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Una descrizione metrica affidabile ed esaustiva è requisito fondamentale di ogni progetto di studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale: la simulazione dello spazio tramite la misura riduce la complessità della realtà ad un modello univoco. In par- ticolare, la fotogrammetria digitale ed i sistemi di scansione 3D consentono di rilevare tridimensionalmente e con risoluzioni elevate: un compendio di informazioni ben diverso da quella sommatoria di piante, sezioni ed alzati in cui aveva esito un rilievo tradizionale. I progetti di ricerca che impegnano il Laboratorio si caratterizzano per una spiccata interdisciplinarietà. Le figure con le quali si è cooperato sono, in particolare, quelle di restauratori, progettisti, archeologi, storici dell’arte, strutturisti, tecnologi, petrografi e chimici, con esempi applicativi estremamente vari, sia per scala di indagine, sia la di- slocazione degli interventi, in relazione a progetti internazionali, svolti in collaborazione con atenei europei e non, attivando al contempo intese e rapporti di cooperazione con organismi del MiBAC (Soprintendenze e Direzioni Regionali, OPD, Istituti (Opera di S. Maria del Fiore, I.G.M.), Fondazioni ed Enti locali (Comune e Provincia di Firenze, Co- muni di Prato, Arezzo, ecc...).

Tra le attività condotte all’estero si ricordano il rilievo, nel quadro del progetto eu- ropeo «Culture 2007 - Coupoles et Habitats. Une tradition constructive entre Orient et Occident: les villages de Syrie du Nord», di alcuni villaggi siriani in terra cruda3, le

attività di formazione condotte a Cuba in collaborazione con ARCS per il progetto «Sal- vaguarda de los valores patrimoniales y culturales que atesora el Centro Histórico de Ciudad de La Habana» (Fig. 3)4, in Argentina presso la Universitad de La Rioja e nella

Repubblica Dominicana presso l’Universidad Central del Este, e in particolare il rilievo,

2 Tucci e Bonora 2014: 26-31. 3 Tucci et al. 2009: 297-311. 4 Tucci et al. 2014.

commissionato dalle tre comunità religiose cristiane che la detengono, della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme5.

Per realizzare i progetti di documentazione metrica di importanti complessi monu- mentali italiani sono poi state di volta in volta sperimentate nuove tecniche e nuovi stru- menti per l’acquisizione dei dati, e ottimizzate le procedure di elaborazione. È infatti competenza specifica del Laboratorio la trasposizione dalla fase sperimentale di stru- menti e tecniche – durante la quale si sono svolte valutazioni prestazionali e di affida- bilità metrica – a quella operativa in condizioni «critiche», ovvero di fronte ad edifici e complessi particolarmente ampi, o molto articolati, o comunque in condizioni logistiche complesse, tra cui: la Basilica dell’Umiltà di Pistoia6, il Museo dell’Accademia di Firenze

(Figg. 1 e 2)7, il Fregio Robbiano dell’Antico Ospedale del Ceppo di Pistoia (Figg. 4 e 5)8,

il gesso del gruppo scultoreo del Ratto delle Sabine9, il Battistero di San Giovanni10 e la

Fortezza da Basso a Firenze.

5 Tucci e Bonora 2011. 6 Tucci et al. 2012. 7 Tucci et al. 2014: 1175-1182. 8 Tucci et al. 2015. 9 Tucci et al. 2015: 73-83. 10 Tucci et al. 2016.

Figg. 1 e 2. Misure topografiche e scansioni 3D alla Galleria dell’Accademia di Firenze (2011). Con- tributo di ricerca offerto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana

Fig. 3. Trasferimento tecnologico e aggiornamento professio- nale: ricercatori del Laboratorio GeCO e tecnici del Oficina del Historiador a La Havana, Cuba (2013).

