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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.26 (1899) n.1296, 5 marzo

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIEN ZA ECONOMICA. F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XXVI - Voi. XXX

Domenica 5 Marzo 1899

N. 1296

I B I S O G N I D E L T E S O R O

Da qualche tempo il Tesoro dello Stato si trova periodicam ente in qualche imbarazzo di cassa e deve ric o rre re con p iù frequenza alle anticipazioni statu­ t a r i degli Is titu ti d i emissione.

E naturale che in certe epoche d e ll’ anno, quali sono generalm ente la prim a metà d i gennaio e la prim a metà di lu g lio , dovendo il Tesoro provvedere i fondi per il pagamento degli interessi del debito pubblico abbia a d im in u ire d i m olto le p ro p rie r i­ sorse, le q ua li saranno tanto meno d is p o n ib ili, se per altre cause hanno dovuto sub ire qualche falcidia.

A vvie ne q u in d i che i M in is tri del Tesoro spingono la emissione dei B uoni del Tesoro fin o a ll’ estrem o lim ite e, ciò non bastando, ric o rro n o in quelle due epoche con una certa larghezza alle Banche di em is­ sione per averne le sovvenzioni che per esse sono obbligatorie.

Conviene anzi a vve rtire che i M in is tri in genere m et­ tono una specie di am or p ro p rio a far apparire che non si servono delle anticipazioni degl’ is titu ti di em is­ sione e q u in d i, perchè dalla situazione decadale degli Is titu ti stessi non sia nota la somma che il Tesoro ha r i ­ chiesto alle B anche,si ve rifica un frequente m ovim ento di domande e di rim b o rsi ; domande che sono larghe tra una decade e l’ altra e rim b o rs i che sono pure la rg h i, quanto è possibile, quando si è v ic in i a com p i­ lare la situazione decadale o la situazione mensile del Tesoro. E non sarebbe m ale, che, affine di o ffrire al Parlam ento ed pubblico il mezzo di m eglio sindacare l ’ andamento della finanza, cosi g l’ is titu ti di emissione come il Tesoro, nelle loro situazioni, non solamente dessero la cifra di anticipazioni fo rn ite , ma anche le cifre del massimo e del m in im o , a c u i durante la decade od il mese sono salite o scese le anticipazioni.

A d ogni modo è bene notare che non risponde allo spirito della legge ed al buon c rite rio d i una ordinata circolazione questo frequente chiedere alle Banche di emissione una parte m aggiore o m inore delle sovvenzioni che sono obbligate di fare al Tesoro.

L e anticipazioni statutarie non dovrebbero essere richieste se non in casi eccezionalissim i, quando, esau­ r i t i i mezzi o rd in a ri del Tesoro, questo abbia, per m o tiv i im p re ve d u ti ed im p re v e d ib ili, u lte rio re bisogno | di fondi. Se il Tesoro, invece, periodicam ente e quasi regolarm ente si vale delle sovvenzioni degli Is titu ti d i emissione, è chiaro che b rucia i suoi u ltim i v a - I scelli e si tro ve rà nella necessità di esorbitare al I di là della legge, se m ai dei g ra v i a vve nim e nti si !

verificassero che d im inu isse ro le risorse del Tesoro, m entre ha già, per o rd in a rie necessità, intaccato, in parte più o meno grande, il fondo che può ottenere dagli _ Is titu ii.

E ben vero che v i sono stati M in is tri, i quali non si sono fa tti scrupolo di em ettere B uoni del T e ­

soro al di là dei lim iti consentiti dalla legge, e tali B uoni si dovettero poi con vertire in B uoni a lunga scadenza e poi in consolidato; ma questo è un modo di procedere finanziariam ente e costituzionalm ente scorretto.

La legge, nel convincim ento che le entrate dello Stato non corrispondono sempre, nel tempo, q ua nti­ tativam ente alle spese che il Tesoro è costretto a fare, e che q u in d i in ce rti p e rio d i v i può essere e v i è uno s q u ilib rio di cassa, che poi va a com pen­ sarsi, autorizza il M in istro del Tesoro di emettere

300 m ilio n i di B uoni del Tesoro a scadenza non m aggiore d i un anno e p ortanti u n interesse, i l cui saggio è fissato dal M in istro stesso.

L a somm a, q u in d i, dei B uoni del Tesoro in c ir­ colazione dovrebbe essere continuam ente v a ria b ile , secondo la va ria b ile differenza di ogni periodo delle entrate e delle spese. Invece, o perchè si sono ac­ c u m u la ti sul Tesoro i disavanzi di a lcu n i esercizi, o perchè le periodiche differenze superano i 3 0 0 m i­ lio n i che coi B uo n i del Tesoro il M in istro può pro­ c u ra rsi, si ve rific a , meno raram ente di q uello che si creda, la necessità di ric o rre re alle Banche d i e m is ­ sione, le q ua li forniscono i fondi ric h ie s ti, em ettendo m aggiore quantità di b ig lie tti e q u in d i turbando la circolazione.

Il M in is tro del Tesoro sente la necessità d i u n provvedim ento d e fin itiv o che valga a rim e tte re le Casse dello Stato in q u e ll’ e q u ilib rio , per c u i la emissione d i B uoni del Tesoro sia sufficiente a tu tti g li im p eg ni p re v e d ib ili, ed alle sovvenzioni degli Is titu ti non si abbia a ric o rre re che in casi ve ra ­ mente eccezionali. « N e g li u ltim i esercizi il deficit del Tesoro - dice il M a s t r o nella breve relazione che accompagna il disegno di legge presentato il 2 3 novem bre u. s. - venne oscillando, con va riazion i d i lieve conto, in to rn o alla cifra di L . 4 10 ,0 00 ,00 0, la quale, ove si consideri che concorrono a deter­ m in arla 80 m ilio n i d i valuta m etallica im m obilizzata come riserva speciale a garanzia dei b ig lie tti d i Stato, salirebbe già a L . 4 9 1 ,0 0 0 ,0 0 0 ».

Il M in istro perciò propone c o l progetto anzidetto tre p rovved im e nti :

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146 L’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1899 22 lu g lio 1894 N . 339 per il servizio dei debiti

re d im ib ili ;

2° d i elevare da 4 ad 8 m ilio n i l’ annuo con­ trib u to per il fondo del culto in dipendenza della legge 22 lu g lio 1 8 9 4 ;

3 " d i dare facoltà al G overno di con vertire 1 5 0 m ilio n i di B uoni del Tesoro in consolidato 4.50 per cento netto.

A parte ogni considerazione che 1’ economia con­ seguibile dalla Cassa depositi e p restiti sul servizio dei d e b iti re d im ib ili è in c e rta , giacché I’ operazione è appena iniziata e deve proseguire fino al 1918, onde durante tale periodo m olte e diverse possono essere le sorprese ; — a parte che forse non è con­ veniente di m o dificare il c o n trib u to del Fondo per il cu lto se il P arlam ento sta studiando una d efini­ tiva sistemazione di quella am m inistrazione, — non ci pare che c o lle proposte d e ll’ on. V a c c h e lli si p rov­ veda ad un ’ ordinam ento stabile della Cassa del T e ­ soro ; — giacché sia coi 20 m ilio n i che si o tte rre b ­ bero per nna volta tanto dalia Cassa dei depositi e p re s titi, sia coi 1 5 0 che si riceverebbero una volta tanto dalla conversione in consolidato di a ltre tta n ti B uo n i del Tesoro, non si procura al Tesoro stesso che un sollievo tem poraneo, m entre rim a rre b b e ro sem pre v ive ed operative le cause del lam entato s q u ilib rio .

A noi pare invece che sia m olto p iù conveniente u n p ro vve d im e n to d e fin itiv o durevole e per di più anche razionale che viene da qualche autorevole m em bro della G iunta del b ila n cio sostenuto ; quello cioè di aum entare di 25 a 3 0 m ilio n i la c ifra dei b uo ni del Tesoro.

E d iciam o che tale provvedim ento ci sembra ra ­ zionale, perchè i 3 0 0 m ilio n i che vengono oggi au­ torizzati colla legge del b ila n cio , se hanno lo scopo di perm ettere al Tesoro di c o p rire le deficenze tem ­ poranee tra le entrate e le uscite durante un eser­ c izio , non possono essere su fficie nti con un bilancio di 1 6 0 0 m ilio n i, se erano s u ffic ie n ti con un bilancio d i 1 0 0 0 a 1 2 0 0 m ilio n i.

Quanto m a g g io ri sono le somme da riscuotersi e da pagarsi e dato il fatto che le riscossioni ed i pa­ gam enti non sono sincro ni, è naturale che le d if­ ferenze abbiano ad essere p iù ampie e che q uin di se il bilancio è aum entato, debbono anche aum en­ tare i mezzi per fa r fronte alle differenze tra le en­ tra te e le spese.

A nostro avviso q u in d i per ottenere una sistema­ zione della Cassa dello Stato, la quale sistemazione fosse durevole, sarebbe conveniente di abbandonare le proposte del G overno ed invece autorizzarlo ad em ettere 3 3 0 ed anche 3 5 0 m ilio n i di b uoni de! T e so ro ; con questo però che ad ogni consuntivo il M in istro sia obb liga to d i p rop o rre al P arlam ento i p rovved im e nti per colm are il disavanzo verifica to si, sia grande o piccolo il disavanzo, affinchè tali d if­ ferenze non si a ccum ulino a danno dei Tesoro e non ne mettano in imbarazzo il funzionam ento.

