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Geomatica per l’ambiente e la conservazione: un laboratorio dell’università a sostegno dei beni culturali

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Academic year: 2021

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(1)

STRUMENTI

PER LA DIDATTICA E LA RICERCA

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Direttore scientifico

Anna Margherita Jasink (Università di Firenze)

Consiglio scientifico

Giampaolo Graziadio (Università di Pisa), Anna Sacconi (Università di Roma “La Sapienza”), Judith Weingarten (British School at Athens)

Segretario di redazione Giulia Dionisio (Università di Firenze)

Volumi pubblicati

A.M. Jasink, L. Bombardieri (a cura di), Le collezioni egee del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Periploi 1) A.M. Jasink, L. Bombardieri (edited by), Researches in Cypriote History and Archaeology. Proceedings of the

Meeting held in Florence April 29-30th 2009 (Periploi 2)

A.M. Jasink, G. Tucci e L. Bombardieri (a cura di), MUSINT. Le Collezioni archeologiche egee e cipriote in

Toscana. Ricerche ed esperienze di museologia interattiva (Periploi 3)

I. Caloi, Modernità Minoica. L’Arte Egea e l’Art Nouveau: il Caso di Mariano Fortuny y Madrazo (Periploi 4) B. Montecchi, Luoghi per lavorare, pregare, morire. Edifici e maestranze edili negli interessi delle élites micenee (Periploi 5)

L. Bombardieri, G. Graziadio, A.M. Jasink, Preistoria e Protostoria egeo e cipriota (Periploi 6)

A.M. Jasink, L. Bombardieri (a cura di), AKROTHINIA. Contributi di giovani ricercatori italiani agli studi

egei e ciprioti (Periploi 7)

A.M. Jasink, G. Dionisio (a cura di), MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia

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Firenze University Press

2016

MUSINT 2

Nuove esperienze di ricerca e didattica nella

museologia interattiva

a cura di

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Certificazione scientifica delle Opere

Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com).

Consiglio editoriale Firenze University Press

G. Nigro (Coordinatore), M.T. Bartoli, M. Boddi, R. Casalbuoni, C. Ciappei, R. Del Punta, A. Dolfi, V. Fargion, S. Ferrone, M. Garzaniti, P. Guarnieri, A. Mariani, M. Marini, A. Novelli, M.C. Torricelli, M. Verga, A. Zorzi.

La presente opera è rilasciata nei termini della licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode).

CC 2016 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press

via Cittadella, 7, 50144 Firenze, Italy www.fupress.com

Printed in Italy

referenzefotografiche: Il copyright delle immagini è degli autori dei singoli contributi, salvo nei casi altrimenti specificati.

foto di copertina: Due cretule (impronta di sigillo e simbolo in Lineare A) da Haghia Triada.

progettografico: Alberto Pizarro Fernández, Pagina Maestra snc (Strumenti per la didattica e la ricerca ; 182) http://digital.casalini.it/9788864533964 ISBN 978-88-6453-395-7 (print) ISBN 978-88-6453-396-4 (online)

Il volume è stato realizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Firenze. La ricerca si è svolta presso il dipartimento SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze.

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Sommario

Ix PreFaziOne Luigi Dei

xI intrOdUziOne

Anna Margherita Jasink, Giulia Dionisio Parte Prima: mUSint ii

3 il PrOgettO mUSint ii: aSPetti SCientiFiCi e didattiCi

Anna Margherita Jasink

13 la PrOgettaziOne del SitO web di mUSint ii

Cristian Faralli

21 eSPerienze di graFiCa mUltimediale aPPliCata a mUSint ii

Panaiotis Kruklidis

27 l’ObiettivitÀ nella dOCUmentaziOne dei beni CUltUrali. Una riFleSSiOne SUlla FOtOgrammetria SFm

Stefano Marziali

35 FUnziOne e divUlgaziOne dei mOdelli 3d all’internO del mUSeO

interattivO

Giulia Dionisio, Cristian Faralli, Anna Margherita Jasink

41 PrOgettaziOne e SvilUPPO del PerCOrSO didattiCO del mUSeO

interattivO Giulia Dionisio

47 l’aPPliCaziOne dell’OCUlUS riFt nelle riCOStrUziOni arCheOlOgiChe: l’eSemPiO di haghia triada

Niccolò Albertini, Jacopo Baldini

53 l’imPattO del «raCCOntO» interattivO SUll’inSegnamentO della

StOria

Maria Emanuela Alberti

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

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PARTE SECONDA: IMPIEGO DELLE TECNICHE VIRTUALI E INTERATTIVITÀ NELL’ESPERIENZA DIDATTICA (ESEMPI DA ISTITUZIONI TOSCANE)

69 IL LABORATORIO DI CIVILTÀ EGEE

Anna Margherita Jasink

77 GEOMATICA PER L’AMBIENTE E LA CONSERVAZIONE: UN LABORATORIO

DELL’UNIVERSITÀ A SOSTEGNO DEI BENI CULTURALI

Grazia Tucci, Valentina Bonora

85 UNA MUSEALIZZAZIONE INTERATTIVA «UNPLUGGED»: ARCHEOLOGIA PUBBLICA ALLA ROCCA ALDOBRANDESCA DI ARCIDOSSO

Michele Nucciotti

101 GOLD UNVEILED©: STORIA DI UNA IDEA E DELLA SUA SPERIMENTAZIONE (GALLERIE DEGLI UFFIZI)

Cristiana Barandoni

113 IL MUSEO DELLA SANITÀ PISTOIESE. FERRI PER CURARE: SINERGIA TRA TRADIZIONE E DIGITALE

Esther Diana

121 IL LABORATORIO DREAMSLAB (SNS) E LE SUE APPLICAZIONI ALLE SCIENZE

DELL’ANTICHITÀ

Niccolò Albertini, Jacopo Baldini

PARTE TERZA: IL FUTURO DEL MUSEO INTERATTIVO

129 ALLA SCOPERTA DEI TESSUTI EGEI (1700-1200 A.C.): PROPOSTA DI UN PERCORSO INTERATTIVO VIRTUALE

Maria Emanuela Alberti

149 SERIOUS GAMES E GAMIFICATION: ANALISI SUL POTENZIALE DEL GIOCO PER LA FRUIZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA EGEA ATTRAVERSO MUSINT

Cristiana Barandoni

167 LA CERAMICA ARGENTATA VOLSINIESE NEI MUSEI DELL’ETRURIA: PROGETTAZIONE DI UN MUSEO INTERATTIVO

Giulia Dionisio

171 DA UNA COLLEZIONE DI FRAMMENTI CERAMICI ALLA PROGETTAZIONE DI UN MUSEO INTERATTIVO SULLE COLLEZIONI CIPRIOTE (III-II MILLENNIO A.C.) NEI MUSEI ITALIANI

Giulia Dionisio, Anna Margherita Jasink, Daniela Puzio

183 PRESENZE MINOICHE NEL SALENTO TRA MITO E ARCHEOLOGIA: UN PERCORSO INTERATTIVO

Riccardo Guglielmino

195 RICOSTRUIRE NEL VIRTUALE E NEL REALE, ESPERIENZE TRA MUSEI E DIVULGAZIONE

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SOMMARIO VII

209 ABSTRACTS

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L

a pubblicazione di questa opera, frutto di un lungo e minuzioso lavoro di anni, rap-presenta un punto d’arrivo ma anche di partenza per una fruizione diversa, al passo coi tempi, degli studi archeologici. Gli scavi di Haghia Triada dei primi anni del 1900 portarono alla luce una messe davvero cospicua di reperti relativi all’apparato ammi-nistrativo. Le informazioni che da questi ritrovamenti scaturirono e che originarono un florilegio di studi rappresentano un patrimonio di fonti e dati di assoluto rilievo. Ebbene finalmente l’operazione denominata MUSINT II va a costituire un eccellente strumento di ampia accessibilità e fruibilità per la consultazione dei dati relativi ai reperti sopra menzionati. Le pagine web del sito consentono un approccio ai dati e agli studi implicati semplice, ma rispettoso del rigore che si richiede ad un’opera di questo tipo. L’appara-to iconografico e il contesL’appara-to descrittivo perfettamente ordinaL’appara-to e dettagliaL’appara-to permetL’appara-tono un’ampia ed esaustiva fruibilità. Il database offre in aggiunta la possibilità di consulta-zione e di analisi di tutti i dati consentendo, potremmo dire, di avere l’intero sito archeo-logico a portata di clic! Infine, last but not least, la finalità divulgativa e di terza missione che il sito si propone è realizzata con dovizia di sezioni attraverso video, immagini e giochi interattivi. Insomma, un’opera che condensa le tre missioni dell’Università: ricer-ca avanzata, didattiricer-ca per l’alta formazione e trasferimento di conoscenze ad un largo pubblico. Il tutto utilizzando nel migliore dei modi gli strumenti informatico-digitali che la tecnologia odierna mette a disposizione e che, come si potrà desumere dalla consulta-zione del sito, rivelano un’eccellente potenzialità anche per discipline tradizionalmente considerate non propriamente adatte a questo connubio con la tecnologia. Complimenti, dunque, alla nostra collega Margherita Jasink e a tutti coloro che hanno collaborato a questo bellissimo progetto che oggi si concretizza nel sito e nella pubblicazione alla qua-le con grande piacere ho voluto dedicare questa breve prefazione.

