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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.26 (1899) n.1321, 27 agosto

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I ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA. FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXVI - Voi. XXX

Domenica 27 Agosto 1899

N. 1321

ED I PROVVEDIMENTI ECONOMICI?

Siamo già alla fine di agosto o nulla, affatto nulla si sa che il Ministero abbia fissato il suo programma sui provvedimenti economici che intende di presentare alla Camera alla ripresa dei lavori parlamentari.

Quando dopo i tumulti di maggio 1898 ven­ nero le prime manifestazioni del governo da­ vanti alla rappresentanza nazionale, pareva che in prima linea il Ministero ponesse una serie di provvedimenti economici rivolti a di- minure le asprezze che si confessavano esi­ stenti ed a_ risanare le ingiustizie che solen­ nemente si dichiarava di riconoscere come causa di malcontento. In seconda linea o quasi venivano i provvedimenti politici,.

Le vicende parlamentari, senza che il Mi­ nistero desse a divedere di esserne dolente, portarono invece che, messe a parte le pro­ poste di miglioramenti economici, rimanessero in discussione soltanto le misure di carattere politico.

Quello che è avvenuto in conseguenza tutti lo sanno: il Governo non potè ottenere l’ ap­ provazione delle leggi che aveva formulate, e dovette poi, chiusa la sessione dei lavori par­ lamentari, attuarle coll’ arbitrio senza rispet­ tare., come era suo dovere, lo Statuto.

Al riaprirsi delle Camere il dibattito sarà piu o meno lungo, più o meno serio sul me­ todo scelto dal Ministero in questa circostanza; ma sebbene noi, sempre ossequienti ad un’al­ tissimo concetto della libertà, non possiamo approvare ciò che è stato fatto, non discute­ remo ulieriormente dell’argomento.

Ben altra è la urgenza del momento e cre­ diamo che sia dovere di tutti coloro che non vogliono pascersi di illusioni, l’insistere tena­ cemente affinchè il Ministero si compenetri della situazione e ad essa provveda sollecita­ mente.

Il fatto che i gettiti delle imposte e tasse pare sieno stati e continuino ad essere di qual­ che poco maggiori delle previsioni, ha quasi consigliato a cessare ogni discussione sulla questione finanziaria, come se più non esistesse. Pochi infatti sono ormai coloro che ne parlano, ed i più sembrano convinti che la miglior cosa da farsi sia quella di non far nulla.

Crediamo che questo sia un errore ed un pericolo :

un errore, perchè nulla ancora può accer­ tare che la leggera ripresa che si è manife­ stata nella economia del paese possa, non di­ remo consolidarsi, che questo speriamo di si, ma continuare a manifestarsi colla stessa pro­ porzione ;

un pericolo, perchè ad ogni modo anche questi miglioramenti più o meno intensi che in quest’anno si sono manifestati, non tolgono certo i mali intrinseci pei quali è diventato profondamente teso ogni rapporto che passa tra lo Stato ed il contribuente.

E veramente le maggiori risorse che, sembra, potranno essere ottenute dal bilancio mercè il maggior gettito che da pochi mesi si verifica nell’ entrate, basteranno appena, e forse non ba­ steranno, a colmare quei vuoti che nel bilancio stesso, la saggia politica tratto tratto intro­ dotta dalle rigorose economie, ha prodotto nei diversi rami della amministrazione ; vuoti che reclamano avidamente di essere riempiti per­ chè non furono diminuite le attribuzioni re­ lative, che lo Stato mano a mano si era assunto. Supposto quindi che il bilancio dello Stato possa bastare a se stesso senza aggiungere nuovi aggravi, servendosi del maggiore gettito delle entrare e che quindi per qualche tempo non vi sia bisogno di chiedere ai contribuenti nuovi sacrifizi, rimane sempre e formidabile l’ altro punto, per il quale precisamente da tanti anni si invocano provvedimenti econo­ mici, cioè mettere il sistema tributario in mi­ glior corrispondenza colla giustizia distributiva e rendere il pagamento delle imposte e tasse meno ostico, meno ripugnante ai contribuenti.

Di questo si è occupato e si occupa il Mi­ nistero ?

A vero dire quando si è chiusa la sessione parlamentare la stampa ufficiosa ha ripetuto solennemente che il Ministero, durante le va­ canze, avrebbe data opera a studiare delle buone riforme, a concretarle in progetti di legge ed a farne argomento di programma princi­ pale per la nuova sessione; ma siamo già alla fine di agosto e nulla di questi studi è an­ cora trapelato, soltanto qua e là qualche voce si è fatta sentire, la quale alludeva alla pos­ sibilità che _ fossero mantenuti, magari allo stato di reazione, alcuni progetti economici che già erano stati presentati alla Camera.

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grado che la materia sia tanto vasta e quindi un Ministro possa cominciare a trattarne da uno o l’altro dei lati che rappresenta il proble­ ma. Non si può certo prentendere che in uomini della vecchia scuola, come sono in maggio­ ranza i Ministri attuali, entri uno spirito in­ novatole moderno che arrivi, ed in tali ma­ terie sarebbe giovevole, sino all’ audacia; ma che proprio nulla si debba fare e che tutto il programma economico finanziario nel momento attuale sia quello di attendere, questo non lo crediamo assolutamente.

Se l’andamento delle entrate e la felice re­ sistenza del paese e della sua rappresentanza a nuove spese, lascia per il bilancio anche solo un momento di tregua per i contribuenti, que­ sto momento deve essere premurosamente ed intelligentemente impiegato a render meno aspra, meno intollerabile, più perequata la pressione tributaria.

L’esperienza ha dimostrato di quanta pa­ zienza disponga su tale materia il popolo ita­ liano che, tutto compreso, più che non ap­ parisce, di un alto sentimento di patria, si as­ soggetta a pesi ai quali le altre nazioni non sono certo arrivate; ma appunto di questo al­ tissimo e nobilissimo sentimento un Governo illuminato e conscio dell’avvenire, deve usare affine di togliere o diminuire tutta quella parte che questi enormi sacrifizi hanno di eccessivo, di ingiusto, di inutile.

Ohi credesse che la tranquillità attuale sia il prodotto di un certo benessere, erra a no­ stro avviso ; la crise che negli anni decorsi, e sopratutto nell’anno decorso, aveva colpito più aspramente la classe dei lavoratori abbastanza acuta permane ancora, sebbene meno visibile, nella piccola borghesia specie rurale, che si vede taglieggiata dal fisco e molte volte ha innanzi agli occhi troppi esempi e luminosi di ingiustizie che stanno o nella natura dei tri­ buti o nel modo con cui sono applicati.

Siamo d’avviso che nessuno domandi e nes­ suno speri grandi cose; tutti anzi compren­ dono che un edilìzio inalzato con tanta fretta e con tanto spregio delle tradizioni del paese e dei principi della scienza presenta troppi di­ fetti perchè si possa, senza una riedificazione ab imis, la quale produrrebbe altri maggiori danni, mettere completamente in buono stato ; ma ciò che vuole la maggioranza del popolo italiano è che si cominci una buona volta a fare qualche cosa.

Nella occasione dell’ultimo discorso della Co­ rona abbiamo ricordato quante mai volte sia stata solennemente promessa la riforma tribu­ taria e più solennemente ancora sia stato rico­ nosciuto quali inconvenienti gravissimi l’attuale sistema porti alla economia della nazione. Si sono adoperate tutte le frasi che la rettorica mette a disposizione degli estensori di quei discorsi, per aggravare i giudizi sulla entità dei mali esistenti, affine di rendere quasi più solenni le promesse dei rimedi che negli stessi discorsi si facevano.

Ma gli anni e le legislature sono passati, e nulla, nulla si è fatto ; anzi, le circostanze hanno portato a rendere ancora più aspro lo

stato delle cose, aumentando a capriccio le aliquote di molti tributi.

Ora nessun pretesto giustifica la inazione ; il pareggio è raggiunto o pressoché ; lo stato delle entrate permette anche di provvedere agli inevitabili aumenti di spese senza ricor­ rere ancora ai contribuenti ; perchè non si approfitterà di tale momento di calma onde condurre a termine un principio almeno di riforma tributaria? Perchè il Ministero, il quale ha pur mostrato di saper usare tutta la energia e perfino l’arbitrio, per avere appro­ vati i suoi provvedimenti politici, non impie­ gherà — non diremo noi l’arbitrio — ma al­ meno tutta la sua forza per concretare un qualche provvedimento economico e farlo ap­ provare dalle Camere ?

Che proprio si voglia persuadere le molti­ tudini che il Governo non ha mai un ufficio misericordioso per esse?

IL CONSORZIO AGRARIO SICILIANO

Che cosa non è stato detto e scritto sulle condizioni dell’agricoltura italiana in genere e di certe regioni in ispecie? Che cosa non è stato detto e scritto su ciò che è, in confronto di ciò che potrebbe diventare ? Dunque bando alle generalità, e parliamo soltanto di cose concrete e di fatti recenti.

