L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XX - Voi. XXIV
Domenica 17 Dicembre 1893
N. 1024
Il nuovo Ministero
Siam o troppo abituati a diffidare anche dei nostri più cari am ici quando sono al potere, p er fare pro- nostici sugli intendim enti che i nuovi m inistri pos sono av ere, desum endoli dal loro passato. Perciò m entre ci rallegriam o di vedere l’on. Sonnino ch ia m ato a reggere la finanza dello Stato, attendiam o il suo program m a e le sue proposte per giudicare.
Certo, mai un uom o politico si è in Italia addos sato u n com pito così difficile, come quello che va a g ravare oggi sulle spalle dell’ on. Sonnino, al quale però tutti riconoscono dottrina, intelligenza ed energia tali da affidare che abbia assunto qu ell’u f ficio con franco proposito di non seguire i suoi p re decessori, che da tanti anni prom ettevano senza m antenere.
Non vi è ram o della pubblica azienda che non dom andi pronto riparo, tanto è il disordine che, o per m ancanza di un chiaro concetto della situazione o per m ancanza di energia nei provvedim enti, si è infiltrato dovunque.
Dalla giustizia, alla finanza, all’esercito, tutto sem bra scosso, infiacchito, tarlato. 0 m anchino i mezzi, 0 difettino i principi direttivi, o l’ azione m o d e ra trice si sia svolta pessim am ente, egli e certo che il pubblico non ha fiducia nei suoi giudici, non ha fede noi docum enti finanziari, sente con dolore di scusso l’ ordinam ento m ilitare, che pure costa al paese così alti sacrifizi.
Il nuovo M inistero ha quindi una m esse di lavoro così vasto e variato che può cogliere allori dovun que, quando riesca a m ettere un paco d’ordine nelle diverse parti delle funzioni dello S tato. E non vi ha dubbio nem m eno che il paese è così profonda m ente conscio e ram m aricato del disordine esistente, avverte tanto le difficoltà in mezzo alle quali do vranno dibattersi gli uom ini che hanno assunto il potere, che è disposto alla m aggiore indulgenza nel giudicare i loro atti, quando possa persuadersi che sono ispirati da sani criteri, da retta intelligenza della situazione, da sufficiente energia nell’applicare 1 rim edi.
Il prim o atto del M inistero deve essere quello di ridonare ai cittadini la fiducia, oggi scossa pur troppo, nella im parzialità, nella indipendenza, e, diciam olo pure, nella m oralità della giustizia. Non è possibile che il rim anente della am m inistrazione proceda in m odo regolare, non è possibile che gli affari r i prendano, che la economia si svolga, se rim anga il convincim ento che, o p er la politica, o per la cog
nizione m ateriale, o per le esigenze del fisco la legge è sem pre rivolta a danno dei cittadini, i quali non hanno modo di far valere le loro ragioni.
Ma subito dopo questo suprem o bene che bisogna rid are al paese, la questione finanziaria ed econo mica p rep o n d e ra ,,ed è sv enturatam ente legata in modo quasi indissolubile colla questione m ilitare e con quella dei lavori pubblici, specialm ente delle strade ferrate.
L’ Economista ha avuto più volte occasione di trattare questi argom enti — di esprim ere in propo sito il proprio p arere ; i nostri lettori quindi non hanno bisogno che ripetiam o quello che tante volte abbiam o detto ed illustrato com e m eglio da noi si poteva.
Ma se noi crediam o necessario che le spese per la difesa nazionale siano ristrette nei lim iti della potenzialità econom ica e finanziaria del paese, se noi crediam o che occorra rio rd in are il regim e ferro viario che per le esigenze del bilancio venne, nella parte che spettava allo S tato, lasciato in abbandono; se noi crediam o che si possa rico n d u rre al pa reggio il bilancio e rio rd in are il sistem a tributario, i mezzi per raggiungere questi fini, che certo sono anche nell’animo dei nuovi m inistri, possono essere diversi ed è necessario attendere quale via inten dano seguire 1’ on. Sonnino ed i suoi colleglli per ottenere lo scopo.
Sopra u n solo punto ci m anteniam o tenaci, quello di non concedere nuove im poste. N oi opiniam o che anche gli Stati debbono spendere quello che hanno, e respingiam o la teoria di coloro che afferm ano dovere gli Stati spendere quanto ritengono n e e e s- sario. A ccettando sim ile principio, 1’ esercito, la m a rina, i lavori pubblici, 1’ am m inistrazione troveranno infinita la som m a necessaria p er ren d e re eccellenti i servizi chiam ali a prestare.
O rm ai la esperienza ha dim ostrato che i governi non sanno lim itare le spese, specialm ente quando sieno possibili o sperabili le m aggiori entrate. E non ripeterem o mai abbastanza che negli ultim i otto esercizi il contribuente italiano ha pagato undici miliardi e mezzo contro otto m iliardi poco più, che aveva pagati negli otto anni precedenti al 1 8 8 4 -8 5 .
Sono adunque quasi tre m iliardi e mezzo di m ag giori entrate che negli ultim i otto anni, senza con tare i debili creati, i governi ebbero a loro dispo sizione ; m algrado ciò accum ularono cinquecento mi lioni di disavanzo.
spendereccia delle am m inistrazioni, spetta ai co n tri buenti dar opera a c o m p ie re le spese, essi debbono a q u s'u n q u e costo im pedire lo sperpero, e ne hanno il me m , quello di non concedere nuove imposto.
C om prendiam o tutta la difficoltà di ottenere il pareggio m ediante le economie ; ma nello stesso m oda che il P arlam ento in questi ultim i otto anni seppe c o n d u rre la cifra delle spese effettivo da 1333 m ilioni a 1 5 6 8 milioni m entre tuttavia le entrate salivano da 133 4 a 1531 m ilioni, oggi si presti ai sacrifizi necessari per ricondurre la cifra delle spese, ad essere pari a quella delle entrate.
Una via diversa, quella di accrescere le im poste, non solo, crediam o, sarebbe fatale al M inistero, ma non raggiungerebbe lo scopo, inquantochè il paese econom icam ente esaurito, non potrebbe sopportare nuovi pesi senza che lo stesso bilancio in qualche modo se ne risentisse.
In un solo caso noi am m etterem m o un aum ento di im poste e tasse, ed è quando lo si coordinasse ad una .effettiva e radicale trasform azione del sistem a
tributario. *
Se F on. Sonnino rivolgerà tutta la sua opera a questo scopo crediam o possibile che egli possa rag giungerò ad un tem po i due f in i. sollevare il con tribuente ed equilibrare il bilancio. Fini che, dato lo stato attuale del nostro sistem a tributario, sono tu tt’ altro che in contradizione tra loro.
Ma non è il caso che suggeriam o noi la via da tenersi ; attendiam o che indichi il Ministero quella che intende seguire e noi sarem o ben lieti se po trem o spendere la nostra parola per difendere prov vedim enti e proposte che appariscano coordinate ad u n fine .chiaro e largo quanto la situazione richiede.
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Che in u n ’epoca, nella quale la libertà di stam pa e il suffragio universale o poco meno danno modo di esercitare la più attiva propaganda nel cam po delle idee e di eleggersi a rappresentanti gli uom ini che m eglio aggrada, vi sia nondim eno una setta la quali' con l’assassinio e la distruzione fa la propa ganda dei propri principi, parrà allo storico futuro un fenom eno degno di studio particolare. Ma non sarà questo il solo fatto che potrà riem pirlo di m e raviglia. E g li resterà certo assai perplesso dinanzi alle m anifestazioni incoerenti e alle sorprese inconscienti della società di questa fine di secolo, manifestazioni e sorprese che si rivelano ogni qualvolta la così detta « propaganda coi fatti », che è il fondamento del p ro gram m a pratico dell’anarchism o, viene con opera sel vaggia attuata. Se è strano infatti che l’anarchism o rivoluzionario fiorisca proprio nell’èra della libertà po litica, quando per la m ancanza di com pressione sulle idee' le forine delle lotte sociali dovrebbero m itigarsi di asprezza, non è meno strano che della setta che ha per. sistem a la propaganda coi fatti la società si dia pensiero unicam ente dopo che qualcuno di quei fatti delittuosi che devono servire por la propaganda è stato com piuto. E p p u re avviene proprio così: da un lato l’anarchism o, specie in alcuni paesi, e tra essi in F ra n cia particolarm ente, si esten d e ; e dall’ altro la società se ne preoccupa seriam ente soltanto quando
qualche gesta degli anarcbisti getta lo sgom ento, senza curarsi poi di tentare di sradicare il m ale, di com bat tere le aberrazioni di coloro che vedono la salvezza della società e i rim edi al m alessere econom ico nella distruzione di tutto e di tutti.
