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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.434, 27 agosto

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G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno l i - Voi. XIV

Domenica 2

1

Agosto 1882

N. 434

QUESTIONE AGRARIA

La classe dei coltivatori, che è la più numerosa e la più utile fra le popolazioni operaie, ha sempre richiamata la nostra attenzione. La pellagra e la mal’aria essendo due delle infermità che maggior­ mente l’affliggono, furono più volte il soggetto dei nostri studi e delle nostre proposte, le quali non riescirono forse prive di resultato, allorché ci oc­ cupammo segnatamente dei rimedi da arrecare al primo dei due flagelli. Quando una legge fu pro­ posta per la bonificazione delle paludi, ne rendemmo conto dettagliato nel N. 415 de\V Economista. Ap­ provata eh’essa fu dalla Camera dei Deputati, eravi fondamento a credere, che avrebbe riportato l’as­ senso del Senato. Disgraziatamente così non e stato; perchè altre leggi parvero di maggiore importanza, benché destinate, anziché a produrre perfeziona­ menti economici ed igienici, ad erogazioni infrut­ tifere. Mentre pende tuttora sospesa la legge sulle bonifiche idrauliche, ecco apparire intanto una nuo­ va proposta di legge sullo stesso argomento, di cui fu autore l’onorevole senatore Torelli fino dall’anno 1880, e che ora soltanto viene alla luce nel modo con cui fu modificata da una Commissione senato­ riale, composta degli onorevoli Pantaleoni, Mole- schott e Verga. Pubblicato questo progetto dal gior­ nale dei Lavori Pubblici in data del 9 corrente, ci facciamo ad esaminarlo, affinchè i nostri lettori siano al corrente di una questione importantissima, così dal punto di vista economico, come da quello igienico.

Il progetto della Commissione senatoriale si com­ pone di 15 articoli di legge che riassumiamo bre veniente. Il primo ha per ¡scopo d’imporre ai Consigli s a n i m i d e l re g iiu la ìe d a z à u iie il* u n a c a l i a escuta e completa della mal'aria, nella quale i territori infetti sa ranno indicati con segni convenzionali distinti in tre categorie, cioè della mal’ aria debole, della grave, e della gravissima. Essa carta dovrà essere rettificata ad ogni decennio. Nel secondo articolo si dividono le bonificazioni in grandi ed in piccole. Le prime comprenderanno non meno di 3000 ettari; le seconde, non meno di 1000; in ambo i casi però si tratterà di terreni infetti dalla mal’aria grave o gravissima. L’ente qualsiasi che farà la grande bonifica, avrà il tra­ sporto gratuito giornaliero, sulle ferrovie dello Stato, del personale occorrente dal paese sano o infetto debolmente, fino a quello da bonificare ; terminata la bonifica, il trasporto si farebbe a metà prezzo. La durata di tempo, pel primo vantaggio come pel secondo, sarebbe di due anni ogni 1000 ettari. Al­

tri utili verrebbero altresì accordati; quali sono le esenzioni sui dazj pel materiale da introdursi nello Stato; quelle delle tasse di registro sui contratti; nonché le altre riflettenti gli aumenti di imposte pel cresciuto valore dei beni e per le nuove costruzioni; ciò durante il periodo di 40 anni. Queste stesse fa­ cilitazioni, tranne l’esenzione dai dazj e dal registro, verrebbero accordate per le piccole bonifiche, con leggiero divario sulla durata del tempo utile. 1 vantaggi suindicati non sarebbero però accordati se non a condizione che l’ente intra prenditore addimo­ strasse che possiede un milione di lire per 1000 ettari della grande bonifica, o 100 mila per 100 ettari della piccola.

L’articolo terzo statuisce che, per eseguire le bo­ nifiche da ente privato o corpo morale, si richiede il consenso di tutti i proprietari, e l’articolo quarto che le rettifiche di corsi d’acqua potranno, per legge, venir sussidiate dal Governo. Nel seguente, si sta­ tuisce che . dei soccorsi, non obbligatorj, possono essere richiesti ai comuni ed alle provincie; e ciò ben anche per le bonifiche di terreni leggermente infetti.

Cogli articoli 6, 7, 8, 9 e 10 si autorizza il Go­ verno ad espropriare i terreni infetti di grave e di gravissima mal’aria, lungo le ferrovie, fino a 200 metri di distanza, ed all’ingiro delle stazioni e delle case-cantoniere. Inoltre, e per 12 anni dopo la promulgazione della legge, si assegnano premi a quelli che avessero operate piantagioni di Eucalyptus in una qualunque delle tre classi di terreni infetti. Quanto all’articolo 11, esso assegna altresì un pre­ mio, che è di 20 lire per metro cubo, ai costruttori di cisterne di buona acqua potabile, per i soli ter­ ritori di mal’aria gravissima. Il seguente art. 12, conferisce all’ente bonificatore il nrivilairui ,dnl ri_

,.xi„ «cu ou per cento pei trasporto, sulle fer­ rovie dello Stato, del personale immigrante nel ter­ ritorio gravemente o molto gravemente infetto, se l’immigrazione è permanente ; e solo del 60 per cento se essa è temporanea. Tal privilegio riflette rebbe però il percorso limitato al punto più pros­ simo alla nuova dimora, e quando fosse provato : 1° che il personale è adatto, 2° che l’assuntore ha i locali ove alloggiarlo, 3° che ha i mezzi di man­ tenerlo per un anno, se l'immigrazione è perma­ nente; per 6 mesi, se è temporanea. Tralasciamo di riferire sugli articoli 13, 14 e 15 perchè di poca importanza pel criterio da formarsi su questo pro­ getto di legge.

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di bonificazioni agrarie, viene ammesso, per indu­ bitabilmente vero, che la sola bonifica idraulica di un territorio è insufficiente a redimerlo dall’infezione malarica, I lavori idraulici sono nulla più che il primo ed indispensabile espediente per giungere a questo risultato. Essi però non riescono, se non siano susseguiti dalla coltivazione bastantemente in­ tensa del territorio, ed inoltre dallo stabilirsi, entro il medesimo, del personale addetto alla sua e s p i­ lazione, in modo permanente e non transitorio ; al che ricbiedesi che il terreno, da risanare totalmente, contenga le abitazioni e tutti gli altri edilìzi ne- cessarii alla normale coltivazione del suolo. Ora la legge sulle bonifiche, qual fu approvata dalla Camera, riflette la bonifica idraulica e non l’agra­ ria, benché obblighi i Consorzi d’esecuzione a tra­ sformarsi in Consorzi di manutenzione dei lavori compiuti; ed inoltre imponga ai proprietari d’ ese­ guire le minori opere riflettenti lo scolo delle acque di ciascuna proprietà ; cose queste che fanno parte della bonificazione idraulica. La legge che è pendente davanti al Senato è dunque utilissima, ma non è sufficiente a completare il risanamento dei ter­ reni infetti; i quali ammontano, in superficie, al triplo od al quadruplo, nonché dei terreni suscet­ tibili di bonificazione idraulica indicati nell’elenco annesso alla legge, ben anche di tutti i 7 ad otto- centomila ettari suscettibili di essa bonificazione.

Il progetto della Commissione senatoriale sarebbe, sotto questo punto di vista, più completo, perchè avrebbe in vista di accordare dei vantaggi ai pro- prietarii non solo durante l’esecuzione della boni­ fica idraulica, ma ancora, siccome sopra osser­ vammo, trascorsa questa durata, benché dovesse ciò farsi in minori proporzioni. Abbiamo notato questo differente punto di vista, quantunque, secondo il no­ stro parere, la facilitazione accordata nei trasporti del personale dei lavori idraulici e le altre (quali il premio per costruzioni di cisterne ed i ribassi per viaggi di personale immigrante permanentemente o temporaneamente nei territori! infetti) non siano abbastanza efficaci.

