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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.435, 3 settembre

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

S C IE N Z A ECONOM ICA, FIN A N Z A , COM MERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno IX - Voi. XIV

Domenica 3 Settembre 1882

N. 435

IL COMMERCIO I M I ! MEI PRIMI SETTE IESI DEL 1882

Nel mese di luglio 1882 il commercio italiano (non dimenticando' le riserve che abbiamo fatte nel­ l’ultima rassegna rispetto alla esattezza delle cifre forniteci dalla Direzione generale delle gabelle) — dà i seguenti resultati :

La importazione fu di. . L. 113,545,681 La esportazione fu d i . . L. 90,668,937

Totale. . L. 204,014,618 Nel corrispondente mese di luglio dell’anno scor­ so si ebbe; per la

importazione... L. 116,952,877 esportazione... L. 67,196,986 Totale . . . L. 184,149,863 Nel complessivo movimento adunque il mese di luglio 1882 è stato più vivo del 1881 di 20 mi­ lioni. E se esaminiamo partitamente troviamo nel luglio 1882 una prevalenza della importazione sulla esportazione di L. 22,676.744 .mentre nel luglio 1881 era stata di L. 49,755,891. Avremo quindi che la eccedenza della importazione sulla esporta­ zione nel mese di luglio dei due anni è diminuita pel 1882 di oltre 27 milioni. E se poi teniamo conto della importazione della moneta, che nel luglio 1882 fu di quasi 14 milioni, mentre nel 1881 era solo di oltre 1 milione e mezzo, dobbiamo ancora diminuire la differenza di cui sopra e ridurla a 15 milioni soltanto. 11 che è importante abbastanza, poiché ci permette di affermare che nel mese di luglio 1882 la importazione fu di poco superiore alla espor­ tazione.

L’influenza poi che ebbe il mese di luglio nel complesso dei sette mesi 1882, si vede dalle se­ guenti cifre :

importazione. . . . L. 752,614,618 esportazione . . . . L. 669,129,745 Totale . . . L. 1,421,744,361 Nei sette mesi corrispondenti del 1881 si aveva:

importazione. . . . L. 782,935,934 esportazione. . . . L. 669,129,748 Totale. . . . L. 1,452,065,682 Vediamo ora quale rapporto ci presenti la media mensile in paragone alle altre medie :

imp. esp. complesso

1‘ sette mesi 1881 111,7 96,5 206,3 1° bimestre 1882 95,6 89,0 182,6 1° trimestre » 101,7 96,6 198,4 1° quadri m. » 104,9 98,9 203,5 1‘ 5 mesi » 107,0 98,1 205,4 1® semestre » 106,5 96,4 203,6 l 1 sette mesi » 107,5 95,1 205,1 Il movimento adunque che avevamo osservato nel giugno, cioè decrescente, si mantiene nel luglio ; sono diminuite tutte le medie, e siamo perciò sem­ pre più lontani da quelle forniteci dall’anno decorso in pari periodo.

Passiamo rapidamente in rivista alcune delle prin­

cipali categorie. j

Nella prima continua l’aumento della importa­ zione del vino in botti, 11 mila ettolitri di più a para­ gone del 1881, e la diminuzione della esportazione, per 659 mila ettolitri; così dello spirito in botti cresce la importazione di 11 mila ettolitri e diminuisce di 2480 la esportazione. Invece l’olio d'oliva dà una minor importazione di 59 mila quintali ed una mag­ giore esportazione di quasi 92 mila. Degli olii m i­ nerali rettificati la importazione del mese di luglio fu di 30 mila quintali, raggiungendo così nei sette mesi i 271 mila.

Nella seconda categoria si rinvigorisce la intro­ duzione del caffè, essendo giunta a 81,338 quin­ tali, così la differenza in meno, che nei sei mesi era di 5,000 quintali, si ridusse a 4,000. Lo zuc­ chero raffinato raggiunse i 124 mila quintali, 25 mila di più del 1882, e quello non raffinato i 575 mila, cioè 58 mila di più.

Nella terza categoria ci allarma la crescente di­ minuzione nell’uscita dei sali di chinina, giunta nel luglio a 1,449 chilogrammi, mentre era di 188 nel giugno ; si tratta di un valore maggiore di mezzo milione di lire. La esportazione delle altre più im­ portanti voci della categoria è piuttosto in aumento, come il sale marino e sai gemma 18 mila tonnel­ late in più, il solfato di barite 15 mila quintali, i fiam m iferi d i legno più che 2 mila quintali, i ge­

neri medicinali non nominati 1,149 quintali, il sapone comune 2,906 quintali.

La quarta categoria è nella importazione in leg­ gero aumento quasi per tutte le voci; nella esporta­ zione invece è notevole l’aumento dei generi da tinta e da concia non macinati che raggiunsero 65 mila quintali; cioè 11,400 di più del 1882, quelli macinati a 135 mila quintali, 9 mila di più.

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562 L ’ E C O N O M I S T A

ó settem bre 1882

importazione, mentre si mantiene l’aumento della esportazioné per la canapa e per il lino, con un aumento nella prima, di quasi 30 mila quintali, nella seconda di soli 723. Notiamo che, persiste la di­ minuzione uella entrata dei filati di lino e ca­ nape di ogni genere; che meno alcune voci tra cui quella dei filati semplici e greggi, è già al disotto della importazione del 1881.

Rispetto al cotone, 6tt categoria, cresce l’ entrata di quello in bioccoli o in massa da ooO a 419 mila quintali, ne diminuisce la esportazione da 123 a 106 mila quintali. Si lavora in casa la eccedenza ? — Parrebbe di sì, vedendo che tutte le voci di filati e tessuti di cotone sono diminuite nella entrata per un complesso di oltre 30 mila quintali ; è poco as­ sai quando si pensi che ne importiamo per circa

140 mila quintali.

Nella categoria 7a lana, diminuì l’ entrata della lana in falde o in bioccoli di 37 mila quintali, e continuano a mantenersi itiferiori le importazioni di alcune voci dì tessuti e filati di lana, senza ohe di molto aumentino le altre.

Per la seta quasi tutta l’entrata è in diminuzione: di 3 mila chilogrammi su 17 mila, il seme da bachi, di 9 quintali su 10 mila i bozzoli, di oltre 6 mila quintali la seta tratta semplice greggia, di oltre 7 mila quint. quella tinta; in minor cifra ma sono in diminuzione all entrata i cascami di seta greggi i pettinati, filati e tinti; così pure tutti i tessuti (meno quelli ordinari di cascami) di seta hanno una minor importazione per quasi 30 mila chilogr. — Queste voci cosi diminuite nell’entrata sono in­ vece aumentate nell’ uscita, meno i bozzoli e la seta tratta semplice, tin ta ; così che abbiamo raggiunta una maggiore esportazione nei tessuti di %ta di quasi 20 mila ehil.

E lasciando le altre categorie per non prolungare di troppo questa rassegna, veniamo ai cereali; il frumento dk una importazione di 98 mila tonnel­ late cioè 35 mila di più del 1882, ma viceversa la esportazione che a tutto giugno era di sole 25 mila tonnellate, raggiunse le 35 mila nel luglio; ridu­ cendo così la differenza col 1881 da 15 a 9 mila tonnellate. La entrata del grano turco è sempre cospicua, raggiunse le 84 mila tonn., mentre non erano che o4 mila nel 1881. Del pari il riso dà una introduzione maggiore quest’anno di 12 mila ton­ nellate.

Gli aranci e limoni danno una minore uscita di 61 mila quint. rimanendo a 910 mila.

Rispetto agli animali, diamo il solito prospetto per capi : 1882 Bovi e, tori . . . 31,867 V a c c h e ... 7,369 Giovenchi e torelli 2,056 V ite lli... 12,024 Bestiame ovino 113,921

Tuttavia un giornale politico affermava pochi giorni or sono, che la nostra esportazione di be­ stiame è completamente scomparsa a causa dei dazi !