È necessario distinguere a proposito dell’an a rch i smo coloro che invaghitisi dell’ idea dell’ aboli zione dello Stato, del Governo, dell’A utorità sognano un assetto sociale nel quale gli uom ini si colleghe ranno spontaneam ente in com unità e cercheranno insiem e la com une felicità, da coloro che per sem plice spirito selvaggio si danno alla propaganda coi fatti. 1 prim i sono ideologi, e diciam o pure ideologi pericolosi, perchè esercitano sulle m enti inferm e un fascino intellettuale che li trascina ad aberrazioni non solo nel cam po delle idee, ma anche in quello della vita pratica. Sotto questo aspetto si possono assim ilare coi socialisti, i quali chieggono bensì r i form e — e in ciò non hanno torto — ma le vo gliono ispirate al concetto antico di ren d ere l’ indi viduo m ancipio dello Stato, di dare a quest’ ultim o funzioni, poteri e mezzi tali da renderlo il m otore unico e suprem o dell’ attività ecoonm ica, il tiranno della nuova società.
E con ciò stesso recano danno alla società sto r nandola dalle vere riform e che sarebbero necessarie e sm inuendo la efficacia della personalità um ana, col far credere all’ uom o che la meta cui deve aspi ra re non è già lo sviluppo della individualità ma la sua subordinazione alla collettività. T uttavia, q u e sti ideologi socialisti e anarchisli p er quanto peri colosi sono ancora lungi dal com prom ettere la esi stenza della società ; la m inacciano, senza dubbio, ma da un lato essa presenta, naturalm ente, una grande resistenza in ragione delle tradizioni, delle ab itu dini, degli interessi esistenti, e dall’ altro fi influsso delle idee eterodosse può essere com battuto con la critica e la propaganda delle idee opposte a quelle. Gli altri, i fautori della propaganda dei fatti, i d istru t tori che gettano via la penna e rinunciano alla pa rola p er servirsi delle sapienti com binazioni chim iche di m aterie esplosive raggiungono il colmo delle aber razioni, si sciolgono dai vincoli m orali che li facevano appartenere al consorzio civile e rievocando il p as sato di parecchi secoli addietro ritornano sul cam m ino percorso dalla società e rientrano fra le orde selvagge ove è regim e la forza brutale, l ’assassinio, la distruzione.
Di questi ultim i la società ha diritto e dovere di chiedere giustizia : diritto per ragione di legittim a di fesa, dovere affinchè l’opera distruggitrice di quei settari non giunga a scuotere le basi stesse del con sorzio civile e non im pedisca il trionfo della ginstizia e il progresso.
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17 dicembre 1893 L’ E C O N O M I S T A
più oculata è severa dell'anarchism o rivoluzionario ; anzi, comi! Ini già m ostrato di intendere separandosi più ò m eno aspram ente dall’anarchism o, potrà tra rre qualche beneficio dal carattere pacifico, evoluzionista, legale, che dovrà accentuare, per non essere confuso con quello che al postutto potrebbe anche dirsi, dal punto di vista filosofico, il suo riv ale, vale a dire, l’ anarchism o. La G erm ania, studiata nei progressi rapidi e continui che vi ha fatto il socialism o, of frirebbe la prova di quanto afferm iam o, perchè non vi ha dubbio che uno dei coefficienti del progresso del socialismo in G erm ania si debba trovare nel carattere anti-rivoluzionario che esso vi assum e.
Ma la repressione, anche intesa largam ente e ap plicata razionalm ente, non sarà certo quella che po trà distruggere I’ anarchism o ; se arresterà, coni’ è da augurarselo, se non altro per ragioni di um anità, la « propaganda con i fatti » non potrà certo svellere dal mondo la idea anarchica, antica del resto quanto il m ondo ¡stesso. Ciò non vuol dire che altri mezzi non vi siano coi quali com battere le influenze de leterie dell’anarchism o. Q uesto, com ’è noto, considera 10 Stato stesso uno dei mali che devono essere a qualunque costo aboliti. La sua visione riguardo al futuro com prende un certo num ero di piccole co m unità di villaggi, ciascuna organizzata secondo il sistem a com unista e legate tra loro dal vincolo fede rale, ma senza autorità centrale o potere sindacatore. E n tro ciascun villaggio il sentim ento della m utua fratellanza e dell’ interesse com une deve guidare i loro sforzi associati, anziché qualsiasi autorità coercitiva esercitata da parte della m aggioranza. È anzi da questa avversione al principio di autorità, al governo e non già dall’ am ore per il caos, per 11 disordine in sè stesso, che deriva il nom e di anarchisti.
Sono sogni fantastici, che derivano da un oblio com pleto della psicologia um ana o dal desiderio di una sfrenata, selvaggia opera, che pare una rev iv i scenza delle tendenze prim itive o esostoriche del l’uomo. E inveio l’anarchism o, con le com unità di villaggio, ci ricondurrebbe ai prim i periodi della vita della um anità, dato, s’ intende, il che non è possibile am m ettere, che l’anarchism o vero e proprio sia esistito, e possa trovare riscontro nel sistem a econom ico e sociale di qualche epoca a noi nota. L ’anarchism o fu un sogno più o m eno com une in altre età, ben differenti dalla nostra, ma non fu realtà m ai, perchè non mancò mai l’autorità che esso vuol distruggere. Nel comuniSmo anarchico, come in q u a lunque altra fórm a di comuniSmo e, naturalm ente, di collettivism o, l’autorità è' una condizione indi spensabile perchè il sistem a possa sorgere e fun zio n are; l’anarchism o puro, perciò, si riduce ad una sem plice negazione e al grido, della distruzione di ciò che esiste, nella speranza assurda che dopo la distruzióne gli uom ini siano diversi da quel che sono ora. È un acciecam ento m entale, che non può spie garsi se" non col fenomeno della allucinazione, pel quale gli anarchisti im m ersi nella visione di un fu turo im m aginario, forse per com pensarsi dei dolori presenti, hanno perduto il senso del possibile c anche del probabile.
Ma perchè dovrem m o ta cerlo ? A ren d ere possi bile quella allucinazione, concorrono appunto i mali presenti ai quali i G overni, il più spesso sulla via dell’erro re , non sonno ap prestare che rim edi falsi e illusori, per non avere il coraggio di troncare si
stem i politici incom patibili 6*>n le aspirazioni delle m oltitudini o con i bisogni dei più. L’ anarchism o trova una parte del suo alim ento anche nella rib el lione individuale a sistem i politici del passato, che continuano a essere in onore presso società che o r mai avrebbero dovuto rip u d iarli. Certo gl’ infortuni della vita, il veleno delle teorie com uniste e collet tiviste possono d eterm inare quel prodotto patologico che è l’anarchista, ma non sono tutti disgraziati o ignoranti i non fitti eppur pericolosi anarchisti. U o mini cui non si può negare il sapere, o alm eno u na qualche coltura, si fanno divulgatori delle dottrine anarchiste e se si gettasse la sonda nella loro m ente si troverebbe che ciò è avvenuto in loro p e r re a zione verso le colpe, gli erro ri, le ingiustizie, piccole o grandi, dell’autorità, dei governi, dei parlam enti. P arliam o, ben s’intende, dell’ anarchism o d o ttrinale, non di quello che si appiglia al m etodo della « p ro paganda coi fatti » ; quest’ ultim o non si accorge, conviene supporlo, che non già lotta per una idea, ma trasfigura questa in un delitto, m entre l’ altro, che non è senza responsabilità, per lo m eno m o rale, nelle gesta dei fautori della « propaganda coi fatti » im m aginando un m ondo che l’uom o non può for m are e che sarebbe, al postutto peggiore d* ogni altro, porta all’ assurdo una avversione non sem pre ingiustificata.