Prefazione

Luigi Dei

Magnifico Rettore Università degli Studi di Firenze

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

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I

l volume si propone come un testo da «leggere» che accompagna il nuovo sito MUSINT II, seguendo e innovando le linee generali del precedente MUSINT. Ma, come i due progetti on-line differiscono sia negli aspetti tecnici che nei contenuti, pur mantenendo principi e finalità analoghi, così anche il nuovo volume assume un ruolo che lo rende una novità più consona ai progressi che caratterizzano le nostre discipline sia sotto l’aspetto scientifico che quello didattico.

La suddivisione in tre sezioni viene mantenuta anche in questo volume e la prima parte, come nel precedente, contiene una serie di lavori direttamente legati ad un sito digitale, in questo caso MUSINT II, come mostra l’elenco degli autori che li hanno com-posti, che corrisponde al team che ha progettato e implementato il sito web. Tuttavia, si può notare un aumento delle presentazioni che caratterizzano sia gli aspetti tecnici che quelli didattici, ritenuti una innovazione del nuovo sito, rispetto ai contributi scientifici intesi in senso più tradizionale, pur trattati anche dagli stessi autori ma in altra sede. La bibliografia sui documenti sigillati di Haghia Triada è del resto sterminata, ed anche l’arrivo di parte di questo materiale nei due musei italiani è stato oggetto di numerosi lavori. Quindi, mentre l’introduzione alla sezione da parte di una delle due curatrici si accentra sui contenuti del sito, ovviamente ponendo in risalto tutte le novità rispetto al precedente sito ma mantenendo un carattere che potremmo definire «tradizionale», gli altri lavori sono imperniati sui singoli aspetti di queste novità, sia rispetto alle tecnologie adottate che all’impronta didattica che appare forse più netta rispetto al progetto prece-dente e, soprattutto, più dinamica.

La seconda sezione ha un carattere che si discosta notevolmente dai criteri seguiti nella analoga sezione di MUSINT, in cui veniva presentata una esemplificazione di la-vori significativi di musealizzazione virtuale, volutamente scelta negli ambiti più vari. In questo caso abbiamo preferito sottolineare il taglio didattico, evidenziando anche una differenziazione fra una didattica interattiva esercitata in corsi universitari e una di-dattica interattiva allargata ad un pubblico molto più ampio. Si sono scelti esempi fra quelli in gran parte adottati nella nostra Università di Firenze, perché riteniamo che sia indispensabile l’uso di laboratori e seminari interattivi nel presentare agli studenti quella che ormai viene comunemente definita «cultural heritage», in questo caso inten-dendo l’insegnamento proprio come un ponte di passaggio fra il vecchio e il nuovo che, usufruendo delle nuove possibilità tecnologiche e venendo presentato in modo interattivo

introduzione

Anna Margherita Jasink, Giulia Dionisio

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

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agli studenti – interattivo nel senso che loro stessi sono tenuti ad interagire alle lezioni portando un contributo attivo al corso frequentato, valendosi degli strumenti digitali a di-sposizione –, li rende partecipi in prima persona e quindi interessati a seguire l’evolversi del corso nel suo complesso (se ne ha un riscontro nel fatto della quasi totale presenza degli studenti a tutte le lezioni). Per quanto riguarda quello che abbiamo definito «in-segnamento allargato», un risultato estremamente positivo proviene dal riscontro di una partecipazione notevole nell’ambito della scuola primaria e da una richiesta di iterare questa tipologia didattica. Mi limito all’esempio del laboratorio DREAMS della Scuola Normale Superiore che, pur progettato soprattutto con intenti più direttamente collegati alle materie «scientifiche», dedica una parte anche ai beni culturali e, per quanto ci ri-guarda più direttamente, all’archeologia. Ormai da alcuni anni per le classi della quinta elementare della scuola di Montelupo Fiorentino è prevista, al termine di lezioni sull’in-segnamento della storia attraverso la nostra museologia virtuale, una visita al laboratorio pisano, difficilmente dimenticabile da parte dei piccoli visitatori.

La terza sezione del volume si presenta sullo stesso piano di quella del volume pre-cedente, anche se sono riscontrabili delle novità proprio nella scelta delle ricerche pro-poste, che si sono venute individuando nel corso di questi anni attraverso le conoscenze più ampie sulle possibilità di una museologia digitale e interattiva. Prima di tutto, è per noi un piacere aver realizzato proprio uno dei lavori proposti in questa sezione del primo volume MUSINT: il sito-web MUSINT II è infatti la risposta sia all’articolo apparso in quella sede ad opera di B. Montecchi e A.M.Jasink, con il titolo «Un percorso virtuale at-traverso i secoli, i volti, i paesaggi, i documenti: da Creta all’Italia, dalla protostoria alla storia», che ad un successivo lavoro presentato sotto altra prospettiva e con l’inclusione di varie novità da N. Albertini, A.M. Jasink e B. Montecchi al 18° Convegno CHNT (Cul-tural Heritage and New Technologies), dal titolo «Digital acquisition and modeling of the Minoan seals and sealings kept in two Italian Museum». Attraverso un lungo percorso siamo infine approdati ad un museo virtuale visitabile appunto nel nostro sito. Altre pro-poste già presentate sono tuttora in corso come works in progress: ad esempio la tematica e il relativo studio dei reperti micenei e italo-micenei nell’Adriatico (M.G. Fileni, A.M. Jasink, M. Santucci «I viaggi degli eroi dall’Egeo all’Adriatico. Progetto di un percorso museale interattivo») viene qui ripresentato in forma e contenuto diverso, ma fonda-mentalmente con prospettive analoghe, da R. Guglielmino, avendo già pronta una base di modelli tridimensionali con l’idea che possano confluire in un nuovo museo virtuale.

Nuove tematiche e nuove proposte vengono presentate in questa sezione, già parzial-mente realizzate non solo come contributi scientifici ma sotto il profilo tecnologico.

Ci auguriamo che questo lavoro di musealizzazione interattiva, reso possibile dalla collaborazione di esperti in diverse discipline, sia in grado di produrre nuovi MUSINT, continuando a rappresentare, come i primi risultati sembrano promettere, un momento d’incontro ricorrente all’interno della nostra comunità scientifica.

Senza la possibilità di visionare gli oggetti conservati nei due musei italiani, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e il Museo Preistorico ed Etnografico «Luigi Pigorini» di Roma, non avremmo potuto realizzare né questo volume né, soprattutto, il progetto di museo interattivo MUSINT II (http://www.aegean-museum.it/musint2/it/), del quale la prima parte del volume rappresenta il corollario. In particolare, per il Museo di Firenze ringraziamo di cuore Giuseppina Carlotta Cianferoni, che ci ha seguito in questi anni di

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Xiii

IntroduzIone

lavoro, e Mario Iozzo, attuale Direttore del Museo, nonché il personale tutto. Per il Museo di Roma un grazie sentito all’amico Francesco Di Gennaro, ex sovrintendente del Museo Pigorini, a Mario Mineo, che ha seguito da vicino tutti i vari spostamenti del materiale, dalle bacheche nelle sale espositive ai magazzini, e a Francesco Rubat Borel, attuale direttore del Museo.