Diamo ora il solito specchietto delle categorie

per valori. s 1881 Differenza 1.3,928 4- 13,939 4,096 + 3,273 3,836 — 1,778 7,829 + 4,195 103,663 + 8,258 Import. Importazione

Spiriti, bevande ed olii 20 787 655 Generi coloniali, droghe

e tabacchi... 63 208 200 Prodotti chimici, generi

m edicinali, resine e

profumerie... 27 703 856 Colori e generi per tinta

e per concia... 15 664 713 Canapa, lino, iuta ed

altri vegetali filamen­

tosi, escluso il cotone. 22 731 440 £ otone ...127.143,657 Lana, crino e peli

Seta... Legno e paglia . . Carta e li b r i .. . . Pelli... Minerali, metalli e loro

B.l!ìvori- ... 147,606,192

P ietre, te rre , vasella- mi vetri e cristalli. 47,991,586 Cereali, fan n e, paste e

prodotti vegetali, non compresi in altre

cate-. ecate-.orie, cate-. cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-.cate-. 68,787,218 Animali, prodotti e spo­

glie di animali, non compresi in altre

eate-S°rie • ■ ... 48,266,983 Oggetti diversi... 24, 057, 0 16 Esport. Esportazione ICO 544 500 3 334 545 24 490 724 5 172 313 50, 670,350 26,643,711 27,029,1"9 5,268,710 29,048,162 23 213 008 19,450,284 6, 445. 290 181,191,200 38,719,117 5. 897, 210 11,805,492 17, 84^783 44,538,977 Compless. Totale 121 332 155 66 542 745 52 204 580 26 837 076 45 944 448 146,593, 941 57,121,640 207, 834.971 65,748,316 11,165,920 40,853,654 165,450, 975 92,530,563 69,616,864 138,404,082 109,209,106 7,536,295 157,476,099 32,113,311 To t a l e. 7 2,614,618 669,129,748 1,421,744,366

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Dal che appare, che'rispetto all’importazione, nelle categorie l a, 5a, 7a, 8a, I3 a, d5a siamo al disotto del corrispondente periodo dei sette mesi del 1881, ed anche della media di tutto lo stesso anno; nelle categorie 6a e 9 a siamo vicini alla media dei sette mesi 1881, ma superiori alla media annuale, e nella categoria 16a inferiori; nelle categorie 2a, 4a, 5a, 12a, e 14a abbiamo superato e il corrispon­ dente periodo 1881 ed anche la media dell’anno stesso. In quanto alla esportazione: sono al disotto, tanto dei corrispondenti 7 mesi, quanto della media an­ nuale, la l a, la 3a, la 6a, la 12a e la 14a catego­ ria ; — danno invece un aumento in paragone ad ambedue le categorie la 7a, la 10a, la 11», la 15a ; mentre la 9a supera la media annuale, ma sta al

disotto di quella dei 7 mesi, e l’8a il contrario.

IL RINNOVAMENTO EDILIZIO DI ROMA

il

Rom a vecchia e Rom a nuova I l p ia n o R e g o la to re .

Concludemmo l’ articolo del numero 20 agosto affermando esser necessario che Roma dia opera alla propria trasformazione materiale in modo cor­ rispondente alle sue mutate condizioni politiche, morali, sociali. Vediamo adesso che cosa le manca all’ uopo, che cosa fu fatto e si sta facendo, e per ultimo che cosa si ha in mente di fare e con quali

mezzi.

Anni addietro un inglese definì Roma, o meglio la dipinse, in quattro parole, dicendola : Una bellis sima donna vestita di cenci.

E non aveva torto. Ediflzi stupendi, circondati da luridi rottami; palazzi sontuosi in prossimità di vicoli puzzolenti ; basiliche impareggiabili, maestosi avanzi di monumenti latini, obelischi, archi trion­ fali, gigantesche fontane ; ma anche interi quartieri formati da straduzze strettissime prive di luce e di aria, innumerevoli casipole cadenti e saturo di umi­ dità, frequenti accumulazioni di immondizie sul suolo pubblico, imperfetto selciato con trascuratissima ma­ nutenzione, assenza di marciapiedi, scarsa illumina­ zione a gas, nessun servizio di omnibus nell’interno della città, una stazione ferroviaria appena degna di questo nome, aperta alla pioggia e a tutti i venti, mancanza di giardini, di viali alberati e di cento altre cose comode e belle.

Dal 1870 a questa parte cotesto stato di cose è di gran lunga migliorato. Furono aperti estesi quar­ tieri nuovi resi necessarj dairaumonto della popola­ zione, e costruiti secondo le buone regole moderne con strade ampie, regolari e' ben selciate, con case di varia bellezza proporzionate ai mezzi pecuniarj dei loro abitatori, ma ad ogni modo pulite, salubri, gaje e decenti. Si è introdotto il sistema della al­ beratura nelle vie più spaziose, che soddisfa insie­ me all’estetica e all’igiene.

Si è assai meglio organizzata la nettezza urbana, si è di molto accresciuta l’illuminazione a gas e si è stabilita una regolare fognatura. Inoltre sono state allargate alcune vie centrali (ben poche, a dir vero) ed un ponte, costruite alcune case economiche per gli operaj, un grande serbatojo pubblico per l’acqua e nuovi mercati, che per altro sono tuttora insuffi­

cienti ; nonché introdotte varie migliorie nel grande cimitero suburbano. Si sono stabiliti pubblici dor- mitorj per gli indigenti, è in costruzione un palazzo per le Esposizioni di belle arti, sono in corso i la­ vori pei Lungo Tevere e ben molti altri.

Non può dunque dirsi che non sia stato fatto nulla. Eppure tutto ciò è ben poco di fronte al da farsi, di cui buona parte indispensabile ed anco ur­ gente.

Le case d’abitazione sono tuttora scarse e non proporzionato il loro crescere al continuo aumento della popolazione. Pertanto sofferente questa a causa delle pigioni carissime. Le vie anguste, irrego­ lari, a linee spezzate, sono tuttora in grande mag­ gioranza e interi quartieri, pur popolatissimi, sono

privi di grandi arterie che facilitino le comunica zioni tra le varie parti di una città tanto vasta.

Roma è forse tra tutte le città d’Italia, certo tra le maggiori, quella la cui rete stradale ha subito in questo secolo minori modificazioni. V’è tra il Corso e il Tevere un immane corpaccio di case, palazzi, cortili, strade, piazze e vicoli, che abbisogna di forti tagli chirurgici per raddrizzare almeno in parte le sue membra storpie e deformi. Occorre poi siste­ mare una buona volta il corso del Tevere, rettifi­ cando le irregolarità dell’alveo, togliendo le spor­ genze troppo aspre delle rive nell’ interno della città,

preservando questa dalle inondazioni e dotandola di comode e grandiose vie lungo il fiume. Ci vogliono altresì parecchi nuovi ponti, giacché di cinque o sei che esistono uno è soggetto a tasse di pedaggio e ad ogni modo è provvisorio, due sono ponti sospesi, tutti poi sono strettissimi e insufficienti al transito, e tutti meno uno disadorni e meschinissimi.

Ci vogliono per ultimo altri ampliamenti di vie che permettano il passaggio dei Tramicays, altri mercati, nuovi edifici per scuole ben distribuiti nei diversi punti della città, giardini interni, una nuova stazione e molte altre cose la cui enumerazione ci porterebbe troppo per le lunghe, anche non tenendo conto degli edifici ed altri lavori imposti al Comune dalla legge sul concorso governativo.

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564 L’ E C O N O M I S T A

3 settem bre 1882 spensione, visto che lo stato finanziario del Comune

incominciava a preoccupare seriamente l’animo dei consiglieri. Andava entrando in tutti la persuasione che la città non avrebbe potuto compiere tanta mole di lavori colle sole proprie forze. Anco allora per altro continuarono quelli di maggiore urgenza

0 già avviati. *

Finalmente l’idea della necessità di un concorso pecuniario dello Stato alle spese edilizie della ca­ pitale essendosi fatta strada, si concretò per opera del Parlamento nella legge del 14 maggio 1881.

Ora cotesta legge richiedendo come base del riordinamento edilizio l’approvazione del Piano re­ golatore, il Comune ordinò al direttore del suo uf­ ficio tecnico di riassumerlo e presentarlo in forma definitiva; e prima ancora che fosse presentato, per guadagnare tempo nominò una Commissione di sette consiglieri con facoltà di aggregarsi tutte quelle persone, anco estranee al Consiglio, delle quali cre­ desse utile udire il parere. Questa potè presentare la sua Relazione il 27 aprile dell’anno correrne, ed il Consiglio, dopo alcuni giorni di discussione e con non molte modificazioni introdottevi approvò 1 intero Piano nella seduta del 26 giugno p. p. Tanto il piano dell’ingegnere Viviani, capo dell’uf­ ficio tecnico municipale, quanto la Relazione scritta dal consigliere Rompiani, sono lavori degni di ogni elogio. Il primo è frutto di lunghi studi e di pro­ fonde conoscenze delle condizioni materiali di Roma; la seconda espone con bell’ordine e lucidezza i cri’, teri direttivi del Piano e il come e il perchè delle singole opere in esso comprese.

