L ’ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno n x - V o i . XXXIY
Firenze, 11 Ottobre 1903
N. 1536
S o m m a r i o : Il 3 l j 2 del Credito Fondiario — Avanzi e disavanzi dei bilanci europei — R. Da l l a Vo l t a. Imperialismo e protezionismo, VI. (Contìnua) —~ A. J. dk Johannis. Do scopo e le funzioni delie Banche di emissione, I. — Per le nuove Convenzioni ferroviarie. — Rivista bibliografica : Prof. Ferdinando Puglia. La lotta per il diritto e l’evoluzione sociale. — Rivista economica: (Gli Stati Uniti come importatori di
manifatture europee - La cooperazione in Italia La conversione delle Cartelle fondiarie della già Banca Nazionale. — La popolazione del mondo. — Il movimento commerciale e industriale del Perù. — La-pro
duzione delia seta nel 1902. — Il movimento commerciale nel porto di Fiume. — Mercato monetano e
Banche di emissione. — Rivista delle Borse. — Società commerciali ed industriali (Rendiconti di Assem blee). — Notizie commerciali — Avvisi.
11 3 112 DEL CREDITO FONDIARIO
La notizia della deliberazione presa dal Consiglio di Amministrazione dell’ Istituto ita liano di Credito Fondiario di concedere mutui al saggio del 3 1(2 per cento di interesse e di emettere a mauo a mano cartelle fondiarie allo stesso saggio di interesse, è stata erroneamente interpretata da alcuno, che confuse questo prov vedimento con quello di una conversione al 3 1(2 delle cartelle dell’ Istituto ora in circolazione al 4 ed al 4 1(2 per cento.
A noi pareva di essere stati chiari nel- l’ articolo pubblicato nell’ ultimo numero del- 1’ Economista, ma giacché alcuni dei nostri let tori ci chiedono esplicitamente se sieno vere le voci corse di una conversione delle cartelle 4 e 4 1(2 ci affrettiamo ad affermare che non vi è alcun motivo per credere che l’ Istituto italiano di Credito fondiario abbia intendimento di procedere ad una simile conversione ; e ciò, prima di tutto perchè non ci consta che una si mile deliberazione sia stata presa o che sia stata fatta o discussa nemmeno come proposta, ed in secondo luogo perchè l’ Istituto non avrebbe nes suna convenienza per deliberare tale provvedi mento.
Bisogna partire dalla conoscenza delle di sposizioni di legge che obbligano ad una per fetta corrispondenza tra il saggio di interesse dei mutui e quello delle cartelle emesse in loro confronto ; senza di ciò sarebbe possibile che P Istituto emettesse cartelle ad un saggio info- ìiore a quello che ricava dai mutui, il che è con trario alla lettera ed allo spirito della legge che regola in Italia il Credito fondiario.
La deliberazione dell’ Istituto italiano ri guarda soltanto i mutui che dal 1° Novembre fossero conclusi al 3 1(2 per cento, contro i quali a suo tempo saranno emesse le cartelle al 3 1(2 per cento di interesse ; il che anche non esclude che possano essere continuati i mutui al 4 0[o, se la convenienza del mutuante e del mutuata
rio, date certe condizioni del mercato, lo consi glieranno.
D ’ altra parte riteniamo che all’ Istituto giovi di avere in circolazione cartelle di vari saggi di interesse, poiché quelle che sono a sag gio più alto e che perciò sono quotate al diso pra della pari, hanno, come insegna la esperienza, una influenza utile a mantenere alta la quota zione delle cartelle a saggio più basso. Come pure crediamo, ed esprimiamo un nostro perso - naie convincimento, che un Istituto di Credito fondiario, specialmente quando abbia stipulato una ragguardevole quantità di mutui, i quali, perchè, molti rappresentano anche varie vicende, diremo così storiche, che vanno maturandosi, abbia tutta la convenienza di avere cartelle a tale saggio di interesse, che la loro questione sia al di sotto della pari o tutto al più alla pari. <
È noto infatti che una certa quantità di mutui viene estinta con anticipazione sulla sca denza, e quindi la quantità delle cartelle che se mestralmente si estraggono è sensibilmente mag giore dell’ ammontare delle semestrali quote di capitale pagato. Ora gli aquirenti delle cartelle fondiarie sono in genere persone pacifiche alle quali disturba la troppo frequente estrazione delle cartelle che posseggono, peggio se il rim borso fa loro perdere qualche cosa sul prezzo che potrebbero realizzare colla vendita. E se la abbondante estrazione è inevitabile perchè non si possono impedire i pagamenti anticipati, inco- coraggia però il pubblico all’impiego dei risparmi in cartelle, se, in compenso della noia del reim piego in causa di estrazione, vi è qualche mar gine a vantaggio del possessore, tra il prezzo di acquisto ed il prezzo di rimborso.
Perciò un Istituto di Credito Fondiario col ribasso del saggio di interesse deve cercare che le sue cartelle non oltrepassino la pari nelle quo tazioni di borsa; si intende a larghi periodi.
l’ obbligo, in un periodo abbastanza breve, di ri durre anche l’ interesse dei mutui stipulati.
La Banca d’ Italia ha potuto fare la con versione perchè il Credito fondiario della Banca Nazionale che essa rappresenta, è in liquida zione e non stipula più nuovi mutui.
Escluso quindi che l’ Istituto Italiano abbia intendimento e convenienza di convertire le sue cartelle 4 e 4 lj2 in cartelle 3 1x2, resta solo possibile che alcuno dei mutuatari che pagano l’ interesse del 4 chieda di convertire il mutuo in altro al 3 lj2. E questo è un fatto entro certi limiti possibili ; ma non potrà avvenire che par zialmente e gradualmente, sia per le spese che sarebbero necessarie e che limiterebbero il be nefizio, sia perchè, come abbiamo già avvertito, l’ Istituto con la sua deliberazione di fare mutui al 3 1{2 ha compiuto un passo di una certa ar ditezza e quindi deve procedere con la prudenza massima — della quale ha dato ampie prove fin qui — per vedere se e quanto il mercato ri sponda al suo appello.
Già fin d’ ora possiamo dire, per molte let tere che ci pervengono, che l ’ accoglienza che il mercato si apparecchia a fare al nuovo titolo non potrebbe essere nè migliore, nè più promet tente. E si comprende che sia così, dato il prezzo delle cartelle 4 0[0, ohe oltrepassano di dieci punti la pari e quindi rappresentano una per dita di dieci lire per ogni rimborso ; e come colla tranquillità della politica internazionale il rispar mio è abbondante dovunque, ed i saggi di inte resse tendono a ribassare, così tanto maggiore è nel pubblico più prudente la tendenza a rivol gere gli impieghi a quei titoli che rendono meno, ma rimanendo sotto la pari, hanno anche minor pericolo di più frequenti rimborsi.
È quindi da ritenere che le nuove cartelle 3 1[2 troveranno largo mercato e saranno ben quotate in virtù anche dell’ alto prezzo a cui stanno quelle 4 per cento, di cui nessuno pensa
a fa r e la conversione.
AVANZI E DISAVANZI
d e i b i l a n c i e u r o p e i 1)
Anche il bilancio della Germania presenta un disavanzo, perfino nella sua parte ordinaria, e questo è contrario alla Costituzione dell’ Im pero, la quale vuole che le spese ordinarie sieno coperte col prodotto delle imposte, e se questo è insufficiente con le contribuzioni degli Stati confederati, dette matricolari. Soltanto il bilan cio straordinario può essere equilibrato mediante i prestiti. Orbene, quest’ anno gli oneri sono tali che il governo non osa domandare ai reami e ai ducati, il cui aggruppamento costituisce l’ Im pero, la totalità delle somme delle quali ha bi sogno pel bilancio ordinario ; esso propone di coprirle in parte mediante il prestito, Questa si tuazione condurrà probabilmente a stabilire nuove imposte, specie sulla birra e sul tabacco, che sono sgradite ai tedeschi. Si parla pure di una imposta sul reddito attribuita all’ Impero,i) Vedi il numero precedente dell’ Economista.
mentre per ora questa imposta in vigore presso la maggior parte degli Stati confederati, appar tiene ai loro bilanci particolari.