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PARTE PRIMA

MUSINT II

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il progetto mUSint ii: aspetti scientifici e

didattici

Anna Margherita Jasink

introduzione

Il progetto MUSINT II rappresenta il secondo punto d’arrivo delle nostre ricerche con-cernenti la realizzazione di musei interattivi. Rispetto a MUSINT1, il campo di indagine

si restringe ad un’unica tipologia di oggetti, i sigilli, ma questo, come vedremo, diventa l’avvio per offrire un più ampio panorama sia a carattere scientifico che didattico. MU-SINT II offre il catalogo di tutti i documenti sigillati rinvenuti agli inizi del 1900 durante gli scavi a Haghia Triada della Missione Archeologica Italiana a Creta. Una parte del materiale ritrovato è conservato in due musei italiani, l’Archeologico di Firenze e il Prei-storico-Etnografico «Luigi Pigorini» di Roma, anche se la maggior parte dei documenti si trova nel Museo archeologico di Iraklion a Creta. Già in due contributi, il primo2

all’in-terno del volume MUSINT, che accompagnava l’uscita del progetto digitale MUSINT, e il secondo3 presentato a Vienna nell’annuale Convegno su Cultural Heritage and New

Technologies, si era posto l’accento sull’opportunità di creare un nuovo museo virtuale,

inteso come naturale continuazione e implementazione del precedente, ma fornito di un più ampio ventaglio di informazioni e di strumenti digitali. Nasce così MUSINT II, che costituisce anch’esso un work in progress, con la caratteristica di poter recepire ripetuti aggiornamenti tecnologici e di contenuto qualora se ne presenti l’occasione. MUSINT è visitabile sia in lingua italiana che in lingua inglese, secondo la scelta del visitatore.

la struttura

La Home Page di MUSINT II (Fig. 1) focalizza le tematiche prese in esame. La mappa geografica di sfondo permette di visualizzare le località oggetto della ricerca e di porre in risalto l’importanza dell’aspetto didattico. Due panels, uno con una breve descrizione del progetto, l’altro con una panoramica della storia di Creta nel periodo preso in esame (l’età Neopalaziale), offrono notizie a carattere generale. Una «galleria», che comprende fotografie, sia attuali che d’epoca, disegni, filmati, ecc., e che rappresenta una sezione

1 Consultabile dal sito DBAS (v. oltre) (ma anche da aegean.sns.it e da aegean-museum.it). 2 Montecchi, Jasink 2011.

3 Albertini, Jasink, Montecchi 2014.

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

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aggiornabile continuamente (come work in progress), completa le informazioni offerte da MUSINT II.

Tutte le fonti oggetto della nostra ricerca si trovano in tre musei4, a Iraklion, a Firenze

e a Roma, e provengono nella loro quasi totalità dagli scavi di Haghia Triada.

Per Haghia Triada vengono presentati due panels, relativi alla sua lunga storia all’in-terno della civiltà cretese (prima minoica e successivamente micenea) e agli scavi ef-fettuati a partire dal 1900, arricchiti da brevi biografie dei personaggi coinvolti. Un ulteriore panel concerne le varie tipologie dei documenti sigillati, che ci permettono di comprendere come si sviluppava l’apparato amministrativo dell’isola durante il pe-riodo neopalaziale, almeno originariamente dipendente dal palazzo di Cnosso, e in un secondo tempo con una possibile autonomia da parte delle varie «Ville» sparse per il paese, controllate forse ormai solo formalmente da Cnosso, fra le quali Haghia Triada rappresenta la meglio conosciuta e forse la più importante. Un link specifico introduce ad un database estremamente articolato, che permette di avere informazioni su tutti i documenti sigillati di Haghia Triada, attraverso numerose queries interconnesse fra loro5.

È possibile cercare tutti i documenti in cui compare una stessa sigillatura, che tuttavia sono diversificati da annotazioni incise su altre facce del documento. Oppure, viceversa, è possibile ricavare una sequenza dei segni identici fra loro, ma incisi su documenti che portano sigillature diverse. Viene fornita una percentuale sia delle sigillature che dei segni incisi, che permette di verificare una graduatoria di «importanza» sia fra i sigilli che fra i segni incisi. I primi identificavano probabilmente i funzionari – o i «possessori» di sigillo – che erano preposti alle transazioni che avvenivano all’interno della villa, mentre i segni incisi potrebbero riferirsi alle «merci» che entravano, uscivano o erano immagazzinate nella villa. Naturalmente i documenti vengono raggruppati anche per «ambienti» di provenienza, qualora siano identificati, e per luogo di conservazione (i tre musei). Se possibile, vengono anche specificate le forme e i materiali dei sigilli di cui si conserva l’impressione. Per i segni incisi possono essere poste queries anche rispetto ai

4 Solo una rondella, con impronta di sigillo e iscrizione, è conservata nel Allan Pierson Museum di Amsterdam (per un commento, Hallager 1996 II: 32). Sia il sigillo che l’iscrizione sono rappresentate su diverse cretule degli altri tre musei. 5 Su tutti gli aspetti tecnici relativi alla progettazione del sito – e in particolare dei database – si veda il contributo di Faralli in questo stesso volume.

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5

MUSINT II

diversi «stili» all’interno di uno stesso segno, da cui si rileva come più persone potessero incidere le stesse formule.

Cliccando sulla scritta «Museo di Firenze» (Fig. 2), è possibile aprire tre diverse cartelle.

La prima, più generale, è costituita da un panel che spiega le origini delle collezioni egee nel museo, del loro luogo di provenienza – Haghia Triada nel caso delle cretule – e le varie vicende che portarono singoli oggetti o singoli gruppi all’attenzione del direttore curatore del museo, Luigi Adriano Milani6, fra la fine dell’Ottocento e il primo decennio

del Novecento7. Vengono anche brevemente narrate le vicende espositive all’interno del

Museo, che solo da poco si sono parzialmente risolte con l’esposizione dei pezzi più inte-ressanti nella prima sala all’interno della sezione greca8. Con la seconda cartella si entra

nel vivo del nostro museo virtuale. Riguarda infatti i «documenti di Haghia Triada»: a parte una breve descrizione introduttiva, vengono presentate le 9 cretule/nodules presen-ti nel museo, cioè pezzetpresen-ti di argilla a tre lapresen-ti, applicapresen-ti all’oggetto che si voleva sigillare per mezzo di una cordicella, che recano su un lato l’impressione di un sigillo e su un altro un segno della scrittura Lineare A (Fig. 3).

6 Su questo personaggio, sia direttore del museo che professore di Archeologia presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze (dal 1924 trasformatosi in Università degli Studi di Firenze) si veda l’apposita scheda in MUSINT II; La Penna 1986: 228-229; Capecchi 1989-90: 221-228; Montecchi-Jasink 2011: 245.

7 Jasink 2011 (con relativa bibliografia). 8 Jasink, Kruklidis 2015.

Fig. 2. Pagina introduttiva al «Museo Archeologico di Firenze»

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Per ciascuna cretula è fornita una scheda – cui si può accedere partendo o dal segno inciso o dal sigillo che vi è impresso – accompagnata da un modello tridimensionale della cretula, che può essere ruotato a piacere dal visitatore9 (Fig. 4). Si ha quindi una

completa interazione fra l’utente e l’oggetto.

La terza cartella del Museo concerne tutti i sigilli egei acquistati dal Museo10, che

spaziano dall’Età Prepalaziale al Tardo Minoico/Miceneo (Fig. 5), che provengono nella loro quasi11 totalità dall’acquisto su mercati antiquari di Creta e della Grecia fra il 1906

e il 1910. Abbiamo accolto anche questa collezione di sigilli in MUSINT II, perché completano il quadro delle collezioni egee nel museo di Firenze12 e rappresentano, per

quanto ne sappia, gli unici sigilli egei conservati nei musei italiani13. Anche di questi

sono offerti i modelli tridimensionali14.

9 Sugli aspetti tecnici del sistema informatico usato per le presentazioni tridimensionali si veda il contributo di Dionisio, Faralli, Jasink in questo stesso volume.

10 Jasink 2009b.

11 Un unico sigillo fu trovato durante gli scavi della Missione archeologica italiana a Festòs, fuori contesto, donato al museo fiorentino dal governo di Creta nel 1911 (Jasink 2011: 12).

12 Per un quadro generale sulle collezioni fiorentine «egee» si veda anche Jasink 2009a.

13 Si ricorda che nel Museo Pigorini sono conservati numerosi calchi in gesso di sigilli minoici (quasi tutti del periodo medio-minoico) provenienti dal Museo di Hiraklion: i calchi, donati a Angelo Mosso nel 1906, durante il suo soggiorno a Festòs, dall’eforo del Museo di Candia Joseoh Hatzidakis, rimasero per lungo tempo a Torino. Nel 1982 furono inviati a Enrica Fiandra e da lei consegnati a Fausto Zevi, allora direttore del Museo Pigorini (Mangani 2002-2003).

14 Sul sistema fotogrammetrico usato per presentare questi sigilli, diverso da quello del laser scanner utilizzato per le cretule, si veda il contributo di Stefano Marziali in questo stesso volume.