Sarebbe impossibile dire qui pandamente di cia­ scuna delle opere comprese nel Piano. Tanto sa­ rebbe riprodurre tutta la Relazione che è un fa­ scicolo di 140 pagine. D’altronde poco importa ai lettori sapere se questo o . quello edifizio pubblico verrà innalzato in questo o quel punto della città, se la strada A sarà allargata di tanti metri, la strada R prolungata di tanti altri, la piazza C ri­ quadrata in un dato modo o diversamente.

Piuttosto ci sembra interessante dire dei criteri che sono stati seguiti nella compilazione, e nel­ l’esame del Piano Regolatore, criteri che agli occhi, nostri sono molto giusti.

Innanzi tutto si è voluto evitare di recare oltrag­ gio alle opere e alle memorie antiche e medioe­ val! di cui è tanto ricca la città.

In una Roma la ragione di tale concetto non ha bisogno d’essere spiegata. E perchè non si può prevedere sino da ora la posizione precisa e la qualità di altri monumenti artistici o storici che potrebbero venire in luce durante l’esecuzione dei lavori, merita lode l’ordine del giorno proposto dal- 1 illustre archeologo G. B. De Rossi o approvato dal Consiglio, a tenore del quale le disposizioni contenute nel Piano potranno modificarsi dall’ Am­ ministrazione municipale, quando la loro esecuzione tosse per recare alterazione o distrazione di qual­ che monumento evidentemente importante per la storia o per l’arte.

In quanto alla estensione del Piano, si è dovuta determinare in rapporto all’ aumento della popola­ zione già avvenuto e a quello ulteriore prevedibile. Le statistiche del decennio anteriore al 1871 ave­ vano dimostrato che l’incremento naturale della po­ polazione si avvicinava ai tremila abitanti per anno. Dal 1871 al 1881 cotesto incremento fu invece di

circa 80 mila abitanti; il che viene spiegato dalla eccezionale circostanza del trasporto della sede del Governo; ma può argomentarsi che nel detto pe­ riodo l’ incremento naturale sia stato in media di soli 4 mila abitami per anno. Peraltro è da notare, dice la Relazione, che le cifre dell’aumento in questi ultimi anni, nei quali poteva considerarsi compiuto quello eccezionale suindicato, fu superiore a quella media; risultando di 7100, nel 1879, di 9600 nel 1880, di 6300 nel 1881. È prudente dunque, se­ guita la Relazione, che le previsioni siano alquanto superiori al risultato medio normale del decennio trascorso, tanto più che in conseguenza dell’appro­ vazione di un piano regolatore, dell'obbligo di nuovi edilìzi ed istituti governativi , dello spirito d’intra- presa ognora crescente, del credito pubblico vieppiù assodato, l’incremento della popolazione sarà favorito in un prossimo avvenire meglio che non potè esserlo in passato, causa non ultima la deficienza di abita­ zioni. — Qui stimiamo opportuno riferire testual­ mente il seguente brano. — « Ci siamo formato il criterio, che l’aumento naturale entro i prossimi 25 anni (periodo che corrisponde al valore giuridico dei piani regolatori e di ampliamento delle città) possa essere, in media, di 5 mila abitanti per anno, ed In tutto di 125 mila; i quali aggiunti ai 300 mila e piu, accertati neh ultimo censimento, danno una cifra di popolazione prevedibile di 425 mila abitanti. Ora considerando ohe le città bene costi- stituite contengono ordinariamente 500 abitanti per ettare di terreno, tra fabbricato e stradale, l’esten sione del nostro piano avrebbe a comprendere una superficie di 850 ettari; e siccome l’ abitato della città nel 1871 già aveva una estensione di circa ettari 500, così ne deriva che i nuovi quartieri bi­ sogna stano tracciali sopra una superficie ulteriore per le parti che possono essere più adatte a villini, piazzali a giardino, viali, opifici e stabilimenti indu­ striali. »

Per mettere, in comunicazione tra loro i nuovi quartieri, spesso assai distanti l’ uno dall’altro saranno aperte lunghe e larghe v ie , tali da per­ mettere l’adozione di quei mezzi celeri di trasporto che sono ormai in uso in tutte le grandi città. Esse dovranno avere pendenze moderate quanto lo com­ porti la differenza altimetrica, dei punti da colle­ gare. E stato stabilito che le grandi arterie interne sieno poche, ma che attraversino da un capo al­ l’altro la città e che sieno dirette secondo la cor­ rente del movimento attuale o di quello che verrà necessariamente determinato dall’impianto dei nuovi quartieri. Anche le arterie secondarie, indispensa­ bili a collegare i centri più importanti delle varie regioni della città, dovranno dirigersi secondo le cor­ renti già determinate de! movimento, per compiere colle arterie principali una rete che favorisca in ornii senso la libera circolazione. — É poi destinata alle vie principalissime la larghezza di 25 metri, coll’in­ tento di poterle fiancheggiare di alberi; alle secon­ darie la larghezza di 20, o 16, od anco 14 o 12 secondo la lero importanza.

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commer-ciali e quelle industrie e manifatture che meglio prosperano nei grandi centri di popolazione, si è pensato di assegnare loro il quartiere eccentrico detto del Testaccio. Ivi saranno concentrati i docks, i mercati, i mattatoi, ed eretta una stazione succur­ sale per le merci. Ivi potranno pure trovar posto gli opifici per industrie insalubri o rumorose e vi affluirà una sorgente di forza motrice idraulica me­ diante una derivazione dal fiume Amene. E sorge­ ranno , come è naturale, in prossimità piccoli al­ berghi e case economiche per la classe laboriosa. — Abbiamo già detto come i ponti di Roma sieno al tempo stesso e molto scarsi e grandemente inco­ modi. Ora in una città divisa in due parti da un fiume occorre che le due opposte rive abbiano tra loro comunicazioni facili e frequenti. I nuovi ponti saranno non meno di sei, ripartiti fra i tratti troppo estesi del fiume che oggi ne sono privi, e corrispon­ denti alle più importanti strade delle due rive, si­ tuati fra loro ad una distanza media di 500 o 400 metri.

Lo spazio ci vieta di dilungarci maggiormente, ma i particolari che abbiamo dati bastano a far co­ noscere i criteri coi quali il piano regolatore è stato concretato. — In un ultimo articolo diremo del costo presunto di tanta opera e dei mezzi di farvi fronte.

L ’ I T A L I A A T R I P O L I

È stato recentemente pubblicato dal regio console italiano a Tripoli di Barberia il rapporto commer ciale per l’anno 1881. Da esso abbiamo riassunto alcuni dati riflettenti le relazioni dell’Italia con quella parte della costa settentrionale dell’ Africa, i quali ci sembrano degni di nota, specialmente in questi giorni nei quali tanto si discute degli interessi me­ diterranei delle varie potenze.

Navigazione. — Le navi nazionali approdate nella Tripolitania nell’ anno 1881 furono 190, con 77,969 tonnellate, ossia 57 navi e 29,266 tonnel­ late in più del 1880. Giova notare che il nu­ mero complessivo delle navi approdate è stato in­ feriore nell’anno 1881, in confronto del precedente di circa un quinto.

Le bandiere ottomana e británica hanno dato questo minore contingente di navi.

Delle 190 navi italiane erano piroscafi della So­ cietà Rubattino 118, e velieri 72.

La diminuzione delle navi britanniche è tuttavia apparente, imperciocché ad un minor numero di navi ha corrisposto un aumento di tonnellaggio pari a 5,248 tonnellate.

Nel commercio di Tripoli prende il primo posto la bandiera britannica con poco meno della metà del tonnellaggio; segue l’italiana con uo terzo circa del tonnellaggio complessivo. Viene poscia la fran - cese con un decimo, e le altre bandiere vi figu­ rano ciascuna per una parte poco importante.