L ’ idea anarchica non va confusa con « la pro paganda coi fatti » ; q u ista esige la repressione per la salvezza della società e perchè le sia possibile di riform arsi ordinatam ente ; l’altra v a com battuta con la scienza, con la storia, con la psicologia um ana, con una politica saggia, perchè equa, leale e liberale. D iranno che siamo ideologi anche noi ; ma alm eno ci si am m etterà che non chiediam o l’im possibile e che alla distruzione sostituiam o la riform a ispirata dàlia libertà, quale dom andavano più di un secolo fa gl’ideologi francesi. E che essi avessero ragione lo prova la storia.
LE CARTELLE DEL CREDITO FONDIARIO
emesse dai corpi morali Com e è noto in Italia abbiam o oggi m olte specie di cartelle fondiarie :
Ce ne sono di Istituti che cessano dall’esercizio del Credito fondiario, com e la B anca N azionale, e di Corpi m orali che si trovano nello stesso caso, com e il Banco di Napoli e quello di S icilia, per effetto della legge 11 agosto 1 8 9 5 ; — ce ne sono di Istituti per azioni che continuano nelle loro ope razioni, com e quelle dell’ Istituto Italiano di Credito fondiario creato dalle- leggi 1 8 9 0 -9 1 ; — ce ne sono di Corpi Morali che continuano le loro operazioni per effetto delle leggi stesse 1 8 9 0 -9 1 , come la Cassa di R isparm io di M ilano, il Banco di Santo Spirito di Rom a, le O pere Pie di San Paolo di T orino, il Monte dei Paschi di Siena, la Cassa di R isparm io di Bologna ; — ce ne sono infine di Corpi M orali che si trovano in situazione irregolare, com e quelle della Cassa di R isparm io di C agliari.
ed im pedire difficoltà avvenire. Noi crediam o che mal si operi a provvedere, specie nelle delicate que stioni del credito, quando si è stretti dalla urgenza dei fatti che non am m ettono ritardo e m olte volte rendono necessari degli espedienti dannosi piuttosto che dei ragionevoli provvedim enti. E d è opera sag gia rich iam are nei m om enti calmi l’attenzione del legislatore sopra le difficoltà che il tem po va p re parando, affinchè i provvedim enti possano esser presi con tutta la necessaria ponderazione.
E le questioni principali che si presentano sono le seguenti :
4 .° Gli Istituti ed i Corpi Morali che hanno esercitato il credito fondiario em ettendo cartelle, sono responsabili verso i portatori delle cartelle stesse con tutte le loro attività, o soltanto con quelle atti vità che hanno originariam ente assegnato all’ eser cizio del credito fondiario ?
2 .° Gli Istituti ed i Corpi Morali che cessano ora dall’esercizio del crédito fondiario, ma che con tinuano nella liquidazione delle operazioni sin qui fatte, sono responsabili con tutte le loro attività delle cartelle em esse qualunque sia l’esito finale dei m utui in rappresentanza dei quali stanno le cartelle ? Le due questioni vanno subito distinte in quanto riguardano la Banca Nazionale nel Regno ed i Corpi Morali esercenti il credito fondiario. P er la Banca N azionale nel Regno pare che non vi sia dubbio al cuno che essa è responsabile verso i portatori delle cartelle con tutto il proprio patrim onio. Secondo il diritto patrio, se non erriam o, non vi è altro mezzo p er d istinguere la responsabilità lim itata da quella illim itata se non la costituzione di una Società ano nim a. S e la Banca Nazionale coi 35 milioni che ha assegnati al credito fondiario avesse istituito una so cietà anonim a, della quale anche possedesse tutte le azioni, non sarebbe evidentem ente responsabile se non dei 35 m ilioni collocati nelle azioni stesse. Ma la costituzione di un servizio speciale della Banca, denom inato C redito fondiario della Banca Nazionale nel R egno, non esim e la Banca stessa, m algrado la assegnazione dei 35 m ilioni, dal rispondere con tutto il proprio delle cartelle em esse pel servizio del credito fondiario, e crediam o infatti che se a n che da principio qualche dubbio è sorto intorno a questa responsabilità illim itata, ora sia com pieta- m ente svanito. I portatori delle cartelle, nella non am m issibile ipotesi che le garanzie ipotecarie non ba stassero al servizio di am m ortam ento, potranno sem p re rivalersi sul capitale della Banca Nazionale.
D iversa affatto si presenta la cosa per quanto ri guarda i Corpi Morali autorizzati dal e leggi 4866, 4873, 4885 e 489 0 ad esercitare il credito fondia rio. A questi Corpi M orali dalla legge 4866, che approvava la convenzione 4865, era stato richiesto che assegnassero un capitale o fondo di garanzia p e r le operazioni di credito fondiario. E questo ca pitale era stato fissato in diverse m isure, tanto che si avevano le seguenti cifre:
Banco di N a p o li... L . 8 ,0 0 0 ,0 0 0 B anco di S ic ilia ... » 4 ,0 0 0 ,0 0 0 M onte dei P aschi - Siena . . . » 4 ,0 0 0 ,0 0 0 O pera Pia di S. Paolo - T o rin o . » 4,50 0 ,0 0 0 Banco di S. Spirito - Rom a . . » 4,50 0 ,0 0 0 Cassa di risparm io di Milano. . » 5 ,0 0 0 ,0 0 0
» » di Bologna . » 4 ,0 0 0 ,0 0 0
» » di Cagliari . » 750 ,0 0 0
L ’articolo 48 del Regolam ento per la esecuzione della legge 44 giugno 4866 sul Credilo fondiario stabiliva che il fondo di garanzia p er le operazioni di credito fondiario rispettivam ente stabilito per ciascun Istituto . . . sarà vincolato in rendita iscritta sul gran libro del debito pubblico. Ma col successivo decreto 3 0 giugno 4867 « ritenuto che la massa delle iscrizioni ipotecarie accese, aggiuntovi il fondo di riserva stabilito dall’art. 49 del regolam ento debba valere com e garanzia delle intraprese operazioni di credito fondiario » — stabilivasi all’articolo unico : « Nel regolam ento per la esecuzione della legge sul c re dito fondiario approvato col nostro decreto del 25 ago sto 4 8 6 6 N. 3177, è abrogato l'articolo 48 che sta biliva doversi vincolare in cartelle di rendita p u b blica il fondo assegnato alle operazioni del credito fondiario.
Il fondo di garanzia quindi si è giuridicam ente confuso di nuovo col H m anente patrim onio del— l’ Istituto ed è ritornato a farne parte integrante, senza altra speciale indicazione se non quella di un capitale assegnato all’esercizio del Credito fondiario come infatti venne denom inato nelle successive leggi.
Così m entre per la lettera delle leggi poteva r i m anere dubbio se il Credito fondiario esercitato da Corpi M orali potesse costituire un ente autonom o, la m utazione del capitale vincolato a speciale ga ranzia delle operazioni di credito fondiario, in un capitale assegnato per quelle operazioni, tolse p e r fino la parvenza della autonom ia.