E ci consiglia ad appoggiare tale proposta anche u n ’ a ltra considerazione, ed è che i buoni del Tesoro non guastano la circolazione, mentre il ric o rre re alle a nticipazioni statutarie degli Is titu ti di emissione,

porta con sè un aumento di b ig lie tti gettati sul m er­ cato talvo lta nel mom ento meno opportuno.

LO STATO I! IL « 1 2 1 0 POSTALE

Il servizio postale, sem pre assai difettoso in Ita lia , aveva avuto tuttavìa un m ig liora m e nto non tra scu ­ ra b ile con la istituzione della agenzie postali. Queste, già da tempo create in a lcu ni S tati, dove il servizio postale è veram ente adem piuto con zelo, con s o lle ­ citu d in e e con quella dose di buon senso che spesso d ifetta, lo abbiam o constatato p iù volte personalm ente, n e ll’ ordinam ento del servizio ita lia n o , queste agen­ zie, diciam o, vennero affidate con o ttim o pensiero d a ll’ on. M aggiorino « F erra ris, quando ebbe la d ire ­ zione del dicastero de'le Poste e T e le g ra fi, ad alcune grandi aziende private. Ma ora si annunzia che il m i­ n is tro Nasi volendo sostitu ire le a ttu a li Agenzie p o ­ stali con u ffic i che rispondano meglio alle esigenze del servizio ha deciso col nuovo ordinam ento di sopprim erle gradualm ente.

P e r ora non se ne sa di più, ma q u e ll’ idea di sostituire alle agenzie degli u ffic i che rispondano m eglio alle esigenze del servizio è a d d irittu ra una trovata ris ib ile . È chia ro come il sole che si tratta non del servizio e non del p ubblico, ma soltanto degli interessi della b u ro cra zia ; anzi si sacrificano g l’ interessi del pubblico e i vantaggi del servizio e della finanza per a lla rg are le file della burocrazia. Per essere p iù c h ia ri ed e sp liciti, direm o che v i sono m olte ra gio ni per credere che lo Stato si è adom ­ brato della concorrenza che ai suoi u ffic i fanno le agenzie postali affidate a im prese p rivate. E com ’ è um ano e q u in d i naturale, ma poco prom ettente pel pubblico e per la finanza, la burocrazia si inalbera a vedersi sorgere accanto dei con corren ti che, in c re ­ d ib ile a d irs i, sanno fare il servizio m eglio di quello che sappia fare l’ ente Stato. E poiché non bisogna allevare il nem ico nel p ro p rio seno, conviene sop­ p rim e rlo , gradatam ente è vero, ma p u r sempre sop­ p rim e rlo . Che il pubblico ci scapiti, che la finanza ci rim etta diecine di m ig lia ia di lire , questo non r i ­ guarda la burocrazia, nè il suo capo gerarchico, il m i­ n istro delle poste. L ’ essenziale è di riguadagnare il terreno perduto, di im p e d ire che le agenzie si esten­ dano, si consolidino, m ig lio rin o sempre p iù il loro servizio e per ciò stesso ric h ia m in o una clientela sempre p iù num erosa. Se i posti d is p o n ib ili nella burocrazia non aum entano, se qualche u ffic io può anzi d im in u ire i p ro p ri im p ie g a ti, perchè ha un la ­ voro meno intenso, se invece di creare n uo vi u ffic i q ualcuno potrebbe essere chiuso, si capisce che ne venga a so ffrire il m ondo b urocratico e un m in i­ stro, che v u o l’ essere in buone relazioni con quel m ondo, non può to lle ra re tanto m ale. Senza d ire poi che è sem pre una speciale soddisfazione per un m in istro a disfare q uello che un a ltro m in istro ha fatto e a d ire e a prom ettere di cercare d i fa r m eglio, per fin ire poi a fa r peggio ; visto che il bene che può fa re ju n m in istro è sem pre assai lim ita to , quando non sia u n C avour, u n Gladstone o un B is m a rck .

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5 marzo 1899 L ’ E C O N O M I S T A 147 « Popolo Romano » a questo proposito e si dica se

v i sia una plausibile ragione che g iu s tific h i la inte n ­ zione a ttrib u ita a ll’ on. Nasi.

« V i sono indubbiam ente varie di queste Agenzie che si possono sostitu ire senza che il pubblico r i ­ senta alcun fastidio, con u ffic i postali, ma crediam o che in tu tti i grandi c e n tri ve ne sia qualcuna che offre al pubblico delle com odità che non potrebbe m ai o ffrire l’ u ffic io postale; oltreché per so stitu irla efficacemente l’A m m inistrazione dovrebbe spendere, una somma m olto m aggiore di quella che spende ora per aggio o p rovvigione a ll’ Agenzia.

Ora pare a noi che Ìà dove l'E ra rio risparm ia e il pubblico trova m aggiori com odità, non sia il caso di sopprim ere l’Agenzia postale per addossare un gravoso servizio a ll’ u fficio centrale, che ha digià tanti a ltri ram i da accudire.

Poiché q u i si tratta precisam ente d e ll’ Agenzia N. 1 affidata alla Casa G ondrand, che dovrebbe cessare ed essere sostituita nei servizi, che ha fin qui d i­ simpegnato con vero plauso del pubblico della ca­ pitale, d a ll’ u ffic io Centrale.

Noi abbiamo pubblicato in gennaio il prospetto delle operazioni com piute nel 1898 d a ll’ Agenzia di cui parliam o e non sarà male rip ete rlo .

V aglia emessi N . 10,631 C artoline emesse » 1 4 ,9 1 4 — L . 1,160,781 V ag lia pagati N. 77,888 C artoline pagate » 1 0 4 ,8 22 — L . 3 ,7 14 ,82 6 Raccom. e Assic. N. 117 ,8 72 Pacchi postali N. 1 08,272 R isparm io emiss. N. 2,297 — L . 429,003 R isparm io pagam. » 2 ,1 6 2 — » 337 ,0 79 V endita francobolli — L. 2 9 6 ,8 73 T u tte le case com m ercia li del centro della città, quasi tutti i g io rn a li, banche ecc. si servono d e ll’ Agen­ zia postale Gondrand, anziché d e ll’ U ffic io centrale della Posta, benché si tro v i a breve distanza.

E videntem ente ci devono essere delle buone ra ­ gioni per p re fe rire l ’ Agenzia, a ltrim e n ti non si ca­ pirebbe questa preferenza. E le ragioni nel caso at­ tuale sono rappresentate da van tag gi:

1. La centralità d e ll’ u ffic io . 2. Abbondanza di personale sotto l’ im m ediata sorveglianza d i un capo | u ffic io e del tito la re stesso, q u in d i solle citu din e nel d isb rig o delle operazioni. 5. Conoscenza di tutte le ling u e straniere. 4. Presa g ra tu ita dei pacchi postali a d o m icilio per le D itte di m aggiore im portanza. 5. U nico u fficio centrale per la spedizione dei pacchi dopo la chiusura di q u e llo della Posta centrale. 6. T a v o li di s c rittu ra con tutto l’ occorente g ra tu ito a disposizione del pubblico.

T u tto questo spiega ad esuberanza come per il pubblico l ’ Agenzia dei G ondrand abbia un m ovim ento così notevole e sia così accreditata nel pubblico.

Nè si può d ire che la spesa sia tale da o ffrire la m in im a convenienza aH’ A m m in isira zio n e per sop pri­ m ere quest’ Agenzia, la quale nel 189 8 è costata al­ l ’ E ra rio L . 1 6 5 3 3 ,4 9 , m entre per la succursale N . 1 alla stazione, u ffic io g overna tivo con uu n um ero j m olto in fe rio re di operazioni l’ E ra rio spende circa 6 0 ,0 0 0 lire a ll’anno.

Basta questo confronto per com prendere d i quale u tilità sieno talune di queste Agenzie p riva te e quali economie rappresentino per lo Stato ».

Siam o anche noi d’ opinione che bastino queste notizie per dim ostra re che con la soppressione delle

agenzie postali si fin irà per danneggiare a un tempo e il p ub blico e la finanza. Il prim o per la m aggior affluenza che si avrà agli u ffic i postali governativi dovrà perdere più tempo d i q uello che perde ora, e non è poco, specie nei cen tri di qualche im p o r­ tanza, e non godrà p iù le com odità che offrono le agenzie; la seconda vedrà crescere le spese postali.

Ma per essere com pleti conviene tener conto anche delle spiegazioni date dalla Gazzetta del Popolo di T o rin o , la quale fa notare, in sostanza, che le agenzie, le q u a li sono re trib u ite ad aggio, usavano dare alla clientela u n centesimo o più per ogni tito lo od oggetto presentato, cosa che non era consentanea alla se­ rietà e correttezza del servizio.

« Ne venne d i conseguenza, scrive il giornale to­ rinese, che, per l ’ eccessivo agglom eram ento di lavoro nelle agenzie, g li u ffic i re tti da im p ieg ati di ru o lo , languivano e siccome nelle p rim e il personale era spesso scarso, la precisione e la p un tu alità nel d i­ sbrigo dei servizi in te rn i e nella contabilità lasciava sempre m olto a desiderare.