Le spese del bilancio tedesco si riparti scono in spese permanenti e in spese che non si ripetono, le quali ultime figurano in parte nel bilancio ordinario e in parte in quello straordi nario. Si ricordi che l’ Impero rimette agli Stati confederati dopo il prelevamento di 160 milioni di franchi le somme fornite dal tabacco, dall’al cool, dal bollo e dai dazi di dogana. Le spese che non si rinnuovano, coperte in generale dal prestito, hanno dato origine al debito imperiale, provocando frequenti emissioni destinate ad ali mentarlo. Per la prima volta nel 1900 il bilan cio ordinario è stato in disavanzo; esso si è ag gravato l’ anno successivo; per l’ esercizio che va dal 1” aprile 1902 al 31 marzo 1903 le previ sioni stabilivano l’ insufficienza a 60 milioni di marchi (75 milioni di lire) ; il bilancio 1903-904 annuncia un disavanzo di 72 milioni di marchi nella parte ordinaria e di 128 milioni in quella straordinaria, così insieme sono 250 milioni di lire. Per far fronte a queste insufficienze, l’ Im pero ha creato 240 milioni di marchi in ren dita 3 0[0 che sono stati offerti al pubblico il 17 aprile 1903 al corso di 92 per 100, ossia esat tamente quello stesso della emissione 1899. Da allora il prezzo di emissione era sceso a 87,50 nel 1901, si era rialzato a 89,80 noi 1902 di modo che il 1903 segna una nuova tappa nel periodo ascendente.
Tuttavia il credito delle Germania è lungi dall’ essere ritornato al suo punto più alto, poi ché il 3 per cento, la cui prima emissione ri sale al 1890 raggiunse il pari e anche lo sor passò lievemente nel 1895, mentre ora è sceso intorno a 90.
La Germania, come la Francia e l’ Inghil terra, soffre a un tempo d’ un aumento troppo rapido delle spese e d’ un rallentamento nella progressione delle entrate che nelle epoche an teriori era regolare e che in Germania dove- vasi sopiatutto all’ aumento della popolazione : in treni’ anni essa è cresciuta del 50 per cento.
Dal 1898 al 1900 i dazi di dogana, il bollo, le tasse sullo zucchero, sul sale, l’ alcool, la birra avevano dato annualmente 32 milioni di marchi circa, più dell’ anno precedente. Per gli esercizi seguenti il prodotto è rimasto quasi stazionario; lo stesso è a dire delle poste e dei telegrafi, delle ferrovie, della stamperia imperiale.
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La situazione delle finanze germaniche non presenta del resto niente di inquietante, a causa delle considerevoli attività che possiedono l ’ Im pero e sopratutto gli Stati particolari. Ecco quali erano nel marzo 1902 i debiti pubblici, i demani, gli ammortamenti in milioni di franchi.
Reddito netto Ammortam. del Demanio Valore del previ fer altre STATI Debiti delle debito sto pel rovie pro
— — ferrovie 1902-3 prietà Impero 3512 2030 9 127 — 81 — Prussia 8410 9980 2) 293 50 662 113 Baviera 2123 1556 <) 65 3 57 30 Sassonia 1160 1140 -) 37 11 42 11 Wurtteuib. 636 766 2) 22 4 2 12 Baden 513 785 9 17 7 22 7 Assia 394 — 12 1 14 2 Amburgo 596 — 21 — - - 27 Altri Stati 374 — — — — 17712 16257 594 ____ 880 —
Comevedesi, il valore in capitale delle strade ferrate è pressoché eguale all’ ammontare totale dei debiti, che non tocca i 18 miliardi di franchi, e la spesa pel servizio di questi debiti esige un’ annualità inferiore ai tre quarti dei redditi netti della rete ferroviaria. La proprietà di beni che procurano somme così ingenti giustifiche rebbe in caso di bisogno, nuovi prestiti per parte degli Stati tedeschi i quali hanno in quei beni una vera riserva. La loro situazione è sotto que sto riguardi' ben superiore a quella di paesi che non possono garantire i loro prestiti che con nuove imposte.
Dell’ Italia, il Lévy fa conoscere i progressi finanziari di quest’ ultimi anni, ma non riassu meremo ciò ch’ egli scrive, perchè nulla di nuovo, naturalmente, potremo dire pei nostri lettori. Della Spagna egli osserva che essa pure merita elogi.
Per una parte del secolo passato la Spagna ha avuto il disavanzo cronico; i suoi fondi pub- olici procuravano guadagni ai banchieri chiamati incessantemente ad aiutare il Tesoro, e a un tempo facevano la disperazione dei capitalisti che li avevano acquistati. Ma ora essa si trova in condizioni migliori, sopratutto se si conside rano più che in sé stesse in paragone a quelle del passato. Le rimane però da risolvere la que stione del cambio, sulla quale abbiamo già espo sti i progetti del Ministro Villaverde. Il bilan cio intanto dimostra la volontà di contenere le spese entro limiti ragionevoli. Il Ministero della guerra vi .figura per 145 milioni di pesetas contro 140 nel 1896-97 ; ma a quest’ epoca un bilancio straordinario sopra entrate speciali pre vedeva inoltre una sessantina di milioni di spese d’ armamento. La marina domanda 30 milioni, contro 24 sette anni or sono ; ma anche allora vi era un bilancio suppletivo di 71 milioni. L ’au mento grosso è quello del usbito pubblico che domanda 100 milioni di più ; fu necessario di prendere a prestito per far fronte alle spese *)
*) Reddito capitazizzato al 4 °J„. *) Capitale d’ impianto.
della guerra contro gli Stati Uniti e di accet tare 1’ eredità parziale del debito cubano, og gidì trasformato in debito spagnuolo. Le con tribuzioni dirette danno 120 milioni, le indirette 34 milioni, i monopoli e servizi esercitati dallo Stato 34 milioni di più, senza che questi au menti che provengono in gran parte dal mag gior gettito delle imposte vecchie e per una fra zione soltanto dalle imposte nuove, pesino sulla popolazione. Il bilancio spagnuolo si presenta dunque in condizioni favorevoli ; esso rappre senta per abitante un onere di circa 45 pesetas, ossia 34 franchi, il terzo circa di ciò che il bi lancio della Francia impone ad ogni francese. Se la Spagna applicherà la sua energia alla solu zione della questione monetaria e fiduciaria con quisterà una posizione invidiabile fra le potenze europee.
Quanto agli Stati Uniti d’ America, il Lévy crede che non si possano trarre dallo studio delle finanze americane confronti utili per lo scopo della sua indagine sui bilanci, perchè siamo in presenza di un paese in cui l’ inter vento dello Stato nella vita economica è ridotto al minimo. Il bilancio federale è di una grande semplicità ; esso si chiude in avanzo, malgrado la spesa veramente stravagante per le pensioni. Sarebbe dunque facile di sopprimere o di ridurre i dazi doganali che colpiscono alla importazione un gran numero di merci estere, ma vi si op pongono interessi industriali onnipotenti. Biso gna dunque trovare un impiego a quegli avanzi e quando possono farlo gli Stati Uniti li adope rano alla estinzione del debito pubblico ; ma ora la operazione non è possibile che su piccola scala per le clausole stesse dei prestiti e perchè i titoli del debito servono di garanzia alla emis sione dei biglietti.