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IMPIEGO DELLE TECNICHE VIRTUALI E INTER AT TIVITÀ NELL’ESPERIENZ A DIDAT TICA

La polivalenza dei dati acquisiti consente di sperimentarne l’uso (ed il riuso) non solo in applicazioni in cui il rigore metrico è fondamentale ma anche in tutti i contesti in cui si considera altrettanto significativa la verosimigianza al reale, raggiunta con texturing fotografico (Figg. 4 e 5), la fluidità di interazione, con modelli ottimizzati e dalla geo- metria semplificata (Fig. 6), la potenzialità divulgativa e didattica, con repliche in scala reale o ridotta (Fig. 7).

Fig. 4. Ortofoto digitale ad alta risoluzione del fregio dell’Ospedale del Ceppo a Pistoia (2014), a supporto del pro- getto di restauro appena concluso e per la realizzazione di modelli 3D per l’allestimento museale che sarà realizzato prossimamente

Fig. 5. Particolare del volto del personaggio evi- denziato in Fig. 4: realizzazione di una stampa solida dell’integrazione ipotizzata

Fig. 6. Digitalizzazione di reperti archeologici appartenenti alle colle- zioni egee e cipriote conservate in varie istituzioni museali reali pre- senti sul territorio toscano e raccolti virtualmente in MUSINT

Fig. 7. Riproduzioni in scala realizzate con tecniche di additive manufacturing per la Galleria Nazionale dell’Umbria, dove è stato allestito un percorso di modelli tattili–didattici nato e pensato per i non vedenti. I modelli rappresentano la piazza IV Novembre e il Palazzo dei Priori (nella foto)

In questa direzione è stato rivolto il contributo del Laboratorio al precedente progetto MUSINT, nell’ambito del quale sono stati digitalizzati numerosi reperti delle collezioni egee e cipriote conservati in diversi musei toscani. Sono state impiegate sia tecniche foto- grammetriche11, che di scansione 3D e le elaborazioni grafiche sono state condotte con la

doppia finalità di costituire un database di oggetti virtuali ad altissima risoluzione, a di- sposizione della comunità scientifica, ed al contempo un’esposizione virtuale di modelli con geometria adeguatamente semplificata per consentirne la fruizione on line, a partire da un sito web ricco di informazioni e in grado di offrire percorsi esplorativi altamente personalizzati (Fig. 6)12 (Tucci et al. 2011: 65-100).

Consapevoli dell’importanza della «messa in rete» di competenze affini e complemen- tari, il Laboratorio partecipa al centro di competenza NEMECH (New Media for Cultural Heritage, progetto coordinato dal prof. A. Del Bimbo), aderisce a POLIS (Polo di Innova- zione per le Tecnologie della Città Sostenibile della Regione Toscana) e fa parte dell’unità di ricerca interdipartimentale 3D TEC (Tecniche di digitalizzazione ed elaborazione 3D per la tutela, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale).

Conclusioni

I compiti del Laboratorio possono quindi essere individuati nell’acquisizione, elabora- zione, gestione e condivisione dei dati, con il fine in primo luogo della descrizione della consistenza geometrica del patrimonio culturale, ma anche in quelli di referenziazione spaziale per indagini dove questa riveste importanza significativa. Il carattere multidi- sciplinare delle attività svolte si avvale della collaborazione con altri gruppi di ricerca, istituzioni, aziende e degli apporti di assegnisti di ricerca, borsisti, dottorandi, visiting researcher, stagisti e tirocinanti italiani e stranieri.

bibliografia

Fondelli, M. 1992. Trattato di fotogrammetria urbana e architettonica, ed. Laterza, Bari. Tucci, G., Bonora, V., Nobile, A., Tokmakidis, K. 2009. Surveying and documenting corbelled

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Tucci, G., Bonora, V. 2012. Geomatica per i Beni Culturali e formazione. Resoconto da una esperienza formativa di perfezionamento, Archeomatica, anno III, n. 3: 26-31.

Tucci, G., Nobile, A., Riemma, M. 2012. Laser scanner surveys and the study of the geometry and structure of the dome in the Basilica della Madonna dell’Umiltà in Pistoia. In: G. Tampone, 11 Il progetto è stato occasione di collaborazione con Menci Software s.r.l., per l’ottimizzazione di un sistema di ripresa fotogrammetrica dedicato ad oggetti di piccola dimensione

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IMPIEGO DELLE TECNICHE VIRTUALI E INTER AT TIVITÀ NELL’ESPERIENZ A DIDAT TICA

R. Corazzi, E. Mandelli (a cura di), Proceedings of the International Congress «Domes in the World», Florence, March 19-23. Firenze, Nardini Editore.

