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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2003, 22 settembre

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SCIENZA ECONOMICA, FIN A N Z A , COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PR IV A T I

Anno XXXIX

Vol. X LIII

Firenze, 22 Settembre 1912

». 2003

SOMMARIO: L ’ Istituto Nazionale delle Assicurazioni — Za d i g, Morale internazionale — Le società italiane di assicurazione sulla vita nel sessennio 1004-1909 — Le Casse di risparmio francesi nel 1910 — RIVISTA BIBLIOGRAFICA : Dott. Giacomo Barone Russo, L'émigration ; ses effets dans le Midi de l’Italie - Gino Arias, La sintesi economica — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA :

I l movimento dell’Assicurazione francese contro g l’ infortuni nel 1111 - I l movimento del pauperismo irlandese - Lo sviluppo industriale e commerciale di Cuba - Le statistiche sommarie delle nascite, dei matrimoni è dei morti in Francia — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : I l com­ mercio del Perù - I l commercio della Germania — Gli istituti di assicurazione sociale come istitu­

zione di credito fondiario — Cronaca delle Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse —- Notizie commerciali.

L’ Istituto nazionale detti! assicurazioni

Il 12 corr. è stato inaugurato con un di­ scorso del Ministro on. N itti, il Consiglio d’Am ­ ministrazione dell1 Istituto nazionale delle assi­ curazioni, la presidenza del quale Consiglio è stata affidata, come è noto, al comm. Bonaldo Stringher, Direttore Generale della Banca d’Italia.

Noi abbiamo più volte manifestato il nostro convincimento contrario al monopolio di Stato delle assicurazioni, pur rendendoci conto delle ragioni per le quali il Governo credeva, per re­ centi fatti pericoloso di lasciare in mano a pochi privati una parte così notevole del risparmio na­ zionale. Si è visto, per segni non dubbi, che quelle ingenti somme rappresentano una forza, la quale in certi casi può anche turbare l’ an­ damento regolare dello Stato fino al punto da impedirne la funzione. Ed è appunto nostro con­ vincimento che il concetto di creare un monopolio delle assicurazioni vita sia sorto od almeno ne sia stata affrettata la applicazione, dopo le vicende che hanno subito i progetti per i servizi marittimi. E la forma quasi irosa che nel primo momento aveva assunto il disegno di legge, lascia com­ prendere tutto un insieme di risentimenti, verso alcuni gruppi finanziari, risentimenti che spin­ sero il Governo ad oltrepassare ogni misura di moderazione ed anche di equità nel formulare il suo primo disegno.

(Jiò spiega la violenta opposizione, non solo degli interessati, ma anciie di molti studiosi; e spiega pure da una parte il contegno pertinace­

mente ostile di alcune tra le più potenti Società estere di assicurazione, appoggiate dai loro Go­ verni, dall’altra i successivi temperamenti accet­ tati dal Ministero per rendere meno sopraffattrice la legge, e le felici trattative condotte a termine per debellare l’ostilità delle Compagnie estere.

Certo è che la legge ed il regolamento hanno assunto un carattere meno eccessivo in varie delle fondamentali disposizioni e quindi le ra­ gioni della opposizione sono di conseguenza in gran parte cessate. Se si considera poi che ormai ci troviamo davanti ad un fatto compiuto e che si tratta di un Istituto destinato ad assumere in un avvenire non lontano una grandissima importanza sotto vari aspetti, è evidente essere interesse di tutti che l’ Istituto stesso funzioni nel miglior modo, ed essere ancora dovere di tutti cooperare perchè esso si organizzi ed agisca a vantaggio così del pubblico come dello Stato.

Noi non abbiamo da modificare nessuno dei giudizi che a suo tempo abbiamo esposti intorno al monopolio delle assicurazioni, ma riconosciamo che di fronte alla legge approvata, la questione di massima sarebbe semplicemente accademica, mentre è necessario invece seguire l’ Istituto nei suoi primi passi e collaborare al suo retto fun­ zionamento.

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594 IV E C O N O M IS TA 22 settembre 1912

«spirito di illuminata e q u ità » che informa ogni 1 suo atto. Il primo passo quindi nella costituzione dell’ Istituto non poteva essere più felice.

Il Ministro poi nel suo discorso ha dato la importante notizia che si sono conclusi accordi I con alcune Società per l’acquisto del loro stock di assicurazioni in corso, così che ormai è assi- l curato all’ Istituto nazionale un portafoglio di cento milioni, mentre sono sempre in corso trat- j tative con altre Compagnie riuscendo le quali il portafoglio salirà a non poche centinaia di mi- ] lioni.

Tale notizia è confortevole in quanto si af­ ferma così la funzione dell’ Istituto che nasce già ! ricco di una rilevante somma di affari; ma è in- ' sufficiente per giudicare se le condizioni di acqui- j sto dei diversi portafogli siano state in tutti i casi vantaggiose all’ Istituto nazionale.

Avremmo desiderato che le parole del Mi­ nistro fossero state più precise circa la sistema­ zione definitiva della Cassa-pensioni di Torino. L ’ impressione che si riceve da quello che ha ; detto l’ou. Nitti, è che, per ora almeno, si cerchi 1 di ostacolare ai soci l’esercizio del diritto di re­ cesso, prevedendo lunghissimo il periodo di liqui- I dazione. Eppure le vicende di quella Cassa-pen- ì sioni, sono state così strane e così lamentevoli che sarebbe desiderabile togliere di mezzo al più presto il malcontento e la conseguente agitazione dei soci. Crediamo che se si richiedesse una di­ chiarazione a quelli ohe dicono di volere il re- 1 cesso, essi non risulterebbero in così gran numero a paragone del totale, da assorbire tutto il capi­ tale liquido o facilmente liquidabile della Cassa.

Tuttavia è da tener conto che il Ministro ha ! indicato al Consiglio che uno dei suoi più impor­ tanti uffici è quello di sistemare la Cassa-pen- I sioni di Torino. E questo auguriamo che avvenga il più presto possibile.

Morale Internazionale

Partendo dal principio che realmente esista nei rapporti Contrattuali fra singoli individui, così come fr « quelli di collettività stipulanti a mezzo dei loro Stati, una morale astratta, asso­ luta ed inderogabile, scrittori di cose economiche si dibattono, con diversa tendenza, gli uni nel dimostrare che i rapporti internazionali devono essere improntati alla stessa lealtà, alla stessa correttezza, allo stesso spirito di osservanza dei patti che esiste o si presume esista fra privati ; gli altri nel badili tare pei primi una certa elasti­ cità di interpretazione, alcune vie secondarie di elusione, dei mezzi occulti od indiretti che val­

gano a modificare, attenuare o talvolta anche annullare la efficacia o la essenza del vincolo con­ trattuale.

A riguardo dei trattati di commercio, ad esempio, da alcuni si reclama e si pretende che g li Stati stipulanti si comportino di fronte ai termini del trattato con quella rigorosa osser­ vanza che un privato, si dice, avrebbe di fronte ad uno strumento notarile al quale avesse appo­ sta la propria firma ; gli altri, con attitudine più corrente e più disinvolta, insinuerebbero, che il detto fa tta la legge, trovato V inganno non do­ vesse poi essere troppo estraneo, in certe con­ tingenze, a questo genere di impegni contrattuali. Si hanno quindi da una parte coloro che allorché vedono nelle riduzioni dei diritti di trasporto, o nella applicazione di premi di esportazione, o nella ordinazione da parte dello Stato di prodotti a prezzi di incorag­ giamento per la industria nazionale, limitati od elusi gli effetti di una convenzione inclusa nel trattato di commercio, gridano non soltanto al­ l’allarme, ma quasi al ladro e denunciano lo Stato così validamente protettore della propria produzione come un fedigfago, uno stipulante immorale e sleale.

Dall’altra invece v hanno uomini d’altret­ tanto valore, la correttezza ed onestà dei quali iu ogni atto privato o pubblico è indiscussa tanto quanto illibata, che non solo applaudono alla istituzione di un Osservatorio Doganale e ne vorrebbero uno anche Ferroviario intesi a pre­ parare ai delegati commerciali il materiale ne­ cessario alla più oculata e proficua stipulazione dei trattati di commercio, ma, con piena se­ renità ed arguto spirito, suggeriscono che nel­ l’accordo dei due organi si troverebbe appunto quel mezzo efficacissimo atto a lenire, modificare o correggere, in armonia colle convenienze na­ zionali, le imperfezioni dei già stipulati trattati. Tanto i primi però quanto i secondi di questi teorici della scienza internazionale sanno la enorme differenza giuridica che passa fra una stipulazione conclusa da piòvati ed una stipula­ zione intervenuta fra Stati ; nè noi vorremo in­ trattenerci a dimostrare che la sanzione che si riscontra nelle norme di diritto codificato e nelle consuetudini aceompaguanti le prime esulano in vece del tutto in quelle che nascono fra Nazione e Nazioue, mancando fino ad ora. non solo una codificazione internazionale, ma tuttavia le basi per una sanzione di qualunque genere, diversa da quella che nella guerra si afferma col diritto del più forte.