Le entrate dell’ anno fiscale chiuso col 30 giugno 1902 agli Stati Uniti sono state di 684 milioni di dollari e le spese di 593 milioni la sciando un avanzo di 91 milioni di dollari. Sono stati riscattati 70 milioni di titoli del debito. Per l’ anno fiscale 1902-1903 il segretario del Tesoro prevede una eccedenza di 43 e per l’ anno successivo (1903-1904) una eccedenza di 52 milioni di dollari. Il commercio estero am montò nel 1901-1902 a 903 milioni di dollari alla importazione e 1881 milioni di esporta zione ossia 478 milioni di eccedenza di esporta zione.
Da questo quadro della situazione finanzia ria di sei paesi si rileva come tre dei principali tra essi offrano lo spettacolo del malessere finan ziario più serio. E questo malessere si rispecchia nel corso dei loro titoli. Il 2 e mezzo inglese è sceso sotto il 90 quando il 2 per cento americano è a 109. È vero che il credito britannico è ancora il primo in Europa perchè il suo titolo non rende che il 2.75 anzi meno, se si tien conto dell’ in
come tax che lo colpisce, ma è anche vero che
nel 1897 il consolidato inglese era quotato a 112 e ora è sotto il 90 ; mentre altri titoli, l’ italiano, lo spagnuolo hanno avuto aumenti sensibili e il loro saggio di interesse è pertanto scemato sul mercato dei capitali.
stata l’ autrice responsabile, ma per ragioni diff- renti. La guerra sud-africana, la politica in terna spendereccia, l’ incremento dell’ esercito e della marina in Francia e in Germania hanno cooperato a determinare disavanzi in quei paesi ; mentre in Italia e in Spagna si è cercato di ri durre le spese e agli Stati Uniti la prosperità e lo sviluppo incessante delia economia nazio nale determinano, com’ è naturale, maggiori en trate finanziarie. Per ciò che riguarda il nostro paese, tuttavia, non mancano i punti neri perchè l’ avanzo è spesso minacciato da nuove spese e ha origine in parte dalle importazioni di grano, ossia da una causa che non attesta la prosperità della nostra agricoltura.
Ad ogni modo quello che occorre di non di menticare mai è che le forze contributive di un popolo hanno dei limiti e quindi non possono es sere sfruttate indefinitamente. In Italia poi vi è troppa necessità di correggere 1’ ordinamento tributario, perchè si possa a cuor leggiero au mentare le spese senza calcolare ciò che si spende ; e se il credito di altri paesi molto più ricchi del nostro ha subito gravi scosse, noi più deboli eco nomicamente dobbiamo maggiormente paventare le dolorose conseguenze di una finanza allegra.
IMPERIALISMO E PROTEZIONISMO *>
v i .Fatti e commenti.
La inchiesta promossa dal Chamberlain sulla politica fiscale dell’ Inghilterra e le sue conse guenze pel commercio britannico ha condotto alla pubblicazione di un libro azzurro che ha permesso di divulgare alcuni fatti e dati, certo non privi d ’ interesse, intorno al movimento com merciale inglese. Com’ è naturale, di questo blue
hook si sono impadroniti i fautori e gli avver
sari della riforma fiscale, cercando ciascuno di trarne argomento per la propria causa. In realtà esso ha aggiunto pochissimo a ciò che prima si conosceva, tanto che difficilmente può dirsi che sia stata compiuta una nuova inchiesta, e quando si pensa al grande battagliare che si è fatto in torno ad essa nel Parlamento inglese, bisogna convenire che il resultato è stato veramente meschino, al disotto di qualsiasi modesta aspet tativa. Ma fu una inchiesta di carattere ammi nistrativo, ministeriale, non già una di quelle indagini a base di esame in contraddittorio, di cui l’ Inghilterra può veramente vantarsi ; e ciò spiega perchè oggidì non si parla quasi più della inchiesta, ma si disputa intorno ai principii che formano i cardini delle due tendenze o scuole politiche.
Tuttavia, giova dare un rapido sguardo al contenuto del libro azzurro, nel quale, se non si trova una indagine sistematica o scientifica dei fatti relativi al commercio inglese, sono però trattati alcuni argomenti che hanno relazione con la con dizione del commercio del Regno Unito e dei prin cipali paesi esteri e ciò fu fatto per rispondere a domande specifiche che i Ministri andavano
Vedi i numeri 1518,1520,1524, 1529 e 1534 dell’Meo- nomisfa.
formulando. Così il libro azzurro è una raccolta di memorie su punti speciali, piuttosto che una esauriente trattazione dell’ argomento nel suo complesso, e anzitutto esso considera il movi mento delle importazioni ed esportazioni di pro dotti lavorati (manufactures) per i quattro paesi industrialmente più progrediti : Regno Unito, Ger mania, Francia e Stati Uniti d’America, risa lendo per tutti al 1880 e per qualcuno anche più addietro. Ecco, in lire sterline, le cifre re lative :
Importazioni ed esportazioni di prodotti lavorati Regno Unito (i n m i l i o n i d i l i r e G erm ania s t e r l i n e) Fra nc ia S ta ti Uniti — ■--- - ^ ^ •- ^ ■ -— N S « ta t í s N « «s «s oj cS et sa eJ An n i O Si© Si o Sio Si o u o uo a . e * O* Pi 1 o . a S K a K a K a Ed 1851 26 89 — — — 6 1860 29 125 — — — — 10 1864 42 148 — — — — — 10 1870 57 182 — — — — 46 14 1874 73 214 — — — — — 22 1880 83 198 39 84 24 74 56 21 1884 83 206 46 101 28 68 63 28 1890 98 228 49 107 26 80 72 31 1894 102 184 42 94 22 66 49 38 1900 115 225 60 149 34 90 66 90 1901 143 221 58 145 31 90 67 86 1902 149 228 — — — — — —
Si avverta che mentre in tutti i casi i dati relativi alla esportazione si riferiscono soltanto ai prodotti nazionali, le cifre della importazione nel Regno Unito sono quelle delle merci lavorate entrate sia pel consumo interno, sia per essere poi esportate ; a differenza dei dati relativi agli altri paesi che danno le importazioni solo pel consumo. La differenza tuttavia, trattandosi di merci lavorate, è lieve, perchè le riesportazioni inglesi consistono, in gran parte, di alimenti e materie greggie. Senza esaminare ora, la qual cosa ci porterebbe lontano, se e fino a qual punto i dati surriportati sono omogenei, possiamo rica vare da essi una conclusione, che del resto emerge anche da altre indagini, che cioè le esportazioni di prodotti lavorati sono quasi stazionarie in Inghil terra e in grado minore in Francia, mentre sono in aumento considerevole in Germania e negli Stati Uniti, e questo è a dire specialmente dal 1890 in poi. Per ciò che riguarda le importazioni inglesi è da notare che le cifre relative non vanno prese alla lettera nel loro significato apparente, perchè una parte notevole di quei prodotti lavorati
(manufactured articles) sono effettivamente ma
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Soltanto cotesta distinzione non è facile quando si voglia estenderla, pei necessari con fronti, a un periodo di tempo piuttosto lungo. La distinzione non può essere che grossolana e ap prossimativa, perchè le tariffe estere e coloniali presentano tutti i gradi della intenzione e della efficacia protezionista. Inoltre nell’ ultimo mezzo secolo alcuni paesi hanno mutato più d’ una volta la loro politica commerciale. La difficoltà si incontra specialmente per le colonie autonome, che proprio mezzo secolo fa ricevettero la loro autonomia doganale e in alcune delle quali è an cora incerto in qual misura lo scopo precipuo della loro tariffa sia la protezione, oppure la ri scossione di una entrata. Per risolvere la que stione il compilatore di questa parte del libro azzurro ha scelto una lista dei principali paesi esteri e coloniali protetti, che se non è del tutto completa pel periodo, è almeno tipica dei mercati protetti del mondo e ha poscia riunito tutto il resto del mondo, sotto la denominazione « tutti gli altri paesi o colonie » nel qual gruppo sono messi così tutti i mercati neutrali del mondo, con alcuni di minore importanza, in cui le tariffe hanno avuto qualche elemento di protezione al meno per una parte del periodo considerato.
