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Terre Medicee: proposte per il Futuro.

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Academic year: 2021

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INDICE

Introduzione p.4

Capitolo I: LA FONDAZIONE TERRE MEDICEE p.7

1.1 Seravezza e il suo territorio p.7

1.2 Seravezza e la Versilia oggi: il tessuto economico-produttivo p.11

1.3 Il Palazzo Mediceo di Seravezza p.14

1.4 Terre Medicee: una Fondazione all’interno di un Palazzo p.18

1.5 I soci della Fondazione p.24

1.6 Lo Statuto p.27

1.7 L’organigramma p.31

1.8 Le funzioni e la “mission” di Terre Medicee p.33

Capitolo II: L’ATTIVITA’ DELLA FONDAZIONE p.36

2.1 Eventi, mostre e manifestazioni p.36

2.2 Sinergie-reti-network p.40

2.3 I visitatori p.45

2.4 Dati Finanziari p.49

Capitolo III: LA FONDAZIONE E IL SUO CONTESTO. ANALISI DEI

PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA p.53

3.1 Un’analisi Swot della Comunità Montanadell’Alta Versilia p.53 3.2 Un’analisi dei punti di forza e di debolezza della Fondazione

Terre Medicee

p.55

3.3 Rischi e opportunità per lo sviluppo della Fondazione p.61

3.4 Una sintesi e alcune riflessioni p.66

Capitolo IV: IL FUTURO DELLA FONDAZIONE IN UNA LOGICA DI

MARKETING CULTURALE p.71

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4.2 Analisi della concorrenza e vantaggio competitivo p.77

4.3 Marketing mix attuale p.89

4.3.1 Il prodotto p.90

4.3.2 Il prezzo p.92

4.3.3 La distribuzione p.93

4.3.4 La promozione p.95

4.4 Marketing mix per il futuro p.96

4.4.1 Il prodotto p.97 4.4.2 Il prezzo p.100 4.4.3 Distribuzione p.103 4.4.4 Promozione p.105 Conclusione p.108 Bibliografia p.112 Sitografia p.114

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Introduzione

La Versilia, località turistica molto frequentata, è oggi famosa soprattutto per le sue spiagge e per la vivace vita notturna negli storici locali che si trovano lungo il litorale.

Tuttaviaquesta terra non è solo mare e divertimento, la Versilia è in realtà un luogo ricco di storia, tradizioni e cultura, visitata e amata nei secoli da artisti e personaggi illustri.

La Versilia, infatti, iniziò ad essere conosciuta ben al di là dei confini della Toscana già in epoca antichissima, grazie alla presenza di marmo pregiato: basti pensare che il Monte Altissimo, situato a Seravezza (Comune montano della Versilia), fu scelto, tra gli altri, anche da Michelangelo Buonarroti per ricavarne i marmi per la facciata di S. Lorenzo a Firenze.

Inoltre, nel 1513, Seravezza, Pietrasanta, Forte dei Marmi e Stazzema (Comuni della Versilia Storica) entrarono sotto il dominio della famiglia dei Medici e il comprensorio “già caratterizzato da un certo continuum in termini ambientali, si omogeneizzò culturalmente ed economicamente sotto il segno del marmo e dello stemma mediceo”1

.

Oggi, lo sviluppo turistico-balneare della Versilia sembra aver in parte messo in secondo piano la ricchezza storica e artistica di questa terra nonostante, negli ultimi anni, diversi comuni versiliesi abbiano cercato di integrare la propria offerta puntando su una maggiore valorizzazione del patrimonio culturale. Sono diverse, infatti, le imprese culturali presenti sul territorio.

Tra queste, una merita particolare attenzione: la Fondazione Terre Medicee di Seravezza, organizzazione culturale versiliese che vuole recuperare la memoria, le tradizioni e il passato di questa terra.

La Fondazione Terre Medicee si presenta come una realtà interessante sotto molteplici punti di vista:

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La Fondazione ha sede all’interno del Palazzo Mediceo, un bene unico e ricco di storia, rappresentativo della cultura e dell’identità di tutta la Versilia.

Terre Medicee sembra essere un’opportunità all’interno del territorio versiliese: essa, infatti, a differenza delle altre organizzazioni culturali, vuole recuperare la cultura e la tradizione di questa terra, partendo da un passato che diventa contemporaneità.

La Fondazione, in pochi anni di attività, è riuscita a dar vita ad un’ampia offerta culturale che non solo ha dato nuovo impulso alla vita culturale di Seravezza ma si è proposta anche come un prodotto supplementare nel complesso dell’offerta culturale del territorio.

La Fondazione, a differenza di altre imprese culturali della Versilia, ha tra i suoi scopi dichiarati anche quello di promuovere la vita economica del territorio su cui insiste.

Obiettivo del presente lavoro è dunque quello di descrivere e analizzare la realtà della Fondazione Terre Medicee oggi, individuandone il ruolo e i legami nel territorio della Versilia, per poi identificare possibili linee di sviluppo della sua attività con particolare riferimento alle strategie di marketing.

Dopo un breve approfondimento storico ed economico sul territorio della Versilia e di Seravezza con il suo Palazzo Mediceo, saranno poi analizzate, nel secondo capitolo, le attività che sono state poste in essere dalla Fondazione nei suoi due anni e mezzo di vita, tendendo conto anche dei soggetti con i quali l’organizzazione ha implementato sinergie e partnership.

Nel terzo capitolo, con lo scopo di poter formulare successive proposte per il futuro di Terre Medicee e in particolare per l’implementazione di alcune strategie di marketing, verrà presentata un’analisi Swot ingrado di evidenziare i punti di forza, di debolezza, le minacce e le opportunità legati alla Fondazione.

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Infine, nel quarto capitolo, saranno formulate alcune considerazioni conclusive relative alle leve del marketing mix per l’implementazione di future strategie di marketing da parte della Fondazione.

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Capitolo I. La Fondazione Terre Medicee

1.1 Seravezza e il suo territorio

Seravezza, comune montano della Provincia di Lucca, è una delle città dell’Alta Versilia situata ai piedi delle Alpi Apuane che dista circa 6 Km dal litorale tirrenico e 36 Km dalla città di Lucca. Confinante con i comuni di Stazzema, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Massa e Montignoso, si estende su una superficie di 3.937 ettari su cui sono insediati circa 13.000 abitanti.

Nonostante sia un comune montano, gran parte del suo territorio si estende in pianura: si tratta delle frazioni di Pozzi, Ripa e Querceta; frazioni che, rispetto a quelle montane e di media valle, sono le più popolate.

Fig. 1 – Seravezza e la Versilia

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Invece, nella zona di media valle, oltre al capoluogo, sono situate le frazioni di Riomagno, Malbacco, Corvaia e Ruosina. Nella zona montana, infine, ritroviamo i pittoreschi villaggi di Azzano, Fabiano, Giustagnana, Basati, Minazzana e Cerreta S. Antonio. Va inoltre sottolineato che la cittadina, insieme a Forte dei Marmi, Stazzema e Pietrasanta appartiene alla cosiddetta “Versilia Storica”2

.

Sono state diverse le tesi riguardanti l’origine del toponimo, inizialmente, infatti, si riteneva che quest’ultimo derivasse dall’accostamento dei nomi dei due torrenti della città, il Serra e il Vezza. Il nome, invece, sembra che derivi dal longobardo “Sala Vetia” o “Sala Vetitia”. Il termine Sala, infatti, è un termine prettamente longobardo che indica una fattoria circondata da un piccolo borgo al centro di un gruppo di proprietà terriere3.

I primi abitanti del territorio, come dimostrano alcune tombe ritrovate a seguito di scavi effettuati a Querceta, furono i Liguri. La cittadina fu poi colonizzata dai Romani, i quali, a partire dal 180 d.C. introdussero nella zona la coltivazione della vita e dell’olivo alla quale si affiancarono, in seguito, le attività di estrazione del ferro e del piombo argentifero4.