Parliamo oggi della Sicilia e precisamente delle sue plaghe interne.

Poche righe per spiegare l’ aver sottolineata la parola interne. Quando sul continente, non però nelle provincie bagnate dall’Jonio ma in quelle dell’ alta e media Italia, si parla della Sicilia agricola, specie da chi non la conosce affatto, se ne ha un’idea che pecca o per ec­ cessivo ottimismo o per eccessivo pessimismo. Alcuni, avendone udite alcune descrizioni che erano pittoresche, o mangiate alcune arancie, che erano profumate e dolcissime, la credono tuttora 1’ alma parens frugum , il granaio d’ Italia, un paradiso terrestre. Veramente le arancie non sono granaglie ma chi limita le proprie nozioni (e non son poi tanto pochi) ai ricordi di latinità classica, non guarda tanto per il sottile. — Altri viceversa, avendo letti gli opuscoli speciali del Villani, dei Oolaianni, del resto importantissimi, e di qualche altro studioso contemporaneo, e non sapendone più che tanto, credono la Sicilia una terra ben situata, ma tutta lagrimevolmente povera, e popolata da tre milioni d’ abitanti quasi tutti addirittura affamati. La verità non sta esclu­ sivamente in compagnia nè degli uni nè degli altri. Qui però non è il caso di porla nel mezzo; bensì di distinguere. La Sicilia littoranea è in complesso florida, quella interna no.

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solo panorami splendidi, ma opere umane squi­ site: ricchi oliveti, vigneti densi e coltivati con amore, orti e frutteti in ogni lingua di terra in ogni incavo di colline sporgenti, agru­ meti soprattutto, irrigati con sapiente cura, che non temono confronti per ciò che sia bontà e varietà di specie e che non hanno gli eguali in tutto il mondo per complessiva esten­ sione e produttività. Nè basta : spesseggiano, oltre le città, i borghi grossi e piccoli, le ville, le case coloniche sparpagliate, cioè rispetti­ vamente situate su quegli appezzamenti di ter­ reno che i loro proprietari coltivano. Chi in­ vece percorra le parti interne dell’isola, che cosa vede (le eccezioni non contano) anche prescindendo da quelle zone desolate e brutte dove si aprono le miniere di zolfo? Terreni vastissimi, ora pianeggianti ora ondulati, col­ tivati per lo più a grano o a fave, senza abi­ tanti nè case per miglia e miglia e senz’acqua. Senza abitanti, perchè i contadini non vivono sul podere, ma nelle città o nei borghi e de­ vono ogni mattina percorrere tratti spesso lunghissimi per recarsi sul luogo del lavoro e tornare poi la^ sera a casa. E non vivono sul podere, perchè non vi è sicurezza ; e non vi è sicurezza perchè le campagne sono disabi­ tate. E’ un giro vizioso. E senz’ acqua dice­ vamo. Infatti in Sicilia mancano i fiumi anche mediocremente grandi, in certe zone mancano troppo spesso anche le piogge ed è frequente la siccità. Sono invece molti i torrenti, ma nell’estate sono asciutti e nell’inverno rovinosi, giacché straripano, avendo corrente rapida e il loro corso non essendo in alcun modo re ­ golato. E non mancano, negli altipiani, i la- ghetti o piuttosto pantani, dove l’acqua è poca e punta nelle stagioni in cui sarebbe deside­ rata, e nelle altre ristagna e ammorba fi aria, sempre perchè mancano scoli, canali, cateratte, una rete razionale di derivazioni, insomma un regime qualsiasi delle acque. Se si aggiunga che il sistema di aratura e di seminagione è poco meno che antidiluviano, che del concime non si fa per lo più alcun pregio, che i mezzi di comunicazione scarseggiano, e i grandi pro­ prietari vivono assenti dai loro possessi, i loro diretti affittuari (gabellotti) tiranneggiano in ogni modo i lavoratori, coi patti colonici leo­ nini, colla loro esecuzione in mala fede, col- I usura ; e che il contadino, senza sua colpa, è misoneista per natura e per educazione, o meglio per assoluta mancanza di qualsiasi edu­ cazione ; se si somma tutto questo, non fa ma­ raviglia che lo stato della agricoltura sia com­ passionevole nella più parte dell’ interno dei- fi isola, e cioè manchino le piccole industrie agricole, fonte di relativa e modesta agiatezza, le colture si restringano a poco più dei soli cereali, e la percentuale del prodotto in con­ fronto alla sementa sia quasi sempre meschina. Di chi la colpa ? Forse un po’ di tutti, os­ sia di parecchie categorie di persone, enti e~ circostanze; ma più di tutto, crediamo di co­ loro che sarebbero maggiormente interessati a far mutare le cose in meglio: i proprietari. Sappiamo benissimo che essi pure si dibattono fra molte difficoltà, ma l’esempio dei paesi più

progrediti mostra che dove non bastano le forze individuali isolate, sono atte a compiere grandi cose le forze associate. Finora fi asso­ ciazione non è stata in Sicilia un fatto fre­ quente. Ragion di più per valutare come un buon indizio e un buon principio la forma­ zione del Consorzio Agrario Siciliano.

11 Comitato promotore di Palermo avendo ricevuto parecchie migliaia di adesioni da tutte le parti dell’isola, il 27 scorso luglio fu tenuta, con qualche solennità, una riunione per pro­ cedere alla costituzione definitiva del Consor­ zio. Ne facciamo menzione unicamente per rile­ vare che il presidente, che era sotto il segreta­ rio di Stato per l’agricoltura e comercio, ebbe ad esprimere con franca parola una grande ve­ rità. Egli scagionò il Governo dall’ accusa di non curarsi abbastanza dell’ agricoltura sici­ liana, e ricordando che la sua azione non può nè deve essere altro che integratrice di quella dei privati, osservò.giustamente eh’ essa non poteva esercitarsi dove fi iniziativa da parte di questi ultimi non c’è. Da quarant’anni, disse, il Governo e il popolo di Sicilia si palleggiano la responsabilità della deficienza dell’ agricol­ tura ; il popolo accusa il Governo di poco in­ teresse, il Governo risponde che l’isola manca d’iniziativa. — E crediamo che sia proprio così.

Se dunque la formazione d’ un Consorzio agrario su larghe basi costituisce un fatto lo­ devole e promettente, vediamo gli scopi che esso si prefigge e i modi che intende adope­ rare per conseguirli.

La sua sede è a Palermo, ma potrà avere nelle provincie siciliane succursali, agenzie e rappresentanze. Possono farne parte, purché acquistino una o più azioni da L. 25, i pro­ prietari fondiari dell’ isola ed esercenti indu­ strie agricole. Suo oggetto è il promuovere l’ incremento dell’ agricoltura e delle industrie ad essa attinenti, giusta le varie esigenze delle speciali regioni agricole di Sicilia. Coll’ im­ porto delle azioni pagate, nonché di tutte le altre rendite e sussidi che percepisse in via •straordinaria, intende dare opera ai provve­

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1’ imboschimento, l’ irrigazione, la costruzione di serbatoi artificiali, lo sbarramento dei fiumi, per promuovere e favorire la trasformazione della cultura e delle rotazioni agrarie inten­ sive, rimpianto di stalle e di latterie sociali e l’ imboschimento dei monti : promuovere la fondazione di banche rurali e d’ istituti di cre­ dito agrario e fondiario per venire in aiuto della piccola proprietà : incoraggiare il miglio­ ramento delle razze degli animali: ottenere dalle ferrovie agevolazioni nelle tariffe.

Il programma è ottimo in ogni sua parte, ma specialmente nelle materie indicate dalla lettera d in poi. Ed invero, il diffondere in più modi l’ istruzione agraria è cosa lodevolissima. ma in parte può spettare anche ad altri enti. Il promuovere inchieste ecc., può in qualche caso riuscire opportuno, ma molte ricerche e studi e pubblicazioni, anche pregevoli, in que­ sto campo sono già state fatte, e per buona parte il Consorzio può utilmente giovarsi del lavoro altrui. In quanto al richiamare T at­ tenzione del governo ecc., in fondo viene a essere quel solito chiedere F aiuto dei supe­ riori, non è un fare da sè. Senza dubbio, an­ che di far ciò legittimamente può essere il caso ; ma il Consorzio avrà veste per invocare efficacemente F opera delle Autorità, centrali 0 locali, quando prima o insieme dia prova d’ eseguire colle forze proprie gli altri com­ piti, egregiamente scelti, che si è imposti. In essi, che non importa analizzare, perchè enu­ merati come sopra sono molto chiari, consiste la parte più pratica e caratteristica dell’ at­ tività che è chiamato a svolgere.