La lista dei principali paesi esteri protetti è questa: Russia, Germania, Francia, Belgio,
Olanda, Spagna, Portogallo, Italia, Austria-Un-
gheria, Stati Uniti. La inclusione del Belgio e della Olanda nella lista esige qualche spiega zione. L ’ Olanda non si può dire un paese pro tezionista e la tariffa belga è meno protettiva di quella della maggior parte dei paesi continen tali, ma era necessario di comprendere quei due paesi nella lista perchè una parte considerevole del traffico indicato dalle statistiche come in tercedente tra l’ Inghilterra e 1’ Olanda e il Bel gio, in realtà avviene con la Germania pel tra mite di Rotterdam e di Anversa.
Le sole colonie britanniche che parve op portuno di considerare come « protette » pel periodo al quale la statistica comparata si estende sono il Oanadà e la Vittoria; l’ India è conside rata a parte e il rimanente è aggruppato sotto la denominazione « tutte le altre colonie e pos sedimenti ». Vi è ancora la difficoltà che viene dalle mutazioni sopravvenute nel cinquantennio nella carta geografica del mondo, così che paesi dello stesso nome non rappresentano più in tutti i casi le stesse aree geografiche; l’ Impero Ger manico e il Regno d’ Italia sono Stati costituiti appunto nel periodo in esame. Ma la difficoltà più seria è nella stessa maggiore estensione che ha preso l’ impero britannico; nei primi anni del periodo considerato alcuni territori vanno in clusi nel commercio con i paesi esteri, negli anni successivi in quello con i possedimenti bri tannici. Perciò, all’ infuori di qualsiasi effettivo sviluppo del commercio inglese con i possedi menti britannici, vi è stato un aumento deri vante dal passaggio di alcuni paesi da una ca tegoria all’ altra. E tutto ciò va tenuto presente, specie nel confronto per questi ultimi anni fra gli scambi effettuati dal Regno Unito col gruppo di « tutte le altre colonie e possedimenti » in confronto con quello di « tutti gli altri paesi esteri ».
Il prospetto che segue fa vedere i cambia menti che hanno avuto luogo nella distribuzióne del traffico di esportazione fra i principali mer cati protetti e gli altri, tanto per le esportazioni totali, quanto per quelle di prodotti lavorati:
1850 1860 1870 1880 1890 1900 1902 Esportazioni com
plessive per i princi
pali paesi e possessi coloniali protetti.. ..
° /o ° / o ° /o °/o % 7 o 0//o
56 51 53 49 46 45 42
Esportazioni com
plessive per tutti gli
altri paesi o colonie. 4t 49 47 51 54 55 58
Esportaz. dei soli prodotti lavorati e semi-lavorati per i principali paesi e co
lonie protetti... 57 50 50 47 44 42 38 Esportaz. dei soli
prodotti lavorati e semi-lavor. per tutti gli altri paesi e co
lonie .. . . ... 43 50 50 53 56 58 62 Da queste percentuali si rileva che nel pe riodo 1850-1902 la distribuzione proporzionale delle esportazioni totali dell’ Inghilterra fra i mercati del mondo protetti e quelli non protetti si è invertita, la percentuale essendo stata nel 1850 di 56 per i mercati protetti e di 48 per gli altri, mentre nel 1902 esse sono rispettivamente 42 e 58. Che se invece si prendono in conside razione le esportazioni degli articoli lavorati il cambiamento risulta ancor più accentuato, perchè le proporzioni nel 1850 sono per i paesi protetti 57 e per quelli non protetti 43, nel 1902 rispet tivamente 38 e 62. Il cambiamento è stato con tinuo, ma esso si svolse più rapidamente durante la prima decade (1850-1860) e gli ultimi dodici anni (1890-1902). Però va tenuto conto dell’ ef fetto che sull’ indirizzo del commercio determi narono il consolidamento dell’ impero indiano nel 1850 e la estensione dei possedimenti britannici e dei protettorati in Africa negli ultimi anni. Ma, anche ammesso tuttociò, non può mettersi in dub bio T effetto dannoso delle tariffe continentali e americane nell’ inceppare il traffico britannico di esportazione, sopratutto negli articoli lavorati, coi paesi protetti negli ultimi vent’ anni.
Il libro azzurro dimostra che la esportazione di prodotti lavorati verso le Colonie è andata aumentando negli ultimi due anni, ma in realtà l’ aumento è dovuto sopratutto a una causa af fatto speciale: la guerra nell’Africa del Sud; quello che invece è incontrastabile è la stazionarietà del traffico con i paesi esteri, tra i quali la Ger mania, la Francia, l’ Italia, gli Stati Uniti pre sentano anzi diminuzioni sensibili. La Germania, ad esempio, che si calcola traesse nel 1890 dal Regno Unito il 47 0|0 dei prodotti manifatturati importati, nel 1901 ne riceveva soltanto il 340|0, la Francia rispettivamente il 38 e il 28, l’ Italia il 40 e il 17 0[0, gli Stati Uniti il 48 e il 36 0]0. Viceversa sono cresciute le importazioni di pro dotti lavorati dalla Germania e dalla Francia.
L ’ eccesso delle importazioni sulle esporta zioni è stato pure oggetto di accurate indagini e di esse ci occuperemo in altro articolo.
i,o
scodoe
le funzioni M ie Bande di emissione
i.Con questo titolo l’ avv. Eugenio Ambron pubblica un lavoro (Firenze, Fr. Lumachi 1903) sul quale e per la importanza dell’ argomento, e per la nota dottrina dell’ Autore, e per il modo veramente elevato con cui è scritto, vogliamo intrattenere con qualche ampiezza i nostri let tori, non solamente per presentarlo, ma anche per discutere alquanto le teorie e le considerazioni ohe contiene.
E prima di tutto, perchè molti elogi me rita il libro, dichiariamo di sottintenderli, indi cando invece una menda generale, quella di es sere, anche considerando il lavoro come una trattazione scientifica e perciò meno facile ai pro fani, troppo pieno di dottrina e di osservazioni acutissime parziali e generali, così che la lettura riesce laboriosa anche a coloro che non sieno digiuni della scienza bancaria.
Che se questa menda può costituire un di fetto od una qualità, qui non giudichiamo, ma ci suggerisce un consiglio : che coloro i quali ne intraprendono la lettura, ne facciano anche studio accurato e profondo, poiché è così denso di concetti e di pensieri da non permettere sem pre che si afferrino tutti di primo acchito.
La materia bancaria e tutta in genere la funzione del credito dà luogo ancora e tali con troversie nel campo della economia politica da rendere difficile la giusta intelligenza del mec canismo col quale il credito stesso funziona, così nella sintesi sua come nelle diverse parti di cui il meccanismo stesso è composto. E ben a ragione l’ Autore fino dalle prime pagine av verte che male si può sperare che il legislatore possa concepire e concretare una buona legge sulle banche di emissione se del credito in ge nerale e delle stesse banche in particolare non ha un esatto concetto. « Travisato nelle mente di coloro che non si occupano di studi econo mici e finanziari, oscuro e confuso anco nel pen siero di chi non è estraneo a queste discipline, indeterminato ed oscillante nel campo stesso della scienza, il concetto della funzione asse gnata agli Istituti, su cui viene a poggiare tutto 1’ edifizio del credito del paese e dell’ azione che essi spiegano nella sua vita economica, è non pertanto il concetto fondamentale da cui deve emanare tutto il sistema dei principi regolatori del credito stesso. Come sperare che questi Isti tuti possano avere dalla legge una costituzione vigorosa e corrispondente ai bisogni, quando i veri bisogni, cui sono destinati a supplire, non sono apprezzati con precisione e quando mane,hi la cognizione esatta degli effetti che col loro potente congegno essi sono destinati a pro durre? »
Gosì l’avv. Ambron spiega il bisogno di chia rire la complessa materia e siccome ne ricono sce la enorme vastità, intende circoscriverla studiando soltanto quale sia la vera funzione spettante alla Banca cui è concessa la facoltà di emettere biglietti. ‘
E ci proponiamo di seguire passo a passo
l’Autore riassumendone i concetti e dove ne sia il caso sottoponendoli ad esame critico.
