• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.26 (1899) n.1294, 19 febbraio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.26 (1899) n.1294, 19 febbraio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

S C IE N Z A E C O N O M IC A . F I N A N Z A , C O M M E R C IO , B A N C H I, F E R R O V IE , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXYI ■ Voi. XXX

Doienica 19 Febbraio 1899

N. 1294

LE LEGGI REPRESSIVE

D opo m olti tentennam enti il M inistero si è deciso di presentare alla Cam era un omnibus di disegni di legge tendenti a dim inu ire o disciplinare la li­ bertà di stampa, la libertà di riunione e quella di associazione, la tutela dei servizi pubblici, la m ili­ tarizzazione dei funzionari delle poste, telegrafi, fe r­ rovie, ece.

N on entrerem o, perchè non è nostro com pito, nella discussione politica di così im portante d e ci­ sione del M inistero, ma non possiamo a m eno, non fosse altro per rileva re una tendenza che facilm ente si ripercuote in ogni ram o della vita pubblica, di fare alcune m elanconiche considerazioni. M elan co­ niche, diciam o, perchè conducono a qu elle co n c lu ­ sioni a cui non si dovrebbe mai v en ire, cioè alla costatazione della indifferenza che anche in così d e ­ licata materia domina nel paese e peggio ancora alla costatazione che tale indifferenza è giustificata.

Sono orm ai più anni, dai torbidi di Sicilia e della Lunigiana, che ad una voce, stampa, legislatori, stu­ diosi, hanno afferm ato essere stati quei m ovim enti di ribellione, almeno in gran parte, determ inati da cause econ om ico-socia li che bisognava rem u overe affine di im pedire il rinnovarsi di avvenim enti da tutti deplorali.

Sebbene i conservatori applaudissero alle m isure anche u ltra-energiche prese dai governanti e nel 1893 e nel 1898, ed i liberali si ram m aricassero per le e c ­ cessive violazioni delle libertà che sono garantite dal patto costituzionale ; pure fu sem pre unanim e il giudizio che fossero necessari dei provved im en ti di ordine econom ico ed am m inistrativo, affine di to­ g liere la causa di intenso m alcontento che n elle diverse region i si era manifestato.

N on ostan te l’ unanimità di questo giu dizio, G overno e Parlam ento, passata la prim a im pressione ed il prim o sgom ento, si sono lasciati dom inare dall’ abi­ tuale indolenza, ed al paese parve che i Grandi P o ­ teri dello Stato si preoccupassero soltanto di sapere se l’on. G iolitti, o 1’ on. Sonnino avrebbero appog­ giato il M inistero, qu ale attitudine avrebbe presa l’ on. Zanardelli, che influenza avrebbe esercitato l’ on. Prin etii. Questioni certam ente molto interessanti per la politica che si fa a .M ontecitorio, ma che, a lungo andare, diventano per lo meno noiose al paese, che, sem pre illuso n elle solenni occasioni da grandi promesse, ved e passare ogni conveniente lasso di tem po senza che tali prom esse arrivin o ad avere un principio di attuazione.

Quali possono essere quindi i sentim enti della

nazione di fronte ai Grandi P o teri dello Stato, se non una profonda sfiducia, un convincim ento, suf­ fragato dai fatti, della loro im potenza a com piere qu elle stesse cose d ella cui necessità ed urgenza pur si mostrano così c o n v in ti?

E d è altrettanto naturale, che, se una fatale ed inconcepibile im potenza sem bra il retaggio di co­ loro che sono chiam ali al govern o della cosa pub­ blica, il paese a poco a poco si sia abituato a nulla sperare ed a tutto tem ere.

D iciam o a nulla sperare, perchè da più anni nulla, o quasi, si è fatto, m entre tanto si era prom esso, sebbene sem pre più si sentisse il bisogno che fosse fa tto ; m olto da tem ere, perchè vien fatto di dom an­ darsi : a che debbono servire le nuove proposte di leggi restrittive della libertà?

Da molto tem po l’ Italia è diventata il paese del- 1’ arbitrio, e la condotta dei G overn i di tutti i par­ titi fu così spesso — sia pure a fin di bene — in opposizione alla leg g e , che la popolazione si è quasi adattata a tale stato di cose, e nè i cittadini, nè i loro rappresentanti, si ribellano più agli atti di a r­ bitrio, od appena appena se ne com m uovono.

A bbiam o avuto i torbidi del m aggio 1898, il G o ­ vern o ha fatto per ristabilire l’ ordine, tutto quello che ha cred u to ; e tanto dove applicò le leg g i m ilitari, com e dove tali le g g i non vennero applicate, siamo a rrivati a delle m ostruosità costituzionali. Infatti i tribunali m ilitari applicarono le loro leggi anche dopo m olto tem po che i tum ulti erano cessati, e furono considerati colpe anche fatti com piuti molto prima dei tumulti e che con i tumulti stessi non avevano, nè potevano avere, che un legam e m olto indiretto.

S i avrebbe potuto com prendere che, dopo sedate con opportuno rig o re le manifestazioni violente della piazza, il G overn o avesse dom andato delle n u ove leg g i, in quanto avesse potuto dim ostrare che la mancanza di tali leg g i gli ha im pedita l’ azione ener­ gica di repressione. M a subitochè ha saputo colpire con aspre condanne dei fatti che erano precedenti ai tum ulti, i quali fatti, fu accertato, non avevano d i­ retto rapporto coi tum ulti, cho bisogno ha di nuove lecrgi ? - N on ha potuto il G overn o, di suo arbitrio, fare e disfare, assolvere e condannare senza base giu ridica, ma solo per pretesa necessità di Stdot E il Parlam ento non ha dato la sanatoria a tu tto? E la nazione colla sua indifferenza e colla sua acquiescenza ! non ha legittim ato gli arb itri? Perchè dunque il G o­

vern o ed alcuni reazionari dom andano n u ove leg g i restriitive, se, senza queste leggi restrittive, fu possi­ bile far tutto qu ello che si v o lle ?

(2)

114 L ’ E C O N O M I S T A 19 febbraio 1899 dubbio : - se con leggi liberali la repressione esorbitò

al punto cbe a tutti è noto, fin d ove a rrivereb b e quando in mano del G overno v i fossero leg g i ancora più sev ere?

In verità, a noi par di poter concludere cbe tutto ciò che è avvenuto nel 1893 e nel 1898 è senz’ altro enorm e, dato un paese lib ero; ma in Italia i seguaci della libertà sono così pochi, e coloro che credono di governare solo colle loro idee son tanti, che non vai la pena di affannarsi per una legge politica più o meno restrittiva.

Da noi non vi è nem m eno l’ idea di ciò che vuol dire il rispetto alla legge, e sono troppo noti i casi, nei quali lo stesso G overno opera al di là, al di sopra e al di fuori della le g g e ; sarebbe strano che in un paese, ancora così im m aturo com e il nostro, d o ve è possibile il tranquillo prevalere d e ll’ arbitrio, ci si ram m aricasse per qualche leg g e restrittiva della

libertà.

Ben altro ci vuole a form are la educazione di un popolo, che non sia m ille lire di multa al giornalista recid ivo ! Bisogna che la giustizia im peri, che il bene che procura la patria sia m aggiore del sacrificio che im pone, che la m oralità e la onestà sieno nei fatti e non nelle p a r o le .... e facciam o punto.

Abbiam o atteso che l’ accordo com m erciale colla F rancia andasse effettivam ente in v ig o re per far qu al­ che considerazione.

Ciò che è avvenuto in Francia ed in Italia in questi ultim i mesi, dacché cioè I’ on. I.uzzatti, con molta abilità, ha saputo trovare un punto di accordo, è la prova più evidente che la rottura del 1 8 8 7 -8 8 , fu causata non tanto da difficoltà econom iche ma, com e bene afferm a Fon. Crispi in un recente a r ti­ colo, « per il velen o di dissensi politici. »

L ’ Economista anche in questa questione ha fin da principio cercato di esporre la verità in tutte le fasi della questione che ha durato dieci anni. Dai prim i di ottobre 1887, cioè da quando l’on. Crispi con una mancanza di convenienza politica che non può essere giustificata se non da proposito d elib e­ rato, si recò im provvisasam ente a F ried ericbsru h e a visitare il principe di Bism arck, proprio quando i nostri negoziatori andarono a P arigi per cercare di strappare qualche concessione, che non fosse la rin ­ novazione pura e sem plice del trattato 1881, apparve chiaro che il dissenso politico influ iva sui rapporti com m erciali. A llora noi, pur astenendoci da ogni giu dizio sopra tale più esplicito significato che il G o ­ vern o im prim eva alla propria politica, abbiam o lam en­ tato quella dim ostrazione che ci sem brava fo lle - s e non vi era la coscienza delle conseguenze che avrebbe por­ tato - im prudente, se m irava scientem ente allo scopo che poi si è ottenuto. E precisamente nel num ero del 6 ottobre 1887, com m entando il v ia g g io d ell’ on. Crispi a F ried erich sru h e, e manifestando il tim ore che non fosse ben com preso quanto danno potesse d erivare al paese lo spostamento del centro politico dal luogo dove esisteva il centro econom ico e finan ziario, ab­ biam o esposti - facili profeti - dei tim ori, che negli anni successivi sono, pur troppo, divenuti fatti.