Delle sorti dell’area durante la tarda antichità e nei primi secoli dell’anno mille si conosce poco, quello che risulta certo è che, dal XIII secolo Seravezza divenne feudo dei Vassalli di Corvaia e Vallecchia, i quali, durante il Medioevo, furono oggetto delle persecuzioni di Lucca che voleva assumere il dominio della cittadina. A causa della sua posizione geografica strategica, Seravezza fu infatti distrutta e occupata più volte e solamente nel 1513, insieme a tutta la Versilia Storica, passò sotto il dominio della famiglia dei Medici ai quali si deve l’ascesa economica della cittadina e il suo sviluppo urbanistico5.

Seravezza divenne così la residenza estiva della famiglia dei Medici, la quale, tra il 1560 e il 1564, fece costruire un palazzo sul lato sinistro del fiume Vezza. In questi anni sorsero inoltre numerose fabbriche di ferro,

2 S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza, Pietrasanta, Petrartedizioni, 2005, pp. 9-10. 3

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), pp. 9- 10. 4

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), p. 11. 5

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grazie all’abbondanza di minerali presenti su tutto il territorio e si intensificò lo sfruttamento delle cave di marmo. Va però sottolineato che lo sfruttamento delle cave di Serevezza ebbe inizio nel 1517, quando Michelangelo Buonarroti si recò nella cittadina "per tentare di cavare da quei monti i marmi per la facciata di S. Lorenzo di Firenze”6

; fu proprio il celebre artista, infatti, con il suo soggiorno di tre anni a Seravezza a gettare le basi dell’industria del marmo versiliese7.

Nella seconda metà del Quattrocento, Seravezza che faceva parte del Capitanato di Pietrasanta fu ritenuta una comunità di elevata importanza grazie alla sua posizione geografica che consentiva un buon collegamento sia con la sede principale del Capitanato sia con le cave e le miniere.

L’interesse dei fiorentini per la cittadina non dipendeva infatti esclusivamente dalla sua posizione strategica ma anche dalle risorse minerarie e agricole presenti sul territorio8.

Durante il XVI secolo, la famiglia dei Medici influenzò dunque positivamente Seravezza, la quale divenne in breve tempo una comunità molto conosciuta tanto da essere inserita, nel XVII secolo, nelle rappresentazioni del Giansonio9 insieme a importanti città come Venezia e Firenze.

“Ex Argenti fondina nuper reperta in montibus Civitati contiguis, magna copia argenti, atque argenti vivi, trahitur; In saxorum canalibus aut inveniuntur argenti puri massae, aut a marmoribus saxi sue secretae, aut ipsis adhaerebtes tenuissimis brachteis saxa amplectantur. Effoditur etargentum vivum, Hidrargirium dictum, quod argento assimile in colore est, sed non contast ut argentum, cum aquae instar liquidum fluat”10

. 6 www.brunelleschi.imss.fi.it 7 www.palazzomediceo.com 8

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), pp. 13- 14. 9

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), p. 14. Jan Janssonius o Giansonio (1588-1664) è stato un noto cartografo, editore e incisore olandese che a seguito di una visita a Seravezza, colpito dalla bellezza di questi luoghi di escavazione dei marmi e di estrazione dell’argento, disegnò la valle della cittadina.

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Ossia:

“Da una miniera di argento di recente scoperta nelle montagne vicine alla città viene estratta una grande quantità di argento, anche di argento vivo; nelle fenditure di marmi si trovano masse di argento puro, sia separate dai blocchi di marmo, sia agli stessi tenuissime lamine che aderiscono ai massi. Viene estratto anche argento vivo detto mercurio, che è simile nel colore all’argento, ma non sta fermo come l’argento, fluendo via liquidi al pari dell’acqua”11

.

L’influenza positiva della famiglia dei Medici sul territorio di Seravezza è confermata, inoltre, dalle varie iniziative poste in essere da Cosimo I de’ Medici, il quale, fin dai primi anni del proprio mandato cercò di sfruttare la miniera d’argento del Bottino e le risorse marmifere di Stazzema e del Monte Altissimo: tutto ciò incrementò l’occupazione degli abitanti della comunità, in particolare di coloro che risiedevano nelle zone montane il cui lavoro era in precedenza basato solamente sull’agricoltura, sull’allevamento e sulle attività artigianali. Sotto i Medici, e in particolare grazie a Cosimo I, furono realizzati, a Seravezza così come in tutto il Capitanato, interventi molto rilevanti: vennero risanate le aree paludose della pianura, furono costruite strade, fu incrementata l’ attività edilizia ecc12

:

“O Titiro, non disprezzare le inaccessibili cime dei monti e non trascurare i piccoli pascoli di un suolo sterile. Verrà il tempo in cui, dove ora a malapena s’arrampicano le capre, dove ora a stento una sola pecora bruca l’erba, per opera del magnanimo Cosimo, che governa la Toscana, per la sua passione e per le sue grandi spese, si scaverà piombo anche da quelle grotte feconde e fluirà una stragrande quantità d’argento”13

.

Anche oggi Seravezza, città d’arte, di tradizione e storia, è molto conosciuta al livello mondiale per le ricchezze presenti sul suo territorio e per il pregiato marmo che qui si estrae. Basti pensare ai bacini marmiferi della Cappella, di Trambiserra, della Ceragiola e del monte Altissimo dai quali

11 F. Buselli, Palazzo Mediceo a Seravezza (cit. nota 10), p. 73. 12

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), pp. 14-15. 13

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sono stati estratti e ancora si estraggono “il rinomato marmo bianco, ma anche notevoli bardigli ed arabescati”14

.

Nel Dicembre del 1975 Seravezza, con Decreto del Presidente della Repubblica, ha ottenuto il titolo di Città, assegnato ai comuni “insigni per ricordi o monumenti storici o per attuale importanza”15

.

Nel 1985 è stato istituito anche il Parco delle Alpi Apuane con lo scopo sia di favorire uno sviluppo economico che rispetti l’ambiente naturale, sia di salvaguardare il rapporto tra la natura e l’uomo16

.

1.2 Seravezza e la Versilia oggi: il tessuto economico produttivo

La città di Seravezza basa ancora oggi la propria economia soprattutto sull’estrazione, la lavorazione e il commercio del marmo. Sono numerose, infatti, su tutto il territorio, le aziende collegate a tale attività; in particolare quelle che si occupano della produzione di macchinari per la lavorazione di questo materiale. Negli ultimi anni però vi è stata anche una significativa crescita del settore commerciale e terziario, ed è importante sottolineare come Seravezza, in quanto parte della Versilia, punti ad un rafforzamento e sviluppo dell’industria turistica17

.

Come noto, la Versilia è oggi una meta turistica molto conosciuta, e nonostante offra diverse soluzioni, grazie al suo paesaggio diversificato, essa viene scelta dai turisti soprattutto per le sue spiagge e per la vivace attività mondana notturna. L’economia di questa terra, che si conferma la principale realtà turistica della Provincia18 di Lucca, infatti, si basa principalmente sul turismo balneare. Inoltre, bisogna specificare che il turismo versiliese si distacca fortemente dallo standard medio del turismo balneare italiano, caratterizzato da lunghe permanenze in strutture ricettive dai prezzi contenuti19; il turismo versiliese è soprattutto un turismo di lusso20.

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www.prolocoseravezza.it 15

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), pp. 10-11. 16 S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), pp. 10-11. 17 www.comune.seravezza.lucca.it 18 www.turismo.provincia.lucca.it 19 www.turismo.provincia.lucca.it

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L’importanza e il peso del turismo sull’economia dell’area è anche confermato dalla cosiddetta domanda turistica “secondaria”, e la Versilia, rispetto alla Provincia, rappresenta il contributo maggiore in termini di seconde case; sul territorio versiliese, infatti, si concentrano circa “7,3 milioni di pernottamenti annui in seconde case”21

.

Inoltre, il turismo della Versilia rappresenta circa il 79% del VA turistico dell’intera Provincia22

.

Nel 2011, in Provincia di Lucca, vi sono stati oltre 950 mila arrivi e oltre 3,6 milioni di presenze, il 70% delle quali concentrate in Versilia (Tavola 1).