Ciò premesso, è da vedere in quali casi il progetto della Commissione senatoriale sarebbe più dell’altro favorevole al risanamento dei terreni infetti, dal punto di vista dapprima della bonificazione preliminare, od idraulica. Nella legge approvata dalla Camera i terreni da bonificare sono divisi in due categorie. Nella I a stanno quei terreni il di cui riscatto co­ stituisce un grande miglioramento igienico d’una nit un immite vantaetno agricolo con­ giunto all igienico. In questo caso u proprretarro contribuisce per un quarto, tutt’al più, del dispen­ dio. Lo Stato, la provincia ed i comuni per gli altri tre quarti. Vero è che i proprietari dovranno restituire, e solo in parte, l’ aumento del valore conseguito dai loro beni. Ma ciò senza interesse ed in lungo tratto di tempo. Non è guari probabile che essi preferissero di spendere subito, cioè a misura del­ l’esecuzione dei lavori, tutto il loro importo. Essi avrebbero così il vantaggio del trasporlo gratuito giornaliero sulle ferrovie dello Stato. Ma si crede forse che si mandino avanti e indietro giornal­ mente gli operai d’un grande lavoro, quando anche si trovasse in prossimità di esso una ferrovia? In tali imprese è d’uopo che gli operai dimorino permanentemente su di esse, per non perdere pa­ recchie ore del giorno camminando in sù e in­

giù. E se il territorio da risanare non fosse a contatto d’una ferrovia, o se questa non apparte­ nesse allo Stato, come le Meridionali e le Sarde, non sarebbero questi luoghi posposti agli altri ? Adunque, per le bonifiche .di 1* categoria, cre­ diamo che la legge proposta sarebbe inutile.

Quanto a quelle di 2a categoria, esse si dividono in volontarie ed obbligatorie. Le volontarie risul­ tano dal concorso di tutti gli interessati e sono eseguite a tutte loro spese; così pure accade delle obbligatorie, se esse risultano da richiesta degli in­ teressati ; che se sono imposte ai proprietarii, non debbono questi sottostare che ai sette decimi, salvo restituzione, senza interesse, a lavoro finito. La pro­ posta di legge della Commissione senatoriale non ci pare applicabile a quest'ultimo genere di consorzii perchè i piccoli vantaggi che essa offre non su­ pererebbero quelli offerti dalla legge pendente. Il progetto senatoriale non potrebbe sospingere i pro­ prietarii. ad approfittare dei vantaggi che esso offre se non nei casi in cui la bonifica non fruisse di verun soccorso dallo Stato, dalle provinole o dai comuni. Anche in questa ipotesi ci sembra che, tranne in pochissimi luoghi, i vantaggi offerti non sarebbero sufficienti e, per di più, dubitiamo che venissero accordati dal Parlamento. Non ripeteremo ciò che abbiamo espresso sulla inanità dei trasporti giornalieri del personale operaio, e ciò tanto più che, secondo la nuova legge, non sarebbero con­ cessi treni speciali. Quanto all’ esenzione delle tasse per 40 anni, occorre osservare che la Camera rifiutò d’accordarla per 30 anni anziché per 20, come fu chiesto; nè è credibile che volesse ora creare una disparità. Rimarrebbe il beneficio dell’introduzione in franchigia del materiale occorrente ai lavori; ma anche quest’ esenzione sarebbe diffìcilmente otte­ nuta dal Parlamento, perchè vi si opporrebbe pro­ babilmente il Governo. In conclusione, noi siamo d’avviso che, per quauto concerne la bonificazione idraulica, la nuova legge sia di poco o niun va­ lore.

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facilitazione nel trasporto, con cautele molto precise e con responsabilità dell’ imprenditore della bonifi­ cazione. Siamo dunque d’avviso che, anche pel pe­ riodo susseguente la bonifica idraulica, il progetto di legge non abbia molta probabilità di essere ap­ provato. Troviamo invece lodevole di accordare dei premi per la coltivazione degli Eucalypti. La grande forza vegetante di questa pianta e la potenza che ha d’assorbire l’umidità del suolo, la rende singolar­ mente acconcia al risanamento dei terreni infetti. È questo un provvedimento che desideriamo venga promosso, benché esiga qualche sacrifizio annuo dal bilancio. Del pari lodevole ci sembra d’accordare un premio alla costruzione delle cisterne ; provve­ dimento che sarebbe da inserire, poiché ne è ancora tempo, nella legge pendente avanti al Senato.

In sostanza il risorgimento dei terreni infetti non può ottenersi coi mezzi che finora furono proposti. Dopo la bonificazione idraulica, come si addiverrà alla bonificazione agraria senza cadere in una peti­

zione di principio ohe è la seguente? Per coltivare

a braccia un territorio, conviene avervi i lavoratori; e questi non si trovano, se il paese è infetto. In altri termini ; per coltivare bisogna aver risanato ; per risanare bisogna aver coltivato. Difatti la legge che impose la coltivazione del territorio limitrofo alla capitale, su di un raggio di 10 chilometri, non ha avuto sufficiente effetto ; cosicché, alle porte quasi di Roma, si fa uso del lavoro dei forzati a prò dei trappisti.

Se alcuno credesse che quest’ espediente del la voro coatto è applicabile alla redenzione dei ter­ reni infetti deilo Stato, lo pregheremmo a fare un piccolo conteggio. Abbandoniamo, per fare una ipotesi, i tre quarti dei terreni malsani per oc­ cuparci soltanto dell’ altro quarto. L’ estensione di questa frazione è circa 700 mila ettari. Ammettiamo di riscattarli in un periodo di 30 anni e poniamo che, in media, occorra il lavoro di 6 anni conser cutivi per rigenerare una superficie di terreno nudo. È quanto dire che, nel periodo dei 30 anni, solo un quinto dell’ estensione suddetta riceverebbe 1’ opera dei forzati. Si ottiene così la superficie di 140 mila ettari. Nella proprietà dei trappisti si trovano, ad­ detti al lavoro, 180 galeotti. L’estensione ne è di 600 ettari. Tenuta la proporzione medesima fra l’esten­ sione del suolo ed il numero dei condannati, ne verrebbe che sarebbe necessaria l’opera permanente di 42 mila forzati per tutti i 30 anni. Dopo di che, solo una quarta parte del terreno infetto nello Stato sarebbe risorta. Se ora si rifletta che, dal numero

to tale d ai fo rza ti, co rta m o n to in fa rin r» allo "ilV ‘1 m .

zidetta , conviene detrarre gli ammalati , i vecchi, quelli condannati a lunghe pene, affinchè non cer­ chino la fuga, i violenti di carattere non domi dalle torture della pena sofferta, è probabile che appena un quinto od un sesto della cifra suindicata reste­ rebbe disponibile; ossia che occorrerebbe, pel solo quarto ammesso di sopra, un periodo di 150 e più anni. Applicando lo stesso calcolo al solo territorio della provincia Romana, che è 200 mila ettari, ed ammettendo che una metà volesse così redimersi in 30 anni, divisi in 5 periodi di 6 ciascuno, occorrerebbe il lavoro di 6000 forzati. A chi verrebbe in mente di scatenare 6000 galeotti alle porte della capitale, fra i quali un nuovo Spartaco potrebbe rinvenirsi ? Finché l’ Italia non sarà sortita dalla pesta dei cammini antiquati, essa non verrà a capo, in tempo

non composto di secoli, del problema in questione. Non è colle braccia libere , e nemmeno con quelle dei forzati, che si riscatteranno i terreni infetti. Sono le macchine agrarie e non le forze muscolari degli uomini e delle bestie che possono effettuare questo compito. L’agricoltura è una industria che,, applicata a migliaia di ettari, può fornire, in un periodo di 20 o di 30 anni, l’interesse e l’ammortizzazione del ca­ pitale da destinarvi per rendere un territorio in per­ fetto stato di coltura, con tutti gli edificii che oc­ corrono per continuarla. Una espropriazione forzata, fatta dallo Stato, con l’ abbandono completo di ogni tassa e retribuzione, pel tempo anzidetto, salvo l’ a­ dempimento di speciali capitoli d’ appalto, non sa­ rebbe operazione dannosa, ma anzi vantaggiosa alla finanza, perchè, al termine del periodo, il prezzo dei terreni sarebbe quadruplicato. Cosicché se, da un lato, lo speculatore avrebbe guadagnato, dall’ altro lo Stato non avrebbe certamente perduto. Del resto è evidente che la cessione dovrebbe cominciarsi coi beni demaniali, ed anche, in taluni casi, simulta­ neamente ai lavori della bonificazione idraulica. Non è da oggi che emettiamo quest’ opinione. Non ci nascondiamo però che abbiamo poca fiducia di ve­ derla approvata, stante la fievolezza della nostra energia.

IL RIALZO DELLO SGOIIO IELLA B U A D'IHILTERRA

La Ranca d’ Inghilterra ha improvvisamente il 17 corrente alzato lo sconto dal 3 al 4 per cento. Questo provvedimento, il quale assume sempre la impor­ tanza di un grande fatto finanziario, poiché il suo effetto si ripercuote su tutte le borse europee, sem­ bra abbia sorpreso, a quanto vediamo dai giornali, non solo il mercato continentale, ma anche quello inglese, sebbene potesse da vicino osservare le cause che lo hanno consigliato.

