• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.431, 6 agosto

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.431, 6 agosto"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, IN TER ESSI P R IV A T I

Anno IX - Voi. XIV

Domenica 6 Agosto 1882

N. 481

IL CANALE DI PANAMA

La capricciosa natura pare die siasi compiaciuta di creare, nella superficie del globo, ogni specie di ostacoli ad una facile esistenza della stirpe umana. La bizzarra distribuzione delle terre e dei mari ne s è una prova. Nell’emisfero boreale le terre sovrab­

bondano, mentre nell’Australe scarseggiano, tranne forse in prossimità del polo antartico. L’enorme superficie del vecchio continente è limitata, a po­ nente e a levante, da due mari tanto estesi che, per riescire a varcare il minore, si richiesero il ge­ nio e la perseveranza di Cristoforo Colombo. Ep­ pure l’Atlantico ha meno che metà della larghezza del Pacifico. Pare che più felice sia la geografia del pianeta Marte in cui i continenti avrebbero di­ mensioni meno dissimili e sarebbero più ravvicinati; mentre poi verrebbero essi stessi divisi, da dei grandi bracci di mare, in vaste isole, e queste, da dei larghi canali, in isole minori ,*• cosicché re­ gnerebbe una uniformità di distribuzione delle terre emerse che, se esistesse sul nostro globo, sarebbe certamente preferibile all’attuale. Diciamo all’attuale, perchè in altre epoche geologiche la superficie della terra dev’esser stata assai diversa dalla presente; diffatti gli enormi continenti dell’Asia e dell’Affrica racchiudevano certamente dei mari che ora più non esistono. Il Caspio, l’Aral ed altri laghi della Tar­ taria, del pari che le depressioni sabbiose del Sa­ hara, indicano invero che quelle regioni erano fondi di mari che le forze latenti del globo hanno di­ strutti; anzi è noto che una di queste cavità vo­ leva ridonarsi in dominio delle acque dal comandante Rédouaire, con un progetto che non ha però otte­ nuto, secondo le ultime notizie, l’approvazione delle persone chiamate ad esaminarlo. Che se ci volgia­ mo a considerare la smisurata estensione del mare del sud, il più vasto del globo, ivi ci appare al­ l’opposto che esisteva un continente di cui non ri­ mangono visibili che le più alte vette dei monti, attorno alle quali i zoofiti distendono le roccie co radine.

Ma la scienza dell’uomo è capace, di più in più, di distruggere tutte le barriere che gli contendono una felice dimora. Se noi, che nascemmo prema­ turamente, non vedremo ridotta la superficie della terra ad una condizione che ci renda abbastanza aggradevole l’esistenza, possiamo però presagire che ciò avverrà pei nostri posteri.

Il lavoro di adattamento della superficie Jel pia­ neta al nostro utile e l’appropriazione delle forze della natura al soddisfacimento dei nostri bisogni

sono di già incominciati, nè più si arresteranno. Gli scienziati dapprima, gli ingegneri dipoi, stanno attorno a questo scopo. E a queste due classi di uomini, la prima delle quali scopre le leggi della natura, le seconda le applica all’utile della specie, che sarà questa debitrice del progresso della ci­ viltà. Le applicazioni del calorico e dell’elettricismo sono le più belle scoperte del nostro secolo e noi, già da alcun tempo, ce ne siamo avvantaggiati. Le strade ferrate e la navigazione a vapore, sono il frutto della prima forza. Ma, dal punto di vista dei lavori pubblici, è innegabile che i maggiori e più brillanti resultati sono dovuti alle ferrovie. Più di 500 mila chilom. di strade ferrate hanno preteso difatti un capitale di primo impianto che si avvi­ cina a 100 mila milioni; ed al confronto di que­ sta cifra, assai esiguo è il valore dei lavori di ca­ nalizzazione e di costruzioni marittime che vennero effettuati.

(2)

sollecitamente, e di quelle che, pel prezzo rilevante della tonnellata, possono subire gravi spese di trasporto.

L’attenzione degli intelligenti si è di nuovo ri­ volta alla creazione dei canali. Ma in ¡scala assai maggiore che per lo passato, poiché trattasi ora di canali che siano il proseguimento della navigazione marittima, e che abbiano, per conseguenza, sezioni liquide trasversali sufficienti a ricevere le grandi navi del commercio, evitandosi così che la naviga­ zione si arresti ad una spiaggia o ad un porto, nonché risparmiando il trasbordo a terra, il tra sporto terrestre ed una coincidenza di navigazione, mercè di un nuovo imbarco dall’altro lato della re­ gione attraversata. Non occorre rammentare il canale dell’ istmo di Suez, praticato sopra 160 e più chi­ lometri di deserto Africano, col dispendio di 430 milioni. La speculazione che sembrava dapprima mancata, giunse dopo pochi anni ai più brillanti risultati, poiché il transito che cominciò con meno di un milione di tonnellate annue, s’avvicina ora ai 6 milioni di tonnellate; e le azioni che furono, per molti anni, sotto al pari, sono giunte ad oltre il quintuplo del loro valore nominale. E non è dubbio che, cessata la perturbazione politica che ora trava­ glia l’Egitto, non debbano grandemente crescere di prezzo.

Questo esempio non poteva mancare di dare i suoi frutti. Quindi è che i progetti grandi e me­ diocri pullularono. Cosi Amsterdam e Pietroburgo hanno voluto dei canali e dei porti che li rendes­ sero accessibili alle grandi navi. Difatti Amsterdam ha erogati 60 milioni per raggiungere questo scopo, mentre Pietroburgo dà opera allo stesso intento con un canale che, previsto del dispendio di 7 milioni di rubli, costerà una somma molto maggiore. Un progetto di gran lunga più colossale è ora allo stu dio in Francia. Tratterebbesi di un canale accessi- sibile perfino alle navi corazzate che, con larghezza di 56 a 81 m. alla superficie acquea, 8 m. e mezzo di profondità e 407 chilom. di lunghezza, attraver­ serebbe il sud della Francia, da Bordeaux a Narbonne, superando il displuvio fralle acque dell’ Atlantico e quelle del Mediterraneo, mercè un gran numero di chiuse a conca. Il dispendio, valutato dagli autori del progetto di 550 milioni, ascenderebbe, secondo calcoli più accurati, a 1500 milioni.

Mentre però questo grandioso progetto pende in­ certo, sicura per l’opposto è l’esecuzione del taglio dell’istmo di Panama. Anzi i lavori di costruzione sono già cominciati. Del pari cominciati sono i la­ vori del canale che taglierà l’istmo di Corinto, il quale riuscirà assai breve e di non difficile esecu­ zione, poiché la sua lunghezza non sarà che di sei chtlom. e un terzo, la sua larghezza di 22 m. e la profondità di 8 m., col costo di 50 milioni di lire. Nè possiamo dimenticare che vuoisi ancora tagliare l’ istmo della penisola di Malacca; il quale lavoro richiederebbe 52 milioni di m. c. di scavi, secondo gli uni ; 38 e perfino 45 milioni di m. c. di terre da levare, secondo altri.

È del gran canale di Panama che daremo, in quest’ articolo, alcuni ragguagli, perchè esso inte­ ressa il commercio mondiale e dunque anche il no­ stro e perchè sovratutto è uscito dalla fase dei ten­ tativi per entrare in quella dei fatti compiuti o, per dir meglio, dei fatti che stanno compiendosi.

Tutti sanno che l’istmo di Panama congiunge

l’America del Nord con quella dei Sud, formando cosi una barriera, di 2500 chilom. di lunghezza e di variabile ma non grande larghezza, fra il golfo del Messico col mare delle Antille da un lato ed il mar Pacifico dall’altro lato. Fin dal tempo della sco­ perta dell’America nacque il progetto di traversarlo con un canale che valesse a congiungere diretta mente l’Atlantico al Pacificò, senza dover discen­ dere fino al capo Horn, raddoppiando così il con­ tinente Sud-Americano. Ma la catena della Cordi­ gliere che si stende dai mari glaciali del Nord fino al mare del Sud, non è interrotta dall’istmo, benché ivi si abbassi ad altezze minime. Frattanto una ele­ vazione di terreno, anche non rilevante, è già un grave ostacolo all’esecuzione d’un gran canale. Te- mevasi inoltre l’effetto del dislivello dei due mari e scorgevasi ad evidenza che una somma immane sarebbesi dovuta spendere per congiungerli. Ciò no­ nostante molti progetti furono fatti senza risultato, fino a che, nel 1879, nella sale della Società Geo­ grafica di Parigi, si addivenne allo studio concreto di 7 proposte, accompagnate da altrettante varianti, intese ad effettuare il gigantesco canale.