Tav. 1.1 – Arrivi e presenze in Provincia di Lucca per tipologia di esercizio ricettivo, 2011

Esercizi alberghieri Esercizi extra-alberghieri Totale

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Lucca 258.493 607.651 118.555 411.401 377.048 1.019.052

Versilia 499.026 2.004.490 81.377 652.715 580.403 2.657.205

Provincia 757.519 2.612.141 199.932 1.064.116 957.451 3.676.257 Fonte: Provincia di Lucca, Osservatorio turistico, 2012

In particolare, andando ad analizzare più nello specifico le presenze in Versilia, la Figura 2 mostra come Viareggio raccolga la quota più consistente di presenze, seguita da Pietrasanta e Camaiore. Altrettanto evidente è il ruolo marginale dei comuni dell’entroterra - Seravezza, Stazzema e Massarosa – rispetto a quelli litoranei che, da soli, rappresentano il 98,06% degli arrivi totali e il 97,06% delle presenze.

20 www.turismo.provincia.lucca.it 21 www.turismo.provincia.lucca.it 22 www.turismo.provincia.lucca.it

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Fig. 2 – Distribuzione delle presenze per comune, Versilia, 2011

Massarosa 1,17% Camaiore 20,15% Forte dei Marmi 16,64% Viareggio 38,68% Pietrasanta 21,45% Seravezza 1,62% Stazzema 0,29%

Fonte: Provincia di Lucca, Osservatorio turistico, 2012

Sul litorale si concentrano, come è ovvio, anche la maggior parte delle strutture ricettive e dei posti letto (Tavola 2).

Tav. 1.2 – Consistenza ricettiva, Versilia, 2011

Esercizi alberghieri Esercizi extra-alberghieri

Numero Letti Numero Letti

Camaiore 82 4.800 44 951

Forte dei Marmi 59 3.710 6 349

Massarosa 4 90 37 544 Pietrasanta 97 5.653 36 707 Seravezza 2 482 3 34 Stazzema 4 87 16 175 Viareggio 88 3.980 53 12.865 TOTALE 336 18.802 195 15.625

Fonte: Provincia di Lucca, Osservatorio turistico, 2012

Per quanto riguarda Seravezza dai dati emerge come il Comune, che dista solo 6 km dalla costa, non sia molto sviluppato dal punto di vista turistico. D’altra parte Seravezza risente della vicinanza dei comuni litoranei che, come abbiamo visto, sono quelli che attraggono il maggior numero di arrivi e presenze turistiche.

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La vicinanza con la costa può tuttavia rappresentare per questa cittadina dotata di un importante patrimonio storico, artistico e paesaggistico anche un vantaggio: i turisti che soggiornano lungo la costa versiliese possono in realtà rappresentare anche per Seravezza un potenziale bacino di utenza. La cittadina infatti è in grado di offrire delle risorse alternative e quindi complementari all’offerta balneare: escursioni, paesaggi naturali, storia e cultura.

Seravezza è infatti assai accessibile dal litorale, sia su strada che con la ferrovia. “Seravezza è facilmente raggiungibile dall'autostrada A12 Genova-Livorno (Casello Versilia) e dalla rete ferroviaria Pisa-Genova (Stazione di Forte dei Marmi-Seravezza-Querceta). Dal punto di vista dei collegamenti viari, l’arteria principale è la SS1 Aurelia che attraversa la parte sud del territorio assicurando i collegamenti con Pietrasanta e Camaiore da una parte e con Montignoso e Massa dall’altra. La viabilità interna ruota attorno dall’asse della SP 9 che collega il capoluogo (e indirettamente il sistema collinare) con Querceta e con la zona a mare verso i comuni di Forte dei Marmi e Pietrasanta. Infine, una fitta rete di strade minori garantisce i collegamenti tra le altre zone del territorio Comunale”23

.

Seravezza è servita anche dalle Autolinee Compagnia Vaibus che collegano la cittadina a tutte le altre località della Versilia. Ad esempio, dalla stazione ferroviaria di Forte dei Marmi-Seravavezza-Querceta vi sono, ogni ora, due autobus che raggiungono Seravezza, Forte dei Marmi e Pietrasanta24.

1.3 Il Palazzo Mediceo di Seravezza

Come già detto, Seravezza conserva un ricco patrimonio culturale legato alla sua storia. L’emergenza più evidente di questo passato è costituito dal Palazzo Mediceo lasciato in eredità a Seravezza dalla Famiglia dei Medici. Infatti, Cosimo I per controllare in maniera più efficiente le risorse

23

www.prolocoseravezza.it 24

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15

del proprio Capitanato, nel 1561 fece costruire proprio a Seravezza la sua residenza estiva “esempio di quell’architettura di regime, creata dal principato mediceo in funzione dei suoi obiettivi di gestione del potere, di difesa o, come in questo caso, di promozione della vita economica”25

.

Grazie a recenti studi la progettazione del Palazzo è stata attribuita al Fortini (ingegnere idraulico e militare), il quale lavorò comunque al fianco di architetti come il Vasari, l’Ammannati e il Buontalenti, ovvero gli architetti della famiglia dei Medici26.

Fig. 3 – Vista del Palazzo Mediceo di Seravezza

Il palazzo si sviluppa su tre piani, ed è circondato su tre lati da un grande cortile dove è situato un pozzo in marmo bianco.

Dal registro delle spese di costruzione del Palazzo, conservato nell’Archivio di Stato di Firenze, sembra che la cappellina e le stalle, adiacenti alla struttura, siano state costruite qualche anno dopo. Ciò è stato confermato anche da alcune differenze architettoniche tra quest’ultime e il Palazzo stesso27.

25 C. Baracchini - S. Russo, Arte sacra nella Versilia Medicea “il culto degli arredi”, Firenze, S.P.E.S, 1995, p.12.

26

S. Della Bona, Le Stalle Medicee di Seravezza (cit. nota 2), p. 33. 27

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Per quanto riguarda il cortile è importante sottolineare che esso è forse una delle parti più interessanti dell’opera poiché è una sorta di mediatore tra l’ambiente interno ed esterno, tra l’ambiente chiuso del Palazzo e l’ambiente esterno libero28

.

Per molti anni il Palazzo, “dall’architettura semplice, quasi severa di villa rustica fortificata”29

, è stato la residenza estiva dei Medici, degli Asburgo-Lorena e di molte altre famiglie toscane nobili e facoltose.

In seguito, con la costituzione del Regno d’Italia, il Palazzo divenne, fino al 1967, sede del Municipio. Nel 1976, con il provvedimento del Consiglio Comunale della cittadina, il Palazzo fu definito un bene ambientale di valore storico-artistico e un importante documento del passato di Seravezza e della Versilia intera30.

Dal 1982 il Palazzo Mediceo è sede di importanti esposizioni di arte moderna e contemporanea31 e oggi, all’interno del Palazzo, hanno sede la Biblioteca Comunale, il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica e l’Antiquarium. Inoltre, come verrà descritto più avanti, esso è diventato anche la sede della Fondazione Terre Medicee, che sarà l’oggetto principale del presente studio.

Ma andiamo ad esaminare in maniera più dettagliata la funzione del Palazzo oggi:

La Biblioteca “Sirio Giannini” nacque nel 1968 e fu intitolata a Sirio Giannini, cittadino di Seravezza ed autore di racconti e romanzi. Egli vinse nel 1956 il premio Hemingway con il romanzo La valle bianca. Si impegnò, inoltre, politicamente: divenne Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Seravezza e si impegnò per l’emancipazione culturale e sociale delle classi lavoratrici. Oggi la biblioteca è dotata di circa 29000 volumi e 300

28

www.palazzomediceo.com 29 www.terremedicee.it 30

Cfr., Il giardino dei frutti del Palazzo Mediceo di Seravezza proposta di recupero storico – paesaggistico, Accademia initiatorum i.s.l. sez. Versilia, 1987 p. 52.