Necessariamente, piuma di entrare nell’ ar gomento principale, l’Autore sente il bisogno di soffermarsi sulle teorie generali che riguardano il credito e la moneta e comincia con una distin zione — chiama il meccanismo bancario inglese il più perfetto — ed omogeneo che possa citarsi a modello, sia perchè Londra è il più gran cen tro del movimento delle correnti metalliche di tutto il mondo, sia perchè il credito in Inghilterra e in genere nei paesi di popolazione anglo-sasso ne ha avuto uno svolgimento speciale per l’uso degli chèque e del conto corrente entrato nella abitudine di tutti. Tali diversità di svolgimento nell’ uso di alcuni titoli di credito distingue ap punto il meccanismo del credito stesso da come funziona in Inghilterra e negli Stati Uniti d’Ame rica e nei paesi del continente europeo; questi hanno bisogno, a parità di scambi, di una mag giore quantità di numerario.
Ed in pagine perspicue, in parte riassu mendo dal Macleod, in parte esponendo esso stesso il proprio pensiero, l ’Autore dimostra di quale efficacia sia il sistema della apertura dei conti correnti operato su larga scala ; sistema che permette di rendere disponibili subito i cre diti ancora illiquidi e di pronta x-ealizzazione, e che getta quindi sul mercato senza aumentare la circolazione dei biglietti, una quantità di va lori che senza il conto corrente di cui diventano garanzia, non potrebbero funzionare che a li quidazione avvenuta. Così mentre le Banche del continente non possono aumentare le loro dispo nibilità se non col mezzo dei biglietti, perchè i depòsiti vengono meno proprio, quando ne au menta il bisogno, le Banche inglesi invece so stituiscono ai biglietti la apertura dei conti cor renti, cioè rendono spendibile oggi il credito che non sarebbe spendibile che fra alcuni giorni, ed in tal modo allargano la disponibilità del mercato.
E se l’Autore non avesse voluto espressa- mente mantenersi nei limiti che si è esso stesso assegnati, avrebbe potuto — e la sua dimostra zione sarebbe stata più efficace e più compren siva — osservare che in genere una gran parte del credito, sta nel modificare una certa parte di titoli di credito mano a mano che pas sano dall’ uno all’ altro stadio, in modo che abbiano minore periodo per arrivare alla scadenza, fino a che si trasformano in bi glietti di Banca che sono a vista. Il quale fatto a sua volta dipende da un’ altro più gene rale; dacché la società economica è consuma trice di prodotti che domandano più o meno lunga elaborazione per essere perfetti, cioè con sumabili, si è costituita una somma di anticipa zioni di lavoro, la quale rimane sospesa fino a che non sia saldata dal consumatore. E quanto più i prodotti che domandano lunga elabora zione aumentano o quanto più lungo per alcuni diviene il periodo di elaborazione, tanto più questa somma di lavoro anticipata è alta e tanto più, essendo lontano il pagamento, detto lavoro ha bisogno intanto di realizzarsi in tutto ed in parte dando luogo al credito.
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concetto la dimostrazione che fa l’avv. Ambron è chiarissima.
Non resistiamo al desiderio di riportare il seguente brano del libro che riepiloga ^benis- simo questo punto. « Sotto questa forma, '(aper ture di credito) la Banca in virtù dei depositi non è più l ’ intermediaria fra il capitale che è offerto, perchè non trova altro impiego, ed il ca pitale che è domandato, per supplire ai bisogni dei mercati ; essa diviene effettivamente la crea trice di un mezzo nuovo di scambio, anco più comodo del biglietto, perchè di trasmissione più rapida e più sicura. In cosiffatte condizioni, si com prende bene, come il meccanismo di emissione ac quisti carattere molto diverso di quello che conser va altrove, e divenga assolutamente un valido ausilio inteso soltanto a dare all' ente che ne è investito una immensa superiorità sopra tutti gli altri, per la grande elasticità di azione e per la libertà di movimenti più estesa che dà al suo procedere la sicurezza di avere in riserva una forza, la quale non può mai venirgli ritolta. Quando i fenomeni della vita economica, attra verso combinazioni tanto complesse raggiungono una espressione così semplice e perfetta, assur gono a tale altezza, che non può non colpire il pensiero di chi li considera attentamente ».
Proseguendo nella sua trattazione l’ Autore osserva che la emissione dei biglietti non è la funzione principale delle Banche, giacché se è vero che i biglietti sono un mezzo di scambio quasi gratuito, tale qualità, di fronte all’ immenso volume della ricchezza mobiliare della società moderna apparisce limitata, nè tale da giustifi care per essa la funzione delle Banche che ne hanno la facoltà.
« Le Banche di emissione — citiamo ancora il testo perchè non si può riassumere nè dir meglio — sono così chiamate, non già in quanto abbiano principalmente per ufficio di emettere il biglietto, ma in quanto possono servirsi di que sto mezzo per esercitare un ufficio arduo ed ele vatissimo, che la società da loro reclama, e che giustifica e legittima l’ emissione del biglietto; ed in molti casi anco la concessione del corso le gale al biglietto stesso ».
Asserendo pertanto che la Banca di emis sione è sorta dalle condizioni della vita sociale dei nostri tempi, l’Autore distingue due punti: __ la necessità sociale della istituzione; le necessità tecniche della forma. Avverte però che per necessità sociale non deve intendersi una necessità assoluta, ma soltanto elementi di gran dissima utilità per la comunione degli uomini, che si sono conformati ad acconciarsi ad un certo modo di vivere e di operare e che dovrebbero trovare una diversa forma di adattamento, quando la possibilità di valersi di questi elementi scom paia.. Si tratta quindi di necessità relative al complesso ambiente, od a prodotti derivanti dal
l’ ambiente. .
In quanto al secondo punto l’Autore si di lunga a discutere se sia migliore il sistema della libertà, sia pure condizionata, della facoltà di emissione o se sia da preferirsi il sistema della banca unica di emissione. Ed, a parte ogni que stione teorica, osserva che, proprio quando più vivamente gli studiosi ne discutevano, è avve
nuto che la tendenza ad una sola Banca di emis sione si determinasse sempre più forte ed estesa. Con vari esempi, dottamente esposti ed analiz zati, l'Autore suffraga questa sua osservazione per concludere colla enumerazione dei vantaggi che le popolazioni traggono dalla Banca Unica di emissione. Insiste pertanto ad affermare che la emissione è per la Banca un modo indiretto con cui ottiene dei depositi, ma non è il princi pale ufficio che essa esercita e deve esercitare; ed essere erroneo il concetto di coloro che, soffer mandosi alle apparenze, giudicano che la Banca di emissione non presti servigi corrispondenti ai vantaggi che ricava dalla emissione, ma riservi i benefici solo ad un piccolo numero di clienti. « Sono idee che hanno avuto il loro momento di rivendicazione, e che soltanto un assurdo con cetto delle funzioni della Banca poteva colorire con qualche simulacro di giustificazione. Man cando la percezione concreta del benefizio a tutti comune — prosegue il nostro Autore — che il meccanismo era destinato a produrre, ap pariva stridente una mancanza di corrispondenza fra le forze imponenti che esso mette in moto ed i suoi risultati apparenti; il che naturalmente induceva a ricercare la chiave dell’ enigma in visioni bizzarre e pericolose. »
Qui l’Autore passa a rilevare le funzioni subalterne e quelle primarie della Banca ed a tale gomento consacra due capitoli di cui ci occupe remo in un altro articolo.