Fig. 4. Esempio di cretula in 3D e relativa scheda

Fig. 5. Selezione di alcuni dei motivi decorativi incisi sui sigilli acquistati dal museo

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7

MUSINT II

Cliccando sulla scritta «Museo Pigorini» si aprono tre cartelle, analoghe a quelle proposte per il museo di Firenze. La prima è costituita da un panel sulle vicende della formazione della collezione egea presso il Museo Pigorini. A differenza del Museo di Fi-renze, per il quale il Milani ha cercato di ampliare anche geograficamente la collezione cretese, formatasi per merito degli scavi della Missione italiana, con l’aggiunta di ulteriori acquisti e scambi che includono anche Grecia, Cicladi, Rodi e Cipro, il museo Pigorini, orientato su altre tipologie di reperti, dalla preistoria all’etnografia, si limita per quanto riguarda il materiale egeo ai reperti arrivati da Creta15, con solo una successiva aggiunta

di materiali rodii (comprensivi di oggetti micenei, geometrici e orientalizzanti)16. Tuttavia

l’influenza di Luigi Pigorini ha fatto sì che i reperti di provenienza dallo scavo che hanno raggiunto Roma siano in numero molto maggiore rispetto a quelli che compongono la collezione fiorentina cretese e, soprattutto, siano rappresentati da ceramiche integre (Fig. 6), rispetto ai numerosi frammenti, pur di notevole rilievo, di Firenze.

Anche per quanto riguarda le cretule, al Pigorini sono conservati ben 30 pezzi, un numero circa due volte maggiore di quello di Firenze (in entrambi i casi si tratta di og-getti integri). Nella seconda cartella, che riguarda appunto questi «documenti sigillati», vale quanto detto per il Museo Fiorentino, e quasi tutte le cretule sono rappresentate da modelli tridimensionali (Fig. 7). Oltre alle cretule, sono presenti nel museo romano an-che altre due tipologie di documenti («altri documenti»): le tavolette, documento ammini-strativo per eccellenza della contabilità minoica e le iscrizioni incise su vasi. Nel Museo sono conservate solo tre tavolette in Lineare A (Fig. 8), di fronte ad un totale di 147 tavo-lette rinvenute a Haghia Triada17: sono comunque abbastanza ben conservate e solo una

presenta l’angolo superiore destro mancante. Il pithos in argilla, frammentario, proviene quasi sicuramente da Haghia Triada e l’iscrizione è incisa sotto il bordo. Anche questi documenti sono schedati in MUSINT II e ne verranno riportati i rispettivi modelli 3D.

15 Mangani 2004.

16 Mangani 2005-2007. Gli oggetti provenienti da Rodi appartengono a diversi lotti: il primo alle ricognizioni fatte da Gian Giacomo Porro, allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene, per incarico del Direttore della Scuola Luigi Pernier, nel 1913 nel territorio di Kamiros, durante l’occupazione italiana del Dodecaneso. Nel 1919 si aggiunge un secondo nucleo, ceduto dal Museo di Villa Giulia, che comprende circa 30 vasi micenei e nel 1959 un terzo nucleo di 20 vasi micenei, ceduto dal Museo Nazionale Romano: i due nuclei provengono da Ialysos.

17 GORILA 1.

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Rispetto a MUSINT, la sezione «didattica» si è notevolmente arricchita, anche grazie ad esperienze «sul campo», cioè alla collaborazione con scuole primarie e secondarie, che permettono di capire ciò che veramente interessa ad un pubblico giovane e che può integrare il cammino di apprendimento in ambito storico. Questa sezione gravita ovvia-mente sui «sigilli» egei, ma si amplia anche ad ulteriori aspetti del mondo minoico e miceneo, con l’intento di spronare la curiosità delle menti più giovani e di affascinarle nei confronti di una realtà apparentemente molto lontana dalla nostra ma che presenta anche delle affinità e che può suscitare notevoli interessi di confronto. Il disegno stesso che la introduce ha lo scopo di essere «accattivante» (Fig. 9), come del resto tutti i dise-gni inediti presentati in MUSINT II18.

Il percorso didattico si articola attraverso varie alternative, cui ne potranno essere aggiunte anche altre a seconda di nuovi interessi mostrati dai giovani utenti. Attual-mente sono percorribili sei diversi «itinerari». Il primo consente di vedere alcuni video, molto semplici, che da un lato spiegano vari aspetti della vita dei popoli egei, dall’altro «insegnano» come si possa lavorare l’argilla e anche compiere operazioni di restauro. Un secondo itinerario mostra immagini di vita quotidiana del mondo egeo, partendo da im-magini presenti sui sigilli di Haghia Triada e su altri sigilli. Questi due percorsi sono in un certo senso «passivi», mentre per gli altri quattro è prevista una partecipazione attiva

18 Su questo aspetto si veda l’articolo di Panaiotis Kruklidis in questo stesso volume. Fig. 7. Esempio di cretula in 3D e relativa scheda

Fig. 8. Tavolette in Lineare A dal Museo Pigorini Fig. 9. Rappresentazione di scriba (P. Kruklidis)

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MUSINT II

degli studenti. Nel primo di questo secondo gruppo vengono mostrate immagini di sigilli da colorare, sia direttamente sul computer, usando un programma grafico da noi inserito in MUSINT, che in forma cartacea dopo aver scaricato le pagine in questione. In un altro percorso lo studente può sbizzarrirsi a ricreare un’immagine che sembri consona alla sua fantasia, allo stesso modo di come ha fatto il nostro disegnatore, partendo dai sigilli, nel secondo itinerario sopra citato. Nel terzo itinerario «interattivo» viene presentato un racconto, che si sviluppa all’interno del mondo minoico e in particolare di una «villa» simile a quella di Haghia Triada, e sarà scopo del lettore portarlo a termine secondo schemi precostituiti19.

Un ultimo itinerario prevede giochi di vario genere (il titolo è «Impara...giocando») e comprende attualmente alcuni puzzle, un labirinto, delle «parole crociate», una sorta di «aneddoto cifrato»20.

l’aspetto scientifico

La costruzione di MUSINT II è basata su una competenza scientifica di alto livello, al di là delle competenze tecniche innovative essenziali per poter creare un museo interatti-vo, che possono essere implementate e modificate con aggiornamenti relativi ai progressi che continuamente rinnovano i risultati conseguiti dalle tecniche informatiche. I vari set-tori che abbiamo brevemente descritto offrono un panorama aggiornato e accresciuto da ricerche inedite, che possono interessare anche lo specialista. Ad esempio, non esiste un catalogo che presenti le cretule nella loro interezza, in quanto CMS si occupa dell’aspetto della sigillatura (e proprio a questo ci affidiamo per i disegni dei sigilli di Hiraklion)21,

mentre GORILA si concentra esclusivamente sui segni incisi22. Naturalmente le schede

e le immagini che concernono le cretule dei due musei italiani sono frutto del nostro team ed hanno richiesto una notevole competenza scientifica e tecnica sull’argomento. Quindi, sia il database completo che il catalogo limitato ai due musei sono una base a nostro parere imprescindibile per uno studio ulteriore su questa categoria di oggetti. Lo stesso vale per i vari panels, sia sotto il profilo della «storia dell’archeologia» che per riferimenti a singoli materiali. La possibilità di ampliare ogni singola parte con l’ag-giornamento scientifico sulla base di ricerche tuttora in corso ci sembra un elemento da non sottovalutare, e ci auguriamo una partecipazione di altri studiosi che aumentino il potenziale scientifico di questa ricerca nei suoi singoli aspetti. Ad esempio, sono previste sia una sezione di confronti con sigilli e sigillature aggiuntive al materiale di Haghia Triada che una rivisitazione del materiale fiorentino e romano proveniente dallo scavo della Missione Italiana23.

19 L’autrice dei racconti, Maria Emanuela Alberti, archeologa ben nota nel mondo dei ricercatori, ha anche composto come divertissement un racconto dedicato ai ragazzi, Iaia delle isole (Grauseditore, Roma 2013), che si svolge con la trama di un giallo in un mondo fantastico ma non troppo, che ricorda le isole Cicladi del secondo millennio a.C., quindi non troppo lontana nel tempo e nello spazio dalla civiltà oggetto del nostro progetto.

20 I giochi sono stati creati da Cristiana Barandoni, membro del nostro team di MUSINT II.

21 Le immagini del database relative al Museo di Hiraklion sono riprese per le sigillature da ARACHNE, per gentile concessione di Diamantis Panagiotopoulus.

22 I disegni per i materiali di Hiraklion si ispirano ai disegni di Godart su GORILA (per sua gentile concessione). 23 In prospettiva, andrà presa una decisione se ampliare MUSINT II o creare un MUSINT III, cercando di unificare in un più ampio museo interattivo, fornito di sezioni complete in sé ma confrontabili con facilità l’una con l’altra, nozioni e materiali che presentano indubbiamente caratteristiche simili.