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DVD e fornisce ai propri utenti vari servizi. Inoltre quest’ultima ha la funzione di promuovere attività culturali rivolte soprattutto ai giovani e ai bambini32;

L’Antiquarium: all’interno del Palazzo Mediceo sono conservati alcuni manufatti in terracotta (circa 80), si trovano anfore con o senza manico, frammenti di vasi per fiori (“conche”) e parti di tubature. Queste terrecotte, quasi sicuramente realizzate a Pietrasanta, furono probabilmente acquistate da Cosimo I per costruire i soffitti del Palazzo: era uso comune utilizzare conche e orci per le costruzioni, soprattutto dopo che erano state utilizzate per altre funzioni (contenitori per olio, piante ecc..) e quindi ridotte in pezzi. Sembra, infatti, che questi manufatti siano più antichi rispetto al Palazzo, essi sono databili all’inizio del Cinquecento33

.

Inoltre nel Novembre del 2002 durante uno scavo per la realizzazione dell’alloggiamento dell’ascensore sono state ritrovate dagli operai resti di ossa umane. Dopo vari studi gli esperti sono arrivati alla conclusione che lo scheletro apparteneva ad un uomo di umili origini che sarebbe vissuto tra il 790 d.C. e il 1000 d.C. Ecco che nel Novembre del 2009 è stato inaugurato l’Antiquarium espositivo, dove le terrecotte di cui si parlava in precedenza sono state affiancate dalla ricostruzione 3D della calotta cranica del soggetto ritrovato34;

Il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica: si trova al secondo piano della struttura35. “Inaugurato nel 1996, è il frutto di anni di ricerca su campo che ha portato alla raccolta di quasi duemila oggetti, testimonianza delle principali e tradizionali attività della Versilia Storica. Territorio che oggi comprende i Comuni di Seravezza, Stazzema, Pietrasanta e Forte dei Marmi, un tempo amministrati dal Capitanato di Pietrasanta, exclave del Granducato di Toscana”36

. Il Museo, oggi gestito da Terre Medicee, è composto da 11 sale.

32 www.palazzomediceo.com 33 www.palazzomediceo.com 34 www.palazzomediceo.it 35 www.terremedicee.it 36 www.terremedicee.it

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Tra gli edifici pertinenti al Palazzo vi sono poi le ex-scuderie che, a lungo utilizzate come magazzino della R.Magona del ferro per diventare, nella prima metà dell’Ottocento, il Teatro dei Costani, sono state restaurate (a partire dal 2003) e adibite a ospitare varie attività sociali e culturali.

Infine, anche la cappella presente nel giardino del Palazzo sarà presto oggetto di un progetto di ristrutturazione37.

1.4 Terre Medicee: una Fondazione all’interno di un Palazzo

La Fondazione Terre Mediecee, Fondazione di Partecipazione pubblico-privata senza scopo di lucro, viene costituita il 30 Dicembre del 2009 con delibera del Consiglio Comunale di Seravezza. E’ l’Amministrazione Comunale di Servezza a presentare al Consiglio il progetto, nella convinzione che la costituzione della Fondazione potesse rappresentare una nova opportunità per il presente ma soprattutto per il futuro della cittadina38.

Di seguito l’atto programmatico presentato dall’Amministrazione Comunale39:

“È con orgoglio che oggi, come Amministrazione Comunale, proponiamo al Consiglio Comunale un progetto di ampio respiro che mette in gioco una serie di opere finite che rappresentano per Seravezza una ulteriore sfida per il presente e per il suo futuro. Non è di molti Comuni avere a disposizione un patrimonio che ha ridisegnato, nel recupero, una porzione di un’area così connotata di bellezza, legata alla storia e pur così attuale e proiettata in un futuro che può fare giocare un ruolo da protagonista al territorio. Un investimento quello compiuto nel tempo che si è rivelato una risorsa per il nostro Comune, una occasione unica di rammagliare le aspirazioni e le intelligenze dei nostri operatori per un salto in avanti recuperando, pur in un momento di crisi, la volontà di investire, ancora, sia nel recupero sia soprattutto nelle gestioni. Infatti il Comune di Seravezza, nel restaurare e nel recuperare il Palazzo Mediceo, ivi comprese anche le Scuderie Granducali, ha operato con l’intenzione di sottolineare la sua storia e di marcare il rapporto con la famiglia dei Medici,

37 www.palazzomediceo.it 38

Cfr. Deliberazione del Consiglio Comunale, Archivio Fondazione Terre Medicee, p. 1. 39

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19 storia e vicende che hanno condizionato non solo quelle del passato ma anche quelle presenti e future di questo territorio [...] Questo nostro complesso culturale e storico non può rimanere, in termini di utilizzo, di qualità, di proposte, limitato alla gestione come è oggi, tanto più che il Palazzo Mediceo è divenuto ed è riconosciuto come un punto di riferimento per la cultura, in particolare per le attività espositive, non solo a livello locale ma anche in ambito nazionale […] È chiaro che l’Amministrazione Comunale vuole, nell’ambito dei suoi indirizzi, cercare di rendere fattibile una politica culturale pluriennale che incrementi le attività ricercando e creando un Sistema comprensoriale assieme ad altri soggetti. Per addivenire a questa impostazione culturale l’Amministrazione Comunale è consapevole che è opportuno disporre di una struttura gestionale professionale e dedicata, che nella sua autonomia operativa sappia produrre beni e servizi (Servizio Pubblico), considerando la cultura come risorsa per lo sviluppo non solo culturale, sociale e civile, ma anche economico, operando con efficienza ed efficacia […] Ma il nostro Comune è una piccola realtà e quindi avrà bisogno di alleanze forti sia con Enti pubblici che con soggetti privati interessati, consapevoli che il loro lavoro e le loro produzioni possono acquistare un valore nuovo da un territorio ordinato, sicuro e capace di produrre cultura di qualità, in grado di declinare la storia produttiva attuale nel nome di un grande artista come Michelangelo, nome che in tutto il mondo richiama e rilancia il Rinascimento e la toscanità (quindi anche la nostra terra) come parte di questo insieme [...]”

Dall’Atto Programmatico si evince che la volontà di costituire una Fondazione nasce dalla consapevolezza dell’Amministrazione di avere a disposizione un bene storico e culturale di grande importanza che può produrre dei frutti solo se gestito da un organismo ad hoc, che sappia, cioè, operare con efficienza ed efficacia.

Ma andiamo a vedere in maniera più approfondita i motivi per cui l’Amministrazione Comunale di Seravezza abbia proposto la costituzione di una Fondazione di Partecipazione40:

“Il nostro Comune, con sacrifici, ma con lungimiranza, ha compiuto in questi anni un investimento nel recupero di un patrimonio storico-immobiliare e culturale unico, con il concorso della Regione Toscana e di privati ma oggi ha un compito molto più gravoso, fare Sistema e gestire questo patrimonio rilanciando nel mondo l’immagine della nostra terra. Per fare questo abbiamo bisogno di fondi, di professionalità e di alleanze strategiche. La nostra struttura operativa, anche se qualificata, è piccola e i fondi a nostra disposizione non sono

40

(19)

20 sufficienti per il progetto che vogliamo costruire; per questo riteniamo che serva una struttura autonoma e imprenditoriale che sappia attuare i nostri indirizzi e gestire gli spazi restaurati e recuperati all’uso. Abbiamo bisogno di costruire una struttura che pur restando del territorio abbia la capacità di attrarre fondi, compiere alleanze e operare come impresa (culturale), adottandone i punti cardinali: efficienza, efficacia, economicità e produzione di beni e di servizi di qualità. Struttura che sia in grado di diventare volano di rilancio, non solo culturale e civile, ma anche economico del territorio aiutando a decollare il turismo e a rafforzare il settore lapideo. Una struttura gestionale a cui delegare la strategia e la gestione del complesso del Mediceo, ma in grado di supportare, anche, la nostra politica verso i giovani e la nostra popolazione, in grado di organizzarsi per cercare e creare una politica di sinergia con le eccellenze produttive del settore lapideo. Abbiamo quindi bisogno di una struttura che sia capace di tradurre le aspirazioni in un progetto che sappia diventare reale riferimento per la Toscana, per le altre realtà del comprensorio e sappia operare per la costituzione di un Parco Culturale del Marmo e della sua Lavorazione nella Toscana Nord Occidentale”41

.

