ! 0,0% 171 ✔ 16,1%

Uva da tavola 8 ✔ 33,3% 330 ✔ 62,9%

Uva da vino venduta 840 ! 8,7% 13.818 ✔ 12,1%

Vino 1.295 ! 1,1% 60.366 ✘ -5,2% Olio 402 ✘ -4,1% 103.421 ✘ -4,3% Arance 271 ✔ 15,8% 8.273 ✔ 11,8% Mandarini 115 ! 6,5% 3.832 ! 7,1% Limoni 244 ! 8,0% 15.028 ✔ 19,2% Clementine 84 ! 5,0% 2.380 ! 7,5% Pesche 3.090 ✘ -2,0% 107.293 ! 9,6% Mele 258 ✘ -61,7% 9.423-60,4% Pere 168 ! 3,7% 12.479 ✔ 42,8% Mandorle 227 ✔ 100,0% 14.402 Nocciole 377 ! 3,6% 56.300 ✔ 24,6% Noci 53 ✘ -25,4% 18.235-4,8% Actinidia 283 ! 7,2% 16.142 ✘ -8,6%

(39)

settore delle carni ed il latte ovicaprini

per-dono rispettivamente il 6,3% ed il 12% del valore della produzione. Solo il miele ha gua-dagnato nel corso dell’anno il 15% in valore anche se la produzione è rimasta costante nelle quantità.

Coltivazioni foraggere Prodotti vitivinicoli Prodotti dell'olivicoltura Agrumi Frutta Altre legnose Carni Latte Uova e miele Prodotti zootecnici non alimentari Coltivazioni erbacee Cereali Patate e ortaggi Industriali Fiori e piante da vaso

115.208 75.020 109.699 29.513 423.492 19.462 388.691 186.084 74.940 276 79.019 1.117.237 109.949 208.817 3,0% 38,1% 51,6% 3,9% 2,6% 3,7% 1,0% 14,4% 0,7% 13,2% 6,3% 2,5% 3,7% 7,1%

Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori, 2010

(40)
(41)

Nel 2010 in Campania risultano attive 474.134 imprese, l’8.9% delle imprese atti-ve in Italia (che ammontano a 5.281.934) ed il 27,5% di quelle delle regioni del Mezzo-giorno (che ammontano a 172.693). Rispet-to al 2009 le imprese attive campane sono diminuite dello 0,4%, pari a 2.095 imprese in meno, mentre, nel 2009 rispetto al 2008 si è registrato un incremento pari allo 0,7%. Riguardo la distribuzione provinciale, il 48,2% sono attive in provincia di Napoli, il 21,4% in quella di Salerno, il 15,7% in quella di Caserta, l’8,1% in quella di Avelli-no ed il 6,6% nella provincia di Benevento. Salerno è la provincia con il maggior aumen-to delle imprese attive, 651 imprese in più (+0,64%) rispetto al 2009, seguita da quella di Caserta che fa registrare un incremen-to dello 0,60%, pari a 449 imprese in più. Dopo molti anni, nella provincia di Napoli, le imprese attive diminuiscono di 1.892 uni-tà, -0,8% rispetto al 2009. La provincia di Avellino continua, a far registrare, nel 2010, una diminuzione del numero delle imprese

le imprese in campania

48,2% 8,1% 6,6% 15,7% 21,4% Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno 228.552 38.445 31.082 74.518 101.537 Ripartizione provinciale delle imprese attive, 2010

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

attive, -3%, pari a 1.203 imprese attive in meno rispetto al 2009. Nella provincia di Benevento si continua a registrare una diminuzione del numero di imprese attive, -0,3%, pari a 100 imprese attive in meno rispetto al 2009.