Certo, non potrà fare tutto in una volta; ma il buon esempio (per fortuna contagioso esso pure) che sia per dare fra non molto, e 1 primi buoni risultati che fosse per conse­ guire in futuro abbastanza prossimo, possono moltiplicare le sue forze, e determinare in se­ guito altre coraggiose e razionali iniziative. Intanto ci pare già un buon segno il vedere che il Consorzio traccia assai più vasti i con- # fini dell’ opera propria, che non quelli della cooperazione che dallo Stato, dalle provincie e dai comuni si ripromette.

Il BIBBI BEI FEUDI DI STATO IREODITO FISSI

e l’aumento dei valori a reddito variabile

Abbiamo veduto altra volta x) come e per­ chè si abbia ora il ribasso dei fondi di Stato a reddito fisso e l’ aumento dei valori indu­ striali, ma l’argomento merita che vi torniamo sopra per far conoscere alcuni dati e alcune riflessioni che questo duplice movimento in senso inverso suggerisce al Neymarck, osserva­ tore accurato e imparziale dell’ andamento del mercato finanziario francese. *)

*) Vedi L'Economista N. 1315.

Il direttore del Rentier osserva che due anni sono e precisamente il 10 agosto 1897, il 3 per cento perpetuo e il 3 per cento ammortizza- bile francese raggiungevano i corsi più alti che abbiano mai raggiunto; il primo era quo­ tato a termine 105.50 e il secondo 105.25; il 3 Ij2 era allora a 108.30. In quel momento la conversione del 3 per cento perpetuo in un 2 3j4 per cento inconvertibile per un certo numero d’anni, sull’esempio dei consolidati in­ glesi, era seriamente presa in esame e quasi alla vigilia di essere effettuata; bisognava aspettare la riunione delle Camere, allora in vacanza, per ottenere il voto della legge di conversione.

Le più importanti società finanziarie erano favorevoli a quell’ operazione. L’ abbondanza dei capitali, gli alti corsi di tutti i fondi di Stato europei di prim’ ordine, l’ assenza di preoccu­ pazioni politiche interne ed esterne, rendevano facile quell’ operazione alla quale il pubblico era rassegnato e preparato. Si domandavano allora in Francia non senza insistenza gli sgravi di imposte, e si cercava nello stesso tempo di provvedere alle maggiori spese per l’esercito e la marina ; quindi o imposte nuove 0 la conversione della rendita : tale era il di­ lemma.

Ma alcuni incidenti vennero a impedire l’ at­ tuazione di questi progetti. Tra gli altri la introduzione sul mercato francese di una prima serie di obbligazioni russe 3 1[2 della Banca fondiaria della nobiltà, raccomandate da un grande istituto francese ai pubblico che ri­ sparmia. Siccome quelle obbligazioni 3 1[2 erano offerte al disotto della pari, mentre il 3 per cento francese valeva 105 e il 3 1\2 sorpas­ sava 108, si produssero in abbondanza arbi­ traggi di rendite contro acquisto di obbliga­ zioni russe. Quando le Camere si riunirono in ottobre, la conversione non era più possibile ; le rendite 3 per cento non avevano potuto conservare il loro corso di 105 ; esse avevano subito la concorrenza dei valori esteri.

Oggidì il 3 per cento francese che valeva circa 102 nell’agosto 1896, 105 nell’agosto 1897, 103 nell’agosto 1898_, ha perduto il corso di 100 franchi e si negoziò a un corso lievemente inferiore.

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Quando i capitali in cerca di impiego corrono dietro ai valori, il reddito di questi ultimi dimi­ nuisce e il loro prezzo sale; quando al contrario sono i valori creati o da creare che corrono die­ tro i capitali, il prezzo dei valori scende mentre i capitali si fanno pagare più cali. Questa legge economica dei salari che Cobden traduceva in modo si pittoresco parlando di due operai che corrono dietro un padrone e d’un padrone che corre dietro due operai, è egualmente vera quando si tratta del mercato dei capitali.

Ciò che è avvenuto in Francia si è verifi­ cato egualmente negli altri paesi. Le rendite francesi sono diminuite rispetto ai corsi più alti, ina le rendite estere di tutti gli Stati dei quali le finanze sono in buone condizioni, hanno avuto un ribasso in misura più o meno forte._ Prendiamo come termine di paragone i prezzi del 10, agosto 1897 e del mese in corso alla borsa di Parigi :

3 3 8 3 3 3

I fondi tedeschi prussiani bavaresi, sassoni, le rendite coloniali inglesi sono diminuite in misura più forte :

10 Agosto Agosto Ribasso

1897 1899 sul 1897 “/„ francese . . . . 105.50 i o d ­ ÉT50 » ammortifizabile. . 105.25 ico. — 5. 25 */» ° / o ... . 1Q8.30 101. 50 6. 80 / 4 inglese. . . . . 113.— 106. 50 6. 50 °/0 belga . . . 103.— 98.— 5. -» Berna 1895 . . . 98.25 90. 70 7. 55 » danese 1894 . . . 99.70 87.50 12. 20 » olandese . . . . 99. 75 94. 25 5. 50 ¡> norvegese. . . . 100.25 89. — 10. 75 » russo 1896 . . . 96.40 91. — 5.40 » svedese 1894. . . 102. — 94. - 8 .— » svizzero 1890 . . 102. — 98. 50 3.50

Agosto Agosto Ribasso 1897 1899 sul 1897 97. 75 90.— 7. 75 98. 30 90.— 8. 30 97.35 87. 25 1 0 . 10 3 °/0 germanico . . 3 » prussiano. . . 3 » sassone . . .

Si ha dunque il ribasso generale dei fondi di Stato e dei valori a reddito fisso che danno il 3 per cento, cioè un reddito debole. Questa diminuzione vuol forse dire che i che i capi­ tali diventano esigenti, rari, e costino sempre più? Sarebbe una esagerazione raffermarlo. Che il prezzo del danaro sia oggi più alto di quello che era un anno o due fa, non si può negano. A Londra, a Vienna, a Bruxelles, ad Amsterdam, a Berlino vi è tensione nel sag­ gio dello sconto e la contrazione monetaria è sensibile. Al di là dell’ Oceano gli stabilimenti hanno grandi bisogni da soddisfare; la messa in coltura di paesi nuovi o di vecchi paesi come la Cina esige molti mezzi e ne esigerà di più in avvenire. La costruzione di ferrovie nella Cina, nel Tonchino, lo sfruttamento delle colonie africane richiederà centinaia e centi­ naia di milioni. I belgi, ad esempio, hanno intrapreso con grande vigore la colonizzazione del Congo; essi hanno creato società per le strade ferrate, per il commercio, la naviga­ zione, per l’ industria agricola, per la lavora­ zione del vetro, del caoutchouc, pei prodotti coloniali, ecc., compagnie che sono quasi tutte

prospere. Una cinquantina di esse, rappresen­ tanti il capitale nominale di circa 150 milioni hanno un valore di borsa presentemente di oltre 500 milioni.

Certo è che le domande di capitali per im­ prese di tal genere non producono dappertutto gli stessi effetti. In Francia la situazione mo­ netaria è così buona e le disponibilità sono cosi abbondanti, che non vi è da temere un rincaro enorme del danaro; ma resta il fatto che le rendite dei grandi Stati non si capita­ lizzano fino al 3 per cento, della quale cosa vanno ricercate le ragioni nel movimento in­ dustriale.

Si dimentica talvolta che parallelamente al ribasso dei fondi di Stato e all’ aumento del loro saggio di capitalizzazione, i valori indu­ striali sono aumentati senza che per questo il loro reddito sia cresciuto nelle proporzioni equivalenti all’ aumento del capitale. Si può dire che si sono prodotti in certo modo ar­ bitraggi consistenti nel vendere rendite che danno il 2 */a o il 3 per cento per acquistare valori diversi che rendono il 4 o il 5 per cento e che potrebbero aumentare. Oppure, ed il re­ sultato è identico, il pubblico ha acquistato meno rendite che in passato, per comperare al contrario una maggior quantità di valori industriali.

Qualche anno fa si avevano diffidenze per valori a reddito variabile ; si preferivano i fondi di Stato garantiti piuttosto due volte che una ; di qui l’ aumento continuo di quelle rendite. Poi quando il pubblico si è accorto che questo aumento ininterrotto aveva, come conseguenza, le conversioni e i rimborsi an­ ticipati e che era obbligato a subire una di­ minuzione di reddito o di mettersi alla ricerca di altri impieghi, ha consultato il listino più attentamente e le sue preferenze per le ren­ dite sono diminuite nello stesso tempo che dimostrava minore contrarietà per i titoli a reddito variabile. Ne è venuto l’ aumento con­ siderevole di molti valori che nell’ articolo più sopra citato abbiamo fatto conoscere con cifre. Qui noteremo i prezzi di alcune azioni mine­ rarie francesi, come specimen di aumenti co­ spicui : Aniche Anzin. Bruay. Courriéres Dourges . Lena . Vicoigne .