La decisione dell’Amministrazione Comunale di costituire una Fondazione di Partecipazione nasce quindi proprio dalla consapevolezza di dover migliorare la propria gestione e accrescere la propria esperienza attraverso una partnership con il settore privato, per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Ciò è ulteriormente marcato dalla struttura gestionale della Fondazione presentata dall’Amministrazione Comunale:

“Partendo dalla Legge 267/2000 e dalle ipotesi che la stessa ci suggerisce: Istituzione, Consorzio, Fondazione, è proprio verso quest’ultima forma di gestione che noi vorremmo incamminarci. Infatti la Fondazione è una struttura che appartiene al territorio, che può vedere coinvolti nella gestione altri soggetti pubblici e privati. Proprio questa pluralità di soggetti, portatori di diversi interessi, può arricchire la capacità di operare della fondazione, permettendo di inserire nella gestione quel giusto criterio di managerialità che arricchisce e non indebolisce la mission della struttura, ma, secondo noi, in grado di aprire nuovi orizzonti nella gestione degli immobili con un nuovo progetto di marketing, proiettando fuori dai confini regionali e nazionali le offerte e le iniziative programmate. Per queste capacità occorrono alleanze, occorre creare delle politiche di partnership con altri territori, facendo sì che interessi diversi non siano in conflitto ma esaltino gli obiettivi comuni per far così crescere la nostra realtà, in qualità e in quantità di iniziative e di immagine. Nostro compito è aprire un

41

(20)

21 confronto organico con la Regione, la Provincia e con soggetti privati che operano nel nostro territorio. Aprire un tavolo significa saper calcolare e valutare non solo gli interessi nostri e degli altri, ma anche recepire osservazioni e consigli per essere in grado di costruire un business-plan che sia almeno triennale. Se riteniamo che la Fondazione sia l’unico strumento per decidere lo sviluppo degli immobili, funzionale alle nostre strategie, dobbiamo impegnarci per ricercare amministratori che abbiano esperienza, capacità, idee e credibilità nei confronti di terzi che saranno chiamati a partecipare al finanziamento e alla costruzione del progetto”42

.

Terre Medicee nasce dunque come Fondazione e, nello specifico, come Fondazione di Partecipazione (pubblico e privata) che, occupandosi di attività di “promozione, conservazione e ricerca delle forme di espressione della cultura contemporanea”, è classificabile come Fondazione Culturale Civile43.

Il fatto che anche a Seravezza si sia scelto di affidare a una Fondazione la gestione e la valorizzazione di un bene culturale non stupisce: negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio boom di Fondazioni Civili tanto da far parlare di una ”novità storica e culturale del nostro paese”44

. Basti pensare che, stando ai dati prodotti dalla Fondazione Agnelli e pubblicati su “Il Giornale dell’Arte”45

, se nel 1995 risultavano essere presenti sul territorio nazionale 1.500 fondazioni, oggi ve ne sono ben 10.000. Come sottolinea Pierpaolo Forte, professore di Diritto Amministrativo dell’Università del Sannio, “l’attuale esplosione delle fondazioni nel variegato mondo della cultura non è solo un fenomeno di moda, ma testimonianza di un impegno pubblico nelle società complesse e decostruite di oggi: un modo di prendersi cura di qualcosa che ha rilievo collettivo” 46

.

Come spiegare questo fenomeno? La risposta non può prescindere dall’analisi del momento storico-economico che stiamo vivendo con i progressivi tagli posti in essere dallo Stato sugli Enti Locali, tagli che hanno

42

Cfr. Deliberazione del Consiglio Comunale, Archivio Fondazione Terre Medicee, p. 10. 43

P. Forte, Il Giornale delle Fondazioni, X Edizione, allegato a Il Giornale dell’Arte N. 309 maggio 2011, p.32.

44

P. Forte, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.32. 45

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 46

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22

sollecitato l’adozione di soluzioni in grado di consentire il funzionamento di molte istituzioni culturali.

Con “le leggi cd. Bassanini del 1996-1997, si stabilì il principio per cui tutti gli enti, la cui veste pubblica non fosse indispensabile, dovessero essere trasformati con atto governativo in Fondazioni di Diritto Privato”47

.

Nacquero così moltissime Fondazioni di Partecipazione, come le Fondazioni Liriche, della nuova biennale di Venezia, del museo della scienza Leonardo da Vinci ecc.. e, su questa scia, molte Regioni, Provincie e Comuni italiani, “trasformarono” teatri, musei e orchestre in Fondazioni di Partecipazione, con lo scopo di migliorane la gestione e di reperire nuove e maggiori risorse48.

La Fondazione di Partecipazione nasce perciò per “consentire in modo stabile la sinergia tra Pubblico e Privato, una collaborazione equilibrata nella quale ognuno dei due partecipanti avrebbe dovuto portare le proprie funzioni e competenze. Al Pubblico, la funzione di controllo interno e garanzia del perseguimento dell’interesse generale; al Privato, la funzione della capacità manageriale, del gestire l’attività culturale come se fosse un’impresa”49

.

Anche perché, come noto, le istituzioni pubbliche non sono sempre le più adatta ad agire da sole soprattutto negli ambiti culturali, poiché non hanno le risorse, le strutture, il personale e hanno quindi bisogno di alleanze che ne permettano il rafforzamento50.

E’ però opportuno evidenziare che non sempre i partecipanti sono in grado di apportare le proprie competenze e funzioni.

Infatti, una delle criticità riguardanti questi soggetti, come sottolinea Enrico Bellezza, riguarda il fatto che spesso le persone non vengono scelte per le proprie capacità e competenze ma per la tessera di partito. Egli sottolinea inoltre che “se si costituisce una Fondazione di Partecipazione, nella quale i ruoli sono corretti e le persone sono scelte con criteri

47 E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 48

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 49

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 50

(22)

23

effettivamente funzionali, il progetto decolla […] Se si crede di poter utilizzare lo strumento per poter distribuire posti di lavoro clientelari e aggirare le lentezze burocratiche e i controlli tipici del diritto pubblico, il progetto è destinato a fallire, o quantomeno, a non produrre i risultati economici sperati […] Una vera Fondazione di Partecipazione, con partecipanti pubblici e privati, che disponga di risorse provenienti da entrambe le componenti e dalle proprie attività, opera secondo i migliori principi di efficacia, efficienza ed economicità e riesce a conseguire il pareggio o quasi di bilancio”51

.

Vi sono anche altre due criticità legate allo strumento delle fondazioni:

La prima si riferisce “alle (carenti) regole di accountability del settore e alle (assenti) conoscenze scientifico/statistiche del medesimo”52

: non vi sono norme che rendano obbligatorio un controllo dei conti delle fondazioni o che impongano una redazione del bilancio seguendo dei criteri regolamentati. Inoltre è del tutto assente anche una norma che imponga dei criteri trasparenti nella scelta degli amministratori. “Sarebbe interesse di ogni Fondazione dotarsi di regole di trasparenza e accountability e farlo sapere al pubblico, al fine di attrarre più consensi e risorse economiche”53

;

La seconda criticità si riferisce, invece, al trattamento fiscale/tributario del settore no profit54: esso, infatti, è regolato da una legge non obsoleta ma difettosa, che non tiene conto di due punti fondamentali, ovvero la gratuità delle cariche e la finalità del soggetto volta a beneficio della collettività. “La norma italiana trascura quasi completamente le finalità degli enti in oggetto, preferendo continuare nella tradizionale forma di tassazione in base alle attività e non ai soggetti”55

, dettando regole per impedire la distribuzione degli utili senza obbligare la redazione di un vero bilancio ma di un rendimento economico finanziario non chiaramente interpretabile56.

51

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 52

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 53 E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 54

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 55

E. Bellezza, Il Giornale delle Fondazioni (cit. nota 43), p.33. 56

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24

1.5 I soci della Fondazione

I Soci di Terre Medicee sono il Comune di Seravezza - Socio Fondatore che rimane il proprietario di tutto il Complesso Mediceo – e, come Soci Partecipanti, due storiche aziende di marmo versiliesi, Henraux e Campolonghi.