Il rialzo dello sconto potrebbe oggi essere esami­ nato sotto un doppio aspetto : quello dei momento in cui viene adottato, e quello della misura.

In quanto al momento bisogna convenire che si presta a molte congetture. L’ Inghilterra oggi è in- capigliata in una guerra la quale può avere delle serie conseguenze; e sebbene il mondo finanziario nella fermezza dei corsi, ostenti di negare impor­ tanza all’attuale questione d’Egitto ed alle minaccie di complicazioni politiche che tratto tratto si fanno

S entÌK A n n n A I-/... - r ---™ . - I . » ,

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si voglia leggerlo tra le righe, nel suo numero del 12 corrente esordiva dicendo lamentevolmente « che siamo in tempi in cui il tasso dello sconto è una guida a conoscere la reale posizione degli affari » ; ed osservando che lo sconto è al solo tre per cento a 3 mesi e fuori mercato al 2 3/4 e che a vista il credito si ottiene at 1 1/2 od anche

a ir i

per cento, « segno questo di calma » aggiungeva queste parole di colora oscuro : « Pure vi è un senso of latent

uncertainty ». Cinque giorni dopo la Banca rialzava

lo sconto al 4 per cento, e io stesso Economist am­ mette che questo fatto possa essere prodotto anche dal bisogno della Banca di mettersi in grado di fare ulteriori prestiti al Governo.

Non bisogna però dimenticare che durante il 1881 e precisamente al 2o di agosto la Banca d’ Inghil­ terra prese una eguale misura e che allora era giustificata dalla necessità sentita da quel grande istituto di salvaguardare la propria riserva minac­ ciata da una esagerata domanda di sconti, la quale riserva era limitata a meno che 13 milioni di lire sterline. L’ultimo resoconto della Banca ci dà una riserva di poco più di 10 milioni e mezzo, e, nell’ ultima settimana, una diminuzione di incasso metallico di quasi 700 mila ettolitri.

Teniamo conto di queste condizioni, della note­ vole quantità di oro che l’Italia ancora domanda a compimento della propria riserva per l’abolizione del corso forzoso, e non vedremo nel rialzo dello sconto della Banca che una misura precauzionale, diremo quasi normale e che non può in alcun modo mettere in allarme il mondo finanziario, sebbene quest’anno sia accompagnata da circostanze d’ altro genere le quali possono essere influenti, ma non si possono dire sole influenti sul fatto.

Sarebbe certamente desiderabile che, come si opera in altre occasioni, lo sconto venisse alzato per gradi, specialmente in questa stagione nella quale per i molti capitali che si sono impiegati nella agricoltura ed il cui risultato è ancora incerto, il credito raggiunge una grande espansione; esso ri­ chiederebbe senza dubbio maggiori riguardi quando questi fossero conciliabili colle esigenze di altro genere che ha un colossale istituto quale è la Banca d’Inghilterra, in qualche parte regolatore del mer­ cato mondiale.

E quale influenza avrà in Italia questo rialzo dello sconto? Ogni previsione è per ora impossibile, solo notiamo che le Banche italiane hanno mante­ nuto il rialzo adottato neU’inverno passato dietro le orme della Banca inglese, e quindi esse non

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CASSE DI RISPARMIO

Nel N.° 432 dicevamo che saremmo tornati sopra l’argomento delle Casse di Risparmio, prendendo in esame alcune modificazioni che la Commissione, relatore Mantellini, aveva introdotto nel disegno mi­ nisteriale, dopo avere rèspinto alla unanimità l’art. 9 diretto a togliere 2[10 degli utili netti alle Casse di risparmio per attribuirli alla Cassa Nazionale delle pensioni per la vecchiaia.

Le Casse di risparmio sono istituti cosi numerosi, provvidi, hanno recato e recano tanti vantaggi, che era veramente opportuno evitare i pericoli e gli in­

convenienti che nascono o possono nascere dalla mancanza di una legge e che venivano opportuna­ mente accennati, come dicemmo, dall’ onor. Man- tellini.

La Commissione sostituendo due articoli a quelli del disegno ministeriale ha meglio chiarito il con­ cetto della legge, oltre ad avere introdotta, come or ora vedremo, una modificazione importante.

Il primo articolo stabilisce che le Casse di ri­ sparmio istituite da privati o da loro associazioni, ovvero fondate da corpi morali o col loro concorso sono considerate come persone giuridiche quando si uniformino alle disposizioni della legge. Nel secondo è stabilito che le Casse fondate da corpi morali o col loro concorso sono costituite non appena che la deliberazione diventata esecutoria sia esibita in copia al Ministero di agricoltura, industria e commercio. La Commissione non ammette pertanto T autorizza­ zione per decreto reale, e bene sta non tanto per le ragioni ormai dette e ripetute contro il sistema dell’autorizzazione preventiva quanto perchè una de­ liberazione presa dai Comuni o da altri corpi morali in conformità della legge che ne regola l’esistenza è perfettamente legale, e il governo centrale non può logicamente opporsi che quando la detta delibera­ zione violasse le leggi dello Stato. Per la stessa ra­ gione lodiamo la Commissione di essersi contentata per le Casse di risparmio fondate da privati o da loro associazioni della esibizione di una copia au­ tentica dell’atto pubblico di loro fondazione al Mi­ nistero di agricoltura, industria e commercio, senza pretendere l’autorizzazione, come portava il progetto ministeriale. Mentre il nuovo codice di Commercio in ossequio ai più sani principii sopprime ogni au­ torizzazione preventiva per le società anonime com­ merciali, sarebbe contradittorio conservarla per quelle società anonime intese a fondare Casse di risparmio, non a guadagno nè di soci nè di amministratori.

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Certo un istituto di previdenza non potrebbe mai dare ai consiglieri le laute medaglie di presenza serbate ai pochi dai grandi istituti commerciali, ma non crediamo che sarebbe un’eresia dar loro un modesto compenso. Altrimenti, o si avranno ammi­ nistratori poco assidui, o bisognerà privarsi dell’ope­ ra di persone competentissime. E lasciamo andare per i Consigli. Ma dove la questione ci sembra più grave, è allorché si tratta dei Direttori. Un diret­ tore che voglia fare il dover suo, massime se si trova alla testa di un istituto importante, è obbli­ gato a spendere nel suo ufficio tutta la propria at­ tività. Ora se è ricco e disinteressato farà ottima cosa a rinunziare allo stipendio, ma può essere che non sia ricco abbastanza, e sarebbe improvvido pri­ varsi dell’opera di un uomo competente per rispar­ miare l’onorario, senza valutare che un direttore abile può far prosperare un Istituto in modo da compensare largamente il sacrifizio impostogli, men­ tre un direttore inabile può mandarlo in rovina o quasi, e in tal caso sarebbe poco conforto il pen­ sare che non percipeva stipendio.

L’art. 5 determina le funzioni delle Casse che raccolgono i risparmi e alle quali sono altresì con­ sentiti i depositi e i conti correnti per ragioni che stimiamo inutile ripetere : solo devonsi distinguere statutariamente e distinguere nelle scritture le due operazioni, distinzione che già si tiene dalle più tra le Casse, e con ragione. 1 capitali formati dai ri­ sparmi e i depositati vengono collocati a impiego fruttifero a norma degli Statuti.

L’articolo 7 suona così :

« Le Casse di risparmio rilasciano inoltre li­ bretti di pensioni per la vecchiaia intestati al nome degli operai che vi si ascrivono; alle condizioni da prestabilirsi e pubblicarsi dal Consiglio d’ammini­ strazione, e col privilegio della insequestrabilità. »

Questo è l'articolo sostituito aU’ormai famosofar- ticolo 9. Approviamo la proposta, e la troviamo pratica. Certo sappiamo che molti lavoranti, i più anzi, non sono al caso di risparmiare abbastanza per poterne profittare, ma crediamo che la proposta mi­ nisteriale non avrebbe risoluto il problema e che giova lo risolvano le Casse principali, ciascuna delle quali seguirà lo spirito del proprio Istituto. Credia­ mo opportuno di qui riferire le seguenti osserva­ zioni del relatose.