C o ll’ istituzione poi di tali sta b ilim en ti si soppres­ sero di conseguenza degli u ffici postali di prim a classe e così collo spostamento di m o lti im p ieg ati, nacque un ristagno nel personale, il che diede luogo ai m o lti re clam i raccolti da tu tti i g io rn a li d’Ita lia e che consigliarono la nostra Camera dei deputati ad in v ita re l’onorevole Nasi a rim e d ia re a questi e ad a ltri inconvenienti con un ponderato o rga n ico . » Come si vede tutto ciò conferm a quanto dice­ vam o p iù sopra. E quanto a ll’ appunto del rich ia m o della clientela mediante 1’ abbuono d i un centesimo osserviamo che se 1’ aggio è una re tribuzione troppo alta, il M in is tro avrebbe potuto senz’ altro rid u rla avvantaggiando la finanza, anziché procedere a un taglio cesareo coi sopprim ere le agenzie.

L o Stato ha il m onopolio del servizio della posta e non si può certo d ire che vi abbia rinunziato neanche per una piccola frazione affidando a qualche impresa p rivata i v a ri servizi ; in realtà non ha fatto a ltro che fa rli assumere in alcune città da p ri­ va ti che m entre fanno risp arm iare alla finanza, pos­ sono rendere con m aggiore u tilità pel pubblico i servizi medesim i. N on discutiam o ora se il m onopo­ lio della posta sia il mezzo m ig lio re per avere un buon sei vizio ; ma fondandoci sui buoni ris u lta ti dati dalle agenzie postali osserviamo che lo Stato dovrebbe anzi agevolare la lo ro diffusione, salvo a prendere le opportune garanzie, per rendere quel m onopolio meno costoso e p iù p ro d u ttiv o e in pari tempo perfezionarne il meccanismo U na volta tanto che fi esperim ento riesce e si dim ostra vantaggioso | sotto ogni aspetto, il sop prim erlo significa anteporre le viete ra g io n i degli interessi della burocrazia ai bisogni e a lle tendenze della vita m oderna. E q u e ­ sto è quanto di m eglio ci può dare un M in istro che ha fama d i inte llige nte e dicono anim ato da idee moderne ; fig u ra rsi g li a ltri !

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5 marzo 1899 L ’ E C O N O M I S T A

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Antologia, dove è esaminato, sotto 1’ aspetto gene­ rale econom ico, il progetto di fondare una grande Associazione Nazionale intesa a fa v o rire ed aumen­ tare l ’ affluenza dei v ia g g ia to ri stra n ie ri in Italia .

Poiché l’ argom ento, come notam m o, ha grandis­ sima im portanza economica per il nostro paese, sarà u tile se l ’Associazione prenderà piede, osservare, coi ris u lta ti del suo lavoro, 1’ accoglienza che sarà per avere a ll’ estero. A sco ltiam o frattanto q u e lli tra ì p rim i g iu d izi che hanno qualcosa di notevole. ^ E c ­ cone oggi uno d e ll’ illu s tre scritto re norvegese. B jo rn - stierne^ B iornson, che trovasi presentemente in Italia e che fu -in terro ga to in proposito da una nostra s c rittric e , la signora F a n n y Z am pini-S alazar.

__« È poco degno occuparsi di attirare i fore­ stieri : è come m ettersi in toeletta o m ascherarsi. L ’ Ita lia è interessante p e r sè stessa, ha tu tto in sè p e r piacere ancora sem pre, come è piaciuta fino ra . Basterà badare alla pubblica sicurezza.... »

D elle q ua li parole, diciam o subito che quelle sot­ tolineate non c i persuadono affatto. — N e ll’ a ttira re i forestieri non si vede che cosa v i sia di poco degno. Che tale sia, forse p iù che l’ opinione, l ’ im pressione d i un illu s tre poeta, si può spiegare. Ma in realta i il provvedere ai p ro p ri interessi, purché nei m odi ; le c iti, da nessuno in questo mondo fu m ai consi- derato ig n o bile . M olte cose hanno due o p iù la ti, j che non sono, come l ’ acqua e il fuoco, tra lo ro ; in c o m p a tib ili. 11 bello e m agari il sublim e non pos- j sono forse accoppiarsi anche con l ’ u tile ? U n grande ! artista non sarà p iù tale, solo perchè accetta e vuole

che i p ro d o tti d e ll’ arte sua g li siano lautam ente j pagati ? Perde bellezza un paesaggio incantevole, se lo si guarda seduti sui soffici cuscini d’ un treno fe rro v ia rio di p rim a classe, o dalle finestre d un albergo sontuoso ? D ive rrà meno ricco di capolavori u n celebrato museo, se per visita rlo occorra pagare una tassa d’ ingresso? Succederà piuttosto il c on tra ­ rio , e m ercè la prosaica tassa il museo avrà mezzo, che a ltrim e n ti non avrebbe d i custodire a dovere i capolavori che possiede e d acquistarne a ltri. Senza d ire che nel m ondo m oderno è praticam ente neces­ sario, non ha poi n u lla d i volgare la estesa e v i­ stosa p u b b lic ità che si faccia in prò d ’ una cosa ef- fettivam ente buona : d a ll’ albergatore pel proprio olbero-o, d e ll’ inve nto re di una macchina qualsiasi per la m acchina stessa, dai p ro d u tto ri pei loro p ro ­ d o tti, d a ll’ editore inte llig e n te pei lib r i n u o vi dei q u a li g li a u to ri g li hanno venduta la p roprietà, e v ia discorrendo.

Su questo punto dissentiam o dunque dall illu s tre stran iero dianzi rico rd ato.

Consentiamo invece del tutto nelle a ltre sue pa­ role sopra rife rite ; non solo quando dice che l’ Italia ha ancora tu tto per piacere come è piaciuta finora, m a anche quando accenna a qualche inconveniente che può m enom arle i l favo re a ltru i.

La pubblica sicurezza, per esempio. Su questo ■ punto il nostro paese viene qualche volta calunniato a ll’ estero da q ue gli interessati per ragion di mestiere che davvero non mancano. D iciam o calunniato, per­ chè g li viene fatta una riputazione peggiore di quella che m erita. Ma non la m erita neanche buona. Non v ’ è fum o senza fuoco, e rig ua rd o alla m ediocrità della sicurezza pubblica, una base di vero, siamo g iu s ti, c' è. Prescindendo dalla questione dei fo re ­ stie ri,’ non abbiam o noi stessi in Italia da dolercene spesso? N on si deplora ogni tanto una re cru d e ­

scenza d i aggressioni e di estorsioni ora in ques.a, ora in quella città ? I g io rn a li di Roma non hanno da lam entare d i continuo T insufficiente servizio di polizia ? Non fu poche settimane or sono barbara­

mente tru cid a to uno stran iero per le vie del q u a r­ tiere p iù elegante e aristo cra tico di N apoli, e non restano a tu tt’ oggi ig n o ti i suoi assassini ? Sono forse m olto s ic u ri i d in to rn i, anche prossim i, d i P ale rm o? E chi ha d im enticato che 1’ anno scorso furono allegram ente borseggiati due p rin c ip i re ali tedeschi sulla strada fra Roma e Frascati, cioè alle porte della capitale del R egno? Ed è ingenuo ma­ ra v ig lia rs i che certi fatti, che succedono in citta

cospicue, abbiano a ll’ estero un ’ eco larga e d u re ­ vole perchè adeguata alla celebrità dei luoghi.

Ma per conto nostro, o ltre la m ediocre sicurezza pubblica, abbiam o da fa r menzione d’ a ltre cose non belle, nè buone. L ’ accattonaggio è una b ru ttu ra , che non costituisce di certo una p riv a tiv a dell Ita lia , ma che abbonda in genere nei paesi meno agiati e meno c iv ili; e frattanto in m olte fra le p iù belle re gio ni della nostra penisola disgusta grandem ente q ue gli s tra n ie ri che in casa loro non v i sono a v ­

vezzi. „

L o stesso dicasi della nettezza, e nelle case, e n eg li alb e rgh i, e in m o lti luo g hi p u b b lici, e specialm ente n e ll’ aspetto e nelle a b itu d in i del popolo. Bando alle esagerazioni, e p rim a d i tutto disting u ia m o pure certe re gio ni da certe altre, dacché v ’ è differenza e grande. Ma prendasi la m edia, e... via,_ ce ne appelliam o a q ue gli ita lia n i agiati e in te llig e n ti ì q u a li hanno viaggiato.

E dopo la nettezza, certi com odi, che sono, p e r­ chè v i si è altrove assuefatto, d iv e n ta ti quasi n e ­ cessità, specie pei v ia g g ia to ri, e che ad ogni modo costituiscono sempre u n ’ a ttra ttiva . Anche q u i siamo ben lontani dal v o le r m ettere ogni cosa in un fascio. Ma pure a lb e rgh i m edioevali in certi luo g h i secon­ d ari, ma deliziosi per c lim a e bellezze d i n a tu ra ! Che sistem i ru d im e n ta li di riscaldam ento (quando non manca del tu tto ) in tante case il affitto, in tan ti q u a rtie ri m o b ilia ti ! Che assenza d i p un tu alità nei tre n i di tu tte le nostre re ti fe rro v ia rie ! E sulle linee secondarie, che m ateriale vecchio, scomodo e spesso perfino indecente!