Le imprese operanti nei settori agricoltura,

caccia e silvicoltura si attestano a quota 71.199 e rappresentano il 15% delle impre-se attive in Campania, facendo registrare una diminuzione del 2,4% rispetto al 2009. Aumentate di 4 unità, raggiungendo quota 334, le imprese impegnate nella pesca, pi-scicoltura e servizi connessi. Il saldo

(42)

nati-41

mortalità nel settore agricoltura, caccia e pesca resta ancora negativo (-2,8%) rispet-to al 2009 (-2,4%).

Resta invariata la percentuale (17%) di im-prese campane attive in attività manifatturie-re, pari a 7.162 imprese,di cui 412 operano nel settore degli alimenti e bevande. Esaminando gli andamenti relativi ad alcuni settori, nelle cinque province campane, si os-serva una generalizzata contrazione del nu-mero di imprese attive nei settori analizzati; tuttavia non manca qualche particolarità. In provincia di Avellino si ha un rilevante calo delle imprese attive nel settore agricol-tura, caccia e silvicoltura (-3,4%), mentre la diminuzione per il settore alimentare e bevande è più contenuta (-1%) rispetto al 2009 che faceva registrare una contrazione pari al 26,9%.

In provincia di Benevento si riscontra una diminuzione delle imprese del settore agricoltura, caccia e silvicoltura (-2,4%), a fronte di un lieve incremento per l’industria alimentare e bevande (+1%).

In provincia di Caserta aumentano, pur

lievemente, del 4,8% le imprese nel settore della pesca; si riducono, invece, le imprese attive nel settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (-2,9%).

In provincia di Napoli le dinamiche negative riguardano il settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (-2,9%), ma si riscontrano contrazioni anche nell’industria alimentare e bevande (-3,6%), e diminuiscono di una

sola unità le imprese attive nel settore della pesca, piscicoltura e servizi connessi. In provincia di Salerno si registra un au-mento di imprese nel settore pesca, piscicol-tura e servizi connessi (4,4%) e in quello alimentare e bevande (+0,5%), mentre si evidenzia una contrazione del numero di imprese nel settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (-1,2%).

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

Imprese attive per settore di attività (valore assoluto), 2010 Agricoltura, caccia e silvicoltura

Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attività manifatturiere Prod. e distrib. energia elettrica, gas e acqua Costruzioni Comm. ingr e dett.; ripartiz. beni pers. e per la casa Alloggio e ristorazione Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz. monetaria e finanziaria Attività immob., noleggio, informat., ricerca Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali Imprese non classificate

71.199 334 248 41.870 1.296 60.069 30.755 22.429 9.006 29.733 2.684 3.784 23.763 822 176.142

(43)

Registrate Attive Iscritte Cessate (altri mov.)Variazioni var. % 2010/09Attive

CAMPANIA

Agricoltura, caccia, silvicoltura 72.075 71.199 2.447 4.476 258 -2,4 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 382 334 11 10 7 1,2 Industria alimentare e bevande 8.289 7.162 163 335 169 0,2

Industria del tabacco 28 20 0 1 0 0

AVELLINO

Agricoltura, caccia, silvicoltura 12.100 12.046 427 896 49 -3,4 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 3 3 1 0 -1 0,0 Industria alimentare e bevande 794 727 16 47 25 -1,2

Industria del tabacco 4 4 0 0 0 0,0

BENEVENTO

Agricoltura, caccia, silvicoltura 13.255 13.225 452 791 803 -2,4 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 5 4 0 1 1 33,3 Industria alimentare e bevande 591 546 6 21 24 -25,8

Industria del tabacco 11 10 0 0 0 0,0

CASERTA

Agricoltura, caccia, silvicoltura 14.274 14.165 474 948 62 -2,9 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 14 12 0 0 0 9,0 Industria alimentare e bevande 1.161 1.042 34 45 60 4,8

Industria del tabacco 9 3 0 0 0 0,0

NAPOLI

Agricoltura, caccia, silvicoltura 12.037 11.839 431 826 12 -2,9 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 246 220 5 6 3 -0,4 Industria alimentare e bevande 3.565 3.091 88 165 10 -1,1