Importazioni. — Il valore totale delle importa­ zioni che nel 1878 era di franchi 8,954,000 ha raggiunto nel 1881, la cifra di franchi 19,550,545, cioè in un triennio ha più che raddoppiato, ed è stato di franchi 3,373,927 in più dell’ ; nno prece­ dente 1880. Tale aumento non è andato a favore esclusivo di uno o di alcuni articoli soltanto, ma è

ripartito fra tutti in generale, eccettuati i cereali,il bestiame (che vennero importati nel 1880 per una maggiore quantità e per un maggiore valore di fr. 1,351,505) i coloniali (per un maggiore valore di franchi 264,480) e le conterie (per un maggiore di franchi 107,000).

L’ Italia concorre nella cifra predetta di Lire 19,550,545 con L. 711,608.

Furono oggetto di maggior importazione i colo­ niali, le merci varie, ed il riso.

Esportazioni. — Le esportazioni, all’opposto delle importazioni, hanno aumentato in modo molto lieve durante l’ultimo triennio; nel 1878 ascendevano a 10,638, 350 fr., nel 1880 a fr. 12,025,491 e nel 1881 essendo discesi a 11,565,718 franchi, ne ri­ sulta, in confronto dell’anno precedente, una dimi­ nuzione di franchi 461,773. Gli articoli che figu­ rano in tale diminuzione sono per la maggior parte le manifatture di lana e le penne di struzzo; queste da due anni hanno subito in Europa un notevolis­ simo ribasso, a causa delle forti spedizioni fattevi dal Capo di Buona Speranza.

Si deve però avvertire che se la diminuzione della esportazione delle penne di struzzo, durante il 1881, fu di franchi 880,000, cifra superiore di circa il doppio alla differenza tra il totale delle esportazioni del 1880 e quello del 1881, figurano però in que­ ste alcuni articoli esportati per un maggiore valore. Non ostante che il valore delle penne di struzzo esportate nell’anno 1881, sia stato inferiore di quello del 1880, pur tuttavia la loro quantità fu maggiore.

L’Italia ha esportato dalla Tripolitania nell’ anno 1881 prodotti per il valore di L. 189,002.

Le penne di struzzo tengono il primo posto con lire 140,000.

Vengono poscia lo sparto lire 17,981 ; il ferro vecchio lire 15,728; gli stracci lire 13,593; oggetti di lana mani fatturata e merci varie L. 1700.

La bilancia q'ujndi fra le importazioni e le espor­ tazioni rappresenta un utile a nostro favore di lire 422,600.

li commercio esterno dell’Egitto nel 1881

In un momento in cui tutti gli sguardi sono ri­ volti verso 1’ Egitto e che si domanda in quali mani anderà a cadere questa ricca preda, ci è sembrato interessante il ricercare con precisione qual’ era avanti la guerra, la ricchezza commerciale dell’an­ tico regno dei Faraoni.

È incontestato che da più anni 1’ Egitto era en ­ trato risolutamente nel movimento degli scambj in­ ternazionali e vedeva aprirsi davanti a se un avve­ nire a un tempo industriale e commerciale. Ma non è meno certo che la Francia che aveva fin da prin­ cipio occupato un posto importante nelle relazioni internazionali deli’Egitto, si è veduta soppiantare da altre nazioni rivali, che avendo riconosciuto i vantaggi di un tal mercato, tendevano ad elimi narla.

Abbiamo sott’ occhio un rapporto del consolato di Francia in Alessandria, che è in proposito assai edificante.

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L E C O N O M I S T A 3 settem bre 1882

al ministero dell’ interno una direzione di statistica che dava trimestre per trimestre il ballettino del commercio esterno. Quello del primo trimestre del 1881 presentava per le importazioni un eccedenza di 25,533,906 piastre-tariffe (la piastra-tariffa vale circa 26 centesimi) e per le importazioni una dimi­ nuzione di 59,819,847 piastre—tariffe. Il movimento commerciale dell’Egitto, entrata e uscita riunite in­ sieme si riassumono per quel trimestre in piastre tariffe 630,171,253 contro 664,447,191 per il pe­ riodo di confronto.

Questa situazione del, resto non aveva gran che di sfavorevole. È vero che le importazioni erano sensibilmente accresciute, ma avevano contribuito per una buona parte a questo sviluppo certi op-o-etti di alimentazione come zuccheri raffinati, caffè^be- vande distillate, non che le materie prime per le industrie, e infine le macchine a vapore, e vari congegni meccanici per l’agricoltura. Furono altresì m aumento i carboni minerali, e il legname da costruzione, e tutto questo naiuralmente Ìndica un maggiore sviluppo industriale.

' Passiamo adesso a vedere in quali proporzioni si divide il commercio esteriore dell’ Egitto fra ¡ vari

Stati d’Europa. J

La Francia occupa sempre un posto molto im­ portante nel movimento degli scambj egiziani, ma a i molla distanza però dall’ Inghilterra. Inoltre altre nazioni che per l’innanzi non avevano rapporti con 1 Egitto, fanno ad essa non indifferente concor­ renza.

Nel primo trimestre del 1880 le importazioni francesi in Egitto che avevano raggiunto la cifra di 25 milioni di piastre si tennero nel primo tri­ mestre del 1881 allo stesso livello, con la sola dif­ ferenza di qualche migliajo di piastre in più. Al contrario le esportazioni con destinazione per la Fran­ cia da 40 milioni di piastre nello stesso periodo del 1880 caddero a 30 milioni nel 1881. Ma queste cifre sono quasi nulla in confronto di quelle che riguardano l’Inghilterra, e che si riassumono per lo stesso periodo in 95,720,000 piastre all’importazione e in 292,297,000 all’esportazione. La metà del com­ mercio dell’Egitto era a quell’epoca in mano* del— I Inghilterra, e non è quindi da sorprendere se essa nulla trascuri per mantenere questa supremazia commerciale.

I nuovi e più forti concorrenti alla Francia nel movimento commerciale dell’Egitto sono l’Austria - Ungheria e la. Germania. L’ importazione austru- ungherese ha fatto in questi ultimi anni dei passi da gigante. Da 19 milioni di piastre nel primo tri - . mestre del 1881, ella raggiunse nello stesso periodo del 1882 la cilra di 24 milioni di piastre, cifra presso a poco eguale a quella della Francia! È vero che sotto la bandiera austriaca arriva in Egitto una I quantità di prodotti tedeschi, ma ciò non toglie che la cifra sia assai rilevante. Ma quel che è°peugio per la Francia si è che i prodotti tedeschi hanno allargato la loro sfera d’azione in certe specialità come il vestiario confezionato e le calzature, nelle quali essa non può fare concorrenza a motivo del loro basso prezzo. Per esempio la Sassonia, e qual­ che altro stato tedesco inviano in Alessandria scarpe che non fanno pagare più di fr. 5 e SO al paio, tosi pure un altra industria quella delle secwiole altre volte così prospera tende a sparire compieta- mente di fronte alla superiorità dei prodotti

vien-nesi, più eleganti, più solidi e meno cari. Quindici anni indietro da Marsiglia partivano da 400 mila a 500 mila seggiole all’anno. Oggi di un tal com- mercio è quasi sparita ogni traccia. Lo stesso di­ casi dei lavori di ebanisteria come armadj, como­ dini, tavole eoe. L’industria viennese vende a prezzi modici dei mobili che lasciano certo desiderare dal lato della raffinatezza del lavoro e del valore del materiale impiegato, ma che non sono però di minore buona apparenza, e seducono il compratore che dispone di risorse limitate. Anche l’ Italia ha potuto sostituirsi alla Francia nell’ articolo carta con prodotti al certo inferiori ai francesi, ma però assai meno cari. E questo avviene perchè nei tre piati rammentati la mano d’opera è meno cara che in Francia, senza calcolare poi che qui le merci sono aggravate di mezzi di trasporto onerosissimi.

Da quanto abbiamo esposto sembra chiaro che se la Francia per l’addielro ebbe una preponderanza commerciale in Egitto, oggi avviene altrimenti.L’In­ ghilterra come abbiamo veduto entra per la metà negli affari, che sj trattano nell’ Egitto; ma l’ altra metà è ben lungi dall’ appartenere al commercio francese. La Germania e l’Ungheria dapprima e poi la Russia, I Italia, la Grecia e I’ America stessa ve­ dono ciascun anno le proprie relazioni commerciali prendere maggiore sviluppo.

SOCIETÀ DI ECONOMIA POLITICA DI PARIGI

{Seduta del 5 Agosto).