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pensano i rapporti sociali diversi dai secondi che chiameremo i pratici, e pei quali l’evolversi della vita non può trovare limite di freni, che le mu­ tate condizioni di rapporti dimostrano incompa­ tibili. Gli idealisti non vogliono vedere anche nella vita privata e malgrado le innumerevoli disposizioni giuridiche, amministrative eco. ecc. intese ad arginare il dilagare delle infrazioni alla vacillante moralità, che il tentativo di adat­ tarla quotidianamente ad un regime di vita più elastico è incessante, è pressante. Essi non ve­ dono o non vogliono vedere che anche fra privati ed in commercio in specie, la formazione di un patto di una convenzione qualsiasi dà occasione di studio a formule, a sotterfugi, a raggiri, ad interpretazioni atte a dar ragione e maggior pro­ fitto al più abile al più astuto al più intellettual­ mente forte e ohe il disagio della stretta osservanza dei regolamenti si mostra talvolta dannoso.

In nome della morale astratta, di principi vaghi ed indefinibili che sarebbero ben lontani dal poter concretare in norme sicure, gli idea­

listi, chiusi in un rigorismo severo li vorrebbero

applicati a tutti i rapporti del vivere sociale, sia privati che pubblici, senza transazioni, senza sfumature, senza adattamenti, e per questo fatto ad ogni passo de! loro vivere, in ognuna delle loro osservazioni sulla vita imbattono in qualche ingiustizia ; e perfino in quelle stesse codifica­ zioni che dovrebbero rispecchiare i sacrosanti principi da doversi anche osservare nei rapporti internazionali.

I p ra tici invece, abbandonate queste illu­ sioni, ma non disillusi sul progredire costante del genere umano, traggono dalla costante pra­ tica della vita norme di adattamento alle di­ verse contingenze di quella morale che, senza essere infranta, diventa veramente pratica e sana, soltanto quando non è di iuceppo e quando non lede, ma giova sia pure temporaneamente alla combinazione ed attuazione di rapporti sociali.

Gli idealisti reclamano in nome della mo­ rale e della onestà, attraverso le molteplici ma­ nifestazioni della vita, non piu sentita nella antica misura una disperante codificazione internazio­ nale di quei vecchi principi che sfuggono loro e che non reggono all’attrito delle moderne lotte \ di concorrenza., di esistenza, di convivenza, di espansione, di adattamento ecc., mentre i p ra tici, j esultanti che almeno i rapporti internazionali : sieno liberi da quegli inceppanti ostacoli ¡q u a li j senza riuscire ad impedire totalmente g li strappi, j spesso affliggono e vessano soltanto i rapporti j individuali, traggono giusto vantaggio non già j per fare oltraggio ai principi della morale, ma ! per applicarli con quella larga interpretazione j

che negli effetti già constatati si osserva essere più a beneficio che non a nocumento del vivere sociale ed universale.

Ma dove andremo a finire? chiedono con atto disperato i nostri buoni idealisti che non solo si preoccupano dei conculcati antichi pre­ cetti e della loro scomparsa nelle norme infor­ matrici dei moderni rapporti internazionali, ma che nelle deroghe e nelle deviazioni dai patti contenuti nei trattati di commercio vedono un baratro nel quale vanno a precipitare in aspro combattimento di tariffe doganali e ferroviarie, premi d’esportazione ecc., g li Stati concorrenti.

Essi stessi non ignorano la risposta : nella lotta della vita, ci insegnano, la vittoria, il di­ ritto, il comando è sempre stato del più forte e nella lotta delle concorrenze commerciali, cosi come in tutte le lotte, la mèta finale sarà la vit­ toria del più forte, del più forte fisicamente, se le violazioni dei trattati di commercio avranno per sanzione la guerra ; del più forte intellet­ tualmente, se la lotta sarà pugnata a colpi di furberia, di astuzia, o di Osservatori doganali e | ferrovia ri.

Cade qui opportuno ora riassumere in breve due recenti scritti, l’ uno del prof. A. J. de Johan- ! nis (1), l ’altro dell’on. L. Luzzatti (2) sulla que­

stione sopra vista.

Pone il primo il suo quesito in questi ter- i mini : un paese che ha- stipulato un trattato di i commercio con un altro, si trova perciò solamente tenuto a non alterare legalmente la sua tariffa, come modificata dal trattato, o assume altresì l’obbligo morale di rispettare anche lo spirito della convenzione firmata?

Partendo dalla definizione della concorrenza come l’assieme di pratiche finanziarie, economiche e tecniche compiute da un produttore allo scopo di eliminare dal mercato altri produttori e di conquistare un monopolio più o meno esteso, egli esclude che tale essenza del fenomeno possa estendersi nei rapporti internazionali, perchè in tal caso essa provoca 1’ intervento della rappre­ sentanza legale lo Stato, o tollera ed ammette tacitamente l’ intervento a mezzo dell’organo Go­ verno.

Dopo aver stabilito che le tariffe doganali di uno Stato tendono ad impedire la concorrenza dei prodotti degli altri Stati e che Invece i

trat-(1) A. J . de .To h a n n is, L a cimeurrence interna-

tionale et les ta rifs ile chemins de fe r , in Kevue Econom ique Internationale. 15-20 aprile 1912.

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596 L } E C O N O M IS TA 22 settembre 1912

tati di commercio cercano di permettere entro

certi lim iti questa concorrenza, rileva che in tali

trattati gli Stati appunto concordano la possibi­ lità di una data concorrenza per certi prodotti esteri nel territorio nazionale, e in cambio della concessione, la possibilità (che è considerata come un valore equivalente), di una data concorrenza in favore di certi prodotti nazionali nel territorio dell’altro Stato.

Ma lamenta l’Autore che le tendenze a con­ siderare i trattati di commercio come dei con­ tratti ohe si possono eludere senza infrangere la morale è già inveterata nei governi e cita a tale • scopo numerosi esempi pressoché noti, finché giunge ad intrattenerci, fra gli. altri, suite tariffe j di trasporto ferroviario come uno dei mezzi più potenti di cui si valgono i governi per attenuare o variare gli effetti delle tariffe doganali gene­ rali o convenzionali, con rilievo finale che assai più pericoloso si manifesta il fenomeno là dove j le linee ferroviarie sono esercite dallo Stato, an- j zichè da private compagnie.

Vorrebbe il prof, de Johannis che simili | atti si potessero interdire, così come è interdetto ad un privato, egli dice, di compiere atti che, anche indirettamente tendono ad eludere le conseguenze legittime di un contratto, ma nella conclusione, anziché giungere ad indicare un mezzo valido ! per sanzionare tale morale interdizione egli non ] si spinge più oltre che nello escogitare un ap- ! pello alla lealtà degli Stati, al quale rimedio del resto mostra di prestare limitata fiducia, perchè | subito dopo sente il bisogno di passare al sug- j gerimento pratico che egli ritrova soltanto attua­ bile nell’ includere nei trattati di commercio j anche le basi immodificabili delle tariffe ferro- ; viarie, il che egli certamente non ignora si pra­ tica già nei trattati stessi.

Ma l’autore è troppo conoscitore delle astuzie economiche di cui possono valersi gli Stati per illudersi anche leggermente sulla efficacia di tale j provvedimento di cui preconizza facilmente la } elnsioue, perciò termina ben giustamente col deplorare che il commercio della Nazione sia \ ormai fatalmente avviato verso questa triste j china pericolosa degli artifici dei sotterfugi e delle j illiceità per reggersi e sostenersi nelle lotte della concorrenza.

Con simpatica disinvoltura ed ingenua au- ì dacia l’on. Luzzatti invece nel breve articolo citato, prende le mosse dal fatto che l’ Italia nostra è un paese che si lagna, quando i danni lo colpiscano con tanto più aspro gridìo quanto meno si adoperano a prevenirli gli interessati. ! Dopo aver ricordato che fino dal 1883 egli as­ sieme a ll'Osservatorio Doganale, aveva propu­

gnata la opportunità che si completasse un Os­

servatorio Ferroviario, spiega che le ricerche

dei due osservatori, nel suo programma, dovevano essere insieme collegate per prestare armi con­ tinue e forbite ai preparativi delle tariffe doga­ nali e ferroviarie, ai negoziatori dei trattati di commercio.

Lamenta 1’ illustre scrittore, che le solite gelosie dei dicasteri abbiano impedito l’attuazione del suo programma, perchè « l’esempio degli altri paesi fa manifesti i rapporti sempre più'intim i in una formidabile politica economica fra lo ta­ riffe doganali e ferroviarie per abbattere vittorio­ samente una concorrenza estera, per provocare dei traffici internazionali, che senza questi aiuti in­ diretti, e talora misteriosi, non sarebbero possi­ bili e, quel che è più, per correggere gli effetti sinistri di dazi troppo alti all’estero o troppo bassi in casa nostra, che le necessità inesorabili delle trattative hanno dovuto infliggere ad al­ cune produzioni nazionali ».