Ed infatti, sorta la questione a proposito delle vi cende della Cassa di risparm io di Cagliari, la quale, com e si è detto, esercitava il Credito fondiario, la Cassazione di Rom a, con sentenza 45 aprile e 5 m aggio 489 2 negò che il Credito fondiario di quella Cassa di R isparm io potesse considerarsi com e ente autonom o, perchè « se non fosse vero che non ci fu « la creazione di un nuovo ente, si avrebbe la strana « istituzione di un ente autonom o, quando ad altro « ente, non la sem plice am m inistrazione, ma la tu li tela ne fosse affidata, e anzi ogni operazione del « nuovo ente, dalla volontà dell’ente am m inistratore « dipendesse, strana ed inconcepibile autonom ia sa li rebbe q u e s ta ; m entre un ente autonom o può nella « legge incontrare dipendenza e lim itazione delle sue « operazioni, ma non già nel volere e nell’arbitrio di « altro ente. »
E la sentenza citata dichiara più oltre che « la « cartella fondiaria, che funziona prim a com e capi li tale che l’ Istituto em ittente dà a colui che contrae « il m utuo, e diventa poi credito del portatore di « essa, è garantita dalle indicate attività (la m assa « delle ipoteche inscritte, i crediti derivanti dai m u li tni, le annualità di questi ed un posteriore fondo « di riserva, im perocché tutto questo è derivazione « e svolgim ento del credito nel com piere le proprie « operazioni e per p ro cu rare il capitale alla proprietà « im m obiliare m ediante la stessa proprietà im m obi li liare) e non sul rim anente patrim onio dell’Istituto « assuntore dell’ esercizio credito fondiario, lo che « im porta che nelle operazioni di questo credito ha « l’Istituto lim itata e circoscritta la sua responsabi li lità, e im porta ancora che abbia un patrim onio « separato e distinto nella accennata fiscalità ; ma « non se ne potrà concludere che si tratti di un « patrim onio ad un ente diverso appartenente. »
17 dicembre 1893 L’ E C O N O M I S T A 809
discusso il fallim ento della Cassa di risparm io di C agliari quale esercente il Credito F ondiario, r i spondeva concludendo che m ancava « l’ istituto a u tonomo a cui si sarebbe dovuto dichiarare il falli m ento ».
Non vi ha chi non vegga tutta la gravità e la im portanza di questa sentenza ; ed il prof. A lberto E rre rà ha fatto benissim o ad esporre in un elaborato articojo pubblicato dal Filangeri tutti gli elem enti che riguardano tale questione, la quale è più che inai viva ora che la legge IO Agosto 1893 ha messo m liquidazione il Credito fondiario dei Banchi di Napoli e di Sicilia.
E veram ente vien fatto di dom andarsi : — se la massa delle ipoteche inscritte a favore dei due Banchi rappresentasse valori che non bastassero al servizio degli interessi ed am m ortam ento delle cartelle em esse dai due Banchi stessi, quale sarebbe la garanzia pei portatori ? — Non il fondo di garanzia che non esiste più ; non le riserve che sono state assorbite dalle p erd ite; non le attività dei Banchi, perchè essi non hanno nessuna responsabilità sull’ esercizio del Credito fondiario.
L ’argom ento è molto serio per quanto non u r gente, ma appunto perchè non urg en te è perm esso di studiarlo con calm a e con ponderazione affine di suggerire quei provvedim enti che valgano a sco n giurare una legittim a apprensione nei portatori delle cartelle.
E questo studio ci proponiam o di fare in seguito.
La recente crisi bancaria laidi Stati Uniti
Gli avvenim enti dolorosi che in m ateria di cre dito si sono svolti nel nostro paese in queste ultim e settim ane, ci richiam ano allo studio di una crise bancaria, di non poca gravità, avvenuta nei decorsi mesi negli Stati U niti d ’ A m erica. Si tratta n ien te m eno che di circa 600 istituzioni di credito che dovettero sospendere i pagam enti, la m aggior parte per procedere poi alla liquidazione e in nùm ero m i nore per rip ren d ere più tardi le loro operazioni. Codesta crise è stata paragonata a quelle del 1837, del 1837 e del 1873, e in realtà lo storico futuro potrà trovare non pochi punti di rassom iglianza tra loro, specie relativam ente alle cause.
Il Bradstreet's, periodico di econom ia e finanza che si pubblica a N uov a-Y o rk , nel suo num ero del 18 novem bre conteneva un prospetto dal quale r i levasi che 383 istituzioni, aventi 183 m ilioni di dol lari di attività e 169 m ilioni di dollari di passività, sospesero i pagam enti nei prim i dieci mesi del cor ren te anno e quelle 383 istituzioni di credito si di stinguevano nel seguente modo :
numero attività passività milioni d i dollari B anche N azionali (di em issione) 154 84. 6 68. 6 B anche locali (State Banks) . . . . 181 42. 5 37. 6
B anche di depositi (Saving Banks) 49 1 8.7 18.1
B anche p riv a te ... 188 2 3 .0 22.1 Società di p re stiti e anticipazioni
(Loan and Trust Companies) 13 1 4 .3 2 2 .3
Ma di queste 583 istituzioni di credito, 171 aventi 80.8 milioni di attività e 5 3.7 m ilioni di passività hanno poi potuto riprendere le loro operazioni, sicché la perturbazione prodotta dalla crise fu in parte at tenuata. P er altro non ci pare necessario di insistere a dim ostrare che il solo fatto di 5 8 5 banche di varia specie, e fra esse 1 5 4 di em issione, che sospendono i pagam enti è un fatto veram ente grave anche per un paese che conta innum erevoli istituzioni di credito e che è abituato a sen tire grandi scosse in tutti i ram i della operosità econom ica, per la revisione delle tariffe, per gli scioperi, p e r l’ im m igrazione e per altri fatti.
Una sim ile crise va studiata principalm ente nelle sue cause, allo scopo di v ed e re quali circostanze hanno determ inato gli im barazzi nei quali si sono trovati centinaia di istituti di cred ito . Q uesti hanno, certo, in molti casi subito perdite non lievi ; ma in altri la sospensione dei pagam enti è stata d eterm i nata dalla im possibilità di realizzare im m ediatam ente tutto l’attivo p er far fronte agli im pegni, anziché dalla loro effettiva insolvibilità.'
O ra, per in tendere le cause che hanno d eterm i nata la crise del credito e delle banche negli Stali U niti, bisogna rifarsi a considerare lo stato della circolazione di quel paese. Se esso avesse avuto sol tanto la circolazione fiduciaria delle banche e quella m etallica, com e deve avere un paese econom icam ente e finanziariam ente sano, la crise non si sarebbe pro dotta, od almeno non in una m isura così grave, perchè gli eccessi della speculazione non sarebbero stati possibili. È quello che si può dire anche del nostro paese ; ma non vogliam o fare confronti, perchè i due paesi si trovano in condizioni troppo dissim ili fra loro.
O ltre la circolazione delle banche vi era e vi è agli Stati Uniti quella fiduciaria o m etallica a n o r m ale del Tesoro, creata dalla legge S h erm an ora abo lita. Q uesta circolazione è stata la causa prin ci pale di tutto il disordine recente, anzitutto p er gli abusi della em issione dei biglietti di Stato, i quali aggiungendosi ai biglietti delle banche e ai green- bacls (residuo dei biglietti già a corso forzoso) hanno determ inalo una grande attività in tutti i ram i del- l’ industria e del com m ercio. In o ltre contribuirono a p ro d u rre la crise, le dom ande di oro alle quali la T esoreria ha dovuto far fronte.
sono sim borsati per 49 m ilioni di dollari in oro. » Che un sim ile sistem a m onetario, r.lie un protezio nism o di tal genere, abbia potuto d u rare per degli anni è ciò che in verità non si arriva a co m p re n dere, quando non si tenga conto del fattore politico e della prepotenza di certe classi di interessi.
La circolazione fiduciaria degli Stati Uniti viene adunque da varie fonti ed è parecchio inquinata : em issioni dello Stato, em issioni delle banche, em is sioni d u ran te le crisi da parte delle Clearing houses o stanze di liquidazione e finalm ente em issioni da parte del pubblico di cam biali, cheques, ecc. P erò le altre essendo em issioni effim ere che alla scadenza dei titoli scom paiono, si può dire che non rim angono perm anentem ente Tuna di contro all’ altra che due em issioni quella dello Stato e quella delle Banche. Ora la circolazione delle Banche nazionali anzi che aum entare è andata scem ando fino al 1 8 9 0 ; nel 1875 era di 541 milioni e nel 1 8 9 0 la troviam o di 125 m i lioni di dollari. Nel 18 9 2 è salita a 145 m ilioni m entre, è interessante a notarsi, ¡I poT.afogh'o delle banche ohe avevano quella em issione am m ontava alla stessa epoca (50 S ettem bre 1 8 9 2 ) a m ilioni 2171 di dollari.