Henraux nasce nel 1821 grazie alla costituzione di una società tra Marco Borrini (originario di Seravezza e proprietario di cave marmifere sul Monte Altissimo) e il francese Jean Baptiste Alexandre Henraux che aveva capito il potenziale qualitativo ed economico dei marmi di Seravezza57.

La società nasce con lo scopo di riaprire le attività legate all’estrazione e alla lavorazione del marmo che avevano subito un lungo periodo di abbandono. L’impresa registrò subito un grande successo ed è importante evidenziare che già intorno al 1830 lavoravano per l’azienda circa 250 scalpellini. Per far capire maggiormente la sua importanza va ricordato, ad esempio, che nel 1845 lo Zar di Russia ordinò alla stessa ingenti quantità di marmo per la costruzione della Cattedrale di Sant’Isacco a Sanpietroburgo58.

Ma nel corso degli anni l’azienda Henraux assume sempre di più un ruolo leader nel settore del lapideo: nel 1962 realizza i pavimenti del sagrato della Basilica di San Pietro in Vaticano; tra il 1945 e il 1962 partecipa alla ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino; nel 1956 iniziò dei rapporti di collaborazione con il famoso scultore Henry Moore, che scelse il travertino dell’azienda per realizzare la grande scultura commissionatagli per la sede dell’Unesco a Parigi. Oltre a Moore, furono moltissimi gli artisti che collaborarono con l’azienda, tra i più celebri abbiamo Jean Hans Harp, Mirò, Vantongerloo, Isamu Noguchi.

Inoltre nel 1963 realizzò un Centro per la Scultura Contemporanea a Querceta; furono così organizzati seminari tenuti da scultori importanti,

57

www.henraux.it 58

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25

italiani e stranieri, a cui parteciparono moltissimi giovani artisti. Ciò portò anche alla nascita di un museo delle opere prodotte durante i seminari59.

Ancora oggi l’azienda Henraux è leader nell’escavazione e lavorazione del marmo, ed è importante sottolineare che “come ogni grande azienda illuminata, l’Henraux sa dare il giusto valore al territorio da cui ha tratto la propria fortuna. Per questo si fa motore, oggi, di innovazione e di sviluppo in una visione strategica, non solo manageriale legata all’azienda, ma anche al territorio. Uno dei punti cardine è la realizzazione del Polo Culturale Henraux, che sarà costituito da un centro per la formazione di operatori di alto livello, architetti e designers; da una scuola di specializzazione per gli artigiani; da un museo che raccoglierà le opere dell’intera Collezione Henraux e quelle che verranno realizzate dagli artisti che saranno ospitati nel nuovo atelier”60

.

Si può affermare che l’azienda in questione sia molto interessata alla cultura, che, come abbiamo visto, è sempre stata un aspetto importante durante tutto il corso di vita dell’impresa stessa.

Ciò è ulteriormente confermato dal fatto che l’azienda ha costituito una Fondazione Culturale che ha come scopo quello di promuovere la cultura del marmo e della scultura; infatti, Henreaux non si pone solo attività imprenditoriale ma vuole essere “un’impresa che faccia anche cultura. Fondamentale è il rapporto con gli architetti, gli scultori, gli studiosi d’arte, in una dimensione moderna che non si esaurisca nella dimensione aziendale, ma che diventi globale. E’ alle tendenze culturali più moderne che Henraux ha intenzione di offrire il proprio campo: nelle sue cave, nei suoi laboratori, nei suoi spazi. L’obiettivo è quello di far rivivere la multi millenaria cultura del marmo”61

.

E, come afferma il Direttore della Fondazione Terre Medicee, all’interno del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Henraux vi è anche l’Amministrazione Comunale di Seravezza: questo per la volontà di

59 www.henraux.it 60 www.henraux.it 61 www.henraux.it

(25)

26

creare una maggiore sinergia tra la Fondazione Terre Medicee e l’azienda Henraux62.

Per quanto riguarda il Socio Partecipante Campolonghi va sottolineato che non è stato possibile reperire molte informazioni come nel caso dell’Henraux.

L’azienda Campolonghi è stata fondata nel 1960 con l’obiettivo di operare soprattutto a Carrara e in Versilia, ovvero i luoghi dove maggiormente si respira la cultura del marmo. Luoghi da sempre frequentati da artisti, architetti, committenti e scultori interessati e attratti dal marmo della zona. Con il passare degli anni l’azienda è cresciuta moltissimo: l’acquisizione di nuove cave, tecnologie produttive avanzate, materiali esclusivi, società e nuovi impianti che hanno permesso all’azienda di diventare un gruppo internazionale importante.

Tra i lavori più significativi di cui l’azienda si è occupata vanno ricordati il First Interstate World Center (Los Angeles); Southern California Gas Center (Los Angeles); West Wscker Drive (Chicago); Grand 50 Tower (Taiwan); United Overseas Bank (Singapore); Jin Mao (Shanghai, China); Dojima Hotel (Osaka); Gasprom Headquarted (Mosca); Venezia Art Museum (Sapporo).

Oltre ai Soci Partecipanti diversi sono poi i sostenitori della Fondazione Terre Medicee: tra gli Sponsor Istituzionali ritroviamo la Regione Toscana, la Provincia di Lucca e l’Apt Versilia; gli altri Sponsor sono invece la Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, la Banca di Credito Cooperativo, la Fondazione Banca del Monte di Lucca e altre realtà imprenditoriali versiliesi (tra cui Varia Costruzioni, Aliboni Granulati, Serramarmi ecc..)63.

62

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 63

(26)

27

1.6 Lo Statuto

Di seguito la presentazione dello Statuto della Fondazione Terre Medicee, con lo scopo di chiarire alcuni aspetti della Fondazione di Partecipazione presa in esame64:

Art.1 Costituzione e denominazione: è costituita una Fondazione denominata “Terre Medicee”. La Fondazione non ha scopo di lucro e non può distribuire utili.

Art.2 Scopi e operatività: La Fondazione ha sede nel Comune di Seravezza, presso il Palazzo Mediceo. La Fondazione svolge la propria attività, oltre che nel Comune dove ha sede, nell’ambito della Regione Toscana.

Art.3 Finalità: la Fondazione:

o promuove, forma e diffonde espressione della cultura e dell’arte, creando le condizioni per la conoscenza, e la diffusione della storia del paesaggio e del territorio;

o opera altresì per il recupero della “memoria” delle sue origini, memoria scritta da grandi protagonisti e da intelligenti artigiani dell’arte e del lavoro;

o programma e sostiene le attività e le iniziative dell’Area Medicea di Seravezza, favorendo la crescita culturale della Comunità, nel recupero della memoria e delle sue origini;

o in particolare progetta, organizza e realizza: spettacoli, concerti, teatro e altro attinente; corsi di formazione professionale, soprattutto legati alla lavorazione artistica del marmo; convegni di studi e produzioni editoriali a stampa e audiovisive, tese alla valorizzazione dell’area del lapideo; la Fondazione ricerca, studia, raccoglie e organizza in forma espositiva e museale materiali e reperti nel campo delle tradizioni popolari.

Art.4 Attività istituzionali: la Fondazione intende conservare, potenziare e valorizzare il complesso storico-culturale e paesaggistico, con manifestazioni di rilievo locale, regionale e nazionale per produrre azioni di promozione e marketing territoriale.

Art.5 Attività strumentali, accessorie e connesse: per il raggiungimento dei suoi scopi la Fondazione potrà, tra l’altro:

o stipulare ogni opportuno atto o contratto, anche per il finanziamento delle operazioni deliberate, fra cui, senza esclusione di altri, l’assunzione di prestiti e mutui; l’acquisto, in proprietà o in diritto di superficie, di immobili; la stipula di convenzioni di qualsiasi genere anche trascrivibili nei pubblici registri, con enti pubblici o privati, che siano considerate opportune e utili per il raggiungimento dei propri scopi istituzionali;

64

(27)

28 o amministrare e gestire i beni di cui sia proprietaria, locatrice, comodataria o comunque posseduti;

o partecipare ad associazioni, fondazioni, enti ed istituzioni, pubbliche e private, la cui attività sia rivolta al perseguimento di scopi analoghi a quelli della fondazione medesima;

o stipulare convenzioni per l’affidamento a terzi di parte di attività;

o svolgere ogni altra attività idonea ovvero di supporto al perseguimento delle attività istituzionali.