Senza la minima e neanche lontanamente accennata preoccupazione della questione morale che tormenta il prof, de Johannis, sia nella di­ sgustante infrazione dell’ora presente, sia nelle imprevedibili conseguenze future, l’on. Luzzatti schivo dal creare da se stesso inciampi alle sue tesi, e più propenso al detto sim ilia similibus, che al rigoroso e contrattuale do ut des nei rap­ porti commerciali internazionali, dice francamente: « L a Germania si è posta nel centro del- 1’ Europa, come una grande, mirabile, potentissima compagnia di esportazione, a cui gli aiuti sono somministrati, senza scrupoli di qualsiasi specie, da un Governo che accuratamente cerca di veder tutto e di saper tutto, e francamente, e rude­ mente pone a fianco dei suoi produttori la potenza della maestà imperiale, la storia della industria siderurgica tedesca connessa con l’estrazione del carbon fossile, narrata anche ora in opere tecni­ che magistrali nei suoi minuti particolari (in queste indagini gli ingegneri francesi rivaleg­ giano con i tedeschi), attesta il modo luminoso col quale questo esercito di siderurgici, con ac­ cordi di ogni specie favoriti dal Governo, colle combinazioni dei premi di uscita, non concessi dallo Stato per rispettare nelle forme i trattati di commercio che li vietano, ma distribuiti dai sagaci artifici delle unioni dei fabbricanti, colla cura gelosa di non comprare all’estero nulla di quanto occorra al Governo centrale e agli Stati federati, riconoscendo a vantaggio dei produttori nei prezzi di acquisto il benefizio dei dazi di confine, con una sagace divisione del lavoro negli opifici esistenti, muove all’assalto e alla vittoria

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Gli Inglesi e i Belgi sono i primi a ricono scere questa grande potenza della siderurgia te­ desca, la quale non ha riscontro che in quella degli Stati Uniti d’America ; opera I’ una e l’altra di mezzo secolo. Ma ciò che è meno noto è l’aiuto delle tariffe ferroviarie, che lo Stato tedesco fa circolare in tutta la vita siderurgica, insieme al trasporto ancor più economico per fiumi e per canali. Oh! se 1 ’ Osservatorio fe rrov ia rio vagheg­ giato sin dal 1883, come quello doganale ci ha narrate tutte le vicende che g li spettavano di investigare, nel mondo, avesse potuto compiere il suo ufficio delicato, quanti provvedimenti ritar­ dati o non presi ancora si sarebbero potuti com­ piere ! E vi è un punto in particolar modo dove essi sono assolutamente, necessari ».

E qui accenna agli addolcimenti delle ta­ riffe ferroviarie e della imposta che deve poter intervenire per lenire i dolori delle vittime dei negoziati, ma aggiunge che i mali doganali da correggersi devono essere davvero gravi, irrepa­ rabili e tali da giustificare i supremi rimedi. In ­ fine deplorando il mancato coordinamento fra gli organi doganali e ferroviari, insiste che siffatte colleganze avrebbero l’altro vantaggio di impe­ dire un ordinamento di tariffe interne e interna­ zionali preparato con così scarso senso economico da volgersi contro la produzione italiana.

In sostanza i due economisti non potreb­ bero essere nel loro concetto sostanziale più dia­ metralmente opposti dal che emerge quanto inte­ ressante sia la questione, così dal punto di vista

idealistico come da quello pratico, sulla quale

abbiamo già espresso il nostro convincimento.

Za d ig.

L

ì

Società italiane di Assicurazione sulla vita

NEL SESSENNIO 1904-1909

Continuando lo spoglio della importante ras­ segna cominciata nel fascicolo scorso e tratta da una pubblicazione della Direzione Generale del Credito, della Previdenza, della Cooperazione e delle Assicurazioni sociali presso il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, diremo che il numero delle polizze in vigore fu nel 1903 di 154.67G, e crebbe a 171,228 nel 1904, a 192,045 nel 1905, a 209,312 nel 1906, a 225,173 nel 1907 a 251,860 nel 1908 a 274,549 i«el 1909.

Pubblichiamo ora la seguente tabella del numero delle polizze emesse dalle sole Società nazionali.

Soc. anon. per azioni Società mutue Società cooperative

Totale Società naziou.

Soc, anon. per azioni Società mutue Società cooperative

Totale Società nazion.

Soc. anon. per azioni Società mutue Società cooperative

Totale Società nazion.

1903 1901 1905 50,185 51,717 54,385 12,786 18,213 24,487 12,071 15,484 21,318 75,042 85,414 100,190 1906 1907 58,464 67,361 26,928 30,152 25,004 27,141 110,396 124,654 1908 1909 83,310 96,714 32,201 31,911 31,203 37,526 146,714 166,151

I l maggior numero di polizze è stato emesso da Società anonime per azioni ; ma l’incremento annuo è stato proporzionalmente più elevato per le Società cooperative e per le mutue negli anni dal 1904 al 1907.

L e polizze delle Società estere sono COrtì

li-partite secondo la nazionalità :

1903 1904 1905 Soc. austro-ungariche 43,422 46,602 50,054 Soc. francesi 8.762 9,394 9,822 Soc. germaniche 1,986 2,104 2,338 Soc. inglesi 6,364 6,796 6,883 Sqo. olandesi 1,361 1,519 1,709 Soc. spagnola — — — Soc. svizzera 686 684 703

Soc. degli S. U. d’ Amer. 16.953 18,715 20,346

Totale Soc. estere 79,534 85.814 91,855

1906 1907 Soc. austro-ungariche 55,341 60,180 Soc. francesi 10,208 10,897 Soc. germaniche 2,448 2,556 Soc. inglesi 7,013 7,048 Soc. olandese 2,018 2,276 Soc. spagnola — — Soc. svizzera 686 813

Soc. degli S. U. d’Amer. 21,202 16,749

Totale Soc. estere 98,916 100,519

1908 1909 Soc. austro-ungariche 63,728 66,816 Soc. francesi 11,698 12,092 Soc. germaniche 2,691 2,829 Soc. inglesi 7,227 7,279 Soc. olandese 2,880 3,052 Soc. spagnola 28 65 Soc. svizzera 889 1,043

Soc. degli S. U. d’Amer. 15,995 15,222

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598 L ’ E C O N O M IS T A 22 settembre 1912

Circa la classificazione delle polizze delle | 1908 1909

rendite e dei capitali assicurati e delle riserve

Assicur. a vita intera 30,664 30,419

matematiche pubblichiamo il prospetto riassun- Assicur. temporanee 2,549 2,444

tivo seguente da cui si rileva la distribuzione

Assicur. miste e a termine fisso 60,500 63,593 delle polizze :

Societcì nazionali.

Assicur. diverse 9,819 10,379

Assicur. di rend. immediate 1,347 1,322

1904 1905 Assicur. di rend. temporanee e

Assicur. a vita intera 20,011 21,089 differite 257 241

Assicur. temporanee 9,842 12,898

Assicur. miste e a termine fisso 37,393 41,975 Totale polizze 105,136 108,398

Assicur. diverse 13.585 19,687

Assicur. di rend. immediate 2,213 2,335 È interessante il capitolo relativo alla

ese-Assicur. di rend. temporanee e

differite 2,370 2,206

cuzione dell’art. 145 Cod. Commercio.

L ’articolo 145 del Codice di commercio

pre-Totale polizze 85,814 100,190

scrive che le Società di assicurazione sulla vita e le Società amministratrici di tontine, nazionali 1906 1907 od estere, debbano impiegare in « titoli del

De-Assicur. a vita intera 22,874 24,408 bito pubblico dello Stato » un quarto, se sono

Assicur. temporanee 16,116 21,009 nazionali, la metà, se sono estere, delle somme

Assicur. miste e a termine fisso 45,577 53,894 pagate per le assicurazioni e dei frutti ottenuti

Assicur. diverse 21,246 20,523 dai medesimi titoli : questi titoli devono essere

Assicur. di rend. immediate 2,490 2,645 depositati presso la Cassa dei depositi e prestiti Assicur. di rend. temporanee e

differite 2,093 2,175

con vincolo a favore degli assicurati italiani. I modi ed i termini di questo impiego

ven-Totale polizze 110,396 124.654 nero stabiliti negli articoli da 55 a 61 del

re-1908 1909 golamento per l’esecuzione del Codice di

Com-Assicur. a vita intera 26,730 27,750 mercio approvato con regio decreto 27 dicembre

Assicur. temporanee 22,718 21,184 1882. Però mentre l’art. 145 del Codice di

com-Assicur. miste e a termine fisso 70,134 • 85,509 mercio parla in generale di titoli del Debito

Assicur. diverse 22,403 26.851 pubblico, l’art. 55 del regolamento usa

l’espres-Assicur. di rend. immediate 2,947 2,814 sione: « t it o li del Debito pubblico consolidato ». Assicur. di rend. temporanee e

differite 1,782 2,043

Le Società di assicurazione protestarono ripe­ tutamente contro questa limitazione dei modi

Totale polizze 146,714 166,151

d’ impiego della parte dei premi stabilita dall’ar- t :colo 145, ed il Ministero di agricoltura,

rico-Società estere.