L ’ aum ento del portafoglio fu possibile per 1’ af flusso considerevole e crescente dei depositi, ma an che perchè i biglietti di Stato offrirono il mezzo per estendere le operazioni. I Treasunj bilis, i biglietti di Stato, ì certificati d ’ argento come dapprim a li chiam avano, aggiunti ai biglietti già emessi hanno portato la circolazione dei biglietti di Stato pagabili in oro o in argento a quasi 600 milioni di dollari, ai quali aggiungendo 5 5 0 milioni circa di greenbacks si ha com plessivam ente 9 4 5 milioni di dollari g era n - titi da una riserva che consiste di appena 100 m i lioni di dollari in oro e di 450 milioni di dollari in argento.
Dopo il Sherman Act i biglietti di Stato sono aum entati di 275 m ilioni. Questa enorm e em issione ha dato alla speculazione uno sviluppo artificiale, esagerato, sproporzionato alla quantità di affari v an taggiosam ente possibili. O vunque il danaro offerto ha perm esso di avviare affari specialm ente a c re dito e di ciò fanno fede, com e nota il Jug lar, le sta tistiche delle operazioni delle borse e il m ovim ento dei prezzi.
Così lo Stock Exchange di Nuova Y o rk fa co noscere il n u m ero delle operazioni e il valore dei titoli ai quali esse si riferiscono per ciascun m ese e confronta il loro valore attuale col pari della e m is sione. O ra se si paragonano i due prim i sem estri del 1892 e del 1895 si constala che se la cifra delle operaz'-m i è identica il valore attuale dei titoli negoziati c< contato al pari è assai dim inuito ; nel 18 9 2 era già inferiore m algrado gli alti corsi q u o tati, di 6 0 0 m ilioni, alla fine di giugno 1895 era inferiore di 9 0 0 m ilioni di dollari e nel luglio la differenza era ancor m a g g io re; ora lo è un poco m eno.
In seguito alla espansione della circolazione p ro dotta dalle em issioni del T esoro vi ò stato un grande m ovim ento di affari e un rialzo dei prezzi che ha perm esso ch e i valori buoni, quali ad esem pio le ob- ligazioni delle g randi linee ferroviarie, fossero capi talizzati al saggio del 4 ° / 0, prezzi ignoti sino a questi ultim i anni; e questa dim inuzione del saggio dell’ in teresse era giustificata dai loro proventi considere voli. Ma n el prim o sem estre del 1895 l’aum ento dei prodotti si ra lle n ta notevolm ente e nel luglio sco m
pare, per far posto a una d im in u z io n e l’esposizione di Chicago non riesce a com pensare le differenze e nel secondo sem estre dell'anno le. dim inuii mi nei prodotti attestano il rallentam ento degl) alfar).
L e operazioni delle Clearing houses conferm ano queste depressioni. Nel -4 8 8 5 --le operazioni totali liquidate alle Clearing houses am m ontarono a 25 mi liardi nel 1890, a 57 nel 1891 a 56 nel 1892; nei primi sei mesi di quest'anno l’aum ento non m anca, tua poi si arresta al principio del periodo della liq u i dazione dello crise. Il prim o sem estre del 1895 confrontato con quello del 189 2 dà l’ aum ento di 1,50 ° /0 poi si avverte una sosta e finalm ente la dim inuzione si m anifesta, e 's i estende per tutto il paese rivelando il m alessere, le difficoltà, gli erro ri e la necessità di liquidare.
I prezzi dopo la liquidazione della crise del 1882 si erano singolarm ente rialzati come lo indicava la capitalizzazione delle azioni e delle obbligazioni delle strade ferrate ; la crise del luglio scorso ne ha fatti deprezzare della metà un gran num ero e questa sorte è capitata anche a valori reputati buoni.
Se si confronta il ribasso attuale a quello ohe si è ripercosso agli Stati Uniti in seguito alla crise B aring si constata che allora non era che di 20 per cento, m entre ora è più del doppio.
Una sim ile condizione di cose doveva n a tu ra l m ente prod u rre un panico, ed esso non è infatti m ancato. La sfiducia si diffuse fra i detentori dei titoli non solo, ma anche fra i depositanti. Il signor E ckels, il nuovo controllore della circolazione, diceva nel m ese scorso, dinanzi all’Associazione dei b an chieri di Boston, che la caratteristica più grave- della crise era stato il ritiro di piccole som m e da parte dei depositanti, il cui concorso, egli aggiunse, com ’ è noto ai banchieri, è il più utile negli affari di Banca e costituisce la aggiunta più stabile ed im portante al capitale delle B anche com m erciali e forma il fondo che è adoperato per soddisfare le dom ande correnti degli affari di ogni collettività. E dopo avere indicato le funzioni che esercitano le Banche, i benefici eh’ esse recano alla vita econom ica del paese e il danno che inevitabilm ente si produce quando per la scem ala fiducia devono restrin g e re la loro opera e cessare dal fare operazioni, diede alcune cifre che dicono p er sè m edesim e quali danni deve aver ca gionato il panico dei mesi scorsi. T ra il m aggio e ¡’ ottobre di quest’ anno i ritiri di depositi di pèr sone singole nelle sole banche nazionali am m onta rono a 2 9 9 milioni di dollari e quelli dei depositi delle banche e dei banchieri a 79 milioni, in totale 578 m ilioni di dollari, ossia circa 1890 m ilioni di franchi e questo senza tener conto delle altre ban che locali, private, di risparm io, ecc.
Q uando si riflette che oltre tutte le altre banche anche le banche nazionali' eseguiscono le loro ope razioni di sconti e di anticipazioni principalm ente coi depositi loro affidati, perchè la circolazione è ridotta a cifra esigua, stante il nessun u tile che loro procura, si com prende com e sia avvenuto che quasi 600 istituzioni di credito abbiano dovuto sospendere le loro operazioni. Ma la colpa principale è da rice r carsi nella politica m onetaria seguita dal precedente Congresso che ha dato,sia pure indirettam ente, im pulso artificiale alla speculazione e ha favorito una classe a danno delle altre. È la storia di tutti i paesi dove il governo si fa protettore di una o dell’ altra in
17 dicembre 1893 L ’ E C O N O M I S T A 811
della em issione dei biglietti. Gli italiani ne sanno orm ai abbastanza, a questo riguardo, perchè occorra trarre la m orale dalle vicende della crisi bancaria degli Stati Uniti.
LE FUME, LE TEM E E L'EVOLUZIONE BEL M U T I *>
X X III.
L a nostra indagine sulle form e del salariato è orm ai com piuta. Dalla form a più sem plice del sa lario individuale a tem po, siam o venuti ai confini della cooperazione, dopo avere incontrato lungo il cam m ino vari metodi di retribuzione del lavoro“ che il più spesso sono trascurati da coloro che si occu pano della questione operaia e della teoria delle m er cedi. E p p u re , senza voler com unque' esagerare la im portanza delle ricerche precedentem ente com piute, ci pare di poter dire che lo studio delle form e del sala riato non è senza interesse, sia per sè m edesim o, sia quale indagine prelim inare alla teoria delle m ercedi. Esso serve, infatti, a ch iarire vari term ini, a cono scere il pro e il contro relativam ente a ciascuna form a di salariato, a valutare le obbiezioni che ad esse si m uovono, a determ inare, infine, alcuni degli elem enti che devono concorrere nella form a zione della teoria positiva delle m ercedi. Q uando, a cagione d’esem pio, si discute sulla validità o m eno delle obbiezioni che si fanno al « salario a cottim o » giova conoscere che I’ uso popolare di quella espres sione com prende alm eno sei metodi distinti di r e tribuzione del la v o ro : il salario a cottim o in d iv i duale, il salario progressivo individuale, il salario a cottim o collettivo, il salario collettivo progressivo, il lavoro appaltato e il lavoro cooperativo salariato, nonché il subappalto. E non nuoce certo il conoscere gli effetti che ciascuno di questi m etodi produce, le applicazioni che essi hanno avuto, le differenze che tra loro intercedono. Di fronte alle questioni che giornalm ente sorgono tra im prenditori e operai una analisi accurata dei m etodi di retribuzione del la voro indica alm eno quali vie possono tentarsi e quali rim edi, di applicazione relativam ente facile, possono suggerirsi per rendere la m ercede più elevata e m eglio proporzionata alla quantità di lavoro fatta.