Industria del tabacco 2 2 0 1 0 0,0

SALERNO

Agricoltura, caccia, silvicoltura 20.409 19.924 663 1.003 112 -1,2 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 114 95 5 3 3 4,4 Industria alimentare e bevande 2.178 1.756 19 57 50 0,4

Industria del tabacco 2 1 0 0 0 0,0

Movimenti delle imprese per alcuni settori di attività, 2010

(44)

43

Il numero degli esercizi commerciali al dettaglio, in sede fissa, con specializza-zione prevalente nel settore alimentare, rileva al 30 giugno 2011 la presenza in Campania di 27.853 esercizi, con un lieve incremento dello 0,09% rispetto al 2010. In particolare, l’incremento ha interes-sato gli “altri esercizi specializzati

ali-mentari”(+1,9%), al pari dell’incremento registrato nel corso del 2010 ed, in misu-ra minore, il numero degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare (+0,23%). Si configura, invece, una situa-zione di quasi stazionarietà per gli eserci-zi di pesci, crostacei, molluschi (+0,9%) e di bevande (+0,14%). Viceversa, sono

diminuiti il numero di esercizi di frutta e verdura (-0,09%) , il numero di esercizi di vendita delle carni (-0,5%), di pane, pa-sticceria, dolciumi (-1,9%).

A livello provinciale, la consistenza del-la rete commerciale alimentare in sede fissa presenta un aumento degli esercizi nella provincia di Caserta (+1,5%), di Esercizi commerciali alimentari al dettaglio in sede fissa, 2011

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio” * dati aggiornati al 31 giugno 2011

distribuzione

Specializzazione AV BN CE NA SA Campania

% % % % % %

Frutta e verdura 179 9,9 80 6,9 433 10,1 1.659 11,3 695 11,8 3.046 10,9

Carne e prodotti a base di carne 427 23,6 291 25,2 936 21,8 3.074 20,9 1.246 21,2 5.974 21,4

Pesci, crostacei, molluschi 83 4,6 60 5,2 189 4,4 990 6,7 342 5,8 1.664 5,9

Pane, pasticceria, dolciumi 47 2,6 33 2,9 148 3,4 673 4,6 207 3,5 1.108 4,0

Bevande (vini, olii, birra ed altre) 22 2,2 17 1,5 127 3,0 473 3,2 89 1,5 728 2,6

Altri esercizi specializzati alimentari 90 5,0 49 4,2 245 5,7 1.130 7,7 273 4,6 1.787 6,4

Non specializ. prevalenza alimentare 960 53,0 624 54,1 2.214 51,6 6.739 45,7 3.039 51,6 13.576 48,7

In complesso 1.808 100,0 1.154 100,0 4.292 100,0 14.738 100,0 5.891 100,0 27.883 100,0

% su totale esercizi 27,9 26,3 28,6 27,4 28,3 27,7

(45)

Benevento (+0,9%) e di Salerno (+0,7%); mentre sono diminuiti gli esercizi nel-le province di Avellino (-4,5%) e Napoli (-0,03%).

I dati relativi al commercio al dettaglio ambulante, nel 2010, evidenziano un in-cremento del 2,4% rispetto all’anno pre-cedente e gli esercizi ambulanti specializ-zati nell’alimentare rappresentano il 18% del totale.