1904 1905

noscendo fondate tali proteste, ottenne, su con­ forme parere del Consiglio di Stato, che fossero ammessi a deposito titoli che non rientrano nella

Assicur. a vita intera 28,405 29,718 categoria dei titoli del Debito consolidato, ma

Assicur. temporanee 2,646 3,356 che rispondono alla più comprensiva espressione

Assicur. miste e a termine fisso 45,913 49,158 di Debito pubblico, adoperata dall’articolo 145.

Assicur. diverse 7,676 8,383 E in questa maniera vennero per esempio

Assicur. di rend. immediate 933 994 ammesse a deposito le obbligazioni ferroviarie

Assicur. di rend. temporanee e

differite 236 246

3 per cento, i certificati ferroviari del Tesoro 3.50 e 3.65 per cento ed altri titoli.

Totale polizze 85.814 91.855 Nello stesso tempo, speciali disposizioni

le-Assicur. a vita intera

1906 30,688

1907 30,244

gislative hanno varcato non solo il campo ri stretto dei titoli del consolidato ma anche

Assicur. temporanee 4,347 2,457 l’altro più vasto dei titoli di Debito pubblico,

Assicur. miste e a termine fisso 53,694 57,004 ammettendo al deposito titoli che non solo non

Assicur. diverse 8,855 9,222 rientrano tra i primi, ma neppure tra i secondi:

Assicur. di rend. immediate 1,078 1,324 fu così ammesso il deposito delle Cartelle di

Assicur. di rend. temporanee e

differite 254 268

credito fondiario e delle Obbligazioni del Con­ sorzio solfìfero siciliano.

Secondo le disposizioni dell’articolo 56 del

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commercio, i titoli devono essere volutati al corso di Borsa del giorno precedente al deposito. Ed il modello di bilancio stabilisce che con questa stessa valutazione siano segnati nella situazione patrimoniale delle Compagnie di assicurazioni.

Ecco un prospetto indicante il valore nomi­ nale dei titoli depositati presso la Cassa depo­ siti e prestiti e quello corrispondente segnato in bilancio alla fine di ciascuno degli esercizi da! 1904 al 1909 :

Anno Valore Valore segn. Differenza

nominale in bilancio 1904 174,848,752 151,944,553 22,904,199 1905 191,023,915 164,057,987 26,965,928 1906 205,887,610 175,159,399 30,728,211 1907 220,327,127 188,174,409 32,152,718 1908 238,517,990 205,074,863 33,443,127 1909 253,284,345 220,247,023 33,037,322

La Relazione ci dà ancora ragguagli circa le operazioni compiute nel sessennio 1904-1909, dalle associazioni e imprese tontinarie e di ri- partizione, che distingue in due parti :

1) a ripartizione di interessi ;

2) a ripartizione di capitale e di inte­ ressi. E di ambe le specie ci dà ampi ragguagli

e notizie del loro ordinamento.

Infine la Relazione a spiegazione di quanto fu detto ci dà importanti tavole allegate con prospetti dettagliatissimi. V i si trova l’elenco completo delle Società d’assicurazione sulla vita nel ses­ sennio 1904 909, le situazioni patrimoniali, i mo­ vimenti delle polizze, dei capitali, delle liscive matematiche, dei depositi ecc., con cifre esattis­ sime perchè ricavate dai bilanci delle Società, pubblicato a cura del Ministero di agricoltura, industria e commercio nel Bollettino ufficiale delle Società per azioni secoudo quanto prescrive l’art. ISO Cod. Corani.

A i compilatori di tale pubblicazione va data viva lode per la esattezza e la completezza del loro lavoro.

Le Casse di Risparmio Francesi

nel 1910

Il Journal Officiel ha pubblicato un resoconto delle Casse di risparmio francesi ordinarie per l’anno 1910, e antecedentemente uno della Cassa Nazionale di risparmio.

Questi rapporti preparati da due ammini­ strazioni differenti, sono compilati su basi di­ verse ; onde il Ministero del lavoro e della Pre­ videnza sociale in Francia ha creduto dover sta­ bilire in quadri riassuntivi preceduti da Relazione le operazioni delle due specie di Casse di Rispar­ mio dando altresì il movimento generale del ri­ sparmio francese durante l’anno considerato. Ecco un sunto di tale Relazione :

• Osservato che i rapporti considerano agli I effetti delle operazioni delle Casse di risparmio ! anche l’Algeria, rilevasi che nell’ annata 1910 | si sono aperti 1,155,039 libretti nuovi dei quali 1,151,033 a particolari e 4,006 a delle Società, ì Calcolando pure 32,516 libretti aperti in seguito ! ai passaggi da cassa a cassa, per le casse ordi- ! narie il numero dei libretti nuovi si eleverebbe | a 1,187,555: ne furono pagati 777,442. Final­

mente al 31 dicembre 1910, restavano in corso 14,088,698 libretti cioè un aumento di 410,113, ! ossia del 2.99 per cento. I l saldo dovuto, che

alla fine del 1909 era di ir. 5,478,039,312 ha raggiunto alla fine del 1910, fr. 5,648,276,099 e la media di ciascun conto si è elevata a fr. 400, e cioè un accrescimento del soldo di 170,238,786 ! franchi, tanto che la media resta la stessa.

Ecco qualche dato sulle principali operazioni ; compiute dalle Casse di risparmio francesi :

Il numero dei versamenti si è elevato a ! 9,195,027 per un ammontare di fr. 1,516,343,038, j il che rappresenta una media di fr. 164 per ope- ! razione. Relativamente all’ annata precedente e ! tenendo conto delle operazioni fatte dalle Casse di risparmio ordinarie algerine o in altre circo­ stanze, si ha un aumento di 332,919 ossia del 3.75 per cento nel numero, e di fr. 31,376,595 ossia 2.11 per cento nell’ ammontare. L a media delle operazioni ha diminuito di fr. 3.

I l numero dei rimborsi d’ogni natui'a è stato j di 6,106,961 rappresentanti fr. 1,501,041,120 cioè | una media di 245 franchi per operazione.

Paragonate a quelle del 1909, (¡ueste cifre rilevano per . 1 numero un aumento di fianchi 123,056,852 ossia dell’ 8.92 per cento. L a media di ciascuna operazione ha aumentato di fr. 4.

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600 L ’ EC O N O M IS TA 22 settembre 1912

raggiunse i 5,890,767 per un ammontare di fr. 1,467,388,852 il che dà una media di fr. 249 circa per operazione. In rapporto al 1909, que­ sti risultati accusano un aumento di 205,124 nel numero, ossia del'3.60 per cento e di 119,713,759 nell’ammontare cioè dell’ 8.88 percento. La media della operazione è aumentata di fr. 12.

Dalla situazione generale delle Casse fran­ cesi di risparmio, risultano i seguenti dati alla fine del 1906-907-908-909 910:

Durante gli anni suddetti furono effettuati i seguenti versamenti e rimborsi :

Versamenti Rimborsi (Milioni) 1906 1,286.3 5,259,975 1907 1,361.3 5,342,894 1908 1,429.3 5,556,381 1909 1,434.9 5,715,279 1910 1,516.3 6,106,963

Ed ecco ora il numero dei libretti ad il o dovuto ai depositanti dui ante gli stessi 1

Nnm. libretti Saldo dovuto ai depositanti (Milioni) 1906 12,481,749 4,777.4 1907 12,847,599 4,981.5 1908 13,258,327 5,223.6 1909 13,678,575 5,478.0 1910 14,688,698 5,648.3

Ecco come si ripartiscono i 14,088,698 li­ bretti esistenti al 31 dicembre 1910 e il loro am­ montare di fr. 5,648,276,099 secondo le diverse categorie :

Libretti Numero Ammontare

(franchi) da fr. 20 al disotto 4,901,024 50,355,085 da fr. 21 a fr. 100 2,473,481 174,879,083 da fr. 101 a fr. 200 1,109,272 166,735,818 da fr. 201 a fr. 500 1,556,710 137.708,107 v da fr. 501 a fr. 1,000 1.412,055 1,014,094,313 da fr. 1,001 a t'r. 1,500 da fr. 1,501 e al di so 1,223,649 1,488,196,884

pra passibili di ri­

duzione 1,402,650 2.176,532.951

da fr. 1,501 e al di so-pra esenti da ridu­

zione per legge 9.857 29,773,858

Totali 14,088,698 5,648,276,099 Paragonati ai risultati del 1909, si ha luogo di constatare un aumento in tutte le categorie salvo per i libretti da 201 a 500 fr. e da 501 a 1,000 fr. L a media di ciascun libretto si è ele­ vata per la massima parte delle categorie di libretto; è rimasta stazionaria solo p e r i libretti da fr. 20 al disotto.