Tucci, G., Bonora, V., Conti, A., Fiorini, L., Guardini, N. 2014. Galleria dell’Accademia a Firenze: un rilievo metrico per l’analisi di vulnerabilità sismica. In: Federazione ASITA, Atti 18 Conferenza ASITA: 1175-1182.

Tucci, G., Sabelli, R., Conti, A., Fiorini, L., Balmaseda Sierio, R., Morejón Martínez, J.A., Rosete Suárez, J.R, Acosta Llanes, U., Pino Carballido, L. 2014. Patrimonio y tecnologia aplicada, la tecnologia laser en la conservacion y restauracion del patrimonio, La Habana (Cuba), Oficina del Historiador de La Habana.

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Tucci, G., Conti, A., Fiorini, L. 2015. The Mock-up of the «Ratto Delle Sabine» by Giambologna: Making and Utilization of a 3D Model, ICONARP, 2: 73-83.

Tucci, G., Bonora, V., Fiorini L., Conti A. 2016. The Florence Baptistery: 3-D survey as a knowledge tool for historical and structural investigations, ISPRS Archives of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, XLI-B5: 977-984.

il contesto

La musealizzazione della rocca di Arcidosso, uno dei maggiori monumenti storico-ar- cheologici dell’Amiata e della Maremma medievali e che conserva, incastonato strati- graficamente, uno dei più antichi palazzi pubblici rurali d’Europa (X secolo, attr. Ugo di Toscana1), si colloca nel quadro delle attività di collaborazione pluridecennale tra l’ate-

neo fiorentino e il Comune di Arcidosso (Gr). I due enti hanno congiuntamente promosso a partire dal 2003 lo sviluppo di ricerche archeologiche sul territorio comunale e più in generale, anche con altri enti, in area amiatina; sia attraverso il supporto economico al progetto scientifico «produzione edilizia e gestione del potere nell’Amiata medievale (sec. X-XIV)», che costituisce parte del progetto strategico di ateneo per l’archeologia medie- vale, «La società feudale mediterranea: profili archeologici», diretto da Guido Vannini; sia sviluppando partenariati per la realizzazione di campagne di scavo archeologico in collaborazione con la (già) Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana; sia, infine, sviluppando progettualità condivisa nel settore dei beni culturali, come nel caso della musealizzazione della rocca aldobrandesca di Arcidosso, in cui i due enti sono stati partners in un progetto cofinanziato dalla Regione Toscana2.

La musealizzazione oggetto del contributo è stata inaugurata nel dicembre 2014 (Fig. 1), con l’obiettivo di dotare il complesso monumentale della rocca di Arcidosso di un ambiente di visita e interpretazione immersivo e stimolante, concepito secondo i principi dell’archeologia pubblica. Progettazione e realizzazione hanno richiesto, complessiva- mente, tre anni e mezzo. Una delle peculiarità della progettazione museologica (e muse- ografica) alla base dell’allestimento di Arcidosso è stata la realizzazione di un sistema interattivo di comunicazione archeologica ‘unplugged’, ovvero che non ricorre alle tecno- logie informatiche per la comunicazione dei contenuti.

Tale scelta è maturata nel corso dell’analisi del contesto socio-economico e gestionale in cui la sperimentazione museale si sarebbe venuta a collocare e, in particolare, si è in tal modo inteso rispondere alla criticità (ricorrente nei piccoli musei) costituita dalla

1 Per i dettagli dell’interpretazione archeologica v. Nucciotti 2010.

2 Regione Toscana – PIC: «Centro di documentazione sul paesaggio medievale del Monte Amiata» 2007-2013, 48 mesi, capofila: Comune di Arcidosso; partner co-finanziatore: Università di Firenze, dipartimento SAGAS.