Solo prima di terminare notiamo che, con nostra sorpresa, l’Autore, parlando di numerario, attribuisca ad esso un valore intrinseco (pag. 18); esiste veramente un valore intrinseco ? Se le cose hanno valore per le qualità che hanno in un dato momento, come si può parlare di valore intrinseco della moneta metallica e negarlo alla cartacea? Perchè questa si cambia in quella? ma avviene anche il viceversa. L ’ espressione non ci sembra esatta specie per un seguace del Macleod come è l’ egregio avv. Ambron.
A . J . D E J O H A N N IS .
PER LE NUOVE CONVENZIONI FERROVIARIE
Il Giornale d’Italia ha pubblicato il se^- guente schema di progetto che il Ministro dei lavori pubblici avrebbe proposto alile Società attualmente esercenti.
Ormai si sa che alcuni dei dati pubblicati dal Giornale d'Italia non sono esatti ; tuttavia non è privo d’interesse lo schema, almeno nelle sue linee generali.
Durata delle Convenzioni.
È fissata in 15 anni divisi in 3 quinquenni. Tanto il Governo quanto ciascuna Società avranno il diritto di far cessare il contratto alla fine di ognuno dei due primi quinquenni mediante disdetta da in timarsi un anno prima.
Liquidazione delle vigenti convenzioni.
milioni di lire, escluso il riscatto tanto delle ferrovie meridionali quanto delle linee del Sempione.
I 472 milioni saranno pagati alle Società nel se guente modo :
Cessione alle Società degli approvvigionamenti e del materiale di esercizio (escluso il materiale ro tabile) che sono valutati in 97 milioni.
Cessione alle Società dei fondi disponibili nelle Casse Pensioni e Casse Soccorso del personale fer roviario, fondi che potranno ascendere a circa 200 milioni e che dal Governo sarebbero incamerati, salvo a provvedete al pagamento delle pensioni e dei sus sidi coi prodotti ordinari dell’ esercizio ferroviario. *
Pagamento per la somma residua fino al saldo dei 472 milioni, con annualità di durata fino al 1966 con interesse del 3.5G per cento netto e con ammor tamento.
Parte finanziaria delle nuove convenzioni.
Tutte le spese ordinarie e straordinarie, meno quelle per la sorveglianza governativa e meno le spese a cui si provvederà dallo Stato con gli au menti patrimoniali, saranno a carico delle Società. Le Socielà poi sarebbero compensate nel seguente modo:
Una somma a corpo calcolata sulla spesa media dell’ ultimo quinquennio delle attuali convenzioni, somma destinata a compensare le Società dall’ at tuale servizio che rimarrebbe consolidato secondo il presente ordinamento.
Una quota del 3.80 per cento sui prodotti, per provvedere ai servizi cui presentemente sono desti nati i tre fondi di riserva, cioè per provvedere ai danni cagionati alle ferrovie da forza maggiore, per la rinnovazione della parte metallica dell’ armamento e per la rinnovazione del materiale rotabile reso in servibile dall’ uso. Le Società dovranno dimostrare di avere speso durante il periodo contrattuale tutte le somme provenienti dal detto 3.80 per cento. Se si verificheranno economie, 4j5 andranno a beneficio dello Stato e 1 qò a beneficio delle Società.
Un corrispettivo speciale per qualunque^ aumento di servizio in confronto dell’ attuale ordinamento, cori ispettivo preventivamente determinato per ogni tonnellata-chilometro lorda, e variabile secondo che si tratti di treni diretti, omnibus, misti, e merci.
Interesse del 3.50 per cento netto sul capitale di ciascuna Società, cioè di 180 milioni per la Mediter ranea, 180 milioni per l’ Adriatica e 15 milioni per la Sicula. Nell’ insieme è un capitale di 375 milioni per le 3 Società. Questo capitale sarebbe impiegato per 97 milioni nell’ acquisto dallo Stato degli approvvi gionamenti e del materiale di esercizio, escluso il materiale rotabile e in 278 milioni da spendersi nel primo quadriennio delle nuove convenzioni per met tere le linee e le stazioni in condizioni corrispon denti alle necessità del servizio e per aumentare il materiale rotabile in relazione alle esigenze del traffico.
Una quota corrispondente all’ interesse netto del 3.50 per cento o all’ ammortamento delle obbli gazioni che saranno emesse per provvedere dal primo anno, dopo il detto quadriennio, ai lavori e alle provviste rese necessarie dagli aumenti del traffico.
Una quota corrispondente alla somma necessaria per pagare le pensioni e i sussidi al personale fer roviario collocato a riposo perchè il fondo esistente nelle relative casse sarà incamerato, come si è detto, dallo Stato.
Cointeressenza dello Stato e del personale negli utili.
Quando l’ utile delle Società superasse fra inte ressi e dividendo il 5 per cento, lo Stato e il perso nale parteciperanno ciascuno nel 25 per cento dei detti utili. Qualora gli utili superassero il 6 e mezzo per cento la partecipazione dello Stato sarà di 2j5 e di altrettanto quella del personale.
L’ utile dello Stato sarà impiegato in migliora menti di servizio e 1’ utile del personale nel miglio rare il suo trattamento organico.
Diritti e ingerenza del governo.
Il governo avrà il diritto di regolare a suo pia cimento le tariffe, il mumero dei treni, gli orari.
Le norme e condizioni dei trasporti saranno quelle regolate sulla convenzione di Eoma per i trasporti internazionali e le modificazioni che fos sero riconosciute necessarie saranno approvate dal Governo, sentite le Società.
Quanto ai servizi cumulativi le Società dovranno stabilirli tanto con ferrovie quanto con tramvie e linee di navigazione interna e linee marittime, an corché si tratti di ferrovie, tramvie e linee concor renti.
Lo Società non avranno diritto ad alcun inden nizzo, anche in caso di esercizio di nuove linee che facciano concorrenza alle sue.
Il numero dei treni sarebbe consolidato in quello attuale ed ogni aumento dovrà contenersi nel limite di somme disponibili che il Governo ricaverà dai prodotti ferroviari dopo aver consolidata una en trata quasi corrispondente alla attuale.
Le Società provvederanno alle spese a cui oggi provvedono, come si è detto, i fondi di riserva, senza alcuna ingerenza da parte del Governo : dovranno invece sottoporre alla approvazione governativa la spesa da farsi nel primo quadriennio coi 278 milioni e posteriormente coi fondi destinati a servire all’ au mento del traffico : i fondi che non potranno su perare il quadruplo dell’ aumento dei prodotti.
Un delegato governativo assisterà alle sedute del Consiglio d’amministrazione di ciascuna Società o uno dei sindaci dovrà essere nominato dal Go verno.
Oltre le ordinarie attribuzioni rispettive, il Go verno avrà diritto di far verificare dai suoi funzio nari tutti i registri e documenti dell’ azienda della Società.
La sede delle Direzioni generali e di altri uffici a Boma
Le direzioni generali delle Società che oggi hanno sede a Milano, Firenze e Palermo, dovranno trasferirsi a Boma. Sarà pure stabilito in Boma 1’ Ufficio degli orari — che ora trovasi presso cia scuna D.reziono — composto di funzionari delle S o cietà e diretto da funzionari governativi. Avrà in- f/né la sede in Boma anche un Ufficio di controllo comune dei prodotti (ora trovasi a Torino per l ’ Adriatica e Mediterranea e a Messina per la Si cula) composto e diretto come quello degli orari.