Confrontando i risultati del 1910 colla media di quelli del periodo quinquennale precedente si ha, per quanto riflette i versamenti, una dimi­ nuzione di 7,629 per il numero e un aumento di fr. 148,562,065 per

l’ammontare-Per quanto concerne i rimborsi, si ha un aumento di 738,011 per il numero e di 304,689,058 per l’ammontare.

Circa il numero dei libretti aperti, si ha per il 1910 un aumento di fr. 624,368,989.

Circa g li acquisti di rendita effettuati sia d’ ufficio, sia su domanda dei depositanti, i re­ sultati del 1910 rilevano sulla media del periodo 1905-1909 un aumento di fr. 2,792,255.

Il resoconto del quale abbiamo dato un breve riassunto porta una confortante situazione delle Casse di risparmio francesi, constatando, specie sul piccolo risparmio dei sintomi di progresso veramente soddisfacenti.

i U V I S T d B l D U O Q R d F K d

Dott. Giacomo Barone Russo, L ’émigration ;

ses éffets dans le M id i de V Italie. — Pa­

ris, M.- Rivière* et C., 1912, pag. 225 (3 fr. 50).

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Molto più analitica e quindi concludente è la Parte speciale di questo lavoro, essa costituisce un esame accurato e quasi completo della emigra­ zione nel Mezzogiorno d' Italia e nelle Isole. L ’ Autore mostra una larga, cognizione dei feno­ meni economici e demografici connessi alla emi­ grazione, e della letteratura contemporanea che tratta 1’ argomento.

Nel complesso questo libro è un buoq ma­ nuale sommario sul tema della emigrazione.

Gino Arias, La sintesi economica ( Analisi

del-V opera di Achille Loria ). — Torino, Fra­

telli Bocca, 1911, pag. 49.

L ’Autore prende in esame, quasi punto per punto, la geniale opera del prò1. Achille Loria per rilevare la dotti-ina che vi è sostenuto e per criticare alcuni dei principali postulati.

Io un breve cenno che a suo tempo abbiamo fatto del volume del Loria, abbiamo giudicato sommariamente che pivi della sintesi economica, il Loria ci ha data una analisi dei fatti econo­ mici che, se non può essere da tutti 5 in tutte le. sue parti accettata, costituisce però un con­ tributo scientifico di primissimo ordine. Ci com­ piacciamo lèggendo nelle pagine dell’Arias lo stesso giudizio, corredato da una critica profonda e dotta del libro..

Non è il caso di fare qui la critica della critica, ma rileviamo volentieri che su molti punti discussi dall’Arias ci troviamo d’ accordo con lui così nelle lodi come nei dubbi sollevati. Specialmente conveniamo che « sintesi econo­ mica » non voglia dire scoprire una legge generale che regola tutti i fatti economici, i quali sono troppo complessi e dipendenti da troppe cause per ammettere la esistenza di una sola legge ; pa­ rimenti troviamo giusti i dubbi che solleva l’ Au­ tore sul significato che si può attribuire alla « associazione coattiva». Meno c ncludente ci sem­ bra la critica fatta alle forme del reddito se­ gnalate dal Loria.

Ma non è. il caso, ripetiamo, di fare la cri­ tica di questo importante esame dettato dal­ l’ Arias sull’ opera del Lo ria ; tale esame acuto ed efficace è degno commento del lavoro magi­ strale del professore dell’ Università di Torino.

J.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— Ecco alcuni dati circa il Movimento dell’Assicurazione francese contro g l’ in­ fortuni nel 1911.

In base ai dati statistici del Ministero, le 22 Compagnie infortuni operanti in Francia in­ cassarono nel 1911 franchi 94,557,028 per l’as­ sicurazione obbligatoria contro gli infortuni degli operai assicurati ai termini della legge del 9 a- prile 1898. Le spese importarono in percento dei premi : 6.91 per cento per i decenni e spese di funerali; 38.73 per cento per inabilitazione per­ manente al lavoro; 22.26 per cento per l’ inabi­ litazione temporanea; 3.09 per cento per le spese mediche e di farmacia pei decersi e inabilitazione permanente e 10.88 per cento per quelle concer­ nenti 1’ inabilitazione temporanea al lavoro ; 2.49 per cento per le spese processuali ; 12.33 per cento per le spese di gestione e provvigioni ; 10.55 per cento per le spese generali d’ammini­ strazione (pigioni, tasse, imposte, ecc.), in totale 107.29 per cento.

Da ciò si rileva un aumento nelle spese poi­ ché nel 1910 le Società spesero soltanto 103.1 per cento. Ma la media di 107.29 per cento fu di gran lunga superata da parecchie Compagnie e fra queste menzioniamo: la Thémis con 122.71 per cento e l’ Union Industrielle du Nord con 121.33 per cento.

Più favorevoli furono invece i risultati dei- fi Internationale con 70.18 per cento, della Paix con 88.98 per cento e della Prévoyance con 95.38 per cento, le sole Società che abbiano lavorato con qualche utile industriale.

La perdita complessiva è di circa 6.9 mi­ lioni di franchi.

Le Società seguenti sono quelle che ebbero il maggiore introito di premi:

Próservatrice, fr. 10,639,438; Zürich, fr. 10,358,880; Abeille, 9,213.739; Providence, fr. 8,964,969; Urbaine-Seine, 8,522,213; Próvoyan- ce, 7,120,054; Secours, 6,138,745; Winterthur, 5,999,272; Union e Phénix Esp., 5,975,343.

— Pubblichiamo il seguente quadro che fa conoscere in medie annuali cinquennali il m ovi­ mento del pauperismo irlandese dopo i 11850.

Popolazione Numero Spese

in migliaia di migl iaia

Anui di abitanti assistiti di sterline

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602 L ’ EC O N O M IS TA 22 settembre 1912

Dal 1850 al 1855 il numero dei poveri ò elevatissimo con una proporzione del 22.7 per mille sulla popolazione, dopo la proporzione scendo a 8.4 per mille per ammontare fino al 23 per mille nel 1886-90.

Dopo il 1890, la proporzione è costante, le spese invece sono crescenti.

— Il vice console Cowan manda da Cuba al « Foreign Office 4, un rapporto interno alle

sviluppo industriale e commerciale di Cuba.

Il commercio con l’estero della lepubblica di Cuba nel periodo che va dal 1 luglio 1910 al 30 giu­ gno 1911, raggiunse un totale di steri. 49,432,634 di cui sterline 22,520,380 sono dovuto alle im­ portazioni e sterline 26,912,264 allo esportaziim'. In confronto all’anno precedente si è quindi avuto nn aumento di sterline 969,120 per le importazioni e una diminuzione di 3,904,871 sterline per le esportazioni. Questa diminuzione è specialmente dovuta al fatto che i raccolti fu­ rono piuttosto scarsi in Cuba durante l ’anno scorso e che molti generi alimentari subirono una diminuzione di prezzo. I principali generi di esportazione dell’isola sono : lo zucchero, il tabacco, ed ora anche il minerale di ferro. Dello zucchero se ne esportarono 1,484,451 tonn, con una diminuzione di quasi 400 mila tomi, di con­ fronto dell’anno precedente. L ’esportazione del tabacco raggiunse sterline 6,184,680, con una diminuzione di oltre 400 mila sterline in con­ fronto dell’anno precedente. Il caffè che nel pas­ sato costituiva uno dei principali prodotti di Cuba, è ora così poco coltivato, che non basta nemmeno a supplire un quarto del consumo che se ne fa nell’isola, per cui se ne debbono im­ portare ogni anno 25 milioni di libbre da Porto Rico. In quanto al minerale di ferro, durante l’anno scorso se ue esportarono tonn. 1,250,000 con un aumento di circa centomila tonn. sul pe­ riodo corrispondente dell’almo precedente. L a po­ polazione di Cuba alla fine del 1910 era di 2,199,859 abitanti su una supertice di 44,000 miglia quadrate. Parecchi importanti lavori di irrigazione sono in corso, fra i quali la costru­ zione di un largo canale che deve impedire in avvenire l’ inondazione periodica di vasti“ terri­ tori della provincia di Mitansas.

__In relazione all’articolo da noi riassunto nell’ ultimo fascicolo e pubblicato dal feig. E. S.

ne\\’È conomiste Européen rileviamo alcune no­

tizie demografiche sulla Erancia tratte dall U f­ ficio di Registrazione Generale del Regno Unito

che ha pubblicato le statistiche sommarie

delle nascite, dei matrimoni e dei morti in Francia verificatesi durante il primo tri­

mestre del 1912. Da esse risulta che le nascite

rappresentano una quota la più bassa che si sia fino ad ora constatata nel Regno.

Anche la quota della mortalità è discesa a 12,7 per mille, il che vuol dire di una unita e mezza inferiore in confronto del corrispondente periodo dell’anno scorso.