E ra noto che la Francia avrebbe approfittato della scadenza dei suoi trattati di com m ercio nel 1892

per rinn ovare, con intendim enti protezionisti, dei quali il sig. M eline era rappresentante, la sua politica d o­ ganale ; era quindi consigliato dalla prudenza di continuare nel regim e d e ll’ accordo com m erciale per i cinque anni che dal 1888 dovevan o decorrere per raggiu ngere il 1892; tanto più che, se si deplorava dai fautori, della bilancia com m erciale una continua eccedenza di im portazione, non era meno vero che, appunto sotto I’ aspetto della bilancia com m erciale, il com m ercio colla Francia ci era favorevole, in quanto le im portazioni dalla vicina Repubblica nel R egn o erano inferiori a qu elle del R egn o nella R e ­ pubblica.

E d appunto perchè erano note le disposizioni politiche della F rancia, noi, quasi soli in Italia, a b ­ biam o sostenuto che se i nostri negoziatori non aves­ sero potuto ottenere qualche vantaggio su! trattato del 1881, vantaggio che se anche il G overno era di­ sposto a concedere, non poteva facilm ente essere a p ­

provato dalla Cam era francese, stante appunto il v e ­ leno dei dissensi politici che si andava da più tempo inoculando, ci si limitasse alla proroga del trattato 1881, per la quale proroga le difficoltà sem bravano superabili.

In vece non solo abbiam o volu to darci noi il lusso della iniziativa nella denuncia del trattato com m erciale, ma il viaggio intem pestivo d ell’ on. Crispi, del quale v ia g g io ancora sono ignoti g li scopi nazionali e gli effetti ottenuti, parve, per m olte cause, una effettiva provocazione ; certo non era una preparazione alle trattative com m erciali. Si v o lle cioè dare al dissenso politico, che era rim asto sin allora all’ infu ori dei rapporti ufficiali, anche un carattere ufficiale.

C om e mai gli uom ini meno politici ma più adden­ tro nelle cose econom iche, si sono lasciati prendere la mano e non hanno preveduto il danno econom ico che tutti e due i paesi ne avrebbero avuto ? — È il punto che non sappiamo spiegarci, se non dando una soverchia im portanza al velen o politico, che in quel tempo invadeva gli anim i dei due paesi.

R icordiam o però che l'Economista prendendo occasione dalla im provvisa visita d ell’ on. Crispi al principe di B ism arck, ha intraveduto il pericolo ed il danno ed ha lamentato che si credesse possibile cbe un paese giovan e com e l ’ Italia potesse disgiun­ g e re , senza gra vi conseguenze, il suo centro politico dal suo centro econom ico.

N e llo stesso tem po ci affrettiam o a notare con com ­ piacenza che l’ Italia, sebbene tormentata dalla sua vicina sorella in tutte le form e più aspre affine d i determ inarne la rovina econom ica, ha saputo resistere più di quello che non si potesse presum ere ed ha saputo, dopo otto anni di crise veram ente profonda, provare che non avrebbe soggiaciuto ai colpi che le venivano da P a rig i. E sebbene il periodo della crise sia stato turbato da errori interni, com e qu ello della funesta politica coloniale e della nuova macchia che al cred ito nostro v o lle in flig g ere Fon. Sonnino coll’ au­ mento della imposta sul debito pubblico, alienandosi così il m ercato inglese, tuttavia non è senza com ­ piacenza che s’ è visto l’ Italia, nonostante i suoi e rro ri, avvicin arsi ad una sufficiente sistem azione della sua interna econom ia.

(3)

gli Italiani com prendessero che non v i era m otivo sufficiente che giustificasse una rottura com m erciale col paese che più d egli altri aveva bisogno dei nostri prodotti.

E non lascierem o nem m eno dal ricordare che l’ Economista, fino da quando 1’ on. V iscon ti-V en osta divenne M inistro degli affari esteri e quindi vi era ga­ ranzia che nessun preconcetto contro la Francia animasse la nostra politica internazionale, ha sug­ gerito che si iniziassero colla Francia per un accordo com m erciale lasciando da parte qu elle voci, nelle quali era d ifficile v en ire ad una intesa e lim itandosi a qu elle che non avrebbero richiesto grandi di­ scussioni.

L ’ accordo attuale ha appunto questo carattere ; il tempo perm etterà certam ente di trovare un modo di intendersi anche su qu elle v o c i che oggi sem ­ brano toccare interessi inconciliabili.

Ma ora che l’ accordo è in esecuzione, ora che abbiam o letti i discorsi che alla Cam era dei deputati ed al Senato furono pronunciati da em inenti rappresentanti del paese, - dopo aver elogiati coloro che con sano intendim ento died ero opera ad iniziare e condurre a term ine l’ accordo, e prim i tra essi l’ on. Y iscon ti- Venosta e l’ on. Luzzatti - ci dom andiam o: - valeva la pena di denunciare il trattato al 31 dicem bre 1881 ? - valeva la pena di non v o lere la proroga pura e sem ­ plice del trattato stesso ? - l’ accordo presente non si sarebbe potuto fare nel 1 8 9 2 ?

L a politica, che è stata il m ovente per cui si eb­ bero questi undici anni di danni im m ensi per i due paesi, ci fa una volta di più esclam are: quam parva sapientia. . . .

LA VALUTAZIONE DEI TITOLI

nelle S ocietà di cred ito

Abbiam o altre volte esaminata la questione d i così v iv o e grande interesse per le Società di credito se il m aggior valore dei titoli ch ’ esse posseggono sia assoggettabile all’ im posta di ricchezza m obile. Abbiam o anche riferito a suo tem po le giuste con­ siderazioni del D irettore della Cassa di R isparm io di F iren ze, ed ora ci offre l’ occasione di tornare sull’ argom ento un opportuno articolo del sig. G. C ri­ vellaci pubblicato uella Nuova Antologia del 1° feb­ braio, scritto m otivato specialm ente dal disegno di | legge presentato dagli on orevoli V acch elli Carcano alla fine dello scorso n ovem bre. Secondo questo prò- | getto la im posta non sarebbe dovuta che da quelle Società che fanno speculazione sui titoli, mediante abituali com pre-vendite, e hanno scopo di lucrare le differenze di prezzo; seno esenti qu elle che fanno stabile investim ento e si propongono di consegu ire solo g l’ interessi. Ma per intendere le ragioni di questa proposta è bene rifarsi ai term ini e all’ origine della questione.

L e oscillazioni che subiscono di continuo i titoli fanno sorgere difficoltà pratiche di valutazione. P iù di frequente le Società di credito riferiscono la v a ­ lutazione al 31 d icem b re, m entre è preferib ile la media di più giorn i, anzi di più mesi ; perchè, com e ben dice il C rivellar^ non dovrebbe essere rim esso alle occasionali vicen de di quel giorn o un apprez­ zamento patrim oniale che rim ane ferm o un anno.

O r bene, se nella rivalutazione annuale dei titoli si constata una differenza in m eno, questa che an­ cora non può dirsi una perdita, perchè i titoli non sono liquidati, va però com pensata o con le riserve o con gli utili. A lle une o agli altri, o ad entram be queste fonti bisogna attingere quanto basti per man­ tenere inalterata l’ equazione fra i mezzi che si hanno e l’ im piego che se ne è fatto. L ’ adoperare a questo scopo gli utili, è senza dubbio più prudente, sopra­ tutto quando il ribasso sia n o tev o le ; ma ha l’ incon­ veniente sostanziale di pareggiare, nelle conseguenze, le sem plici oscillazioni di valore alle perdite, e può spostare troppo le risultanze delle operazioni fatte n ell’ e se rcizio,se l’ im p iego dei titoli sia relativam ente abbondante. Potrebbe accadere che la valutazione as­ sorbisse tutti o quasi g li u tili; sicché le azioni, pri­ vate del dividendo, perdessero di credito, senza che la situazione generale della Società lo giustifieasse. L e riserve in vece che rappresentano generalm ente utili accum ulati negli anni precedenti, e hanno ca­ rattere patrim oniale, possono s ervire più propriam ente allo scopo.

Ma queste plusvalenze e m inusvalenze devono le une affluire alle riserve, com e le altre tro varvi la loro adeguata com pensazione. D ’onde il giusto con ­ cetto di form are un fondo speciale per le oscillazioni di valore dei titoli. Il M inistero di agricoltu ra, in ­ dustria e com m ercio ha preso una eguale determ i­ nazione per le Casse ordinarie di risparm io, e le grandi Com pagnie di assicurazione, in particolare qu elle sulla vita, si attengono ad analogo sistema. Ed esso dovrebbe essere generalizzato. Il ¡fondo speciale rim ane all’ infuori d elle riserve e degli utili. G li au­ menti nel prezzo di valutazione dei titoli, conducono ad accrescere, in pari tem po, l’attivo per l’ im piego in titoli e il passivo rappresentato dal fondo speciale, e viceversa le dim inuzioni. Il fondo speciale dovrà essere alimentato dalle riserve e dagli utili, solo a l- loquando il valore com plessivo dei titoli discenda al disotto del prezzo di acquisto, oppu re del valore che essi avevano all’ epoca nella quale il fondo fu istituito.

