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Capitolo 8
Conclusioni
Le complicazioni che sono state riscontrate nel nostro studio sono: unioni ritardate, non unioni, difetti di allineamento, osteomieliti, anchilosi di carpo, deviazioni in valgo e sinostosi.
Considerando i follow-up dei pazienti operati in relazione alla metodica impiegata, al tipo di frattura, all’età e taglia del soggetto ed al periodo intercorso dal trauma, abbiamo potuto constatare quanto il buon esito di un’osteosintesi, in presenza di una frattura di radio e ulna, possa dipendere strettamente dal protocollo impiegato.
Talvolta alcune deviazioni hanno potuto causare ritardo nella guarigione con conseguente necessità di riabilitazione del paziente.
Questo dimostra come, questo tipo di frattura, che per sua natura risulta apparentemente semplice, talvolta riveli delle difficoltà che possono inficiare il buon esito dell’osteosintesi.
Un’ulteriore considerazione va fatta per i cani di piccola taglia, in cui queste fratture possiedono un rischio più elevato di andare incontro a ritardi di consolidamento o a non unioni. Le cause più probabili sono la difficoltà di stabilizzare opportunamente la frattura, la scarsità della vascolarizzazione metafisaria in confronto a quella dei cani di grossa taglia, e la limitata massa muscolare circostante.
Per i cani di piccola taglia è necessario, perciò, effettuare una corretta riduzione anatomica e un’adeguata stabilizzazione della frattura, cercando di danneggiare nel minor modo possibile l’apporto vascolare ed in particolar modo i tessuti molli circostanti, soprattutto in presenza di una lesione di una certa importanza.
Capitolo 8: Conclusioni
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Numerosi sono i metodi che possono essere impiegati nella riparazione delle fratture d’avambraccio, ciascuno dei quali possiede una serie di indicazioni e controindicazioni. Valutando e scegliendo il metodo di fissazione appropriato, possono essere evitate molte delle complicazioni a cui è particolarmente soggetto questo tipo di fratture.
Una volta attuata un’adeguata fissazione della frattura, risulta inoltre di particolare importanza la gestione postoperatoria dei pazienti che, se non effettuata in modo corretto, può esitare in un insuccesso dell’osteosintesi. Il comportamento da seguire deve essere, perciò, quello di prevenzione dell’insorgenza delle complicazioni, da risolvere tempestivamente per evitare un totale fallimento dell’osteosintesi.
La fisioterapia passiva e attiva dei pazienti dovrebbe sempre essere intrapresa nel periodo postoperatorio per favorire la callogenesi e un precoce ripristino della funzionalità articolare, e quindi evitare la possibile insorgenza di una “malattia da frattura”. La riabilitazione può, inoltre, risultare efficace nel correggere alcune complicazioni delle fratture d’avambraccio.
Lo studio clinico effettuato sui protocolli impiegati in caso di frattura radioulnare nel cane, ci ha permesso di riflettere sulle possibili cause che hanno determinato certi insuccessi.
Molte volte questo tipo di frattura viene sottovalutata come difficoltà; invece, è necessario stare molto attenti nel seguire i protocolli giusti dal momento che, risulta quasi impossibile poter impiegare dei mezzi di osteosintesi tali da escludere qualsiasi problema legato all’eventuale carattere esuberante del paziente.
L’impiego di una stecca con relativa fasciatura, associata al mezzo di fissazione primario, può evitare qualche complicazione, ma non può risolverle totalmente. Si sono infatti verificati casi di rottura della placca e della stecca. Per le particolarità anatomiche di queste ossa non possiamo applicare mezzi di osteosintesi troppo voluminosi: è necessario perciò, attuare osteosintesi
Capitolo 8: Conclusioni
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quanto più possibilmente mininvasive, che ci permettano di risparmiare la vascolarizzazione e quindi favorire una buona riparazione, coadiuvate da una stecca con fasciatura e da una buona fisioterapia che, stimolando maggiormente la formazione di callo, limiteranno nel tempo le possibili cause di incidenti postoperatori, in modo da raggiungere il prima possibile la meta della guarigione delle fratture.