Affine di poterle assieme confrontare, si fissarono dapprima le condizioni tecniche che dovevano sod­ disfarsi per ottenere una buona navigazione. Ci aste­ niamo dal riferirle, per non intralciare con dettagli estranei all’indole dell’ Economista, questo articolo. Si determinarono parimenti i prezzi unitarii dei varii lavori occorrenti, e si potè allora riconoscere com­ parativamente il prezzo di esecuzione di ciascun progetto. Due sistemi principalmente trovavansi in confronto. Secondo uno di essi si creava un canale di acqua dolce, alimentato dai laghi e dai fiumi che si trovano nell’istmo. Secondo l’altro si scavava un canale marittimo tirato a livello coi due mari. Nel primo caso, occorrevano chiuse a conca per montare e scendere lungo i fiumi fino ai laghi. Col canale marittimo si praticavano trincee e gallerie che vin­ cevano ogni ostacolo, risparmiando salite e discese alle navi. Il progetto migliore di navigazione d’acqua dolce era quello degli ingegneri americani Lull e Menocal che volevano attraversare il lago di Nica­ ragua. Esso domandava 770 milioni per la costru­ zione ; a cui erano da aggiungere 150 milioni, per la capitalizzazione delle spese annue di esercizio e di manutenzione. Siffatto canale presentava la lun­ ghezza di 292 chilometri conteneva 17 chiuse a conca e sarebbesi percorso in 4 giorni e mezzo. Il miglior progetto di canale marittimo era quello pre­ sentato dai signori Wise e Réclus, ed è quello che venne adottato e che si sta ora eseguendo. Esso sarà assai più breve dell’antecedente, perchè non avrà, frai due mari, che 75 chilom. di lunghezza da per­ correre in due giorni ; ma il suo costo parve di gran lunga maggiore, perchè fu valutato di 1045 milioni, senza includervi 150 milioni delle spese annue capitalizzate, e senza comprendervi altresì l’indennità che dovrà pagarsi alla ferrovia posta in prossimità del canale, nonché una variante, mercé la quale, invece di praticare un tunnel nel tratto culminante dell’istmo, si farà una Colossale trincera, raggiungente la non mai finora praticata profondità di 90 m. Cosicché, Secondo i calcoli del congresso di Parigi, il costo totale avrebbe raggiunto 1200 milioni circa.

(3)

tutti, valutali a 763 milioni, vennero assunti dai signori Gounveux e Hersent, per soli 512 milioni. Ciò trae di conseguenza due altre diminuzioni. Una consiste nel 5 per cento di spese d’amministrazione e banca sull’importo dei lavori. L’altra diminuzione verte sull’interesse dei capitali anzidetti durante la costruzione; sia pel minor quantitativo di essi, sia perchè la durata dei lavori fu ridotta da 12 a 8 anni.

Il canale che si sta eseguendo parte dalia baia di Limon nel golfo delle Antille, "per far capo a quella di Panama ne! Pacifico. Traversa le lagune di Mindi, raggiunge, nei dintorni di Gatum, il fiume Chagres di cui occupa parzialmente il letto, dipoi arriva nella valle dell’Obispo e, al 48° chilometro, incontra il colle di Culehra intersecandolo sopra 7 chilom. di lunghezza; raggiunge così il Rio grande, che versa nel Pacifico, e si distende fino a questo mare. La profondità del canale sarà giornal­ mente variabile colle maree, oscillando a, Panama fra m. 10,50 e m. 7,25; e a Colon, nella baia di Limon, fra 9 m. e 8 m. La massa totale da ster­ rare e trasportare sarà di circa 73 milioni di m. c. dei quali 44 e mezzo milioni di terre sciolte e roc- cie tenere, e 28 e mezzo milioni di roccie da mina. Il fiume Chagres sarà deviato e robustamente iso­ lato. Una triplice diga marittima sarà creata nel Pacifico, ed un porto sarà effettuato nell’Atlantico.

Il capitale azioni fu emesso nei giorni 7, 8 e 9 dicembre 1880 pel valor nominale di 295 milioni. Le azioni, di 500 fr., erano 590,000 e ne furono coperte 1,206,609. Con siffatto accorrere di capitali, non farà meraviglia se i lavori cominciarono il 1° febbraio dello scorso anno. I mezzi materiali che si avranno in pronto alla fine del 1882 permette­ ranno di scavare e trasportare 50,000 m. c. al giorno di terre sia superiori che sottostanti al li­ vello del mare.

Sarà, dal punto di vista finanziario, giustificata la premura dei capitalisti ad accorrere in prò di quest’opera? Ecco dei dati in tale proposito. Da dei calcoli accurati del signor Levasseur si è rilevato che il traffico attendibile attraverso l’istmo sarebbe stato, nel 1876, di 1800 milioni di lire; di più si è co­ statato che cresce del 6 per cento l’anno; valutato tuttavia l’aumento al 5 per cento, darebbe 2880 milioni nel 1889, epoca del termine dei lavori. Se si calcola di 400 lire in media il prezzo della ton­ nellata di merce, transiterebbero pel canale 7,200,000 tonnellate. Ridotta questa cifra a 6 milioni, e ap­ plicatavi una tassa di 15 fr. per tonnellata si avreb­ be un reddito annuo di 90 milioni. Ciò non si ve­ rificherà certamente da principio; ma l’abbreviazione e la sicurezza del transito, in confronto alla lunga e pericolosa navigazione attorno al capo Horn, sono tanto rilevanti, da dar certezza che, in pochi anni, questo risultato sarà ottenuto. Ammesso che effet­ tivamente il taglio dell’istmo di Panama richieda, in totale, un miliardo, l’interesse sarebbe del 9 per cento. E che questo aumenterebbe, a misura che si popolassero le due Americhe e l’Australia, è fuori di ogni dubbio. Tranneché è da credere che nuovi canali si apriranno attraverso l’istmo, così come avviene quando, una ferrovia essendo soprac­ carica di transito, si costruisce una concorrente che la sgravi.

Salutiamo con piacere questa nuova er che si schiude al genere umano. Invece di guerre sangui - nose, di sfrenate ambizioni, di rivalità fra nazioni

per ottenere dei vantaggi territoriali che si trasfor­ mano in ceppi, nonché pei conquistati, eziandio pei conquistatori, è soddisfacente di scorgere l’ac­ correre degli scienziati, degl’ingegneri, dei capitalisti per allargare il dominio della civiltà, atterrando le barriere tutte che le contendono il cammino.

EQUILIBRI SOCIALI

Chi dopo aver per qualche tempo occupata la mente nel movimento scientifico odierno, anche li­ mitato ai fatti sociali, prenda in mano e rilegga alcuna opera dei nostri padri, prova il senso di un repentino e violento passaggio, dal turbinìo della impazienza, della ansietà a quello della calma e della serenità.

Infatti non più di cinquanta anni or sono la evo­ luzione sociale si manifestava lenta, maturandosi grado a grado; lo studioso aveva campo di esami­ nare tranquillamente lo svolgersi di una serie di fatti e da essi trarre le congetture per un futuro abbastanza lontano, poiché il mutarsi degli avveni­ menti accadeva, a paragone del tempo odierno, assai lentamente.

Oggi invece una serie innumerevole di circo­ stanze, tutte concorrenti, rende arduo lo studio, ri­ dicola la previsione; la mente di un uomo, quando non abbia eccezionale valore, non può abbracciare il campo immenso di fatti che oggi si analizzano; il pensiero non è abbastanza veloce per seguire lo sviluppo dei fenomeni, e scernere debitamente cause da effetti; Oggi, mentre attendiamo ad osservare quali conseguenze deriveranno da una qualunque istituzione, essa è già vecchia, e viene spinta, in­ calzata, abbattuta, da un altra che è o si crede migliore.

Corriamo colla velocità della locomotiva ma ab­ biamo perduta la possibilità di esaminare il terreno che ci sfugge sotto i piedi. Dove corriamo? quale avvenire ci attende? Quante delle moderne istitu­ zióni sociali sono veramente utili alla umanità e la aiutano nel suo laborioso viaggio, quali invece la deviano, la inceppano, forse la conducono allo sfacelo ?

Questo concetto potrebbe dar campo a conside­ razioni molto complesse e molto varie. Ci limitiamo a richiamare T attenzione dei lettori sopra alcuni problemi che più da vicino toccano gli studi eco­ nomici, e crediamo che gli studiosi non troveranno ozioso di fermarvi sopra il pensiero.