E affinchè si veda come anche in Italia le cose sono andate allo stesso modo, ecco alcuni dati relativi a valori italiani ;

Banca d’ Italia . Banco di aconto e sete . Credito italiano . Meridionali azioni Fondiaria Vita .

Agosto 1897 Agosto 1899 Aumento

. . 12,500 24. 900 9.400 . . 5.400 5. 900 500 . . 29.280 45. 000 15. 720 . . 1.705 2. 480 775 . . 12.500 25.000 12. 500 . . 33.500 54.000 20. 500 cento 14.800 27. 000 12. 200 . . 20.450 24.100 3. 650

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Agosto Agosto Aumento 1897 1899 sul 1897

Fondiaria Incendi 117 140 23

S ic u le ... 610 690 80 Acciaierie Terni . 385 1,624 1,239

Costruzioni Venete . 25 98 73

Navigazione gen. italiana 348 508 160 Raffinerie... 288 425.50 137.50 Metallurgiche . . . .

Condotte d’acqua.

125 249 124

205 298 93

La rendita italiana che nell’ agosto 1897 era quotata a Parigi 94.50 circa è ora a 92.15; ma su questo punto va tenuto conto dell’ influenza che esercita l’ alto cambio o meglio il premio sull’ oro.

Concludendo è da notare che si sono già veduti movimenti di tal genere prodursi sul mercato finanziario : aumento della rendita, stagnazione, diminuzione o abbandono dei ti­ toli a reddito variabile; poi fluttuazione in senso inverso ; rincaro e aumento dei valori industriali, società di credito, titoli di assicu­ razioni, minerari ecc. e diminuzione delle ren­ dite e dei titoli a reddito fisso.

Da due anni a questa parte i principali mer­ cati finanziari sono entrati nel secondo periodo e non è certo il caso in generale di lamen­ tarsene. Non è male che i capitali abbando­ nino la loro timidezza e cerchino impieghi finanziari e industriali a condizione che questi impieghi non siano fatti alla leggiera e che si metta sempre della prudenza nelle cose di tal genere.

AN CO R A SU LL’AGGIO 1>

Per quanto non vi sieno dette cose nuove, tuttavia è degno di attenzione l’ articolo che sul «rialzo del cambio » ha scritto nella Nuova Antologia l’ on. M. Ferraris.

Nell’ ultimo articolo su tale argomento ave­ vamo notato che l’ aggio continuava a rialzare non ostante che gli indici visibili della situa­ zione del mercato segnassero un certo miglio­ ramento ; ed abbiamo manifestato il dubbio - niente altro che il dubbio - che la enorme provvista di grano che il paese ha dovuto fare l’ anno scorso per nutrirsi e lo Stato per agglomerare nei magazzini militari, frumento bastante per più di due anni, avesse costituito un debito all’ estero che, non essendo ancora probabilmente pagato, esercitava la sua in­ fluenza nel mercato coll’inasprimento dell’aggio. L’ on. M. Ferraris non accetta la nostra ipo­ tesi ; però dobbiamo soggiungere che non ci soddisfano nemmeno le spiegazioni che egli ci dà del fenomeno, nel quale persistiamo a cre­ dere che vi sia qualche elemento che sfugge alla analisi. *)

*) Continuiamo a chiamare aggio il maggior prezzo che ha l’ oro al di là del punto d’ oro per distinguerlo dal cambio che è la oscillazione del prezzo della

divisa estera fino al punto d’ oro.

E infatti 1’ on. M. Ferraris ammette che la bilancia monetaria è in pareggio; - che le condizioni della finanza sono negli ultimi anni migliorate ; ma poi aggiunge che le cause del- l’ inasprimento dell’ aggio stanno : - nella quan­ tità di titoli che l’ estero e sopratutto Berlino ci ha rivenduti e nella, qualità della carta non coperta da riserva, ma da immobilizzazioni, che le Banche emettono e da quella che esse emet­ tono a vuoto per conto del Tesoro.

Premettiamo che non vi è nessun dubbio che e il ritorno dei titoli dall’ èstero, e la gra­ cile situazione delle Banche e del Tesoro in­ fluiscono sull’ aggio. In questo, ormai tutti e da molto tempo sono concordi nei giudizi.

Ma dobbiamo osservare che non si tratta di trovare le ragioni per le quali l’ aggio è alto, ma quelle per cui da alcuni mesi si è rialzato, nonostante le migliorate condizioni.

Non possiamo ammettere che ne sia causa sufficiente la vendita straordinaria di titoli dalla Germania, perchè ciò creerebbe un debito verso F estero ed una scarsezza di moneta metallica sensibile, quindi in contradizione con quel pa­ reggio che lo stesso on. M. Ferraris riconosce nella bilancia monetaria.

Non possiamo nemmeno ammettere che la gracilità delle Banche sia causa del fatto: perchè, da una parte essa preesisteva al re­ cente inasprimento dell’ aggio, dall’ altra non si può non riconoscere che le Banche hanno migliorato la loro situazione diminuendo le immobilizzazioni; infine convien anche ricor­ dare che, per quanto dopo molti sforzi, tutta­ via esse hanno finalmente iniziata una po­ litica di sconto meno empirica di quella se­ guita fino a qui. Inoltre se è vero che il Tesoro, al momento del pagamento delle cedole di in­ teresse, ricorre ogni anno a forti anticipazioni, è anche vero che non ogni anno dal giugno all’ agosto si è avuto un inasprimento dell’aggio; anzi ó vero il contrario, che cioè quelli furono sempre i mesi nei quali V aggio scese, o se aggio non vi era, il cambio lo si ebbe anche favorevole.

Se quindi discutiamo delle cause generali che possono determinare l’aggio, non abbiamo alcuna difficoltà ad accettare le considerazioni dell’on. M. Ferraris ; ma se con quelle consi­ derazioni si vuol spiegare il fatto per noi inatteso - lo confessiamo - di un inasprimento dell’aggio proprio quando la bilancia monetaria è in pareggio, quando la bilancia commerciale segna un aumento di esportazione, quando il complesso della economia sembra destarsi, non ci sembra che ciò sia sufficiente.

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27 agosto 1899 L ’ E C O N O M I S T A 551 seta guest' anno, invece del solito migliora­

mento, si abbia avuto un sensibile peggiora­ mento nel prezzo dell’oro.

La nostra ipotesi non avrà valore, ma anche dopo le considerazioni dell’ on. M. Ferraris il fatto ci resta non chiarito.

I PREMI ALLA ESPORTAZIONE DELLO ZUCCHERO1’

Il sistema dei premi indiretti esporrebbe, non meno di quello dei premi diretti, il Tesoro al pericolo di una esportazione importantissima rispetto a un consumo interno relativamente piccolo e quindi a gravi oneri finanziari. Con vari mezzi gli Stati che accordano premi hanno cercato di proteggere le loro finanze ; ed è opportuno di fare un rapido cenno di questi mezzi.

In Francia con la legge del 7 aprile 1897 si sono stabilite per far fronte ai premi diretti e agli abbuoni (dètaxes) in ragione della di­ stanza, due nuove imposte che colpiscono gli zuccheri destinati all’ interno, cioè una tassa di raffinazione di 4 franchi per 100 chilog. di zucchero raffinato e una tassa di fabbrica­ zione di 1 franco per 100 chilog. di zucchero greggio, che non passa alla raffineria. In Ger­ mania per mettere un freno ai premi si è se­ guito questo sistema. L’eccesso di produzione potendo addurre a una esportazione costosa pel Tesoro si è deciso che la produzione al di là di una certa quantità sarebbe soggetta a una imposta eguale al premio di uscita e non rimborsabile in caso di esportazione. Il contingente per le varie fabbriche è calcolato secondo varie disposizioni speciali ; in via ge­ nerale il contingente è determinato secondo la produzione media delle tre ultime campa­ gne, fatta astrazione dalla cifra annuale più

debole. Il totale dei contingenti parziali delle fabbriche e il contingente generale è calco­ lato dal Consiglio federale per la campagna successiva, aggiungendo al contingente prece­ dente il doppio dall’ eccedente del consumo dell’anno prima sul consumo medio degli anni anteriori. Oltre l’ imposta sul consumo esiste m Germania e allo scopo di proteggere le fab­ briche piccole e medie contro le altre sempre più grandi, una imposta di esercizio (Betriel)- steuer) non rimborsabile in caso di esportazione ed essa ammonta per 100 chilog. di zucchero greggio : a 0.10 marchi per una fabbricazione annuale di 4 milioni di chilogr. e meno ; a 0,125 marchi se la fabbricazione annuale sta fra 4 a 5 milioni di chilog., di 0.15 marchi se essa sta fra 5 a 6 milioni di chilog. e così di se­ guito con aumento di 0.025 marchi per ogni milione di chilog. o frazione di milione in più.

