Istologia 10 – Ghiandole esocrine propriamente dette e cellule mio epiteliali 1
Istologia 10 – Ghiandole esocrine propriamente dette e cellule mioepiteliali
Sono formate da un insieme di cellule che compongono un aggregato ben riconoscibile microscopicamente e, talvolta, anche macroscopicamente (se è particolarmente grande). Le cellule di dispongono assieme a formare un adenomero, l’unità secretoria della ghiandola.
Possono essere suddivise secondo numerosi criteri.
In base all’adenomero:
Acinose, in cui l’adenomero ha una forma sferica. Le singole cellule ghiandolari hanno forma piramidale, con la base appoggiata sulla membrana basale e l’apice che confluisce
con quello delle altre cellule in una piccola cavità (poco evidente), il lume.
Alveolari (ghiandola mammaria, ghiandola prostatica), in cui l’adenomero è sferico, ma è molto più grande
dell’acino. Hanno un lume ben evidente, in continuità con il dotto escretore.
Utricolari, che sono uguali alle alveolari, ma la parete del lume è frastagliata.
Tubulari, in cui l’adenomero ha la forma di un cilindro chiuso ad un’estremità. Le
cellule secernenti formano le pareti di questo cilindro e riversano il loro secreto nel lume, il quale si raccorda con il dotto escretore.
Glomerulare (ghiandole sudoripare): simile al tubulare, ma il tubulo si aggroviglia su sé stesso.
In base al dotto escretore:
Semplici, in cui ogni adenomero ha un proprio dotto. Le ghiandole semplici sono di tipo acinoso (salivari minori) e tubulare (sudoripare).
Ramificate, in cui più adenomeri utilizzano un unico dotto. Sono di tipo acinoso (salivari minori o sebacee), tubulare (piloro o duodeno) ed utricolare (prostata).
Composte, in cui gli adenomeri formano delle strutture complesse. L’organizzazione è simile a quella di un organo pieno, con il parenchima formato dall’epitelio secernente e lo stroma costituito da una capsula connettivale e setti provenienti dalla capsula. I setti dividono il parenchima in lobi, e in lobuli. Alla fine si dividono ulteriormente e si risolvono nel connettivo che circonda ciascun adenomero. Il connettivo dei setti dà passaggio a vasi e nervi.
Le ghiandole composte hanno un unico dotto escretore, detto dotto escretore principale. Questo si ramifica, seguendo l’andamento dei setti e passando all’interno dello stroma. Dal dotto escretore principale nascono, quindi, dotti lobari, interlobulari, intralobulari e intercalari (che fuoriesce dal singolo adenomero). Alcuni di questi dotti
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caso, si parla di dotti striati.
Sono di tipo acinoso (le salivari maggiori, il pancreas esocrino), tubulare (lacrimali) e alveolare (mammaria).
In base al tipo di secreto prodotto si suddividono in:
A secrezione proteica (o sierosa), in cui il secreto è fluido e leggermente torbido per la presenza delle proteine. Le cellule secernenti sono cromofile e basofile e hanno le caratteristiche di cellule attive: ampio RER, nucleo sferico con cromatina a
piccole zolle, nucleolo voluminoso e ben evidente. Sono cellule polarizzate. L’apice della cellula è occupato dai granuli di zimogeno, ovvero vescicole contenenti proenzimi, e da un grosso apparato di Golgi. Un tipico esempio di ghiandola a secrezione proteica è la parotide.
A secrezione glicoproteica (o mucosa), in cui il secreto è come quello delle cellule caliciformi.
Le cellule hanno un citoplasma voluminoso, in quanto il muco, essendo carico negativamente, trattiene grandi quantità di acqua.
Il citoplasma è quasi interamente occupato dalle vescicole di secreto tanto che il nucleo viene schiacciato verso il polo basale della cellula.