(4)

zioni locali di ogni paese, per acquedotti, giardini, abbellimenti ecc. ecc. Anche qui ci troviamo di fronte a miliardi.

Però cade in acconcio una osservazione. Questo au­ mentare cosi meraviglioso dei risparmi, questo enorme impiego di denaro in opere pubbliche, capitali so­ ciali, è e può essere indipendente, ed è e deve es­ sere legato, strettamente legato ad altri fatti sociali, coi quali i primi due debbono in determinate con­ dizioni equilibrarsi?

Da tutte le parti si predica con insistenza il ri­ sparmio, ed i lamenti sono continui perchè, special- mente la classe meno agiata della società, non lo pratica con tanta larghezza quanto potrebbe o quanto si vorrebbe. Questa propaganda è sotto tutti gli aspetti utile e logica, ovvero può aver dimenticato qualche elemento di cui doveva tener conto ?

È chiaro che se tutti risparmiassero avremmo una conseguenza inevitabile, quella cioè di un aumento di capitali, che sino ad un certo punto sarebbè continuo, ma in pari tempo una diminuzione di consumo, quindi una diminuzione di produzione, e conseguentemente di impiego di capitali. È ovvio che il risparmio ammetta un compenso per il sa­ crifizio di astensione e di rischio; ma per aver questo compenso è necessario impiegare i capitali; e non vi è altro modo di impiegarli che nella pro­ duzione, la quale esige il consumo, e questo è causa di diminuzione di risparmio. Potrebbe dirsi, che un risparmio limitato domanda un certo numero di consumatori, un risparmio esagerato domanda un certo numero di scialacquatori. Dal che possiamo ricavare che i due fatti, risparmio e consumo, non sono indipendenti, ma strettamente legati tra loro, cosi che l’eccessivo risparmio impedisce il consumo, l’eccessivo consumo deprime il risparmio.

Discussioni bizantine, potrà dire alcuno! Siamo ben lungi ancora da tanta abbondanza di risparmio da temere che affievolisca il consumo ! — E lo vediamo ancor noi. Però notiamo alcuni sintomi che ci sembrano degni di nota. Non è molto che a Lon­ dra il denaro si prestava al 1 3/4 per cento fuori banca; la banca ha abbassato lo sconto fino al 2 1/2, e se non fosse sopraggiunta la crisi egiziana, il tasso sarebbe sceso al 2 per cento. Che vuol dir ciò se non questo, che i risparmi accumulati sono tanti che la concorrenza degli offerenti abbassa il compenso al sacrifizio così da renderlo molto meschino ? E con­ tinuando il risparmio a crescere nelle proporzioni in cui crebbe negli ultimi venti anni chi sa dirci che non sia necessario un ribasso ancora maggiore?

Le banche oggi lottano non per ricevere i de­ positi, ma per impiegarli ; lo vedemmo anche in Italia dove le condizioni son ben lontane dal punto sul quale noi richiamiamo l’attenzione dei lettori. — Le Casse di risparmio non possono fare la con­ correnza allo Stato che ha le casse postali, non già nel ricevere ma nell’impiegare il risparmio. — E non vi è banca la quale non sia costretta ad inve­ stire parte dei suoi depositi in valori pubblici, poi­ ché tutte hanno dei capitali più abbondanti di quelli che vengono richiesti.

Sarebbero questi e tanti altri di cui qui per bre­ vità tacciamo, sintomi dell’ avvicinarsi di un mo­ mento nel quale bisogna dire al risparmio : basta ! — Poiché, notisi bene, quando il risparmio era li­ mitato alle classi agiate, si avevano bensi cospicue somme, ma poco numerose.. Esteso, mercè la pro­

paganda della previdenza, alle classi meno abbienti, si ebbero piccole somme ma in numero cosi grande che diedero una entità complessiva di gran lunga superiore ai risparmi delle classi agiate. E mano mano che la idea della previdenza andrà spargen­ dosi ed infiltrandosi negli strati sociali inferiori, tanto più si farà sentire il potente influsso della forza dei piccoli, e le casse rigurgiteranno di denaro.

Si volga ora brevemente lo sguardo all’altro fatto sociale quello dell’impiego dei capitali in lavori pubblici, e si vedrà spiccato un altro fenomeno, la maggior parte dei risparmi vengono assorbiti dagli Stati e dalle amministrazioni locali, i quali agisco­ no come potentissime pompe assorbenti e succhiano questa grande fiumana di capitali che, senza loro, ci allagherebbe. Ma ne derivano due fatti : 11 pri­ mo che i Governi e le amministrazioni locali au­ mentando in siffatta guisa il loro patrimonio passivo debbono sottomettersi al pagamento di grandi som­ me d’interessi, e le ritraggono dai contribuenti, i quali essendo nel tempo stesso anche i risparmia­ tori, pagano essi stessi a se stessi gli interessi dei loro risparmi. Il secondo fatto è questo, che i Go­ verni giungeranno pure ad un punto oltre il quale non potranno andare nell’aumento del loro patri­ monio passivo; anzi per inevitabile reazione, imi­ tando gli Stati Uniti d’America, vorranno estinguere il loro debito.

E allora? Che cosa si farà di un capitale la cui ci­ fra spaventa? Chi lo impiegherà ? per quali prodotti? E evidente che il risparmiatore dovrà esso stesso farsi consumatore, per aumentare la produzione, dar impiego al capitale, ricavare da esso un be­ nefizio.

Siamo alla stessa conclusione di un legame mol­ to stretto tra risparmio e consumo; — bisogna mantenere un certo equilibrio; e soprattutto biso­ gna non dimenticare che tanto è il risparmio che si eccita altrettanto deve essere il consumo.

Non intendiamo di aver trattato a fondo una questione complessa, ma di aver solo toccati gli elementi di un problema che vorremmo vedere vi­ gorosamente svolto e discusso.

Guai per la società quel giorno in cui non fosse più il consumo quello che impera sul capitale e lo guida, ma questo obbligasse al consumo. — La società sarebbe sempre in mano dei furbi che cre­ scerebbero le utilità e le urgenze di certi lavori al solo scopo di impiegare dei capitali. — Qualche sintomo di questa malattia già apparisce. Agli stu­ diosi analizzarlo, e medicarlo.

IL C O I H j ESTERNO DELLA FRANCIA

nei primi sei mesi del 1883

Il mese di giugno ha dato dei resultati molto so­ disfacenti, facendo così onore al nuovo regime

(5)

Importazione 1882 1881 differenza Giugno fr. 446,861,000 431,503,000 + 15,558,000 Esportazione 1882 1881 Giugno « 292,538,000 272,718,000 + 19,820,000

Per l’insieme dei sei mesi trascorsi la situazione si riassume nelle seguenti cifre:

1882 1881

Importazioni fr. 2,424,761,000 2,387,027,000

Esportazioni « 1,744,175,000 1,584,738,000

Totale fr. 4,168,936,000 3,971,765,000

Ecco adesso come si decompongono nerali sopra enunciati :

Importazione 1882 P rodotti alimentari fr. 785,346,000 Materie prime » 1,154,454,000 P rodotti fabbricati » 345,809.000 Mercanzie diverse » 139,452,000 resultati ge-1881 866;321,000 1,132,322,000 262,262,000 123,122,000 Totale fr. 2,424,761,000 2,387,027,000

La categoria dei prodotti alimentari importati ac­ cusa pertanto una diminuzione di fr. 80,975,000 ; quella delle materie prime un aumento di fran­ chi 21,852,000 e la categoria dei prodotti fabbricati un accrescimento di fr. 83,547,000.

Esportazione 1882 Prodotti alim entari fr. 408,846,000

Materie prime » 341,900,000

P rodotti fabbricati » 911,273,000

A ltre mercanzie » 82,156,000

Totale fr. 1,744,175,000 1,584,788,000

Riassumendo si trova un aumento di fr. 11,941,000 nella categoria dei prodotti alimentari; di fr. 42 mi­ lioni circa in quella delie materie prime, e un au­ mento di fr. 104,403,000 nella categoria dei prodotti fabbricati.

Passeremo adesso all’ esame dettagliato dei prin­ cipali articoli d’importazione.

Le mercanzie principali di cui l’importazione è di­ minuita , appartengono specialmente alla categoria delle materie alimentari. Diminuirono i grani di 10 milioni di franchi ; i vini di 44,784,000, le carni di 18,600,000. È avvenuto lo stesso per le materie grasse che da 33 milioni di fr. nel 1881 discesero a fr. 17,969,000 nel 1882. L’importazione degli olj d’ oliva è valutata a fr. 22,384,000 nel 1881 e a fr. 12,638,000 nel 1882, e quella degli zuccheri è discesa da fr. 71,505,000 nel 1881 a fr. 63,749,000 nel 1882.