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le potenzialità didattiche

Come già accennato, l’aspetto didattico costituisce un apparato sostanziale nella creazio-ne di MUSINT II. Sotto questo punto di vista sono tre le fasce di utenti a cui principal-mente MUSINT si rivolge:

1. Lo studente universitario. Una parte delle lezioni di Civiltà Egee verte su MUSINT, come dimostrazione di quanto stiamo facendo a livello di attività informatica. Il Museo Interattivo costituisce una delle sezioni portanti del nostro @egean.lab, cioè il Labora-torio di Civiltà Egee. All’interno del Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze è attivo un sito web, DBAS (dbas.sciant.unifi.it), in cui sono presenti le varie attività infor-matiche collegate all’insegnamento di Civiltà Egee (Fig. 10).

I due musei interattivi, MUSINT e MUSINT II, dimostrano la loro validità all’interno delle lezioni offerte nel corso, in quanto rappresentano il confluire di vari aspetti delle civiltà egee. Limitandoci all’utilizzo di MUSINT II, le lezioni sulla glittica vengono con-cluse dalla lettura del catalogo/database dei sigilli e cretule ivi offerto: per ognuno di essi gli studenti devono cimentarsi in relazioni individuali o a gruppi, con un percorso a ritroso bibliografico e di ricerca, che riguarda sia i motivi, che il materiale, la forma e le ricorrenze. Partendo dalle sezioni dei panels ugualmente lo studente si deve impegnare per relazionare o sulla storia degli scavi, o sulle fasi cronologiche che si susseguirono nei vari siti del mondo egeo, e così via. MUSINT dà quindi l’avvio a ricerche che talvolta sfociano in richieste di tesi e in lavori innovativi.

2. Il visitatore «comune». È scopo di MUSINT offrire la possibilità di conoscere più da vicino un periodo che solitamente viene considerato, a torto, marginale sia rispetto alle grandi civiltà vicino-orientali del secondo millennio (Egizi, Assiri, Babilonesi, Ittiti) che gravitarono sul Mediterraneo orientale, che alla civiltà greca che si affermò nella stessa

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area nel corso del primo millennio a.C. ll visitatore che, o per un interesse generico sulle civiltà egee o per un curiosità alla lettura del titolo, si spinge ad esaminare più dettaglia-tamente il sito, viene probabilmente attratto prima dalla «gallery» che offre immagini notevoli su oggetti, su scavi e su resti architettonici e, se ha la pazienza di continuare, dalle schede sugli oggetti tridimensionali, che può maneggiare a suo piacimento. Il vero scopo per questa tipologia di visitatore è rappresentato da un incentivo a visitare i musei «reali», che ospitano i materiali che in MUSINT sono presenti soltanto in modo virtuale e, se possibile, a visitare anche i luoghi che li hanno prodotti, in particolare Creta.

3. Lo studente della scuola primaria. L’esperienza di interazione pluriennale da parte del nostro team soprattutto con una scuola elementare ha permesso di incanalare l’appa-rato didattico in direzioni specifiche, che risultano le più apprezzate dagli studenti. La scuola elementare del polo didattico di Montelupo Fiorentino rappresenta un parametro decisamente ottimale, per l’impegno dei suoi docenti e per le sue esperienze innovative, riconosciuti entrambi all’interno delle scuole della Regione Toscana.

La presentazione di MUSINT negli anni passati e, da quest’anno, di MUSINT II, è stata valorizzata dal corpo docente, ma soprattutto dagli studenti che con il loro interesse e le loro domande hanno portato appunto ad un arricchimento della sezione didattica. La ricettività dei bambini è sorprendente, e questo sistema di studio per la storia «antica», ovviamente aggiunto ad uno studio tradizionale, ha raggiunto lo scopo di far memoriz-zare eventi, nozioni storico-geografiche, usi e costumi, di popoli che altrimenti una sola paginetta di un libro avrebbe fatto presto dimenticare. Ma l’aspetto nozionistico rappre-senta solo una piccola parte dello scopo del nostro progetto. Infatti, le possibilità che apre il MUSINT vanno ben oltre il semplice studio della civiltà egea e possono essere applicati anche ad altre realtà. Le relazioni pervenute da parte dei bambini rivelano la loro curiosità, e ci spingono a continuare e implementare questo aspetto di MUSINT II. Per ora viene offerta la possibilità, oltre che di interagire con i modelli tridimensionali, di scoprire vari aspetti del mondo egeo, partendo proprio dai sigilli: possono vedere una serie di immagini – dal sigillo alla realizzazione di un’immagine attuale –, possono colorare i disegni dei sigilli, sia direttamente sul computer o manualmente, dopo averli scaricati, possono risolvere giochi di vario livello (da semplici cruciverba, a labirinti, a puzzles, ecc...), e, infine, possono completare racconti incentrati su eventi quotidiani e con una certa dose di suspence, ambientati in una «possibile» età minoica, esercizio che ha lo scopo sia di verificare quanto hanno appreso su queste civiltà che di verificare le loro capacità di «scrittori in erba».

Conclusioni

Le ricerche che portano alla creazione dei nostri musei interattivi vengono implementate nel corso degli anni. Riteniamo che la formula di MUSINT e MUSINT II sia un metodo «vincente», sia per le tecnologie adottate che, e soprattutto, per i suoi contenuti che pos-sono essere accresciuti gradualmente e ricoprire un’area sempre più vasta, naturalmente rimanendo per lo più legati al mondo egeo, ma venendo metodologicamente applicati anche ad altre realtà24. La possibilità di cambiare le varie sezioni a seconda dei nuovi

parametri tecnologici, che siano in grado di snellire la consultazione dei testi e degli

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oggetti, la possibilità di aggiungere nuovi elementi alla ricerca, la possibilità di creare link fra più musei ampliando così il concetto di «museo dei musei» che è già insito nella struttura di ciascuno di questi musei interattivi, ci spinge a continuare questo progetto, che, come già ribadito, si presenta come un work in progress. Le sue applicazioni scien-tifiche e didattiche a più livelli lo rendono una ricerca già completa di per sé ma anche utilizzabile sotto molti aspetti, sia di forma che di contenuto. In questa stessa sezione di MUSINT 2 verranno descritte in modo dettagliato e precisandone gli aspetti tecnici le varie parti che compongono il nostro progetto di ricerca, di cui ho qui cercato di fornire un quadro complessivo.

bibliografia

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cura di), MUSINT. Le Collezioni Egee del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Firenze: 77-88.

Jasink, A.M. 2011, La nascita delle Collezioni Egee e Cipriote del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in A.M. Jasink, G. Tucci, L. Bombardieri (a cura di), MUSINT. Le Collezioni archeologiche egee e cipriote in Toscana. Ricerche ed esperienze di museologia interattiva. Firenze: 7-22.

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li scavi di Haghia Triada (HT) dei primi anni del 1900 hanno portato alla luce numerosi reperti relativi all’apparato amministrativo. Molti studi hanno posto l’ac-cento sulla natura di questi documenti, fornendo nel corso del tempo un patrimonio di informazioni rilevante. MUSINT II si propone di ricoprire un ruolo chiave nel catalogare con ordine i dati relativi a tali reperti, inserendoli nel contesto sia del sito neopalaziale di HT che in quello dei musei italiani nei quali sono conservati alcuni esemplari. Per tale motivo il sito web di MUSINT II è stato architettato in modo da poter recuperare tutte le informazioni in maniera chiara e intuitiva. In primo luogo sono state costruite pagine web contenenti immagini originali, rappresentazioni personalizzate, disegni e tavole co-lorate, inseriti in un contesto descrittivo ordinato e capillare. In secondo luogo, è stato progettato un database per la necessità di catalogare e analizzare l’enorme quantità di dati derivante dal sito archeologico. Il database, con la sua struttura specifica, costituisce una parte fondamentale dell’intero progetto. Infine l’intento di avvicinare un pubblico più vasto ha condotto alla realizzazione di una sezione dedicata alla didattica che inquadra i contenuti storici e archeologici del progetto attraverso curiosità, video, immagini e giochi interattivi.