Art.6 Patrimonio: il patrimonio della Fondazione è composto da:

o dal Fondo di dotazione costituito dai conferimenti in denaro o beni mobili e immobili o altre utilità impiegabili per il perseguimento degli scopi;

o dai beni mobili o immobili che pervengano a qualsiasi titolo, compresi quelli dalla stessa acquistati;

o dalle elargizioni fatte da Enti o privati con espressa destinazione a incremento del patrimonio;

o dalla parte di vendite non utilizzate che, con delibera del Consiglio di Amministrazione, possono essere destinate a incrementare il patrimonio;

o da contributi attribuiti al patrimonio dall’Unione Europea, dallo Stato, da enti territoriali o pubblici.

Art.7 Fondo di gestione: il fondo di gestione è costituito:

o dalle vendite e dai proventi derivanti dal patrimonio e dalle attività della Fondazione;

o da eventuali donazioni o disposizioni testamentarie;

o da eventuali contributi attribuiti da Stato, Enti territoriali e Enti Pubblici; o dai contributi in qualsiasi forma concessi dai fondatori o dai partecipanti; o dai ricavi delle attività istituzionali, accessorie, strumentali e connesse.

Le vendite e le risorse della Fondazione saranno impiegate per il suo funzionamento e per la realizzazione dei propri scopi istituzionali.

Art.8 Piani, programmi e esercizio finanziario: la Fondazione esercita la propria attività sulla base di una pianificazione pluriennale, articolata su programmi annuali. L’esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre. Entro il mese di dicembre la Fondazione approva il programma annuale e il relativo bilancio preventivo, adeguando il programma pluriennale con relativi preventivi, entro il 30 aprile la Fondazione approva il bilancio consuntivo e la relazione morale sull’attività svolta nell’anno precedente.

Art.9 Membri della Fondazione: i membri della Fondazione si dividono in Socio Fondatore, Soci Istituzionali, Soci Partecipanti. Socio Fondatore è il Comune di Seravezza. Soci Istituzionali sono la Provincia di Lucca, ed altri enti: Amministrazioni pubbliche, istituzioni culturali, fondazioni, Università, persone giuridiche pubbliche o private, senza fine di lucro che, impegnandosi a rispettare le norme del presente statuto

(28)

29 contribuiscono su base pluriennale al fondo di dotazione e al fondo di gestione. Possono ottenere la qualifica di Soci Partecipanti le persone fisiche o giuridiche, pubbliche e private, singole o associate e gli entri che, condividendo le finalità della Fondazione, contribuiscono alla vita medesima e alla realizzazione dei suoi scopi in denaro, annuali o pluriennali, con le modalità stabilite dal Consiglio di Amministrazione. La qualifica di Socio Partecipante dura per tutto il periodo per il quale il contributo viene regolarmente versato, ovvero la prestazione regolarmente eseguita. Allo scadere di tale periodo i membri degli organi della Fondazione, nominati in ragione della qualifica di Soci Partecipanti decadono.

Art.10 Organi della Fondazione: sono organi della Fondazione: o Il Presidente;

o Il Consiglio di Amministrazione; o Il Direttore Generale;

o Il Revisore dei Conti.

Art.11 Presidente: il Presidente della Fondazione è il Sindaco di Seravezza, che svolge le seguenti funzioni:

o presiede il Consiglio di Amministrazione, ha legale rappresentanza di fronte ai terzi, agisce e resiste avanti a qualsiasi autorità amministrativa o giurisdizionale. Può delegare singoli compiti al Vicepresidente;

o cura le relazioni con Enti, Istituzioni, imprese pubbliche e private e altri organismi, anche al fine di instaurare rapporti di collaborazione e sostegno delle iniziative della Fondazione.

o in caso di assenza o impedimento è sostituito dal Vicepresidente. Il Presidente può adottare ogni provvedimento opportuno in caso d’urgenza, con l’obbligo di portarlo a ratifica al Consiglio nella riunione immediatamente successiva al provvedimento stesso.

Art.12 Consiglio di Amministrazione: il Consiglio di Amministrazione è composto da un numero di membri variabile da 5 a 9. La sua composizione è la seguente:

o da 3 a 5 membri nominati dal Fondatore;

o da 1 a 2 membri nominati dal Socio Istituzionale; o da 1 a 2 membri nominato dai partecipanti.

Ogni qualvolta venga meno un componente del Consiglio di Amministrazione, si fa luogo alla sostituzione. I nuovi membri decadranno dalla carica insieme agli altri al termine del quinquennio. Il Consiglio di Amministrazione svolge tute le funzioni necessarie per l’amministrazione ordinaria e straordinaria della Fondazione.

In particolare:

o redige i piani pluriennali e programma anno per anno le diverse attività; o approva sia il bilancio consuntivo che quello preventivo per l’anno successivo; o delibera l’accettazione di contributi, donazioni e lasciti, nonché gli acquisti e le alienazioni dei beni mobili ed immobili;

(29)

30 o provvede all’assunzione e al licenziamento del personale, definisce gli incarichi di consulenza e di collaborazione e ne determina il trattamento giuridico ed economico;

o provvede all’istituzione ed all’ordinamento degli uffici della Fondazione; o approva eventuali regolamenti interni;

o delibera, con la presenza di tutti i suoi componenti e con voto favorevole di almeno due terzi dei suoi componenti, le modifiche dello Statuto;

o delibera, con la maggioranza dei due terzi, lo scioglimento della Fondazione qualora ritenga esauriti o irraggiungibili gli scopi statutari;

o esercita ogni potere e assume ogni decisione che non siano espressamente demandate ad altri organi previsti dal presente Statuto;

o nella prima riunione elegge il Vicepresidente;

o nomina il Direttore Generale su indicazione del presidente; o nomina il Revisore dei Conti .

Il Consiglio di Amministrazione si riunisce almeno una volta al trimestre ed è convocato mediante avviso, fax o posta elettronica, con l’indicazione dell’ordine del giorno, almeno tre giorni prima della riunione. In caso di urgenza, la convocazione può essere effettuata con un anticipo di 24 ore, anche telefonicamente. Per la validità delle sedute occorre la presenza della maggioranza dei suoi componenti. Il Consiglio delibera la maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente. Resta in carica per cinque anni, e comunque cessa il suo mandato con la scadenza di quello del Sindaco.

Art. 13 Direttore Generale: il Direttore Generale della Fondazione è nominato dal Consiglio di Amministrazione, su indicazione del Presidente della Fondazione, e ne stabilisce l’indennità. Rimane in carica cinque anni e cessa dalla sua carica contestualmente a quella dell’Organo che lo ha nominato. Può essere revocato dal Consiglio di Amministrazione a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati e/o per il venir meno del rapporto fiduciario che lo lega al soggetto che lo ha nominato.

Il Direttore:

o collabora funzionalmente con il Consiglio di Amministrazione; o dirige e coordina il personale;

o dirige e coordina, secondo gli indirizzi e i programmi adottati dal Consiglio di Amministrazione, le attività operative della Fondazione e assume la responsabilità della gestione amministrativa e finanziaria;

o predispone i documenti economici, finanziari e gestionali da sottoporre all’esame del Consiglio di Amministrazione;

o partecipa senza diritto di voto alle sedute del Consiglio di Amministrazione. Art.14 Revisore dei Conti: il Revisore dei Conti è nominato dal Consiglio di Amministrazione ed è scelto tra le persone iscritte nel registro dei revisori contabili. E’ organo di consulenza tecnico-contabile della Fondazione, accerta la regolare tenuta delle scritture con apposite relazioni, ed effettua verifiche di cassa. Resta in carica cinque anni,

(30)

31 decade contestualmente all’organo che lo ha nominato e può essere riconfermato. Può partecipare senza diritto di voto alle riunione del Consiglio di Amministrazione.