Materiale rotabile
Le Società dovranno fornire al commercio tutto il materiale necessario per il regolare andamento del traffico e in caso di deficenza di dotazione do vranno supplirvi con noleggi a proprie spese o con altri espedienti. Saranno responsabili di fronte al pubblico di qualunque mancanza di materiale.^
Si mantiene la attuale protezione del 5 per cento a favore dell’ industria nazionale in concor renza con quella estera. In qualche caso la pereen tuale di protezione potrà anche elevarsi.
Personale
Bimangono ferme le norme dell’ attuale ordina mento, sia per gli stipendi e le paghe, sia per gli aumenti e le promozioni, salvi i miglioramenti che si potranno conseguire con gli utili assegnati, come si è visto, al personale.
Le norme d’ammissioue di nuovo personale do vranno essere approvate dal Governo e non si potrà dalle Società accordare aumenti di stipendio per me rito, al di là del 10 per cento previsto dall’attuale ordinamento, senza che sia intervenuta 1’ autorizza
zione governativa.
Dopo la intimazione della disdetta prima della scadenza di ogni quinquennio, le Società non p o tranno coprire posti vacanti di capo servizio, di sot tocapo servizio, di capo divisione.
Al cessare del contratto i direttori generali, i vice-direttori generali e i direttori di esercizio considerandosi quali mandatari delle Società non avranno diritto di rimanere in servizio.
Economia di esercizio
11 ottobre 1903 L ’ E C O N O M IS T A 673
Lo Stato concorrerà altresì in misura da stabi lirsi di accordo o per mezzo di arbitri alle economie che risultassero da cambiamenti nel sistema di tra zione.
Risoluzione delle controversie
Tutte le controversie che insorgeranno fra il personale e ciascuna Società saranno risolute da una Commissiono composta di 6 delegati della Società e di altrettanti del personale o di un presidente scelto dal Governo.
Le controversie fra lo Stato e ciascuna Società saranno risolute con giudizio inappellabile da 5 ar bitri scelti volta per volta: gli arbitri saranno 2 del Governo, 2 di ciascuna Società è un quinto eletto dal presidente della Cassazione di Roma. I magi strati in carica non potranno essere arbitri.
Disposizioni varie
Parecchi dei 63 articoli che compongono il pro getto governativo delle Convenzioni si riferiscono a disposizioni ohe trovansi già nelle Convenzioni vi genti. Esse riguardano:
— L’ uso dei tronchi e delle stazioni comuni. — Le strade dei terzi concessionari comprese in ciascuna delle tre reti.
— Il versamento nelle Casse dello Stato dei pro dotti delle tasse sui trasporti e della imposta di ric chezza mobile per conto del personale.
— Le stazioni e le linee considerate come poste fuori dalla cinta daziaria.
— L’ esercizio di altro lineo in corso al momento del contratto.
— La disponibilità pel Governo di fabbricati non utili per l’esercizio ferroviario.
— Le innovazioni e i miglioramenti nel servizio consigliati dall’ esperienza sulle ferrovie estere ed italiane.
La provvista ordinaria e straordinaria di combu stibili.
— Il divieto alle Società di sopprimere stazioni o fermate, di variare o restringere servizi senza auto rizzazione del Governo.
— Facilitazioni alla brigata ferrovieri e norme per trasporti di truppe sia per preparazione della guerra sia durante la guerra.
— Modificazioni di carri per trasporti di truppe e materiali da guerra.
— Scuole per la istruzione del personale. — Locali per servizio doganale, per i servizi mi litari e per la pubblica sicurezza.
— Rispetto dei contratti in corso all’ incomincia- mento del nuovo esercizio delle Convenzioni.
— Vincolo degli approvvigionamenti e del mate riale di esercizio verso lo Stato a garanzia della ese cuzione del contratto.
— Riconsegna delle linee e del materiale alia sca denza delle Convenzioni.
R ivista @ibliografìca
Prof. Ferdinando Puglia. — La lotta per il diritto e
l’evoluzione sociale. — Messina, A. Trimarclii, 1903
pag. 347 (L. 3.50).
Abbiamo già fatto ceano nel numero del 30 agosto u. s. àelì’Economista, di un altro vo lume dello stesso Autore, col titolo « La fun zione del diritto nella dinamica sociale » ; il vo lume che abbiamo sott’ occhio è la continuazione dello sviluppo di un concetto del « diritto nella età moderna » che l’Autore completerà con un terzo volume sulla « lotta di classe e 1’ ideale del diritto, » che verrà fra non molto alla luce.
L ’arduo argomento che il prof. Puglia ha intrapreso a trattare presentava già di per sè difficoltà non lievi e domandava quindi una lunga e seria preparazione con studi vasti e
complessi, ed una trattazione sobria a precisa nella forma enei linguaggio. Ci piace notare che in questo nuovo volume l’Autore meglio che nel precedente vince le difficoltà che gli si presen tavano e procede nello svolgimento della sua tesi alquanto meno eclettico e più ordinato. Certo ancora il linguaggio dell’ Autore non risponde sempre al pensiero suo, per esempio dove dice : « l’evoluzione sociale non si spiega colle leggi di causalità, ma con questa ed altre leggi gene rali e principalmente colla legge di adattamento, colla legge della lotta p er Vadattamento o lotta
per la vita », e vien fatto di domandare quale
significato speciale 1’ Autore voglia dare alla legge di causalità se Vadattamento non è com preso nella legge stessa.
Ma di simili mende l’Autore terrà conto in una seconda edizione dei suoi lavori, che gli au guriamo sollecita. Intanto diremo che il volume è diviso in sei capitoli che trattano: 1“ la vita sociale ed il diritto; 2° la lotta per la vita e la lotta per il diritto ; 3U evoluzione sociale ed evo luzione giuridica; 4U coscienza sociale e coscienza giuridica: 5“ il potere sociale ; 6" le grandi linee della evoluzione sociale.
Tutti argomenti che debbono invogliare gli studiosi.
Rivista ¡Economica
Gli Stati Uniti come importatori di manifatture euro pee — La cooperazione in Italia — La conversione delle Cartelle fondiarie della già Banca Nazionale.
Gli Stati Uniti come importatori di
manifatture europee. — L’ aumento costante
del consumo di mercanzie europee fatto dagli Stati Uniti, scrive il Sole, non ha mai potuto essere arre stato dall’aumento delle manifatture domestiche, nè dall’ aumento delle tasse doganali sulle merci estere. Ogni diminuzione temporanea di importazione di merce è stata dovuta ad altre cause. Senza specifi care i generi, 1’ importo delle importazioni nel 1870 fu di dollari 435,958,408, e nel 1902 è aumentato a doli. 903,320,948. Le tavole del’ Bureau di Statistica degli Stati Uniti, Dipartimento del Tesoro, mostrano che nel 1902, paragonando col 1870 gli Stati Uniti hanno aumentato il loro consumo di generi francesi del 94 OxoJ di generi tedeschi il 277.6 0jo; di ge neri olandesi il 1362 0[o ; di generi belgi 425.6 0;o ; di generi italiani il 360.1 01o; di generi spagnuoli il 127.f- 0j0e di generi inglesi il 9.1 per cento.