E che d ire della richiesta di m ancie a ogni passo, e di certe m ale a b itu d in i del piccolo com m ercio , | per le q u a li, specie n e ll’ Ita lia m e rid ion ale , al fo re - ; stiero si fa pagare tu tto p iù caro che ai c itta d in i, i i prezzi non sono mai fissi e per ogni oggetto si

j

cerca di chiedere tre o quattro volte p iù del prezzo a cui poi lo si rilascia ?

C erti d ife tti saranno stati esagerati dalla cattiva fama, che, come la buona, adopera sempre un processo di ing ra nd im e nto. Ma non è vero che si tra tti soltanto di voci calunniose. A g li s tra n ie ri che viaggiano in Italia non mancano con sig lieri spas­ sionati e bene in fo rm a ti. Vedasi per esempio il Baedeker, la p iù diffusa in tutta E uropa tra le G u id e

-Itin e ra ri. .

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5 marzo 1899 L ’ E C O N O M I S T A 149 mestiere, a fa r cenno delle cose di cui sopra, in

quanto non m utano, nè tutte, nè in un g io rn o, ma aggiunge : P iù di recente (tra s c riv ia m o ) questi in ­ convenienti, sono venuti in buona parte e lim in a n ­ dosi ; tuttavia I’ autore di questo manuale non ha stim ato s u p e rflu o farne ancora menzione.

Questo ci sembra im p arzia lità , e per quanto a n o i consta, viene così toccata la nota giusta.

S icuram ente, per tutto ciò che concerne il ser­ vizio fe rro via rio , l ’ arte d e ll’ albergatore in ogni sua form a, cento com odità della vita , l ’ igiene e la n e t­ tezza pubblica e privata, la educazione del popolo, g li usi e i m odi del com m ercio m in u to , si è fatto anche in Ita lia grandissim o progresso n e g li u ltim i venticinque o tre n t’ anni. Ma m olto ve ne sarebbe an­ cora da fare, non solo perchè il progresso è in d e fin ito , ma anche per m ettersi a paro coi paesi che cam ­ m inano alla testa della c iv iltà . — O r bene, poiché lo sviluppo d e ll’ affluenza dei fo re s tie ri è per l’ Italia u n ’ industria p rim a ria, si fondino pure Associazioni ad hoc, e queste si servano pure dei mezzi che furono accennati n e ll’a rtico lo rico rd ato in p rin c ip io . Ma la ridarne e la polem ica, o c’ inganniam o, o possono non bastare, m entre a ltri sa farne e ne fa a danno del nostro paese. P ro curiam o perciò in pari tempo di dare opera, d iretta o in d ire tta secondo i casi, a fare sparire q ue gli in co nve nie nti e quelle deficienze che possono menomare le a ttra ttiv e del nostro paese, e che danno a rm i in mano agli in te ­ ressati suoi diffam atori.

U n vecchio proverbio toscano dice ch e : 11 buon vino non ha bisogno di frasca. M olte cose cambiano col tem po, e al g iorno d’ oggi, si può convenirne, quel p rove rb io è meno vero d’ una volta. P er a ltro non ne conosciamo uno che dica precisam ente il c o itra rio , e crediam o non v i possa essere. Si ado­ p eri pure la frasca, ma anche si provveda a che il vino sia o ttim o, e tale da piacere sem pre a tu tti.

I BILANCI DI PREVISIONE PER L'ESERCIZIO I M

(.Ministero della Marina)

N e ll’ esercizio 1897-98 la spesa o rd in a ria e strao r­ din a ria, escluse le partite di g iro , per il M in iste ro della Marina era stata prevista in L . 1 1 8 ,5 lo , 2 3 4 0 5 , invece am m ontò a L . 1 21 ,7 8 8 ,9 9 1 .1 1 , con un au­ mento, q u in d i, di L . 3 ,2 7 5 ,7 5 7 .0 6 ; il preventivo per l ’ esercizio in corso, rid uce la spesa a L . 1 0 8 ,3 1 9 ,1 2 4 , cioè un ’ economia di 10 m ilio n i sulla previsione, e di 13 m ilio n i sul consuntivo d e ll’ esercizio prece­ dente.

A tale notevole differenza non con tribu isco no le spese generali, che anzi sono aum entate di qualche m ig lia io di lire a paragone così del consuntivo come del p reve ntivo d ell’ esercizio 1 8 9 7 -9 8 ; e nemmeno il debito vita liz io che n e ll’ esercizio precedente era stato p reventivato in un onere di L . 4 ,7 8 9 ,0 0 0 , costò invece L . 4 ,8 6 7 ,6 9 9 .3 6 ed ora si prevede in L ire 4 ,9 29 ,00 0, in aumento q u in d i sig n ific a n te ; ma si ve­ rific a nelle a ltre voci im p o rta n ti del b ila n cio e p re ­ cisamente :

Previsione Consuntivo Previsione

1897-98 1897-98 1898-99

Spese ordin. per la marina

m ercantile... 5,940» 866 9,128,002 6,449,866 Spese ordin. per la marina

m ilita r e ... 102,357,818 102,369,422 91,735,258 Spese straordinarie generali 25,000 23,751 20,000

Id id. per la ma­

rina mercantile . . . . 125,000 125,000 — Spese straord, per la marina

militare..., . 1,200,000 1,200,000 1,100,000

A paragone q uin di del preventivo precedente, quello in corso stabilisce una economia di u n d ici m ilio n i e mezzo sulla marina militare ed una m aggiore spesa di o ltre mezzo m ilio n e su quella mercantile ; a pa­ ragone del consuntivo d e ll’ esercizio precedente, è anche prevista nel bila n cio in corso una economia di quasi 3 m ilio n i sulla m arina m e rcan tile.

La differenza nella spesa per la marina mercantile sta nel capitolo '.compensi di costruzione e premi di navigazione ai piroscafi ed ai velieri mercantili na­ zionali, s ta b iliti dalla legge 23 lu g lio 1896, n. 3 1 8 ; tale spesa prevista nel 1 8 9 7 -9 8 in l. 4 ,3 88 ,00 0 fu invece di L . 7 ,5 8 8 ,0 0 0 , ora si rid uce a L . 4 ,8 8 8 ,0 0 0 .

La questione dei p rem i alla m arina m ercantile è tro pp o complessa perchè abbiamo a discuterne q u i; ci basta soltanto rile v a re la mutazione delle cifre.

La differenza da 1 02 a 91 m ilio n i, cioè u nd ici m ilio n i, nelle spese per la marina militare è tutta fo rn ita dal capitalo 54 riproduzione del naviglio che da 34,028,545.41 p reventivate e spese nel 1 8 9 7 -9 8 e rid o tto a L . 2 3 ,0 0 0 ,0 0 0 per il 1 8 9 8 -9 9 . N egli a ltri capitoli delle spese per la m arina m ilita re v i sono m o lti ed anche n otevoli m uta m e nti di cifre, ma le differenze si compensano p e r quanto non si spieghi come c e rti servizi abbiano ad o ffrir campo a ta li m odificazioni.

Inta nto è avvenuto che dopo aver tanto discusso n e ll’ estate decorso sulla o p p ortu nità di aum entare le spese per la m arina m ilita re , e dopo aver sentito a ttrib u ire a ll’ attuale m in istro in te n d im e n ti di s v ilu p ­ pare in num ero e qua lità il n a v ig lio da guerra, il preventivo porta per tale spesa una dim inuzione di o ltre 11 m ilio n i.

(.Ministero degli affari esteri)

N el b ilancio del M inistero degli esteri si tro va una differenza notevole, poiché dalle p revision i di L . 9 ,6 4 1 ,1 9 8 .7 7 e dalle c ifre del consuntivo d i L . 9 ,9 6 6 ,5 5 5 .8 4 del 1897-98 si passa a L . 1 6,0 1 6 ,8 0 0 , nelle p revisioni d e ll’ esercizio in corso.

La differenza è causata p rincip alm e nte da ciò che m entre nel bilancio precedente il M inistero degli esteri non gravavano le spese d’ A frica che per L . 1 ,9 0 0 ,0 0 0 , essendo a ltri 13 m ilio n i is c ritti nel b ilancio del M inistero della guerra, nel p reve ntivo in corso è stato tolto lo stanziamento al M inistero della guerra e portato a L . 8 ,1 30 ,80 0 quello de! M inistero degli esteri.

(6)

150 L’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1899 p re v e n tiv o ad una economia di L . 180 ,0 00 sul con­

su n tivo precedente.