Si è veduto inoltre che anche alle form e del sa lariato si applica quella legge di svolgim ento, per la j quale con !’ intensificarsi della vita econom ica, dalle ' form e sem plici si passa gradatam ente a form e sem pre più com plesse.
Il salario collettivo ci rappresenta rispetto a quello individuale una com plicazione, che a torlo si resp in gerebbe com e dannosa agli interessi dei lavoratori. L a crescente com plessità del m etodo di retribuzione non è che il resultato di una considerazione più equa, com pleta ed esatta degli elem enti che hanno praticam ente da fissare il salario. Il tem po è un coefficiente sem plice, m a quanto sia im perfetto e
(* V edi il num ero precedente dell’ Economista.
quanto esso solo sia inadeguato p er la determ in a zione della m ercede è orinai chiaro. A m ano a mano che altri coefficienti entrano nel com puto, quali la quantità del prodotto, il prezzo di esso, il g rad o di perfezione nella lavorazione e sim ili il com puto si com plica certam ente, ma il lavoro è meglio apprez zato e più equam ente retribuito. Il salario a tem po corrisponde a uno stadio arretrato , prim itivo dèlta produzione, il ¿alario collettivo, n ell’una o n ell’altra form a, si connette a uno sviluppo più rile v an te delle industrie. E infatti le form e più com plesse di r e tribuzione di lavoro si trovano più frequentem ente applicale nei paesi dove l’ industria è m aggiorm ente progredita, in Inghilterra, agli S tati U niti, in F ra n cia non certam ente nell’ Italia, nella S pagna e sim ili. I due m elodi di rim unerazione più com uni, il salario a tem po e quello a cottim o, q u e st’ ultim o special m ente, si svolgono in form e v arie , che non abbiam o certo la pretesa di avere com pletam ente accennate, a m isura che si accentua la lotta p er gli alti salari e la produzione esige in proporzione sem pre cre sce n te il lavoro tecnico, specificato o abile ehe d ir si voglia, lo shilled labour degli inglesi. L ’ analisi d elle form e del salariato conduce, adunque, a studiare il grado di sviluppo o di progresso tecnico ra g g iu n to dal lavoro e rischiara u na delle vie eh’ esso può per co rrere, se vuol p artecipare sem pre più al risultato della produzione.
Diciam o una delle vie, perchè non pensiam o certo che nella forma del salariato o nel m etodo di r è tr i- buzione si trovi la chiave per risolvere il conflitto tra il capitale e il lavoro. Il conflitto v erte s p e cialm ente sull’am m ontare della retribuzione. L ’aspi razione a una condizione econom ica m eno penosa e incerta, la coscienza più diffusa e intensa del prò prio valore nel cam po della produzione, la profonda m utazione che si va com piendo nelle idee intorno alla posizione rispettiva delle classi econom iche, queste e altre cause m inori cospirano a spingere la classe operaia alla lotta pel conseguim ento di u n a quòta m aggiore del valore ch’essa coopera a p ro d u rre . È un fatto che ciascuno può ac ce rtare da se, s qùi non intendiam o di analizzarlo nelle sue causò', e nei suoi effetti, ma solo di constatarlo. O ra, sareb b e un erro re il credere che sull’am m ontare della re trib u zione non spieghi e non possa spiegare a lc a La in fluenza la forma della m ercede, e chq le m oJifica- zioni ulteriori delle form e esistenti non presentitilo alcun interesse per le due parti in conflitto u non abbiano alcuna attinenza cou la questione dell’ àm - m on’are della m ercede. L e cose esposte negli a r ti coli precedenti hanno, ci pare, m esso in luce che la retribuzione dipende nel suo am m o n tare anche j dal m etodo che si applica, in quanto è p e r esso Che I’ operaio sente o no, e sente più o m eno, l’ im pulso a econom izzare sul tem po e sulle m aterie adoperate nella produzione, a dare il m aggiore p ro dotto possibile, a svolgere, insom m a, la p ropria a tti vità secondo il principio generale della econom icità o del m inim o mezzo. È interesse q uindi e d e ll’ operaio e dell’ im prenditore di applicare quel m etodo di retribuzione che, nel ram o di produzione di cui tra t tasi, può dare l’effetto utile m aggiore e p er logica conseguenza le più alte m ercedi e i profitti più elevati.
prodotto. L ’uomo che lavora non è una m acchina destinata a dare un num ero quanto più è possibile elevalo di movim enti, di rotazioni, di operazioni m eccaniche ; e nessuna dottrina economica potrà mai giustificare là rovina fìsica e intellettuale per eccesso di sforzo o di lavoro - quella che potrebbe d irsi la bancarotta um ana - con il risultato della pro duzione. Il metodo di retribuzióne deve essere d i retto unicam ente a conseguire quel quantum di prodotto che in condizioni norm ali può aversi, ed esso ha raggiunta il suo scopo quando coopera a questo risultato. In altre parole, se la form a del salariato adottata porta, perchè non perfetta, una perdita sul prodotto ottenibile nelle condizioni norm ali di quel dato lavorò, essa va sostituita con altra che sia sti molo efficace ad accrescere la produttività sino al limite razionalm ente com patibile Con il benessere dell’ individuo agente. N essuna perdita nè sulla produttività, nè sulla individualità um ana, ma il loro giusto contem peram ento, tale è il fine che Colla scelta del m etodo di retribuzione deve rag giungersi.
Il salariato viene considerato dalla scuola socia lista com e 1’ ùltim a form a della schiavitù economica e per ciò le sue modalità di applicazione sono da essa riten u te inconcludenti, quando non costituiscono u n mezzo per rid u rre il salario al minimum o per accrescere la quantità di lavoro non pagato. Noi non accettiam o questa dottrina, perchè crediam o che lo Studio delle form e del salariato dim ostri la possibi lità di ren d e re conform e a equità la retribuzione dell’operaio. Spetta all’im prenditore e agli operai di considerare quale m ètodo di retribuzione meglio sia adatto al caso particolare; ma gioverà in ogni caso che il m etodo prescelto sia dotato di sufficiente elasticità per poterlo applicare gradatam ente. Nelle migliori ipotesi resterà pu r sem pre, è vero, da fis sarsi l’am m ontare delle m ercedi 0 le quote di p a r tecipazione, nelle quali si risolvono effettivam ente in alcuni casi le retribuzioni com plesse ; ma questa determ inazione sarà agevolata dallo stesso m etodo di retribuzione, quando esso faccia conoscere la quantità del prodotto ottenuto dal lavóro diviso o associato. E questa quantità si conosce e si accresce specialm ente colle form e di salario collettivo e con alcune di quelle individuali a cottimo. Diciamo che n'e sarà agevolata la fissazione della m ercede, perchè conosciuta la quantità di prodotto o di lavoro si potrà m etterla ad esem pio in relazione col prezzo del prodotto, m a non neghiam o certo che la difficoltà rim anga, nè lo potrem m o considerando i Fatti quali sono. Essi ci dicono che i m etodi m igliori di re tr i buzione proporzionano meglio la m ercede al lavoro com piuto, non già ch ’essi possano riv elare il saggio delle m erced i da pagarsi nei singoli casi.
T uttavia, anche quésto risultato di una m aggiore proporzionalità tra il salario e il lavoro fatto, risu l tato specialm ente ottenibile con alcune delle form e del salariato, ci dim ostra, e lò si vedrà meglio nello studio della teoria delle m ercedi che la teoria pes sim ista non corrisponde alla verità delle cose. La ferrea legge dei salari esposta fra altri dal L assalle, è fatta in pezzi dalla realtà, la quale presenta coi m olteplici m etodi di retribuzione una disparità c r e scente nelle m ercedi a m ano a m ano che nuove form e di salariato si escogitano e si applicano, a m isura cioè che si com plica il processo rim u n e ra to re del lavoro. Nè ci è dato assegnare un lim ite allo svi
luppo di cotesto fenom eno. Solo possiamo dire che esso sarà parallelo al progresso della produzione e all’ elevam ento intellettuale e m orale della classe lavoratrice *).
R. Dalla Volta.
Rivista Economica
La nuova tariffa doganale ed il commercio tra l'Ita lia e g li Siati Uniti — / valori esteri negoziati
in Francia — Le nuove imposte in Germania — II'
monopolio dei tabacchi — La pesca del corallo.