Tredici delle principali Nazioni commerciali e manufatturiere protestarono contro la presente ta riffa, quando venne adottata dagli Stati Uniti nel 1897. Però le tavole ufficiali del Tesoro degli Stati Uniti per le importazioni da questi Paesi mostrano un aumento di cifre come segue dal 1898 al 1902 :
1898 1902 Germania... .. doli. 59,697,378 101,997,523 Francia... 52,730,844 82,880,036 20,382 657 30,554,931 Paesi Bassi... 12,525,065 19,643,808 Svizzera... » 11,380,835 17,784,855 Austria... , . » 4,716,510 10,150,601 Belgio... 8,741,510 16,522,206 Russia m. B altico..., 2,825,608 5,978,280 » m. N ero... 1,714,031 1,330,127 Spagna... 3,575,565 8,270,547 Svezia e Norvegia... 2,675,053 3,903,179
e non ve n’ è una che non abbia trovato negli Stati Dniti una domanda crescente rapidamente per i suoi imbarchi. E lo stesso si può dire della Turchia, la Danimarca, il Portogallo, la Grecia e tutti gli altri piccoli Stati commerciali dell’Europa.
Certamente ia Gran Brettagna ha finora ed ha tuttora sempre fornito più che qualunque altra Na zione i generi manifatturati importati agli Stati Uniti, ma le cifre del Tesoro mostrano che le im portazioni annue degli Siati Uniti dalla Gran Bret tagna, hanno cresciuto solo circa il 9 0[0 negli ul timi trent’anni, mentre che mostrano come abbiano aumentato enormemente le importazioni dalla Ger mania e dalla Francia e da altre Nazioni. La Gran Brettagna è ancora al disopra di qualunque altra Nazione nell’ esportazione di generi manifatturati agli Stati Uniti, ma non fornisce più della metà dei doli. 475,171,944, di generi europei consumati negli Stati Uniti nel 1902. La Gran Brettagna ha contri buito solo per doli. 165,746,560, il resto provenne dalle Nazioni continentali, avendo la Germania e la Francia contribuito in più 19,000,000 della Gran Brettagna.
Il sommario mensile delle importazioni ed espor tazioni pubblicato dagli Stati Uniti, dall’ Ufficio di Statistica, per l ’anno fiscale che finisce col 60 giu gno 1903, mostra che le importazioni per qnelPanno eccederanno le importazioni del 1902, di più di doli. 100,000,000, e che quest’ aumento è dovuto in gran parte al crescente consumo di articoli mani- fatturati all’ estero. Il Bureau stima che il valore totale dei generi manufatturati importati nell’ anno fiscale, che finisce al 30 giugno 1903, oltrepasserà i
doli. 400,000,000. - , .
Prendendo su i dettagli delie importazioni dei differenti paesi, le cifre per undici mesi dell’ anno fiscale del 1903, mostrano l’ importazione di dollari 176,609,292, dal Regno Unito contro doli. 152,524,426, per i mesi corrispondenti del 1902, e doli. 132,842,426 nei medesimi mesi del 1901.
Dalla Germania le importazioni in quei undici mesi del 1903 importano a doli. 110,140,671 contro doli. 93,061,473, nei medesimi mesi del 1902, e dol lari 92,523,872 nel 1901.
Dal Belgio le impoitàzioni in undici mesi del 1903 importarono a doli. 20,726,257, contro dollari 15,209,948 per la medesima parte del 1902, e dollari 13,556,690 per la medesima parte del 1901. Per un dici mesi del 1903 le importazioni dalla Francia fu rono doli. 84,560,648, contro doli. 77,446,180 nella me desima parte del 1902, e doli. 70,032,128 nella por zione corrispondente del 1901. Lo importazioni dal l’ Italia durante i mesi corrispondenti stanno al seguente paragone; nel 1903 doli. 33,525,47S; 1902 doli. 28,000,254; 19C1 doli. 22,300,351.
In breve l’Europa non ha in nessuna altra parte del mondo un mercato per i suoi prodotti indu striali che cosi rapidamente ne sta aumentando il consumo come gli Stati Uniti. Nessuna altra parte del mondo aumenta cosi rapidamente la sua popola zione e la possibilità di pagarsi e godersi le comodità più costose ed articoli di arte e di lusso. Le cifre precedenti mostrano nome ogni nazione che fornisce ì mercati degli Stati Uniti aumenta le sue esporta
zioni in questo paese. . .
Ma non solo il popolo degli Stati Uniti vi sara per studiare sopra alle mostro dell’ Esposizione della. Compra nella Luisiana, ma i mercanti, gli uomini d’intrapresa, i capitani deU’industria delle tre Ame riche, vi saranno pure per osservare i posti delle nazioni nella marcia del progresso e per notare i re
trogradi e gli indugiatori. .
Italia. — Le importazioni dall’ Italia agli Stati
Uniti nel 1902 importarono a 30,554,931 dollari. Di queste, le più importanti furono; farinacei, dollari 820,457; prodotti chimici, droghe e tinture, dollari 5,028,820; lino e canapa, doli. 718,857; frutta e. noci, poli. 4,387, 442 ; cappelli, cappellini da signora e ma teriali per gli stessi, doli. 879,231; marmo, e pietra, manifatture dello stesso, doli. 1,128,081 ; olii vege tali, doli. 1,838,744; riso, doli. 991,571; seta e mani fatture della stessa, doli. 10,352,827.
La cooperazione in Italia. — La « Lega
Nazionale delle Cooperative italiane » ha pubblicato di propria iniziativa un volume statistico di 430 pa- o'ine in ottavo grande, sulle cooperative italiane esi stenti nel 1902. È il lavoro meno incompleto che
siasi finora pubblicato in Italia, e costituirà un pre zioso elemento di comparazione.
Dal riassunto di quest’ opera deduciamo le se guenti notizie che sono le piu esatte di quante ne sono state fin qui pubblicate.
I sodalizi cooperativi, costituenti la statistica, della Lega sono 2872, di cui si poterono avere precise informazioni per soli 2199. Ecco come queste coope rative si ripartiscono per regioni.
Numero Una Graduatoria REGIONI delle Coopera- per abi- in rapporto agli
five tante abitanti
Piemonte 250 13,629 7 Liguria 103 10,444 3 Lombardia 408 10,625 4 Veneto 259 12,326 6 Emilia 846 7,160 1 Toscana 232 11,063 5 Marche 106 10,271 2 Umbria 31 21,785 0 Lazio 78 14,647 8 Abruzzi 29 52,656 14 Campania 77 41,810 10 Puglie 62 31,680 11 Basilicata 8 61,444 16 Calabria 48 29,986 12 Sicilia 150 23,947 6 Sardegna 12 66,316 15 Regno 2,129 14,789 »
A stabilire meglio ove la funzione cooperativa si manifesti con maggiori risultati, interessa avere sot- t’ occhio anche altri elementi di comparazione.
Il prospetto ohe segue mette in evidenza la gra duatoria patrimoniale e quella del numero dei soci ; Patrimonio Numero dei soci
Piemonte 31,926,437.14 244,001 Liguria 12,364,657. 34 25,486 Lombardia 18,349,922.62 94,765 Veneto 1,628,049. 78 29,765 Emilia 2,122,704.99 32,437 Toscana 1,676,418.95 31,241 Marche 193,648. 53 11,479 Umbria 379,201. 63 4.659 Lazio 3,111,941.95 27,862 Abruzzi 149,257.82 4,092 Campania 327,194.40 6,563 Puglie 337,154.60 7,689 Basilicata 23,582. 50 1,058 Calabria 371,461.19 5,097 Sicilia 1,001,837. 46 29,447 Sardegna 157,575.92 1,487 Regno 74,121,046. 82 567,450
Per 1’ entità del patrimonio dunque viene prima come percentuale per abitanti la Liguria, e come percentuale per cooperative il Piemonte.
Per numero di soci viene primo il Piemonte o secondo il Lazio.
Passando alla suddivisione delle Società Coope rative, secondo 1’ oggetto della impresa sociale, si ha questa ripartizione :
Numero
1. Cooperative di consumo... 860
2. Cantine sociali e distillerie... 14
3. Latterie cooperative . ... 89
4. Forni e panifìci cooperativi... 25
5. Cooperative di produzione agricola... 29