Sono leggerm ente m odificate le spese generali, con una economia di L . 300 0 sul p reve ntivo precedente , di notevole è la rid uzio ne a L . 4 8,00 0 per telegrammi da spedirsi all’ estero, sebbene nel consuntivo pre­ cedente la spesa sia stata di L . 8 0 ,0 0 0 ; - il de­ bito vitalizio da L . 3 0 1 ,0 0 0 è portato a 3 0 8 ,0 0 0 ; le spese di rappresentanza che erano state previste in L . 4 ,6 5 5 ,4 2 6 .5 7 ed avevano data una economia d i L . 6 8 ,8 8 2 .8 0 sono aumentate a L . 4 ,7 2 8 ,1 4 3 .2 5 e 1 e spese diverse (dedotte quelle per l’ A fric a ) che erano state previste n e ll’ esercizio passato in L . 2 ,8 65 ,68 6.7 7 e richiesero invece una spesa di L . 2 ,1 2 6 ,0 5 5 .9 5 sono ora rid o tte a L . 2 ,0 1 2 ,4 4 0 ; togliendo da ambe­ due le c ifre le spese per l’ A fric a ; la spesa per le scuole all'estero è ridotta da L . 1 ,0 9 1 ,0 0 0 del con­ su n tivo 1 8 9 7 -9 8 a L . 9 85 ,0 00 .

LA RIFORMA DEI TRIBUTI LOCALI "

X .

Se è ve ro che l’ autonom ia locale viene ad essere m enom ata quando lo Stato con le entrate di bilancio o con le im poste e ra ria li, o ancora con i lim iti quan­ tita tiv i p re s ta b iliti ai trib u ti loca li, inte rvien e nella tassazione locale, la cosa si presenta alquanto d iffe ­ re nte quando esso determ ina la specie o la forma dei trib u ti. In cotesto caso il legislatore si dà pen­ siero dei m o tiv i d ’ indole generale che consigliano una piuttosto che l’ altra im posta, e cura che la g iu ­ stizia d is trib u tiv a sia rispettata in ogni m anifesta­ zione del potere fiscale. « A parte l ’ intrinseca bontà d e g li,is titu ti fina nzia ri assegnati ai C om uni, la legge, finché si occupa di costru ire questi lasciando quegli e nti a rb itri d e ll’ intensità del loro uso, non potrà d irs i d unque, a priori e sotto 1’ aspetto g iu rid ic o esterno, v io la tric e d e ll’ autonom ia trib u ta ria dei Co- m u n ì. ÌE in fa tti in rig u a rd o allo scopo prefisso loro, che bisogna q u i g iu d ica re que gli in te rv e n ti della le­ gislazione ; o ra, siano o no le disposizioni da questa sancite atte a ra gg iun g ere q u e llo scopo, se questo è veram ente d ’ ordine generale e risponde a^ un bisogno sup eriore alle convenienze in te rn e d e ll’ am- m inistrazione locale, q uelle disposizioni hanno ceito un contenuto g iu rid ic o , e q u in d i non eccedono la funzione le g ittim a di una legge che vog lia re s trin ­ gere il potere fiscale indipendente degli enti locali. » Così si esprim e i! prof. C o n ig lia n i, il quale aggiunge anche che in sostanza si tratta appunto di difendere e m antenere n e i trib u ti lo c a li il rispetto alla g iu ­ stizia d is trib u tiv a , ossia d’ im p ed ire che un Comune col portare o ltre certi lim iti di spazio la propria tassazione non menomi il d iritto dell a ltro , o crei l ’ ing iu stizia di una doppia tassazione ; si tratta di scegliere fra im poste di natura d ifferente, q u in d i di d iffe ren te insistenza, traslazione e d istrib uzio ne , o di rendere o b b lig a to ria una certa reciproca posizione fra questa e q uella specie di trib u to , o in ciascuna^ im ­ posta d i assegnare il modo di valutazione d e li’ og­ getto, il m etodo della riscossione, il m in im o d’ esen­ zione o la n o rm a fissa o variab ile dei saggi, ecc.

La necessità di questo intervento legislativo è pa­ lese quando si rifle tti che diversam ente manche­ rebbe qualsiasi garanzia che il sistema trib u ta rio locale, sia ispirato a quella giustizia, che si traduce praticam ente n e ll’ e q u ilib rio delle sue varie p a rti; senza del quale sarebbero possibili e fa c ili q ue gli abu­ si, quegli sfru tta m e n ti fiscali che una classe detentrice del potere può com piere a danno delle a ltre . L ’ as­ soluta libe rtà re lativam en te alla q ua lità , alla form a dei trib u ti m etterebbe i C om uni in piena balia di un p artito che tenterebbe con ogni mezzo di sca­ rica re sugli a ltri l’ onere delle im poste e provoche­ rebbe c o n flitti e controversie non d is s im ili da quelle che sorgevano secoli sono nei C om uni ita lia n i per questioni fiscali.

D i più, direm o col C on iglia ni, l’ inte rven to della legge a regolare il sistema trib u ta rio locale è ne­ cessario per la ragione che la giustizia non può scom pagnarsi da una certa u n ifo rm ità dei trib u ti in ogni singola parte della nazione; come Ira Stato e Stato sorgono necessità di spontanee im itazio ni o di espressi accordi per regolare il campo della tassazione loro, così non può concepirsi senza una conveniente u n ifo rm ità l’ uso della tassazione per opera di enti che son parte di una stessa u nità nazionale ; eccessive d ive rsità, per cui ad es. un Com une faccia uso d i imposte reali e un a ltro d i imposte personali, l’ uno colpisca il re dd ito o il con­ sumo e l’ a ltro il p atrim onio, l’ uno adotti il sistema proporzionale e l’ a ltro q uello progressivo e così via, conducono a fra gran ti ing iu stizie, a dannose conse­ guenze e com plicazioni d e p lo re vo li. E perciò la legge, m entre rice rca in om aggio alla giustizia le form e m ig lio ri dei trib u ti loca li, garantisce anche entro c e rti lim iti ohe i poteri fiscali dei va ri enti sieno bene l’ uno d a ll’ a ltro d e fin iti e si esplichino con un ac­ cordo sim m e trico ; accordo che resulta non dalla identica qua ntità dei trib u ti, la quale pure deve essere determ inata soltanto dalle esigenze del fab­ bisogno, ma dalla qua lità loro e dalla natura degli is titu ti, dal costante ra pp o rto fra q u e lli, quasi dal complesso di n um e ro si corpi chim icam ente s im ili ma di grandezza diffe ren te. Così un insiem e di leggi sifatte re go lan ti n e ll’ aspetto q u a lita tivo la tassazione locale, rappresenta n e g li S tati m o de rn i una esplica­ zione leg ittim a del potere sovrano e insiem e una necessità p o litica e sociale im p re sc in d ib ile . E di ciò se ne avrebbe la prova, secondo il C o n ig lia n i, dalla pratica esperienza.

N ella Svizzera dove a lungo prevalse la m aggiore libertà fiscale nei C om uni, si dovette v e n ire a poco a poco, per g li inconvenienti che ne d eriva ro no , a sta­ b ilire n orm e che possono fare m enom azioni d e ll’ auto­ nom ia trib u ta ria . In Sassonia la lib e rtà sconfinata nella tassazione locale v i produsse una varietà enorm e ne­ g li is titu ti, non pochi c o n flitti d i tassazione, I’ abuso della tassazione personale, g ra v i d ife tti nella tassa­ zione delle ind u strie , ecc. E un esempio che m e rita pure d’ essere indicato, è q uello degli S tati U n iti dove le questioni in to rn o alla doppia im posizione, le co n ­ troversie sulla d istrib uzio ne delle im poste e s im ili, non fecero difetto.

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5 marzo 1899 L’ E C O N O M I S T A 151 dal p rin cip io dei vantaggi recati al citta d in o e altre

da quello della capacità economica, col segnare una linea di demarcazione, una « g renzlinie » come dice il F rie d b e rg , fra queste e quelle spese e le relative specie di trib u ti, e se si v u o le dare ad alcune im ­ poste un carattere di com plem entarità, col segnare una proporzione costante su cui debban regolarsi sempre i saggi di quelle im poste p rin c ip a li. In a ltri casi poi la legge riconosce giustam ente la necessità di correggere con savie eccezioni 1* u n ifo rm ità del sistema trib u ta rio nei vari e n ti, per tener conto della diversità di questi, oppure prescrive l’ applicazione d i certi p rin c ip i fiscali come quello della progressi­ vità del trib u to , della esenzione di certe m in im e quote per la difesa speciale delle classi in fe rio ri e per ottenere un certo e q u ilib rio nella distribuzione dei carichi locali.

In tesi generale, q u in d i, deve d irs i le g ittim o e necessario - così conclude su questo punto il Co- n ig lia n i - u n inte rven to della legislazione a lim ita re il d iritto fiscale dei d o m im i, quando essa non tocchi (salvo per quel che rig ua rd a le imposte in d ire tte sui consumi necessari e generali) la espansione q ua nti­ tativa dei trib u ti, bensì ne d ete rm in i la qualità, cioè le form e, g li elem enti e i rapporti.