E il C riv ella ri, dopo aver spiegato con un esem pio nu m erico questo concetto, aggiu n ge che guardando bene, è un congegno così sem plice che pare abbia una im portanza m eram ente contabile e di giro, per bilanciare le differenze di valutazione a confronto del prezzo di acquisto. Ma la sua im portanza si palesa, se si tenga presente che esso dà il mezzo di tenere se­ parati anno per anno i risultati propri della gestione dalla differenza nella valutazione dei titoli, sicché non abbiano da influire sugli utili o sulle perdite, fino a che non si effettui la vendita.

(4)

110 L ’ E C O N O M I S T A 19 febbraio 1899 prim e a questa domanda delle Società, deducendo

che di perdita allora soltanto potesse parlarsi, quando i titoli fossero stati dalle Società venduti, sicché al m inor va lo re degli stessi, corrispondesse una dim i­ nuzione effettiva e reale nel patrim onio sociale, ma che fino a quando, invece, i titoli rim anevano in portafoglio nessuna somma dovesse am m ettersi in deduzione del reddito a titolo di perdita, giacché questa non era effettiva, ma soltanto potenziale.

L ’ A utorità giudiziaria credette, ciò nonostante, di am m ettere com e perdita effettiva d ell’ esercizio c o - desto m inor valore dei titoli pu bblici; e l’ A m m in i­ strazione si acconciò a questa massima, anche dietro il consiglio dato dalla R . A vvocatu ra generale era­ riale, la quale osservava che quando i titoli si fos­ sero ferm ati nel loro m ovim ento di discesa ed a ves­ sero in vece accennato al rialzo, sarebbe stata ragione di giustizia com prendere nel reddito, com e utile d eli’ esercizio, il m aggior va lo re acquistato dai titoli anche se non realizzato colla m ateriale alienazione di essi; allo stesso modo e per le stesse ragioni che se ne era prima detratto lo sva]utam ento, ancorché potenziale. Quando, peraltro, si trattò appunto di tenere questo secondo sistema, le Società, con la stessa vigo ria con cui molti anni prim a avevano so­ stenuto il loro diritto alla detrazione, si fecero a contestare il diritto dell’ A m m inistrazione di conside­ rare com e reddito la plusvalenza dei titoli di credito.

L ’ Autorità giudiziaria, m em ore delle considerazioni che avevano determ inato i suoi prim i giudicati, non fece buon viso alla nuova tesi sostenuta dalle S o ­ cietà; e con sentenze della Suprem a Corte di C a s­ sazione venne anche di recente fatta ragione alla tesi contraria. Tuttavia la stessa Corte Suprem a reg o la ­ trice non ha ancora pronunciata la sua ultima parola su di un ricorso tuttora pendente avanti le sezioni riunite della Cassazione romana. E le Com m issioni am m inistrative seguono una giurisprudenza oscillante, con tendenza a favorire la tesi delle Società di m e ­ dito o di assicu razion e».

E ’ chiaro che la questione è stata posta m ale sin dal prin cipio e ciò perchè l’articolo 30 della legge 24 agosto 1877 sulla imposta del reddito di r ic ­ chezza m obile si presta a una interpretazione con­ traria alla natura delia imposta m edesim a. D ice qu ell’ articolo : « N el reddito delle Società anonim e ed in accom andila per azioni, com presevi le Società di assicurazione mutua od a prem io fisso, saranno com putale indistintam ente tutte le som m e repartite sotto qualsiasi titolo fra i soci, e qu elle portate in aumento del capitale o del fondo di riserva od am ­ m ortizzazione, od altrim enti im piegate anche in estinzione di debiti ». L ’ intento del legislatore è di colpire il reddito qualunque ne sia la destinazione, ma è chiaro che la destinazione ha qui una im p o r­ tanza grandissim a e che il v ero reddito, sul quale il fisco può fare legittim am ente il prelevam ento della imposta è quello ripartito ai soci, quello disponi­ bile effettivam ente per la Società che è appunto il com plesso dei soci, m entre quel frutto d ell’ attività sociale che vien e portato a reintegrare perdite su ­ bite n egli elem enti patrim oniali o ad am m ortizzare il v a lo re di beni soggetti a dim inuzione pel duplice logoro fisico ed econom ico, a com pensare deprezza­ m enti di titoli e sim ili, quel frutto del lavoro della Società non è utile disponibile, non può essere speso o consumato senza danno, senza conseguenze più o m eno gra vi per l’ azienda. C olpire ciò che va ai soci

è colpire un vero reddito m obiliare ; colpire in vece ciò che serve ad am m ortizzare il valore di beni pa­ trim oniali, le perdite subite ecc., equ ivale a prelevare l’ imposta sul patrim onio.

Il fatto della destinazione della somma, con ra­ gione osserva il C rivella ri, non basta, evidentem ente, a caratterizzare il reddito. Sarebbe un errore g iu ­ ridico ritenere che vi sia reddito là dove la desti­ nazione non lo manifesti. La le g g e fiscale lo pre­ sume perchè ordinariam ente è così ; ma la prova in contrario è ammessa.

Che se consideriam o i titoli è facile ved ere che il reddito dei titoli è costituito d agli interessi e, se sono azioni, dai dividendi : l’aumento di prezzo af­ fetta invece il capitale. E questo aumento patrim o­ niale è virtuale, variab ile, e non disponibile. L e S o­ cietà, e g l’ istituti che continuano a tenere i titoli, non hanno lucro crescono bensì in solidità e credito, ma nè solidità nè credito sono tassabili. È chiaro anche che non vi è il reddito che il Codice di Com ­ m ercio vuole sia realmente conseguito (a rtico lo d 81). Di qu i la diversità tra le plusvalenze dei titoli e i redditi, le prim e non sono som m e incassate, perciò dovrebbero andare a im pinguare un fondo speciale che ha importanza puram ente contabile, alm eno in qu el, m om ento, com e le m inusvalenze vanuo portate a detrazione di quel fondo speciale, m entre i redditi im ponibili non possono essere se non som m e in ­ cassate disponibili.

Ci pare superfluo l’ insistere ; I’ equ ivoco, direm o con l’ egregio scrittore di cui abbiam o esposto le idee, l’erro re del fisco nel tassare la plusvalenza dei titoli origina dall’ aver dato alla legge un senso che non ha. N on sappiamo invero, che altri aumenti patrim oniali siano assoggettati a tassa di ricchezza m obile. Una casa, un terreno aumentano di valore, una concessione, un brevetto d ’ invenzione rendono di anno in anno sem pre più e rappresentano perciò un capitale in progressivo aum ento; T izio , in paga­ mento di un credito, ric ev e dal debitore d elle atti­ vità che hanno un valo re superiore ; tutto ciò m i­ gliora il patrim on io; ma il fisco non in tervien e se se non inquanto di anno in anno, aumentano con ­ seguentem ente i redditi.

(5)

I BILANCI DI PREVISIONE PER L’ESERCIZIO 1898-99

Ministero delle Finanze

sciarli quali stanno senza tante trasformazioni e tra­ sposizioni che, nel disagio in cui tutti si trovano, finiscono a produrre sperperi m aggiori.

Ministero dei Lavori Pubblici. Il M inistero delle finanze nel 1 8 9 7 -9 8 ha dato

•una spesa totale (escluse le partite di g iro ) di L . 181,928,628.94 con una econom ia nelle p rev i­ sioni di L . 107,552.23 ; per 1’ esercizio in corso vien e prevista una spesa di L . 184,980,507.49 cioè di :

L . 2,951,878.55 m aggiore degli accertam enti d el­ l’ esercizio precedente ; e di « 2,844,520.30 m a ggiore delle previsioni dello

stesso esercizio 1 8 9 7 -9 8 .

Anche per il M inistero delle F in anze, si sono aumentate le previsioni, non soltanto sulle c ifre del­ l’ accertam ento dato dal consuntivo, ma anche delle ‘prensioni dell’anno precedente.

Analizzando le singole voci si hanno le seguenti cifre :

le seguenti voci del bilancio esigettero nel 1897-98 una maggiore spesa, e m algrado ciò furono p rev i­ ste per il 1 8 9 8 -9 9 minori somme :

Previsione Previsione

1867-98 Maggiore spesa 1898-99

Lire L ire Lire

M inistero.. . . 2,499,111.91 + 5,431.56 2,499,111.91 Intendenza di

finanza ed uf­ fici esterni del

catasto. 4,703,191.90 + 23,827.37 4,654,272.40 Servizi diversi 1,556,179.77 + 20,318.50 1,542,477.37 Sali...5,434,158.43 +316,937.14 5.385,115.00 L e seguenti voci del bilancio diedero nel 1897-98 una economia sulle rispettive previsioni e m algrado ciò furono iscritte nelle previsioni d e ll’ esercizio at­ tuale maggiori somme.