La nuova tariffa doganale ed il commercio tra l’Italia e gli Stati Uniti. - E notorio com e l’u l
tim a elezione presidenziale avvenuta agli S tati U niti, sia riuscita a favore del C leveland, perchè questi nel suo program m a aveva inscritta in prim a linea la riduzione della tariffa doganale, la quale era stata elevata di molto e resa anche eccessivam ente pro tezionista per effetto della legge Mac Kinley.
O ra è apparso il progetto di questa riform a, com - pilato^ dal sig. W ilso n , ed esso porta notevoli rid u z io n i'su lla tariffa doganale attualm ente in vigore.
Ecco alcuni cenni su questa nuova tariffa : L a canapa, il lino e la lana greggia entreranno in franchigia. (La lana dal prim o m arzo del 1 8 9 4 ). L e stoffe di cotone subiscono una forte riduzione, sopratutto quelle buon mercato. Le stoffe di lana pagheranno il 40 per cento sul valore. Le stoffe per vestiario il 45 per cento, colla dim inuzione di 1 per cento all’anno per 5 anni consecutivi. I tap peti pagheranno il 3 0 e 35 per cento secondo i tipi. L a riduzione sulle stoffe di lana an d rà in vigore al 1° luglio 1894. Le riduzioni sulle seterie sono meno im portanti che sulle stoffe di lana e di cotone. 1 guanti pagheranno il 25 per cento, o il 40 p er cento a norm a delle qualità. L e opere d (a rte en treran n o in franchigia. Si accrescono i dazi su i dia m anti e sulle pietre preziose. T utto il vasellam e di porcellana, ecc., decorata o non, pagherà il 4 5 per cento. Le vetrerie e specchi sono dim inuiti di una m età circa. Il piom bo in lastre pagherà un cente sim o per libbra. Il m inerale di piom bo p agherà il 15 p er cento. I m inerali di ram e e nickel e di piom bo argentifero entreran n o in franchigia. Il ferro in lastre è ridotto ad un dazio uniform e di 22 7« p er tonnellata. I regoli d’ acciaio pagheranno il 25 p er cento. Il ferro bianco il 40 p er cento. La col telleria il 3 5 o 45 p er cento, secondo le qualità. I vini, gli spum anti ed i liquori godranno di una leg giera riduzione. L ’ alcool ed assim ilati pagheranno u n diritto di dogana doppio del diritto di regìa, che colpisce all’ interno degli Stati U niti gli alcools ed assim ilati. N elle categorie dei prodotti chim ici le esenzioni di dazio riflettono m oltissim i prodotti im piegati nelle industrie, e specialm ente l’acido solfo—
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rico. L’olio di ricino è ridotto da 85 a 35 centesim i per gallone. I diritti sui zuccheri raffinati sono ri dotti a m età. I colori a base di piom bo sono pure sensibilm ente ridotti.
Questo progetto che è inform alo a politica lib e rista incontra però già fin d’ora serie opposizioni, e si prevede colà una profonda agitazione ed una viva lotta in P arlam ento, allorquando il progetto stesso v errà in discussione.
Diamo qui uno specchio del m ovim ento com m er ciale italiano cogli Stati U niti e C anada per il q uin quennio 1 8 8 8 -1 8 9 2 :
L e cifre sono esposte in migliaia di lire : Diff. im port. A n n i Esportazione Im p o rtaz. in Ita lia
1888 ... 61,030 76,268 - f 15,238
1889 ... 75,586 75,352 — 234
1890 ... 77,114 81,670 -4- 4,556
1891 ... 73,607 73,542 — 65
1892 ... 100,147 78,791 — 21,356
Come si vede la differenza a nostro sfavore per maggiore importazione in Italia che nel 1888 era di 15 milioni e 238 mila lire, si è cam biata in una eccedenza a nostro profitto per maggiore esporta zione nel 1892 di 21 m ilioni e 3 5 6 mila lire, e questo sintom o è per noi lusinghiero e conferm a quanto abbiam o detto in passato circa l’ im portanza e 1’ utilità che può avere per noi quel m ercato.
Nei prim i dieci mesi del 1893 le risultanze dei nostri scam bi con quella nazione em ergono di nuovo a noi m eno favorevoli che nel 1 8 9 2 ; ma bisogna tener conto della crisi fortissim a che im perversa ora in quel paese, la quale non può a m eno che riv er b erare sui traffici internazionali.
La deficienza m aggiore per noi si riscontra nel l’esportazione della seta, la quale era rapidam ente salita come vedesi da queste c ilre :
L. 1 ,6 8 0 ,0 0 0 nel 1888
» 4 ,9 4 5 ,0 0 0 » 188 9
» 4 ,9 8 6 ,0 0 0 » 189 0
» 9 ,9 7 7 ,0 0 0 )> 1891
» 3 1 ,2 6 4 ,0 0 )» 1892
m entre ci consta che nei dieci mesi del 1893 l’espor tazione della seta nostra p er quel m ercato fu m inim a, e questa non è l’ultim a delle cause del rinvilio av venuto da noi sul prezzo delle sete, con danno enorm e p er l’econo nia generale del paese.
I valori esteri negoziati in Francia. — È noto
che i valori es.eri non possono, finora, essere n e goziati in F ra n cia ed am m essi a quotazione se co stituiti per azioni m inori di franchi 1 0 0 ; sono n e goziabili in azioni di franchi 100 quando il capitale rispettivo non ecceda 2 0 0 ,0 0 0 franchi e in azioni fino a fr nchi 5 00, quando il capitale ecceda quella som m a.
La legge però, approvata e sanzionata il 1° scorso agosto, con la quale modificavasi quella del 24 lu glio 1 8 6 7 , sulle Società p er azioni, in quanto con cerne i valori francesi, decise che le S ocietà anonim e o in accom andita potranno dividere il loro capitale in azioni o frazioni di azione di franchi 25 ed oltre quando il capitale non superi i 2 0 0 ,0 0 0 franchi, e di 100 ed oltre se il capitale sia superiore.
Q uesta disposizione fu adottata alle scopo di p er m ettere ai valori francesi di far concorrenza a certi titoli esteri, m a non poteva avere p e r effetto di ri
d u rre questi ultim i in non equa condizione di infe riorità ; motivo per cui il Consiglio di Stato g iu d i cava testò che una modificazione correlativa debba essere arrecata nel regim e dei lavori esteri.
Il Consiglio stesso approvava perciò u n progetto di D ecreto, a norm a del quale le azioni di Società estere, am m esse a quotazione in F rancia, potranno, com e le francesi, essere divise in frazioni di fr. 25 ed oltre, oppure di fr. 100 ed oltre, secondo le di stinzioni am m esse nella accennata legge dell’ agosto 1893. Decise, nel tem po stesso, che tali valori d o vranno. essere liberali di fr. 25 quando sieno infe riori a 100 o, quanto m eno fino a concorrenza del quarto quando superino questa cifra.
R im ane, del resto, inteso che non è punto dero gato al regim e generale, cui sono, attualm ente, sog getti questi valori dal punto di vista della loro am m issione a quotazione ; questa am m issione costituisce un diritto per i valori francesi, am m essi alla prim a o alla seconda specie di quotazione, secondo che dònno luogo o non ad una notevole cifra di tra n sazioni, al contrario, i valori esteri continueranno a non essere am m essi se oon dopo apposita delibe razione della Cam era sindacale degli agenti di cam bio,
Le nuove imposte in Germania. — Chiusasi, con
il rinvio ad uua Com m issione, la prim a lettura del progetto della tassa di bollo, la discussione della riform a tributaria è rim andata a gennaio inoltrato.
La discussione ha generato la convinzione d’ un accordo, alm eno in quanto alla tassa di bollo. Gli oratori del centro, del partito conservatore e dei m oderati, aderirono in m assim a al progetto, rise r vandosi di proporre m olte m odificazioni, sp ecial- m ente riguardo alle bollette di spedizione ed alle ricevute.