« Per gli impiegati di alcune amministrazioni e di società private, tanto industriali che commerciali, la Cassa pensioni s'istituisce con una prima dota­ zione a carico dell’amministrazione o società, e si alimenta con una compartecipazione agli utili che sta in loco delle gratificazioui. E ad ogni impiegato si apre un conto trascritto nel libretto che gli si consegna, e su cui il titolare, dopo un determinato numero di anni di servizio o di età, può ripetere il capitale o una pensione vitalizia sulla base delle tavole di mortalità. Liberalità senza ritenuta sugli stipendi o sui salari, partecipazione agli utili, calcolo di proporzione agli stipendi, scelta tra il capitale e la pensione, trasmissione del capitale agli eredi in caso di morte, ed all’impiegato stesso se cada in­ fermo, gestione separata della Cassa sotto gli occhi degli interessati ; ecco il sistema che potrebbe esten­ dersi agli operai a salario fisso; ed ecco le Rive­

lazioni della previdenza regalateci, con l’usato stile

ed amore, dal collega nostro Luigi Luzzatti, nel 1881

coi tipi del Barbèra, e nel 1882 coi tipi dell’Hoepli, dove si ha la sua dedica ai cooperatori di Altare. » Gli artìcoli successivi provvedono alla formazione della massa di rispetto, ad allontanare i danni della manomorta, a procurare che le Casse di risparmio non si allontanino dai fini della loro istituzione. Ci è impossibile entrare in tutti i particolari, e conclu­ diamo che la proposta della Commissione conside­ rata nel suo complesso è preferibde al disegno mi­ nisteriale.

L’ ABOLIZIONE DEL CORSO FORZOSO

Si avrebbe potuto pensare qualche mese fa, quando nei periodici politici si leggevano lunghi e frequenti articoli coi quali si presagiva impossibile o diffici­ lissima l’attuazione della legge che aboliva il corso forzoso, e nei quali si scrutava ogni più piccolo fatto, anche normale, per trarne argomento a disappro­ vare e ad accusare di leggerezza il Ministro - si avreb­ be potuto pensare, diciamo, che a tante paure a tanti timori a tanti allarmi suscitati in paese, sarebbe poi succeduto un silenzio quale è quello che oggi man­ tengono quei giudici ?

Eppure è così. L’America assorbiva l’oro, il quale rincarava nell’ inverno decorso ; quindi il Ministro non avrebbe potuto raccogliere il metallo necessario all’operazione, e se anche vi riuscisse, appena aperti gli sportelli avrebbe seguito l’esodo fatale! — L’aggio saliva a vista d’occhio e si rimproverava il Ministro di aver inconsultamente preveduto nel bilancio una economia per la diminuzione del prezzo dell’oro. — Gli stati barba reschi esportavano il nostro argento appena messo in circolazione. — Insomma qualun­ que cosa bastava apredire l’esito infelice della grande operazione finanziaria e quindi ad incolpare 1’ ono­ revole Magliani di non aver saputo prevedere tutto, ed a tutto preventivamente apparecchiare il rimedio.

I nostri lettori ricorderanno che in parecchie oc­ casioni, senza lasciarci trasportare a troppo facili conclusioni, e pur riconoscendo quante difficoltà po­ tevano sorgere ad intralciare il progetto dell’on. Mi­ nistro per le finanze, — mettemmo in guardia il pub­ blico contro queste manifestazioni di esagerato pes­ simismo, e non mancammo di dar ragione, per quanto da noi si poteva, dei fatti che, a nostro credere, erano temporanei e non potevano essere sufficenti a far cadere il progetto.

intatti, come era prevedibile, 1’ aggio, dal marzo in poi, andò ribassando e raggiunse da molte setti­ mane un minimo « confortante, appena il 2 0/0 ; i cambi pure ci sono abbastanza favorevoli; la nostra rendita, malgrado la emissione del prestito, mal­ grado i fatti di Tunisi prima, di Egitto poi, si man­ tiene abbastanza alta; in paragone anzi, ebbe minori oscillazioni di quella francese. Anche l’annata agri­ cola pare abbia ad esser buona, se non eccellente. Il raccolto del frumento fu abbondante ; quello del grano turco sarà poco al disotto del normale ; l’ uva promette molto bene. Tutto adunque lascia sperare che la attivazione della circolazione metallica non sarà impedita, ma sibbene facilitata dalle condizioni interne del paese e dai suoi rapporti economici cogli altri paesi.

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competenza su un altro tema. Il modo cioè con cui l’ on. Magliani ordinerà il cambio dei biglietti in moneta d’ oro o d’ argento. — E si annuncia che egli abbia emanato istruzioni, che faccia studi, non solo, ma tutti si affannano ad indovinare quali sa­ ranno le misure che il Ministro vorrà adottare.

Noi, lo diciamo francamente, non siamo niente affatto informati delle intenzioni e dei progetti del- l’ on. Magliani ; ad onta di ciò crediamo di poter mettere i nostri lettori in sull’avviso perchè non si formino nel paese falsi criteri, i quali poi riusci­ rebbero come amare delusioni.

Alcuno crede, e non teme di affermarlo, anzi fu nello stesso Parlamento ripetuto, — che l’abolizione del corso forzoso possa avvenire ad un tratto, in un giorno stabilito. Che cioè venga avvisato il pubblico, che a cominciare dalla tal’ ora del tal di, le casse pubbliche cambieranno i biglietti di Banca in monete d’oro o d'argento. — Basta - riflettere un momento, ed apparisce subito la impossibilità materiale di tale misura. L’affluenza del pubblica agli sportelli delle Tesorerie sarebbe tale da chiedere la forza a con­ tenerla ordinata ; e l’avidità di possedere l’oro, avi­ dità che per la lunga privazione domina tanta parte dei 28 milioni di italiani, dovrebbe essere saziata in pochi g io rn i;— dalla misera donnicciuola. che vor­ rebbe mutato in oro il biglietto da cinque lire che possiede come frutto dei suoi risparmi, al tesoreggia tore, il quale guidato dal : non si sa mai, pense­ rebbe esser miglior cosa possedere il suo gruzzolo in buon metallo, anziché in cartaccia.

Non è presumibile che l’ onor. Magliani addotti questo sistema ; — anzi noi crediamo che cura prin­ cipale del Ministro delle finanze’ sarà quella di far passare la nazione dal regime della carta a quella della moneta metallica, grado grado e quasi insensi­ bilmente. Non è infatti un effetto teatrale die deve cercare il Ministro, ma quello di attuare un fatto così delicato ed importante in modo tale che il paese soffra il meno scosse che si possa, e tutti gli inte­ ressi siano, per quanto possibile tutelati.

E crediamo appunto tanto più consigliabile il pro­ cedere con cautela, ed aprire gli sportelli al cambio incondizionato quando per i precedenti provvedimenti il corso forzoso sia quasi abolito, — dal fatto che il pubblico, sia per l’interesse che ha nella opera­ zione, sia per il modo col quale gli viene esposta dai periodici meno scrupolosi, si è formato idee così strane da lasciar credere pericoloso il trascurare v 1“11« onntAiA Aho fnrjn altrimenti potrebbero sem­ brare superflue. Infatti a torto od a ragione si e in­ filtrato il dubbio che l’oro non possa rimanere in circolazione. Siamo troppo poveri noi, sentivamo ri­ petere l’altro giorno, e gli Inglesi ed i Francesi ci porteranno via tutto l’oro ; bisogna far lega per te­ nerlo ben stretto. — È un effetto delie discussioni colle quali una parte della stampa politica si eser­ citava l’inverno decorso. Per questo concetto em­ pirico, radicato nel popolo, esso attende con ansia l’annuncio del giorno e dell'ora del cambio per avere l’oro ... e contribuire a salvare il paese, tenendolo

ben stretto !

Non facciamoci illusioni. Sarebbero giornate ben serie quelle in cui fosse semplicemente aperto il cambio dei biglietti, e se anche si ponesse per cau­ tela un limite giornaliero nella somma ammessa al cambio, crediamo che si moltiplicherebbero gli in­ convenienti, poiché la delusione condurrebbe molti

a credere che la misura fosse segno non di cautela, ma di impotenza del governo.