Pagine web

Le pagine web, data la dinamicità dei contenuti, sono state scritte in linguaggio inter-pretato HTML/PHP e sono stati sfruttati alcuni espedienti che hanno semplificato l’u-tilizzabilità delle informazioni. Prima di tutto la homepage, strutturata come una carta geografica, permette di accedere facilmente ed intuitivamente alle sezioni principali del sito attraverso collegamenti sulla mappa. Un’altra caratteristica che ha migliorato la let-tura delle informazioni contenute riguarda l’utilizzo delle cosiddette «popup windows» ottenute attraverso un codice Javascript1 (Fig 1a). Nella sezione relativa ad HT è stato

descritto in dettaglio il contesto storico e geografico in cui si collocano gli scavi attraver-so l’utilizzo di immagini che aiutano la comprensione del testo. Nel collegamento riferito

1 Uno dei linguaggi più sviluppati, la programmazione in Javascript viene sfruttata non solo per migliorare i siti web, ma anche per applicazioni web con effetti dinamici e interattivi, attivati dall’utente ad esempio con l’utilizzo della tastiera o del mouse. Sviluppato con oggetti ed eventi, il codice Javascript si inserisce perfettamente all’interno dei linguaggi HTML e PHP utilizzati per le pagine web.

la progettazione del sito web di mUSint ii

Cristian Faralli

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

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agli scavi, particolare importanza è stata data alle bibliografie dei personaggi che, con le loro conoscenze, hanno contribuito agli scavi di HT. Per mantenere incentrata l’at-tenzione sul discorso storico, le bibliografie dei protagonisti escono fuori dalla pagina principale grazie all’utilizzo di finestre esterne che si aprono su un piano diverso, come mostrato in Fig. 1b.

In Fig. 1b si mostra l’effetto ottenuto dall’utilizzo delle «popup windows» scritte in codice Javascript (Fig 1a). Le pagine della bibliografia, corredate delle foto dei perso-naggi e di ulteriori immagini necessarie a migliorare la comprensione del testo, risultano chiare e di facile lettura.

database

Il database concerne specificamente tutti i documenti sigillati ritrovati ad HT, conservati in massima parte nel museo archeologico di Heraklion (Creta) ma anche nei due musei italiani (Museo Preistorico Etnografico «L. Pigorini» di Roma e Museo Archeologico Nazionale di Firenze). Dalle informazioni derivanti da un singolo oggetto (sul quale può essere apposta sia una sigillatura che un segno inciso appartenente alla Lineare A), può scaturire un’enorme quantità di dati difficilmente gestibili senza una precisa ed accu-rata catalogazione. Per questo motivo all’interno di MUSINT II è stato implementato un database MySQL2.

2 Sistema di database relazionale molto utilizzato per la gestione di siti web dinamici. I linguaggi di programmazione che Fig. 1a. Codice Javascript per la realizzazione delle finestre contenenti la bibliografia dei personaggi

Fig. 1b. Scavi della missione archeologica italiana e biografia dei personaggi: la figura mostra il testo principale e le fine-stre secondarie che si aprono dai collegamenti sui nomi, mettendo in mostra i dettagli della biografia del personaggio selezionato

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MUSINT II

Il database lavora su tre piani: uno meramente informativo e descrittivo. Ogni oggetto è provvisto di scheda tecnica che riporta i dati principali recuperati attraverso interroga-zioni mirate sul database. Le tabelle create per questo aspetto del database (un esempio è mostrato in Fig.2) sono state costruite per poter essere riempite con tutti i dati relativi agli oggetti che rappresentano. In Fig. 3 si riporta una parte di codice che permette di passare al database le informazioni richieste dalle pagine web per visualizzare i conte-nuti delle schede. Inoltre il database discrimina automaticamente l’utilizzo della versione inglese dei contenuti o di quella italiana. In conseguenza di ciò è stata impostata una variabile che viene passata dalle pagine web al database il quale riesce a scegliere quali tabelle considerare nei risultati. Per fare questo i nomi di alcune tabelle sono stati scelti in modo da decifrare la lettura della variabile che contiene la lingua (_IT oppure _EN).

Utilizzando le relative icone è possibile inserire e modificare tutti i dati contenuti. Interessante a questo livello è la descrizione visiva che risulta estremamente importante per la divulgazione di oggetti archeologici. Per quanto concerne i due musei italiani, per la raffigurazione dettagliata degli oggetti si è fatto ricorso alla grafica tridimensionale (3D) grazie ad uno strumento molto utile: Sketchfab (si veda il contributo di Dionisio, Faralli, Jasink all’interno di questo volume). La piattaforma si è inserita perfettamente nel contesto di MUSINT II e ha contribuito notevolmente alla costruzione del museo di-gitale, personalizzato attraverso una assortita galleria di modelli 3D. Per poter allacciare il database ai modelli 3D sono state costruite delle tabelle di correlazione sfruttando

supportano MySQL sono molti, tra cui PHP. Il dialogo tra database e pagine web avviene efficacemente attraverso SQL (Structured Query Language), un linguaggio standardizzato per database a cui MySQL risulta conforme.

Fig. 2. Esempio di tabella contenente i dati relativi agli oggetti di MUSINT II

Fig. 3. Parte di codice per selezionare sul database le tabelle necessarie alle pagine web per visualizzare alcuni dati relativi alle schede informative

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le informazioni che forniva Sketchfab. Parte di queste informazioni sono state inserite all’interno delle pagine web (vedi contributo citato sopra), tramite la scrittura di codice HTML/PHP3 specifico, e parte sono state inserite all’interno del database (Fig. 4).

Un secondo aspetto è la costruzione di colonne di supporto, all’interno delle tabelle del database, che permettano cioè di collegare tra loro oggetti geograficamente lonta-ni. In questo modo è risultato possibile trattare in maniera indipendente sia gli oggetti contenuti nei due musei italiani che quelli del museo archeologico di Heraklion che rappresentano il nucleo più consistente. Allo stesso tempo, dal momento che gli oggetti derivano dal medesimo sito archeologico, il database è stato progettato per poter trattare tutti gli oggetti contemporaneamente. Per fare questo la soluzione è stata quella di ag-giungere una tabella che parametrizzasse la provenienza (variabile «MAF» per Museo Archeologico di Firenze, «RMP» per Museo Pigorini di Roma, HM per il museo cretese). Le pagine web sono state progettate conseguentemente per determinare all’occorrenza la scelta corretta.

3 HTML (HyperText Markup Language) è un linguaggio di programmazione per pagine web. All’interno del codice vengono inserite delle regole di formattazione (marcatori, etichette…) per la resa e la visualizzazione grafica delle pagine web. PHP (Hypertext Preprocessor) è un linguaggio di programmazione molto utilizzato per la realizzazione di pagine web dinamiche grazie alla possibilità di interfacciarsi facilmente con database tra cui MySQL. Attraverso l’utilizzo di PHP è possibile scrivere un codice più pulito, elegante e sintetico eliminando ridondanze e ricorsività.

Fig. 4. Tabella di correlazione che permette di usufruire delle informazioni ri-lasciate da Sketchfab. I dati permettono di recuperare i modelli 3D dalla rete

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MUSINT II

Il terzo aspetto risulta quello più importante e deriva dall’accurato studio eseguito a priori che ha permesso di costruire la struttura per le interrogazioni (queries) del databa-se da parte degli utenti. Data la complessità di riportare, per ogni documento, sigillature diverse su facce diverse, è stato necessario costruire tabelle personalizzate che racco-gliessero tutti i dati da incrociare a livello di query. Il risultato è un’enorme quantità di dati e tabelle con valori numerici a prima vista senza alcun significato archeologico, ma che si traducono all’utente con la possibilità ad esempio di correlare documenti diversi con sigillature simili e viceversa (Fig. 5). Questo tipo di strategia si è rivelata estrema-mente vincente per numerosi database MySQL creati in precedenza in cui la mole di dati nascondeva risposte che solo un database finemente architettato è riuscito a portare alla luce.

Una volta interrogato il database, oltre alle specifiche dei risultati, sono stati utiliz-zati strumenti e formule di statistica per quantificare i qualche modo l’importanza delle risposte ottenute. Si ricorre ad esempio a percentuali che calcolano la ricorrenza di una risposta sul numero totale di oggetti analizzati. Sulla base della frequenza con cui il da-tabase elabora delle corrispondenze, le risposte sono visualizzate in graduatoria in modo da stabilire un ordine di importanza del dato ottenuto. Anche qui si è rivelato partico-larmente importante l’utilizzo di tabelle di supporto temporanee, che vengono create in fase di elaborazione della query e distrutte una volta che il risultato viene reso in uscita. In questi specifici casi, in cui si mettono in correlazione dati diversi e apparentemente non collegati, si scopre spesso che le iterazioni da eseguire sono molto numerose e di conseguenza difficili da elaborare manualmente. Per questo motivo risposte ordinate in ricorrenza risultano estremamente utili per formulare uno studio analitico approfondito.