La basofilia è modesta o assente (hanno un aspetto “vuoto” al microscopio) in quanto non sono necessarie molte cisterne di RER per produrre la componente proteica del secreto che è minoritaria rispetto a quella zuccherina. A livello apicale c’è un apparato di Golgi ben sviluppato perché notevolmente impegnato nella glicosilazione delle proteine
Un esempio di ghiandole a secrezione mucosa sono le salivari minori.
A secrezione mista, in cui sono prodotti entrambi i tipi di secreto.
In queste ghiandole ci possono essere adenomeri a secrezione sierosa e adenomeri a secrezione mucosa. Talvolta, sono presenti adenomeri a duplice secrezione, in cui coesistono cellule a secrezione mucosa e sierosa. La classica ghiandola a secrezione mista è tubulo-acinosa composta, in cui la parte acinosa è sierosa, e prende il nome di semiluna di Giannuzzi.
Un esempio di ghiandole a secrezione mista sono le ghiandole sottomandibolari e sottolinguali.
A secrezione idrosalina, in cui il secreto è costituito da acqua e ioni. Tipici esempi ne sono il sudore (formato da acqua, Na+ e Cl-) ed il succo gastrico (acqua, H+ e Cl-).
La membrana delle cellule a secrezione idrosalina si caratterizza per la presenza di invaginazioni (infoldings) a livello delle quali si collocano pompe ioniche (per spostare gli ioni) ed i pori idrofili (per far passare l’acqua).
A secrezione lipidica, in cui il secreto è un lipide. L’esempio più importante è rappresentato dalle ghiandole sebacee, il cui secreto è costituito da trigliceridi.
Le cellule di questo tipo di tessuto ghiandolare hanno un REL molto sviluppato.
In base alla modalità di espulsione del secreto:
Merocrina, in cui il secreto viene espulso per esocitosi, dopo essersi accumulato nel citoplasma. È la variante più comune:
in questo modo vengono secrete le proteine del latte dalla ghiandola mammaria.
Eccrina, in cui il secreto (di natura idrosalina) viene riversato all’esterno attraverso pompe e pori, senza fenomeni di accumulo all’interno del citoplasma.
Apocrina, in cui il secreto si accumula in una porzione del citoplasma apicale che successivamente subisce gemmazione. È la modalità di secrezione dei grassi del latte della ghiandola mammaria.
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Olocrina (olos: tutto), in cui la cellula si riempie di secreto, il nucleo diventa picnotico, e la cellula si stacca dalla membrana basale. Questo accade a livello delle ghiandole sebacee della cute, che utilizzano come lume il follicolo pilifero, o a livello delle ghiandole di Meibomio dell’occhio, che riversano il loro contenuto direttamente nelle lacrime.
In base alla posizione rispetto alla superficie di secrezione:
Intraepiteliali: cellule caliciformi
Intraparietali (nella parete di un organo): ghiandole gastriche e intestinali e cripte del Lieberkuhn
o Coriali (corion: derma): nella tonaca propria e derma o Sottomucose: nella sottomucosa e ipoderma
Extraparietali: si trovano al di fuori della parete dell’organo in cui versano il secreto o Fegato, pancreas
Cellule mioepiteliali
Sono cellule di derivazione ectodermica situate in alcune ghiandole come le salivari, la mammaria in allattamento e le sudoripare apocrine. Esse sono situate tra le cellule dell’adenomero e la membrana basale e sono simili, per la loro morfologia, a cellule muscolari lisce, ma hanno dei prolungamenti che avvolgono gli elementi secernenti formandovi attorno una sorta di canestro.
La loro attivazione, cioè la loro contrazione, “spreme” gli adenomeri e i dotti favorendo la progressione del secreto dall’adenomero verso i dotti escretori e verso la superficie libera.
Queste cellule possono essere attivate secondo sue vie:
Una via nervosa, che parte dal sistema nervoso autonomo. Un esempio è l’aumento della secrezione salivare alla vista di un alimento invitante;
Una via endocrina e si attua, ad esempio, a livello della ghiandola mammaria quando, in seguito allo stimolo meccanico della suzione, si ha l’aumento della produzione di ossitocina da parte dell’ipotalamo e quindi un aumento della secrezione di latte.