La massa dei biglietti che sono in circolazione è enorme, e a noi parrebbe ben fatto — nè con questo intendiamo di dar consigli, ma solo di esporre un nostro concetto — di ritirare mano mano i biglietti senza per questo ammetterli al cambio, almeno sino ad un punto determinato. Il Ministro potrebbe or­ dinare alle Tesorerie di ritirare, ad esempio i bi­ glietti da 5 e da 10 lire, e non metterli più in cir­ colazione , ma emettere invece una certa somma di moneta metallica. Sgravato così il mercato da una considerevole quantità di carta, il cambio di­ venterebbe non solo meno difficile, ma anche meno ambito. E nel mentre questa prima operazione po irebbe esser fatta tacitamente senza renderne avvi sato il pubblico, la seconda, quella del cambio- in condizionato, potrebbe essere compiuta senza pericolo

Non ci nascondiamo gli inconvenienti anche di questo sistema, ma ci paiono di gran lunga minori di quelli che si intravvedono sin d’ora usando di altre modalità. — Non bisogna dimenticare che ai Tesorieri viene adossata una grande responsabilità, e che quindi quanti più tranquillamente si potrà com­ piere l’operazione del ritiro dei biglietti, tanto più gli interessi delle parti potranno essere'salvaguar­ dati. — Un lento ritiro di biglietti mano mano che si presentano alla cassa e sino a che raggiungano un certo limite nella circolazione, e nello stesso tempo un lento ma continuo gettito di moneta metallica sul mercato, ci porterà ad un punto in cui, quando non nascano avvenimenti straordinari, il corso forzoso non esisterà più che nel diritto; — e sarà allora il momento di aprire incondizionatamente il cambio. I tesoreggiatori saranno saziati, il pubblico abituato, almeno in parte a veder correre la moneta metal­ lica, e la massa dei biglietti singolarmente dimi­ nuita.

Comunque attendiamo i provvedimenti che, a quanto dicesi si stanno studiando, e non manche­ remo di tenerne informati i nostri lettori. Frattanto accolgano con molta riserva le voci che vengono poste in giro' di tratto in tratto, poiché molti e gravi ploblemi essendo compresi in quello della riattiva­ zione del corso della moneta metallica, non è am- missibi e che si prendano misure parziali quando non sono ancora — a quanto è noto — fissate le basi dietro le quali si scioglieranno le questioni che concernono la circolazione.

IL TUNNEL DELLA MANICA

e la perforatrice Beaumont

In una delle ultime sedute dell’ Accademia delle scienze di Parigi, il signor ing. Raoul Douval, membro del Comitato delle galleria sottomarina della Manica, lesse la seguente relazione, che riportiamo tradotta in italiano, sulla perforatrice del colonnello Beaumont, i cui resultati, come si sa, non potreb­ bero essere più favorevoli per loTsviiuppo di quei lavori :

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27 agosto 1882 L ’ E C O N O M I S T A 551

« Invece di scavare, mediante la percussione, dei fori da mina di piccole dimensioni, come si fece al Moncenisio ed al Gottardo, la macchina del colonnello Beaumont deve scavare d’ un tratto, e senza il concorso di materie esplodenti, una galleria del diametro di m. 2.14, perfettamente cilindrica, e ciò lavorando alla guisa di un gigantesco sgretolatore.

« La natura della roccia, nella quale la galleria sottomarina deve mantenersi, si presta ad un lavoro di tal genere, a causa della sua omogeneità e della sua durezza relativamente moderata.

« Già dalla parte d’Inghilterra furono scavati più di 2 chilomelri di galleria cilindrica, nel banco di creta corrispondente, con una macchina di Beau­ mont. Ma quella costrutta in Francia presenta di­ versi perfezionamenti, i quali assicurano che il suo funzionamento, già soddisfacente in Inghilterra, si troverà ora notevolmente migliorato.

« L’ utensile della macchina Beaumout consiste in una specie di T, di cui il ramo superiore porta uria serie di scalpelli, destinati ad attaccare la roccia mediante uri movimento rotatorio. La lunghezza del ramo superiore (croce) corrisponde quindi al dia­ metro della galleria da scavare.

« La disposizione ed il modo d’ attacco di questi scalpelli rassomigliano assai a quelli degli ugnetti da tornio o delle macchine per piallare.

« Il gambo del T, consistente in un lungo albero d’acciaio assai robusto, riceve il suo movimento di rotazione mediante una serie d’ ingranaggi assai so­ lidamente costrutti, rallentanti successivamente il movimento preso in origine dall’ albero a gomito di una macchina a due cilindri coniugati ed agente ad aria compressa. Nello stesso tempo che si pro­ duce il moto di rotazione, un sistema idraulico (analogo a quello degli ascensori, resi già famigliari dall’ uso che se ne fa nelle abitazioni di Parigi) produce un movimento di traslazione, che può aver luogo in avanti od all’indietro, od essere sospeso, mediante una semplice manovra di valvole.

« Allo scopo di permettere, mediante questo ap­ parecchio idraulico, il movimento della macchina, questa si compone di due parti, spostantisi l’una per rispetto all’altra, mediante un moto di scor­ rimento.

« La parte inferiore consiste in un segmento ci­ lindrico, di robusta lamiera, di raggio pressoché uguale a quello della galleria da scavare. Essa co­ stituisce eosì una specie di sostegno munito di scor­ ritoi, sui quali si muove la parte superiore della macchina, che è formata da un robusto affusto di ghisa portante tutto il meccanismo.

« Il sostegno è collegato allo stantuffo dell’ascen­ sore, e l’affusto al corpo cilindrico dell’ascensore stesso; ne consegue che, allorquando mediante una piccola pompa s’ introduce l’acqua nel corpo cilin­ drico dell’ascensore, lo stantuffo essendo collegato al sostegno in lamiera, il quale riposa sul fondo della galleria, non si sposta; mentre invece il corpo cilindrico dell’ ascensore e l’affusto della macchina (che, come si disse, sono uniti fra loro) si avanzano sugli scorritoi sotto lo sforzo della pressione, appog­ giando contro la fronte della galleria gli scalpelli taglienti : questi ultimi, nel lento movimento di ro­ tazione da 1 giro e mezzo a 3 giri per minuto, compiono il loro lavoro.

« I detriti della roccia cadono sul fondo della galleria, donde sono sollevati mediante ampii

cuo-chiai formati da due svasamenti praticati nel ramo trasversale del T, che costituisce il portautensile.

« Questi cucchiai, nel loro movimento di rotazione scaricano i detriti in una noria, che, passando nel segmento cilindrico formante sostegno, e ricevendo il suo movimento da un ingranaggio unico fissato sull’albero della manovella, porta i detriti stessi po­ steriormente alla macchina, ad un’altezza che per­ mette il loro caricamento diretto in appositi vagon­ cini destinati a tale scopo.

« Allorquando l’utensile, sotto l’azione della pres­ sione idraulica, ha percorso una lunghezza di m. 1.37 si arresta il movimento per alcuni istanti, onde sol­ levare tutto l’apparecchio di m. 0.02 o m. 0.03, con una combinazione opportuna di martinetti.

« Il sostegno cessa allora di riposare sul pavi mento della galleria, e facendo agire la pressione dell’acqua sull’altra faccia dello stantuffo, il sostegno in parola, collegato al gambo dello stantuffo, è tra scinato alla sua volta, per rapporto all’affusto reso immobile sui martinetti, e viene a riprendere sotto l’azione della pompa, il suo posto originario. I mar­ tinetti vengono allora liberati, e l’apparecchio è pronto per un nuovo avanzamento. Tutta questa manovra molto semplice non esige che brevi istanti.

« La macchina Beaumont, al cantiere di Sangatte sarà alimentata con aria compressa ad una pressione di due atmosfere effettive, mediante gli apparecchi del prof. Colladon, membro corrispondente dell’Istituto. « La distribuzione dell’aria è calcolata in modo da dare all’albero manovella una velocità normale di 100 giri al minuto, ed all’ utensile quella di un giro e mezzo al minuto.

« Il movimento idraulico è calcolato per produrre un avanzamento di m. 0.012 per giro, ossia di m. 0.018 per minuto, in relazione colla durezza della creta grigia, nella quale la galleria dev’essere scavata. « In queste condizioni di lavoro, l’ avanzamento della galleria sarebbe di m. 1.08 all’ora; ma, a causa delle manovre per rimettere la macchina in funzione, quando il massimo spostamento a’ una parte rispetto all’altra (ossia m. 1.37) ha avuto luogo, non si può contare, al massimo, che su un avanzamento di 1 metro per ora: ciò che è già un ottimo risultato.

« La macchina che lavora dal lato inglese, quan­ tunque d’un tipo meno potente, raggiunge degli avanzamenti di 15 metri in 24 ore, ossia circa m. 0.60 per ora.