Dopo un breve cenno necrologico dei due mem­ bri della Società J. J. Rapet e 'i. B. A. Marilleit passati recentemente all’altra vita, la riunione dietro proposta di Georges Renaud prende a discutere il seguente argomento — l’ eccedenza delle imposte deve applicarsi a spese produttive, oppure nello sgravio di alcune tasse? Se si vuole sgravarle si deve cominciare dall’imposta fondiaria ?

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molto più vantaggiose per il Tesoro. Tutto questo per l’oratore non è la conseguenza dello sviluppo dell’attività del paese, ma bensì del perfezionamento del meccanismo della percezione delle imposte.

L’ oratore si trattiene sui mezzi fiscali praticati per rendere più produttive le imposte, aggiungendo che i francesi pagano perchè non amano di cavil­ lare, e preferiscono piuttosto di restringersi. E qui Renaud, dimostra che il movimento della popola­ zione è affatto insignificante, perchè i cittadini do­ vendo pagare il fisco per una maggior somma di 1100 milioni di più, sono costretti a limitare la pro­ pria famiglia. Limitando questa non si viene più ad aumentare il numero delle unità, fra cui si repar- tisce la ricchezza pubblica ed è cosi che ciascun membro della-famiglia francese sembra più ricco, e più contento mentre che la ricchezza dell’insieme non cresce punto.

Percorrendo la Francia si constata dolorosamente che la produzione non aumenta; l’industria resta nell’immobilità la più assoluta, e il commercio non s’allarga; vi è egli da meravigliarsene, domanda l’oratore? Con quei 1100 milioni di più che ag­ gravano il paese dal 1871 a oggi, egli dice che non può essere a meno. Questi 1100 milioni penetrando nella produzione rappresentano da una parte le spese ge­ nerali dell’industriale, del commerciante e dell'agri­ coltore e dall’altra l’ aumento indiretto dei prezzi delle merci, e delle materie prime di ogni specie, che essi mettono in movimento. Stabilite le cause che produssero la enormi eccedenze verificatesi in questi ultimi anni, Renaud domanda se debbano conservarsi nei forzieri dello Stato per impiegarli in spese dette produttive, ovvero destinarsi nell’ al­ leggerimento di alcune tasse esistenti? Egli si d i­ chiara contrario a favorire le spese produttive, per­ chè dice che l’esperienza ha dimostrato che certi lavori che furono ideati ed eseguiti come produt­ tivi, per esempio strade ferrate, canali e porti non hanno prodotto nulla, e sono sulla via di fallire. Esso teme altresì che quelle rimanenze possano un giorno o l’altro essere sprecate per scopi elettorali, ragione per cui l’oratore preferisce che le eccedenze annuali del bilancio dell’entrata vengano destinate ad alleggerire alcune imposte.

Stabilita questa massima, domanda se debba co­ minciarsi dallo sgravare l’imposta fondiaria, e Re­ naud dice assolutamente di no. L’ imposta fondiaria, osserva l’oratore non è stata punto aumentata nel 1871; essa è rimasta qual’ era per il passato, e se i centesimi addizionali sono divenuti eccessivi, è stato sopratutto il resultato delle spese di lusso dei Comuni : trovandosi l’imposta fondiaria nelle mede sime condizioni in cui era prima e dopo il 1870, è una prima ragione per non sgravarla. Ma secondo l’oratore ve n’è anche un altra. Allorquando egli dice, è di data antica, essa si capitalizza. Quando poi essa passa in altre mani, e in Francia il fatto avviene ogni 25 anni circa, il nuovo proprietario non paga l’imposta fondiaria che in apparenza, per­ chè il prezzo col quale ha pagato i terreni è sta­ bilito dalla capitalizzazione della rendita netta da ogni peso. Questo nuovo proprietario ha in qualche modo lo Stato per comproprietario, ma egli ritiene la parte della comproprietà dello Stato la cui ren­ dita rappresenta T imposta fondiaria. Esso fa valere questa parte di comproprietà, e ne versa il prodotto sotto forma d’imposta. Renaud opina pertanto che

si debba pensare anzitutto a sgravare il commercio, e le industrie, perchè è a questi che tutto si è do­ mandato fino dal 1871 per far fronte ai nuovi pesi ereditati dalla guerra franco-germanica e terminando il suo discorso dice che si sospendano le spese dette produttive, e si restituisca la totalità delle eccedenze sgravando il paese, guardandosi però dal cominciare coll’alleggerire l’imposta fondiaria.

Dreyfùs fa osservare che gli sgravj costituiscono un impegno formale dello Stato a riguardo dei con­ tribuenti. Una legge del 1875 dichiara che le im­ poste create dopo la guerra lo furono a titolo ec­ cezionale e temporaneo. È questo un impegno, egli dice, a data fissa e precisa. Il nuovo carico di im­ poste creato dopo il 1870 si è elevato a 748 mi iioni di franchi ; ma 350 essendo stati annullati, non ne restano che 358, che l’oratore spera che fra cinque o sei anni potranno sparire aneli’ essi. Pas­ sato questo periodo allora soltanto, egli crede, che potrà discutersi la questione posta da Renaud, que­ stione che non può essere secondo esso suscettìbile di una soluzione generale rigorosa, matematica, po­ tendo avvenire che oggi torni più conto ad alleg­ gerire qualche" imposta, e domani invece ad appli­ care le eccedenze ad aumenti di spese. Per cièche con­ cerne l’alleggerimento dell’imposta fondiaria, Rreyfus riguarda questa proposta come una tattica, abilissima .fatta dal punto di vista della campagna contro i protezionisti. Se si vuole sinceramente riparare alle crisi agricole non vi sarebbe meglio da fare che ribassare i diritti sui passaggi fra i vivi, e le tariffe dei trasporti. Terminando il suo discorso, I’ oratore conclude che l’imposta fondiaria essendo la sola che dopo la guerra non ha subiti aumenti, sarebbe in­ giusto e'inefficace l’alleggerirla.

Letort opina che nulla giustifichi un alleggeri­ mento della proprietà fondiaria la quale nel 1879 era colpita una da imposta principale di 250 milioni, mentre oggi, dopo i tanti progressi della cultura delle terre', questa stessa imposta ammonta soltanto a 175 milioni.

Limousin è d’avviso che le eccedenze debbano impiegarsi contemporaneamente in spese produttive e in sgfavi. Quanto agli sgravi l’oratore pensa che sarebbe tempo che si facesse una revisione teorica o piuttosto scientifica del sistema fiscale, nel quale gli abusi non si correggono che con altri abusi. Bisognerebbe pensare secondo esso allo stabilimento dell’imposta unica sia sul capitale immobile, sia su di qualunque altra cosa, essendovi vari sistemi egualmente realizzabili. Perciò che concerne l’im­ posta fondiaria, e gli crede, che non sia luogo a diminuirla, ma che piuttosto occorra rimaneggiarla mercè la revisione del catasto e l’introduzione di un sistema analogo al sistema Torrens applicato in Australia, e nella nuova Zelanda.

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distrug-568 L ’ E C O N O M I S T A

3 settem bre 1882 gere mercè le esazioni del fisco ancorché legaliz­

zate dalla Corte di Cassazione, i vantaggi che si saranno ottenuti da un altro lato. Per l’oratore la salvezza della potenza economica della Francia non si potrà ottenere che a questo prezzo.

Lionet approva il sistema sostenuto da Dreyfus e ia di nuovo il quadro degli sforzi proseguiti da­ gli americani negli ultimi sei anni per ammortiz­ zare il loro debito pubblico.

Ciestzkowshy alla pari del suo collega Letort ri­ tiene che in fatto di sgravi si dovrebbe cominciare per sbarazzare il budget da una massa di piccole tasse poco produttive, e vessatorie, libero in seguito di procedere per masse, per sgravi più seri sulle imposte le più moleste, e su quelle le più inegual­ mente repartite. Questo è ciò che fece precisa- mente 1 illustre sir Roberto Peel, ma non potè farlo senza ristabilire Vincome tax. Ora, prosegue l’ora- toie, quando si tratta d’imporre per sgravare non bisogna mai perdere di vista ciò che insegnano gli economisti, vale a dire che1 un’ imposta esistente a cui t contribuenti sono da lungo tempo abituati, è sempre relativamente più sopportabile di un’ impo- sta nuova. E questo è specialmente vero a riguardo dell imposta fondiaria la quale con l’ andare del tempo ha preso il carattere piuttosto di una ren­ dita, che di un imposta. Circa alle eccedenze Cie- szkotvskj opina che debbansi cercare degli inmie-

g l l ta)men^e. produttivi, applicarle a grandi lavori

pubblici, specialmente ai rimboscamenti i cui effetti per 1 agricoltura sarebbero più benefici di una ri­ duzione di tasse in dettaglio.