Fra le materie prime la cui importazione è di­ minuita abbiamo notato specialmente le sete e la stoppa di seta, che da 185,160,000 di fr. nel 1881 discesero a fr. 154,362,000 nel 1881, e i semi e i frutti oleaginosi che da fr. 81,447,000 caddero a 74,124,000 nel 1882.

Al contrario un gran numero di materie prime videro aumentare il loro movimento d’importazione nel primo semestre del 1882 e sono il carbone mi nerale, i materiali da costruzione, il bitume solido, i minerali d’ ogni specie, l’ indaco, i lavori di getto, il ferro, l’acciaio, i capelli, le pelli e pelliccerie greg- g ie , le lane, le piume da ornamento, il lino, gli

1881 396.905.000 300.158.000 806.870.000

80,805,000

stracci, i foraggi, i grani da seme e il legname da costruzione e da doghe.

Inoltre aumentarono i bestiami che da fr.59,006,000 .nel 1881 salirono a 66,047,000 nel 1882; gli spiriti che da fr. 11,584,000 andarono a fr. 20,947,000, e il riso che da fr. 10,972,000 si spinse fino a fr. 18,632,000.

Nella categoria dei^prodotti fabbricati importati l’aumento più considerevole l’ottennero i bastimenti in ferro per mare, che da fr. 7,125,000 nel 1881 salirono a fr. 25,840,000 nel 1882.

Vengono in seguito i tessuti di lana, le macchine e oggetti meccanici, i nitrati di potassa e di soda, i tessuti di cotone, gli utensili ed altri lavori in me­ tallo e le stuoie e’ le treccie di paglia.

Il quadro dell’ esportazione presenta dei resultati non meno interessanti.

L’esportazione dei prodotti alimentari ottenne nel 1° semèstre del 1882 degli aumenti molto impor­ tanti. I vini che nel periodo suddetto del 1881 erano stati valutati a fr. 151,701,000 salirono nel 1882 a fr. 158,198,000; il burro da fr. 34,957,000 a fr. 48,494,000 e le materie grasse da fr. 10,869,000 J fr. 16,727,000.

Ma sono segnatamente le materie prime, e i pro­ dotti fabbricati che raggiunsero nel 1882 un au­ mento molto sensibile, e a meglio valutarne il mo­ vimento comparativo, aggrupperemo gli articoli fa­ voriti nel seguente quadro :

Materie necessarie alle industrie

Materiali da costruzione fr. Oli di semi g r a s s i. . . . » S t r a c c i ... ... » Legname, da costruzione » Grani per s e m e ... » Pelli e pelliccerie . . . . » L a n e ... , . . . . » Peli di ogni specie. . . . » Penne per guarnizione . » Seta e stoppa di seta . » C apelli...»

Oggetti fa

Tesanti di seta o di borra di iota » Tessuti di l a n a ... » .Tessuti di cotone . . . . »

Tessuti di lino e canape. » Fili di la n a ...» Pelli p rep a ra te ...» Lavori in pelli e cuoio . » | Orologeria...» Mode e fiori artificiali . » C arta e c a r t o n i ...» Medicamenti composti . » E stratti di legno da tingere » Solfato di chinino . . . . » T a rta ra ti ... » A ltri prodotti chimici . »

Le mercanzie la cui esportazione è diminuita nel 1882 sono ben poche.

(6)

IL M E O ESTERI BELL' IB IL T E Il

alla fine del primo semestre del

1882 Durante il mese di giugno del 1882 il commer­ cio esterno del Regno Unito con le sue colonie e con l’ estero ha dato i seguenti resultati:

1881 18 8 2

Importazione L. st. 30,865,882 31,572,322

Esportazione » 18,804,997 20,118,572

Totale L. st. 49,670,879

L’ esportazione, è rimasta nel

51,690,892

giugno scorso allo stesso livello del mese precedente. L’ importazione al contrario è sensibilmente decresciuta ; tuttavia i resultati del giugno di quest’anno oltrepassano quelli del mese corrispondente dell’anno passato. Per Tini sieme del primo semestre il commercio esterno del­ l’Inghilterra si riassume nelle seguenti cifre :

Importazione L. st. Esportazione » 1881 198,818,636 109,308,475 1 8 8 2 206,618,515 118,278,530 Totale L. st. 308,122,111 321,897,045

L’ importazione dei primi sei mesi de! 1882 fa resultare in confronto del periodo corrispondente del 4871 un aumento di sterline 7,804,879 cioè a dire L. 195,121,975, e l’ esportazione un aumento di st. 8,970,065ossia L. 224,251,850.

Alla fine dei primi 5 mesi I’ aumento a favore del 1881 non era stato che di L. it. 177,460,975 per l’ importazione e di 191,420,750 per l’ esporta­ zione.

Gli oggetti di alimentazione continuano a figurare fra le mercanzie la cui importazione è in aumento. Noteremo specialmente i seguenti :

1881 18 8 2 B o v i... L. st. 2,567,313 2,628,482 M o n to n i...» 903,330 1,137,343 B u r r o ... » 5,394,952 3,648,483 C a f f è ... » 3,299,836 3,802,873 G ran o ... » 13,545,058 15,281,330 Orzo... » 1,635,901 2,323,518 A v en a... » 1,566,332 1,737,309 A ranci e cedri . . » 801,210 1,083,192 P a t a t e ... » 649,869 682,644 R h u m ... » 253,542 490,387 S piriti... » 477,050 500,652 Zucchero greggio . » 10,424.620 11,500,497 T h è ... » 3,336,731 3,523,293

I Vini non seguono il movimento ascendentale, avendo raggiunta la cifra di st. 2,977,152 nel 1881 e quella di st. 2,945,322 nel 1882.

L’ importazione degli zuccheri raffinati che era stata di sterline 2,043,466 nell’anno scorso, è discesa quest’anno a sterline 1,834,746 ; quella del riso da sterline l,658,928n 1,153,551 ; quella delle uova da st. 1,294,484 a 1,280,372 e decrebbe pure l’impor­ tazione delle farine, del granturco, dei formaggi e del lardo.

Nella categoria delle materie prime aumentò l’ im­ portazione dei cotoni, e diminuì quella delle lane. Ecco del resto il movimento dettagliato di questi due importanti articoli.

Importazione del cotone

Provenienze 1881

S tati U niti quint. metr. 6,781,939

Brasile ' » ■ • 178,222 Egitto » 925,980 India Inglese » 1,046,249 Altri paesi » 72,877 Totale Quintali 9,005,267 Lire st. 26,199,766 Importazione della lana

Provenienze 1881

Europa... libbre 6,760,732

Possessi inglesi del

Sud dell’Africa . . » 23,703,447 India in g le s e ... » 11,288,602 A u s tra lia ... » 287,674,407 Altri p a e s i ... » 7,390,387 Totale i Libbre 337,017,575 ( Sterline 20,290,907 1882 3,800,552 324,749 815,357 2,251,748 87,124 9,279,830 27,109,153 1882 13,006,440 30,613,656 14,960,160 275,476,614 11,352,336 345,411,206 17,867.413

Le altre materie tessili che segnano aumento nel­ l’importazione furono il lino, la canapa, la juta e la seta. Anche le pelli greggie e le pelliccerie e le pelli fresche sono in aumento. L’ importazione dei- fi indaco fu di sterline 2,038,197 nel 1881 contro 4,361,078 nel 1882. 11 legno greggio e segato fu pure in aumento. L’importazione dei tessuti di seta che fu valutata nel 1881 a st. 3,895,605 nel 1881 cadde nel 1882 a st. 3,506,692; quella dei nastri da st. 667,388 nel 1881 salì a 882,150 nel 1882, e infine quella dei tessuti di sete diverse da ster­ line 1,691,765 nell’ anno passato aumentò a ster­ line 1,728,906.

La riesportazione del cotone ha preso un certo sviluppo essendo salita da st. 2,593,168 nel 1881 a 3,095,229. La riesportazione della lana al contrario da st. 8,026,135 nel 1881 decrebbe a 7,816,171 nel 1882, e quella dell’indaco salì da 890,916 a 1,514,021.

Dal quadro dell’esportazione dei prodotti del suolo e dell’industria inglese rileviamo che il carbon fos­ sile, la cui esportazione nel 1° semestre del 1882 era stata di tonn. 8,781,575 salì nel 1882 a ton­ nellate 9,892,046. Un valore rappresentato dal car­ bone esportato fu pertanto di st. 5,943,784 nell’anno scorso, e di st. 4,515,243 nel 1882.