Il numero dei matrimoni è ulteriormente di­ sceso toccando una quota del 9,8 per mille, mentre quella dell’anno scorso era dell’ 11,3.

In complesso durante il trimestre ebbero luogo nel Regno Unito 89,932 matrimoni, 218,096 nascite, e 115,794 morti.

— Ecco alcuni dati sulla situazione finan­ ziaria del Brasile :

Il debito estero del Brasile ascende a quasi 95 milioni di lire stelline senza contare i debiti dei singoli Stati, di cui l’ Union ha, se non la responsabilità legale, per lo meno quella morale, ; ciò che nel caso, torna quasi esattamente lo

stesso.

L e spese annuali erano, nel 1903, di contos 352.518; nel 1905, di 401,396 contos; nel 1907, di 401,396 contos; nel 1909, di 585,535 contos. Nel 1911 esse han raggiunto la formidabile ci­ fra di 750,317 contos, più dei doppio in otto anni.

Ma gli aumenti non sono stati improduttivi per una buonissima parte. I miglioramenti con- | siderevoli della città di Rio Janeiro, la costru­ zione di ferrovie, di porti, di strade, di canali, sono opore che portano in sè stesse la rimune­ razione dei capitali elio sono stati ad esse con- I sacrati.

Un’altra constatazione incoraggiante, si è l’aumento delle entrate che permette di sperare al più presto un perfetto equilibrio, a condizione di non più aumentare le spese.

Il rapporto si può riassumere così :

Debito totale dell’ Union.

Debito estero Fr. 2,391,558,624

Debito interno » 1,304,125,000

Debito fluttuante » 457,287,645

Totale Er. 4,152,971,269 Somma richiesta pel servizio degl’ interessi e dell’ammortamento 1913, compreso la cassa di risparmio : fr. 203,131,795.

(11)

H

DEL [O I D I O H IÎE B M 1 1 L E

Il Commercio del Perù. — Secondo i rag­

guagli forniti da un recente rapporto consolare belga, il commercio totale del Perù che era stato nel 1908 di 10,790,913 l.re peruviane, si è ele­ vato nel 1909 alla somma di 10,761,291) lire pe- ruviane , queste somme si scompongono cosi ;

Importaz, Esportai.

(Lire peruviane)

1908 5,311,972 5,478,941

1909 4,298,627 6,492,770

1910 4,980,697 7,074,171

A questo commercio l’America partecipò per 1,796,028 lire peruviane nel 1908, per 1,098,434 nel 1909 e per 1,148,532 nel 1910 e I’ Europa per 3.168,709 nel 1908, per 2,930,663 nel 1909 e 3,469,433 nel 1910.

Per quanto riguarda P Europa va messo in prima linea l’ Inghilterra (1,547,960 nel 1908; 1,567,897 nel 1909; 1,679,701 nel 1910); posc.à viene la Germania (856,350 lire peruviane nel 1908, 687,232 nel 1909 e 790,910 nel 1910).

Il Commercio della Germania. — Ecco

i resultati del commercio speciale dolla Germania durante i primi sette mesi dell’auuata in corso:

Importazioni setta mesi 1912 1911 (milioni di Marehi) Prod, agricoli 4,003.59 3,643.66 Prod, minerali 533.59 506.68 Prod, chimici 241.60 214.97 Materie tessili 494.17 471.51 Rame 88.90 85.22 Metalli 327.29 282.25 Macchine 69.95 09.85 Diversi 209.20 190.40 'Pctale 5,968.29 5,463.55 Esportazione sette mesi 1912 1911 (milioni di Marchi) Prod, agricoli 789.59 811.34 Prod, greggi 427.32 353.73 Prod, chimici 461.02 427.67 Materie tessili 813.98 784.46 Rame 279.35 228.88 Metalli .912.99 806.62 Macchine 541.75 497.97 Diversi 660.93 582.64 Totale 4,886 93 4,493.31

Risulta quindi che il commercio germanico è aumentato dal 1911 912 di 898 milioni di marchi, di cui 505 alle importazioni e 393 alle esporta­ zioni.

Gli istituti di assicurazione sociale

come istituzioni di credito fondiario

Dal notiziario del Bollettino ultimo dell’Istituto internazionale di agricoltura rileviamo le seguenti importante notizie che esso a sua volta rileva da Una pubblicazióne tedeééà,

E risaputo che gli istituti e le società di as­ sicurazione privata e sociale han servito a concen­ trare enormi capitali nelle mani di un numero abbastanza limitato di amniimstrationi. Questi Isti­ tuti di assicurazione dovettero necessariamente mettersi d’accordo con le banche circa 1’ investi­ mento di fondi ch’esse impiegano per un parte m obligazioni di Stato e dei comuni e una parte in titoli ipotecari. Poiché i fondi, e sopratutto quelli impiegati nell’assicurazione Sociale, abbisognano di Solide garanzie per non essere intaccati nemmeno in tempo di guerra; è chiaro che ili molti casi gli istituti di assiourazione preferiscono ì titoli ion= diari agli stessi titoli dell’Impero e degii Stati.

Il deputalo H. Patthoff ha fatto dei nuovi Calcoli molto interessanti sull’ammontare di questi fondi impiegati tanto in ipotéche furali quanto in | ipoteche urbane.

Non si hanno nozioni esatte che sull investi- | mento dei fondi appartenenti agli istituti di assi- ! curazione contro 1’ invalidità.

Cosicché si conosce che nel 1906, 287 milioni | di marchi, cioè il 21,8 per cento del capitale sociale I di tali istituti, sono stati impiegati in ipoteche eoe. ! e 383 milioni di marchi cioè il 24,2 per cento Sonò ' stati impiegati nella stessa maniera nel 1909. Ma non solamente questa somma è destinata al credito fondiario. Sui 500 milioni di marchi che queste | istituzioni han prestato ai comuni e sui 10-20 mi- | lioni prestati alle casse di risparmio, poiché una somma molto rilevante è impiegata indirettamente in titoli ipotecali. 11 Codice imperiale avendo al­ largato il quadro delle assicurazioni e poiché le prestazioni dovranno aumentare in conseguenza, è probabile che in 10 anni i fondi degli istituti di assicurazione investiti in titoli fondiari arrive- 1 ranno ad un miliardo di marchi.

Le cooperative di assicurazione sociale contro gli infortuni, sono meoo importanti dal punto di vista del credito fondiario; tuttavia il Potthofi ri­ tiene che dei loro capitali, equivalenti al principio del 1910 a 500 milioni, il 20 per cento era impie­ gato nel credito fondiario e che molto probabil­ mente questa proporzione nell’avvenire aumenterà. Per quanto riguarda i capitali delle casse di assicurazione sociale contro le malattie, essi non i sono che di 300 milioni di marchi e non sono su­ scettibili di aumento. Solamente alcuni milioni di marchi sono impiegati in titoli fondiari.

(12)

604 L ’ E C O N O M IS TA 22 settembre 1912

di questo ramo dell’assicurazione saranno poco ri­ levanti nei primi anni, si può presumere che il totale dei fondi di questa assicurazione sarà nel 1912 di un miliardo e mezzo circa. Un quarto di questa somma deve essere impiegata, in forza della legge, in obbligazioni deUTmpefo e deirli stati fe­ derati. Il rimanente sarà riservato in gran parte al credito fondiario, in modo che l’amministrazione di questa assicurazione possederà nel 1922 un mi­ liardo di marchi in titoli fondiari.

Addizionando queste somme il Potthoff calcola nella seguente maniera i capitali dell’assicurazione sociale impiegati nel 1812 e nel 1921 in titoli fondiari : Assicurazione contro 1912 Marchi 1922 Marchi l’invalidità . . . Assicurazioni contro . 400 1000 Milioni gli infortuni . . Assicurazioni contro . 100 200 » le malattie . . . Assicurazioni degli im­

. 20 50 »

piegati pi'ivati . .

520

1000

2250 Milioni

Senza entrare in una critica del sistema di valutazione adottato da un uomo tanto competente in materia di assicurazione sociale come è il de­ putato H. Potthoff, e non considerando che i ri­ sultati ottenuti, risulta evidente in base a tali cifre che il credito fondiario tedesco dovrà subire delle grandi variazioni in seguito a questi investimanti.

Il tasso d’interesse delle ipoteche dovrà neces­ sariamente abbassarsi, a cagione della grande of­ ferta di capitali e quantunque la maggior parte di queste somme dovranno essere allora impiegate, come oggi, in ipoteche urbane, è indubitabile che anche il credito fondiario rurale realizzerà degli utili.