Previsione Minore Previsione 1897-98 spesa 1898-99

Uffici tecnici di finanza 1 ,755>098-33 Amministrazione dei ca­

nali riscattati . . . . 739,176.67 Am ministrazione delle

gabelle (spese gene­

rali) . . 18,428,913.41 Amministrazione (tasse di fabbricazione) . . 2,870,300.00 Amministrazione delle (D ogane)... 5,277,261.32 Amministrazione delle privative (Lotto). • .37,398,325*36 Amministrazione (Ta­ bacchi) ... 35,232,631.65 Amministrazione (straor­ dinaria) ... 210,000.00 - 5,119.23 1,766,692.25 - 9,188.67 787,076.67 - 34,067.45 18,612,398.00 - 191,866.20 2,954,100.00 - 85,318.16 5,429,821.32 - 811,902.11 37,638,375-36 - 173,395.24 36,846,994.25 - 5,576.00 220,000.00 Naturalm ente questi aumenti di som m e iscritte, non ostante le conseguite econom ie, hanno la g e ­ nerica giustificazione delle esigenze di servizio; ma intanto sta il fatto che si com incia ad allargare la m ano nelle spese, quando non si può ancora ch iu ­ dere il bilancio senza aum entare il debito e senza chiedere ai contribuenti nuovi balzelli.

In quanto alle altre m odificazioni che non pre­ sentano contradizioni Ci,sì stridenti cogli intendim enti che il M inistro del T e so ro m anifestò nella sua espo­ sizione finanziaria, vien fatto di dom andarsi se con­ venendo tutti che m olti capitoli del bilancio sono veram ente strem ati e quindi mettono in pericolo il regolare andam ento dei servizi, non sia il caso, giacché i m ezzi per aum entarli non v i sono, di

la-Pareva che l’attuale M inistero avesse in animo di accettare la teoria che, sem brava più propugnata, specie dopo i fatti del m aggio 1898, che lo Stato, cioè debba dare una m aggior somma di lavori, a f­ fine di dim inuire, specie iu alcune region i, le cause di sofferenza.

Non è quindi senza sorpresa che si trova nel bi­ lancio dei lavori pubblici testé approvato una eco ­ nomia a paragone della spesa d e ll’ anno precedente.

E cco cosa risulta dai confronti : Previsioni 1897-98 . Accertam enti » L . 78,422,048.93 > 79,019,134.25 M aggiore spesa . Previsione 1898-99 . L . 597,085. 32 L . 75,035,357. —

Economia sulle previsioni 1897-98 L. 3,386, 691. 93 Id. sugli accertamenti 1897-98 L . 3,973, 777. 25

L a m aggior parte di questa econom ia è data dalla categoria costruzione di strade ferrate com e si vede dalle cifre riassuntive delle categorie.

Previsioni Accertamento Previsione 1897-98 1897-98 1898-99

Lire Lire Lire

Cat. Spesa effet. orditi. 27,735.922.74 28,438,332.96 28,177,694.00 Id. Id. straord. 29,765,897.81 29,657,572.91 28,149,180.00 Id. Costruz. di str. fer. 20,860,728.38 20,860,728.38 18,645,983 00 Id. Movimento Capitali 62,500.00 62,500-00 62*500.00

Totali 78,422,' 48.93 79,019,134.25 75,035,357 00 Dal che risulta che la spesa effettiva ordinaria la aumentata di L . 6-41,772.74 nelle previsioni, ed in­ vece è inferiore di L . 260,638.9 6 sull’ accertam ento 1 8 9 7 -9 8 ; — la parte straordinaria della stessa ca­ tegoria ha nell’ esercizio in corso una econom ia di lTi,616,717.81 sulle previsioni e di L . 1,408,392.91 sull’ accertam ento la categoria delle costruzionj di strade ferrate dà una econom ia di L . 2,2 14,743 .38 a paragone dell’ esercizio precedente.

N o n 'è senza interesse vedere com e sono costituite tali econom ie.

L e spese generali sono mantenute nelle stesse p re ­ vision i del 1 8 9 7 -9 8 , senza tener conto d elle econo- nom ie, del resto liev i, di L . 8,090.42, conseguite n ell’ esercizio stesso; — nel debito vitalizio che, com e è noto, è o g g i distribuito tra i diversi m in i­ steri, dà una econom ia di eirca 30 m ila lire sulle pre­ visioni ; — la spesa per il genio civile, che pure nel 1 8 9 7 -9 8 aveva data una econom ia di L . 3,831, viene in vece aumentata di circa 40 m ila lire ; — per le strade si era preventivata 1’ anno precedente una spesa di L . 5,660,873.41, ora si iscrivono per l’ eser­ cizio in corso 275 m ila lire di più, non ostante la econom ia conseguita di oltre 17 m ia lir e ; — cosi sulle opere idrauliche di 3 a , 4 a e 5 a categoria la spesa di L . 530,000 del 1 897 -98 sulle quali si era conseguita una econom ia di L . 28,000, è portata a L . 5 4 5 .0 0 0 ;- è mantenuta o poco meno dell anno precedente la spesa per le bonifiche, un

(6)

118 L ’ E C O N O M I S T A 19 febbraio 1899 P e r contrario le opere idrauliche di prima e se­

conda categoria e la spesa per porti, spiaggie, fari e fanali, e quelle per le strade ferrate hanno un diverso trattam ento, com e risulta dalle cifre segu en ti:

previsioni economia o previsioni 1897-98 maggior spesa 1898-99

Opere idraul. di 1a e 2a 7,088,967.05 4- 893,676,89 7,380,000.00 Porti, spiagge, fari ec. 5,830,594.27 — 76,538.74 5,678,700.00 Strade ferrate . , . . 1,042,376.10 — 33,672.59 1,070,153.00

Che norm a si può trarre da queste variazioni ? N e si creda che i docum enti parlam entari offrano grandi spiegazioni già il disegno di legge per il bilancio dei lavori pubblici, presentato il 18 n o ve m ­ bre scorso, non è nem m eno preceduto da relazione ; e le note non dicono che questo per le opere idrau ­ liche, d o ve si segna una econom ia di 400,000 lire : « econom ia che si prevede di poter ottenere, in virtù « degli im pegn i assunti finora e d i qu elli che si do- « vranno assumere fino al term ine d e ll’ esercizio ».

Nella parte straordinaria delle spese effettive siamo sem pre n egli stessi c riteri: - le spese generali previste in L . 259,530 nel 1897 -98 hanno dato poche m igliaia di lire di econom ia, tuttavia si aumentano a L . 2 4 7 .3 5 0 ; - i lavori di sistemazione inferiori a L. 30,000. previsti n ell’ esercizio precedente in L . 444,300, hanno dato L . 8 8 ,3 5 1 .4 0 di econom ia, ma per l’ esercizio in corso vien e aumentata la spesa L . 579,850.

L i DOGANE NELL’ ESERCIZIO 1897-88

Con una sollecitudine veram ente encom iabile, il direttore generale delle gabelle, com m . Busca, ha presentato al ministro delie finanze la sua relazione p er l’ esercizio chiuso il 30 giugno u. s. P e r ragioni facili a com prendersi, le dogane costituiscono la parte m a ggiore di quell’ azienda finanziaria che s’ in ­ titola d elle G abelle, e poiché nel decorso anno finan­ ziario esse hanno attraversato vicen de straordin arie; vogliam o occuparci di quel cespite di entrate finan­ ziarie con qualche larghezza.

È da prem ettere, tuttavia, che le gabelle hanno reso nel 1897 -98 quasi 371 m ilion i, in aumento di 11 m ilioni e tre quarti com e risulta da queste c ifre :

1897-98 Diiiereuza Dogane e diritti m arittimi 243,073,000 -p- 9,011,000 Tasse di fabbricazione. . 47,876,000 -f- 2,621,000 D a zi di con su m o... 79,967,000 -f- 243,000 T ota le 370,916,000 + 11,875,000 Sono queste le entrate gabellari al lordo delle spese, che se poi si volesse conoscere il loro g e t­ tito al netto delle spese si troverebbe che la spesa è stata di 46.6 m ilioni, sicché I’ entrata si riduce a 324.2 m ilioni.

L e dogane hauno reso adunque 243 m ilioni, in aumento di 9 m ilioni e questo proprio n ell’ esercizio nel quale il dazio sui grano venne tem poraneam ente abolito. È utile esam inare l’ influenza che ebbe a esercitare la crise annonaria del passato anno.

N el 1 8 9 7 -9 8 il grano fruttò m ilioni 33.7 riscossi su 941 ,8 4 0 tonnellate, con l’ aumento di 1 m ilion e e mezzo sull’ esercizio precedente. Il dazio sul grano dal 25 gennaio a tutto il 5 m aggio 1898 si tro vò

ridotto a 50 lire la tonnellata, e dal 6 m aggio al 30 giugno dello stesso anno scom parve interam ente dalla nostra tariffa doganale. E della totale im p o r­ tazione di 9 4 1 ,8 4 0 tonn. di grano, soltanto 268,881 im portate dal I o lu glio al 24 gennaio 1898 furono sdaziate ai dazio norm ale di 75 lire la tonn. fo r­ nendo L . 20,166,00 0 e altre 272,615 im portate dal 25 gennaio al 5 m aggio 1898 assolsero il dazio ridotto di L . 50 per tonn. rendendo L . 1 3 ,6 3 1 ,0 0 0 ; onde il reddito totale di L. 33,797,000 fu conseguito sopra tonn. 541,496. L e rim anenti 400,344 tonn. entrarono in esenzione di dazio.