Dreyfus riprendendo la parola rammenta il ca­ rattere d obbligo legale degli sgravi, ed aggiunge che gli aumenti di spese che si lamentano sono statg tatti non solo senza accrescimento di imposte ma in concorrenza con gli sgravi, onde resulta che quelle spese furono saldate con le eccedenze delle entrate. Lo Stato, egli dice, ha fatto due parti di quelle eccedenze; una applicandola alle nuove spe­ se, e 1 altra alla diminuzione di imposte. Inquanto concerne 1 ammortamento D reyfus fa notare che vi sono due specie di debiti uno detto perpetuo per il quale non vi è che un ammortamento reale, che consiste in quelle conversioni successive, che gli americani e gl’inglesi sanno praticare tanto bene, guanto_al debito straordinario, esso si ammortizza meccanicamente, e le spese a cui esso fa fronte sono dapprima spese di guerra, che istituiscono un premio di assicurazione contro l’ invasione, e le spese per lavori pubblici. Per non parlare che di strade ferrate, l’oratore rileva che l’economia rea- lizzata sui trasporti da una nuova ferrovia costi­ tuisce per sempre uno sgravio, ed è una spesa che corrisponde a un accrescimento di ricchezza e a un economia per il paese. In conclusione secondo esso una strada ferrata, per quanto esercitata con deficit recherà sempre al paese un fortissimo inte­ resse dell ammontare delle sue spese di costru­ zione.

Passi/ riassumendo le conclusioni generali del- 1 avvenuta discussione costata che in sostanza nes­ suno dei membri presenti sembra favorevole a uno sgravio dell imposta fondiaria.

S IT U A Z IO N E D E L T ESO LO

Gl’incassi verificatisi presso le Tesorerie del Reo-no nel mese di luglio 1882 in confronto con quelli del luglio 188i furono i seguenti :

Entrata ordinarla

A) Entrate effettive (Cat. I) :

Redditi patrimoniali dello Stato Imposta sui fondi rustici e sui fabbricati... ... Imposta sui redditi di ricchezza mobile... Tasse in amministrazione della

Direzione Generale del De­ manio ... Tassa sul prodotto del movi­

mento a grande e piccola ve­ locità sulle fe rro v ie ... D iritti delle Legazioni e dei

Consolati a ll’estero... Tassa sulla macinazione dei cereali... Tassa sulla fabbricazione degli

alcool, della b irra , acque ga­ sose, ecc... Dogane e diritti m a rittim i.... Dazi interni di consum o... Tabacchi... S a l i ... Ritenute d iv erse... L o tto ... P o ste ...*....*! Telegrafi...

Strade ferrate di proprietà del­ lo Stato... Servizi diversi

Rimborsi e concorsi nelle spese E ntrate diverse 1882 2,615,014 21 2,657,790 45 3,591,742 53 16,060,298 85 1,214,128 88 29,225 53 4,655,139 80 1,010,485 06 12,662,822 79 6,323,843 42 31,245,837 87 6,504,432 47, 337 98 6,623,885 66 2,914,235 18 939,822 621 I 8 8 I 2,224,622 60 55,818 32 2,879,804 17 16,838,125 59 1,274,711 43 55,383 85 4,293,160 72

B) Partite di giro (Cat. IV;

E n tra ta s tra o rd in a ria

O) Entrate effettive (Cat. I).

Redditi patrimoniali dello Stato Contributi - Debiti dei comuni per dazio consum o... Rimborsi e concorsi nelle spese E ntrate d iv e rs e ... A rretrati per imposta fondiaria A rretrati per imposta sui red­ diti di ricchezza mobile. . . . Residui attivi diversi...

D) Movimento di capitali (oà

tegoria I I) :

Vendita di beni ed affranca­ mento di c a n o n i... Riscossione di c re d iti..'.'. Accensione di d e b iti... .. i . ! . ! Capitoli aggiunti...* ‘ O) Costruzione di strade'fer­ rate (Cat. I l i) ; J To t a l e in c a s s i. . . . L . 1,939,124 73 1,431,100 13 514,236 89 6,101,121 67, 1882 2,304 16 170,157 68 71,849 — 97,982 10 28,318 45 17,077 63 2,0-21,235 44 100,000 — 32,707,819 39 6,062,254 40 2,788,904 38 153,105,749 58 1,105,670 03 12,217,525 69 5,241,580 33 19,176,704 — 6,439,322 11 ■Il 65 5,615,342 79 2,38',,842 95 934,578 95 500,000 — 1,938,168 16 8,808,396 45 676,548 12 21,500,930 37 1881 2,500 — 229,416 31 7,403 63 22,279 21 7,731 28 6,823 22 1,947,477 71 4,142 72 16,341,286 89 931,481 20 128,744,821 15

Gli incassi del mese di luglio 1882 furono quindi superiori di L. 24,560,928.45 a quelli del luglio1881.

L mentre gli incassi totali nei sette mesi 1881 sommarono a L. 798,558,117.24 quelli dell’anno 1882 furono invece di 1,525,051,165.21 e quindi con una differenza in più di L. 526,495,047.97.

1 pagamenti fatti nel mese di luglio 1882 in con­ ti onto con quelli del 1881, sono come segue:

Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. 1882 30,947,183 41 12,721,173 07 2,443,641 31 657,385 04 2,385,114 37 5,324,435 76 23,821,355 04 20,117,054 38 5,427,413 37 765,099 25 Ministero del Tesoro...

Id. delle finanze...

di grazia e giustizia e dei culti... degli affari e ste ri... dell’istruzione pub­ b lica... dell’ in tern o ... dei lavori pubblici*.. della guerra... della m a rin a ... dell’ agricoltura, in-

dustr.e commercio.

To t a l e p a g a m e n t i L . | 104,609,855 - 111,993,659 52

. , Pagarnenii fatti in luglio 1882 furono quindi L .e7 583 8(HPl amenti fatt‘ ” el ,uglio 1881 di

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Dal gennaio a a tutto luglio 1882 i pagamenti sommarono a L. 938,429,052,-11 e superarono di L. 120,004,646.43'quelli fatti nei sette mesi corri­ spondenti del 1881,in cui furono dìL. 818,424,403.68 — La maggior entrata di L. 2,601,972.13 nell’im­ posta sui fondi rustici e fabbricati dipende dal pa­ gamento delle imposte dovute sui beni di proprietà del Demanio antico e dell’Asse ecclesiastico, paga­ mento effettuato in luglio or ora scorso per le rate già scadute e per quelle scadenti a tutto dicembre.

— L’aumento di L. 1,082,262,89 nei dazi interni di consumo deriva dal minor versamento stato fatto nel 1881 dei redditi daziari di Napoli, quando le spese si pagavano coi fondi della riscossione; e dal maggior versamento nel luglio di quest’anno in cui, non solo è stata fatta alcuna prelevazione dagli im­ porti incassati, ma furono regolarizzate le spese fatte nel 1881.

— Il maggior incasso di L. 12,069,133.87 nei ta­ bacchi proviene dacché a tutto luglio 1881 non era stato versato che il canone della gestione continen­ tale in L. 47,300,000; mentre nel luglio 1882, es­ sendo stato approvato in anticipazione il bilancio della Regia, furono versati, oltre del canone suddetto, gli utili 1881 pel continente e la Sardegna in L. 5,613,000; il canone 1881 per la Sicilia in L. 5,947,000 e gli utili 1881 per la Sicilia in L. 510,321.

— La ragione dell’aumento di L. 1,008,542.27 nel lotto è da attribuirsi alle numerose vincite che hanno influito necessariamente a promuovere l’ aumento nelle giuocate e quindi nelle riscossioni.

— L’aumento di L. 2,377,296.32 nei servizi di­ versi proviene da maggiori versamenti, in confronto del 1881, per rimborsi e concorsi nelle spese di sti­ pendi ed altre spese ordinarie pagate a carico del bilancio dello Stato.