In Austria-Ungheria per premunirsi contro le esigenze troppo grandi degli esportatori di zucchero, il Tesoro ha limitato la somma da pagare. Il sistema austro-ungherese è

de-*) Vedi il numero precedente.

scritto così dallo stesso governo : nel caso in cui il totale dei premi accordati agli zuccheri esportati dal territorio austro ungherese du­ rante una campagna (dal 1° agosto al 31 lu­ glio dell’anno successivo) eccedesse la somma di 9 milioni di fiorini, tutti i produttori di zucchero saranno obbligati di restituire il di più; la ripartizione delle somme da resti­ tuire si fa secondo disposizioni fissate che non occorre esaminare, piuttosto è da notare che nella campagna 1897-98 la ripresa del premio per parte del fisco è stata di 10,38 kreutzer per 100 chilog. Dal novembre 1897, in seguito alla formazione di un sindacato tra i fabbri­ canti e le raffinerie dell’Austria-Ungheria, i fabbricanti si sono assicurati un prezzo fisso di fiorini 15 per 100 chilog. di zucchero greggio che essi vendono ai raffinatori membri del sin­ dacato. I fabbricanti si sono impegnati a non vendere all’ interno che a questi raffinatori ; questi non hanno dunque a temere né la isti­ tuzione di nuove raffinerie, nè, in causa della sopratassa, la importazione degli zuccheri raf­ finati esteri. Limitando l’offerta al mercato in­ terno, i raffinatori possono stabilire dei prezzi alti ; per contro essi indennizzano i fabbri­ canti pagando loro la differenza tra 15 fiorini e il prezzo medio dello zucchero greggio alla borsa di Praga. Nei Paesi Bassi il regime della limitazione dei premi è stabilito in senso inverso a quello deH’Austria-Ungheria. Invece di un premio fisso salvo ripresa, la legge del 29 gennaio 1897 concede una somma fissa da distribuire alla fine della campagna saccarifera tra i fabbricanti e i raffinatori a pro-rata della loro produzione. Questa somma sarà gradata- mente diminuita fino alla campagna del 1905- 1906; dopo quest’anno la somma sarà fissa. Inoltre i premi per 100 chilog. sono limitati da cifre massime.

_ In Russia fin dal 1885 esiste un regime spe­ ciale in base al quale il consumo interno di zucchero è limitato dal Comitato dei ministri. Questi determina per ogni campagna saccari­ fera: 1° la quantità di zucchero destinata a provvedere ai bisogni del paese e che può es­ sere messa liberamente dai fabbricanti sul mercato dell’ interno; 2° la quantità di zuc­ chero che i fabbricanti sono obbligati di con­ servare in deposito immutabile per essere ven­ duta (in caso di aumento dei prezzi al di là delle norme fissate ) e 3° il maximum dei prezzi in presenza dei quali il detto deposito immutabile dei fabbricanti deve restare intatto nelle fabbriche, come pure le condizioni se­ condo le quali lo zucchero di questo deposito può essere messo sul mercato.

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552

L ’ E C 0 N 0 M I S T A 27 agosto 1899

di modo che lo zucchero eccedente la produ­ zione detta normale è colpito di una duplice imposta. Ora bisogna bene considerare che in seguito al prezzo ufficiale di vendita questa via e impraticabile. Dacché questa legislazione e in vigore, il Comitato dei ministri ha rego­ lato la quantità da offrire al mercato nazio­ nale in modo tale che il prezzo infligge una perdita grave ad ogni fabbricante che volesse vendere zucchero gravato di una imposta di rubli 4.50 al pud. Il prezzo sta fra rubli 4.80 nell estate e 4.60 nell’ inverno, in media 4.70 il pud, dedotta la imposta di rubli 3.50 pel tabbricante resterebbe un prezzo netto di ru­ bli 1.20 il pud o di fr. 3.20 i 16.38 chilog. pari a fr. 19.54 i 100 chilog., prezzo inferiore a quello di costo in Russia e a quello praticato a Londra. Rimane adunque ai fabbricanti l’al­ tra via_della esportazione e in tal caso Firn- posta riscossa di rubli 1.75 è restituita, ma il diritto di patente (o diritto di fabbricazione) che è di 5 rubli i 1000 puds di zucchero greg­ gio rimane al Tesoro. A primo aspetto pare che in tal modo venga restituita la sola accisa, ossia la imposta interna di fabbricazione ma guardando bene si trova, secondo il D’Aulnis de Bourouill, che nel sistema russo vi è una disposizione per la quale i fabbricanti sono stimolati a produrre quantità superiori a quella che è necessaria pel paese. Sembra che le per­ dite subite sulla esportazione siano largamente compensate dagli utili che i fabbricanti otten­ gono all’ interno e ai quali partecipano tanto piu, quanto più esportano. E lo scrittore olan­ dese dà la spiegazione di questo fatto abba­ stanza curioso, spiegazione che non è il caso di riprodurre qui, essendo sufficiente di notare che anche senza stabilire volutamente un pre­ mio di esportazione, il regime fissato può giun - gere a quel risultato.

I premi alla esportazione dello zucchero creano, in ogni caso, una situazione difficile alla finanza e danno un eccitamento alla pro­ duzione dannoso e pericoloso. Il presidente della conferenza internazionale di Bruxelles diceva nel suo discorso inaugurale che i premi oltre a recare danno alle finanze dei paesi che li concedono, fanno pesare sul consumo nazio­ nale un aggravio sproporzionato alla entrata realmente riscossa dal Tesoro, e sono distrut­ tori delle condizioni della concorrenza nor­ male sui mercati esteri importatori. Ebbene come potrebbe effettuarsi F abolizione dei pre­ mi ? La soppressione dei premi da parte degli Stati europei, ponendo un termine alle espor­ tazioni esagerate attuali, esigerebbe l’allarga­ mento del mercato interno e F assorbimento da parte sua di una quantità di zucchero mag­ giore dell’ attuale. Il mezzo finale per giun­ gere a questo risultato non potrebbe essere che la riduzione generale delle imposte sullo zucchero. La imposta è ora aggravata per in­ dennizzare il Tesoro pubblico dei premi che deve pagare sugli zuccheri esportati; la sop­ pressione dei premi dovrebbe quindi come mi­ sura di equità verso la industria saccarifera trar seco la soppressione di tutti gli oneri

supplementari.

E in tal modo lo sgravio dei consumatori potrebbe essere considerevole. Decomponendo il prezzo dello zucchero a Parigi si trovano non meno di quattro elementi ammontanti a ir. 0.1652 per chilog. che in Francia gonfiano il prezzo in seguito alla politica dei premi. Or bene riducendo la imposta complessiva il prezzo di vendita scemerebbe e il consumo si svilupperebbe certo sensibilmente. L ’ Inghil­ terra dopo una riduzione notevole della impo­ sta ha visto crescere il consumo individuale medio talvolta con dei salti di 2 chilogr.

Ecco i dati relativi al consumo per abitante in Inghilterra a varie epoche :

Anni

Im posta

d i consum o p er a bitan tC onsum o

— fra n ch i ch ilogram m i 1848___ 6 6 . 1 3 1 1 . 2 8 1851___ 5 1 . 2 5 1 2 . 1 3 1 8 5 6 .... 4 9 . 6 0 1 3 . 4 7 1857-63 4 5 . 4 7 1 6 . 9 9 1864-66 3 1 . 8 3 1 8 . 9 0 1867-69 2 9 . 7 6 1 9 . 13 1870-72 1 4 . 8 8 2 2 . 8 9 1 8 7 3 .... 7 . 4 4 2 4 . 9 6 1 8 7 4 .... franchigia 2 6 . 9 4 1 8 7 5 ....2 7 . 6 5 1880. . . .2 7 . 3 2 1 8 8 5 .... _ _ 3 2 . 8 8 1 8 9 0 ....3 5 . 9 8 1895. . . .3 8 . 7 9 1 8 9 6 .... — 3 8 . 1 9

Queste cifre sono abbastanza eloquenti per se medesime, senza che occorrano commenti. Il consumo del mondo è progressivo, come lo dimostra questo semplice confronto tra il 1885 e il 1898 riguardo alla quantità di zucchero prodotto ;

Produzione dello zucchero di canna di barbabietola Totale 1885-86 tonnellate 2,590,010 2,178,511 4,768,511 1898-99 (approssimativo) 3,049,960 4,674,000 7,724,000

Ma è indubitato che esso sarebbe di gran lunga maggiore se la imposta che colpisce questo prodotto non fosse talvolta eccessiva: certo è tale in Italia, in Francia, in Spagna, in Russia. L ’ abolizione dei premi, la riduzione della imposta sullo zucchero sono adunque due misure che finii anno per imporsi se non si deve disperare del trionfo della ragione sugli errori umani ; come presto o tardi è avvenuto di altre riforme doganali e allora l’ industria dello zucchero rientrerà nel regime normale delle altre industrie dal quale non avrebbe dovuto essere mai sottratta.