I H DELLE [AMERE 9! [OlMEROG

Camera di commercio di Bari. — Nell’ adu­ nanza del 15 luglio 1912, la Camera di commercio tra le altre deliberazioni ha deciso di aderire ai se­ guenti voti dell’associazione fra le Società italiane per Azioni circa la riforma del regime legale e fiscale delle Società per Azioni medesime:

1. togliere ai soci il diritto di recesso nel caso in cui si proceda all’aumento di capitale con nuove emissione di azioni;

2. agevolare alle Assemblee l’emissioni di azioni privilegiate ancorché questa facoltà non risulti da una espressa disposizione dell’atto costitutivo ;

3 limitazione del diritto di opposizione degli azionisti contro le deliberazioni delle assemblee;

4. facilitare la emissione di obbligazioni e fornire ai detentori delle stesse i mezzi più efficaci per la propria difesa, costituendoli i.i consorzio;

5. obbligare le Società a portare alla riserva il sopraprezzo delle azioni;

6. provvedimenti e voti per la riforma del re­ gime fiscale.

Camera di commercio e industria di Verona. — Nella adunanza 11 luglio 1912, (presidenza Rag. A. Cuzzeri) il Presidente, informa che la nostra- Ca­ mera, insieme con altre, dietro invito della asso­ ciazione granaria di Milano, si interessò presso il Ministro di Agricoltura Industria e Commercio per ottenere la. revoca della nuova tariffa ferroviaria germanica, che, raddoppiando il prezzo di trasporto del riso, ne aumenta il prezzo diminuendone il conseguente consumo.

11 Ministro d' Agricoltura Industria e Com­ mercio rispose sollecitamente che, trattandosi di provvediménto interno autonomo di altro Stato, l’intervento del Governo non aveva alcuna proba­ bilità di riuscita. Promise però di fare qualche passo in via ufficiosa per conoscere a tale riguardo ie disposizioni del Governo tedesco, e risolvere poi sul da farsi.

Cuzzeri, presidente, comunica inoltre che di seguito a visita fatta al Ministro delle Finanze, questi si interessò vivamente della questione dei servizi doganali. A l colloquio assisteva pure il Di­ rettore Generale delle Gabelle, e. come da promessa fatta, il Ministro mandò a Verona giorni or sono il comiu. Augusto Bosio per trattare con la Camera di Commercio l’eventuale istituzione di una terza sezione doganale in un locale provvisorio in attesa della nuova Dogana a Porta Nuova A giorni sa­ ranno convocati gli speditori per prendere con essi gli opportuni accordi.

Mercato monetario e Rivista delle Borse

21 settembre 1912.

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mana prossima, il proprio saggio, possa limitarsi ad adottare il 5 0[0 come un anno fa, invece del 5 1 [2 per cento cui si è ritenuto finora dovesse ricorrere.

A Londra, nonostante la importanza dei prele­ vamenti di oro da parte del continente, dell’Egitto e di altri mercati esteri, lo sconto libero si è li­ mitato a salire da 3 lj2 a 3 11[16 per cento, la situazione •ella Banca d’Inghilterra rimanendo sod­ disfacente. Nell’ottava a giovedì scorso si è avuto una riduzione di Ls. 1\2 milione nel portafoglio, supera orinai di soli 6 1|2 milioni il livello del 1911 una diminuzione di poco più. che 1[2 milione nel metallo e di lp8 di milione nella riserva, la cui proporzione agli impegni è salita da 50,30 a 50,60 per cento contro 56,70 per cento un anno fa.

Il livello cui è salito il prezzo del denaro a New York (5 lj4 per cento) e il fatto che le Banche Associate hanno ridotto ormai ''14 sett.) a Doli. 1 3j4 milioni l’eccedenza della loro riserva sul li­ mite di legge, contro 23 lq4 milioni nel 1911, per­ mettono di ritener possibile un movimento di oro da Londra agli Stati Uniti, ma poiché la Banca d’Inghilterra non mancherebbe, in tal caso, di di­ fendere il proprio fondo metallico con un nuovo aumento di sconto che, oltre influire sui mercati del continente, si ripercoterebbe anche a New- York, si prevede che il Tesoro degli Stati Uniti non tarderà molto ad aumentare i suoi deposit1 presso le Banche Nazionali, date le responsabilità che esso possiede oltre il suo fabbisogno. Di qui i! minor pessimismo che domina anche a Londra, dove, d’altra parte, il denaro a breve è offerto a 1 3j4 per cento. A Parigi lo sconto libero si è av­ vicinato a quello ufficiale e segna 2 7j8 per cento, mentre i prestiti giornalieri sono quotati 2 1\2 per cento.

In complesso, quindi, mentre il capitale si mo­ stra ovunque meno disposto agli impieghi a ter­ mine, sul mercato dei prestiti a breve l’offerta è abbondante: ciò è di buon augurio per il periodo che va a succedere alla liquidazione, la quale si può dire, che non attiri ora soverchiamente l’at­ tenzione del mondo degli affari. La speculazione internazionale si preoccupa meno delle condizioni poco agevoli alle quali potrà prorogare i propri impegni, che non di mantenere l’impulso dei corsi, il cui sostegno, dopo la campagna aumentista che ha segnato la volgente estate, le permetterà di li­ quidare maggiori utili.

Invero si può dire che in presenza di una pro­ spettiva monetaria meno inquietante la speculazione ha mostrato d’interpretare nel mondo più ottimista l’andamento, dei fatti politici e non ha smentito il suo orientamento al rialzo. La gravità della situa­ zione balcanica è passata quasi in seconda linea, per la importanza data alle voci di prossima intesa fra Italia e Turchia, che il governo ottomano si è compiaciuto a incoraggiare nell’ interesse del proprio credito, che dovrà esser base, ira non molto, di proficue operazioni per le banche straniere.

E cosi che mentre, con queste ultime manovre, i fondi turchi segnavano, computato lo stacco della cedola un progresso al momento in cui una nuova e importante vittoria arrideva alle armi italiane a Derna, gli ìndici noteveli, ma già largamente scontati, dell’attività generale delle industrie e dei Commerci, erano presi ad argomento, sui vari centri, pel mantenimento delle presistenti disposi­ zioni. Se si tolgono, infatti, i titoli d’impiego meno redditizi sui quali si ripercote il rincaro del prezzo del denaro, si può dire che cosi i valori a reddito fisso come quelli a reddito variabile seguino, nel­ l’ottava, un aumento di sostegno, o consolidino i propri corsi.

Era i primi, la Rendita italiana non molto trattata si è limitata a guadagnare ovunque una piccola frazione; il déport verificatosi su essa nella liquidazione quindicinale a Parigi è però l ’ indice della situazione di piazza che si verifica ovunque pel nostro maggior titolo. Sul mercato interno questo è rimasto pure assai calmo; ma l’andamento dei valori, informato alle tendenze prevalse al- 1’ estero, attesta dell’ orientamento anche fra noi assunto dalla speculazione, cui forse potrebbe riu­ scir giovevole una più esatta valutazione del cam­ mino sin qui percorso a rimorchio degli operatori stranieri. TITO LI m STATO S a b a to 1 4 s e tt e m b . 1 9 1 2 L u n e d i 1 6 s e tt e m b . 1 9 1 2 a lp ©Ol -1 £ 05 a © ih

ti œ

t— Mer c o le d ì 1 8 s e tt e m b . 1 9 1 2 G io v e d ì 1 9 s e tt e m b . 1 9 1 2 V e n e r d ì 20 s e tt e m b . 1 9 1 2

Rendita ¡tal. 8 3[4 0[o 98. Oò 98.07 9820 98.08 98.10 • :: 1 i2 0 t0 98 — 98 12 98 22 98.12 98 .IH • « 0|0 68 50 68 50 68 50 68 50 68 50 Rendita ihO. 8 8(4 0(0 a Parigi . . . 97 11 97.20 96 70 97 — 97 15 97 20 a Londra... 9 6 - 96.— 90.— 96.— 9 6 - 9 6 -a Berlino —. -R endita francese . . . v : i . 95.05 96.72 95 9d — -- .- - — * » 8 0(0 9252 91.51 91.55 91.60 9 L 85 91.50 Consolidato inglese23i4 74.— 74.25 74 20 74.— 74.50 74 60 » prussiano 3 O[0 89.10 89.— 89. - 89. - 89— 89.— R endita austri ac. in oro 112 95 112.25 112.— 111.90 112.85 112.20

» in arg 86.85 87 — 86 80 86.60 86.60 86 30 * * in carta 86 85 87.- 86.8 " 86.6C 86 60 81.30 Rend. spagli, esteriore

a P a r ig i... 94.— 94.50 94.10 94 36 94.6) 94 10 a Lon d ia. . . . 9 2 - 92.— 92.— 92 Bi 92.— 92 — R endita turca a P arigi 92 04 92.25 92.32 9310 90.6( 92 30 * » a Londra 8850 9150 89.5C 9151 9150 91.50 R en d. russa nuova a Par 106.80 106.8«) 100 8r 106.95 107

* portoghese 3 0[0

« Pa ri ... -- - I -L- — — 65.0E 1

---15 22

VALORI BANCARI settem b settem b

1912 1912

Banca d’ It a lia ... u s e . — 1458—

Banca Commerciale... 870.— 878.—

Credito I t a lia n o ... 559.— 560 -Banco di R o m a ... 104— 104— Istituto di Credito fondini-io. . 580.— 578. — Banca G e n e r a le ... •26.— 26—

Credito Immobiliare. . . 290,— 290—

(14)

606 W E C O N O M ISTA 22 settembre 19.12

15 22

PRESTITI M UNICI 1»ALI sefctemb settemb

1912 1912

Prestito (li Milano . . • i ° L 100 60 100 35

» Firenze . . ■ B°/„ 68.50 68—

» Napoli. . . ■ 5 °/0 96.50 97—

» Roma ■ »*/. 488.-

488.-15 22

C A R TE LLE FONDIARI E sette mb settemb

1912 1912.