— La minor entrata di L. 15,399,809.20 nelle partite di giro deriva per la massima parte dal ver­ samento seguito in luglio 1881 del semestre della rendita 5 0/0 di L. 49,316,208 che era in deposito alla Cassa di Depositi e Prestiti a favore del Con­ sorzio degli Istituti d’ emissione, mentre in luglio di quest' anno si ebbe soltanto il versamento di L. 5,722,441.90, semestre netto della rendita di L. -15,220,005, depositata a garanzia dei 340 milioni di biglietti di Stato, di cui all’articolo 11 della legge 7 aprile 1881, n. 153.

— Nell’accenzione di debiti, l’ aumento è cagio­ nato dai versamenti fatti in conto del Prestito' dei 644 milioni per l’abolizione del corso forzoso (art. 10 della legge suddetta).

— La somma di L. 6,062,254.40 che figura nel mese di luglio ai Capitoli a ggiunti non è che una regolazione di scrittura. *

— Il maggior incasso di L. 1,837,423.18, nelle Ferrovie procede dal prodotto di alienazione di ren­ dita consolidata inscritta per far fronte alle spese per costruzione di ferrovie.

Ecco per ultimo i risultati del conto del Tesoro al 31 luglio 1882:

Attivo

Passivo D ebiti di T esoreria fine 1881. . L. P ag am en ti a tu tto giugno 1882 » Scar. a favore del tesoriere cen­

tra le del m ontare del credito capitale verso la cessata S o ­ cietà delle Ferrovie Romane per buoni del Tesoro messi in circolazione per suo conto . . » Fondo C assa a tu tto luglio 1882 » C rediti diT esor. al 31 luglio 1882 »

605,070,911 59 938,429,032 11 46,499,426 98 526,202,188 32 113,205,930 73 L. 2 ,2 2 9 ,4 0 7 ,4 3 9 78

Prodotti ferroviari del mese di maggio 1882

Dalla direzione generale delle strade ferrate presso il Ministero dei lavori pubblici abbiamo ricevuto il prospetto dei prodotti del mese di maggio 1882, confrontati con quelli del mese di maggio 1881.

Il prodotto generale del detto mese di maggio 1882 ascese a lire 15,599,880.

Tale prodotto va poi ripartito come segue:

1882 1881

« [ A lta Italia . . L. 7,941,012 L. 7,606,206 S = % ( Ro ma n e . . . » 2,693,102 » 2,837,227 S ' u " ( Calabro-Sicule. » 979,627 » 945,800 Ferrovie di diverse

So-cietà eserc. dallo Stato » 1,459,504 » 1,394,467

Ferrovie Meridionali. . » 2,049,593 » 2,125,027

» Venete . . . » 88,177 » 81,090

» Sarde . . . » 132,835 » 152,910

» Diverse . . . » 256,030 » 210,437

Totale L. 15,599,880 L. 15,353,164 Si ebbe dunque .nel maggio 1882 un aumento complessivo di lire 246,716 in confronto dei 1881.

Aumentarono: l’ Alta Italia per lire 534,806; le Calabro-Sicule per lire 33,827 ; le ferrovie di di­ verse società esercitate dello Stato per lire 45,037; le Venete per lire 7,087; le diverse per lire 45,593.

Diminuirono invece: ie Romane per lire 144,125; le Meridionali per L. 75,434 ; le Sarde per L. 20,075.

Devesi qui rotare die la lunghezza totale delle linee in esercizio, che nel maggio 188! era di chi­ lometri 8,852, ascendeva invece nel 1882 a chil. 9,047, e la lunghezza media che nel maggio -1881 era di chilometri 8,750, ascendeva nel 1882 a chil. 8,947.

Il prodotto chilometrico delle diverse linee in esercizio noi maggio 1882, confrontalo con quello 1881, fu il seguente:

1882 1881

.22 ( A lta Italia . . L. 3,041 L. 2,725

H =| 5 < Romane . . . »-O c#a i 1,591 » 1,913

fa. f Calabro-Sicule. » 729 » 730

Ferrovie di diverse

So-cietà eserc. dallo Stato » 1,560 » 1,491

Ferrovie M eridionali. . » 1,328 » 1,465

» Venete .. . . » 643 » 591

» Sar de. . . . » 341 » 393

» diverse . . . » 780 » 751

Fondo di C assa fine 1881 . . . L. 305,394,681 48 C rediti di Tesoreria, id ...» 142,351,278 94 Incassi a tu tto giugno 1882 . . » 758,606,402 26 Id . id. id., e n tra ta stra o rd in a ria » 566 424,762 95 D ebiti di T esoreria, id ...» 456,630,314 10 L . 2 ,2 2 9 ,4 0 7 ,4 3 9 73

Media complessiva L. 1,749 L. 1,749 Si ebbe dunque nel 1882 una diminuzione me­ dia complessiva di lire 11 in confronto del 1881.

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570 L ’ E C O N O M I S T A 3 settem bre 1882 Diminuirono: le Romane per lire 95; le Calabro-

Sicule per lire 1; le Meridionali‘ per lire 157: lo Sarde per lire 52.

Dal 1° gennaio a tulio aprile 1882 furono aperti all’esercizio i seguenti nuovi tronchi di linea:

Meridionali; rete Adriatieo-Tiberina ; Pietr’Elcina- San Giuliano del Sannio, lunghezza chilometri 47; Termoli-Larino, lunghezza chilometri 32.

Romane: tronco Codola-Nocera. lunghezza chilo­ metri 5.

IL COMMERCIO D E L L A PROVINCIA DI CAGLIARI

nel 1° sem estre del 1882

Il movimento commerciale della provincia di Cn gliari nel primo semestre dell’ anno in corso ascese a L. 35,820,901, delle quali L. 14,634,328 per importazioni e L. 19,186,573 per esportazioni.

11 movimento del corrispondente semestre del 1881 era di L. 51,584,486 e cioè lire 14,282,732 per importazioni e L. 19,301,754 per esportazioni.

Quest’ anno quindi abbiamo avuto un aumento nelle prime di L. 551,596 e uu aumento nelle se­ conde di lire 1,884,819 e complessivamente il mo vimento è aumentalo di L. 2,236,415.

Le cifre maggiori dell’esportazione sono date dai seguenti prodotti :

Minerali L. 10 ‘ 151,006 ; cereali lire 1,381,944; animali, prodotti e spoglie dei medesimi L. 2,450,000 (comprese L. 1,500,000 circa di tonno); pelli li­ re 923,575; lana, crini e peli lire 850,000; sale L. 857,781; carbone L. 757,297; legno e paglia L. 650,000.

Ecco le qualità e quantità di minerale imbarcate nel primo semestre 1882 nei due porti di Cagliari e Carloforte: tonnell. 83,205 Piombo Zinco F erro M anganese A ntim onio Piom bo in pani

La quantità del sale spedita all’ estero è di ton­ nellate 74,448; quella del carbone di tonn. 10,016. Il movimento della navigazione nei porti della provincia nel primo semestre di quest’anno è rap­ presentato da queste cifre:

21,238 48,611 9,789 2,506 326 735 Navi Tonnell. N avigazione in ternazionale 734 270,626

N avigazione di cab o tag g io 2144 370,529

A pprodi forzati 206 48,465

T otale 3084 689,620

Confrontato tale cospicuo movimento con quello del corrispondente periodo di tempo dell’ anno de­ corso, abbiamo avuto in quest’anno un aumento di num. 371 navi e di 123,110 tonnellate.

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1 rapporti annui dei Consigli generali dal 1874 in qua hanno messo sempre in rilievo gli eccellenti effetti educativi della Cassa di risparmio scolastica, che non è una colletta di soldi, ma un esercizio di educazione; col quale, mediante una abitudine me­ todica del risparmio il fanciullo diretto dall’istitutore, impara a resistere alla tentazione di spese futili o cattive a dominarsi e a rinvigorire la sua energia morale, nonché a regolarsi acquistando la pratica della contabilità.

Le relazioni dei Consigli generali di Francia mettono in rilievo la bontà del metodo col quale nel 1874 fu ordinata ad istituzione precisa nel suo fine e sicura e facile nel suo organamento una cosa che era da quarant’ anni allo stadio d’ esperimenti più o meno incerti e precari : si deve a un tal metodo, chiamato oggi all’ estero metodo francese, se le Casse di risparmio scolastiche hanno potuto moltiplicarsi così rapidamente da produrre un’azione educativa così efficace.