L’ esportazione del ferro e dell’ acciaio da ster­ line 12,606,271 nel 1881 raggiunse la somma di st. 15,427,917 nell’anno in corso.

Ecco adesso il movimento dei fili e tessuti:

Esportazione Pili di cotone . . . L. st.

id. lino e canape »

id. j u t a .... ».

id. seta... »

id. l a n a ... »

Tessuti di cotone . »

id. la n a . . . »

id. lino e canapa »

id. seta . . . » id. ju ta . . . » 1881 1 8 8 2 6,336,232 6,379,532 -518,712 560,140 -105,302 144,557 -425,330 480,351 — 1,353,393 1,613,881 -32,304,191 30,870,082 — 8,188,896 9,464,520 4-2,883,399 3,113,362 - f 1,128,284 1,398,441 + 1,100,672 1,167,088 +

(7)

Il valore attribuito, all'importazione dell’argento è di st. 3,716.718 per il 1881 e di st. 4,387,234 per il 1882. L’esportazione di questo metallo è rimasta presso a poco stazionaria, cifrandosi con st. 4,176,483 nel 1881 e con st. 4,437,135 nel 1882.

LE BANCHE POPOLARI D’ITALIA

Dalla Direzione generale di statistica, fu, nel mese scorso, edito un volume di trecento pagine, ricco di notizie sulle banche popolari italiane.

Ecco un semplice riassunto che può destar mag­ gior interesse nei lettori e dare un’idea chiarissima dell’incremento considerevole, in Italia, delle Banche popolari, al 51 ottobre 1881:

Banche Capitale versato Fondo di riserva Deposito

1870 N. 50 Milioni 13 1 21 1871 » 64 » 23 3 40 1872 » 80 » 24 7 65 1873 » 88 » 31 7 61 1874 » 100 » 34 7 92 1875 a 109 » 34 8 113 1876 » 111 » 35 9 125 1877 » 118 » 37 10 142 1878 9 123 » 38 10 162 1879 » 133 « 39* 10 167 1880 » 140 » 39 11 179 1881 » 165 » 41 11 191

Il loro numero si accrebbe del 230 0/o, il loro capitale versato del 294 O/o, il fondo di riserva del 1221 O/o, e l’ammontare dei depositi, in conto cor­ rente e a titolo di risparmio dell’876

O/o-La d:stribuzione geografica del credito popolare nel nostro paese risulta da questo prospetto, compi­ lato in ordine decrescente:

Una banca popolare per abitanti. Compartim. Basilicata Marche Veneto Lombardia Emilia Puglie Toscana Umbria Una 63.000 76.000 88.000 123.000 132.000 142.000 178.000 183.000 Compartirà. Abruzzi e Molise Piemonte Liguria Lazio Campania Sicilia Calabrie 1. Sardegna

società ordinaria di credito

Compartim. Liguria Toscana Piemonte Lazio Marche Sicilia Sardegna Veneto Un istituto Compartim. Liguria Basilicata Marche Toscana Veneto Piemonte Lombardia Emilia per abitanti. Abitanti Compartim. 60,000 Lombardia 102.000 Emilia 126.000 Campania 167.000 Puglie 228.000 Basilicata 287.000 Umbria 318.000 Aruzzi e Molise 330.000 Calabrie di credito (popolare per abitanti. Abitanti 46.000 56.000 57.000 64.000 69.000 78.000 91.000 100,000 Compartim. Lazio Puglie Umbria Sicilia Abruzzi e Molise 160,000 Campania 183,000 Sardegna ol8,000 Calabrie 1.206,000 Abitanti 346.000 422.000 459.000 473.000 510.000 549.000 .282,000 ord.) Abitanti 1 0 4 ,0 ,, 109.000 137.000 152.000

La quota media per abitante del capitale e del fondo di riserva appartenenti alle Banche popolari del regno essendo di L. 1,97, il Compartimento di di Lombardia presenta una media di L. 7,52, il maximum, quello della Calabria, il minimum, con con 8 cent, soltanto per abitante. Le quote di capitale e fondo di riserva superano la media del regno, ol­ treché nella Lombardia, nella Liguria, nell’ Emilia, nel Piemonte e nel Veneto.

La media generale per il regno delle somme de­ positate a titolo di risparmio, o in conto corrente presso le Banche popolari è calcolata in L. 7,15 per abitante, quota ingrandita dai depositi degli istituti lombardi e rappresenta quindi inesattamente una media generale. Ad ogni modo, considerandola come tale con grande discrezione di giudizi, si ha che i soli compartimenti in Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte la superano, tutti gli altri le stanno molto al disotto.

Considerando unitamente le Banche popolari e gli altri istituti di credito, la media generale del regno per abitante è di L. 10,46 per il patrimonio, è di 22,51 per i depositi; la media del patrimonio sale a L. 37,80 nel Lazio, 34,12 in Liguria, 27,35 in Toscana, 23,27 in Piemonte 13,18 in Lombardia, discende a L. 0,05 nelle Calabrie; la media dei de­ positi rappresenta L, 98,05 per abitante in Liguria, 59,74 in Toscana e centesimi 5 nelle Calabrie.

In Italia vi è una Banca Popolare per 165,459 abitanti; in Germania ve n’è una per 23,370 e pure non è men duro colà il lagno coutro l’ usura.

Dalle fine del 1876 al 31 dicembre 1880 I’ au­ mento dei soei dalle Banche Popolari è stato in tutto il Regno considerevolissimo: da 77,340 a 162,179.

Il numero complessivo dei soci di 120 Banche Popolari italiane, che risposero al quesito rig u a r­ dante la condizione degli azionisti, ascendeva al 51 dicembre 1880 a 100,593 di cui 89,664 maschi e 10,947 femmine.

Il maggior numero degli azionisti delle Banche popolari è costituito dalla classe dei piccoli industriali (artigiani indipendenti) e dei piccoli commercianti.

Notizie economiche e finanziarie

Il Ministero di agricoltura e commercio ha ban­ diti per il prossimo anno 1883 i seguenti con­ corsi: 1° Concorso regionale di Alessandria; 2° Con­ corso regionale di Milano; 3° Concorso regionale di Udine; 4° Concorso regionale di Forlì; 5° Concorso per aziende agrarie in ciascuna delle provincie di Belluno, Girgenti, Potenza; 6° Concorso aziende vi­ nicole in ciascuna delle provincie di Bergamo, Ca­ gliari, Catania, Como, Messina, Sassari, Siracusa e Sondrio.

Oltre poi a questi concorsi governativi altri spe­ ciali ne furono banditi dai Comizi agrari di Pallanza e di Teramo, il primo per la stampa di un manua- letto agricolo, il secondo per rotazioni agrarie.

— Le cifre seguenti rappresentano l’esportazione dei vini nel primo semestre degli anni 1881 e 1882,

1882 1881

(8)

L’esjiortazione del vino in bottiglie, non ostante un leggiero aumento, è tuttavia insignificante; e quel che ci sembra più grave, l’uscita del vino in botti sulla quale si fondavano tante speranze, è [¡.lotta quasi alla metà. La curva ascendente del commercio dei vini si ripiega bruscamente sopra sè stessa e ci riconduce indietro, mentre noi ci auguravamo di spingerci risolutamente innanzi e di rivaleggiare colla Spagna, che ha iniziato la sua ristorazione econo­ mica, mercè le copiosissime vendite de’ vini all’estero. — Il Consiglio del commercio nella sua ventura sessione dovrà esprimere il suo parere sulla do­ manda fatta da parecchi industriali, che sia consen­ tita l’importazione temporanea del grano estero per essere convertito in semola ed in paste.

— La Camera di Commercio di Mantova ha do­ mandato che la dogana sia posta alla stazione della strada ferrata. Uguale desiderio hanno manifestato le rappresentanze amministrative e commerciali di Udine, Padova, Yicenza, Bologna e di altre città e noi crediamo che non solo nell’interesse del com­ mercio, ma anche in quello dell’ erario, tali giusti voti dovrebbero essere prontamente esauditi.

— Al ministero di agricoltura e commercio per­ vennero già alcuni ricorsi di Camere di Commercio, le quali preoccupandosi della possibilità che al ri­ torno della circolazione monetaria possano le banche di emissione essere costrette a restringere il credito al commercio; insistono presso il Ministero acciocché voglia provvedere in tempo a che la temuta even­ tualità non debba avverarsi.

In quei ricorsi si accenna ai gravi danni che de­ riverebbero da una restrizione del credito.