La complessità della struttura «nascosta» di MUSINT II ha obbligato ad intrapren-dere una scelta che si è rivelata estremamente efficace già in precedenza per lo sviluppo di altri siti (ad esempio per i database contenuti in DBAS: Databases about Aegean

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Subjects). L’utilizzo di un database MySQL è stata per questo motivo la scelta più adat-ta. La tipologia di linguaggio sfruttato dal database (SQL) si interfaccia molto bene con PHP, il linguaggio interpretato con cui sono state scritte le pagine web e che ha la ca-pacità di restituire pagine HTML dinamiche. Questa tecnologia informatica è ampia-mente sfruttata in questo tipo di applicazioni poiché è in grado di seguire in maniera performante la mutevolezza delle risposte che possono derivare dall’interrogazione di un database complesso.

didattica

La sezione dedicata alla didattica presenta una serie di strumenti educativi che mirano a stimolare la curiosità su questioni storiche e archeologiche trattate in MUSINT II. I video sono visualizzati incorporando il codice HTML necessario per poter riprodurre corret-tamente i filmati sulle pagine web. Le immagini che descrivono le curiosità del mondo egeo-cipriota giocano un ruolo importante per cui la costruzione delle relative pagine web dovevano portare a una resa visiva ottimale. Per ottenere questo le raffigurazioni pre-senti su sigilli, impronte e dipinti sono state minuziosamente rivisitate per creare delle tavole pittoriche che riproducessero realisticamente il contesto della rappresentazione (si veda il contributo di Kruklidis in questo stesso volume). All’interno del sito le pagine web sono strutturate singolarmente per ogni tavola. In questo modo è possibile leggere con chiarezza le descrizioni che accompagnano le rappresentazioni pittoriche e allo stesso tempo ingrandire le tavole per godere dei particolari. In Fig. 6 è riportata la struttura del codice con cui si visualizzano i contenuti relativi alle curiosità.

Fig. 6a. Parte di codice che permette di aprire e visualizzare le singole pagine relative alle curiosità.

Fig. 6b. Parte di codice di una specifica pagina di curiosità (vignaiolo): nel codice, oltre al testo, è inserita la possibilità di ingrandire l'immagine per una visuale più dettagliata

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MUSINT II

Infine la presenza di giochi interattivi permette di imparare giocando. La ricostru-zione di un’ immagine (ad esempio un vaso) attraverso un puzzle oppure utilizzando vari strumenti (ad esempio un pennello) è affidata ad applicazioni esterne facilmente scaricabili e utilizzabili. Particolarmente interessante e innovativa è la presenza di un «racconto» interattivo che viene costruito gradualmente dal giovane lettore attraverso la scelta di diversi possibili percorsi narrativi.

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tranamente l’Italia, nazione con il più vasto patrimonio culturale riconosciuto (ad oggi 51 siti UNESCO, 3.430 musei, 216 siti archeologici, 10.000 chiese, 1.500 monaste-ri), non sembra dedicare la giusta rilevanza a una delle figure professionali molto note nei paesi anglosassoni: l’Illustratore Archeologico.

Con questo sintetico articolo cercherò di spiegare chi è questa figura professionale, di cosa si occupa e quali devono essere i suoi requisiti, mostrando delle immagini di riferi-mento e soprattutto parlando dell’esperienza dedicata al progetto MUSINT II.

L’illustratore archeologico è una figura professionale estremamente tecnica che deve avere una serie di competenze per produrre una vasta gamma di rappresentazioni dedi-cate ai Beni Culturali. Questa figura può provenire dall’ambito archeologico, architetto-nico o puramente grafico, purché sia in possesso di competenze specifiche in tutte e tre le discipline. Deve essere in grado di muoversi in modo interdisciplinare, riconoscendo e soprattutto interpretando i vari dati; di avere una buona conoscenza sia dei software per la produzione di immagini digitali (AutoCAD, Photoshop, 3D Studio Max, ecc.) che della rappresentazione a mano libera.

L’illustrazione archeologica comprende una serie di sotto-discipline: • Topografia

• Fotografia

• Illustrazione dei reperti

• Illustrazioni e ricostruzioni virtuali

La Topografia o Rilievo è indispensabile per produrre una documentazione scientifica e accurata dello stato di fatto. Una serie di attrezzature particolari (stazioni totali, droni, scanner 3D, GPS e GIS) servono a ricreare non solo piante, prospetti e sezioni ma anche prospettive e assonometrie del dato archeologico. Nello specifico, non è importante che l’illustratore debba essere esperto o in possesso di tale attrezzatura, ma deve sapere come utilizzarne i dati.

La Fotografia è anch’essa necessaria per produrre una documentazione affidabile dello stato di fatto di siti archeologici, edifici, manufatti e paesaggi. Per registrare i dati ha ormai preso piede la fotografia digitale che si è affiancata alla fotografia aerea e satellitare, soprattutto per l’individuazione di nuovi siti. La fotografia è la base per otte-nere delle buone rappresentazioni, perciò un illustratore dovrà essere in grado di usarne

esperienze di grafica multimediale applicata

a mUSint ii

Panaiotis Kruklidis

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

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gli strumenti e avere l’occhio allenato all’osservazione e alla creazione di una buona composizione.

L’Illustrazione dei reperti è la tecnica imprescindibile per documentarli, renderli leggibili e pubblicarli attraverso un linguaggio univoco e semplificato. Due sono le principali tecniche di rappresentazione: matite e inchiostri (quindi il disegno a mano libera), e l’uso di software per la creazione d’immagini vettoriali (AutoCAD, Illustrator,

Photoshop, ecc.). Le illustrazioni ottenute a mano libera vengono spesso disegnate

pri-ma a pri-matita e poi ripassate con la china su carta o su lucido. Le sezioni possono essere indicate bianche con un tratto più consistente o completamente annerite. Il puntinato si usa per descrivere la volumetria e la colorazione dei reperti. Con la colorazione, che può essere digitale – consentendo un numero maggiore di variazioni e ripensamenti – si può aggiungere l’informazione più strettamente materica relativa anche al degrado del materiale.

Ci sono infine le Illustrazioni e ricostruzioni virtuali, che hanno lo scopo di comu-nicare e interpretare siti archeologici, edifici, manufatti e paesaggi nella loro interezza. Si tratta di rappresentazioni visivamente accattivanti realizzate con varie tecniche, da quelle del disegno tradizionale a quelle digitali 2D e 3D, passando per la realtà virtuale e la produzione di animazioni. Si vanno a ricostruire non solo i siti ma anche intere scene dove si muovono i personaggi storici, nel tentativo di raccontare una storia del passato. Proprio quest’ultima disciplina, adottata nella creazione di MUSINT II, neces-sita un approfondimento.

La mia esperienza personale mi porta a dedurre che le ricostruzioni grafiche tradi-zionali ben si fondono con i più attuali mezzi di comunicazione. Il disegno tradizionale non è stato soppiantato, come si può pensare, dal disegno al computer, ma questi ne è la diretta evoluzione. Per esempio, gli schizzi su carta sono importanti per comprendere al meglio la volumetria degli elementi e per ricavare le misure da trasferire ai modelli successivi, siano essi 2D o 3D. Lo schizzo, nella sua forma più semplice, è ricco di contenuti espressivi e utile a produrre delle rappresentazioni più efficaci, non solo virtuali, ma anche di piante, prospetti e sezioni, viste prospettiche e assonometriche. Queste devono essere chiare e simbolicamente rappresentative, proprie delle produzio-ni sia archeologiche che architettoproduzio-niche. Per disegnare bene un’opera architettoproduzio-nica, un territorio o un oggetto bisogna conoscerlo e osservarlo scrupolosamente. Disegnare significa, in un certo senso, appropriarsi di ciò che si rappresenta: il disegno è una operazione che consente di vedere e conoscere secondo un procedimento critico.

La rappresentazione grafica si può scomporre in tre categorie, ognuna con la sua finalità: le più semplici, riferite al sistema delle proiezioni ortogonali, possono essere usate per rappresentare meglio la parte scientifica (es. piante, prospetti e sezioni); per definire al meglio i rapporti spaziali si può adottare la metodologia assonometrica; per i rapporti più percettivi e di approccio all’oggetto, è migliore l’utilizzo di quella tica, a tutti gli effetti più propria della rappresentazione archeologica. Le viste prospet-tiche, nella fattispecie le cosiddette viste a volo d’uccello, sono in grado di fornire una adeguata percezione d’interezza dei siti archeologici, edifici e paesaggi.

Il disegno a mano libera resta quindi un mezzo espressivo, caldo e pieno di tensione di fondamentale importanza. L’analisi e lo studio attraverso la mano libera rappresenta uno strumento critico e selettivo, che non può essere soppiantato. A mio avviso, il giusto connubio è prendere spunto dagli artisti tradizionali del passato, che ritraevano scene,

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MUSINT II

ricreando ambientazioni archeologiche ricche di dettagli, vive e accattivanti, ma di farlo con tecniche nuove. Guardare al passato con un occhio al futuro per interpretare al me-glio la realtà.