IL COMMERCIO INTERNAZIONALE ITALIANO

nei primi sette mesi 1899

Abbiamo esaminato con qualche larghezza i risultati dei primi sei mesi del commercio internazionale ; ora ci limitiamo per il mese di luglio a qualche cifra sommaria.

(9)

L’ E C O N O M I S T A 553 27 agosto 1899

commercio fu di 206.2 contro 218.7 milioni, quindi una diminuzione di 12.4 milioni. Si tenga conto che il solo frumento dà quest’anno una entrata in meno di oltre cento milioni.

Ecco il prospetto delle categorie:

CATEGORIE secondo la tariffa doganale

IMPORTAZIONE Valore j delle merci importate Differenza dal l®genn. | al 31 luglio | col 1898 dell’ anno I 1899 I Lire Lire

r. Spiriti, bevande ed oli ... 23,65h,435 — 4,363.635 ir. Generi colon., droghe e tabacchi. 31,387,368 + 2,530,153 i n . Prodotti cbim. generi medicinali,

resine e profumerie... 35,842.613 + 3,543,557 IV. Colori e generi per tinta e per , »

con cia... 20,021,055 + 3,325,508

v. Canapa, lino, juta ed altri

vege-tali filamentosi esci, il cotone. 12,973,772 - 2,375,005

vr. Cotone... 87,723,388 - 860,626 VII. Lana, crino e peli... 41,497,845 + 5,519,184 V ili. Seta... 77,685,601 + 23,556,757 IX. Legno e paglia... 33,418,048 + 6,743,335 X. Carta e lib r i... 10,850,341 + 2,274,978 X I. Pelli... 32,063.533 + 3,346,940 X II. Minerali, metalli e loro lavori.. 118,431,577 -t- 18,050,223 XIII. Pietre, terre, vasellami, vetri e

cristalli... 112,912,709 + 21,751,737 XIV. Cereali, far., paste e prodotti

ve-get., non compresi in altre categ. 119,220,172 -112,895,231 XV. Animali,prodotti e spoglie di

ani-mali non compresi in altre cat. 60,094,738 -t- 5,752,373 XVI. Oggetti diversi... 13,430,635 + 2,112,455 Totale delle prime 16 categorie 831,209,890 — 21,987,298 XVII. Metalli preziosi... 2,024,800 + 304,900 Totale generale.. . . 833,234,690 - 21,682,998

ESPORTAZIONE Valore

CATEGORIE delle merciesportate

Differenza secondo la tariffa doganale dal l°genn.

al 31 luglio col 1898 dell’ anno

1899

Lire Lire I. Spiriti, bevande ed o l i ... 76,905,494 4- 3,041,909 II. Generi colon, droghe e tabacchi. 4,063,728 - 1,028,131 III. Prodotti chim., generi medicinali,

resine e profumerie... 25,799,354 + 2,538,728 IV. Colori e generi per tinta e per

concia... 7,893,501 + 1,617,609 V. Canapa, lino, juta ed altri

vege-tali filamentosi, esci, il cotone. 31,988,500 + 4,213,600 VI. Cotone... 33,401,9821+ 8,689,550 V li. Lana, crino o peli... 10,738,845 + 2,205,503 V ili. Seta... 227,868,2441 + 12,461,882 IX. Legno e paglia... 25,689,783 — 21,061,253 X. Carta e lib ri... 8,091,710 + 2,021,473 X I. P elli... 18,168,242 + 2,689.099 X ll. Minerali, metalli e loro lavori.. 23,669,113 — 2,800,420 X III. Pietre, terre, vasellami, vetri e

cristalli... 48.408.504 + 900,767 XIV. Cereali, far., paste e prodotti

ve-getali, non compr. in altre cat. 64,904.636 + 5.76S.98S XV. Animali, prodotti e spoglie di

ani-mali, non corapr. in altre categ. 93,380,970 -P 13,580,367 XVI. Aggetti diversi... 16,899,231 + 2,235,241 Totale delle prime 16 categorie.. 717,877,857 + 37,074,912 XVII. Metalli preziosi... 9,351,500 - 1,014,300 Totale g e n e ra le .... 727,429,357|+ 36,060,6%

Ed ecco il prodotto dei dazi doganali:

T itoli Dal 1° gennaio al 31 luglio

di riscossione 1899 1898 Differenza Lire

Dazi d’ importazione 137,441,412 127,320,930Lire + 10;120,482Lire Dazi di Esportazione 667, 235 7.5,938 — 39,703 Sopratasse di fabbri­ cazione. . . . . 1,787,342 1,942,623 — 155,281 Diritti di statistica. 1,260,442 677,675 1,665,563 — 405,121 Diritti di bollo. • . 648,363 + 29,310 Tassa speciale sugli

zolfi di Sicilia. . 307,063 337,50S - 30,445 Proventi diversi . . 405,266 36 i, 955 + 43,311 Diritti marittimi. . 4,334,931 4,427,437 — 92,506 Totale . 146,881,366 137,411,319 + 9,470,047

LI M IE DEL TESISI IL il LUGLIO 1839

Il Conto di Cassa al 31 Luglio 1899 dava i se­ guenti risultati :

Pondo di Cassa alla chiusura dell’esercizio 1898-99 313,137,533.52 » » al 31 Luglio 1899... 216,620,170.74 Differenza In meno . . . 96,517,382.78

Pagamenti di Tesoreria nel luglio 1899:

Per spese di Bilancio. . . 98,553,442.53 \

Debiti e crediti di Tesoreria 415,216,135.28 5 513,769,577.81 Altri pagamenti... 00,000.00 )

Incassi di Tesoreria nel luglio 1899 :

Pagamenti diBilancio . . 118,974,018.00 Id. per Debiti e Cre­

diti di Tesoreria. . . . 298,278,177.03

Eccedenza degli Incassi sui pagamenti . . . 196,517,382.78

La situazione dei Debiti e Crediti di Tesoreria al principio dell’ esercizio 1899-900 risulta dai seguenti prospetti : D E B IT I al 31 luglio 1899 al 30 giugno 1899 migliaia migliaia Buoni del T e s o r o ...Lire 297.106 287 556 Vaglia del Tesoro . 20.443 17.714 Banche, Anticipazioni statutarie . 90,000 Ammin. Debito Pub. in conto cor. fruttifero 208,234 208,133 Id. Fondo Culto id. id. 15.995 18.932 Ammin. Debito pub. in c. cor. infruttifero 33.440 32.787 A ltre Amministrazioni . . . . . 25.324 47.111 Buoni di cassa. 110,000 91 319 Incassi da regolare . . . . .

B iglietti di Stato emessi per l ’art. 11, legge 3 56. 940 19.308 marzo 1898, n. 47. . , 11.250 11.250 Totale debiti 778.735 824.203 C R E D ITI al 31 luglio 1899 al 30 giugno 1899

Valuta presso la Cassa Depositi e Prestiti

ar-migliaia migliaia ticolo^ 21 della legge 8 agosto 1895. • L.

Amministrazione del Debito Pubblico per 91.250 91.250 pagamenti da rimborsare . . . . 61. (140 169.136 Amministrazione del fondo per il Culto 12.721 18.031 Altre amministrazioni . 42.766 76.193 Obbligazioni dell’ Asse Ecclesiastico

Deficenze di Cassa a carico dei contabili del

Tesoro . 1.933 1. 938

Diversi 5.340 20.313

Totale crediti 215.053 377,459 417,252,195.03

La eccedenza dei Debiti sui Crediti al principio di esercizio (31 luglio 1899) era di 446.7 milioni ed al 30 giugno 1899 di 562 milioni. Il totale dell’ at­ tivo del Tesoro formato dal Fondo di Cassa e dai Crediti risulta al 31 luglio 1899 di milioni 594 con­ tro 528.1 alla chiusura d’ esercizio; e siccome i De­ biti di Tesoreria ammontano alia fine di luglio a 824.2 contro 778 alla chiusura di esercizio, cosi vi è una differenza attiva di 46 milioni.

(10)

554 L’ E C O N O M I S T A 27 agosto 1899

INCASSI

Mese di luglio 1899 Mese di luglio 1898 Differenza nel 1899

Entrata ordinaria migliaia migliaia migliaia

Entrate effettive : di lire di lire di lire Redditi patrimoniali dello

Stato...L. 11,039 11,083 - 44 Imposta sui fondi rustici

e

sui fabbricati...

210

863

-

653 imposta sui redditi di ric­

chezza mobile... 3,088 3,638

-

550

Tasse in amministraz. del

Ministero delle Finanze. 22,289 22,271 4- 18 Tassa sul prodotto del mo­

vimento a grande e pic­

cola vel. sulle ferrovie..