Come fu constatato recentemente dal dottor Guil­ laume, amministratore eminente e direttore del pe­ nitenziario di Neuchâtel, nella sua relazione alla riunione generale della Società svizzera di statistica, in codesto metodo dovuto al signor De Malarce tutto fu regolato e combinato per soddisfare alle tre condizioni seguenti:

1. Rendere facile quanto più sia possibile il funzionamento della Cassa di risparmio scolastica ;

2. Ridurre le mansioni e la responsabilità del- l’ istitutore al minimum, determinando questa re­ sponsabilità con il registro scolastico, il libro di salvaguardia dell’ istitutore verso le famiglie, per dare alla Cassa di risparmio scolastica tutto il suo valore educativo.

Ed è per tal modo che le autorità scolastiche francesi hanno incoraggiato e gl’ istitutori adottato le casse di risparmio scolastiche, lo sviluppo delle quali si misura sulle statistiche ufficiali seguenti :

Dal 1874 al 1875 furono istituite 8033 casse di risparmio scolastiche che nel gennaio 1877 conte­ nevano i risparmi di 176,040 scolari con un valore depositato di L. 984,552. Nel 1879, due anni dopo le casse erano salite a 10,400 con 224,200 scolari depositanti e un capitale depositato di L. 5,603,621. Nel 1881, quattro anni dopo, le casse erano 14,372, ¡ depositanti 302,841 e L. 6,403,773 lo stock rela­ tivo; e finalmente nel gennaio 1882 si hanno: casse 1694, scolari depositanti 349,219 e deposito totale L. 7,984,811.

In questi ultimi anni i progressi maravigliosi ot­ tenuti in Francia hanno suscitato un interessamento profondo all’ estero, e dietro l’ esempio e sul mo­ dello Irancese * 1’ istituzione di codeste casse si è sviluppato in tutti i paesi d’Europa, agli Stati Uniti, al Brasile, a Giammaica, nella Guiana inglese e olandese e in Australia. Per cui si può dire ormai che l’istituzione delle casse di risparmio scolastiche è divenuta per la Francia un titolo di compiacenza patriottica non meno che d’ interesse sociale.

Fra le diverse quistioni scolastiche di cui do­ vranno occuparsi in Francia i Consigli generali c’ è anche quella delle Casse di risparmio scola­ stiche, che reclamano ogni anno la loro solleci­ tudine.

(11)

Lo stesso Ministero ha ordinato che sia meglio regolata la tenuta dei libri nella ri evitoria del lotto.

— La Gazzetta ufficiale del 28 agosto p. p. pub­ blica il seguente decreto :

Articolo unico. Gli assegni bancari contemplati dal nuovo Codice di commercio saranno soggetti alla tassa di bollo di 5 centesimi, ivi compresa quella per le relative quietanze.

Sugli assegni bancari emessi nello Stato o pro­ venienti dall’ estero che non siano fatti in confor­ mità del mentovato Codice sarà dovuta la tassa di bollo graduale prescritta per le cambiali dalla legge 13 settembre 1874, n. 2077.

Con regolamento approvato per decreto reale, sentito il Consiglio di Stato, sarà provveduto per l’applicazione delle tasse suindicate.

— Il Ministero delle finanze ha fatto premure a quello dell’ agricoltura perchè siano spinti alacre­ mente gli studi sulla definitiva sistemazione delle regie miniere dell’ Elba, e compilato al più presto il relativo progetto di legge, che dovrebbe essere presentato subito al riaprirsi della Camera legi­ slativa.

— Il Ministero delle finanze, intento sempre a salvaguardare i diritti dell’ erario derivanti dalla esatta applicazione della legge sulla tassa del ma­ cinato, ha diretta a tutti gli uffici ed agenti de­ maniali, incaricati della riscossione di quella tassa, una apposita circolare, colla -quale vengono infor­ mati, che qualora i palmenti destinati alla macina­ zione di cereali o generi esenti da tassa constatas­ sero la presenza di una qualsiasi quantità di grano, dovranno senz’altro applicare la maggiore tassa, non essendo ammissibile alcuna prova per riconoscere se la presenza del grano dipenda da effettiva maci­ nazione eseguita in contravvenzione alla legge.

— Il 23 corrente si è costituita sotto gli auspici della Banca generale la Società anonima della fer­ rovia Albano-Porto d’Anzio-N ettuno, col capitale di L. 1,300,000 interamente sottoscritto e versalo per 3/10.

Lo stesso giorno venne firmato il contratto me­ diante cui la Società veneta di imprese e costru­ zioni pubbliche, direttore il comm. Stefano Breda, assunse la costruzione e l’esercizio della detta linea coll’obbligo di aprirla al pubblico servizio il 30 giu­ gno 1883.

— Si è pure costituito un gruppo di costruttori e capitalisti di cui fanno parte la Banca Generale e la Società Veneta dianzi citate, per la costruzione di uno stabilimento di bagni e di cento villini a Porto d'Anzio, sulle cui spiaggie e colline la società ha già acquistato circa 200 mila m. q. di terreno.

Siamo assicurati che le costruzioni edilizie ver­ ranno iniziate sino dal prossimo novembre, coll’ in­ tendimento di completare una diecina di villini al tempo dell’ inaugurazione della ferrovia.

— Abbiamo notizia che in Castroviilari, Cassiano Jonio, e in altri comuni di quella regione, il tipo della Banche pugliesi è preso a modello e si va formando una nuova Associazione di Banche coope­ rative calabresi.

— Una Società, con tre milioni di carotale, si è costituita di questi giorni per la fabbricazione dei mobili piegati a vapore. Essa ha già comperato ne;

boschi del Piacentino, dove pure porrà le proprie officine.

— Sappiamo che a Troja, provincia di Foggia, si sta costituendo una nuova Banca cooperativa nel seno della Società operaia e secondo il tipo Pugliese, col collegamento del concetto del magazzino gene­ rale e quanto alla mobilizzazione dei depositi col si­ stema dei Warrants.

— In coerenza a deliberazione del Consiglio di Amministrazione delle ferrovie dell’Alta Italia, a p ­ provata dal Ministero dei lavori pubblici, è stato disposto che su quella rete ferroviaria, ai trasporti d i paglia ordinaria in balle a vagone completo P. V. senza condizione di peso nè di compressione, e percorrenti almeno 80 chilometri, o paganti per tale distanza, si applichino tanto in servizio interno che cumulativo italiano, i seguenti prezzi per va­ gone e chilometro :

Per chil. e pervag. della port. di 8 tonn. L. 0.22

Id. id. id. 10 id. » 0,26

Id. id. id. 12 id. » 0,30

più il diritto fisso di L. 5 per vagone per spese di carico, scarico e di stazione se trattasi di spedizione in servizio interno, e di L. 2,30 per vagone se in servizio cumulativo italiano; il tutto oltre alla im­ posta governativa.

La paglia ordinaria condizionata in balle dovrà, in conformità all’ articolo 14 del regolamento pel trasporto delle materie infiammabili, essere caricata in vagoni aperti a sponde basse con copertoni.

Sebbene il peso del carico di ciascun vagone non sia più necessario per il computo delle tasse, es­ sendo in facoltà del mittente di caricare la paglia nella maggior quantità possibile a seconda della com­ pressione delle balle, purché siano rigorosamente osservate le dimensioni stabilite dalla sagoma-limite, non di meno sarà sempre richiesta l’indicazione del peso sulla lettera di porto.

— Il Giornale di Ginevra scrive che la G er­ mania, la Francia, !’ Italia e 1’ Austria-Ungheria hanno dichiarato di essere favorevoli all’ unità tec­ nica in materia di ferrovie per facilitare il transito

del materiale mobile. In conseguenza questi paesi sono invitati a designare i loro delegati per una conferenza internazionale sopra questa questione.

Il Consiglio federale svizzero ha proposto Berna come luogo di riunione, ed il 16 settembre come fiata dell’apertura della conferenza.

— Il presidènte della repubblica di Guatemala con suo decreto del 1£ giugno di quest’ anno, ha dichiarato porlo franco per lo spezie di 10 anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno prossimo, il porto di Livingston, situato sulla costa dell’Atlantico.

A partire quindi dal 1° gennaio dell’anno pros­ simo il porlo di Linvigston sarà libero per 1’ im ­ portazione. Per lo spazio di 10 anni non si potrà levare alcuna tassa marittima sulle merci che vi si introdurranno, sia per esservi consumate, sia per restarvi in deposito.

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