L ’ anno finanziario 1897-98 riuscì, rispetto al grano, estrem am ente sfavo revo le, cosi nei riguardi della eco­ nomia nazionale, com e in quelli della pubblica sicu ­ rezza. La quantità rimasta a disposizione del consum o nazionale fu di 2,9 00,420 tonn. ossia 92 ch ilogr. per abitante, quota oltrem odo bassa quale non si ebbe mai alm eno nel periodo dal 1885 in poi. E la causa di questa dim inuzione di consum o furono com ’ è noto i prezzi elevati cui giunsero e si m anten­ nero nel detto anno finanziario. A l rialzo dei prezzi contribuirono, all’ estero, la scarsità del raccolto m on­ diale, la condizione speciale nella quale si trovarono gli Stati Uniti, che avendo conseguito un raccolto esuberante di grano in contrasto con quelli g e n e ­ ralm ente scarsi degli altri paesi poterono im porsi ai m ercati europei, la colossale speculazione o rg a n iz­ zata e per qualche tem po durata n egli Stati U niti, per la quale ingenti quantità di grano ven n ero con­ centrate in mano di pochi, le perturbazioni indirette del m ercato causate dalla guerra ispano-am ericana; in Italia tutte queste stesse cause associate a una produzione che la nostra statistica agraria non ha mai registrato peggiore e alla speculazione sorta per sfruttare le peculiari condizioni del paese nei r i­ guardi delle disponibilità e del fabbisogno di gra n o. L e condizioni anorm ali dei raccolti del grano nel 1897 si possono rileva re da questo confronto :

1896 1897 milioni di ettolitri Russia 126 108 Francia . 120 87 Austria Ungheria 64 46 Germania. 39 39 Spagna 25 30 Ita lia . . . . 51 31 Inghilterra . 21 20 Rumania . 25 13 B ulgaria . 16 11 Stati U n iti . 159 222 Canadà . 17 22 Argentina 10 19 India . . . . 90 87

(7)

quella dal lu glio 1897 al giugno 1898 33 m ilioni per dazio sul grano, quanti m ilion i non ha dovuto spendere per la tutela d e ll' ordine e quanto lievito di nuovi disordini non ha sparso nel paese ! Ecco il punto al quale d o vrebbero v o lg e re 1* attenzione i nostri governanti.

L o zucchero e il caffè hanno reso insiem e oltre 86 m ilioni: 65.3 m ilioni il prim o, 21 m ilioni il se­ condo. P e r lo zucchero è da osservare che la pro­ duzione interna continua ad aum entare; nel 1897-98 fu di 38,770 quintali contro 74-2,261 quintali im ­ portati ; ma m entre quest’ ultim a cifra era cresciuta di soli 459 quintali, la prim a presentava l’ aumento di quasi 16,000 quintali.

Il reddito del caffè ha avuto I’ aumento di m i­ lioni 1.7 perchè l ’ im portazione è salita a 140.526 quintali, superiore di oltre 10,000 quintali a quella del 1896 -97. Questo aum ento devesi in parte attri­ buire agli anorm ali approvvigionam enti di giugno 1898 stim olati dalle v o c i corse di una m odifica­ zione del regim e doganale del caffè ; ma in parte pure ad increm ento vero e proprio nella richiesta del coloniale. Del resto il prezzo del caffè è consi­ derevolm en te scemato dal principio del 1896 a ora e per alcune qualità si è ridotto della m età. Il prezzo del Moka che nel gennaio 1896 nel deposito franco di G enova era di 475 a 480 lire per quintale sda­ ziato, nel giu gno 1898 era di 220 a 230 schiavo di dazio, ossia circa 380 in carta.

Il petrolio in causa della dim inuzione di qu in­ tali 15,939 nelPim portazione ha reso 33,255,74 4 in dim inuzione di 765,072 lire. Il consum o del petrolio gravato di un dazio certo eccessivo (4 8 lire per qu in ­ tale) è in uno stato di depressione che va sem pre più aggravandosi e a ciò contribuisce anche la con ­ correnza del gas e della luce elettrica.

Il reddito del cotone è nuovam ente cresciuto, essendo salito a 3,934,674 contro 3,471,653 lire n e ll8 9 6 -9 7 . Il notevole aumento nella quantità im portata si giu ­ stifica col m aggiore im p iego di m ateria prima ri­ chiesto per sopperire alla dim inuita im portazione dei manufatti esteri e all’aumentata esportazione di qu elli di produzione nazionale, coll’ increm ento a ll’ interno del consum o dei manufatti di cotone col ritorno del tessile ai bassi prezzi del 1 8 9 4 -9 5 .

U ltim o dei prodotti fiscali si presenta lo spirito estero, col m odesto reddito, fra dazio e sopratass;, di L . 1,860,725, che differisce in m eno per L . 130,348 da quello di lire 1,992,073 dell’ esercizio precedente. Dai prodotti fiscali l’ erario ha tratto adunque m ilioni 159.2 ossia oltre due terzi del prodoltodelle dogane, ma quella espressione « prodotti fiscali » non è esatta, perchè si tratta anche di un prodotto colpito da un forte dazio protettivo, com ’ è ii grano.

G li altri prodotti soggetti a dazio di confine hanno reso 70.9 m ilioni, in aumento di 5 m ilioni, d e ri­ vante da anorm ale im portazione degli oli di oliva, di cotone e del granturco. Il reddito di 79 m ilioni proveniva da questi gru ppi di prodotti :

Reddito 1897-98 Differenza

Materie necessarie al­

l ’industria L . 13,807,078 + 85,454

Prodotti fabbricati . » 33,412,384 -j- 2,050,271 Generi alimentari. . » 15,777,562 -f- 2,483,896 Prodotti vari . . . » 7,944,841 -j- 464,988

Qui non possiamo entrare in m olti particolari. 1 prodotti fabbricati presentano una importante v a ria ­ zione rispetto ai ferri e acciai lavorati, il reddito dei quali crebbe di L . 1,458,791, dovuti in pro­ porzioni non molto dissim ili alle rotaie per ferrovie,^ la cui im portazione è salita da 51,011 a 162,536 quintali e ai ferri di seconda fabbricazione. N el gruppo dei generi alim entari, fatta astrazione dagli oli di oliva e di cotone e dal granturco, vanno se­ gnalate le dim inuzioni nel reddito del riso (1,096,590 lire) ridotto a piccola proporzione col ritorno del raccolto indigeno alle condizioni norm ali e qu elle nel reddito del vin o e del form aggio.

L e sopratasse di confine (sp iriti, acque gassose, birra, cicoria preparata, olio di sem e di cotone e polveri piriche) resero 3,0 56,832 in aumento di mezzo m ilione. I dazi di esportazione fruttarono 1,097,836 e la tassa speciale sugli zolfi in Sicilia 452,731. Finalm ente vi è da tener conto del pro­ vento del diritto di statistica in 2,441,136 lire, di altre entrate diritti di m agazzinaggio, di bollo eccQ per L . 1,715,320, dei diritti m arittim i per 7,1 50,795 , dei pacchi postali per 4,778,688. Quest’ ultim a citra è in aumento su quella del 1 8 8 7 -8 8 di oltre 2,400 mila lire e questo dim ostra 1’ enorm e sviluppo che hanno preso i pacchi postali.

Il gettito com plessivo delle dogane in 243 m ilioni è dei più alti che si siano avu ti dal 1884 -85 in poi e certo potrebbe dirsi soddisfacente, se non fosse ottenuto con dazi di dogana rip ro v ev o li.

Rivista Bibliografica

Edmond Théry. — Europe et Etats-TJnis d’Amérique. — Paris, Flammarion, 1899, pag. 349 (3 fr. 50).

In una serie d ’ articoli pubblicati n ell’Economiste européen il T h é ry ha voluto istitu ire vari confronti tra I’ Europa e gli Stati Uniti d ’ A m erica, prendendo in esam e lo sviluppo della m arina m ilitare, le spese per la difesa, la popolazione, l’ aumento dei bilanci, i debiti pubblici, le strade ferrate, il com m ercio esterno, la circolazione m onetaria e le banche di em issione, i cambi e lo sconto, il num erario in ter­ nazionale, la produzione universale dell’ oro e del- l’ argento, eec. Si ha così una rassegna statistica, econom ica e finanziaria m ollo interessante; ma, n a­ turalm ente, non è possibile garantire che tutti i dati siano esatti. D i alcuni di quei confronti sta­

tistici abbiam o fatto cenno l’ anno scorso, quando apparvero gli articoli dell 'Economiste européen. Nel- 1’ insiem e, questo libro, sulla situazione rispettiva dell’ Europa e degli Stati U n iti, è certo istruttivo e m ette in luce alcuni fatti che dovrebbero far rifle t­ tere gli uom ini di Stato. La sua utilità è anche ac­ cresciuta dalla narrazione dei negoziati per la intro­ duzione del bim etallism o universale e da uno studio sulla questione d e g li zuccheri in Europa e negli Stati Uniti. L e nostre opinioni non sono, in ordine alla questione m onetaria, qu elle del sig. T h é ry , bim etal­ lista convinto, ma fra g li scritti in difesa della tesi bimetallista, raram ente ne troviam o di interesse pari a qu elli dell’ aulore di questo volum e.

