Il diabete in ospedale, epidemiologia
Diabetes in the hospital, epidemiology
O. Vaccaro, P. Di Bonito
Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università “Federico II”
di Napoli
RIASSUNTO
I dati concernenti la prevalenza del diabete nella popolazione ospedalizzata sono pochi e non sempre concordi. La maggior parte delle informazioni disponibili deriva da studi retrospettivi di analisi delle schede di dimissione ospedaliera, una fonte di dati che sottostima il fenomeno. Le persone con diabete hanno una probabilità 2-5 volte maggio- re di essere ricoverati, rispetto alle persone non diabetiche. Nella popolazione ospedaliera i diabetici rappresentano il 6-8% dei pazienti ricoverati, con una prevalenza che sale a oltre il 20% nei reparti di medicina o di terapia intensiva. La durata della degenza è generalmente più lunga, le complicanze e la mortalità intraospedaliera sono più frequenti rispetto ai pazienti non diabetici. I costi del ricovero del paziente con diabete sono maggiori rispetto alle persone senza diabete. Il ricovero ospedaliero rappresenta spesso l’occasione per identificare i casi di diabete non precedentemente noto. I pochi studi condotti in reparti di medicina o cardiologia suggeriscono che la prevalenza del diabete non noto è del 10-12%. Percentuali più elevate sono riportate nei reparti di medicina d’urgenza e nelle cardiologie. La prognosi dei pazienti con diabete non noto è spesso peggiore di quelli con diabete noto.
L’iperglicemia da stress è un dismetabolismo caratterizzato da valori elevati di glicemia che si manifestano in occasione di una condizione acuta (sepsi ecc.) e che rientrano con il risolversi di questa. Rispetto ai pazienti normoglicemici, quelli con iperglicemia da stress presentano una prognosi intraospedaliera peggiore e un rischio di 3,5 volte maggiore di sviluppare il diabete conclamato negli anni successivi.
In conclusione, il diabete è presente in una percentuale importante dei pazienti ospedalizzati, specie nei reparti di medicina o di terapia intensiva. Anche il diabete non pre- cedentemente noto e l’iperglicemia da stress sono condizioni molto frequenti nella popolazione ospedalizzata e sono anch’essi gravati da una prognosi peggiore rispetto alle persone con normoglicemia.
SUMMARY
There is little data about the prevalence of diabetes among hospital inpatients and it is often contradictory. Most information comes from retrospective analysis of hospital discharge records, which very likely underestimate the phenomenon. People with diabetes are 2-5 times more likely to be hospitalized than non-diabetic people. Approxi- mately 6-8% of hospital beds are occupied by patients with known diabetes, and the prevalence rises to over 20% in medical and intensive care units. The length of hospital stay, the frequency of in-hospital complications and in-hospital mortality are all higher in people with diabetes.
Previously unknown diabetes is often diagnosed when a person is admitted to hospital. A few studies in internal medicine or cardiology units suggest that the prevalence of unknown diabetes is nearly 10-12%; it is higher in intensive care units. Unknown diabetes appears to be associated with a worse prognosis than known diabetes during the hospital stay and after discharge.
Stress hyperglycemia is a metabolic disorder characterized by high blood glucose in a person with acute illness (sepsis, acute cardiovascular events, etc.) that regresses with resolution of the acute condition. Compared to patients with normoglycemia, those who develop stress hyperglycemia have a worse in-hospital prognosis and 3.5 times more risk of progressing to overt diabetes.
In conclusion, diabetes is frequent among hospital in-patients, particularly in intensive care units. Hospital patients with known diabetes tend to have a higher frequency of complications and incur higher costs. Unknown diabetes and stress hyperglycemia are also highly prevalent among hospital patients and are associated with a worse in- hospital prognosis. Patients with stress hyperglycemia are at high risk of developing diabetes.