Se guardiamo alle ultime novità in fatto di ricostruzioni archeologiche troviamo quel-la che si può definire quel-la corrente iperrealista. L’iperrealismo in archeologia può sembrare una provocazione (Fig. 1), eppure questa strada ben si adatta ad un tipo di comunica-zione che riesca a sopperire la distanza tra addetti ai lavori e comuni osservatori. Le tecniche più attuali di editing fotografico miste a quelle di pittura digitale consentono effetti di qualità anche nella produzione di ricostruzioni storiche, diventando al contem-po plausibili e accattivanti (Fig. 2). Si può quindi auspicare questa direzione per le future rappresentazioni archeologiche.

D’altra parte, lo sviluppo nel tempo delle tecniche di grafica computerizzata e di scansione 3D permette, in uno scenario di realtà virtuale, quella che può essere definita «anastilosi virtuale».

Insomma, una ricostruzione che permetta di fruire la piena comprensione dei manu-fatti, senza danneggiare gli stessi, ma garantendone una ricomposizione il più possibile

Fig. 1. Raffigurazione della donna-uccello.

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fedele e scientificamente corretta, con l’immensa possibilità di addentrarsi nel campo delle ipotesi ricostruttive.

Come palesato anche nel progetto MUSINT, la ricostruzione non riguarda solo edi-fici storici o parti strutturali di esse, ma si spinge anche ai manufatti e ai frammenti, attraverso sistemi in grado di trasporre in digitale e replicare virtualmente le modalità tradizionali di ricomposizione e assemblaggio usate in passato per via manuale.

Il progetto MUSINT II diventa una piattaforma online, che va a ricoprire un suo ruolo preciso all’interno di un network più ampio di varie pagine (Fig. 3).

Tutte queste pagine web sono caratterizzate da una grafica comune, la quale serve per arricchire e accattivare. Ogni layout delle pagine è studiato attraverso ricche immagini di sfondo e animazioni. Perfino la palette dei colori viene decisa preventivamente e limi-tata ai colori necessari per donare uno stile autonomo a ciascuna pagina. Foto, disegni e ricostruzioni si fondono tra loro ricordando che il progetto MUSINT viaggia su due bi-nari, diversi ma sempre paralleli. Due infatti sono gli approcci scelti: uno scientifico per appassionati e più esperti; l’altro per i più giovani, ricco di disegni, animazioni e colore. Questa dicotomia è ravvisabile fin dalla Homepage di MUSINT II dove la struttura del

layout della pagina si divide in due parti (Fig. 4).

Fig. 3. La Home page del sito web Aegean Museum.

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MUSINT II

Sulla mappa di sfondo si uniscono pertanto due visioni d’insieme: a sinistra colori e stile richiamano una grafica più sobria e «classica» (che poi era quella che caratterizzava il primo MUSINT); invece, sulla destra, la mappa prende quasi vita con colori e dettagli, orientata ad attrarre un pubblico giovane e di non addetti ai lavori.

Nello specifico dei contenuti del museo interattivo si possono trovare infine delle ricostruzioni che con uno stile realistico offrono una visione moderna della vita minoica. Partendo dalle poche informazioni disponibili l’illustratore archeologico va a ricostruire delle scene di vita, dei mestieri antichi delle popolazioni minoiche dell’Egeo. La maggior parte delle informazioni proviene dai ritrovamenti di documenti sigillati, che sono stati riproposti secondo un’ottica il più possibile completa (Fig. 5). Alcuni di questi sigilli presentano delle decorazioni che li rendono pezzi unici. Alcuni dei più interessanti sono stati selezionati per la parte didattica di MUSINT II per ottenerne un quadro indicativo di mestieri in uso nel mondo egeo e di altri elementi specifici della cultura minoica.

Analizziamo, ad esempio, il sigillo con l’arciere (Fig. 6). Proprio a partire dalla posa dell’uomo con l’arco sul sigillo scelto (il primo visibile in alto a sinistra) e grazie a con-fronti con scene simili, riprodotte su vasi, decorazioni di pugnali, affreschi ecc..., si è tentato di ricostruirne l’aspetto complessivo in chiave fotorealistica e rivisitato nel mondo odierno.

Fig. 5. Raffigurazione delle varie tipologie di cretule minoiche.

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Oltre al vestiario e all’acconciatura tipica minoica, diventa parte della ricostruzione anche lo sfondo, in questo caso specifico, con un panorama di montagna tipicamente cretese, proprio lì dove i Minoici si spingevano per cacciare. Inoltre, grazie al confronto con altri sigilli si può notare come il cacciatore cretese fosse spesso accompagnato da un cane che lo aiutasse nella caccia. Anche questo animale viene ricostruito sulla base di elementi plausibili: la sagoma raffigurata sui sigilli determina il tipo di cane usato per la caccia; tutto ciò scegliendo solo tra le razze di cani presenti in antichità sull’isola. Ne emerge una speciale razza canina tutt’oggi esistente, Kritikos Lagonikos, il Segugio di Creta, che viene inserito nella ricostruzione di questa piccola scena tipica minoica, arricchendola di dettaglio e di carattere.

Tutte queste rappresentazioni realizzate nello specifico del progetto MUSINT II, come per altre ricostruzioni archeologiche di altri progetti, possono essere riprodotte fino a dimensioni «architettoniche» in progetti di allestimento, inserite in pubblicazioni o in pannelli informativi, fornendo una comunicazione più ampia e didattica. Bisogna fare tesoro di questa nuova esperienza comunicativa, che nelle forme più attuali sfrutta le piattaforme online ma anche supporti multimediali di vario genere, e utilizzare sempre più figure specializzate nella divulgazione illustrata per mostre e musei, curando la re-alizzazione di ricostruzioni storiche e di progetti didattici e multimediali, creando così nuovi percorsi di comunicazione.

Attraverso team multidisciplinari composti da archeologi, architetti, illustratori ar-cheologici si possono ricreare ricostruzioni grafiche tradizionali e, attraverso sempre più moderni mezzi di comunicazione, inserirle in percorsi dove le immagini sono ancora utili per esprimere chiaramente ciò che la parola non descrive compiutamente. Il disegno re-sta uno strumento indispensabile per la comunicazione sintetica e immediata.

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Obiettività nella fotografia dei beni Culturali

La fotografia è chiamata a testimoniare lo stato di fatto di un Bene Culturale in un dato momento, ma l’immagine fotografica può essere davvero un valido documento dello stato di fatto di un’opera? La fotografia è uno strumento ambiguo per la documentazione, poi-ché è tanto più falsante quanto più non si sospetta che possa indurre in errore.

È errato pensare, infatti, che l’utilizzo di uno strumento meccanico come la macchina fotografica imponga un determinismo nella creazione dell’immagine. Questa sarà sem-pre la trasposizione dell’idea che il fotografo ha dell’oggetto, così come viene mediata dalle caratteristiche tecniche dell’attrezzatura utilizzata e dalle condizioni contingenti. Tra l’oggetto e la sua trasposizione fotografica, infatti, esiste un numero considerevole di possibilità di errore o di «insufficienze di informazione»1. È fondamentale, di

conse-guenza, soffermarsi a riflettere sul grado di fiducia che si può accordare a un’immagine fotografica.

Per essere considerata un documento valido, una fotografia di un Bene Culturale deve rispondere a tre requisiti: esaustività, leggibilità e rispetto delle forme2.

Sfortunatamente non esiste una ricetta precisa e unica che soddisfi con certezza que-sti tre requisiti, ma di caso in caso è necessario operare delle scelte tecniche ben precise. Schematizzando, le scelte da operare sono fondamentalmente quattro3:

• scelta dell’inquadratura • scelta dell’obiettivo • scelta dell’illuminazione

• scelta dei riferimenti (metrici e cromatici)

Nessuna di queste scelte è neutra o corretta per definizione, dal momento che ognuna di esse impone una qualche misura di «soggettività» nella proposizione dell’oggetto foto-grafato da parte dell’operatore.

1 Chéné et al. 1999: 15. 2 Chéné et al. 1999: 16. 3 Chéné et al. 1999: 16-25.

l’obiettività nella documentazione dei beni

Culturali. Una riflessione sulla fotogrammetria

SFm

Stefano Marziali

MUSINT 2. Nuove esperienze di ricerca e didattica nella museologia interattiva, a cura di Anna Margherita Jasink, Giulia

Dionisio, ISBN 978-88-6453-396-4 (online), ISBN 978-88-6453-395-7 (print), CC BY 4.0, 2016 Firenze University Press

Riferimenti

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