A livello provinciale si registra un au-mento degli esercizi ambulanti alimentari soltanto nelle provincia di Salerno (+5 Esercizi commerciali ambulanti, 2011

Distribuzione degli esercizi commerciali all’ingrosso per specializzazione merceologica, 2011 Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico

Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico

AV BN CE NA SA TOTALE

Altri Articoli 185 125 1.701 2.907 1.528 6.446

Abbigliamento, Tessuti e Calzature 48 45 1.212 1.088 854 3.247

Alimentare 241 147 590 1.957 943 3.878

Calzature e Pelletterie 31 25 177 345 111 689

Mobili e Articoli di uso domestico 13 12 51 213 91 380

Non specificata 138 51 476 1.144 332 2.141

Abbigliamento e Tessuti 169 105 1.009 2.494 989 4.766

TOTALE 825 510 5.216 10.148 4.848 21.547

PROVINCIA Altri prodotti Altri prodotti di consumo finale Macchinari e attrezzature Materie prime agr. e animali vivi Prodotti alimentari, bevande, tabacco agricoli, rottami e cascamiProd. intermedi non Totale

AV 25 351 178 216 338 365 1.473 BN 30 221 125 82 204 263 925 CE 86 1901 451 200 1039 974 4.651 NA 553 11.861 1.993 1.099 4.104 3.210 22.820 SA 104 1573 641 263 1.849 1.120 5.550 TOTALE 798 15.907 3.388 1.860 7.534 5.932 35.419

(46)

45

Grande distribuzione alimentare per ripartizione provinciale, 2011

Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico unità) e Benevento (+1 unità), mentre si registra una variazione negativa nella provincia di Napoli (-2,5% ), di Avellino (-13,6% ) e di Caserta (-1,3%). Riguardo la distribuzione sul territorio regionale più della metà degli esercizi si localizza in provincia di Napoli (47,10%), segue la provincia di Salerno (22,3%), quella di Caserta (24,2%). Infine, si registra una lieve diminuzione nella provincia di

Avel-lino (-11,7%) e Benevento (-0,8%). Il numero di esercizi commerciali all’in-grosso in Campania continua a cresce-re, difatti al 30 giugno 2010, si contano 35.419, il 2,7% in più rispetto all’anno precedente; l’incremento ha interessato le cinque province campane e tutte le ca-tegorie merceologiche. In particolare, gli esercizi all’ingrosso specializzati nella vendita di altri prodotti (+20,5%),

mac-chinari e attrezzature (+4%), aumentano del 3,7% i prodotti intermedi non agricoli, rottami e cascami e dell’1,2% i prodotti alimentari, bevande e tabacco, mentre crescono del 2% circa quelli di materie prime agricole e animali vivi ed altri pro-dotti di consumo finale.

La grande distribuzione

Al 1° gennaio 2011, i dati

dell’Osserva-Supermercati Ipermercati Minimercati

Numero Sup. di vendita mq Addetti Numero Sup. di vendita mq Addetti Numero Sup. di vendita mq Addetti

AV 66 51.326 704 4 12.096 178 44 13.062 223 BN 9 7.139 165 1 2.500 18 7 2.539 49 CE 71 55.225 813 5 38.850 1.589 68 19.308 390 NA 248 167.881 3.157 12 118.851 2.216 255 69.708 1.694 SA 109 93.946 2.229 1 8.500 130 74 20.941 422 Campania 503 375.517 7.068 23 180.797 4.131 448 125.558 2.778 Italia 9.651 8.561.480 173.000 588 3.643.868 84.674 5.524 1.623.097 34.314

(47)

torio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico evidenziano, in Campania, un numero di supermercati pari a 503, contro i 514 del 2009 (-2,14%).La diminuzione del numero di supermercati ha interessato quasi tutte le province, so-prattutto, la provincia di Benevento, dove il numero di supermercati è quasi dimez-zato (16 unità nel 2010, 9 nel 2011). In diminuzione anche la superficie

complessi-va di vendita, pari a 7.139 mq (-45,3%), e l’occupazione (-41%). Si è registrata una variazione negativa, del numero di super-mercati, anche nella provincia di Salerno (-8,4%) con conseguente diminuzione della superficie complessiva di vendita (-7%), in controtendenza il numero di addetti ha su-bito un incremento del 23%.