816

1,631 - 814 Diritti delle Legaz. e dei

Consolati all’ estero.. . . 74 46

+

ai

CO

Tassa sulla fabbricazione

degli spiriti, birra, ecc.. 3,580 3,552 -

i

Dogane e diritti marittimi 19,837 16,788 -4- 3,048 Dazi interni dì consumo,

esclusi quelli di Napoli

4,185 4.226 — 70 Dazio consumo di Napoli. 935 997 — 61 Dazio consumo di Roma , 1,189 1,153 4- 36 15,776 15,502 4- 273 5,449 5,462 — 13 4,480 5,945 - 1,465 Poste... 6,2 4 4,658 4 - 545 Telegrafi... 1,115 1,120 - 4 Servizi diversi ... 1,495 1,280 4- 215 Rimborsi e concorsi nelle

spese... 986 981

-t-

4

Entrate diverse... 1,550 4,601

-

3,050 Tot. Entrata ordinaria. L. 103,246 105,806 - 2,659

Entrata straordinaria

Entrate effettive... 1,103 168 4- 0.9 Costruz. strade ferrate . . . 0 66 — 66 Movimento di capitali. . . . 2,674 3,997

- 1,122

Tot. Entr. straord. 3,780 4,231 — 451 Partite di Giro... 11,947 3,785 4- 8,161 118,974 113-823 -+- 5,150

I pagamenti poi effettuati dal Tesoro per le spese di Bilancio nel mese di luglio risultano dal se­ guente prospetto:

Mese Mese e«

Pagamenti di di

a

»-Luglio Luglio sa 1899 1898 0 migliaia ! migliala migliaia

di lire di lire di lire Ministero del Tesoro .. L. 17,863! 19,120 — 1,257

Id. delle finanze... . 13,715, 15,682 — 1,966 ld. di grazia e giust. 3,245 3,946 4- 198 Id. degli affari esteri 541 573 - 31 Id. dell’ istruz pubb. 2,697, 2,534 4- 162 Id. dell’ interno ... . 9,776' 6,900 4- 2,875 Id. dei lavori pubbl. 10,587; 10,626 - 38 Id. delle poste e tei. 7,791 6,184 4- 1,607 Id. della guerra . . . . 21,063 20,391 4- 661 Id. della m arina..,. 10,394 9,333 4- 1,060 Id. della agric. ind.

e commercio . 887 642 4 - 244 Totale pag. di bilancio . . . 98,553 95,037 4- 3.516 Decreti minist, di scarico. « — 1 — — Totale pagamenti... 98,5531 95,037 + 3,516

L ’ aumento nelle Dogane e Diritti Marittimi cade principalmente sul Caffè, sul Grano e sui prodotti industriali.

La differenza nel Lotto deriva da minori regola­ rizzazioni di vincite.

La differenza nelle Entrate Diverse deriva da mi­ nori reintegrazioni di fondi nel Bilancio passivo.

L’ aumento nelle Partite di Giro proviene da mag­ giori versamenti dalla Cassa Depositi e Prestiti delle somme occorrenti per il servizio dei debiti redimibili.

Rivista Economica

Le co n cessio n i d i acque pubbliche - L a p r o r o g a n e l te rm in e p e r le d ic h ia ra z io n i d e i r e d d iti m o b ilia r i - I l C ongresso d e g li a g r ic o lt o r i lo m b a rd i a Como - Le p e n s io n i p e r la vecch iaia in In g h ilt e r r a - Le s tra d e f e r r a t e ita lia n e n e ll' e s e rc iz io 1 8 9 8 - 9 9 - Le e m is s io n i in G erm an ia n e l 1.° s e m e s tre 1 8 9 9 .

Le concessioni di acque pubbliche. — Il Mini­

stero di agricoltura industria e commercio ha pubblicato un interessante studio sulla que­ stione delle derivazioni di acque pubbliche. Esso comprende notizie sugli studi per alcune modificazioni ed aggiunte alla legge 10 ago­ sto 1884, sulle derivazioni di acque pubbliche, sulla applicazione dal 1885 a tutto il 1898 della legge 10 agosto 1884 sulle derivazioni di ac­ que pubbliche, nel 1898 e nel primo triennio di applicazione della legge 10 agosto 1884.

Nel 1898 furono accordate 100 derivazioni di acque pubbliche, di cui 7 per decreto reale, 87 per decreto ministeriale e 6 dal Ministero dei lavori pubblici. Sole 58 però si riferiscono a nuove utilizzazioni di acque pubbliche. Nel 1898 si nota una diminuzione nel numero delle concessioni a scopo agricolo ed industriale a confronto del triennio precedente durante il quale si era verificato un 'grande aumento nelle richieste di derivazioni di acque pubbli­ che. Ciò non significa in realtà una diminu­ zione di tali domande, che anzi sono cresciute in numero nel 1898; ma indica una diminu­ zione nel numero delle concessioni. La ragione se ne può ricercare nella nota circolare in data 17 giugno 1898.

Nel 1898 furono poi inviati dalle Prefetture al Ministero di agricoltura, per esame, gli atti relativi a 45 domande di derivazioni di acque pubbliche, per le quali si richiedeva il decreto reale di concessione e di esse 7 ave­ vano per scopo il miglioramento dell’ agricol­ tura, 33 dell’ industria, 4 usi domestici e ci­ vici, ed una aveva in mira contemporanea­ mente più di uno di tali scopi.

La proroga nel termine per le dichiarazioni

dei redditi mobiliari. — Col giorno 30 agosto

scade il termine per le dichiarazioni dei red­ diti mobiliari da parte dei contribuenti, agli effetti della revisione biennale testé iniziata e pel 10 settembre gli agenti delle imposte, a norma dell’ art. 85 del regolamento 3 novem­ bre 1894, dovrebbero trasmettere ai sindaci la tabella dei redditi colle rettifiche da essi introdotte.

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27 agosto 1899 L ’ E C O N O M I S T A

le proposte stesse hanno potuto altre volte riuscire manchevoli della necessaria ponde­ razione. A prorogare il termine per la pub­ blicazione delle tabelle tendeva il disegno di legge ultimamente presentato al Parlamehto, quantunque si trattasse di modificare una sem­ plice disposizione regolamentare.

Ora una circolare del Ministro delle fi­ nanze on. Carmine, dà notizia che, per la pre­ sente revisione, il suddetto termine per la pub­ blicazione delle tabelle venne con decreto reale del 1° agosto prorogato al 10 ottobre; ed esorta * gli agenti a valersi del più lungo tempo così loro concesso, per studiare con intelletto di equità le dichiarazioni dei contribuenti, cosic­ ché la revisione possa svolgersi con quella se­ rietà e con quella ponderazione da parte degli agenti stessi che ne assicurino un indirizzo calmo e temperato, qual’ è negli intendimenti del Governo, e sieno così evitati gli errori e le esagerazioni, in modo da ridurre al minor numero possibile le controversie da portare innanzi alle Commissioni.

Il Congresso degli agricoltori lombardi a Como.

— Avrà luogo il 4, 5, 6 e 7 settembre pros­ simo, sotto gli auspici della Società Agraria di Lombardia. Il lavoro preparatorio procede ala­ cremente, facendo prevedere, per questa im­ portante riunione, un pieno successo, il quale del resto, non può mancare, per l’ importanza dei temi che saranno oggetto di discussione.

La industria zootecnica e casearia vi avranno gran parte ; quella con lo svolgimento del tema 1° : la produzione indigena del bestiame lattifero, che dimostrerà la possibilità di evitare i danni dell’importazione del bestiame dall’este­ ro, e collo svolgimento del tema 4° : della ur­ gente necessità ppr la Lombardia d’una legge di polizia sanitaria degli animali, del quale la Commissione relativa già nominò relatore l’il­ lustre prof. N. Lanzilotti Buonsanti ; e l’ in­ dustria casearia col tema 2°: dell’ordinamento e funzionamento di grandi latterie coopera­ tive nella zona irrigua lombarda, del quale fu pure nominato il relatore nella persona del signor ing. E. Bergamasco, apostolo nella Lo- mellina di quelle latterie sociali che, senza alcun dubbio, costituiscono uno dei più lode­ voli tentativi di far fronte con le lorze pro­ prie alla grave concorrenza e deprezzamento dei latticini.

Anche i Consorzi Agrari saranno oggetto di studio per il Congresso (tema 3°) per mettere in evidenza i tentativi già fatti da taluno di far partecipare i soci consorziati a quello stesso credito di cui essi fruirebbero presso fabbri­ canti e commercianti privati. E infine due ar­ gomenti che riguardano i bozzoli : dei modi di disciplinare il commercio dei bozzoli col sussidio dei nuovi apparecchi di essiccamento ; e i gelsi : del modo di difenderli dalla diaspis pentagono., devono necessaiiamente destare il massimo interessamento presso gli agricoltori lombardi, i quali pertanto concorreranno senza dubbio numerosi al Congresso.