Se nonché, ammesso che si debbano fissare dei lim iti q u a lita tiv i al sistema locale dei trib u ti rim a n ­ gono da regolare i ra p p o rti tra le due tassazioni, quella dello Stato e l’ altra dei C om uni. É questa una delle m aggiori d ifficoltà che s’ incontrano nella sistema­ zione delle im poste, perchè suppone ris o lu to d e fin iti­ vamente un a ltro problem a quello della distribuzione delle funzioni tra i v a ri enti p o litic i. A m m ettendo tuttavia che questo problem a sia e lim in a to , può ch ie ­ dersi se v i d e v’essere indipendenza assoluta dei due sistemi trib u ta ri centrale e locale, oppure se sia am ­ m issibile un certo legame o coordinam ento tra q u e lli. L ’ indipendenza, opportunam ente lo avverte anche il C onigliani, può essere form ale o sostanziale; la prim a risulterebbe dalla circostanza che le imposte locali hanno iiu ordinam ento e sopratutto una base im p on ibile od oggetto loro p ro p rio ; la seconda si ha anche quando si adotta un medesimo istitu to ¡tri­ butario pei C om uni e per lo Stato, come sarebbe il caso dell’ imposta fondiaria, ma non si pone alcun lim ite quantitativo alla im posizione da parte dei C om uni lasciando così eh’ essa si svolga in modo del tu tto indipendente. G li Stati U n iti d’A m erica ci presentano un esempio d i prom iscuità di trib u ti senza lim iti q u a n tita tiv i (la pro perty fax usata dai corpi locali e dagli S ta ti), e un a ltro esempio ce lo o ffre (con le Vermogensteuern, di c u i spesso i Cantoni e i C om uni insiem e fanno uso) la Svizzera. Invece la Prussia con I’ ordinam ento sancito colla legge del 1893 ci dà un esempio di imposte speciali assegnate ai C om uni con lim iti re la tiv i di qua ntità. D unque P indipendenza trib u ta ria consisterebbe n e ll’ assenza di lim iti q u a n tita tiv i, e nel fatto non è vero che sempre alla prom iscuità dei trib u ti si accom pagni la loro lim itazio ne q ua ntitativa ; nè questa cessa di esser condannabile ove sia separata da quella p ro ­ m iscuità.

T u tta via , a noi pare che la prom iscuità dei trib u ti sollevi g ra v i d iffico ltà pratiche, a ris o lve re le q ua li non aiuta certo 1’ assenza completa dei lim iti quan­ tita tiv i. Q ualunque sieno le imposte prom iscue, il fatto che Stato e C om uni le applicano insiem e viene a lim ita re i l campo d i estensione q u a n tita tiva della

imposta. Può lo Stato sentirsi ed essere realm ente libero di m odificare la m isura di un trib u to se esso è anche applicato dagli enti locali ? E viceversa, questi potranno agire per lo ro conto, senza conside­ rare la parte che lo Stato si è riservata per quella imposta che è prom iscua ? P u r riconoscendo che la indipendenza trib u ta ria può essere form ale anche se non v i è prom iscuità di im poste, ma per converso sono fissati lim iti q u a n tita tiv i, non ci pare si possa d ire che con la prom iscuità sia possibile la in d ip e n ­ denza sostanziale, se, come crediam o, la prom iscuità trae seco in m o lti casi, alm eno a un certo grado di svilu pp o d e ll’ imposta prom iscua, la necessità dei l i ­ m iti q u a n tita tiv i. G li esempi della Svizzera e degli S tati U n iti ci paiono poco d im o s tra tiv i appunto per le speciali condizioni finanziarie di q ue i paesi.

Con m a gg ior ragione, a nostro avviso, il C om - g lia n i nota che nem m eno può d irs i che l’ uso di u n ’ imposta appartenente al sistema trib u ta rio dello Stato vio li di per sè sola la indipendenza del sistema trib u ta rio locale. A nzitutto , e gli chiede, in elm cosa consiste questa appartenenza d e ll’ imposta allo Stato? A l fatto che, data la separazione delle leggi sui t r i­ b uti e ra ria li da quella che regola i trib u ti loca li, le une costru iro no prim a quello strum ento fin a n zia ­ rio per lo Stato e poi la seconda ne concesse I’ uso al C om une? O ppure deve q u e ll’ im posta il carattere di trib u to erariale a ciò che alla legge parve con­ veniente di affidarne la riscossione ad organi dello Stato, lasciando ai C om uni soltanto di aggiungere a quella dello Stato la propria quota d’ im posta? Ebbene, in un caso e n e ll’ altro si tra tta di a pp ar­ tenenza formale, o per accidentalità re lative alla le­ gislazione o per la scelta p iù conveniente del metodo d i riscossione, e questa appartenenza form ale non può avere alcun influsso s u ll’ in tim a s tru ttu ra dei sistem i trib u ta ri.

T u tto ciò rig ua rd a ad ogni modo il carattere esterno della legislazione sui trib u ti locali ; occorre rivo lg e re ora l’ attenzione al suo contenuto in tr in seco, affinchè il sistema trib u ta rio sia conform e alla giustizia d is trib u tiv a .

IL COM ERCIO INTERNAZIONALE ITALIANO NEL 1898

La D irezione Generale delle G abelle ha pubblicato il b o lle ttin o del com m ercio internazionale italia no per tutto il 1 8 9 8 ; i ris u lta ti fin a li del m ovim ento danno un aumento di im portazione a paragone del 1897 di 144 m ilio n i di lire e di esportazione di 89 m ilio n i ; però è da tener conto che la Commissione per i v a lo ri delle dogane ha, come è consuetudine, stabilito i nuovi prezzi e le m odificazioni che ha fatte adulterare necessariamente il rapporto.

Se per il com m ercio del 1898 si tengono g li stessi prezzi del 1897, la im portazione, che è segnala 1336 m ilio n i, si alza a 141 3 m ilio n i; il che vu o l d ire che, nel complesso, la Com m issione ha aum entato i prezzi u n ita ri ; così la esportazione che è segnata 1181 m ilio n i salì a 1203 m ilio n i il che rappresenta egualm ente un aum ento dei prezzi u n ita ri.

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152 L’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1899 D iam o le c ifre dei due im p o rti: coi prezzi del 1897

si avrebbe (in m ilio n i) :

Importazione Esportazione Differenza

1 8 9 7 .. .. 1 ,1 9 1 .6 1 ,0 9 1 .7 + 99.9 1 8 9 8 .. .. 1 ,4 1 3 .3 1 ,2 0 3 .5 + 209.7 D iffe r. + 221.7 + 1 11.8 + 3 09.6 I l com m ercio q u in d i avrebbe avuto un m a gg ior m o vim e n to di o ltre 300 m ilio n i.

Se invece si tien conto delle m odificazioni por­ tate ai prezzi u n ita ri si ha :

Importazione Esportazione Differenza

nei colori e generi per tinta e per concia da 12.4 a 1 1 .4 , — il cotone da 3 3 .7 a 52.1 ; — le pelli da 2 6.0 a 2 5 .6 .

Si trovano aum enti negli spiriti, bevande ed òli da .1 1 9.6 a 1 2 1 .9 ; i generi coloniali, droghe, e ta­ bacchi da 7 .9 ad 8.1 ; — i prodotti chimici, generi medicinali, resine e profumerie da 40.3 a 38 ; — la seta da 378 a 386 ; — i minerali metalli e loro lavori da 3 9 .3 e 42.9 ; — le pietre, terre, vasel­ lami, vetri e cristalli da 69.9 a 7 3 .4 ; — i cereali, farine e paglia da 117.2 a 1 2 4 .4 ; e finalm ente g li animali e loro prodotti da 137.1 a 140.1.

M entre ci rise rviam o di esam inare le singole voci così alla im portazione che alla esportazione ecco il prospetto solito delle categorie :

1897. . . . 1

,

191.6 1

,

091.7

+

99.9

1898. . . . 1

,

335.9 1

,

181.1

+

154.8

. +

144.3

+

89.4

+

254.5

In quanto ai m e ta lli preziosi il 1898 ha dato il seguente m ovim ento :

Importazione... 3,443,800 Esportazione... 19,612,600

Differenza . . . . 16,168,800

P e r avere qualche m aggiore notizia sulle va ria ­ zion i dei prezzi diam o q u i un cenno delle1 categorie n e lle q ua li i prezzi com plessivam ente sono stati a um e nta ti e q u e lli in cui sono stati d im in u iti ; ap ­ plicando i prezzi del 1897 e q u e lli del 1 89 8 alle diverse categorie per il com m ercio 1898, si avrebbe che per la im portazione non hanno dato, nel com ­ plesso della categoria, nessun possibile aumento, g li spiriti, bevande ed oli che da 4 5,76 0,8 53 , rim a n ­ gono 45,74 9,7 81 applicando i prezzi del 1 8 9 8 ; la carta elibri che da 1 5 ,5 0 7 ,7 6 6 diventano 1 5 ,5 0 0 ,7 1 5 coi prezzi del 1 898.

Invece danno una notevole dim inuzione nel valore a parità di q uantità : — i generi coloniali, droghe e tabacchi che da 6 3 .6 scendono a 57.5 m ilio n i ap­ plicando i n u o vi prezzi ; — i colori e generi per tinta e per concia hanno perduto nel prezzo nel complesso da 3 2 .4 a 29.7 ; — la canapa, lino e juta da 2 5.9 a 2 5 .3 ; — i l cotone da 1 3 7 .8 a 127.1, cioè quasi l’ 8 per cento ; — gli animali, prodotti e spoglie di animali da 1 12 .3 a 111.1 m ilio n i.