Corrispondenza: Olga Vaccaro, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università “Federico II”, via Pansini 5, 80131 Napoli - E-mail: [email protected]
Parole chiave: diabete in ospedale, prevalenza, diabete non noto, iperglicemia da stress • Key words: diabetes in hospital, prevalence, unknown diabetes, stress hyperglycemia
Pervenuto il 02-05-2017 • Accettato il 29-05-2017
Rassegna
Introduzione
Il diabete è una malattia cronica associata a una ele- vata morbilità e mortalità. Dati recenti indicano che in Italia circa il 6% della popolazione è affetto da diabete e che la prevalenza del diabete è aumentata di circa il 70% negli ultimi 10 anni
(1). Il ricovero ospedaliero per eventi associati alla malattia diabetica (i.e. complicanze acute e croniche) è un evento molto probabile nella vita dei pazienti diabetici. Inoltre, il 60% circa delle persone con diabete noto in Italia sono al di sopra dei 65 anni di età e, pertanto, hanno elevate probabilità di essere ospedalizzati anche per condizioni intercorrenti, non di- rettamente associate alla malattia. In aggiunta, il ricove- ro ospedaliero è il momento in cui frequentemente viene diagnosticato un diabete non precedentemente ricono- sciuto, inoltre molte condizioni acute che richiedono il ricovero (sepsi, eventi coronarici ecc.) si associano a iperglicemia in persone non diabetiche (iperglicemia da stress). Quindi, l’iperglicemia nella popolazione ospe- dalizzata è una condizione frequente e composita. La quota numericamente più consistente è rappresentata da persone con diabete noto che si ricoverano per com- plicanze acute o croniche della malattia, oppure per eventi intercorrenti (infezioni, malattie cardiovascolari, interventi chirurgici), tuttavia una proporzione non tra- scurabile di casi viene diagnosticata per la prima volta durante la degenza in ospedale, o presenta picchi iper- glicemici (glicemia superiore a 200 mg/dl) che rientrano dopo la dimissione (iperglicemia da stress). Nel com- plesso la prevalenza attesa di iperglicemia nella popo- lazione ospedalizzata è piuttosto elevata. Le stime, tut- tavia, sono lungi dall’essere precise. In Italia mancano quasi del tutto studi disegnati per valutare la prevalenza del diabete e degli stati di iperglicemia nella popolazio- ne ospedalizzata. Le informazioni disponibili derivano dall’analisi di database amministrativi, principalmente le diagnosi di dimissione ospedaliera (SDO), più raramen- te da registri di patologia.
Per quanto riguarda le schede SDO non bisogna dimen- ticare i limiti di questa fonte. Le SDO sono compilate prevalentemente per fini amministrativi e non per sco- pi epidemiologici, pertanto la diagnosi di diabete non sempre viene riportata e ciò accade per svariate ragioni che vanno dalla bassa remunerazione del DRG asso- ciato alla malattia diabetica, al mancato riconoscimen- to della malattia, alla presenza di comorbidità con DRG economicamente più remunerativi. Questo induce una sottostima, difficilmente quantificabile, del diabete noto nella popolazione ospedalizzata. In aggiunta, l’uso del- le SDO generalmente non permette di classificare cor- rettamente il diabete secondo il tipo (tipo 1, tipo 2). Infi-
ne, molto raramente il diabete è menzionato nelle SDO quando esso viene incidentalmente diagnosticato du- rante il ricovero in persone senza storia precedente di malattia (diabete non noto) e, per definizione, l’analisi delle SDO non permette di catturare i casi di iperglice- mia da stress.
Di seguito saranno analizzati i dati disponibili sulla diffu- sione del diabete nella popolazione ospedalizzata, cer- cando di mantenere separate le diverse condizioni.
Diabete noto
Prevalenza
Come si è detto, in Italia la maggior parte delle infor- mazioni sulla prevalenza del diabete noto nella popola- zione ospedalizzata provengono da studi che utilizzano ampi database amministrativi, principalmente gli archivi delle SDO che, tuttavia, comportano una sottostima del fenomeno difficile da quantificare. Uno dei pochi lavo- ri che si è posto l’obiettivo di validare l’uso delle dia- gnosi ospedaliere come fonte per l’identificazione del diabete nella popolazione ospedalizzata è stato con- dotto qualche anno addietro nella regione Campania.
Confrontando i dati delle cartelle cliniche con quelli del- le SDO, si è osservato che nel 10% dei casi in cui la diagnosi di diabete era chiara dalla cartella (i.e. uso di farmaci ipoglicemizzanti) il diabete non compariva sulla SDO
(2). L’accuratezza nel riportare la diagnosi di diabe- te, inoltre, dipendeva anche dalla tipologia di ospedale ed era maggiore per i piccoli ospedali zonali, che ge- stiscono un numero relativamente basso di ricoveri, e decisamente inferiore per i grandi ospedali con reparti di emergenza
(2). Sebbene l’accuratezza nella compila- zione delle schede di dimissione sia andata migliorando nel tempo, questi limiti permangono.