(8)

120 L ’ E C O N O M I S T A 19 febbraio 1899

Prof. dr. Ludwig Elster. — Worterbuoh der Volkswìrts- chaft. Volum e secondo. — Jena, Fischer, 1898, pag. 1018.

Questo D izionario di Econom ia politica è ora un’ opera com pleta e, senza avere la estensione e le pretese del grande D izionario di Scienze di Stato, può rendere servigi non trascurabili agli studiosi, p er l’ abbondanza delle notizie, delle v o c i trattate da scrittori com petenti, e delle indicazioni bibliografich e. Il secondo volu m e contiene anche, in appendice, l’ indice per materie.

F ra gli articoli di m aggiore im portanza citiam o qu elli sulle Banche di emissione, sul salario, sul so­ cialism o e sul com unism o, ecc.; ma tutta l’ opera, che è anche a un prezzo veram ente eccezionale, (2 0 m archi), m erita d’ essere raccom andata ai lettori. S e essi non v i troveranno discussioni scientifiche, avranno però nel D izionario edito dal prof. E lster un ottim o strumento di lavoro, cui potranno ric o r­ re re utilm ente in m olte circostanze.

Georg Sulzer. — Die Zukunft des Sozialismus. — Dresden, Bohmert, 1899, pag. 421.

Sono, certo, anche troppo numerosi gli scritti sul socialism o, ma di pochissimi si può dire che portano qualche u tile contributo alla critica scien­ tifica di quel sistema teorico. E questo volu m e del Presidente della Cassazione, del Cantone di Z u rigo, pur contenendo alcune pagine di reale interesse, non ci pare che aggiunga un contributo veram ente n o ­ tevole alla esuberante letteratura che già si possiede sull’ argom ento. E g li tratta anzitutto del dogm a so­ ciale del collettivism o, e passa poscia alle caratteri­ stiche necessarie di un ordinam ento sociale collettivi­ sta che possa dirsi applicabile, all’ ideale collettivista, alla importanza di questo ideale pel progresso e il be­ nessere dell’ umanità e alla realizzazione dell’ ideale m edesim o.

Quasi m età del libro è appunto dedicata a questo ultim o argom ento, o m eglio, a ricercare se l’ ideale collettivista si realizzerà in nn avven ire prossimo o rem oto. L ’ A utore crede, e sono queste le parole con cui chiude il suo lib ro, che « le nazioni, le quali più s’ inoltrano nella realizzazione d e ll’ ideale co llet­ tivista, staranno all’ apice della nostra civiltà e nella lotta delle nazioni per l’ esistenza, che mai cessa com pletam ente, saranno i vin citori ».

A. De Viti De Marco. — Saggi di Economia e Finanza.

Koma, Giornale degli Economisti, 1899, pag. 198, (Lire 4).

Sono tre saggi, di cui due di Finanza e uno di storia delle dottrine econom iche. Quest’ ultim o esa­ m ina le teorie econom iche di Antonio S erra, m entre g li altri due trattano dei prestiti pu bblici e delle entrate patrim oniali. I tre saggi sono assai p regevo li e mettono in luce ancora una volta la dottrina e l’ acum e d ell’ eg re g io scrittore. In particolar modo ci pare n otevole il contributo alla teoria del prestito pubblico, com e qu ello che tocca questioni anche di interesse pratico, sem pre v iv o e generale.

Rivista Economica

La trasmissione dell’ elettricità a grandi distanze

L’emigrazione italiana negli Stati UnitiCongresso

internazionale per l ’ insegnamento commerciale.

La trasmissione dell’ elettricità a grandi di­ stanze. — Q ualche anno fa sem brava cosa m era­

vigliosa il trasporto d ell’ energia elettrica alla d i­ stanza di otto o dieci chilom etri ; oggi in vece coi mezzi di trasporto elettrico, im piegati dovu nqu e, si è in ¡stato di utilizzare d elle correnti di 5 0 ,0 0 0 a 60,000 volts, e di trasportare I’ energia meccanica a 200 e anche a 300 chilom etri, in modo da poter approfittare delle cascate d’acqua, che ordinariam ente si trovano m olto lontane dai grandi centri.

Ma i progressi fatti sinora in questa materia sa ­ rebbero ancora poca cosa in confronto di ciò che ha dim ostrato recentem ente il professore F orbes, della Società R eale di L ondra. L ’ em inente scien­ ziato inglese asserisce potersi effettuare il trasporto dell’ energia elettrica fino a 800 chilom etri. E g li crede possibile, per esem pio, di trasm ettere la forza m o­ trice delle cascate V ittoria allo Zam bese, com e pure in m olte m iniere au rifere dell’ A frica del Sud. In tutte le m iniere lontane dai porti sarebbe pure c o n ­ veniente fabbricare la forza col carbone e traspor­ tarla elettricam ente a 500 chilom etri.

Il prof. Forbes non dubita che anche in a g ri­ coltura si potrebbe trarre un ottim o partito dalle trasmissioni elettriche. L ’ irrigazion e in E gitto e il funzionam ento delle pom pe potrebbero ottenersi colle cateratte del N ilo, e la potenza, presa sul posto, sarebbe vantaggiosam ente inviata non solo in E gitto, ma sino nel Sudan. Secondo i suoi calcoli, l’ illu ­ m inazione elettrica del Cairo verreb b e a costare meno col mezzo della trasmissione elettrica della forza idraulica della prim a cateratta d e l N ilo , che c oll’ interm ediario di m acchine a vapore collocate entro la città.

Ci sono, naturalm ente delle perdite sensibili nelle trasmissioni a distanze superiori ai 200 chilom ., ma quando anche queste perdite raggiungessero il 50 °/0, la forza idraulica costando nulla, vi sarebbe ancora un vantaggio a utilizzarla a grande distanza. Il prof. F orbes, in poche parole, è pieno di speranza e di fiducia n ell’ avven ire della trasmissione elettrica d el­ l’ energia m eccanica, e i fatti, sinora, lo incoraggiano veram ente nelle sue rosee previsioni.

L’ emigrazione italiana negli Stati Uniti. —

A bbiam o già riprodotto (ved i I’ Econom ista del 29 G enn aio) alcuni dati abbastanza soddisfacenti sulla nostra em igrazione n ell’ A m erica del N ord ; dob­ biam o però rile va re ancora una volta con la scorta della relazione del sig. E gisto Rossi, la m alefica in­ fluenza di un sistema che opprim e i nostri em igranti, e al quale si è dato colà il nom e anglo-italiano di padroni-system.

(9)

19 febbraio 1899

È noto però che in Italia, l’ opinione pubblica prim a e poi la legge, m isero un freno al turpe traf­ fico, ed oggi non solo negli Stati U niti, dove per legge è vietato I* ingresso ai suonatori ambulanti di qualsiasi nazionalità, ma anche a Londra, Parigi, Berlino la tratta dei fanciulli italiani agli scopi pre­ detti è pressoché cessata.

Questa specie di padroni, dunque, oltre ad essere in via di estinguersi per le ragioni anzidette, non ha niente di com une col cosidetto padroni System che deriva in vece da) boss-system, in uso in m olte parte degli Stati U niti, prima ancora che v i ponesse il piede l’ em igrazione italiana, al quale sottostettero i tedeschi prim a, gli irlandesi poi, com e oggi vi sot­ tostanno, in parte, ancora gli italiani ed altri arri­ vati più tardi e quindi relativam ente inferiori ai

prim i venuti.

Infatti Boss e bossismo sono due parole del gergo anglo am ericano, a cui si è per associazione^ d idee e per rispetto alla nostra em igrazione dato ! appel­ lativo di padroni-sysiem, avendo quest’ ultim o, in com une col bossismo, lo sfruttam ento del debole da parte del più forte.

Ma in realtà, è cosa o ggi più am ericana che italiana, non solo quanto all’ origin e, ma anche per gli effetti.

N ei molti reclam i sporti al nostro ufficio di Ellis- Island pel protettorato d egli em igranti italiani, da parecchi di essi, vittim e di abusi sul lavoro, quasi mai si fa m enzione di padrone, ma è sem pre il boss, spesso in veste italiana, l’ oggetto delle loro lagnanze.

Sono infatti gli appaltatori o im presari di lavori pubblici, per lo più irlandesi, che vendono ai pa­ droni (bosses) italiani il p rivilegio di reclutare e col­ locare operai nelle loro im prese, non solo, ma di fornirli di vitto, alloggio e.spesso anche di vestiario, il cui costo e rim borso, da detrarsi usualmente dai salari, è lasciato interam ente alla discrezione dei pa­ droni. In considerazione dei m olti vantaggi derivanti a questi u ltim i da tale p rivileg io, il prezzo del pri­ v ile g io stesso è sem pre alto. R aram ente è in feriore a 5 dollari per operaio.