Invece sono aum entati i prezzi delle a ltre cate­ g o rie e precisam ente : — i prodotti chimici, generi medicinali, resine e profumerie, da 48.3 a 4 8.9 ; — la lana, crino e peli da 6 5.9 a 6 6 .8 ; la seta da 120.1 a 1 2 6 .5 ; — il legno e paglia da 4 8 .2 a 4 9 ; — le pelli da 4 9 .5 a 5 0 ; i minerali, metalli e loro la­

vori da 1 64 .6 a 171 ; — le pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli da 125.7 a 1 62.6, aum ento note­ v o lis s im o di c irca il 30 per cento ; — i cereali,

farine, paste ecc. da 261 a 3 06, anche questo un aum ento quasi del 10 p e rc e n to ; — g li oggetti d i­ v e rs i da 18.5 a 19.3.

In quanto alla esportazione le differenze sono a l­ quanto diverse, p erchè: — le categorie che non hanno data variazione sono soltanto ; "la canapa, lino e juta ; — la lana, crino e peli; — il legno e paglia, la carta e libri ; — g li oggetti diversi.

Invece sono d im in u iti com plessivam ente i prezzi

IMPOSTAZIONE CATEGORIE

secondo la tariffa doganale

Valore delle merci importate dal l*genn. al 31 die. dell’ anno 1898 Differenza col 1897 Lire 45,749.781 57,526,606 48,971.580 29,736,233 2 ,349,049 127.1S9.19fi Lire 4- 13,614,994 - 11,928,584 4- 640,468 - 3,395,269 4- 1,462,212 - 1.99,9.720 II. III.

Generi colon., droghe e tabacchi. Prodotti chim. generi medicinali, iy . Colori e generi per tinta e per V.

VI. VII. V ili.

Canapa, lino, juta ed altri vege­ tali filamentosi esci, il cotone.

6^,891,501 - 3,059,922 1^6.493.932 +• 2.121.131 IX. 49,00 1,9 22 15 500,715— +- 1.507,218400,523 X. XI Pelli... 50,067752 171,009,853 162,645,568 306,793,801 111,142.634 19,302,283 - 6,511,548 20,969,187 -t- 40,755,946 +166,616,841 +- 1,681,794 - 946,669 X II. X III.

Minerali, metalli e loro lavori.. Pietre, terre, vasellami, vetri e XIV.

XV. XVI.

Cereali, far., paste e prodotti ve- get.,non compresi in altrecateg. Animali,prodotti e spoglie di ani­ mali non compresi in altre cat. Oggetti diversi...

XVII.

Totale delle prime 16 categorie 1,413,33>,346 3,443,800 4 221,736,576 - 5,232,400 Totale generale.. . . 1,416,779,146 +216,504,176 ESPORTAZIONE CATEGORIE secondo la tariffa doganale

Valore delle merci esportate dal 1® genn. al 31 die. dell’ anno 1898 Differenza col 1897 I. 121,909,397Lire 8,144,735 38,084,208 11,431,131 52,019,183 52,196,715 19,507,978 386,575,619 70,857,009 11,639,394 25,689,514 42,948,286 73,472,492 124,439,435 140,158,849 24.465,368 Lire - 12,504,512 4- 1,235,568 - 1,602,827 - 3,321,435 - 9,664,005 4- 20,583,540 II. III. IV.

Generi colon, droghe e tabacchi. Prodotti chim.,generi medicinali, resine e profumerie... . Colori e generi per tinta e per V.

VI.

Canapa, lino, juta ed altri vege­ tali filamentosi, esci, il cotone. VII. v i l i . IX. + 14,255,832 -+ 1,214,755 -+ 3,277.048 4- 4,990,953 X. XI. P elli... X II.

X III. ^Minerali, metalli e loro lavori.. Pietre, terre, vasellami, vetri e XIV.

XV. XVI.

Cereali, far., paste e prodotti ve­ getali, non compr. in altre cat. Animali, prodotti e spoglie di ani­ mali, non compr. in altre categ.

+ 11,067,684 4- 8,992,777

XVII.

Totale delle prime 16 categorie.. 1,203,569,304 19,612,600

+ 111,835,074

(9)

5 marzo 1899 L ’ E C O N O M I S T A . 153 Ed ecco pure il prospetto delle riscossioni do ­

ganali :

Titoli Dal 1° gennaio al 31 dicembre

di riscossione 1898 1897 D fferenza

Lire Lire Lire

Dazi d’ importazione 218,823,843 220,893,193 2 069,350 Dazi di Esportazione 1,095,094 1,049,779 +• 45,315 Sopratasse di fabbri­

cazione. . . . . 3,370,287 2,796,300 573,987 Diritti di statistica . 2,469, ISO 1,791,194 677,986 Diritti di bollo. . . 1,124,013 1,100,022 + 23,991 Tassa speciale sugli

zolfi di Sicilia. . 474.933 241.109 H- 233,824 Proventi diversi . . 613,976 593,539 4- 20,437 Diritti marittimi. . 7,186,346 6,920,681 + 265,665 Totale . 235,157,672 235,385,817 228,145

Rivista Bibliografica

M. Siotto-Pintor. — La reazione. {Meditazioni filosofiche e politiche).— Roma, Enrico Voghera, 1899, p. 136.

L ’ Italia attraversa un m om ento storico che ha una im portanza considerevole, perche può in flu ire in bene o in m ale sul suo avvenire, secondo che finiran no per prevalere certe tendenze, piuttosto che altre. Quest’ ora, psicologicam ente e politicam ente grave, doveva suonare, ed è bene sia a rrivata nel momento presente, dopo le esitazioni d i un M inistero senza un program m a ben determ inato, e le esorta­ zioni e le m inaccie di una stampa o di u om in i po­ litic i che non vedono altra salute se non nella rea­ zione politica. Come nel campo filosofico, così in quello p olitico i reazionari oggidì spesseggiano; sono per lo più, n e ll’ un c a s o ,id e a listi, cui non par vero di gridare che la scienza ha fatto bancarotta, che il positivism o ha perduto ogni ragione d ’ essere e che bisogna tornare agli a n tic h i e rro ri e alla fede d’ un te m p o ; e n e ll’ altro caso, sono s c ritto ri e u om in i po­ litic i che im p a u ritis i, come tante fem m inu ccie a qualche lam po e tuono di tem porale, dai tu m u lti e dalle sommosse d e ll’ anno scorso, non hanno tra tto a ltro convincim ento che q uello della necessità di una reazione, d’ uno string im e nto di fre n i, d’ un r i­ torno a’ vecchi sistemi illib e ra li, già abbandonati perchè ric o n o sc iu ti ina n i e in c o m p a tib ili con u n re ­ gim e di vera libertà. L ’ argom ento della reazione nel campo filosofico e in quello politico è, adunque, veram ente d i attualità, ed ha bene scelto il p rof. M an­ fre d i Siotto P in to r prendendo a svolgere, pel discorso inaugurale n e ll’ U niversità di U rb in o , u n sim ile tema. E g li è stato ind o tto a occuparsi della reazione, da un discorso in orno alla reazione idealistica , che ebbe ad ascoltare a ll’ Accadem ia s c ie n tific o -le tte ra ria di M ila n o ; ma dal campo puram ente filo so fico è pas­ sato logicam en'e a quello -politico, così che i l suo scritto ha acquistato un sapore d’ attua’ ità che ne ac­ cresce l ’ interesse.

I l prof. S iotto P in to r esamina le obbiezioni mosse al positivism o e ne dim ostra la inconsistenza ; con­ sidera il significato e la tendenza dei m o vim e n ti sociali o dierni e come essi non g iu s tific h in o la reazione po­ litica . Il discorso è ricco di osservazioni acute e di opportune citazioni di o p in ion i d i s c ritto ri insig ni. Se 1’ argom ento non escùsse in gran parte dal campo di studi e rice rche , al quale è dedicato questo pe­ rio d ic o , v o rre m m o riassum ere le idee d e ll’ A u to re ;

ma i le tto ri leggendo questo discorso potranno m eglio g iudicare il m erito suo.

Arsene Dumont. — Natalità et démocratie. — Paris, Schleicher Frères, 1898, pag. 230.

René Gonnard. — La dépopulation de France. — Lyon, Storcb, 1898, pag. 137.

Dr. 1. Goldstein. — Die vermeintlichen und die wirk­ lichen Ursachen des BevölkerungsStillstandes in Frankreich. — München, 1898, pag. 55.

L e pubblicazioni sulla dépopulation della F ran cia sono orm ai in n u m e re v o li e di m olte non si può d ire certo che aggiungano qualche cosa d i im portante a ciò che si conosce da un pezzo su quella dibattuta questione. Le tre che oia annunciam o m eritano per ra gio ni d iffe re n ti l ’ atienzione dei le tto ri. I l D u m o n t è già noto per u n ’ opera sulla Dépopulation et la civilisation, nella quale ha esposta la teoria detta della « cap illarità sociale », secondo la quale la tendenza a lim ita re la popolazione proviene dalla tendenza ge­ nerale degli in d iv id u i, g iu n ti a un dato grado di c iv iltà , di elevarsi sem pre più nella loro condizione sociale. E in questo volu m etto rip re nd e a svolgere la medesima tesi indagando anzitutto la m isura e la g ravità del fatto della dépopulation, ricercandone le cause im m ediate, confutando le false interpretazioni del fenom eno, chiarendo come, secondo lu i, la causa della dim inuzione della natalità sia la volontà d e te r­ m inata da un e rro re , e trattando per u ltim o della influenza della democrazia sulla n atalità, e delle va­ ria zion i di questa in F ran cia .