Per quanto concerne il numero di iper-mercati si registra una situazione quasi

stazionaria rispetto all’anno precedente (23 unità nel 2011, 24 nel 2010) e, una superficie di vendita di circa 181.000 mq; destinata per il 49,4% alla vendita di ge-neri alimentari.

In diminuzione anche il numero dei mini-mercati della Regione, che raggiungono le 448 unità (-4,3%), con una superficie di vendita di 125.558 mq (-5,8%) e 2.778 addetti (+2,8%).

(48)

47

to al 2009, cresce la spesa media mensile per carne, mentre continua a diminuire quella per oli e grassi. Stazionaria risulta essere la spesa per patate frutta e ortaggi, per zucchero, caffè e altro. La spesa per l’acquisto di carne si conferma la più alta tra le spese alimentari.

Riguardo la composizione della spesa si os-serva che oltre a quella per generi

alimen-tari e bevande, una quota elevata di spesa totale è destinata all’abitazione (26,5%), segue la spesa per i trasporti (10,8%) e quindi le altre categorie. La propensione alla spesa per istruzione e per sanità è le-gata alla diversa compartecipazione delle istituzioni locali alla spesa sostenuta dalle famiglie, ma anche alla maggiore presen-za, nel primo caso, di bambini e ragazzi in Nel 2010 la spesa media mensile per famiglia

è stimata a livello nazionale a 1.908 euro, con una variazione positiva rispetto all’anno precedente del +0,7%, mentre in Campania il valore della spesa media mensile è inferiore al dato nazionale (2.453 euro), ma superiore rispetto al dato per la circoscrizione del Mez-zogiorno (1.882 euro); difatti sono le circoscri-zioni del Nord e del Centro a mostrare i valori più alti di spesa media mensile.

In Campania la spesa alimentare assorbe più di un quarto della spesa totale (27,3%), valore superiore sia a quello registrato nel-la ripartizione del Mezzogiorno (25%) sia al dato nazionale (19%).

Da un’indagine svolta dall’ISTAT, emerge che la spesa media per generi alimentari e bevande non mostra variazioni significa-tive rispetto al 2009 (+1,2%) e si attesta a 467 euro mensili. Cresce il numero di famiglie che dichiarano di aver diminui-to, nel 2010, sia la quantità che la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all’anno precedente. In particolare,

rispet-consumi alimentari

Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2007-2010

Italia Mezzogiorno Campania 1500 1750 2000 2250 2500 2007 2008 2009 2010

(49)

età scolare e, nel secondo, di anziani. Per quanto riguarda l’istruzione, la quota di spesa è pari allo 1%; mentre la quota di spesa per beni e servizi sanitari, non varia rispetto al 2010 ( 2,8% della spesa totale) e, si conferma la più bassa di tutte le re-gioni italiane.

Spesa media mensile delle famiglie per capitolo (composizione percentuale rispetto al totale, valori in euro in grassetto), 2010

Campania % Italia % Alimentari e bevande 27,3 19 Tabacchi 1,5 0,8 Abbigliamento e calzature 6,9 5,8 Abitazione 26,5 28,4 Combustibili ed energia 5,2 5,3 Arredamenti ecc. 4,3 5,4 Sanità 2,8 3,7 Trasporti 10,8 13,8 Comunicazioni 2,2 2,0 Istruzione 1,0 1,1

Tempo libero e cultura 3,2 4,4

Altri beni e servizi 8,5 10,3

Totale 100,0 100,0

Spesa media mensile (euro) 1.908 2.453

Figura

Tabella 4 - Consolidamento del sostegno del settore agricolo in Campania
Tabella 8 - Bilancio Gestionale Agricoltura 2011 (valori  assoluti in euro)
Tabella 9 -  La spesa pubblica in agricoltura classificata per tipologia di spesa, 2011 (valori in milioni di euro)
Tabella 10 - Il Patto di Stabilità dell’Area Agricoltura (valori in milioni di euro)
+2

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