— Le notizie di nuove trattative del Governo nostro con quelli di Svizzera, di Germania e con altri, intese a stipulare nuovi trattati commerciali, avevano destata qualche apprensione nei nostri in­ dustriali e specialmente nei cotonieri, temendosi che le fabbriche italiane avessero a trovarsi di fronte a qualche nuovo ribasso di dazio che potesse compro­ metterne le sorti.

Sappiamo invece che il Ministero intende mantenere scrupolosamente gli impegni assunti avanti.il Parla- monto, cioè tra altro, di conservare in massima inal­ terate le basi degli attuali dazi sui cotoni, salvo pro­ babilmente il fare su pochissimi articoli lievi modi- ficazioilt dirette a togliere delle sconcordanze favo­ revoli all’ industria nazionale. Anche nella revisione della tariffa generale il Ministero intende tener conto dei voti manifestati dagli industriali relativamante alle modificazioni da introdurre nella tariffa vigente.

—_ Con decreto in data 19 giugno ultimo è stata autorizzata la Società Anonima Fàbbrica di Alcool e Setificio in S a v ig lia n o sedente a Torino, col ca­ pitale nominale di L. 2,000,000 diviso in n. 4000 azioni di L. 500 ciascuna. Con lievi modificazioni fu pure approvato il suo statuto sociale.

— Con decreto in data 5 luglio è stata appro vata la convenzione con la Compagnia Eastern Te- legraph per la immersione e manutenzione di un cordone elettrico sottomarino fra le isole di Lipari e di Salina.

— La Gazzetta Ufficiale di martedì 25 luglio ha pubblicato il decreto reale che approva la nuova tariffa telegrafica, la quale andrà in vigore col I o gen­ naio 1883.

— Si è costituita in Napoli una Società col ti­ tolo Società Napoletana di navigazione a vapore col capitale di lire 1,000,000 diviso in 40,000 azioni da lire 25 ciascuna.

— Si è costituita una società tra il conte Diego Peroni e l’ingegnere Labella per 1’ esercizio d’ una miniera di lignite situata in Gualdo Cattaneo in pro­ vincia di Perugia.

— Le Società di studi economici e di utilità po­ polare, del Portogallo, tennero a Lisbona un Con­ gresso nazionale.

Il segretario generale ha aperto la sessione m et­ tendo il Congresso sotto gli auspici di cinque eco­ nomisti, eh’ egli chiamò i maestri della scienza so­ ciale moderna e i capi-operai del progresso popo­ lare, e sono :

Schiiltze, Audrimont, Malarce, Bruyn-Kops e Luzzatti.

I principali membri del Congresso si sono con­ certati per redigere delle monografie storiche, am­ ministrative e statistiche sulle istituzioni del Porto­ gallo, affine di poter dare lo stato e il movimento economico e sociale di questo paese al Congresso scientifico universale delle istituzioni di previdenza, che si convocherà nel luglio 1883 a Parigi.

— L’ onorevole Baccarini, nell’ intendimento di affermare maggiormente la responsabilità delle fer­ rovie verso coloro che se ne servono, e ridurre a vantaggio del commercio i termini di resa delle merci, ha compilato un progetto di nuove condi­ zioni o tariffe per i trasporti in ferrovie da adot­ tarsi prima sulle sulle tre principali reti delle fer­ rovie dell’Alta Italia, Romane e Meridionali Cala­ bresi. Con questo progetto, che ora il ministro dei lavori pubblici ha sottoposto all’ esame del collega di agricoltura e commercio, verrebbero ridotti' i prezzi attuali e segnatamente quelli p e rii trasporto delle merci a piccola velocità, delle derrate alimen­ tari e del bestiame.

— Il regolamento per le stanze di compensazione di Roma, proposto dalla Camera di commercio ed arti e deliberato all’ unanimità in una recente riu­ nione dai rappresentanti gli Istituti chiamati a par­ teciparne, è stato approvato dal Governo.

In tal guisa già in tre città, cioè, Genova, Mi­ lano e Roma le stanze di compensazione sono le­ galmente costituite; e come la Camera di commercio di Genova ha subito disposto per iniziare le ope­ razioni delle sue stanze, così non v’ ha dubbio che anche la solerte rappresentanza del commercio di Roma adotterà senza indugio i provvedimenti ne­ cessari, affinchè le stanze di compensazione funzio­ nino entro breve tempo anche nella capitale del Regno.

— Nell’ anno 1885 sarà aggiudicato in ognuna delle provincie di Avellino, Cagliari, e Mantova un premio d’onore a quelle aziende agrarie e poderi, nei quali, fatto il confronto cogli altri delle pro­ vinole medesime, veggansi, in maniera incontesta­ bile, conseguiti miglioramenti notevoli e degni di imitazione sul giudizioso impiego di capitali e pel ben inteso ordinamento dei diversi fattori della ren­ dita fondiaria.

(9)

Ad ogni premio d’ onore sono aggiunti una me­ daglia d’argento, due di bronzo e L. 500 da distri­ buirsi ai direttori, ai fattori ed agli operai dell’azienda a cui è aggiudicato il premio.

— Nel settembre 1883 avrà luogo un concorso regionale agrario in Forlì per la sesta circoscrizione la quale oltre quella di Forlì, comprenderà le pro­ vince di Bologna, Ravenna, Pesaro, Ancona, Ma­ cerata ed Ascoli-Piceno.

I premi in medaglie ed in denaro destinati dal Ministero di agricoltura sono della somma di 29,000 lire, e saranno estesi a poderi ed aziende rurali, a vigne, a orti, frutteti, coltivazioni di monte, mono­ grafie, esemplari di razze equine, bovine, suine ecc. La commissione ordinatrice del concorso confida che la convinzione dei vantaggi che ne risulteranno ed il desiderio di giovare agli interessi generali, saranno uno stimolo a che nel concorso affluiscano numerosi gli espositori.

— Le tre principali amministrazioni ferroviarie italiane hanno riconosciuto la utilità che anche gli scontrini di ritorno degli elettori politici, per godere della riduzione del 75 0/0 sul prezzo del biglietto di viaggio, debbano essere modificati nel senso che dai medesimi risulti la indicazione della residenza attuale dell’elettore.

— In seguito a comunicazioui fatte dalla Dire­ zione generale delle poste di Pietroburgo al Mini­ stero del commercio di Vienna, d’ora in avanti non possono essere introdotte in Russia, pel tramite delle poste austriache, le seguenti merci: il terriccio da giardino, i ceppi di vite, i cannelli (in legno) da pipe, le stamigne (étamines) e le foglie.

— Si annunzia da Brod, che furono levati tutti i segni e barriere doganali ai confini bosniaci e che oggimai tutte le merci nazionali possono entrare li­ beramente nei paesi occupati senza pagare nemmeno un soldo di dazio.

— Il Consiglio federale germanico ha decretato che siano sottoposti al pagamento dei dazi di con­ fine i pacchi postali contenenti più di 50 grammi di merce il cui dazio sia di 100 marchi o più per 100 chilogr.

— La legge per la riduzione dei dazi testé votata dalle Cortes spagnuole favorisce l’ importazione di parecchi prodotti italiani. Così il dazio delle doghe è ridotto da 15 a 2 lire il migliaio; il dazio della seta cruda e filata non torta da 75 a 10 centesimi per chi log. il dazio della canapa greggia e pettinata da 9,90 a 2 lire per quintale ; il dazio dello zolfo da L. 0,75 a 0,25 per quintale.

— Il sig. De Neumann Spallart, distinto economista, ha pubblicato il suo annuario. In esso il sig. De Neumann calcola il progresso della ricchezza del mondo durante il periodo decennale 1870-1880. Questo periodo fu molto agitato. Nondimeno il pro­ gresso è incontestabile. Secondo il signor Giffen la ricchezza del Regno Unito della Gran Brettagna ed Irlanda che era nel 1865 di 6,113 milioni di ster­ line, sarebbSsi elevato nel 1875 a 8,548 milioni, e nel 1879 a 8,800. Secondo il sig. Soetbeer, la ric­ chezza della Prussia nel 1865 sarebbe stata di 8,710 milioni di franchi, e nel 1875 di 10,085 milioni. Quella dell’Austria calcolata a 4,300 milioni di fio­ rini nel 1869, era nel 1864 di sei miliardi di fiorini.

Quanto alla ricchezza della Francia esss è supe­ riore ai 200 miliardi di franchi.