L a giornata di lavoro si calcola in media a dol­ lari 1,25* per lavori ordin ari, com e sterro, fognature, argini, ecc., e questa paga falcidiata per i m otivi suesposti, è soggetta anche ad altre eventuali d im i­ nuzioni, pel fatto che g li operai spesso non si la­ sciano lavorare che per un ru m erò di ore m inore di quello stabilito, ed il lavoro stesso viene, alle volte, indipendentem ente dalle condizioni clim atojo- gich e, sospeso arbitrariam ente, togliendosi così un’ al­ tra parte del salario. Inoltre sono qualche volta as­ soggettati a dei time-keepers (im p iega ti incaricati di segnare le ore di lavoro) poco onesti, i quali, d’ ac­ cordo cogli im presari, frodano g li operai di una parte del lavoro eseguito.

Il bossismo dunque può definirsi il tributo forzato d ell’ inesperienza verso gli esperti scaltri e provetti delle cose am ericane. D i qui I’ evidente utihtà e ne­ cessità di un u fficio com e il nostro per 1’ e m igra­ zione italiana.

F u , infatti, l’ ignoranza della lingua e dei costum i del paese, che spinse i nostri em igranti, appena ar­ rivati, a porsi sotto la direzione di altri compaesani già pratici e che erano stati alla lor volta operai essi stessi, sotto bosses irlandesi e tedeschi. F u , forse, per a ver im parato il bossismo a loro spese, che c o ­ storo si dettero ad esercitarlo inasprendolo an­ che di più.

O ra, dato il p rogressivo aumento della nostra em igrazione e considerato I’ am biente viziato in cui è costretta a m u oversi non è a m eravigliare che questo sistema di sfruttam ento trovasse molti se­ guaci tra i nostri connazionali, a segno da costituire col tem po una classe, quella dei padroni (bosses), divenuti abbastanza forti e tem uti, da abusare in m ille modi dell’ ignoranza dei nostri contadini m al­ trattandoli e derubandoli im punem ente, col percepire indebite com m issioni da coloro a cui, per mezzo di essi, ven iva procurato lavoro e coll’ obbligare gli em igranti a pagare prezzi altissim i per le derrate e gl'indum enti loro som m inistrati.

A d allontanare questo m ale, cosi rovinoso per la nostra em igrazione, m olto potrà contribuire il pro­ getto di legge che sta ora dinanzi alla Cam era, colla fondazione in N uova Y o r k di un ufficio di lavoro, o labor bureau italiano. E l’ opera sarebbe com pleta se, com e consiglia il nostro A gen te di R Ilis—Island, si potesse aprire colà una succursale di un grande istituto di credito italiano per la raccolta dei depo­ siti dei nostri em igranti e per l’ invio, più sicu ro ed econom ico, dei loro risparm i alle rispettive fam iglie in Italia.

A bbiam o, in alcuni articoli pubblicati qualche tempo fa, messo in evidenza qu ell’ altra piaga di Nuova Y o r k che sono i così detti banchieri italiani, v eri

truffatori e m istificatori degli em igranti.

Se il govern o federale trovasse modo di sanzio­ nare una legge contro questi loschi im presari e sta­ bilisse pene contro la bancarotta fraudolenta, oggi, per lo spirito eccessivam ente liberale della legisla­ zione bancaria degli Stati U n iti, presssochè im pu­ nita, anche questa piaga sparirebbe, con vantaggio non solo dei nostri connazionali che ne sono le v it ­ tim e, ma anche del buon nom e e del prestigio della Federazion e.

Congresso internazionale per l’insegnamento commerciale — 11 Gom itato ordinatore di questo

Congresso, che si terrà a V enezia dal 4 all’ 8 m aggio p. v ., ci com unica i temi che in esso si tratteranno.

Essi sono i seguenti :

I. Scopo, lim iti ed ordinam ento dell’ istruzione com m erciale media o secondaria. Suoi rapporti con l’ insegnam ento prim ario generale e con quello com ­ m erciale superiore.

II. Com e debba essere regolato nelle scuole di com m ercio, tanto secondarie che superiori, l’ insegna­ mento delle lingue straniere.

ITI. Quali risultati abbia dato sin qui la cattedra di pratica com m erciale (banco m odello, bureau, e cc .) e quale debba ritenersi il m ig lio r modo di ordinarla nelle scuole di com m ercio m edie e superiori.

IV . Utilità delle borse per la pratica com m er­ ciale all’ estero e m odo di conferirle.

V . Rappresentanza d e ll’ insegnam ento com m er­ ciale nei Consigli superiori del com m ercio.

Tu tti gli aderenti sono invilati a presentare, se credono, nel term ine fissato dal Regolam ento, b revi m em orie su tali tem i. Queste m em orie saranno pub­ blicate integralm ente o riassunte negli Atti del C on- gresso.

(10)

/*•

122 L ’ E C O N O M I S T A 19 febbraio 1899

li M inistro degli A ffari E steri ha invitato tutti i ! G overn i am ici a farsi rappresentare al Congresso da appositi delegati, e lutti i paesi, che s’ interessano al progresso degli studi, accetteranno certam ente l’ invito.

Sappiam o che le adesioni già pervenute al C om i­ tato sono num erose, sicché il pieno successo di questo im portante Congresso è orm ai assicuralo.

La viabilità in Italia

Dalla p regievo le m onografia dei rispettivi servizi, presentata dal M inistero dei L a vo ri pubblici all’E s p o ­ sizione di T o rin o , togliam o i seguenti interessanti dati sulle condizioni della viabilità in Italia al fine del dicem bre 1897.

Viabilità ordinaria. — È costituita dalle strade nazionali, dalle provinciali e dalle com unali o b b li­ g a to rie ; che in com plesso costituiscono una rete di 130,300 chilom etri di com unicazioni stradali ord i­ narie.

Strade nazionali. — Con questo nom e sono d e­ signate le strade di interesse nazionale, che lo Stato costruisce e mantiene.

Sono in num ero di 89 e misurano uno sviluppo di 6,948 chilom etri, dei quali 6,872 costruiti ed i rim anenti 76,000 chilom etri o in corso di costru­ zione (4 2 mila ch ilom etri) od in stato ancora di progetti (3 4 ,0 0 0 ).

Sono incom plete le reti del Piem onte, del Veneto, d egli A bru zzi e della Basilicata.

Il seguente specchio presenta lo sviluppo delle strade nazionali in ciascuno dei sedici com parti- m enti, nei quali è diviso il R egno :

Costruite Da costruirsi Totale

metri metri metri

Piemonte . . . . 643,264 12,180 659,464

L i g u r i a . 184,571 — 184,571

Lom bardia. . . . 406,312 — 406,212

V e n e t o . 597,665 19,118 61,183

Ita lia flettenti-.. . 1,831,232 31,298 1,862,530 E m i l i a ... 393,857 — 393,857 M a r c h e ... 225,808 — 225,808 T osca n a ... 345, 165 — 345,365 U m b r ia ... 64,768 — 64,768 L a z i o ... 45,277 — 45,277 Ita lia centrale . . 1,074,875 — 1,074,875

A bru zzi e Molise. 495,438 143 495,581

C am pan ia. . . . 364,774 — 364,774

P u g lie... 103,720 — 103,720 B a s ilic a ta . . . . 654,387 44,125 *) 698,512 C alabria... 592,945 - 592,945 Ita lia merid.. . . 2,211,264 44,268 2,255,352 S ic ilia ... 730,263 — 730,263

Sardegna . . . . 1,024,941 — 1,024,941

Ita lia insulare . . 1,755,204 — 1,755,204 R egn o... 6,872,575 75,566 6,948,141

*) 42,106 m etri in corso di costruzione.

*

-r

La sezione stradale varia dai 2 ai 7 m etri con pendenze che oscillano tra il 3 ed il o per cento, raggiu ngendo eccezionalm ente il 7 e per b revi e pochi tratti fino il 15 per cento.

La costruzione delle strade nazionali ha costato fin qui 109 m ilioni in cifra tonda ; restano a spen­ dersi per le strade da costruirsi altre L . 8,350,000. Alla manutenzione si procede con una spesa an­ nua di L . 5,600,000, delle quali L . 1,418,736 per il personale.

A l 30 dicem bre 1890 le strade nazionoli m isu­ ravano 8029 chilom etri ; la dim inuzione di 1081 ch i­ lom etri è conseguenza del passaggio alla categoria d elle strade provin ciali di alcuni tronchi ai quali l’ apertura di ferrovia aveva tolta la caratteristica di strada nazionale.

* * V

Strade provinciali. — Sono dette provinciali qu elle strade, le quali, servendo principalm ente gli interessi interprovinciali, sono costruite dalle P r o ­ vin cie con il coucorso dello Stato e sono mantenute dalle Provin cie.

Il loro num ero è di 1919, con uno sviluppo c om ­ plessivo di 44,420 chilom etri, dei quali 38,970 co­ struiti e 5 ,4 5 0 da costruirsi, com presi in questa cifra 957 chilom etri, che sono in corso di costruzione.

Sole diciasette proviu cie hanno la rispettiva rete com pleta ; cioè le p roviocie di A rezzo, Bari, B e r­ gam o, Cuneo, Ferrara, Grosseto, L ec c e , L iv o rn o , M acerata, M antova, Padova, R o v ig o , Sassari, S on ­ drio, T rev is o , V eron a, Vicenza.