« La forma perfettamente circolare delle gallerie la nettezza delle loro pareti, colpiscono vivamente Coloro cllfi lo visitano. V ’ ha Boll’ impiogo dolía ni a G china Beaumont un progresso considerevole per l’arte del minatore, allorquando trattasi di spingere dei la­ vori sotterranei in roccie di durezza media e di composizione abbastanza regolare, come la base della creta di Ronen.

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552

L ’ E C O N O M I S T A

27 agosto 1882

IL I B I COMMERCIALE OELLtlHH IL 1111

Dalla diligente direzione della Statistica generale in Montevideo riceviamo e pubblichiamo volentieri le seguenti notizie sul commercio estero di quella Repubblica verificatosi nell’ anno 1881 confrontato con quello dell’ anno presente.

IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE

(Commercio speciale)

Valore ufficiale in base alla Tariffa Doganale

I. — Importazione per provenienze.

PRO V EN IEN ZE ISSI

In g h ilte rra . . F ra n c ia . . . . B ra sile ... S ta ti U niti . . Sp ag n a... G erm ania . . . Ita lia (*>. . . . . B e l g io ... Repubblica A rgentina Iso la d i Cu b a . . . . . S v iz z e ra ... C h i l i ... O la n d a ... Ind^a, C hina e G iap­

pone ... P e rù E q u ato re... P a ra g u a y ... Portogallo . . . . S vezia e N o rv e g ia . . A u stria e U ngheria R ussia e D a n im a rc a . A n tille ... S. C roce. . ... P o rti non doterm inati To t a l i Pe z z i . . . Dim inuzione nel 1881 1,559,984

3,581,054 2 ,9C6,949 2,193,492 1,269,778 1,894,463 1, 181,145 1,032,194 453, 764 464,018 155, 791 32,580 •134,838 144,227 84,965 13,156 114,480 43,375 8,268 586 1,190 5,609 1,844 401,068 fiSSO I N P I U NEL ISSI ISSO 17.. 914,884 5,814,076 3,371,200 2,430,662 1,270,642 1, 563,160 1,103,261 1, 523, 380 524.033 527; 538 208,891 73,608 337,814 127,040 84,769 9,261 3,095 133,711 37,390 22,508 i, 808 204 M 318,625 19,478,868 331,303 77,884 17,187 198 3,895 5,445 986 5,609 192 82,463 525,140 1,559,984 433,022 464,251 237,170 86 491,186 70,269 63,520 53,100 31,028 3,095 19,231 14,240 1,222 2,085,124

I valori ufficiali si repartiscono come segue :

Prodotti del paese sog­

getti a diritto. . . . 19,296,656/19,197,440 99,216 Id . liberi di d iritto. . 932,8561 554,761 378, 095 »

To t a l i Pe z z i. . . . 20, 229,512 19, 752,201 477,311 » Aumento n el 1881 . . » 1 477,311 » 477,311

Commercio per Dogane e Ricevitorie I. — Importazione.

DOGANE IN P IÙ NEL

E fiSSfi fisso fiSSfi fisso

R IC E V IT O R IE

PEZZI PEZZI PEZZI PEZZI Dog. di Montevideo.

Ricev. di Pasaysandu » Indipendenza . .

» F ro n tiere del Sud » Salto e Tscua- rembò . . . . 16,530,139 438,675 124 .728 238,080 466,739 •60,349 52,400 7,274 17,655,451 419,088 133,228 289,780 729,498 44.605 195,336 11,822 19,577 » » 16,244 1,125, 312 13,560 51,700 262, 579 » Maldonado (porto » 4,548 To t a l i. . . . 17,918,834 19,478,868 35,831 1,595,815 D im inuzione nel 1381 17,915,884 » 1,559,984 » li. — Esportazione

DOGANA _IN P IÙ N EL

E fiSSfi fisso fiSSfi fisso

R IC E V IT O R IE

PEZZI PEZZI PEZZI PEZZI Dog. di~Montevideo . 12,865,734 11,011,274 1,854,463

R icev. di Paysandu . 1,759,135 4,018,083 571,891 » In d ipendenza . . 3,446,192 2,227. r.09 468,374 » F ro n tiere del Sud 830,066 1,148,068 318,002

» Salto e Tacua- 712,736 833,052 » 120.'318 rem bò... » Colonia... 404,620 310,662 93,958 » Mercedes... 209,138 201,380 7,758 » Maldonado (porto 1,891 2,176 » 285 To t a l i . . . 20,229,512 19,752,201 1,956,179 477,311 Aumento n el 1881 . . » 477,311 » 477,311

Movimento confrontato del quinquennio.

Importazione Esportazione Totale

1 valori officiali si ripartiscono come segue:

In m ercanzie soggette 16,779,390 1,139,494 I 18,287,918 1,190,9501 » I , 508,528 51,456 Id . libere da d iritto . To t a l ePe zz i . . . Dim inuzione nel 1881.

17,918,884 19,478,808i 1, 559,984 1,559,984 » 1 1,559,984 »

II- — Esportazione per destinazione.

IN P IÙ NEL D E S T IN A T O N E fiSSfi fisso fiSSfi fisso

PEZZI PEZZI PEZZI PEZZI I n g h i l t e r r a ... 3,191,959 4,069,847 3,519,639 3,867,494 265,96€ 69,826 588,083 1,875, 730 1,040,302 689,302 4,266,043 599,370 1,074,084 421,772 2,847,137 104, 561 1,020,357 161,405 » 8,972 271,077 241,010 210,009 R epubb. A rgentina. . 928, 550 899,311 111,152 C h ili... 33,310 In d ia C hina e Giap-200 5,212 171,191 28,729 31,400 1,184 126,668 297 573,376 » 655 37 P a r a g u a y ... 5,249 » 15,929 31,400 1,184 126,668

Capo d i B uoua Spe- »

P o rti non d eterm inati 626,866 46,510297 » To t a l e Pe z z i . . . 20,229,512 19,752,201 2,419,774 1,972,463 Aumento nel 1881 . .j * i 477,311 » 477,311 1877. 1878. 1879. 1880. 1881. P. 15,045,846 15,889,405 » 15,927,974 17,492,159 » 15,949,903 16,645,961 » 19,478,868 19,752,201 » 17,918,884 20,229,512 30,945,251 33,420,133 32,595,864 39,231,069 38,148,396

Commercio Italo-Uruguaiano nel 1881.

Dai quadri rimessi a questa Direzione, dalla la­ boriosa Legazione della Repubblica in Roma, rela­ tivi al movimento marittimo e commerciale dei porti Italiani con quelli della Repubblica durante l'anno ora scorso, togliamo i seguenti dati :

Movimento di navigazione

Entrati in porti Italiani con provenienza Uruguaiana. 1° semestre. — 16 piroscafi — 4 bastimento a vela con 20,647 tonnellate di registro, 11,3S8 ton­ nellate di carico, e 3,610 passeggieri.

2° detto. — 43 piroscafi — 4 bastimenti a vela con 17,767 tonnellate di registro, .4 2,930 di carico e 3,167 passeggieri.

Telale. — 29 piroscafi — 5 bastimenti a vela, in complesso di 38.444 tonnellate di registro, e 24,288 tonnellate di carico, e 6,777 passeggeri.’

Il valore del carico ascende alla somma di Dezzi

AßT OOO P

Queste cifre comparate con quelle dell’anno pre­ cedente danno per resultato le seguenti differenze in più nell’anno 4881.

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27 agosto 1882 L ’ E C O N O M I S T A 553

1,584 passeggieri, e 225,492 pezzi nel valore del carico.

Uscirono da porti Italiani con destinazione a quelli della Repìibblica.

1° semestre. — 24 piroscafi — 5 bastimenti a vela di 51,836 tonnellate di registro, 6,091 di ca­ rico, e 9,470 passeggieri.

2° detto. — 26 piroscafi — 2 bastimenti a vela di 35,849 tonnellate di registro, 18,174 di carico, con 16,847 passeggieri.

Totale. — 50 piroscafi — 5 bastimenti a vela di 67,685 tonnellate di registro, e 24,265 di carico, con 26,317 passeggieri.

Il valore del carico ascende alla somma di pezzi 1,407,183 di franchi 5,401.

Queste cifre comparate con quelle dell’anno pre­ cedente presentano le seguenti differenze.

In più. — 7 piroscafi — 7 bastimenti a vela, 2,218 tonnellate di registro e 9,485 di carico, e 2,026 passeggieri.