II lib ro del D u m o nt è interessante, e scritto com ’ è da uno studioso assai competente nella m ateria, non può esser trascurato da chi segue la letteratura in ­ torno a tale questione.

— L o scritto del G onnard è una tesi pel conse­ guim ento del dottorato in legge ed è un d ilig en te lavoro riassuntivo che si può pure consultare con p ro fitto , specie per le copiose indicazioni b ib lio g ra fi- che e pei dati che v i si trovano ra cco lti. A n c h ’ egli studia le cause, le conseguenze e i rim e d i della dé­ population e le sue conclusioni sono d’ accordo con

quelle del L e ro y B eaulieu.

— I l d r. G oldstein, n e ll’ opuscolo s u rricorda to, ! ricerca le cause effettive della sosta n e ll’ aumento della popolazione francese e le trova nel m in ore

viluppo dei c e n tri u rbani in paragone agli a ltri a ltri S tati, e nella composizione speciale della po­ polazione francese, nella quale sulle classi in d u s tria li prevalgono quelle ru ra li. Il breve ma succoso scritto mette in luce, più d’ a ltri studi v o lu m in o s i, la in ­ fluenza dello svolgim ento econom ico sul m ovim ento dem ografico.

Rivista Economica

G li e d ific i s c o la s tic i.M ig lio ra m e n to n el se rv iz io

dei t r e n i d ir e t t i d e lla R ete A d ria tic a .L a C assa

d e p o s iti e p r e s t it i.L a p ro d u zio n o d e ll’o lio .

La tra z io n e e le t t r ic a p e l valico d e i Giovi.

(10)

154 L’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1899 P e r esso l ’ a iu to che che il governo era autoriz­

zato a dare ai Com uni si esplicava in due fo rm e : o m ediante concessione d i p restili di favore o m e ­ diante sussidi ; questi nella lim ita ta m isura d’ un terzo della spesa necessaria e non superiore, in q u a l­ siasi caso, alle 10,000 lire .

Il benefìcio avrebbe dovuto cessare col cadere d e ll’anno 1 8 8 8 : ma il m inistero del tempo ne chiese la proroga per un secondo decennio, ed il P arla­ mento la* consentì. Ma anche questo secondo decen­ n io è trapassato, senza che g li effetti, i quali il le ­ gislatore si rip ro m ette va da quel provvedim ento, siano stati ra g g iu n ti com pletam ente, onde una nuova proroga per un terzo decennio ne è stata già c h ie ­ sta e la domanda sta dinanzi alla Camera.

N ella circostanza, però, il m inistero ha proposto alla legge p rim itiv a alcune va ria n ti e correzioni, delle q ua li sono p rin c ip a li le due seguenti :

а) la preferenza nella concessione del prestilo ai C om uni, che « annetteranno agli e d ifici scolastici i cam pi spe rim e nta li per l ’ insegnamento pratico d el­ l ’ a g ric o ltu ra . »

б) la revoca del prestito con d iritto a rip e ti­ zione delle somme già pagate, quando sia mutata la destinazione o l’ uso degli e d ifici co stru iti o restau­ ra ti coi p re s titi di favore, I’ esperienza del passato avendo dim ostrato che alcuni Com uni hanno p ro fit­ tato delle facilitazion i concesse dalla legge del 1878 p e r co stru ire e d ific i, che in tutto od in parte non servono ad usi scolastici.

Il saggio d e ll’ inte rtsse , al quale i m u tu i saranno concessi dalla Cassa dei depositi e p re s tili, è deter­ m inato dalla legge rispettivam ente dal 2, al 2,5 0 secondo che i p restiti sono contenuti in una somma in fe rio re alle 5 0 ,0 0 0 , od alle 100 ,0 00 lire . Per i p restiti d i m aggiori somme il tasso è aum entalo fino al 5 per cento.

La differenza tra il saggio di favore ed il saggio n orm ale è posta a carico dol bila n cio della P ubblica Istruzion e, ma non potrà eccedere le L . 80,000 annue, nè la durata del concorso dello Stato potrà eccedere il periodo di trentacinque anni.

A l beneficio del m utuo di favore potranno anche essere ammessi sotto determ inate condizioni le P ro ­ v in c ie ed i C om u ni per g li e difici destinati a ll’ is tru ­ zione secondaria, ovvero ad uso d i c o n v itti o di scuole d i v a ria natura semprechè abbiano per logge l ’ o bbligo di p rovved e rvi o ne sostengano le spese e sieno pareggiate agli . Is titu ti g o v e rn a tivi della specie.

L ’ onere dello Stato per questo concorso non po­ trà superare le 70,00 0 lire annue.

D iguisachè I’ onere com plessivo è determ inato in L . 1 3 0 ,0 0 0 annue per la durala massima di tren­ tacinque anni.

4r * *

Questa la genesi e questa l’ economia generale del progetto d i legge, che g li u ffic i hanno preso in esame ora*; cui facciam o seguire b revi note statistiche i l ­ lu s tra tive dei ris u lta li che la legge ha dato fino ra .

I C om uni che nel decennio 1888 99 hanno p ro ­ fitta to della legge, sono stati 881 sparsi in 03 pro- v in c ie del regno.

In totale fu ro n o concessi :

m u tu i a 390 C om uni per una somma di 17 m ilio n i ed un qua rto in cifra tonda, con un carico per lo Stato d i 4 m ilio n i ed u n terzo ;

sussidi a 491 C om uni per una somma com ­ plessiva di L . 2 ,0 96 ,27 0.

Degno di nota che le p rovin cie dell’ Italia setten­ trionale sono quelle le q u a li hanno m aggiorm ente usato dei benefici della legge.

Eccone la dim ostrazione (p re s titi e sussidi c um u ­ lativam ente) :

Comuni Somme

aiutati prestiti sussidio

num. Lire Lire

Italia settentr. . . . 679 12,569,401 1,730,336 » centrale . . . . 134 2,702,679 281,721 > meridionale e 84,212 insulare. . . 68 1,994,300 Totali . . 881 17,266,280 2,096,270 In a ltri te rm in i, ogni 100 C om uni contrassero m u tu i d i favore o furono sussidiati 13 n e ll’ Ita lia settentrionale — 9 n ella centrale e soli 3 n e ll’ Italia m e rid ion ale ed insulare.

Queste c ifre spiegano la rim a rch e vo le differenza tra le d iffe re n ti re gio ni italiane nel num ero degli analfabeti.

Miglioramento nel servizio dei treni diretti della Bete Adriatica. — A ll’ inte nto di o ffrire ai via g g ia to ri m aggiori com odità, la Rete A d ria tic a ha attivato dei servizi speciali perm anenti con vagoni a letto fra M ila n o -B o lo g n a -B rin d isi coi tre n i d ire tti 3 -6 9 e 6 8 -3 cinq ue volte la settimana e fra M ila n o -B o - logna-N apoli coi tre n i 3 -6 1 -4 1 e 9 4 -6 8 -4 due v o lle la settim ana.

A B rin d is i ta li servizi trovano la coincidenza col piroscafo E lle n ic o per il P ireo, colla N avigazione G enerale Italiana, L lo y d e Peninsulare E xpress, r i ­ spettivam ente per C o rfù , C ostantinopoli, A lessandria, Ind ie, C hina, Giappone ed A u s tra lia . A N apoli tro ­ vano la coincidenza coi piroscafi per la S ic ilia , M alta, T u n is i, T r ip o li, E g itto , ecc.

Le partenze da M ilano per B rin d is i hanno luogo il L u n e d ì, M artedì, M ercoledì, Sabato e D om enica e per N apoli il G iovedì e V en e rdì.

La Cassa depositi e prestiti. — A bbiam o ric e ­ vu to la relazione sulla gestione della Cassa depositi e p re stiti, pel 1 897, d ilig en te lavo ro del d ire tto re generale, com m . V enosta, e riassum iam o quella parte che si rife ris c e ai p re s titi a p ro v in cie , c om u ni e c o n ­ sorzi.

I p re s titi n uo vi concessi durante il 1897 furon o 232 per L . 2 0 ,3 2 1 ,8 0 0 così d iv is i:

A l Comune di G e n o v a ...L. 1,000,000.00 A l Comune di P alerm o...» 4,500,000.00 Per opere d ’igiene e pubblica utilità » 6,363,894.94 Per dimissione di debiti onerosi. ■ » 8,456,905.06 Totale . . L . 20,321,800.00

A lla quale cifra d i p restiti N . 2 32 aggiungendo q u e lle d elle concessioni autorizzate dal 1 87 6 a tutto il 1 89 6 in p re s titi N . 6 9 8 4 per L . 5 3 8 ,5 5 2 ,7 8 7 si hanno a tutto il 1897 p re s titi N . 7 2 1 6 per L . 5 5 8 ,8 7 4 ,5 8 7 così r ip a r titi :

A favore dei Comuni N. 7022 per L. 450,022,587 Idem di Provincie . . » 174 » » 92,924,700 Idem di consorzi di bo­

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