E ccon e il quadro dim ostrativo per com partim enti : Costruite Da costruirsi Totale

Piem onte... metri 3,985,602 78,253 4,063,855 L ig u r ia ... » 692,599 184,067 876,666 L o m b a r d ia ... » 3,561,669 183,319 3,744,988 V eneto... » 1,945,612 48,993 1,994,605 Ita lia settentr. » 10,185,482 494,632 10,680,114

E m ilia ... » 3,052,258 446,619 3,498,677 M a r c h e ... » 1,600,027 90,117 1,690,144 Toscana... » 3,956,844 369,801 4,326,645 U m b ria ... » 1,610,236 82,729 1,692,965 L a z io ... » 1,737,227 28,442 1,765,669 Ita lia centrale » 11,956,4321,017,708 12,974,100

Abr. e Molise. - » 2,599,809 993,017 3,592,826 C a m p a n ia .... » 3,230,427 230,465 3,460,892 P u g lie ... » 2,949,194 '59,348 3,008,542 B a s ilic a ta .... » 952,382 536,719 1,489,101 C a la b r ie ...■ » 1,714,7481,267,050 2,981,798 Ita lia meridion. » 11,446,560 3,086,599 14,533,159

S ic ilia ... » 3,659,380 701,909 4,361,289 S a rd egn a. . . . » 1,721,771 150,199 1,871,970 Ita lia insulare » 5,381,151 852,108 6,233,259

(11)

19 febbraio 1899

D elle spese di manutenzione, che sono a carico delle provin ole, la m onografia non da notizie.

Bisognerebbe ricorrere ai bilanci dello s m g o e provinole per accertarle, fatica im proba e di bove im A 7 p e z z o P m e d iie d irL . 20,0 0 0 a chilom etro bi­ sognano circa 9 0 m ilion i per com pletare la rete provinciale dei 41,420 chilom etri mancanti.

* * *

Strade comunali obblii/atone. Ea legge del 30 agosto 1868 ne ha determ inato lo sviluppo in 79,015 ch ilom etri, dei quali 33,190 erano già co­ struiti all’ epoca della prom ulgazione della legge.

Sotto l’ im pero della legge del 1868 ne furono costruiti, in cifra tonda, altri

21,000

chilom etri onde al 30 dicem bre 1897 la rete stradale com unale o b ­ bligatoria misurava 54,1 9 0 chilom etri ; ne restavano a costrurre altri 24,821 chilom etri. .

L e spese di costruzione am m ontavano al 30 g iu ­ gno 1897 a 393 m ilioni, ai quali lo Stato, sotto form a di sussidi o di costruzioni dirette, aveva con­ tribuito con 327 m ilioni, nella misura cioè dell 83,23 per cento della spesa totale. ..

Il costo chilom etrico delle strade costruite ^ d ire t­ tamente dallo Stato si ragguaglia a L . 13,992 ; m en­ tre qu elle delle costruzioni eseguite dai com uni sale a L . 1 4 ,7 6 9 ; costo m edio L . 14,380.

A lla stregua di questa cifra sono circa 350 m i­ lioni, che bisognano per com pletare le costruzioni stradali prescritte dalla leg g e del 1868.

E cco il consueto prospetto dello stato di tatto in

Continuando di questo passo occorreranno circa ventiquattro anni per com pletare la rete stradale ° r Sarebbe*'sta^o utile che la m onografia cosi ricca di notizie avesse presentato in uno sp ec o lo i com Dlessivo il rapporto della viabilità ordinaria di eia scun com partim ento con la rispettiva popolazione 13 F u n à '^ L u n C c h è 6 procurerem o forse di colm are con un po’ di pazienza in un altro num ero, dopo avere riassunto i dati relativi alle strade ferrate n o r­ mali, fe rrovie econom iche e tram vie.

Costruite Da costruirsi Totale

P ie m o n te .. . . L i g u r i a ... Lom bardia... V en eto ... metri 7,878,117 871,302 9,742,964 9,624,987 metri 2,857,896 758,495 2,115,569 1,288,927 metri 10,736,013 1,629,797 11,858,533 10,913,914

Ita lia settent. 28,117,370 7,020,887 35,138,257 E m ilia ... . Marche... Toscana... U m b r ia ... L a z i o ... 5,686,992 2,300,316 4,251,021 1,180,122 1,511,646 2,706,104 1,217,972 1,633,221 1,090,224 1,078,360 8,393,096 3,518,288 5,884,282 2,270,346 2,590,006

Ita lia centrale 14,930,097 7,725,921 22,656,018 Abruzzi e Mol. Campania . . . P u g lie ... B asilicata . . . Calabria... 2,026,425 2,460,709 1,948,848 543,638 1,137,826 1,913,851 1,973,512 637,386 655,414 2,391,380 3,940,276 4,434,221 2,586,234 1,199,052 3,529,406

Ita lia m erid .. 8,117.446 7,571,743 15,689,189 Sicilia... Sardegna. . . . 2,016,939 1,008,343 1,820,746 781,616 3,737,785 1,789,959

Ita lia insul. 3,025,282 2,502,462 5,527,744 Regno... 54,190,195 24,821,013 79,011,208

Cassa di Risparmio di Udine

A proposito del cenno dato nel n. 1292 dell Eco­ nomista, il Presidente di questa Cassa, ci d irig e la seguente lettera che rettifica la interpretazione da noi data ad alcune cifre della situazione al 31 di-*'e ? N e l n. 1292, 5 febbraio u. s. de\V Economista, vedo riassunta la situazione della Cassa di Risparm io d‘ M i'''perm etto di rile va re un’ induzione, per quanto espressa dubitativam ente: « Le sofferenze che forse sono raggruppate nei crediti diversi sommano a L 45 641-40». Questa cifra rappresenta in vece le spese pagate, ma che restano da am m ortizzare in ancora9 16 anni, per Pad .«am en to dei locah che la Cassa, senza pagare affitto, occupa nel Palazzo de1 M onte di Pietà, com e appare a pag. 1 ' della Rela zione 30 aprile 1898 sull’ esercizio 1897, che co testa on orevole D irezion e ebbe in mano, per determ i­ nare il m aggior u tile conseguito nell esercizio 1898 in confronto di qu ello del 1897.

Da questa relazione appare anche com e s i^ o q u o ­ tati i valori pubblici, per cui la som ma di

350,000

lire, fondo oscillazioni valo ri, può essere aggiunta alle 9 0 0 ,676.2 4 che im porta il patrim onio in base al bilancio 1898, dopo naturalm ente aggiunti gn UUG li1 interessi di L . 342,747.0 8 non sono qu elli che la Cassa pagò sui 1 1 ,8 8 1 ,8 0 1 .8j, ma quel m aturati e non pagati e quindi capitalizzati, porlan il credito dei depositanti al prim o gennaio 1899 a L . 12,224,54 8.91. . . .

Ma qu ello che prem e rilevare si e, che questo Istitu to non ha sofferenze di sorta. N e ll esercizio 1898 non ne ebbe affatilo, e n egli anni precedenti - quando ne ebbe - le portò tutte a perdita dell esercizio c o r­ rispondente ».

BANCHE POPOLARI E COOPERATIVE

n e l l ’ e s e r c iz io 1 8 0 8

Dei 24,821 ch ilom etri da costruirsi erano in corso di costruzione al 31 dicem bre del 1897 chilom etri 3738 ; di guisa che durante il periodo 1869-97 si m ise mano a 25,0 0 0 chilom etri di nuove strade, nella ragione di 862 chilom etri in ogni anno con una spesa media di 13 m ilioni e m ezzo in ogni anno.

Banca Agricola Milanese. — Il 13 febbraio tim o scorso, ebbe luogo 1’ annunciata assemblea or­

Riferimenti

Documenti correlati

Visto poi il parere richiesto dal Ministero delle poste e telegrafi, intorno ad una linea di naviga­ zione coll’ Australia, e considerando che accre­ scere i

Le Unioni agrarie di Germania e di Austria, i Sindacati agricoli di Francia, corrispondono a questa necessità dell’ associazione, la quale deve essere mutua a

Strana condizione di cose invero è quella che risulta da quasta proposta. Maggio­ rino Ferraris, è noto a tutti, è un fautore con­ vinto, appassionato, ardente

- I mercati a termine sono oscillanti con lieve declinio, mentre il mercato brasiliano resta in­ variato; le offerte fatte da quel mercato non sono accettate

Biasima poi l’Autore le disposizioni di legge che assimilano agli addetti ai lavori dello Stato quelli di certi servizi addetti ad imprese pri­ vate, ed

Nei paesi a cultura intensiva settentrionali, come sono quelli dove finora è stata quasi esclusivamente esercitata, prende il posto delle radici di foraggi o

La determinazione della capacità contributiva, ossia gli elementi di questa e le conseguenze che se ne possono trarre in ordine alla tassazione locale è in

Nel nostro parere i meridionali hanno ra­ gioni da vendere quando affermano che le tariffe doganali e i trattati di commercio rap­ presentano il sacrificio del