Art.15 Norma di rinvio: per quanto non espressamente previsto nell’atto costitutivo e nel presente statuto si fa riferimento alle disposizioni contenute nel Codice Civile e alle disposizioni di legge in materia.

Per quanto riguarda lo Statuto è importante sottolineare due aspetti emersi durante un’intervista con il Direttore65

:

Nonostante nell’Articolo 8 si parli dell’implementazione di una pianificazione pluriennale va sottolineato che quest’ultima non è presente a causa dell’assenza di esperti all’interno della Fondazione.

Inoltre, anche se nell’Articolo 4 dello Statuto si manifesta la volontà di valorizzare, potenziare e conservare il complesso storico-culturale e paesaggistico con varie manifestazioni per produrre azioni di marketing territoriale e di promozione, la Fondazione non è ancora stata in grado di porre in essere azioni di promozione e di marketing territoriale di rilievo.

Anche questa lacuna può essere ricondotta alla mancanza di risorse umane competenti in tali ambiti66.

1.7 L’organigramma

Dopo aver esaminato lo Statuto di Terre Medicee è anche importante riportare l’organigramma della Fondazione. Esso è composto dalle seguenti figure67:

Direttore Generale68: il Direttore di Terre Medicee, come evidenziato dallo Statuto, svolge le seguenti funzioni:

o collabora funzionalmente con il Consiglio di Amministrazione; o dirige e coordina il personale;

65 Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 66

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 67

www.terremedicee.it 68

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o dirige e coordina, secondo gli indirizzi e i programmi adottati dal Consiglio di Amministrazione, le attività operative della Fondazione e assume la responsabilità della gestione amministrativa e finanziaria;

o predispone i documenti economici, finanziari e gestionali da sottoporre all’esame del Consiglio di Amministrazione;

o partecipa senza diritto di voto alle sedute del Consiglio di Amministrazione.

Presidente69: il Presidente della Fondazione è, come già sottolineato, il Sindaco di Seravezza. Egli, come riportato nello Statuto, svolge le seguenti funzioni:

o presiede il Consiglio di Amministrazione, ha legale rappresentanza di fronte ai terzi, agisce e resiste avanti a qualsiasi autorità amministrativa o giurisdizionale. Può delegare singoli compiti al Vicepresidente;

o cura le relazioni con Enti, Istituzioni, imprese pubbliche e private e altri organismi, anche al fine di instaurare rapporti di collaborazione e sostegno delle iniziative della Fondazione;

o in caso di assenza o impedimento è sostituito dal Vicepresidente. Il Presidente può adottare ogni provvedimento opportuno in caso d’urgenza, con l’obbligo di portarlo a ratifica al Consiglio nella riunione immediatamente successiva al provvedimento stesso.

Vice Presidente: il Vice Presidente di Terre Medicee insieme al Presidente della Fondazione e ad altri tre membri, ovvero un rappresentante del Socio Partecipante Henraux, un rappresentante della Provincia di Lucca (Sponsor Istituzionale della Fondazione) e un rappresentante del Socio Partecipante Campolonghi, fa parte del Consiglio di Amministrazione70.

Segreteria Generale: la Segreteria Generale si occupa di tutti gli aspetti operativi legati ai vari eventi che vengono organizzati da Terre Medicee71.

Amministrazione Finanziaria: vi è un ragioniere si occupa di tutti gli aspetti finanziari della Fondazione72.

69

www.terremedicee.it 70

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 71

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Logistica: si occupa, invece, della logistica un architetto che verifica costantemente lo stato di salute degli immobili; il quale è affiancato da un esperto che, in caso vi sia bisogno di intervenire, contatta le aziende competenti73.

Per concludere è anche importante specificare che l’architetto che si occupa della logistica, i due membri che costituiscono la Segreteria Generale e colui che si occupa dell’Amministrazione Finanziaria, sono stati assunti dalla Fondazione con un contratto a tempo indeterminato, mentre, l’esperto che affianca l’architetto nelle verifica dello stato di salute degli immobili con contratto a termine74.

1.8 Le funzioni e la “mission” di Terre Medicee

Terre Medicee ha dunque iniziato la propria attività il primo Gennaio del 2010 e il suo compito principale è quello di portare avanti le funzioni svolte sino a quel momento dall’Assessorato alla Cultura della cittadina75

. La prima funzione della Fondazione è quella della tutela e della valorizzazione di un importante patrimonio storico e monumentale, ovvero il Palazzo Mediceo e i suoi annessi (il giardino, le scuderie e la cappella). Al fine dunque di valorizzare queste importanti eredità del passato, viene da subito organizzata tutta una serie di attività di tipo culturale e di promozione del territorio76. La Fondazione infatti organizza spettacoli di vario genere (manifestazioni, concerti, spettacoli teatrali e musicali ecc.), corsi di formazione legati soprattutto alla lavorazione del marmo, convegni e produzioni editoriali per la valorizzazione dell’area77

.

La seconda funzione di Terre Medicee, invece, riguarda più direttamente il territorio su cui la stessa insiste: La Fondazione, utilizzando

72

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 73

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 74 Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 75

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 76

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 77

(33)

34

come leva principale la cultura, vuole provvedere allo sviluppo socio-economico di Seravezza78. Infatti, come è stato sottolineato dall’Amministrazione Comunale, Terre Medicee dovrà essere “in grado di diventare volano di rilancio, non solo culturale e civile, ma anche economico del territorio aiutando a decollare il turismo e a rafforzare il settore lapideo”79

. Ciò viene esplicitato ancora dall’Amministrazione Comunale quando presenta le aspettative sull’economia del Comune a fronte dell’attività di Terre Medicee:

“Oltre all’aspetto culturale, ricreativo e formativo delle iniziative che si svolgono al Mediceo le aspettative del Comune sono rivolte agli effetti positivi e alle ricadute che dette iniziative possono avere sull’economia del territorio. Queste aspettative sono contenute nella volontà di ricercare un nuovo soggetto gestionale in grado di programmare e fare cultura utilizzando gli immobili restaurati. La cultura è per noi un vettore di promozione e di marketing territoriale. Nelle scelte amministrative la politica economica ha un ruolo molto importante ed è nostra volontà migliorare, rafforzare e rilanciare il comparto commerciale e turistico in una prospettiva di definire una vocazione che si deve integrare con le attività tradizionali legate all’escavazione, alla lavorazione e alla trasformazione del marmo e della pietra. Anche nel settore del marmo le attività culturali dovranno avere un valore per la promozione, aggiungendo un valore in più alla perizia e alla cultura dei nostri operatori recuperando il sistema della lavorazione non solo artistica in un’ottica internazionale. Resta chiaro che con le attività culturali il Comune non vuole svolgere il ruolo di terra “colonizzata” e di “servizio” agli altri territori (riferimento al settore turistico della costa), ma vuole acquisire una propria fisionomia, una propria vocazione, diversa rispetto a quella della costa, che sappia integrarsi agli altri territori e rispondere alle nostre attese amministrative. Ci aspettiamo da un lato un rafforzamento e un ampliamento delle opportunità per i nostri cittadini, servizi culturali di base, biblioteca, politica di promozione alla lettura, cinema, musica, cioè un prolungare le opportunità di formazione (educazione permanente); dall’altro considerare la cultura come opportunità di attrazione per nuovi pubblici, con la possibilità di favorire le nostre attività economiche creando nuove occasioni di lavoro. La cultura è dunque individuata come “motore” per il settore produttivo, una sfida da giocare, assieme ai nostri cittadini e agli operatori, per il futuro. Seravezza, come territorio ponte tra la costa e la montagna, è in grado di rammagliare, in verticale, il progetto mai compiuto di una politica “mare-monte”. In questa ottica l’Area Medicea diventa un’oasi culturale di un percorso e di

78

Cfr. Intervista a Franco Carli, Direttore Fondazione Terre Medicee, 20 Marzo 2012. 79

Figura

Fig. 1 – Seravezza e la Versilia
Fig. 3 – Vista del Palazzo Mediceo di Seravezza

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