Le pensicni per la vecchiaia in Inghilterra. —

La Commissione delle pensioni per la vecchiaia ha pubblicato un rapporto che raccomanda di

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dare una pensione almeno di cinque scellini per settimana a tutti gli indigenti di sessan- tacinque anni, che non abbiano mai ricorso alla carità pubblica, se non in circostanze as­ solutamente straordinarie e non abbiano subita alcuna condanna dal quarantacinquesimo anno in poi. In qualunque caso la pensione non do­ vrà superare i sette scellini per settimana. Per aver diritto alla pensione, gli indigenti do­ vranno provare che le loro risorse personali sono inferiori a dieci scellini per settimana.

Le pensioni saranno pagate in parte sulla tassa dei poveri ; il resto sarà fornito dal Can­ celliere dello Scacchiere.

Le strade ferrate italiana nell’esercizio 1898-99.

— L’Ispettorato generale delle ferrovie ha pub­ blicato il prospetto generale del prodotto lordo dell’azienda per l’anno finanziario 1898-99 testé spirato, in confronto del provento dell’ anno precedente 1897-98.

Per le tre reti principali, Mediterranea, Adria­ tica e Sicula si era previsto un provento di L. 131,450,000, di L. 106,500,000 e di L. 8,300,000. I proventi accertati furono invece rispettiva­ mente di L. 136,744,579, di L. 112,587,507 di L. 8,740,828.

Sono adunque L. 11,822,914 introitate in più della previsione — ossia 1’ accertato supera il previsto del 5.61 per cento.

Il maggiore aumento percentuale si è veri­ ficato sulle linee ferroviarie esercitate dalla Rete Adriatica; 11 minore su quelle costituenti la Rete Mediterranea. Eccone la progressione: Adriatica, 5.71 per cento — Sicula, 5.31 — Mediterranea,. 4,03

In confronto coll’ esercizio precedente, nel 1898-99 si sono introitate L. 15,459,958 in più — somma che corrisponde, nei rapporti del traffico, ad un aumento medie del 6.34 per cento.

Vi contribuirono le ferrovie Adriatiche con il 6.30; le Sicule nella misura del 6.34 a, final­ mente, le Mediterranee vengono ultime con il 6.27 per cento.

I proventi dei viaggiatori segnano pel 1898-99 un aumento sui proventi dell’ esercizio prece­ dente pari al 3.63 per cento; i proventi delle merci a grande velocità aumentano, invece, del- l’8.11.Sono, però i trasporti a P. V. che por­ tano il maggior contributo a codesto aumento, concorrendovi, con 11 milioni e mezzo di lire ed il 9 per cento circa.

La partecipazione dello Stato al prodotto fer­ roviario era preveduta in L. 65,500,000 per un provento lordo di L. 246,250,000.

Accertato questo in L. 258,072,914, anche la partecipazione dello Stato sali a 68,824,549, ossia un aumento di L. 3,324,549 in confronto della previsione e L. 4,123,612 in confronto della partecipazione liquidata nell’esercizio pre­ cedente.

Le emissioni in Germania nel 1° semestre 1899.

— Nel primo semestre del 1899 furono emesse in Germania molte carte-valori interne, e spe­ cialmente azioni di Società industriali e di Banche ed obbligazioni di Stato e comunali.

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emis-L’ E C O N O M I S T A 27 agosto 1899 556

sioni per le varie categorie di carte-valori nel 1898 e nel primo semestre del 1899.

1898 1» som. 1899

Valore Valore Valore nomin. dei corsi nomin.

Carte valori tedesche

Prestiti dello Stato. 168. I

(Milioni 'di marchi)

160.4 411.5 Id. comunali . . . 101. 7 100.8 119.4 Obbligaz. dello » 364. 8 364.8 200.0 Id. ferroviarie 16.8 16.9 49.5 Id. industriali 139.7 143. 1 27.9 Azioni ferroviarie.. 14.8 17. 9 6.5 Id. bancarie.. . 273.3 372.7 115.7 Id. industriali. 310.2 520.0 305. 4 Totale 1389. 5 1697.4 1236.1 Carte-valori estere

Prestiti dello Stato. 253.2 230. 8 33.0 Id. comunali . . . 47.4 47.3 Obbligaz. dello Stato 43.2 42.8 13.0

Id. ferroviarie.. 372.8 369.9 71.0 Id. industriali.. -Azioni ferroviarie.. . Id. bancarie.... 8.7 9.4 Id. industriali.. 7.6 9.3 10.2 Totale 732.3 709.7 122.2 Totale complessivo delle emissioni

in-terne ed esin-terne. 2021. 8 2407. 1 1363. 4 Valore dei corsi 380. 2 116.8 200. 0 49.5 28.6 8.7 164. 8 518. 1 1467. 0 27.0 12.5 70.5 18.0 128.0 1595. 0

L’emissione delle azioni di Società industriali nel 1° semestre dei 1899 importò tanto quanto I emissione delle stesse azioni in tutto l’ anno 1898 e l ’ uno e mezzo degli importi emessi nel 1897.

Se nel secondo semestre dell’anno in corso ciò che non è supponibile — 1’ emissione delle azioni di Società Industriali continuasse di questo passo, si avrebbe una cifra corri spondente a quasi tutto il valore nominale delle emissioni di ogni specie fatte complessi­ vamente in Germania nel 1897.

I prestiti dello Stato rappresentano nel primo semestre del_1899 un maggior importo che non in tutti i dodici mesi dell’anno precedente, poiché nell’ emissione è compresa quella del nuovo consolidato prussiano 3 per cento.

Le emissioni in tutte le categorie dei valori, nel primo semestre 1899, importano 1462 mi­ lioni di marchi, una somma che è superiore a quella di tutte le emissioni nel 1896 e 1897. II corso delle emissioni ascese ad un’ altezza mai raggiunta prima. L’ aggio dell’ emissione importa il 69.6 per cento contro il 67.7 p. c. nel 1898; il 66.7 p. c. nel 1897 ed il 45.87 p. c,

nell’89. v

Casse di risparmio nell’ esercizio 1898

questo Istituto si chiude colle seguenti risul­ tanze :

A t t iv it à ... L. 69,338,008.75 Passività... » 60,961,940.90 Patrimonio o massa di risp. » 5,660,106.16 Fondo per le oscillazioni di

boI? a . ... » 2,133,789.03

Utile di gestione. . . . » 582,172.66

. Dell’utile netto della gestione vennero fatti i seguenti reparti:

L. 125,000 al Comune di Verona per la distri­ buzione.

» 5,000 pel concorso al mantenimento della cattedra ambulante d’ agricoltura istituita della Provincia.

» 1,000 da erogarsi dal Consiglio d’Ammi­ nistrazione per straordinarie sven­ ture e calamità pubbliche d’ Italia. Cassa dì risparmio dì Foligno. — Dal ren­ diconto 1898 di questa cassa ricaviamo :

Rendite Interessi attivi:

Sui Mutui ip oteca ri... Id. Id. chirografari. . . . Sulle sovvenzioni su pegno . . Sui conti correnti... Sui fondi pubblici... Sui corrispondenti diversi. . . Dividendo a z io n i...

Sconto Effetti :

Sulle Cambiali di sovvenz. dirette Sugli Effetti di sconto . . . .

Id. Id. con garanzia ipotecaria Rendita Beni Stabili...

Varie : Libretti v e n d u t i... Rimborso Tasse . . . . . Bolli... Interessi ritardati... Tasse, A ssegni... .... . Tasse, Depositi a custodia. . . Rimborso spese postal i . . . . V a r i e ... Rimborso a f f l i t i ... .... Risconti : L. » » » » » » » » » » » » » » » » »

Sui Buoni fruttiferi Rivalsa sul 1899 della quota di sua spet­ tanza addebita al 1898 . . . Del Portafoglio... 36,670.95 8,353.81 446.60 25,697.27 20,855.29 802.10 1,224.— 94,149.72 26,618.66 2,532.— 8,073.92 162.90 12,707.05 36.12 39,969.07 1,307.75 3.60 36.80 621.12 610.— 7,948.68 15,130.— Totale L. 300,957.51 Spese. Interessi passivi . . . l. 183,359.51 Spese d’Amministrazione . . . » 38’,132!88 JTas?e ...» 3L364.58 ^ rie ... » 8,983.11 R is c o n t i... » 23,517.09 Utile passato a beneficenza . . » 1,260.03 Utile passato a fondo pensioni . » 3,000.— Utile passato al fondo perdite

e v e n tu a li...» 8,340.31 Cassa Civica di risparmio in Verona. — Il

bilancio consuntivo per l’esercizio 1898 di

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