In meno. — 42,0,578 pezzi nel valore del carico. Genova e Savona sono i due unici porti d’Italia da dove partono bastimenti direttamente per Montevi­ deo : i soli piroscafi francesi in partenza da Genova hanno toccato il porto di Napoli, In quanto a pro­ venienze Uruguaiane il solo porto che le ba rice­ vute è quello di Genova; questa navigazione si realizzò con bandiera italiana, ad eccezione di un solo bastimento di bandiera austro-ungarica.

Riassunto delle mercanzie esportate dal porto di Genova nel 1881 con destinazione alla Repubblica dell’Uruguay, confrontato con l’anno 1880.

Valore nel 1881 V alore nel 1880

A rtico li Pezzi Pezzi

O lii... 332,300 485,588 A rti navali e arredi rela-

tiv i... 70,440 71,308

Id. di varie classi... 33,485 21,870

Bevande di ogni specie .. 167,900 212,722

Ricami e tessuti... 9,795 11,331

Cereali, legumi e comme-

stibili... • • • 249,840 302,998 Cristalli, vetri e maioliche.

Droghe, essenze e medici- n a li...

7,043 6,164

20,731 31,458

Frutte fresche e secche .. 77,211 84,253

Ferramenti, macchine ed

utensili agricoli... 9,190 8,268

¿[strumenti musicali... 1,612 460

Libri stampati e musica . 5,012 4,005

Marmi... 20,400 32,812

Materie prime... 20,840 36,215

Mercerie... 5,027 7,401

Mobilie... 8,463 9,168

Oggetti di belle a rti... 1,036 2,925

C a r ta ... 47,028 71,197 Passamanterie... 2,151 1,120 Profumerie... 1,580 2,000 Pesce conservato... 5,075 . 4,073 Piante e semi... .. 947 157 Chincaglierie... 1,612 256

Vestiario ed articoli con-

fezionati... 41,615 87,703 Seterie... 1,480 2,314 Tabacco... 20,000 23,371 Tessuti di tu tti i generi . 173,400 215,633

Lavori diversi... 1,980 3,493

Candele e fiammiferi... 58,490 72,181

Mostre e articoli innomi-

n a ti... 11,600 24,335

To t a l e. . . 1,407,183 1,827,761

Differenza in p\ù nel 1880. ~ 420,578

Prodotti del paese giunti al porto di Genova nel 1881 con provenienza dalla Repubblica dell’Uru­ guay, in confronto coll’anno 1880.

PRO D O TTI D E L P A E S E

Q UANTITÀ N EL VALORE N EL^

A S S A A S S O A S S A

p e z z i

A S S O

p e z z i

Olio di cavallo . Kil. 12,192 » 1,016 »

Corna ... 66, 691 40,000 2,447 1,760 A vena ... 1,600 99, 750 160 1,680 Granaglie diverse » » 528,000 » 18,844 Carne conservata 200 105 22 17 C eneri ed ossi . » » 5,235 » 834 O rz o ... » G2,000 » 12,400 » C e r a ... « 100 100 60 » C rini di cavallo » 3,300 36,558 1,504 18,050 Cognak ... 100 » 37 » C ardaggi . . . . 750 » 60 » Ram e vecchio. . » 500 20,385 54 835 P e lli di Montone N. 51,171 151 44,700 120 Id . di p ecore. Kil. 141,100 43,966 84, 700 47,400 Id . di vitello . N. 54,000 38,255 281.060 235,396 Id . di vacc. sa . » 21 62 57,000 167 Sriacci... » 5 .4S0 » 220 F e rro vecchio . » 121,100 25,533 3,240 3,570 E rb a Maté . . . » 1, 30Ï » 1,300 » L a n a ... 192,150 56, 538 95,875 106,666 Miele di api . . » 350 » 210 »

Ungne di bue. . » 45, 000 1 0 0, ooo 2,019 5,439

S e g o ... 422,450 9, 350 76,041 960 Frum entone. . . » 26, 5CC » 1,070 ■»

Sem i di finocchic » » 5,593 X> 108 G rano ... 45,600 » 2, 736 »

Semi di fru tti . » 200 » 98 »

O s s a ... 47,000 » 189 » To t a l i Pe z z i . . . Differ. in p iù n e l 1881 667,098 442,056 » 226,942 Montevideo, 28 giugno 1882. L a Dir e z io n e d i St a t i s t i c a Ge n e r a l e ').

IL COMMERCIO E ST E R N O DELLA CHINA

L’ufficio delle dogane chinesi per i porti aperti al commercio europeo in virtù di trattati, ha pub­ blicato dei rapporti, e dei quadri interessantissimi sul commercio esterno della China. Questi rapporti accusano un’estensione molto larga del commercio del celeste Impero col resto del mondo, quantun­ que sieno incompleti, non facendo menzione delle. merci importate o esportate dalle navi cinesi, che sfuggono al controllo delle dogane estere. Malgrado questo, essi danno un’idea suflìcientemente esatta delle fluttuazioni del commercio da un anno all’al­ tro, e attestano da tre anni a questa parte un pro­ gresso marcato nei valori delle merci estere impor­ tate nella China, e dei prodotti di questo paese spediti all’estero.

Anni Importazioni Esportazioni Totali

1881.. .L.st. 27,195,000 19,708,000 46,993,000

1880... 24,437,000 21,580,000 46,017,000 1879... 24,640,000 20,028,000 44,668,000 I cinque sesti circa delle importazioni in China consistono in oppio, tessuti in cotone, lamiere e *)

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554 L’ E C O N O M I S T A 27 agosto 1882 Aumento 1,454,000 738.000 12,000 204.000 metalli. Ecco i valori comparati di queste diverse categorie di merci importate nel 1880 e 1881.

1882 1881

Oppio---- L.st. 10,416,000 8,962,000 C otonerie---- 7,217,000 6,479,008

L a n erie. 1,622,000 1,610,000

M etalli.. . . 1,338,000 1,134,000' m l ,uw

i principali articoli esportati dalla China sono il thè e la seta. Le quantità di seta esportate nel 1881 sono le più considerevoli che si sieno constatate nel periodo di cinque anni come lo dimostra il secmente quadro.

1881... piouls ') 2,137,472 1 8 8 0 ... 2,097,118 ^ 7 9 ... 1,987,463 1877 ... 1,909,700

I prezzi ottenuti l’anno scorso per i thè della China furono molto bassi, tanto a motivo dell’ab­ bondanza di questo prodotto, quanto per la sua qualità inferiore, e così il più forte carico del 1881 fu in valore di ster. 787,000 al di sotto di quello più debole del 1880. Vi fu pure nell’anno scorso in confronto all’anno precedente un deprezzamento nelle sete, che si valuta a ster. 800,000 sulla tota­ lità delle esportazioni. Questo deprezzamento coin - cide con una notevole diminuzione, quantunque non del tatto proporzionale, delle quantità imbarcate. Questo doppio movimento spiega in gran parte la diminuziooe del valore totale dello esportazioni nel 1881. I cambiamenti avvenuti nelle altre merci sono senza importanza.

Quanto alle destinazioni date alle merci esportate dalla China è difficile indicarle con intera certezza. 1 rapporti da cui togliamo queste informazioni danno la classificazione delle merci per paese di origine, e la destinazione per i porti stabiliti nei trattati, ma non forniscono alcuna indicazione di questo genere per il porto di Kong-Kong, il cui commercio nel­ l’anno scorso si è elevato a ster.. 13,536;000 allo infuori del totale di steri. 46,993,000 officialmente costatato. Tuttavia Kong-Kong non è che un depo­ sito ove convergono le merci delle diverse prove­ nienze e per lé varie destinazioni. Il seguente qua­ dro riassume con esattezza il movimento del com­ mercio marittimo della China, dando il tonnellaggio per bandiera delle navi entrate e scaricate nei porti contemplali nei trattati dal 1876 al 1881 inclusive:

Bandiera 1881 1830 1879 Americana tono. 224,730 287,369 270,632 In g le se ... IO.,332,249 9,006,156 8,126^004 Chinese... 4.,767,183 4,828,199 4,353 ^ 696 Francese... 135,734 150,207 154,995 Germanica... 728,027 132,044 721,046 Giapponese... 185,892 167,902 138,208 Altre bandiere.. 221,464 202,175 162¡640 Totali... 16,,640,278 15,874,352 13,927,321 Bandiera ¡878 ¡877 Americana tomi. 341,942 556,112 Inglese ... 7,439,373 6,497,352 Chinese... 4,377,357 3,974,544 Francese... 160,073 163,389 Germanica... 743,457 496,908 Giapponese. . . 123,887 115,263 Altre „bandiere . 260,305 130,023 1876 2,400,421 5,181,643 1,404,865 170,749 661,668 117,134 279,941 Totali ..13,446,394 11,983,591 10,226,421 ') Il piculs equivaleja 60 chilog.