Nel progetto di legge il reddito della tassa di bollo si calcola a 36 milioni e mezzo di m y c h i cioè quasi alla m età di quanto occorre p e r attu are la riform a m ilitare. Il prodotto delle tasse sulle r i cevute, in questo preventivo fissato a soli 6 milioni e mezzo, renderà certo molto di più.
P rem essa l’approvazione del progetto della tassa di bollo — siccom e la m aggioranza del R eichstag non vuole saperne di discutere adesso la gran d e r i forma tributaria propriam ente detta, secondo la quale 1’ Im pero passerebbe contributi fissi agli Stati con federati — per supplire alle spese della riform a m i litare non m ancherebbe che poco, circa 8 m ilioni sul principio.
L a sorte che sovrasta ai progetti di tassa sul vino e sul tabacco, è ancora troppo problem atica, p er in clud ern e l’ im porto in un preventivo.
Ma anche nella peggiore ipotesi, pure deplorando di non avere ottenuto tutti i fondi necessari ad una riform a già votata dal R eichstag, quale è la m ilitare, pel prim o tempo il G overno in un m odo o nell’altro provvederebbe, senza bisogno di conflitti, e per l’av venire aspetterebbe consiglio dal tem po.
Alla chiusura della discussione del progetto di tassa sul bollo, il m inistro delle finanze,' M iquel, deplorò eloquentem ente che l'o rd in e del giorno del R eichstag, fissato da tutti i partiti d ’accordo, m etta a disagio il G overno.
e non la causa, nella discussione dei progetti finan ziari e dei bilanci ; non essendosi potuto, come era prevedibile, non fare delle incursioni su l’ intera politica econom ica, si è spezzata e frantum ata la r i forma trib u taria, senza contare che ad anno nuovo, dandosi la battaglia decisiva, non si potrà a meno di ripetere tutto il già detto, con grande spreco, se non altro di tem po.
Il monopolio dei tabacchi. — Ecco le en trate
che frutta il monopolio dei tabacchi nei diversi paesi nei quali è stato istituito :
In F rancia il monopolio dei tabacchi dà allo Stato un reddito netto di 307 m ilioni di lire. Le rendite della Regìa ascendono infatti in F rancia a 376 m ilioni, e le sue spese a 69 m ilioni.
In A ustria-U ngheria il monopolio dei tabacchi frutta 260 milioni. L ’ Italia ne trae un reddito netto di 141 m ilioni. La Spagna 84 m ilioni, la R um ania 24 milioni, la Serbia 5 m ilioni.
Alcuni S tati, ancorché non abbiano istituito il monopolio, riescono ad avere un’ im portante risorsa nei tabacchi. In Inghilterra l’ imposta sui tabacchi produce 2 5 0 m ilioni, in Russia 1 1 6 m ilioni, in G erm ania 13 milioni, ma il governo tedesco si pro pone di dom andare a questo prodotto 100 m ilioni.
La pesca del corallo. — Nel 189 2 la pesca del
corallo nei nostri m ari si m antenne entro confini assai modesti : le barche Italiane non si sono recate ad eseguire cam pagne di pesca in m ari stranieri.
Nei com uni di Santa M argherita L igure, di Santa T eresa Gal laro, di Carloforte, di A lghero e di T o rre del G reco furono arm ate 51 barche o bilancelle per esercitare la pesca del corallo sulle coste della S a r degna, e dalle notizie raccolte risulta che si ferm a rono ad esplorare le allure del golfo di Alghero, del circondario m arittim o di Carloforte e della costa setipn [rionale della S ardegna da Capo Testa all’Isola Rossa, raccogliendo in complesso circa 2 4 6 0 ch ilo gram m i di corallo di buona qualità, non com putato quello di scarto detto * terragno. »
Il valore com plessivo lordo del corallo raccolto ascese alla somm a di L. 136,281, ed il totale delle spese d* arm am ento alla somma di L. 124,373, per cui restò agli arm atori un beneficio insignificante.
La produzione dell’olio di olirà in Italia nel 1892-93
Il raccolto dell’ olio di olive in Italia nell’ anno 1 8 9 2 -9 3 , secondo le notizie telegrafiche som m arie pubblicate nel Bollettino di notizie agrarie, n. 8, del marzo 18 9 3 , si ragguagliava ad ettol. 1 ,5 4 1 ,1 0 0 . L e notizie definitive danno ora un raccolto di et tolitri d’olio 1 ,6 8 6 , 386, inferiore di ett. 1,033,168 a quello del 1 8 9 1 -9 2
Q uesta sensibile dim inuzione fu cagionata dalla stagione contraria verificatasi quasi dovunque, e più ancora dalla mosca olearia e dagli altri insetti che distrussero in modo eccezionale le olive nella Liguria, nel Lazio, nelle Puglie, nelle Calabrie e nella Sicilia.
La coltura dell’olivo, sola od associata ad altre piante, si estese sopra ettari 1,043,579 e risultò s u periore a quella del 1 8 9 1 -9 2 di ettari 12,109.
L ’olivo si coltiva in 50 provincie, più o m eno largam ente ; in 159 circondari o d istre tti; e in 3 2 1 2 j com uni sopra un totale di 8253.
Nel Piemonte m anca affatto la coltivazione del l’olivo e nella Lombardia, nel Veneto e m\\’Emilia è poco estesa, perch è il clim a di dette regioni è troppo freddo e vi predom inano i venti settentrio nali. Q uindi l’olivo o non vi alligna e, dove vive, cresce stentatam ente e rende pochissim o.
L e provincie che, relativam ente alla superficie territoriale, hanno m aggior quantità di oliveti sono : Lecce, P orto M aurizio, Bari delle P uglie, Reggio di C alabria, M essina, Chieti e T eram o.
Il prodotto m edio dell’olio d ’oliva è stato di et tol. 1 ,6 2 per ettaro inferiore di etto!. 1,04 a quello dell’anno precedente. V ariabilissim o è il prodotto m edio p er ettaro, giacché a determ inarlo v’ influi scono non solo le condizioni dei luoghi, dei terreni e della qualità degli olivi che si coltivano a prefe renza, ma anche il modo di potatura e più special- m ente il sistem a culturale, perchè nella superficie alla quale si estende la coltivazione dell’ olivo, si com prendono gli spazi interfilari, ancorché sfruttati con altre culture. Il sistem a di cultura m isto viene esercitato quasi da p er tutto, ma più specialm ente nell’ Italia settentrionale e centrale.
La quantità delle olive preparate in salam oia op pure secche resultò di circa q u in t. 26,9 0 0 , ma con- vien notare che questa quantità è molto di sotto al vero, perchè molti Com uni dichiarano di non potere fornire notizie attendibili.
Il seguente prospetto riassum e la produzione e il com m ercio degli olj d ’oliva nell’ultim o quinquennio .
A nni Superficie a lla quale si estese la coltivazione d ell’ olivo E tta r i P roduzione an n u ale Im p o rta zione E sp o rta zione Media per ettaro Totale 1888-89
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2,596,398 34,917 582,169 1889-90 - - 1.338,054 64,528 614,089 1890-91 1,013,151 3.05 3,086,119 27,976 420,353 1 891-92 1,031,470 2.66 2,739,554 24,902 631,531 1892-93 1,043,579 1.62 1,686,386 6,146 637,862Le ferrovie italiane nell’esercizio 18 9 2 -9 3
1 / Ispettorato generale delle ferrovie ha pubbli cato un prospetto statistico contenente 1’ am m ontare dei prodotti lordi approssim ativi dal 1° luglio 1892 a tutto giugno 1893 in confronto all’ esercizio p re cedente.
L e ferrovie italiane al 30 giugno 1893 avevano una lunghezza assoluta di chilom etri 1 4 ,368 e una lunghezza m edia di esercizio di chilom etri 1 4 ,0 1 7 . Q ueste lunghezze al 30 giugno 189 2 erano respet- tivam ente di chilom etri 13,728 e di chilom . 13,4 7 0 . I prodotti lordi approssim ativi delle ferrovie ita liane ascesero dal 1° luglio 1892 a tutto giugno 1893 a L. 2 5 0 ,3 5 5 ,4 6 0 contro L. 2 4 5 ,5 9 3 ,1 5 2 nell’eser cizio precedente.