— I telegrammi a destinazione d’ Alessandria d’Egitto possono essere nuovamente istradati a ri­ schio dei mittenti per le vie di Malta e di Zante (diretta), con le tasse consuete, o per la via di Co- stantinopoli-Latachia-Larnaca, con la tassa di lire 2.12 1/2 per ogni parola. 1 telegrammi per tutti gli altri uffici egiziani continuano ad istradarsi per la via di Turchia, o Zante—Tchesiné-EI Arich, ma sono accettati a rischio dei mittenti, essendo ora annunziata in modo indeterminato la interruzione delle linee egiziane.

— Il Governo rumeno ha accordato un premio d’ incoraggiamento di 16 centesimi per ogni chilo— gramma di zucchero bianco prodotto nel paese.

_ Nel recente trattato di commercio fra la Francia e la Svizzera fu inserita una disposizione colla quale i campioni dei viaggiatori di commercio saranno introdotti nei due paesi in franchigia e senza alcuna formalità doganale, sol che il viaggia­ tore sia munito di una carta di legittimazione.

— La Repubblica orientale dell’Uruguay ha au­ mentato i suoi dazi d’ importazione dal 4 all’8 per cento e di esportazione del 2 per cento. Tale au­ mento è già andato in vigore fino dal 20 del mese scorso.

— 11 giornale ufficiale di Buckarest pubblica un decreto che nomina parecchi agenti di cambio e fissa l’apertura della Borsa di Buckarest al 27 set­ tembre prossimo.

— È stata attuata in servizio italo-francese la tariffa comune n. 321-P.V. pel trasporto di vini, alcool, acquavite da determinate località vinilere italiane, e da Trieste per Parigi-Bercy, Marseille- St-Charles, Marseille—Joliette, Cette—Ville e per le stazioni francesi situate su ciascuno di tali percorsi.

La stessa tariffa è pnre estesa al trasporto dei fusti vuoti di ritorno dalle stazioni francesi sovra- indicate a quelle donde i detti fusti partirono pieni.

Le stazioni italiane ammessevi, i prezzi e le con­ dizioni di trasporto, appariscono dalla tariffa co­ mune medesima n. 321-P.V. che sarà vendibile al prezzo di cent. 13 presso le principali stazioni della rete.

Nel secondo trimestre dell’ anno corr., arrivarono nel porto di Filadelfia 50 bastimenti italiani ; di questi 35 erano carichi di minerale di ferro e ferro vecchio, 3 di zolfo, 1 sughero, 3 sale, 2 marmi e stracci, 2 ossa, 3 gesso, 1 zolfo e somacco.

Nel medesimo corso di tempo partirono da questo porto 43 bastimenti nazionali, dei quali 12 in za­ vorra per diversi porti degli Stati Uniti ed 1 in za­ vorra per St, John N. B., 2 carichi di carbone per la Martinique, 1 per Duboy con ferro e stracci ed 1 con farina e tavole per Rio Janeiro, 18 per di­ versi porti d’Italia con petrolio, e gli altri 8 pure con petrolio per porti del Continente d’Europa.

Nel secondo trimestre del 1881 vi furono nel porto di Filadelfia 61 arrivi e 47 partenze.

— Nel primo semestre del corrente anno furon costruite negli Stati Uniti 4415 miglia di ferrovie, cioè tante quante ne furono costruite complessiva­ mente nel primo semestre del 1880 ed in quello del 1881.

(10)

ferrovie, e si calcola che nel 1882 se ne costruì-ranno non meno di 10,000 miglia.

Sonvi attualmente in esercizio circa 110,000 miglia ; noi 1832 non ve ne erano che 229, nel 1842 erano 4026, nel 1852 soli 12,908, nel 1862 appena 32,120 e nel 1872 non più di 66,171.

Il capitale impiegato, tra azioni ed obbligazioni, calcolandolo in media a 855,000 per miglio, am­ monta a circa 5 miliardi e mezzo di dollari.

Gli introiti lordi per l’anno scorso ammontarono a doli. 725,325,119, da cui dedotte le spese rimane un utile di doli. 276,954,119.

Nel 1881 furono trasportate più di 350 milioni di tonnellate di merci ad un tasso di circa un soldo per miglio, cioè minore che in qualunque epoca precedente.

Il numero delle persone impiegate nella costru­ zione, manutenzione ed esercizio delle ferrovie ed industrie inerenti è di 1,750,000, che colle loro fa­ miglie costituiscono una considerevole parte della popolazione totale.

Le condizioni di vita degli operai in Italia

Nel gennaio scorso il Ministero di agricoltura ini­ ziava una indagine sulle condizioni degli operai del nostro paese, e all’ oggetto di ottenere notizie possibilmente attendibili, si rivolse di preferenza ai principali industriali, chiedendo loro quali fossero gli alimenti più usati nelle singole provincie, quali ne fossero il costo, e la quantità consumata. Le notizie finora ricevute dal Ministero vennero trasmesse da un centinaio d’industriali, e il Comm. Bodio in una delle ultime sedute dell’ Accademia dei Lincei, le riassumeva in una breve, ma interessatissima me­ moria , di cui offriamo ai nostri lettori i punti più * importanti.

La provincia di Belluno è quella ove gli operai vi sono più miseramente nutriti. La polenta di gran­ turco e un poco di cacio per companatico sono il cibo abituale.. La polenta di ordinario è senza sale; il sale si trova solamente nel cacio. La carne, il vino e persino il pane di frumento, le paste e il riso si considerano come generi di lusso, il cui consumo è riserbato ai giorni solenni dell’anno, o in circostanze straordinarie, in casi di malattia, eo. Si consumano poi con qualche frequenza i fagiuoli e l’orzo in mi­ nestra, alcuni erbaggi ed un poco di latte. Il costo giornaliero deli’ alimentazione di un uomo adulto viene calcolato da 60 a 80 centesimi ; un quarto meno per una donna e la metà per un fanciullo.

Dalle poche notizie che si hanno dalle altre pro­ vincie del Veneto si rileva che vi è diffusa I’ ali­ mentazione del granturco quantunque in proporzioni meno abbondanti che nel Bellunese.

Nella Lombardia è alquanto migliore il vitto degli operai che non nel Veneto. Base'dell’alimentazione è pure il granturco, specialmente fra gii operai ad­ detti ai lavori più grossolani; ma vi è più frequente P uso del pane di frumento, delle paste e del riso. Mangiano carne una volta la settimana, in ragione di 250 grammi per uomo adulto ; bevono un po’ di vino di più che nel bellunese. In due stabilimenti serici della provincia di Bergamo, l’opificio fornisce il vitto alle sue operaie e con una spesa relativa­

mente tenue (50 centesimi circa) procura ad esse un alimento vario, composto di v in o , pesce, frutta ed altro.

Il consumo del granturco va diminuendo a mi­ sura che si procede verso le provincio meridionali. Riapparisce soltanto nella provincia di Chieti fra gli operai che lavorano alternativamente nei campì e negli opificii industriali, in quella di Benevento, e in minori proporzioni in quella di Salerno. Scompare del tutto in Sicilia.

In Sardegna pare che del granturco non facciano uso se non gli operai continentali occupati nelle mi­ niere. Questi però hanno salarj più grossi degl’iso­ lani, e in generale si alimentano assai meglio che non gli operai addetti ad alcune industrie manifat­ turiere del continente. Servirà alla dimostrazione un parallelo fra le condizioni di vita degli operai in una cartiera di Pescia, con quella dei minatori piemon­ tesi nella miniera di piombo argentifero in Ingurtosu (Cagliari).

Un uomo adulto, nelle cartiere di Pescia, guada­ gna L. 1 40 al giorno, e non avendo lavoro che per 5 giorni della settimana, il suo guadagno settimanale è di L. 7. Una donna guadagna cent. 65 al giorno e ' 3 25 per settimana. Talché, fra marito e moglie, possono mettere insieme lire 10 25 per settimana. Le spese di vitto e di riscaldamento ammontano per una settimana a L. 8 15. Rimangono quindi L. 2 10 con le quali si dovrebbe provvedere al vestiario ed a tutte le altre spese, compresa la tassa di ffuoca- tico. E peggio sarebbe se vi fossero figli.

Il minatore piemontese che lavora nella miniera di Ingurtosu guadagna lire 4 50 al giorno, e sup­ ponendo che lavorasse 5 giorni della settimana avrebbe un guadagno settimanale di L. 22 50. Esso si nu­ trisce bene e spende per vitto L. 17 50 la settimana, più del doppio di una coppia di marito e moglie che lavori nelle cartiere di Pescia, e gli resta ancora di più per gli altri bisogni della vita. Il contrasto è rude assai.

la generale, quanto alla qualità del vitto dei nostri operai, predomina il pane con i suoi succedanei. La spesa per questi alimenti primi ed essenziali assorbe, dove la metà, dove i tre quarti ed ancora più della spesa di alimentazione di tutta la famiglia e da un terzo a due terzi della intera economia domestica.