Esaminando questo prospetto si vede che nel 1876 la parte della bandiera inglese nel tonnellaggio to­ tale era di circa il 50 1|2 per cento, mentre che nel 1881 si era elevato fino al 62 1[4 per cento. Questo però non significa punto che . il commercio diretto dell’Inghilterra con la China si sia svilup­ pato nella medesima proporzione. Non bisogna di­ menticare infatti che negli ultimi anni la marina del Regno Unito ha sostenuto di più in più la parte — di fornitore universale — dimodoché le sue navi sono impiegate in gran numero dagli altri paesi per il loro commercio con la China. Così è un fatto stabilito dalle statistiche ufficiali che il commercio degli Stati Uniti con i porti chinesi determinati dai tritati, si era elevato da steri. 2,216,000 nel 1876 a steri. 3,747,000 nel 1881, mentrecbè il tonnel­ laggio americano cadeva nel medesimo intervallo da 2,400,000 tonnellate a 2,225,000. Ora sebbene que­ sto fatto sia attribuito per una larga parte alla so­ stituzione delle navi chinesi alle navi americane, è fuori di dubbio che molte di queste ultime sono state rimpiazzate da bastimenti inglesi. Un fenomeno simile si è prodotto anche per la Francia, il cui tonnellaggio nei porti chinesi è andato sempre di­ minuendo lino dal 1876 essendo a questa data da 170,740 tonnellate caduto a 136,734 tonnellate nel 1881.

GLI IST IT U T I D I CREDITO E LE IN D U ST R IE

nel 1881 in Ungheria.

Gli istituti di credito in Ungheria presero l’anno scorso un importanza straordinària, e le cifre medie che più sotto riportiamo provano i soddisfacenti re­ sultati finanziari ottenuti.

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L ’ E C O N O M I S T A 555 27 agosto 1882

fiorini. E siccome le somme depositate negli altri istituti di credito ammontano a 58 milioni di fiorini, la somma totale dei capitali, che tutti quanti gli istituti fanno fruttare ammonta a 345 milioni di fiorini. L’aumento nel 1881 fu di 33,926,458 fio­ rini, cioè a dire del IO per cento, e questo nel mo­ mento stesso in cui capitali considerevoli erano as­ sorbiti da molte nuove intraprese, oppure dall’ au­ mento del capitale sociale delle imprese già esistenti. Per rendersi conto della produttività delle casse di risparmio, e dello sviluppo delle loro operazioni, basterà constatare che le 352 casse di risparmio, Luna per l’altra hanno distribuito nel 1881 un di­ videndo del 27 7¡8 per cento, cifra che non è stata ancora raggiunta negli altri paesi. E poiché fra questi istituti ve ne sono alcuni di data recente e deboli, i profitti di qualcuna delle casse di rispar­ mio più antiche e prospere possono considerarsi ad­ dirittura come al di sopra del 100 per cento.

L’osservatore imparziale peraltro riconoscerà ben volentieri che quel movimento non è del tutto fa­ vorevole a questi istituti, presentandosi con tran­ sazioni, che non possono sempre sostenersi e che sono sottoposte a rischi serj. Affinchè gli affari ipo­ tecar], o le anticipazioni, o gii sconti -ecc., possano rendere ora dei benefìzi relativamente modesti, ora darne degli enormi, bisogna prima di tutto che il lasso sia'molto elevato, e poi, che molti guadagni non sieno giustificati. La situazione tuttavia in que­ sti ultimi tempi si è considerevolmente migliorata, avendo la Banca Austro-Ungharese in vista del suo contratto col governo moltiplicato le sue succursali in Ungheria, e stabilita la loro, dotazione a 50 mi­ lioni di fiorini. Da ciò è resultato che l’anno scorso la maggior parte delle casse di risparmio, sotto l’in­ fluenza diretta o indiretta delle succursali della Banca Austro-Ungherese hanno ridotto il tasso dei capitali depositati presso di loro. A Budepeit i ca­ pitali depositati non hanno reso più del 4 per 100 e nelle provincie intorno al 5.

L’aumento dei dazi doganali, e i vantaggi votati dai corpi legislativi a favore delle imprese industriali cominciano a far sentire la loro influenza. Già l’in­ dustria dei carboni è in via di miglioramento, e quella del ferro per la fabbricazione di graticci di aceiajo, ed altri lavori che aveva sospeso da lungo tempo le sue operazioni, è stata stabilita dal governo nelle miniere di Diosgyor e Yajdra-Hunyad. Grazie poi al provvedimento preso di esentarle dalle impo­ ste per un periodo di 15 anni, molle nuove imprese sono state impiantate come la fabbrica per la paglia di riso; un grande laboratorio per la fabbrica della soda, un grande stabilimento per la filatura della juta e del cotone, e un opificio per la fabbrica

della carta.

L’ industria del ferro nel 1881 dette un prodotto netto del 10,29 per 100; le costruzioni il 5,12 per cento; le stamperie del 12,48 per 100, le altre in­ dustrie il 7,91 per 100; mentre che al tempo stesso hanno aumentato considerevolmente i loro fondi di riserva.

Per le compagnie di assicurazione ungherese I anno scorso fu assai favorevole, avendo potuto distribuire un dividendo del 7,92 per 100.

L’ingrassamento dei maiali da 10 anni a questa parte non aveva raggiunto un grado di sviluppo uguale a quello, che fu costatalo nel 1881. La grande società per l’ ingrassamento dei majali a

Steiwbruck presso Budapest distribuì un dividendo del 15 per 100.

E uno sviluppo presso a poco uguale hanno preso molte altre industrie che per ristrettezza di spazio ci asteniamo dal segnalare.

Notizie economiche e finanziane

Il commercio speciale dell’ Italia nei primi sette mesi del 1882 (dedotte le monete) ascende a 696 milioni d’ importazioni e 666 d’ esportazioni. In con­ fronto allo stesso periodo dell’anno 1881 le impor tazioni di merci ferestiere sono diminuite di 76 mi­ lioni e le esportazioni di prodotti nazionali sono aumentate di 18 milioni. Come si vede il migliora­ mento è ragguardevole.

— Iu breve si recherà a Roma una Commissione dei fabbricanti di birra per chiedere alcune agevo­ lezze rispetto alla tassa di fabbricazione.

— Il Ministro di agricoltura visto come il refe­

rendum, svizzero abbia respinto il principio della

legge sui brevetti d’ invenzione, studia se non con­ venga introdurre nella nostra legislazione sulle pri­ vative industriali la condizione della reciprocità.

— Ai Ministeri delle Finanze e di Agricoltura si fanno studi per regolare le Banche, quando si ripristinerà la circolazione metallica, onde non ab­ biano a subire forti scosse.

— I versamenti compiuti a tutt’(oggi nelle casse del Tesoro italiano dagli assuntori del prestito pel corso forzoso ammontano a 510 milioni di lire tra oro ed argento, e non a soli 480 come un periodico testé asserì ed altri diari ripeterono.

Ventidue milioni pervennero in questi ultimi giorni e sono già conteggiati fra i 510; parecchie altre cospicue- spedizioni’ in ¡scudi d’argento furono già annunziale al Ministero delie finanze.

Si è del pari erroneamente eccennato alla somma di 444 milioni in oro da restituirsi ancora alla Banca Nazionale. Si tratta invece di 44 milioni già rimborsati.

— La Società anonima italiana delia Regia coin­ teressata dei Tabacchi ha pubblicato lo specchio delle riscossioni fatte nel mese di luglio 1882 con­ frontate con quelledel mese corrispondente del 4881, dal quale appare che le riscossioni furono : Nel mese di luglio 1882 . . L. 11,839,985 95

» » 1881 . . » 11,286,130 95

Differenza in più nel 1882 L. 353,855 — Le riscossioni dal 1° gennaio a tutto il mese di luglio furono come segue :

Nei primi 7 mesi dell’anno 1882 L. 83,838,926 90

» » 1881 » 80,675,856 Ob

Differenza in più nel 1882 L. 5,165,070 85 In Sicilia dove si ha una gestione separata si è introitato nel mese di luglio 1882 la seguente somma:

Mese di luglio

Anno 1882... L. 780,161 85 » 1881... » 740,950 25

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