Nel rapporto ISTAT relativo all’anno 2010 il diabete è menzionato come diagnosi principale o secondaria nel 6% di tutte le ospedalizzazioni avvenute nell’anno nel- la popolazione residente in Italia
(3). Questi dati sono in buon accordo con i dati di uno studio di coorte condot- to nel Regno Unito che riporta una percentuale di circa 8% di occupazione dei posti letto da parte di persone con diabete
(4). Tuttavia la prevalenza di diabete noto nel- la popolazione ospedalizzata può variare significativa- mente nei differenti reparti di degenza, una prevalen- za molto più elevata, intorno al 22-24% è riportata, ad esempio, tra le persone ricoverate in reparti di emer- genza
(5,6).
I dati dell’osservatorio ARNO, raccolti con una meto-
dologia diversa e basati su un disegno di analisi caso-
controllo (i.e. analizza comparativamente persone con
frequenti avvengono per cause cardiovascolari, mentre nelle persone con diabete tipo 1 le cause più frequenti di ricovero sono riconducibili a cause metaboliche, spe- cialmente nei pazienti più giovani, e complicanze mi- crovascolari
(7,8). I dati dell’osservatorio ARNO relativi al periodo 2009-2012 nei pazienti con diabete tipo 1 (età 0-29 anni), indicano un eccesso di ospedalizzazione di circa 5 volte nei bambini e giovani adulti con diabete ri- spetto ai coetanei non diabetici; tuttavia, la frequenza di ospedalizzazioni mostra un trend in significativa discesa passando dal 27% nel 2009, al 12% nel 2012
(8). Questo dato è confermato anche da un altro studio italiano che ha analizzato tutte le dimissioni ospedaliere relative ai ri- coveri per complicanze acute del diabete (chetoacidosi o ipoglicemia) e che riporta una progressiva riduzione di questi ricoveri nel periodo temporale 2001-2010, con una riduzione particolarmente marcata nel gruppo di età sotto i 19 anni
(9). I dati italiani sul diabete tipo 1 sono anche in linea con quanto riportato in uno studio recen- te condotto in bambini e adolescenti nel Regno Unito e che riporta un tasso di ospedalizzazione di 5-7 volte più elevato nei bambini con diabete rispetto ai coetanei non diabetici
(10). La causa più frequente in assoluto sono le complicanze metaboliche, inoltre i tassi di ricovero sono particolarmente elevati nei bambini sotto i 5 anni di età provenienti da famiglie con basso livello socioeconomi- co e sono inversamente associati con la qualità della cura del diabete
(10).
diabete e persone senza diabete comparabili per età, sesso e regione di residenza) indicano che nel 2014 cir- ca il 20% delle persone con diabete noto è stato ospe- dalizzato almeno una volta nell’anno. L’82% di questi ri- coveri sono in regime di ricovero ordinario e il 25% sono accessi in DH, i ricoveri sono più frequenti negli uomini e aumentano con l’età
(1). Questi dati sono in buon accor- do con un altro studio condotto in Italia all’incirca nel- lo stesso periodo, ma interrogando un database diffe- rente
(7). Lo studio riporta che circa il 23% delle persone con diabete viene ospedalizzato una volta nell’anno in confronto all’11% delle persone senza diabete. In linea con queste stime uno studio di coorte condotto qualche tempo fa nel Regno Unito riporta una ospedalizzazione del 25% tra le persone con diabete e del 12% tra le per- sone senza diabete
(4).
Per quanto riguarda i ricoveri ordinari, le cause più fre- quenti di ospedalizzazione sono lo scompenso cardia- co e l’insufficienza respiratoria seguiti da infarto del mio- cardio e altre forme di cardiopatia ischemica (Fig. 1). I ricoveri per queste cause sono circa due volte più fre- quenti nelle persone con diabete rispetto alle persone senza diabete. Anche i costi dei ricoveri sono più elevati nelle persone con diabete a causa del maggior numero di comorbidità presente nei pazienti con diabete e di un tempo di degenza leggermente più lungo
(1).
Relativamente al tipo di diabete le poche osservazioni disponibili indicano che nel diabete tipo 2 i ricoveri più
Figura 1. Le prime 10 diagnosi di ricovero ordinario in soggetti con e senza diabete (% ricoverati/totale ricoverati) (da Rapporto ARNO 2015, mod.)
(1).
4,4 8,4 4,2 6,0 2,3 3,5
2,6 3,5
2,5 2,5 2,3
2,22,3
0,9 2,2
2,12,3 2,4 1,6
1,8
Scompenso cardiaco
Insufficienza respiratoria Infarto miocardico acuto Artrosi Altre forme di cardiopatia ischemica Frattura del collo del femore Occlusione delle arterie cerebrali Aritmie cardiache Aterosclerosi Colelitiasi
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 % ricoverati
con diabete senza diabete