Compiuta quest’ indagine sull’ alimentazione degli operai, sappiamo che il Ministero è disposto a pro­ seguirla sui salari, sulle abitazioni e sopra le altre condizioni delle classi lavoratrici.

Camera di Commercio di Milano.

— ( Seduta del 27 luglio). — Esauriti alcuni affari d’ordine amministrativo il Presidente invita il segretario a dar lettura del parere della Commissione di finanza sulla domanda della ditta Giulio Prinetti fabbricante di macchine da cucire diretta ad ottenere che le macchine da cucire vengano classificate agli effetti doganali, in modo da avere un dazio corrispondente alla loro vera natura.

(11)

prov-vedimento richiesto debba trovarsi in una variante I da apportare al repertorio. Ma essa non conviene con lui nel giudicare giustificabile l’assimilazione delle macchine da cucire agli ¡strumenti di preci­ sione e scientifici ; vero è, -nota la relazione, che tali macchine debbono lavorare con precisione, ma questa è prerogativa di tutte le macchine, anzi è uno dei caratteri per cui il lavoro meccanico è preferibile al manuale.

La Commissione non crede neppure ammissibile l’altra assimilazione con le mercerie, messa pure avanti dalla ditta ricorrente, perchè secondo essa sarebbe troppo enormemente grave, specialmente per le macchine complete, il dazio di 60 lire al quintale, ed è per questo che la Commissione di­ chiara di non sapersi decidere ad accogliere tale assimilazione.

Essa invece crede che si possa arrivare ad una equa soluzione del proposto problema, facendo ri­ corso all’applicazione-del principio fondamentale in fatto di legislazione doganale, che cioè una merce composta viene assoggettata non al dazio della ma­ teria .componente meno gravata, ma al dazio di quella che lo è maggiormente, o per lo meno di quella, che può essere qualificata come principale.8! Nel caso delia macchina da cucire si verifica che il legno e la ghisa, pur rappresentando in quelle complete il maggior peso, non entrano però che in minime proporzioni a costituire il vero meccanismo proprio di tali macchine, il quale si compone in­ vece di una certa quantità di acciaio (che può giungere fino a 4 chilogrammi), oppure, in parziale sostituzione di essa, di piccoli pezzi di ferro di se­ conda fabbricazione e di ghisa malleabile, e ciò bene inteso senza tener conto delle decorazioni in pacfond, ottone ecc. Secondo la Commissione frat­ tanto la giusta tassazione di queste macchine do­ vrebbe essere fatta per lo meno sulla base del da­ zio che è applicato al ferro di seconda fabbricazione guarnito di altri metalli (voce 184 b) cioè di Li­ re 14 al quintale; nè deve trattenere dall’ adottare questo partito il timore di far pagare troppo grave dazio alla ghisa, o al legno, che fanno parte della macchina con pedale, imperocché è cosa nota che oramai un grandissimo numero di questi grossi pezzi si fa fabbricare in paese per evitare le ingenti spese di trasporto, di guisa che il dazio trovasi ge­ neralmente applicato soltanto alla parte superiore della macchina, cioè al vero meccanismo.

Con proporre siffatta assimilazione, la Commis­ sione ha creduto che siano con qualche equità con­ ciliati i bisogni dei consumatori di macchine con quelli dell’industria nazionale; alla quale un prov­ vedimento è pur dovuto anche all’intento di togliere di mezzo l’anomalia, riproducentesi ancora in molti casi, che cioè le macchine finite vengano ad essere tassate con dazio minore che non sia la somma dei dazi inerenti alle diverse materie che entrano a comporle.

Villa osserva che consente nelle conclusioni della Commissione perchè conciliano il desiderio di venir in qualche aiuto alla Ditta richiedente senza aggra­ vare troppo — come si chiedeva nella domanda della stessa — la importazione delle macchine.

Anche Ginoulhiac accetta quelle conclusioni , mentre troverebbe affatto fuor di luogo che si assi­ milassero le macchine da cucire alle mercerie non meno che agli istrumenti di precisione.

Il Presidente fa osservare che il temperamento proposto dalla Commissione è non solo inspirato ad equità, ma si presenta pure sostenuto con persua­ denti ragioni desunte dalle stesse consuetudini vi­ genti in'materia doganale; quindi è d’ avviso — e a lui si associa anche Bertarelli — che si debba debba chiederne al Governo l’accettazione.

La Cantera delibera in questo senso.

Camera di Commercio di Parigi.

— Dopo aver preso conoscenza nella seduta del 12 luglio, delle condizioni alle quali la città di Parigi sembrerebbe disposta a soddisfare i voti del commercio, allestendo il Mercato del grano per uso di Borsa di mercanzie, la Camera di Commercio di Parigi decise, allo scopo di facilitare una pronta soluzione, di consentire di amministrare la Borsa di Commercio per conto della città di Parigi, garantendole un minimum di be nefici sulle riscossioni provenienti dagli affitti da farsi in questo stabilimento.

Consultata dall’ onor. Ministro del Commercio sul soggetto della questione della revisione del trattato di Commercio Franco-Turco del 1861, la Camera di Parigi è d’avviso che vi sia luogo di rivedere la tariffa annessa, basata su corsi che si sono certa • mente abbassati durante un periodo di 20 anni ; le basi di questa tariffa (8 per 100 ad valorem su tutte le mercanzie importate) sembrano troppo ele­ vate, specialmente per le candele, i vini, alcuni ar­ ticoli di seta, di lana ed il così detto articolo di Parigi.

La Camera di Commercio richiama l’ attenzione della Commissione che parteciperà alla revisione di questa tariffa, in modo da regolarla, articolo per ar­ ticolo su quella della nazione più favorita.

Ufizio pubblico di stagionamento delle sete. — Modificazioni fatte al regolamento dei saggi dei boz­ zoli. — La Camera di Commercio rende noto agli interessati le seguenti modificazioni che ha deciso di fare al regolamento dei saggi dei bozzoli.

Lo scarto fra i due primi saggi ed il terzo od il quarto, che era stato fino ad oggi del 10 per cento, sarà ridotto d’ora innanzi all’ 8 per cento.

Lo scarto per i bozzoli inferiori sarà del 12 per cento invece che del lo per cento.

L’ art. 2 del regolamento sarà dunque modificato come appresso:

« Quando, fra la media dei due saggi che si av­ vicinano più fra loro ed il terzo saggio si troverà uno scarto dell’8 per cento al meno di questa me­ dia, il terzo saggio sarà in riserva. » Ne sarà fatto un quarto ed il resultato definitivo sarà determi­ nato dai due primi saggi che più si avvicinano e dal terzo o quarto saggio che si avvicinerà più alla media dei due primi.

L’ art, 6 sarà d’ or innanzi cosi concepito : « 1 bozzoli la cui diminuzione media oltrepasserà sei chilogrammi per 1 di seta, ed i bozzoli di Nouka dovranno presentare uno scarto del 12 per cento almeno, invece che dell’ 8 per cento, per dar luogo al quarto saggio. » Tolta questa eccezione saranno. sottomessi alle stesse regole degli altri bozzoli.

Riferimenti

Documenti correlati

In quanto alla estensione del Piano, si è dovuta determinare in rapporto all’ aumento della popola­ zione già avvenuto e a quello ulteriore prevedibile. Le

Quale risultato principale della combinazione dei resoconti sommarii suesposti, dovrà tenersi presente la massima che, come agli Stati-Uniti la maggior parte dei

Se ognu­ na di esse sarebbe pel solo fatto della presenza m a ­ teriale del suo rappresentante", legata alle decisioni delta m aggioranza d elle altre, ne

M. Alphonse Courtois reclama all’opposto di M. de Labry, il riconoscimento legale del mercato a termine. Perchè dunque la legge, che garantisce nel primo caso

La pesca del corallo continua nei mari di Sciacca se non collo stesso materiale e con altrettanti gua­ dagni dell’anno precedente, in modo però soddisfa­

Il sistema di far uso delle rotaie e dei cerchioni delle ruote, come fili conduttori della corrente elettrica, è stato ripro­ dotto, in prossimità di Berlino,

Queste ragioni sono suffragate da due autorevoli pareri del Ministero di Agricoltura, Industria e Com­ mercio, il quale ebbe a manifestare ad un quesito mosso

3746 ed al quale sono unite tre tavole di disegni, sarà ostensibile dal dì 8 andante nell’Ufficio dell’Ingegnere Ispettore Capo della terza sezione del