Istituto Italiano 1 512. - 512.

» » . . . 4 7„ 498.— 497—

» » 3 •/./’/„ 472.— 470.

Banca Nazionale . 1 •/. 488— 486—

Cassa di Risp. di Milano 5 °/„ 511 — 514.—

» » » 4 °/„ 504 50

--.--» » » 3 'L ° L 479.50 481 —

Monte Paschi di Siena 4 '/.//„

» » » 5 °/„ —.--

--Op. Pie (li S. Paolo 'l’oriih 0 ri o ; lo — —

» » » i *///., —.— --.

--Ranco (li Napoli . « V / . 496.75 498—

15 22

VALORI FERIR >VI \ RI settemb settemb

1912 1912 i Meridionali 622.50 619— O ) Mediterranee . . 411 — 409— 1 S i c u l e ... -rj l Secondarie Sanie 670— 2t>6. — 286— I Meridionali . ■ 839— 339 — Mediterranee j */„ • 499 - 499— O i Sicule (oro) . . . 17., ■ 505.— 406— \ Sarde O... 3°l „ ■ 343— 543. Ferrovie nuove. • 3 7, ■ 338—

337.--2 1 Vittorio Finali naie 3" la ■ 368.— 367—

2 ! Ti rrene. . . . 5 ■ 501.— 308 —

pq Lombarde. . . . 3"l „ ■

.---O \ Marmif. Carrara 258 — 257—

15 22

VALORI INDUSTRIA L I settemb settemb

1912 1912

Navigazione Generale 429— 431 —

Fondiaria Vita. 301— 301—

» Incendi 189— 188 —

Acciaierie Terni 1648. - 1657—

Raffineria Ligure - Lombi rd;, 347 - 347

-Lanificio Rossi. . . . 1475- 1475 — Cotonilicio Cantoni . . 358 — 358— » Veneziano 69— 71.50 Condotte d’ acqua. . . 3 1 5 - 315 — Acqua P i a ... 2030 — 2030— Linificio e Canapificio >/. le 147— 143— Metallurgiche italiano . 127— 127.— Piombino... 1 4 4 — 154 — Elettric. Edison 619 - 617 — Costruzioni Venete . 161 — 159. -G as... 1250.- 1252

-Molini Alta Italia. 224 - 224—

Ceramica Richard 246— 250.

-Ferriere ... 153— 151—

Officina Mecc. Miaui 'il <LSt,l 1 . 108.- 106.50

Montecatini... 148 — 151 — Carburo romano . . 74ó.— 740. Zuccheri Romani. . . 81 75 82.50 E l b a ... 225.— 224.— Banca di Francia. 4450— — Banca Ottomana . 693— 710 -Canale di Suez. . . . 6015. — 6015 — Crédit Foncier. . . . 857— 855.

-PROSPETTO DEI CAMBI

su Francia si 1 ,oii3 ni su Berlino s Austri«

16 Lunedì. . • 100.90 25.5:! 124.75 105.80 17 Martedì . . 100.97 25.52 124.80 105.80 18 Mercoledì . 100 95 25 45 124.80 105.80 19 Giovedì . • 100.95 20 Venerdì . . —.— 25.58 124.80 105.80 25.52 124.80 105.83 21 Sabato . . . J.00.95

Situazione degli Istituti di emissione italiani

Incasso (O r o . .( A rge n to . P o rta fo g lio ... A nticipazioni . . . . 3L agosto Differenza L . 1022 207 OÓO 00 — 18 ' '00 » ! 18 80 1 000 00 — 5 00 523 859 000 00 - f 26 020 00 ' 116 831 000 00 + 18 648 000 TTIVll Circolazione . . . Conti c. e debiti a vh L l n c a s s o ... ¿Portafoglio interno / A n tic ip a z io n i . . 1 644 941 000 00 + U 454 000 134 774 000 00 + 2 088 W 81 agosto Differenza cq p i c ?i u/i ) C ircolazione

r ANol vu i C onti c. e debiti a vista

ATTIVO (A rgen to . /Porta foglio . . ( A nticipazioni . . .

S piecivn ¡C ircola zion e . . . . » «5 ) Conti c. e debiti a vista

Ine. m etallico Steri, . itila ' Po rtafoglio A!™ j R is erva 6 1 2 2 1 0 0 0

_

8 2 1 0 0 0 57 7 1 0 000

+

1 1 5 3 0 0 0 5 1 8 1 0 0 0

+

7 2 0 0 0 9 2 2 8 2 0 0 0

+

1 48O O 00 3 5 817 000

+

3 9 9 000 51 a g o s t o D i f f e r e n z a 214 6 1 3 0 0 0 0 0

_

5 8 000 16 0 5 8 0 0 0 00 1 6 8 9 3 3 0 0 0 00 1 756 000 3 0 158 000 00 a . 2 5 2 000 410 7 0 8 000 00

_

8 6 4 1 0 0 0 54 184 000 00 4 - 2 9 5 1 0 0 0

ì

omissione esteri

19 s e t t e m b r e d i f f e r e n z a 4 1 6 8 2 000

_

587 000 85 5 9 7 000

~

4 9 1 000 31 534 000

+

1 2 6 000 c3 tiO CQ p:PASSIVO ATI IVO a CQ ^ Circolazione. . . » 28 648 000 Conti corr. d. Stato » 15 884 0)0 Conti corr. p r iv a ti » 41 355 000 Rap. tra la ria. e la prop. 50 60 °/ 0

19 settem bre T . \ Oro . . Incassi |Argento P o ria fo g lio . PASSIVO ( A nticipa zion i. C ircolazi >ne . Conti co rre n ti ATTIVO !

i Incasso(argento(oro . .

(

P o rta foglio . . . . A n ticipazion e . • : Prestiti ipotecari ; ASSIVO (Circolazion e. . • • : < Conti corren ti . . ; (C a rte lle fondiarie.

F r. 3 277 394 000 * 769 906 000 » 1 166 889 000 » 684 489 OOo . 5 172 548 000 » 895 742 000 15 settem bre » 1312 860 000 » • 273 523 000 * 974 826 000 -» 180 421 000 » 299492 000 » 2 8)8 180 000 » 218 987 000 ■ 294 840 000 • J ATTIVO i ( j.p i$s h o( Incasso Porta i’, e anticip. V a lo ri lega li Circolazione. . C on ti corr. e de 7 settem bre Doli. 270 280 000 1 382 620 000 75 870 000 45 920 000 1 393 020 000 s T s — *‘ i c$Ò- «, o , n 'ì,3 '• « p , g PASS YO ( fl,“ A M 15

’ « ra

* S * pq MTIYO I PASSIVO i g * p ATTIVO I N ^ ' cS wt i v o 7 settem bre Incasso. M archi 1 239 631 000 Porta foglio. . » 1 103 168 000 A n tic ip a zio n i . * 64 202 000 Circolazione . » 1696107 000 Conti correnti. * 707 052 000 14 settem bre 146 612 000 8 497 000 66 578 000 78 190 000 294 826 000 3 502 000 12 settem bre Incasso F r. 464 734 000 P o rta fo g lio » 474 903 000 A n tic ip a zio n i » 88 616 000 Circolazione » 924 185 000 C onti C órren ti » 78069000 Incasso (oro F ior.

(argen to » P o rta fo g lio . . » A n tic ip a z io n i. » Circolazione . » Conti corenrti * - 412 000 - 871000 -u 1 000 000 4- 0 80 differen za - 71000 - 3 677 000 -t- 49 874 000 - 1879 000 - 9 567 000 + 15 845 000 differenza + 2 670000 - 3 391000 - 70000 - 138 000 - 20 792 000 - 8 745 000 - 21 000 differenza — 10 740 000 — 9 840 000 — 1 530 000 — 640 000 -- 23 240 000 differen za -4 6 545 00O + 189 269 000 — 15 731 000 - 56 595 000 + 74 358 000 d ifferen za 2 057 000 273 000 860 000 1 180 000 3 710 000 546 000 differenza 2 379 000 82 540 000 4 574 000 10121 000 4 406 -XX) bO b Tf ri M S.PA-SIV0 ( P o rta foglio » A nticipa zio n i » Circolazione » Conti corr. e dep. »

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